PRIMA
PARTE - L''incubo ritorna
"Ce l'ho fatta! Guarda
zio Tidus ce l'ho fatta!"
"Sei stato grande
Chappu!"
Tidus recuperò il pallone
azzurro e bianco e, posatolo sulla sabbia, prese in braccio l'appena
quattordicenne Chappu strofinandogli la mano sulla testa. I due scoppiarono a
ridere e si rotolarono lottando sulla sabbia. Lulu e Yuna se stavano in
disparte, osservando gli incredibili progressi del piccolo (che somigliava in
maniera impressionante al fratello di Wakka, di cui aveva ereditato oltre al
nome anche l'abilità a blitzball) e ridendo del loro amico e compagno di tante
avventure.
"Guardalo" disse
Yuna "Lo diresti che ha trentaquattro anni?"
L'altra sorrise: "No, e
anche fisicamente sembra ancora il ragazzino che scomparve dall'aeronave dopo
aver sconfitto Sin, non è cambiato di una virgola"
L'ex-invocatrice ricambiò il
sorriso "Già, ma in fondo nemmeno noi siamo tanto cambiati da quel giorno,
e Wakka meno di tutti"
Lulu scoppiò a ridere quando
pensò alla faccia che avrebbe fatto suo marito scoprendo che il figlioletto era
riuscito a scagliare il famoso Tiro di Jecht, tenendo conto del fatto che lui
non ci era mai riuscito nonostante gli innumerevoli tentativi.
Il discorso, poi, si fece più
serio, e fu Yuna a iniziarlo: "Noi non siamo cambiati, ma il mondo
purtroppo si"
"Già" annuì la
compagna "Hai sentito che la milizia sta minacciando di attaccare la Base
Albhed su Bikanel, se quelli non pagheranno la tassa per gli armamenti
pesanti?"
Yuna convenne, preoccupata:
"Ho paura che stiamo ricommettendo gli errori del passato"
Entrambe si guardarono in
silenzio con aria grave, capendo al volo il pensiero dell'altra: Sin. Non
volevano che i loro figli vivessero l'incubo che era stato il loro per tanti
anni.
Ma le loro cupe riflessioni
vennero interrotte dall'arrivo di Wakka, preceduto da una bambina dai lunghi
capelli castani e i vivaci occhi azzurri.
"Mi ha chiesto di
accompagnarla fino qui, e così." si giustificò Wakka, che non amava troppo
la spiaggia in quella stagione così calda.
La ragazzina, di pochi mesi
più piccola di Chappu, corse in acqua chiamandolo: "Giochiamo a blitz
insieme? Al prossimo torneo voglio partecipare anche io, se mi insegni a
giocare bene!"
Il ragazzo la guardò
sorridendo e le prese la mano. Nuotarono insieme verso l'insenatura a destra
della spiaggia principale, suscitando un po' di preoccupazione nei loro
genitori.
"Lenne! Chappu! Non
allontanatevi troppo!" gridò loro Yuna per farsi sentire.
Tidus le mise una mano sulla
spalla e si chinò a baciarla sulla bocca per tranquillizzarla: "Non
preoccuparti amore, Chappu è un ragazzo forte e in gamba, Lenne è al sicuro con
lui. Tranquillizzata, la giovane donna gli prese fra le mani la testa e lo baciò
ancora. Wakka e Lulu, nel frattempo, si erano allontanati lungo la riva,
camminando verso il porto.
"Sono preoccupata"
"Perché mai?"
"Per la Milizia. Quel
dannato Guado, Kyspor, non vede l'ora di avere un pretesto per massacrare gli
Albhed"
"Già, la storia delle
tasse è solo una montatura. quello vuole vederli morti, tutti quanti"
"E' inaudito che nessuno
abbia imparato dal passato: mille anni di sofferenze non sono servite a far
smettere la gente di farsi la guerra"
I due continuarono a
conversare, arrivando fino al molo e avviandosi poi di nuovo verso il
villaggio. Nel frattempo, Yuna e Tidus parlavano, ma anche i loro argomenti
erano tutt'altro che allegri.
"Tidus, non ce la faccio
più" stava dicendo lei "Continua a tormentarmi anche ora, anche adesso
che tutto è finito da quindici anni"
"Sono solo sogni"
"Si, ma Lenne e Shuin
sono morti, e io sognai quello che sarebbe accaduto molto prima. Solo
che."
"Si lo so" la
interruppe lui "Morivamo io e te fucilati, al loro posto. Me lo hai
raccontato tutti i giorni da due mesi a questa parte."
Yuna gli scoppiò a piangere
addosso, appoggiandosi ai nudi pettorali di lui, vestito solo col costume da
bagno. Il giovane cercò di consolarla, accarezzandole i capelli e sussurrandole
all'orecchio: "Non ci succederà nulla tesoro mio, né a noi né alle persone
che amiamo"
Lei si rialzò e lo baciò
dolcemente, bagnando le labbra di entrambi con le due lacrime. Ogni bacio di
Tidus la scioglieva come neve al sole, e lei era un candido fiocco che amava
tanto diventare acqua.
"Passa! Passa!"
gridava Lenne al compagno.
Il pallone azzurro volava da
una parte all'altra dell'insenatura, sotto i passaggi, i tiri e i dribbling dei
due ragazzi. Dopo un po' Lenne si fermò esausta, ma con un largo sorriso
stampato sulla faccia ancora infantile.
"Ti faccio vedere una
cosa" le disse Chappu, prendendo ancora una volta in mano la palla e
lasciandola galleggiare sul pelo dell'acqua.
La ragazza spalancò la bocca,
perché sapeva che il suo amico stava per tentare il famosissimo tiro di suo
padre. Il giovane si immerse e risalì, tenendo la sfera in equilibrio sulla
testa. Poi saltò, piroettando su se stesso per darsi la spinta, girandosi a
testa in giù e scagliando un tiro potentissimo che lasciò un segno molto
marcato sulla parete rocciosa. Il pallone rotolò sulla sabbia, mentre i due
ragazzini esultavano come se avessero appena vinto la Coppa del Blitzball.
Si conoscevano fin da quando
erano nati, e avevano giocato insieme per tutta la loro breve vita: erano come,
forse più che fratelli. Ma in quel momento, mentre si abbracciavano ridendo e
acclamando, qualcosa in loro cambiò. Divennero tutto d'un tratto silenziosi,
guardandosi negli occhi e poi osservando l'uno il corpo dell'altra. Entrambi si
resero conto di essere cambiati tantissimo fisicamente, da quando per la prima
volta avevano giocato a blitz in quella piccola baia: Chappu era diventato
molto più forte e muscoloso, mentre Lenne cominciava ad avere il seno e le
curve tipiche delle donne adulte.
"Tu hai mai baciato
qualcuno?" chiese all'improvviso la ragazza.
Un po' sorpreso, l'amico le
rispose: "No, perché me lo chiedi?"
"Allora baciami"
"Baciarti?"
"Si, baciami ora, qui,
nel posto dove abbiamo trascorso i momenti più belli della nostra vita"
Lenne gli si avvicinò,
gettandogli le braccia intorno al collo, e avvicinando la bocca a quella di
lui.
"Ormai siamo grandi,
baciamoci come fanno i grandi"
Le loro labbra si
incrociarono, e i due ragazzi si lasciarono trasportare dal dolce richiamo del
compagno, perdendosi nel mare più bello e piacevole in cui si fossero mai
avventurati. Ma la deriva durò pochi secondi, perché un'onda più grande delle
altre li investì, facendo perdere a entrambi l'equilibrio. Quando si rialzarono
si guardarono, si abbracciarono e, mentre Lenne teneva la testa appoggiata al
petto del compagno, scoppiarono a ridere come due matti.
Non sapevano che, vent'anni
prima, Yuna e Tidus si erano baciati come loro, nell'acqua, immersi nel verde e
misterioso Bosco di Macalania.
Lo stadio era gremito di
folla, giunta a Luka da tutte le città e i villaggi per l'annuale torneo di
Blitzball nel quale si sfidavano i migliori giocatori e le migliori squadre di
Spira. La grande finale stava per cominciare, e le due squadre si preparavano a
scendere in campo. Lo speaker parlò, dando il benvenuto agli spettatori:
"Signore e Signori! Tra pochi minuti i Besaid Aurochs e i Luka Goers, le
due grandi favorite di quest'anno, scenderanno com'era prevedibile in campo per
il titolo di Campione di Spira, l'anno scorso vinto dai padroni di casa. Quest'anno
però i Besaid Aurochs hanno ottenuto due schiaccianti vittorie nelle altre due
partite, grazie all'ingresso in squadra di due ragazzini davvero prodigiosi,
figli di Tidus e Wakka, i grandi artefici della prima vittoria della squadra
circa venti anni fa. Chappu e Lenne hanno fatto dei miracoli nella semifinale
contro i Guado Glories, deludendo anche il nostro Capo della Milizia, il grande
Kyspor Guado, sconfiggendoli per quattro a tre.Riusciranno a mettere sotto
anche i fortissimi Luka Goers? Staremo a vedere, ma intanto ecco che i dodici
giocatori fanno il loro ingresso nella sferopiscina! Accogliamoli con un
bell'applauso Luka!"
L'invito era superfluo,
perché prima che qualcuno potesse udirlo, già tutto lo stadio si era alzato in
piedi gridando, salutando e incitando i propri beniamini. Fra il pubblico,
Yuna, Tidus, Wakka, Lulu, Rikku e Paine seguivano le operazioni di inizio,
urlando e acclamando quanto e più degli altri.
Quando la palla venne
lanciata, la prtita ebbe iizio con una violenza inaudita. I Luka Goers
attaccarono subito, ma una poderosa spallata di Kyouyu, il difensore più grosso
degli Aurochs, permise alla sua squadra di partire al contrattacco. Lenne tentò
il tiro in porta, ma Laudia, un energumeno nero come il carbone, era un
portiere davvero formidabile, e bloccò la conclusione facilmente. Le gomitate e
i colpi proibiti si sprecavano, quando l'arbitro dichiarò concluso il primo
tempo, senza che si fosse visto neanche un goal. Tidus scese negli spogliatoi
durante l'intervallo, rivolgendosi a Chappu: "Coraggio, è ora di mostrare
ai Goers il Tiro di Jecht! Lenne, tu dagli una buona palla, e vedrai che
vinciamo!"
Nel secondo tempo Lenne e
Kyouyu guidarono gli Aurochs all'attacco, mentre Chappu cercava di liberarsi
della marcature avversarie nei pressi della porta di Laudia. Finalmente l'amica
riuscì a fargli un ottimo passaggio, che lui ricevette alla perfezione. Calciò
con violenza la palla, colpendo in volto il difensore che gli stava davanti,
uscendosela poi ricadere sulla testa. Uscendo dall'acqua e girandosi in
piroetta, ebbe un desiderio incredibile di stringere a sé Lenne, come aveva
fatto a Besaid qualche giorno prima, ma poi si riscosse pensando che gli aveva
fatto un così bel passaggio e che non doveva assolutamente rendere vani i suoi
sforzi. Il micidiale tiro partì, insaccandosi centralmente nella parte bassa
della porta dei Goers. La partita si concluse proprio in quel momento, e Lenne
nuotò velocissima verso Chappu e lo baciò sulle labbra, festeggiandolo e
portandolo in trionfo insieme ai compagni di squadra.
Quando i campioni uscirono
dallo stadio, vennero accolti da una gran massa di tifosi in festa, ma i due
ragazzi riuscirono a divincolarsi dalla loro morsa e a raggiungere gli amici e
i genitori al belvedere, dove erano soliti darsi appuntamenti dopo le partite.
Andarono a festeggiare la vittoria in un ristorante nel centro della città,
dove però ricevettero la sconvolgente notizia: i Miliziani avevano distrutto la
Base Albhed con aeronavi da guerra potentissime, uccidendo migliaia di persone.
Un messaggio di Kyspor Guado, trasmesso dallo stadio, annunciava che tutti gli
Albhed erano banditi dalla civiltà di Spira, e che chiunque di loro fosse stato
trovato in una città sarebbe stato ucciso.
"Le nostre
aeronavi" proseguì il Capo "pattuglieranno villaggi, cittadine e
città, uccidendo tutti gli Albhed. Se gli abitanti non collaboreranno,
distruggeremo tutto: case, taverne, ospedali, tutto. Gli Albhed sono una
minaccia per questo mondo, le loro armi ad alto potenziale lo sono ancor di più
e."
Il proprietario del
ristorante spense la sfera-tv, urlando a squarciagola il suo dissenso:
"Così scoppierà un'altra guerra, ve lo dico io! E tornerà anche Sin
scommetto! Dannati Miliziani, dannati Albhed!"
La maggior parte della gente
era d'accordo con lui, ma non lo faceva vedere per scongiurare il rischio di
venire uccisa dalla Milizia per tradimento.
Ma tutti, in quel locale,
sapevano la verità: la guerra era alle porte, e difficilmente qualcuno su Spira
avrebbe potuto fermarla.
Durante il ritorno a casa,
sulla nave di linea Luka-Besaid, il clima era di paura e timore. Incrociarono
numerose macchine da guerra della Milizia, che si mobilitavano in tutta Spira
per prepararsi alla guerra ma, soprattutto, allo sterminio degli Albhed. Tutti
temevano per Rikku e per altri tre albhed che abitavano a Besaid, e sebbene
molti di loro fossero decisi a difendere gli amici e a coprirli, altri avevano
paura e avrebbero voluto consegnarli senza storie.
"Lo sai che li fucilano
sulla piazza principale del villaggio, davanti a tutti gli altri?" disse
una donna al marito, che era appunto uno degli scettici riguardo il nascondere
gli albhed "Personalmente non voglio vedere quei quattro morire davanti ai
miei occhi, sentendomi peraltro responsabile dell'uccisione di quattro amici e
compaesani"
Discussioni come questa si
sentivano in tutta la nave, ma nessuno era preparato a quello che trovarono una
volta giunti a casa.
Attraccarono al porto, e
tutti si diressero verso il villaggio, portando in trionfo Chappu e Lenne, che
tenevano i due la pesante Coppa di Cristallo, come veniva chiamato il trofeo
del torneo di blitz. Ma quando arrivarono al villaggio, non ebbero nemmeno il
tempo di rientrare nelle loro case che una gigantesca aeronave arrivò a
velocità incredibile, stazionando a qualche metro da terra e puntando un
cannone a impulsi potentissimo proprio contro il centro del vecchio tempio
yevonita. Un Miliziano in divisa discese la passerella, seguito da un nutrito
gruppo di soldati tutti armati di fucili. L'ufficiale parlò in modo che tutti
quanti lo sentissero: "Popolo di Besaid! Consegnate immediatamente alla
Milizia tutti i traditori albhed del villaggio! Sappiamo che ce ne sono, quindi
consegnateceli! Se non lo farete, verrete considerati traditori anche voi, e quel
cannone sparerà sul vostro piccolo villaggio!"
Tidus ebbe un moto di rabbia
improvvisa, ma venne fermato da Paine: "Stà calmo ora, aspettiamo"
Rikku però, che non aveva
intenzione di lasciare che quei dannati distruggessero Besaid, si consegnò
immediatamente, suscitando le proteste di tutti i suoi amici. Due miliziani la
misero in ginocchio e le puntarono i fucili al petto.
"Addio amici miei"
disse "Continuate a vivere anche per me"
Wakka però non resistette e,
estratto il pallone, lo scagliò con tutta la sua forza contro i due soldati
che, colpiti in pieno, caddero privi di sensi. Fu un attimo: la battaglia si
scatenò in mezzo alle tende, mentre la gente fuggiva e i guerrieri
combattevano. Tidus estrasse la sua antica spada, che gli aveva regalato Wakka
anni prima, e cominciò a vibrare colpi terribili ai miliziani. Lulu e Yuna
combattevano da lontano, servendosi della magia nera, e lanciando terribili
fiammate e fulmini sui nemici. Ma la situazione peggiorava sempre di più:
Wakka, Paine e Rikku combattevano proprio sotto l'aeronave e, quando si
accorsero che il cannone a impulsi stava per fare fuoco, per loro fu troppo
tardi. Vennero investiti dalla terribile scarica, e morirono sul colpo. Lulu,
vedendo l'amato marito cadere sotto il colpo della nave miliziana che aveva
distrutto l'intero villaggio, fu accecata dalla rabbia e si lanciò alla carica
di un paio di soldati, che però spararono prima che potesse nuocere. Anche lei
cadde, e l'ultimo sguardo lo rivolse a Yuna e Tidus, che continuavano a
combattere, tenendosi dietro di loro i due ragazzi.
Tutto ormai sembrava perduto,
quando Yuna sentì dentro di lei un fuoco, come un calore, una strana energia.
"Tu?" disse come
rivolta a sé stessa "Non può essere. oppure si? Comunque è la nostra unica
possibilità!"
Afferrata la sua asta, la
donna la alzò al cielo, e intorno a lei quattro cerchi di energia si formarono
e lasciarono partire quattro raggi. Da essi comparve un gigantesco volatile dal
piumaggio rosso e blu, che si posò delicatamente vicino a Yuna.
"Dacci un po' di
vantaggio, ti prego!" disse lei alla strana creatura.
"Yuna, ma tu" disse
Tidus senza nascondere la sorpresa "Tu hai invocato un Eone!"
Ma lei non gli rispose, lo
prese per mano e cominciò a correre, mentre Chappu e Lenne già facevano lo
stesso un centinaio di metri avanti a loro.
"Correte!" gridò
loro Yuna "Valefor ci proteggerà!"
Allora era vero, pensò subito
Tidus, quella era davvero Valefor! Com'era possibile che gli Eoni fossero
ritornati?
Ma i suoi pensieri vennero
distratti da ciò che accadeva alle loro spalle: l'Eone si era alzato in aria e
aveva lanciato una frecciata dal becco, sollevando un muro di fiamme fra loro e
gli inseguitori. Ma una volta completato il suo attacco, si ritirò e li lasciò
soli, a combattere per la loro vita. I miliziani correvano davvero velocissimi,
e presto furono loro alle calcagna. Chappu e Lenne correvano senza guardarsi
indietro, dritti verso la spiaggia dove sapevano esserci una piccola nave a
cinque posti, per le emergenze, armata anche di qualche missile.
Ma il grido di Tidus lo
sentirono eccome: "Ragazzi, andate avanti e scappate sulla barca! Correte,
li tratterremo noi!"
Lenne fece per obbiettare e
urlò al padre che non voleva lasciarli, ma Chappu, incontrato lo sguardo
determinato di Tidus, la prese in braccio e scattò velocissimo verso il porto.
Yuna cadde al suolo, e il
compagno la rialzò prendendola per mano e conducendola avanti di corsa.
Entrambi videro lo scenario intorno a loro cambiare, e gli incubi di Yuna
prendere vita: erano nel duomo di Yevon, alle rovine di Zanarkand, su una
gigantesca piattaforma senza altra uscita che quella da dove arrivavano i
miliziani. Entrambi avevano indosso i loro vecchi vestiti, quelli di quando si
erano conosciuti, innamorati, baciati per la prima volta nel lago. Non sapevano
dire se fosse un sogno o se fossero davvero a Zanarkand, ma capirono di non
avere più scampo: si abbracciarono, tenendosi stretti l'uno all'altra, e
guardando verso gli accorrenti miliziani. Tidus guardò nei profondi occhi verdi
e blu di lei, e lei guardò nei suoi. Una lacrima le scese sul viso, mentre il
rimbombo dei fucili scuoteva il silenzio e i proiettili entravano nei loro
corpi, straziandone le carni. Caddero al suolo, tenendosi per mano. Entrambi
poterono vedere l'altro versare una lenta, silenziosa, triste lacrima prima di
crollare nel buio eterno della morte, oltre l'abisso dell'Oltremondo.
"Lasciami Chappu!
Dobbiamo aiutare i miei genitori!" gridò Lenne mentre lui la metteva a
bordo della barca.
"Non possiamo! Si sono
sacrificati per farci fuggire, vuoi che tutto sia inutile? Fuggiamo, e poi
torneremo a vendicarli" rispose lui con una faccia come mai la compagna di
tanti giochi e avventure l'aveva vista, carica di rabbia e odio "Anche i
mie genitori sono morti lì, ma non è così che li vendicheremo, non morendo oggi
anche noi"
Lenne annuì, cercando di
ricacciare indietro le lacrime e di prepararsi per la difficile fuga che si
prospettava loro. Lei sapeva usare un po' di magia nera, ma non era abbastanza
potente da proteggerli entrambi. Mentre spingevano in mare la barca, Chappu
vide tre miliziani avanzare verso di loro, ed estrasse una spada azzurra dalla
lama ricurva. Lenne guardò stupefatta la bellissima arma che gli aveva donato
suo padre, Tidus, e cominciò a sperare che Chappu avrebbe davvero sconfitto
quei miliziani.
Al ragazzo, infatti,
bastarono pochi secondi: con tre fendenti mise a tappeto tutti e tre i nemici,
e saltò sulla barca.
"Mica male la Lifesaver,
eh?" disse all'amica, cercando di sorriderle e di tirarle su il morale
"Tuo padre me la diede dicendo che quando l'avrei usata bene sarei stato
un vero uomo"
Lenne lo guardò con le
lacrime agli occhi. Chappu somigliava molto al padre: gli stessi capelli
arancioni e ribelli, anche se più lunghi e pettinati senza quella strana frangetta
che soleva portare Wakka, ma in ogni caso perennemente in disordine, gli stessi
occhi azzurri, ma carichi di una determinazione diversa, più simile a quella
del padre di lei in realtà. Era davero bello, e Lenne se ne rese immediatamente
conto, acuendo ancora di più i sentimenti che ormai era certa di provare per
lui, nati probabilmente quando, nella baia, l'aveva baciata facendola sentire
leggera e delicata come l'aria, come il petalo di un fiore.
Ma in quel momento Chappu
aveva in corpo solo rabbia e cupa determinazione, quando preparò i quindici
missili a basso potenziale della nave per sparare in aria. Quando ebbe finito,
avviò i motori e lanciò la piccola imbarcazione, lunga non più di sei metri,
fra le onde del mare in direzione di Porto Kilika. L'aeronave non tardò a
raggiungerli, quando erano ancora in mare aperto e ben distanti dalla loro
meta. Chappu e Lenne si resero immediatamente conto di quanto disperata fosse
la loro situazione, e da quel momento si mossero sulla barca come fossero guidati
da una sola mano e da una sola mente.
"Sai usare le magie di
protezione?" chiese Chappu gridando per sovrastare il rumore dei motori.
"Si" rispose
semplicemente lei e, capendo al volo, applicò una barriera anti-magia intorno
alla nave, per bloccare gli impulsi del cannone miliziano.
"Chappu!" disse
Lenne "Io li tengo a bada con la magia, tu lancia quei missili! La mia
barriera non resisterà a lungo!"
Come per confermare le sue
parole, Chappu vide il primo colpo partire dall'aeronave e scuotere
paurosamente la piccola imbarcazione, protetta dalla debole magia di Lenne.
La ragazza lanciò un numero
impressionante di attacchi magici contro il cannone, senza riuscire però a
fargli granchè. Ma pochi secondi dopo, dalla stiva della barca partirono tutti
insieme venti missili a basso potenziale, che distrussero la terribile arma in
men che non si dica.
I ragazzi esultarono,
tuttavia sapevano di non essere ancora al sicuro. Approdarono sul versante di
Kilika opposto alla cittadina di palafitte che costituiva il centro abitato
dell'isola, e corsero con tutte le loro forze verso il vecchio tempio, che era
stato dimora del grande invocatore Ohalland.
Lenne e Chappu si voltarono a
guardare il villaggio, prima di entrare nella costruzione di pietra in cima
all'isola: le case bruciavano sotto il fuoco dell'aeronave miliziana, e questo
bastò a far fremere di rabbia entrambi. Controvoglia, si nascosero nel tempio,
correndo fino al vecchio naos dell'intercessore, ora una semplice stanzetta con
una statua. Lì si sdraiarono l'uno accanto all'altra e si addormentarono
tenendosi per mano.
Quando si svegliarono
trovarono, con loro grande sorpresa, un bambino seduto sulla statua
dell'intercessore; la sua immagine era sfuggevole, come quella di un fantasma.
Indossava una veste bianca con vari disegni e un copricapo viola, mentre la sua
pelle era scurissima.
"Purtroppo, gli uomini
non capiranno mai" esordì "E noi, siamo dovuti ritornare"
Chappu chiese scettico:
"Voi? Ritornare? Scusami ragazzino, ma tu chi diavolo saresti?"
"L'intercessore di
Bavelle, e vengo a dirvi questo: gli Eoni sono tornati, ma fra poco tornerà
anche Sin, invocato stavolta da un uomo che voi conoscete benissimo. Vi viene
in mente nessuno?"
"Kyspor Guado!"
gridò Chappu, leggendo negli occhi del bambino che aveva indovinato "Quel
porco bastardo ha fatto scoppiare la guerra solo per divenire Sin!
Dannato!"
"Lenne" disse calmo
l'intercessore "Tu sei discendente di Brasa, figlia di Yuna. Sta a te il
compito di sconfiggerlo questa volta, e l'unico modo per farlo è l'invocazione
suprema"
I due lo sapevano, ma non
sapevano che l'invocazione suprema non avrebbe distrutto Sin definitivamente, o
almeno è quello che si sapeva del vecchio Sin.
"Questo nuovo Sin potrà
essere trapassato, perché è appunto stato appena creato e chi c'è dentro è
ancora abbastanza umano da subire un rito del trapasso, dopo averlo sconfitto.
Ma, Lenne e Chappu, sapete a cosa andate incontro invocando l'Eone Supremo
vero?"
I due annuirono e si
guardarono. Molto bene, vi auguro tanta fortuna, siete la nostra unica
speranza. Se non lo fermiamo ora, poi sarà come il vecchio Sin. Lenne, prega
l'intercessore di questo tempio, lui ti insegnerà tutto quello che ti serve
sapere. Io ti investirò, alla fine del tuo apprendistato qui, del potere
dell'intercessore di Besaid, così potrai evitare quella tappa. Da qui, vi
dirigerete al Tempio di Djose. Addio"
Il bambino scomparve, e i due
rimasero lì a guardarsi negli occhi, come rapiti. Avevano dunque fatto voto di
morte entrambi, per sconfiggere Sin con l'Invocazione Suprema e salvare Spira.
Dopo qualche ora, Chappu lasciò Lenne sola nel naos, e questa pregò
l'intercessore, il cui cantò risuonò nuovamente in tutto il tempio. Chappu
attese per giorni interi, controllando di tanto in tanto fuori dal tempio, e
vedendo che i miliziani continuavano a cercare loro, e probabilmente altri
fuggiaschi, nei boschi dell'isola. Le aeronavi erano diventate una decina,
intorno a Kilika, e pattugliavano il mare e la terraferma senza sosta.
Al sesto giorno, Lenne uscì
sfinita dal naos, cadendo fra le braccia del compagno.
"Ce l'ho fatta"
disse con un filo di voce "Ora sono un'invocatrice, come mia madre e mio
nonno"
Sorrise, poi si accasciò
priva di sensi, cullata dall'abbraccio del ragazzo. Anche lui si addormentò
poco dopo, e rimasero così per tanto tempo, probabilmente per giorni, fino a
che entrambi non si destarono, riposati e pronti per affrontare la via Mihen e
la via Djose. Ma quando uscirono dal tempio, lo spettacolo fu davvero
incredibile: le aeronavi miliziane e albhed si fronteggiavano sopra Porto
Kilika, pronte a devstare tutto con le loro terribili armi. Lenne si strinse
forte a Chappu, ma proprio quando sembrava che dovesse scoppiare la battaglia,
una massa gigantesca uscì dal mare, mettendosi fra le due fazioni.
"Sin" mormorò
Chappu, mentre Lenne guardava sconvolta il dramma che si stava consumando sotto
di loro, il dramma della storia che, a causa della stoltezza umana,
inevitabilmente si ripeteva. Guardarono impotenti mentre le aeronavi venivano
fatte a pezzi dal gigantesco mostro marino, mentre le sue scagli volavano da
ogni parte nel villaggio sottostante. Fortunatamente la loro barca si trovava
sull'altro versante, e i due ragazzi decisero che era il momento giusto per
svignarsela inosservati.
Arrivarono all'imbarcazione,
ormai disarmata, senza difficoltà alcuna e salirono a bordo avviando i motori.
La barca si mosse, sfrecciando via da quel luogo di morte e distruzione,
diretta verso Luka. Ma Chappu e Lenne ora avevano davvero paura, perché avevano
conosciuto il mondo di cui i loro genitori parlavano con terrore, il mondo che
vive nella paura di Sin. E ora, Sin era ricomparso, l'incubo era ricominciato.