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Autore: Tiddy    27/04/2005    1 recensioni
Tidus è tornato, tutti i nostri amici sono felici. Ma ora la minaccia di Sin si riaffaccia all'orizzonte, e toccherà alla piccola figlia di Yuna e Tidus compiere il pellegrinaggio fino a Zanarkand. Come andrà a finire? Questa è la mia prima fic, e l'ho scritta prima che uscisse FFX-2, basandomi solo sulle indiscrezioni che giravano in internet. Siate buoni *_*
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Dal diario di Tifa…

PRIMA PARTE - L''incubo ritorna

"Ce l'ho fatta! Guarda zio Tidus ce l'ho fatta!"
"Sei stato grande Chappu!"
Tidus recuperò il pallone azzurro e bianco e, posatolo sulla sabbia, prese in braccio l'appena quattordicenne Chappu strofinandogli la mano sulla testa. I due scoppiarono a ridere e si rotolarono lottando sulla sabbia. Lulu e Yuna se stavano in disparte, osservando gli incredibili progressi del piccolo (che somigliava in maniera impressionante al fratello di Wakka, di cui aveva ereditato oltre al nome anche l'abilità a blitzball) e ridendo del loro amico e compagno di tante avventure.
"Guardalo" disse Yuna "Lo diresti che ha trentaquattro anni?"
L'altra sorrise: "No, e anche fisicamente sembra ancora il ragazzino che scomparve dall'aeronave dopo aver sconfitto Sin, non è cambiato di una virgola"
L'ex-invocatrice ricambiò il sorriso "Già, ma in fondo nemmeno noi siamo tanto cambiati da quel giorno, e Wakka meno di tutti"
Lulu scoppiò a ridere quando pensò alla faccia che avrebbe fatto suo marito scoprendo che il figlioletto era riuscito a scagliare il famoso Tiro di Jecht, tenendo conto del fatto che lui non ci era mai riuscito nonostante gli innumerevoli tentativi.
Il discorso, poi, si fece più serio, e fu Yuna a iniziarlo: "Noi non siamo cambiati, ma il mondo purtroppo si"
"Già" annuì la compagna "Hai sentito che la milizia sta minacciando di attaccare la Base Albhed su Bikanel, se quelli non pagheranno la tassa per gli armamenti pesanti?"
Yuna convenne, preoccupata: "Ho paura che stiamo ricommettendo gli errori del passato"
Entrambe si guardarono in silenzio con aria grave, capendo al volo il pensiero dell'altra: Sin. Non volevano che i loro figli vivessero l'incubo che era stato il loro per tanti anni.
Ma le loro cupe riflessioni vennero interrotte dall'arrivo di Wakka, preceduto da una bambina dai lunghi capelli castani e i vivaci occhi azzurri.
"Mi ha chiesto di accompagnarla fino qui, e così." si giustificò Wakka, che non amava troppo la spiaggia in quella stagione così calda.
La ragazzina, di pochi mesi più piccola di Chappu, corse in acqua chiamandolo: "Giochiamo a blitz insieme? Al prossimo torneo voglio partecipare anche io, se mi insegni a giocare bene!"
Il ragazzo la guardò sorridendo e le prese la mano. Nuotarono insieme verso l'insenatura a destra della spiaggia principale, suscitando un po' di preoccupazione nei loro genitori.
"Lenne! Chappu! Non allontanatevi troppo!" gridò loro Yuna per farsi sentire.
Tidus le mise una mano sulla spalla e si chinò a baciarla sulla bocca per tranquillizzarla: "Non preoccuparti amore, Chappu è un ragazzo forte e in gamba, Lenne è al sicuro con lui. Tranquillizzata, la giovane donna gli prese fra le mani la testa e lo baciò ancora. Wakka e Lulu, nel frattempo, si erano allontanati lungo la riva, camminando verso il porto.
"Sono preoccupata"
"Perché mai?"
"Per la Milizia. Quel dannato Guado, Kyspor, non vede l'ora di avere un pretesto per massacrare gli Albhed"
"Già, la storia delle tasse è solo una montatura. quello vuole vederli morti, tutti quanti"
"E' inaudito che nessuno abbia imparato dal passato: mille anni di sofferenze non sono servite a far smettere la gente di farsi la guerra"
I due continuarono a conversare, arrivando fino al molo e avviandosi poi di nuovo verso il villaggio. Nel frattempo, Yuna e Tidus parlavano, ma anche i loro argomenti erano tutt'altro che allegri.
"Tidus, non ce la faccio più" stava dicendo lei "Continua a tormentarmi anche ora, anche adesso che tutto è finito da quindici anni"
"Sono solo sogni"
"Si, ma Lenne e Shuin sono morti, e io sognai quello che sarebbe accaduto molto prima. Solo che."
"Si lo so" la interruppe lui "Morivamo io e te fucilati, al loro posto. Me lo hai raccontato tutti i giorni da due mesi a questa parte."
Yuna gli scoppiò a piangere addosso, appoggiandosi ai nudi pettorali di lui, vestito solo col costume da bagno. Il giovane cercò di consolarla, accarezzandole i capelli e sussurrandole all'orecchio: "Non ci succederà nulla tesoro mio, né a noi né alle persone che amiamo"
Lei si rialzò e lo baciò dolcemente, bagnando le labbra di entrambi con le due lacrime. Ogni bacio di Tidus la scioglieva come neve al sole, e lei era un candido fiocco che amava tanto diventare acqua.

"Passa! Passa!" gridava Lenne al compagno.
Il pallone azzurro volava da una parte all'altra dell'insenatura, sotto i passaggi, i tiri e i dribbling dei due ragazzi. Dopo un po' Lenne si fermò esausta, ma con un largo sorriso stampato sulla faccia ancora infantile.
"Ti faccio vedere una cosa" le disse Chappu, prendendo ancora una volta in mano la palla e lasciandola galleggiare sul pelo dell'acqua.
La ragazza spalancò la bocca, perché sapeva che il suo amico stava per tentare il famosissimo tiro di suo padre. Il giovane si immerse e risalì, tenendo la sfera in equilibrio sulla testa. Poi saltò, piroettando su se stesso per darsi la spinta, girandosi a testa in giù e scagliando un tiro potentissimo che lasciò un segno molto marcato sulla parete rocciosa. Il pallone rotolò sulla sabbia, mentre i due ragazzini esultavano come se avessero appena vinto la Coppa del Blitzball.
Si conoscevano fin da quando erano nati, e avevano giocato insieme per tutta la loro breve vita: erano come, forse più che fratelli. Ma in quel momento, mentre si abbracciavano ridendo e acclamando, qualcosa in loro cambiò. Divennero tutto d'un tratto silenziosi, guardandosi negli occhi e poi osservando l'uno il corpo dell'altra. Entrambi si resero conto di essere cambiati tantissimo fisicamente, da quando per la prima volta avevano giocato a blitz in quella piccola baia: Chappu era diventato molto più forte e muscoloso, mentre Lenne cominciava ad avere il seno e le curve tipiche delle donne adulte.
"Tu hai mai baciato qualcuno?" chiese all'improvviso la ragazza.
Un po' sorpreso, l'amico le rispose: "No, perché me lo chiedi?"
"Allora baciami"
"Baciarti?"
"Si, baciami ora, qui, nel posto dove abbiamo trascorso i momenti più belli della nostra vita"
Lenne gli si avvicinò, gettandogli le braccia intorno al collo, e avvicinando la bocca a quella di lui.
"Ormai siamo grandi, baciamoci come fanno i grandi"
Le loro labbra si incrociarono, e i due ragazzi si lasciarono trasportare dal dolce richiamo del compagno, perdendosi nel mare più bello e piacevole in cui si fossero mai avventurati. Ma la deriva durò pochi secondi, perché un'onda più grande delle altre li investì, facendo perdere a entrambi l'equilibrio. Quando si rialzarono si guardarono, si abbracciarono e, mentre Lenne teneva la testa appoggiata al petto del compagno, scoppiarono a ridere come due matti.
Non sapevano che, vent'anni prima, Yuna e Tidus si erano baciati come loro, nell'acqua, immersi nel verde e misterioso Bosco di Macalania.

Lo stadio era gremito di folla, giunta a Luka da tutte le città e i villaggi per l'annuale torneo di Blitzball nel quale si sfidavano i migliori giocatori e le migliori squadre di Spira. La grande finale stava per cominciare, e le due squadre si preparavano a scendere in campo. Lo speaker parlò, dando il benvenuto agli spettatori: "Signore e Signori! Tra pochi minuti i Besaid Aurochs e i Luka Goers, le due grandi favorite di quest'anno, scenderanno com'era prevedibile in campo per il titolo di Campione di Spira, l'anno scorso vinto dai padroni di casa. Quest'anno però i Besaid Aurochs hanno ottenuto due schiaccianti vittorie nelle altre due partite, grazie all'ingresso in squadra di due ragazzini davvero prodigiosi, figli di Tidus e Wakka, i grandi artefici della prima vittoria della squadra circa venti anni fa. Chappu e Lenne hanno fatto dei miracoli nella semifinale contro i Guado Glories, deludendo anche il nostro Capo della Milizia, il grande Kyspor Guado, sconfiggendoli per quattro a tre.Riusciranno a mettere sotto anche i fortissimi Luka Goers? Staremo a vedere, ma intanto ecco che i dodici giocatori fanno il loro ingresso nella sferopiscina! Accogliamoli con un bell'applauso Luka!"
L'invito era superfluo, perché prima che qualcuno potesse udirlo, già tutto lo stadio si era alzato in piedi gridando, salutando e incitando i propri beniamini. Fra il pubblico, Yuna, Tidus, Wakka, Lulu, Rikku e Paine seguivano le operazioni di inizio, urlando e acclamando quanto e più degli altri.
Quando la palla venne lanciata, la prtita ebbe iizio con una violenza inaudita. I Luka Goers attaccarono subito, ma una poderosa spallata di Kyouyu, il difensore più grosso degli Aurochs, permise alla sua squadra di partire al contrattacco. Lenne tentò il tiro in porta, ma Laudia, un energumeno nero come il carbone, era un portiere davvero formidabile, e bloccò la conclusione facilmente. Le gomitate e i colpi proibiti si sprecavano, quando l'arbitro dichiarò concluso il primo tempo, senza che si fosse visto neanche un goal. Tidus scese negli spogliatoi durante l'intervallo, rivolgendosi a Chappu: "Coraggio, è ora di mostrare ai Goers il Tiro di Jecht! Lenne, tu dagli una buona palla, e vedrai che vinciamo!"
Nel secondo tempo Lenne e Kyouyu guidarono gli Aurochs all'attacco, mentre Chappu cercava di liberarsi della marcature avversarie nei pressi della porta di Laudia. Finalmente l'amica riuscì a fargli un ottimo passaggio, che lui ricevette alla perfezione. Calciò con violenza la palla, colpendo in volto il difensore che gli stava davanti, uscendosela poi ricadere sulla testa. Uscendo dall'acqua e girandosi in piroetta, ebbe un desiderio incredibile di stringere a sé Lenne, come aveva fatto a Besaid qualche giorno prima, ma poi si riscosse pensando che gli aveva fatto un così bel passaggio e che non doveva assolutamente rendere vani i suoi sforzi. Il micidiale tiro partì, insaccandosi centralmente nella parte bassa della porta dei Goers. La partita si concluse proprio in quel momento, e Lenne nuotò velocissima verso Chappu e lo baciò sulle labbra, festeggiandolo e portandolo in trionfo insieme ai compagni di squadra.
Quando i campioni uscirono dallo stadio, vennero accolti da una gran massa di tifosi in festa, ma i due ragazzi riuscirono a divincolarsi dalla loro morsa e a raggiungere gli amici e i genitori al belvedere, dove erano soliti darsi appuntamenti dopo le partite. Andarono a festeggiare la vittoria in un ristorante nel centro della città, dove però ricevettero la sconvolgente notizia: i Miliziani avevano distrutto la Base Albhed con aeronavi da guerra potentissime, uccidendo migliaia di persone. Un messaggio di Kyspor Guado, trasmesso dallo stadio, annunciava che tutti gli Albhed erano banditi dalla civiltà di Spira, e che chiunque di loro fosse stato trovato in una città sarebbe stato ucciso.
"Le nostre aeronavi" proseguì il Capo "pattuglieranno villaggi, cittadine e città, uccidendo tutti gli Albhed. Se gli abitanti non collaboreranno, distruggeremo tutto: case, taverne, ospedali, tutto. Gli Albhed sono una minaccia per questo mondo, le loro armi ad alto potenziale lo sono ancor di più e."
Il proprietario del ristorante spense la sfera-tv, urlando a squarciagola il suo dissenso: "Così scoppierà un'altra guerra, ve lo dico io! E tornerà anche Sin scommetto! Dannati Miliziani, dannati Albhed!"
La maggior parte della gente era d'accordo con lui, ma non lo faceva vedere per scongiurare il rischio di venire uccisa dalla Milizia per tradimento.
Ma tutti, in quel locale, sapevano la verità: la guerra era alle porte, e difficilmente qualcuno su Spira avrebbe potuto fermarla.

Durante il ritorno a casa, sulla nave di linea Luka-Besaid, il clima era di paura e timore. Incrociarono numerose macchine da guerra della Milizia, che si mobilitavano in tutta Spira per prepararsi alla guerra ma, soprattutto, allo sterminio degli Albhed. Tutti temevano per Rikku e per altri tre albhed che abitavano a Besaid, e sebbene molti di loro fossero decisi a difendere gli amici e a coprirli, altri avevano paura e avrebbero voluto consegnarli senza storie.
"Lo sai che li fucilano sulla piazza principale del villaggio, davanti a tutti gli altri?" disse una donna al marito, che era appunto uno degli scettici riguardo il nascondere gli albhed "Personalmente non voglio vedere quei quattro morire davanti ai miei occhi, sentendomi peraltro responsabile dell'uccisione di quattro amici e compaesani"
Discussioni come questa si sentivano in tutta la nave, ma nessuno era preparato a quello che trovarono una volta giunti a casa.
Attraccarono al porto, e tutti si diressero verso il villaggio, portando in trionfo Chappu e Lenne, che tenevano i due la pesante Coppa di Cristallo, come veniva chiamato il trofeo del torneo di blitz. Ma quando arrivarono al villaggio, non ebbero nemmeno il tempo di rientrare nelle loro case che una gigantesca aeronave arrivò a velocità incredibile, stazionando a qualche metro da terra e puntando un cannone a impulsi potentissimo proprio contro il centro del vecchio tempio yevonita. Un Miliziano in divisa discese la passerella, seguito da un nutrito gruppo di soldati tutti armati di fucili. L'ufficiale parlò in modo che tutti quanti lo sentissero: "Popolo di Besaid! Consegnate immediatamente alla Milizia tutti i traditori albhed del villaggio! Sappiamo che ce ne sono, quindi consegnateceli! Se non lo farete, verrete considerati traditori anche voi, e quel cannone sparerà sul vostro piccolo villaggio!"
Tidus ebbe un moto di rabbia improvvisa, ma venne fermato da Paine: "Stà calmo ora, aspettiamo"
Rikku però, che non aveva intenzione di lasciare che quei dannati distruggessero Besaid, si consegnò immediatamente, suscitando le proteste di tutti i suoi amici. Due miliziani la misero in ginocchio e le puntarono i fucili al petto.
"Addio amici miei" disse "Continuate a vivere anche per me"
Wakka però non resistette e, estratto il pallone, lo scagliò con tutta la sua forza contro i due soldati che, colpiti in pieno, caddero privi di sensi. Fu un attimo: la battaglia si scatenò in mezzo alle tende, mentre la gente fuggiva e i guerrieri combattevano. Tidus estrasse la sua antica spada, che gli aveva regalato Wakka anni prima, e cominciò a vibrare colpi terribili ai miliziani. Lulu e Yuna combattevano da lontano, servendosi della magia nera, e lanciando terribili fiammate e fulmini sui nemici. Ma la situazione peggiorava sempre di più: Wakka, Paine e Rikku combattevano proprio sotto l'aeronave e, quando si accorsero che il cannone a impulsi stava per fare fuoco, per loro fu troppo tardi. Vennero investiti dalla terribile scarica, e morirono sul colpo. Lulu, vedendo l'amato marito cadere sotto il colpo della nave miliziana che aveva distrutto l'intero villaggio, fu accecata dalla rabbia e si lanciò alla carica di un paio di soldati, che però spararono prima che potesse nuocere. Anche lei cadde, e l'ultimo sguardo lo rivolse a Yuna e Tidus, che continuavano a combattere, tenendosi dietro di loro i due ragazzi.
Tutto ormai sembrava perduto, quando Yuna sentì dentro di lei un fuoco, come un calore, una strana energia.
"Tu?" disse come rivolta a sé stessa "Non può essere. oppure si? Comunque è la nostra unica possibilità!"
Afferrata la sua asta, la donna la alzò al cielo, e intorno a lei quattro cerchi di energia si formarono e lasciarono partire quattro raggi. Da essi comparve un gigantesco volatile dal piumaggio rosso e blu, che si posò delicatamente vicino a Yuna.
"Dacci un po' di vantaggio, ti prego!" disse lei alla strana creatura.
"Yuna, ma tu" disse Tidus senza nascondere la sorpresa "Tu hai invocato un Eone!"
Ma lei non gli rispose, lo prese per mano e cominciò a correre, mentre Chappu e Lenne già facevano lo stesso un centinaio di metri avanti a loro.
"Correte!" gridò loro Yuna "Valefor ci proteggerà!"
Allora era vero, pensò subito Tidus, quella era davvero Valefor! Com'era possibile che gli Eoni fossero ritornati?
Ma i suoi pensieri vennero distratti da ciò che accadeva alle loro spalle: l'Eone si era alzato in aria e aveva lanciato una frecciata dal becco, sollevando un muro di fiamme fra loro e gli inseguitori. Ma una volta completato il suo attacco, si ritirò e li lasciò soli, a combattere per la loro vita. I miliziani correvano davvero velocissimi, e presto furono loro alle calcagna. Chappu e Lenne correvano senza guardarsi indietro, dritti verso la spiaggia dove sapevano esserci una piccola nave a cinque posti, per le emergenze, armata anche di qualche missile.
Ma il grido di Tidus lo sentirono eccome: "Ragazzi, andate avanti e scappate sulla barca! Correte, li tratterremo noi!"
Lenne fece per obbiettare e urlò al padre che non voleva lasciarli, ma Chappu, incontrato lo sguardo determinato di Tidus, la prese in braccio e scattò velocissimo verso il porto.
Yuna cadde al suolo, e il compagno la rialzò prendendola per mano e conducendola avanti di corsa. Entrambi videro lo scenario intorno a loro cambiare, e gli incubi di Yuna prendere vita: erano nel duomo di Yevon, alle rovine di Zanarkand, su una gigantesca piattaforma senza altra uscita che quella da dove arrivavano i miliziani. Entrambi avevano indosso i loro vecchi vestiti, quelli di quando si erano conosciuti, innamorati, baciati per la prima volta nel lago. Non sapevano dire se fosse un sogno o se fossero davvero a Zanarkand, ma capirono di non avere più scampo: si abbracciarono, tenendosi stretti l'uno all'altra, e guardando verso gli accorrenti miliziani. Tidus guardò nei profondi occhi verdi e blu di lei, e lei guardò nei suoi. Una lacrima le scese sul viso, mentre il rimbombo dei fucili scuoteva il silenzio e i proiettili entravano nei loro corpi, straziandone le carni. Caddero al suolo, tenendosi per mano. Entrambi poterono vedere l'altro versare una lenta, silenziosa, triste lacrima prima di crollare nel buio eterno della morte, oltre l'abisso dell'Oltremondo.

"Lasciami Chappu! Dobbiamo aiutare i miei genitori!" gridò Lenne mentre lui la metteva a bordo della barca.
"Non possiamo! Si sono sacrificati per farci fuggire, vuoi che tutto sia inutile? Fuggiamo, e poi torneremo a vendicarli" rispose lui con una faccia come mai la compagna di tanti giochi e avventure l'aveva vista, carica di rabbia e odio "Anche i mie genitori sono morti lì, ma non è così che li vendicheremo, non morendo oggi anche noi"
Lenne annuì, cercando di ricacciare indietro le lacrime e di prepararsi per la difficile fuga che si prospettava loro. Lei sapeva usare un po' di magia nera, ma non era abbastanza potente da proteggerli entrambi. Mentre spingevano in mare la barca, Chappu vide tre miliziani avanzare verso di loro, ed estrasse una spada azzurra dalla lama ricurva. Lenne guardò stupefatta la bellissima arma che gli aveva donato suo padre, Tidus, e cominciò a sperare che Chappu avrebbe davvero sconfitto quei miliziani.
Al ragazzo, infatti, bastarono pochi secondi: con tre fendenti mise a tappeto tutti e tre i nemici, e saltò sulla barca.
"Mica male la Lifesaver, eh?" disse all'amica, cercando di sorriderle e di tirarle su il morale "Tuo padre me la diede dicendo che quando l'avrei usata bene sarei stato un vero uomo"
Lenne lo guardò con le lacrime agli occhi. Chappu somigliava molto al padre: gli stessi capelli arancioni e ribelli, anche se più lunghi e pettinati senza quella strana frangetta che soleva portare Wakka, ma in ogni caso perennemente in disordine, gli stessi occhi azzurri, ma carichi di una determinazione diversa, più simile a quella del padre di lei in realtà. Era davero bello, e Lenne se ne rese immediatamente conto, acuendo ancora di più i sentimenti che ormai era certa di provare per lui, nati probabilmente quando, nella baia, l'aveva baciata facendola sentire leggera e delicata come l'aria, come il petalo di un fiore.
Ma in quel momento Chappu aveva in corpo solo rabbia e cupa determinazione, quando preparò i quindici missili a basso potenziale della nave per sparare in aria. Quando ebbe finito, avviò i motori e lanciò la piccola imbarcazione, lunga non più di sei metri, fra le onde del mare in direzione di Porto Kilika. L'aeronave non tardò a raggiungerli, quando erano ancora in mare aperto e ben distanti dalla loro meta. Chappu e Lenne si resero immediatamente conto di quanto disperata fosse la loro situazione, e da quel momento si mossero sulla barca come fossero guidati da una sola mano e da una sola mente.
"Sai usare le magie di protezione?" chiese Chappu gridando per sovrastare il rumore dei motori.
"Si" rispose semplicemente lei e, capendo al volo, applicò una barriera anti-magia intorno alla nave, per bloccare gli impulsi del cannone miliziano.
"Chappu!" disse Lenne "Io li tengo a bada con la magia, tu lancia quei missili! La mia barriera non resisterà a lungo!"
Come per confermare le sue parole, Chappu vide il primo colpo partire dall'aeronave e scuotere paurosamente la piccola imbarcazione, protetta dalla debole magia di Lenne.
La ragazza lanciò un numero impressionante di attacchi magici contro il cannone, senza riuscire però a fargli granchè. Ma pochi secondi dopo, dalla stiva della barca partirono tutti insieme venti missili a basso potenziale, che distrussero la terribile arma in men che non si dica.
I ragazzi esultarono, tuttavia sapevano di non essere ancora al sicuro. Approdarono sul versante di Kilika opposto alla cittadina di palafitte che costituiva il centro abitato dell'isola, e corsero con tutte le loro forze verso il vecchio tempio, che era stato dimora del grande invocatore Ohalland.
Lenne e Chappu si voltarono a guardare il villaggio, prima di entrare nella costruzione di pietra in cima all'isola: le case bruciavano sotto il fuoco dell'aeronave miliziana, e questo bastò a far fremere di rabbia entrambi. Controvoglia, si nascosero nel tempio, correndo fino al vecchio naos dell'intercessore, ora una semplice stanzetta con una statua. Lì si sdraiarono l'uno accanto all'altra e si addormentarono tenendosi per mano.

Quando si svegliarono trovarono, con loro grande sorpresa, un bambino seduto sulla statua dell'intercessore; la sua immagine era sfuggevole, come quella di un fantasma. Indossava una veste bianca con vari disegni e un copricapo viola, mentre la sua pelle era scurissima.
"Purtroppo, gli uomini non capiranno mai" esordì "E noi, siamo dovuti ritornare"
Chappu chiese scettico: "Voi? Ritornare? Scusami ragazzino, ma tu chi diavolo saresti?"
"L'intercessore di Bavelle, e vengo a dirvi questo: gli Eoni sono tornati, ma fra poco tornerà anche Sin, invocato stavolta da un uomo che voi conoscete benissimo. Vi viene in mente nessuno?"
"Kyspor Guado!" gridò Chappu, leggendo negli occhi del bambino che aveva indovinato "Quel porco bastardo ha fatto scoppiare la guerra solo per divenire Sin! Dannato!"
"Lenne" disse calmo l'intercessore "Tu sei discendente di Brasa, figlia di Yuna. Sta a te il compito di sconfiggerlo questa volta, e l'unico modo per farlo è l'invocazione suprema"
I due lo sapevano, ma non sapevano che l'invocazione suprema non avrebbe distrutto Sin definitivamente, o almeno è quello che si sapeva del vecchio Sin.
"Questo nuovo Sin potrà essere trapassato, perché è appunto stato appena creato e chi c'è dentro è ancora abbastanza umano da subire un rito del trapasso, dopo averlo sconfitto. Ma, Lenne e Chappu, sapete a cosa andate incontro invocando l'Eone Supremo vero?"
I due annuirono e si guardarono. Molto bene, vi auguro tanta fortuna, siete la nostra unica speranza. Se non lo fermiamo ora, poi sarà come il vecchio Sin. Lenne, prega l'intercessore di questo tempio, lui ti insegnerà tutto quello che ti serve sapere. Io ti investirò, alla fine del tuo apprendistato qui, del potere dell'intercessore di Besaid, così potrai evitare quella tappa. Da qui, vi dirigerete al Tempio di Djose. Addio"
Il bambino scomparve, e i due rimasero lì a guardarsi negli occhi, come rapiti. Avevano dunque fatto voto di morte entrambi, per sconfiggere Sin con l'Invocazione Suprema e salvare Spira. Dopo qualche ora, Chappu lasciò Lenne sola nel naos, e questa pregò l'intercessore, il cui cantò risuonò nuovamente in tutto il tempio. Chappu attese per giorni interi, controllando di tanto in tanto fuori dal tempio, e vedendo che i miliziani continuavano a cercare loro, e probabilmente altri fuggiaschi, nei boschi dell'isola. Le aeronavi erano diventate una decina, intorno a Kilika, e pattugliavano il mare e la terraferma senza sosta.
Al sesto giorno, Lenne uscì sfinita dal naos, cadendo fra le braccia del compagno.
"Ce l'ho fatta" disse con un filo di voce "Ora sono un'invocatrice, come mia madre e mio nonno"
Sorrise, poi si accasciò priva di sensi, cullata dall'abbraccio del ragazzo. Anche lui si addormentò poco dopo, e rimasero così per tanto tempo, probabilmente per giorni, fino a che entrambi non si destarono, riposati e pronti per affrontare la via Mihen e la via Djose. Ma quando uscirono dal tempio, lo spettacolo fu davvero incredibile: le aeronavi miliziane e albhed si fronteggiavano sopra Porto Kilika, pronte a devstare tutto con le loro terribili armi. Lenne si strinse forte a Chappu, ma proprio quando sembrava che dovesse scoppiare la battaglia, una massa gigantesca uscì dal mare, mettendosi fra le due fazioni.
"Sin" mormorò Chappu, mentre Lenne guardava sconvolta il dramma che si stava consumando sotto di loro, il dramma della storia che, a causa della stoltezza umana, inevitabilmente si ripeteva. Guardarono impotenti mentre le aeronavi venivano fatte a pezzi dal gigantesco mostro marino, mentre le sue scagli volavano da ogni parte nel villaggio sottostante. Fortunatamente la loro barca si trovava sull'altro versante, e i due ragazzi decisero che era il momento giusto per svignarsela inosservati.
Arrivarono all'imbarcazione, ormai disarmata, senza difficoltà alcuna e salirono a bordo avviando i motori. La barca si mosse, sfrecciando via da quel luogo di morte e distruzione, diretta verso Luka. Ma Chappu e Lenne ora avevano davvero paura, perché avevano conosciuto il mondo di cui i loro genitori parlavano con terrore, il mondo che vive nella paura di Sin. E ora, Sin era ricomparso, l'incubo era ricominciato.

  
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