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Autore: Spoocky    19/07/2018    2 recensioni
[Parte della Hurt Comfort Christmas Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/]
[Bookverse] Coda a "Duello nel Mar Ionio" NON è però necessario averlo letto per capire!
In seguito allo scontro con i Turchi, Tom Pullings è rimasto gravemente ferito e Stephen fa del suo meglio per prestargli conforto ma soprattutto per salvargli la vita.
Nel frattempo Jack cerca di tenere insieme il piccolo mondo della Surprise, senza l'aiuto del suo prezioso Primo Ufficiale ma soprattutto senza il suo migliore amico accanto.
Dedicata a James_T_Kirk
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments in Patrick O'Brian'
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Disclaimer: di mio, qui dentro, c'è solo la trama.

Buona Lettura ^.^ 


Sbuffando, brontolando ed imprecando peggio del solito il famiglio si recò presso la branda in questione.
Quando il dottore rispose ai suoi scossoni con una serie d’improperi, estrasse il fatidico: “Sarebbe che è il capitano a farvi chiamare, eccellenza.”
Per tutta risposta Stephen si raggomitolò sul fianco e spremette la faccia contro il cuscino, borbottando oscenità.
Questo genere di reazioni era tuttavia ben noto a Preservato Killick, che non si fece remora alcuna nel districare il dottore dalle coltri, sollevarlo di peso e caricarselo in spalla per portarlo dove non voleva andare.

Nel breve tragitto ebbe un bel tentare di spiegare: “Sarebbe che è per il vicecomandante Pullings, eccellenza. Pare che sia successo qualcosa. E sarebbe anche abbastanza urgente per vossignoria essere li.”
Ma le sue parole furono soffocate da una serie di: “Tiranno! Despota e traditore! Infame cabròn! Lanzadòr! Fill de gran puta!”
Preservato Killick non capiva il Catalano ma anche se lo avesse fatto avrebbe ignorato tranquillamente gli insulti. Non erano comunque niente in confronto a quelli che i marinai si lanciavano tra di loro anche solo per scherzo.
Quindi depositò il dottore di fronte alla sua porta senza tante cerimonie e tornò nella sua tana a fare qualunque cosa facesse quando non lo chiamavano.

Con un ultimo grugnito Stephen aprì la porta.
Una sola occhiata alle espressioni di Jack e Mowett bastò a capire il motivo di tanto trambusto.
Senza fare commenti, inforcò gli occhiali e si chinò sul suo paziente: la pelle era arrossata e madida di sudore ma il respiro era regolare e sembrava dormire serenamente.
Tastandogli il polso fu piacevolmente sorpreso nel trovarlo lento e costante, mentre la cute si era notevolmente raffreddata.

“E’ come penso che sia?”
“Sì, Jack: la febbre è scesa, per questo suda così tanto. Più tardi bisognerà cambiargli le lenzuola, ma per ora è meglio lasciarlo in pace.” Rimboccò la coperta intorno ai fianchi del giovane per controllare le bende e annuì, apparentemente soddisfatto “Lasciatelo pure scoperto, adesso: senz’altro avrà caldo. Fategli delle spugnature e dategli una tazza di tè molto zuccherato non appena si sveglia. Aprite appena la finestra, Mowett. Ecco: così è perfetto. Non fatelo affaticare, mi raccomando.”

Sbadigliò e ritornò sotto le coperte come se niente fosse.

Passò un’ora e Jack sostituì l’ufficiale al capezzale di Pullings.
Si era seduto da poco, quando il giovane iniziò a dare i primi segni di risveglio voltando la testa da un lato all’altro e gemendo.
Aubrey diede immediatamente una voce a Killick perché preparasse il tè e tornò accanto al ferito, chiamandolo dolcemente per aiutarlo a tornare cosciente.
Poco dopo Pullings riaprì gli occhi ed il suo sguardo incrociò quello del capitano, che sorrise: “Salve, Tom. Che bello vedervi finalmente sveglio e sfebbrato! Ecco: lasciate che vi dia qualcosa da bere.”
Gli versò un bicchiere d’acqua e glielo accostò alle labbra, osservando con sollievo come alzasse la mano per tenerlo da se e come questa mano non tremasse.

“Allora, come vi sentite?” domandò Aubrey dopo aver appoggiato il recipiente sul tavolo “Avete fatto prendere un bello spavento a me ed al signor Mowett.”
“William è stato qui?”
“Se n’è andato poco fa. Il dottore era indisposto questa mattina, così è rimasto lui con voi.”
“Il dottore sta bene?”
“Ma sì, ma sì. Era solo un po’ stanco. Vi ha vegliato giorno e notte, sapete.”
“Vi prego, signore mandategli tutta la mia gratitudine quando lo vedete.”
“Senz’altro. Ma ditemi, non avete risposto alla mia domanda.”
“Oh! Certo … beh, signore. Mi sento ancora molto stanco e indolenzito ma nel complesso credo di stare un po’ meglio anche se … qui dentro c’è un caldo infernale.” Fece per togliersi la coperta, ma si accorse di essere in mutande ed arrossì violentemente.
Aubrey scoppiò a ridere: “State pur tranquillo, Tom. Il dottore aveva detto che avreste sentito caldo e potete stare scoperto, se volete. Non sentitevi in imbarazzo.”

Il povero Tom d’imbarazzo ne sentiva parecchio ma venne risparmiato dall’arrivo provvidenziale di Killick con il vassoio del tè, una camicia pulita e le coperte di ricambio.
Il capitano ed il famiglio dovettero vestire il giovane ufficiale perché non poteva ancora reggere una fatica simile da solo.
Riuscirono ad infilargli l’indumento senza che patisse troppo nel procedimento e lui si tranquillizzò, avendo recuperato un minimo di decoro.
Congedato il famiglio, Jack versò ad entrambi una tazza di tè e, dopo aver aiutato il ferito a finire la sua, si sedette di nuovo accanto alla branda.
Ancora prostrato per la febbre e le sofferenze degli ultimi giorni, Pullings era completamente abbandonato sui cuscini che lo sostenevano, con le coperte avvolte intorno ai fianchi ed una mano posata sul ventre. Respirava piano e, se la parte superiore non fosse stata scoperta, il corpo sottile si sarebbe scorto appena sotto le coperte.

‘Dio! Com’è dimagrito!’ Pensò Jack. ‘Non che sia mai stato grasso, però ultimamente si era irrobustito, finalmente sembrava un uomo e non uno spaventapasseri. E adesso è così deperito, povero ragazzo! Anche se non è peggio di quella volta che ha contratto il tifo, poveretto. Quanti anni ha adesso? Ventisei, mi pare. Sì, ventisei. Così giovane e già con una ferita tanto orrenda! Chissà cosa dirà la sua povera moglie, cara creatura. Ah! Se non me lo promuovono questa volta! Povero ragazzo, se lo merita davvero per quanto sta soffrendo.’
“Scusate, signore.” La voce flebile di Tom interruppe il flusso di pensieri del capitano “Il dottore ha detto quanto dovrò restare a letto?”
“Ha detto che non potrete assolutamente poggiarvi su quella caviglia per almeno tre settimane. Comunque” aggiunse vedendo le spalle del giovane sprofondare ulteriormente nei cuscini “ci vorrà almeno un mese prima di arrivare a Malta e, per una volta, non abbiamo fretta. Voi avete bisogno di riposare e rimettervi, l’equipaggio è stanco e a tutti farà bene una traversata tranquilla prima di tornare a La Valletta. Ad ogni modo, nulla vi vieta di salire sul ponte e partecipare ai turni di guardia. Ma solo quando sarete più in forze. Ora dovete solo riposare e guarire.”
“Grazie, capitano.”
“Non c’è di che, Tom. Adesso però cercate di dormire un po’ o il dottore vorrà la mia testa.”
Prima ancora che Aubrey avesse finito di parlare le palpebre di Pullings avevano iniziato a calare sui suoi occhi stanchi e ora si chiusero di nuovo.
L’ultima cosa che vide fu il capitano che gli rimboccava le coperte sulle spalle, dopo che aveva iniziato a tremare leggermente.

Al suo risveglio trovò il dottore con un piatto di minestra e un uovo sbattuto.
“Buonasera, Tom. Come vi sentite?”
“Ancora debole, signore.”
“Perfettamente comprensibile. Comunque avete recuperato un po’ di colore e la febbre è scesa del tutto. Vi sentite di mangiare qualcosa?”
“Va bene.”

Più tardi quella stessa sera Pullings stava riposando tranquillamente nella branda, cullato dolcemente dal famigliare beccheggio della nave e confortato dal tepore delle coperte nella notte fresca, finalmente libero dallo strazio della febbre.
Si godeva beato quello stato di pacifico dormiveglia quando dalla cabina del capitano provenne una melodia allegra e delicata.
Un orecchio più esperto avrebbe riconosciuto il Concerto in La maggiore per archi e basso continuo di Vivaldi[1] ma per il giovane ufficiale ferito significava soltanto che il dottore ed il capitano erano tornati a fare musica nell’alloggio di quest’ultimo.
Significava che erano in pace e potevano navigare tranquilli.
Significava che tutto stava tornando alla normalità.

Il secondo movimento, più dolce e lento, associato al rollio delle onde fece per lui da ninnananna e si ritrovò tra le braccia di Morfeo prima ancora di rendersene conto.
  
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