Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Llucre_B7    20/07/2018    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“Cosa ne pensi?” chiese Luke a suo nipote. “C’è del potenziale…”
"Mi ha morso, Maestro," fu la dura risposta di Ben. "Qualsiasi mia opinione non sarebbe oggettiva".
O meglio: Tutti sono connessi, a volte anche solo grazie ad un morso su una mano. Perfino nella più profonda oscurità, “illuminati noi siamo”.
.
Traduzione della fanfiction Like Young Gods, dalla raccolta Sword of the Jedi di diasterisms.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 



Capitolo 4


Nel Corridoio di Goluud, da qualche parte a largo della Striscia di Daragon, qualcosa si mosse.

Era qualcosa di vasto e senza nome, una coscienza, un pensiero lento ed eterno, appartenente ad un corpo la cui posizione era stata dimenticata tanto tempo prima. Scalpitava con impazienza.

Il ragazzo dovrebbe essere venuto da me ormai.

Che cosa poteva averlo trattenuto così a lungo? Non lo sapeva. Gli aveva inviato i peggiori incubi, la sua oscurità più profonda, un pugno nello stomaco, un colpo dritto al cuore. C'era stato un tempo, sì, c'era stato un tempo – ci era andato così vicino.

Ma, anni fa, un... cambiamento. Quella giovane mente, sempre così ridicolmente malleabile – non si era chiusa, niente di così definitivo. Più come divisa. Adesso gli sembrava di tastarla attraverso una finestra, sempre alla ricerca di una crepa che doveva esserci. O doveva essere creata.

Il ragazzo era quasi un uomo, adesso. Erano in ritardo.

Cambiò. Estese la sua portata ad un'altra rovina, in quella stessa luna boscosa. Passò un diverso labirinto di pietra. Entrò in un altro cuore.

Lord, svegliati.


 
*


Il fischio acuto di Artoo perforò l'aria, seguito immediatamente da un coro di grugniti e grida di battaglia, mentre il campo di allenamento veniva invaso da una vanga di piedi scalpitanti e braccia agitate. Due squadre di apprendisti, tutti adolescenti, stavano usando delle racchette dai manici allungati, blaster stordenti e la Forza per tirarsi sei sfrigolanti palloni jet avanti e indietro.

In piedi in mezzo a quella massa caotica ed indisciplinata, Rey strizzava gli occhi per difendersi dalla luce del sole, nel tentativo di decifrare le strategie nascoste dietro ai movimenti dei giocatori.

Come arbitro di Skorch del giorno, il suo compito era quello di individuare gli obiettivi segreti di ogni squadra ed aiutare a raggiungere una vittoria equa per entrambe le parti.

Odiava quel gioco.

Il blaster di Jysella Horn fece saettare una palla jet dritta verso Bazel Warv, che la rinviò prontamente.  Il pallone volò verso un canestro circolare all’estremità del percorso, ma venne intercettato all'ultimo secondo da Yaqeel Saav'etu, che, allungando una mano pelosa sopra la testa e correndo per tutta la lunghezza del campo, si librò sopra di lei come un’eclissi.

L'intuito - un gelido bisbiglio dietro alla nuca - disse a Rey che non doveva lasciare al Bothan la possibilità di segnare un goal per la sua squadra. Affrontò Yaqeel, finendo per rotolare assieme a lui sull’erba. Con la Forza, Yaqeel attirò la palla verso di sé per poi lasciarla cadere e rimbalzare sulla testa di Rey.

Ugh.

"Uno!" esultò trionfante Natua Wan, calciando la palla jet verso Seff Hellin, che, con un rapido movimento del polso, la unì alle altre due già in orbita attorno a lui, spingendole poi attraverso la porta della sua squadra

"Uno?" chiese Rey, squadrando Natua da capo a piedi. Perché mai aveva passato i palloni a Seff? Non erano in squadre avversarie?

Ancora inchiodato sotto Rey, Yaqeel sbuffò. I crespi peli bruno-rossastri che coprivano il suo corpo si erano rizzati. Dopo dieci anni, Rey aveva abbastanza familiarità con la pelliccia sensibile all'umore del Bothan da capire che era appena stata imbrogliata. 

Nello Skorch non era raro che entrambe le squadre facessero fronte comune contro l’arbitro. Soprattutto quando Maestro Luke era impegnato a sorvegliare gli addestramenti dall'altra parte del tempio.

Rey balzò in piedi per affrontare i giocatori. "TU! Imbroglione -" ma stava ridendo troppo forte per riuscire a terminare la frase.

Una volta che la squadra di Natua si rese conto che Rey aveva scoperto il loro obiettivo, le loro giocate persero ogni minima sottigliezza, abbandonano ogni stratagemma. Il gioco si trasformò subito in uno sfrenato uno-contro-tutti, con la squadra di Seff che si sforzava in ogni modo di fare altri tre gol mentre quella di Natua che sparava verso Rey, cercando di colpirla con le altre cinque palle jet.

Rey era l’unica disarmata. Secondo le regole dello Skorch, doveva assicurarsi che entrambe le squadre raggiungessero i loro obiettivi, provvedendo, quando necessario, a far perdere entrambe le parti. Urlava e parava e schivava e deviava, facendo schizzare palloni verso ogni estremità del campo. Il vento le sferzava il viso mentre correva attraverso il percorso, con i suoi compagni che la inseguivano strillando in protesta. Quell’anarchia le ricordò di una vecchia lotta con il cibo, ed il cielo era così blu –

"Cosa stai facendo?” le domandò Bazel oltraggiato, correndole a fianco. "Sei il peggior arbitro di sempre!"

Stava per ribattere tra uno sghignazzo e l’altro, ma la sua attenzione fu catturata da un bagliore dorato tra le nuvole. Avrebbe riconosciuto quella forma ovunque, quella goccia di luce – era il Lore Seeker in fase di atterraggio.

Rey si bloccò, gli occhi vigili che controllavano i progressi della nave. Sfortunatamente per lei, i giocatori ancora in corsa alle sue spalle non furono abbastanza pronti di riflessi da fermarsi, rotolandole addosso proprio nel momento in cui i componenti dell’altra squadra, vista l’opportunità, caricarono per lanciare i palloni nella sua direzione.


 
*


L'hangar era avvolto da una chiara luce di metà mattina che faceva risaltare le ombre in maniera nitida e pulita. Rey si precipitò all’ingresso, guardando impaziente i passeggeri scendere dalla Lore Seeker - un piccolo gruppo di giovani uomini e donne che indossavano le classiche tuniche marroni dei Cavalieri Jedi.

Alla fine, una figura alta e snella si fece strada lungo la rampa della nave. Rey iniziò a correre.

A venticinque anni, Ben Solo non aveva perso né il suo fisico allampanato né il suo atteggiamento pensieroso. I suoi capelli erano ancora indisciplinati come un tempo, i ricci morbidi che gli ricadevano attorno al viso, ma, in qualche momento nel corso degli anni, aveva abbandonato le sue vesti color arenaria in favore di tonalità più scure. I suoi occhi, tuttavia, non erano cambiati di una virgola, sferzanti come sempre, con quelle lunghe ciglia scure quel color brandy così intenso che adesso Rey si ritrovava incollati addosso mentre gli correva incontro.

"Com’era Vjun?" chiese sollevando il mento con quell'angolazione familiare in modo da guardarlo dritto in faccia. Aveva ormai accettato il fatto che non sarebbe mai stata in grado di raggiungere la sua altezza.

"Bagnato", rispose brevemente con una lieve sottostima delle perenni piogge acide del pianeta. Aggrottò le sopracciglia studiando i suoi capelli arruffati ed il volto macchiato di erba, soffermandosi sul livido che le stava spuntando su una guancia. "Che ti è successo?"

"Skorch."

Emise un gemito di disapprovazione, espirando bruscamente. “Odio quel gioco.”

"Sì, beh" arricciò il naso. "Non sei esattamente uno da giochi di squadra."

"Il lavoro di squadra non ha niente a che fare con quel gioco. L'unico che si allena è l’arbitro. Ulaha."

Al suono del suo nome, la Bith si avvicinò. "Che vuoi, Solo?" Nonostante il suo tono brusco, la domanda risultava comunque piuttosto piacevole pronunciata con il suo accento cadenzato e cinguettante.

"Fai qualcosa a riguardo-" Ben gesticolò vagamente indicando Rey. "Di questo."

"L'ultima volta che ha cercato di guarire qualcuno, la ferita si è squarciata e il paziente si è quasi dissanguato", le confidò Ulaha Kore. "Certo, c’è da dire che il paziente era Raynar."

Delle lunghe dita rosa pallido si posarono sulla guancia livida di Rey, spingendo delicatamente sulla ferita per valutarne la gravità. Dopo aver completato la sua stima, Ulaha le appoggiò l'altra mano contro la tempia, chiudendo poi gli occhi. Rey si abbandonò all'energia che fluì dalla Bith, lasciando che le ricucisse i capillari frantumati sotto la pelle. Il dolore svanì; al suo posto comparve invece un senso di riposo - una pace - che ormai associava istintivamente alla Forza.

"Ecco." Ulaha aprì gli occhi e fece un passo indietro. "Come nuova."

"Grazie", le disse Rey. "Spero che la missione sia andata bene."

"Beh, sarebbe andata meglio se qualcuno non avesse deciso di poter prendere d'assalto il Castello Bast da solo."

"Non è stata colpa mia," borbottò Ben. "Vi muovevate troppo lentamente."

"Perché non volevamo attivare i sistemi di difesa automatica", sottolineò Ulaha. "Hai presente? Quei turbolaser sui quali saresti caduto se Eryl non avesse avuto la prontezza di farti levitare?" Stava per accompagnare la frase con una pacca sulla spalla, ma ci ripensò. A Ben non piaceva essere toccato. "È anche un bravo ragazzo, però", dice a Rey. "Potrebbe fare a pezzi una squadra di ASP-38 prima che qualcuno di noi possa anche solo pensare di alzare un dito."

"Il che non nega il fatto che avrebbe dovuto aspettare il mio segnale", lo rimproverò una voce serena.

Rey si inchinò alla donna dai capelli argentati che stava uscendo dalla nave. "Maestro Tionne."

"Rey". Il dieci anni passati avevanoportato la fronte di Tionne Solusar ad incresparsi con qualche ruga, conferendole una certa solenne autorità che si adattava perfettamente alla sua aura da accademica. "Ti devo ancora un viaggio di ricerca, vero? Le mie missioni sono diventate più rischiose negli ultimi tempi... Forse quando avrai realizzato la tua spada laser." Si rivolse a Ben. "E in quanto a te, Cavaliere Jedi, confido nel fatto che tu abbia imparato la tua lezione. La tua imprudenza su Vjun ha messo in pericolo l'intera squadra. La prossima volta rispetta la catena di comando."

Ben si inchinò in segno di rispetto, ma più a malincuore rispetto a Rey. "Mi scuso, Maestro."

Gli occhi opalescenti di Tionne si ammorbidirono. "Dev'essere stato difficile per te, crescere in quel posto", mormora. "Circondato da tutto ciò che lui era. Ma fatti coraggio - sei cresciuto e diventato potente nella Luce. Continua su questa strada. Arricchiscila di umiltà e gentilezza. Crea un lascito tutto tuo".

Rey guardò la faccia di Ben. Vi lesse sopra la sorpresa, poi la meraviglia ed infine un tentativo di risoluzione. Annuì e si congedò da Tionne e Ulaha.

Lo seguì fuori, al fiume vicino al tempio. Stava morendo per delle risposte, la mente piena di domande e dubbi, ma sapeva che avrebbe parlato solamente quando fosse stato pronto. Quando si trattava di imparare ad essere pazienti, arbitrare un gioco di Skorch non aveva assolutamente niente a che vedere con l’essere amici di Ben.

Diversi ciottoli si sollevarono da terra, oscillando ad altezza petto. Facendo scattare l’indice contro il pollice, li fece schizzare uno ad uno sulla superficie dell'acqua, usando la Forza per correggere la traiettoria di ogni sasso e ottenere più rimbalzi possibili. Era uno dei suoi esercizi di concentrazione; Rey, invece, preferiva smontare e rimontare telecineticamente qualunque cosa le capitasse a tiro, avvitando, torcendo e snodando fili e viti che faceva serpeggiare nell'aria attorno a lei. Piccole azioni, piccole cose pensate per aiutare a trovare la concentrazione, per aiutare a ritrovare sé stessi – quella parte che a volte si perdeva in un vortice di emozioni e sensazioni.

Dopo che il decimo sasso fu affondato, però, non riuscì più a trattenersi. "Di cosa parlava Maestro Tionne?" Circondato da tutto ciò che lui... di chi parlava? "

Ben non rispose subito. Fece saltare un'altra pietra che si mosse più lentamente delle altre, rimbalzando sull'acqua diamantina per poi saltare di nuovo, lasciando dolci increspature nella sua scia.

Rey pensò ai documentari naturalistici che aveva visto dagli HoloNet: ai campi verdi, alle nuvole piovose, alle cavallette di Naboo.

Quando il ciottolo finalmente scomparve, trascinato dalla corrente, si girò a guardarla. Fu una fitta al cuore, lo era sempre, vedere quel viso così espressivo rivelarsi un po’ alla volta, gli zigomi alti, i segni di bellezza che conosceva a memoria. “Vuoi vedere?”

Si sporse in avanti. "Me lo lascerai fare?"

Scivolò a sedere sull'erba, incrociando le gambe nella classica posa da meditazione, eccetto per i gomiti poggiati sulle ginocchia e il mento sulle nocche delle mani, cogliendole un sopracciglio in una silenziosa sfida. La guardò con un sopracciglio sollevato in gesto di silenziosa sfida.

Gli si sedette di fronte allungando con impazienza le dita verso la sua tempia, ma lui si ritrasse velocemente prima che potesse toccarlo. “Niente contatto.” Le sorrise. “Vediamo cosa hai imparato mentre non c’ero.”

"Non sei stato via così a lungo," borbottò. Nonostante le fosse sembrata un’eternità, i giorni passati a fare il conto alla rovescia prima del suo ritorno, non lo era stata –

Controllo, prima di ogni altra cosa. Chiuse gli occhi.

Per Rey, il suo primo senso sarebbe sempre stato l’udito. Jakku era stato un pianeta monotono, il metallo che strideva, a volte il rimbombo del vento nel deserto, il trambusto quando andava in città, ma per lo più si era abituata ad una calma assordante, giorno dopo giorno. Yavin 4, al contrario, era vivo. Un canto d’acqua corrente e grida giovanili, gli uccelli tra gli alberi, il fruscio dei cespugli, il ronzio che solo chi era in grado di percepire la Forza poteva cogliere. Ascoltò i respiri fermi di Ben, il ritmo del suo cuore, il modo in cui i suoi stessi polmoni e le sue vene si adattarono in risposta.

Il secondo senso era il tatto. L'aria della giungla calda e umida sulla sua pelle, l'erba che pungeva attraverso la tunica, la luce del sole che le batteva contro le palpebre chiuse. Si sentì aprire a ciò che le stava intorno, cieca, cercando di aggrapparsi ai fili confusi di quello che stava cercando, ma era tutto sfocatura, troppo lontano-

Sono qui. La voce di Ben, morbida e profonda. Sto aspettando. Trovami.

Diverse figure tutte rivestite della stessa tunica scura correvano lungo un tunnel lungo e stretto. La faccia di Ganner Rhysode, momentaneamente illuminata dal bagliore dei globi di luce mentre si guarda alle spalle. Onde di rabbia e rimpianto, incastonate nelle mura stesse. Qualcosa di familiare.

"Qui?" ansimò Eryl Besa sopra il fischio delle sirene, fermandosi ad una curva stretta, la manica destra bruciata dai blaster. "Penso ci sia qualcosa-"

"Coprimi" disse Ben bruscamente, spingendola per passare.

"Solo!" Era Raynar. "La smetterai mai di fare come t-"

Un cortile chiuso. Pioggia acida contro il vetro. Le rovine di una massiccia statua in pietra nera. Delle mani guantate, un elmo scuro.

Una spada laser verde nell’oscurità. Un giovane uomo inginocchiato.

In sua memoria.

Adesso basta, disse a Rey. Torna indietro. Lasciami andare.

Ma c'era qualcos'altro lì. Una sagoma orribile stava fissando le spalle del giovane. "Gloria, gloria", sembrava canticchiare. "Guarda come è stato venerato, come continua a vive la sua leggenda. Gloria. Trovami. Il Cratere dello Stige. La Striscia di Daragon. Il cielo di mezzanotte".

Andò nel panico. Lo aveva già provato, una volta, quando era ancora molto piccola. Nell'umida alba della giungla, un ragazzo continuava ad urlare, il corpo che si contorceva per gli incubi. Più avanti, alla fine del corridoio, una bambina si svegliava ed urlava con lui.

Rey. La voce di qualcuno, insistente, allarmata. BastaEsci.

Ma lei non ricorda più come correre, solo come combattere. Le torri di Coruscant brillano nel tramonto. Leia Organa calma un disperato bambino di dieci anni. "Devi imparare, tuo zio ti insegnerà: con un talento come il tuo, qualsiasi bambino cresciuto da solo potrebbe causare cose terribili. Verremo a trovarti, cercheremo di venire a trovarti-”

Il bimbo distolse lo sguardo.

Rey! Un grido rauco riecheggiò attraverso i mondi, attraverso gli anni. La sensazione di venire squarciata, di venire divisa in due.

Ansimò. I suoi occhi si spalancarono.

Ben era in piedi, la faccia bianca in risalto contro il fiume, gli alberi ed il cielo. "Questo non credo che lo riproveremo presto", mormorò, allungandole una mano tremante per aiutarla ad alzarsi.
Rey fu quasi sul punto di scusarsi. Era turbata, era andata troppo oltre, ma non si era mai abituata a chiedere scusa, non avrebbe saputo nemmeno da dove iniziare, così decise di alzare docilmente la mano. Le dita di Ben si chiusero attorno al suo polso, tirandola fuori dalla sua stessa ombra, e, per un momento, Rey si perse in quegli occhi marroni.


 
*


Si diressero verso il tempio nonostante Rey fosse ancora leggermente disorientata. Stava camminando sul terreno di Yavin 4, ma i suoi piedi stavano ancora correndo attraverso i labirinti della fortezza di Darth Vader. Non sei lì, si disse con convinzione. Controllo, controllo. Non sei mai stata lì.

"Dopo la sua morte," disse tranquillamente Ben, "il castello di Bast divenne la roccaforte di ciò che restava dell’Impero. Costruirono quella statua in suo onore".

"Chi l'ha abbattuta?"

"Maestro Luke, quando andò lì per salvare il popolo degli Ysanna, nei primi anni dalla fondazione del Nuovo Ordine Jedi".

"Oh," respirò Rey. "Oh, che ironia." Iniziò a ridacchiare.

Ben aggrottò le sopracciglia, ma era il cipiglio di qualcuno chi stava combattendo l'impulso di ridere di gusto. "A proposito di Maestro Luke, devo portargli quello che abbiamo trovato."

"Che sarebbe?"

"Un paio di cose interessanti. L'Holocron di Asli Krimsan. Ce l’ha Maestro Tionne per ora, ma mi ha affidato il compito di portarlo a Maestro Luke e poi... questo". Ben staccò qualcosa che aveva agganciato alla cintura e poi lo lanciò a Rey.

Era una spada laser, con rifiniture in bronzo e nero, un attivatore a farfalla ed una cromo-emittente. Colpì il palmo di Rey che agitò il polso facendo ruotare abilmente l'elsa dalla quale si accese un fuoco zaffiro.

"E vedo che restiamo ancora sul Soresu," sospirò Ben notando la posizione di apertura in cui Rey si era automaticamente messa. “Lo stile più noioso."

"Non sai di cosa stai parlando," ribatté facendo saettare l’elsa per deviare dei colpi di blaster immaginari. "Inoltre, non tutti vogliono auto-punirsi cercando di imparare il Niman."

Fece un passo indietro, dandole spazio sufficiente per eseguire il gioco di gambe necessario per far ruotare la spada. "Guarda caso anche il creatore di quella spada laser era specializzato nel Soresu."

"Davvero?" Si fermò, la lama tenuta inclinata sopra alla testa con una sola mano. Estese i suoi poteri, scavò nella storia contenuta all’interno metallo, finendo per sfiorare i bordi di un dolore smisurato. Si ritrasse. "Di chi era?"

"Obi-Wan Kenobi," rispose Ben. "Vader l'ha tenuta dopo la loro ultima battaglia."


 
*
 

A Maestro Luke iniziano a spuntare i capelli bianchi. pensò Rey con profondo dolore mentre Luke Skywalker si voltava a guardare lei e Ben. Era in piedi vicino alle finestre della Sala Grande, avvolto nel sole del mattino.

Suo nipote gli porse la spada laser con entrambe le mani. Luke la prese, e il suo sorriso mostrò decenni di nostalgia repressa.

"Maestro," mormorò. C'era una vita intera di gratitudine in quella singola parola. Tenne l'elsa in alto. "Eravamo alle strette con il tempo l'ultima volta che sono stato su Vjun. Non avevo pensato a cercarla lì." Guardò Ben. "Ti abbiamo dato il suo nome, sai?"

"Lo so." Per una volta, la risposta di Ben a una vecchia storia di famiglia era priva di qualsiasi sarcasmo. "I miei genitori non riuscivano ad accordarsi, quindi decisero di far scegliere a te."

Il peso di un altro nome che sei costretto a portare, pensò Rey.

"Credo che, in definitiva, sia stata la decisione di tutti," rifletté Luke. "Era l'unica speranza di tua madre."

Tacque. Ben incrociò lo sguardo di Rey e inclinò la testa in direzione dei turbolift.

Quando lo lasciarono, la testa Luke era ancora china sulla spada laser che teneva tra le mani. Il sole continuava ad entrare dalle finestre, avvolgendolo in una luce radiosa.


 
*


"Non hai lezioni?" le chiese Ben mentre lo seguiva nel secondo livello del tempio, quello degli alloggi.

"Non vedi l'ora di sbarazzarti di me?" scherzò. La verità era che si doveva dare prima una ripulita dal fango della partita di Skorch. Stava ancora lasciando sentieri di sporcizia ovunque.

"Effettivamente sei un po' fastidiosa," rispose lui.

Gli dette una gomitata nelle costole. "Mungitore di Moofa.”

Le tirò uno dei tre nodi di capelli. "Wookiee".

Mi sei mancato, fu sul punto di dirgli.


 

Nota del traduttore:
a. Per chi (come me la prima volta che l'ho letto) non ha idea di che cosa siano i Moof, sappiate che sono quei bestioni che Luke munge mentre fissa molto intensamente Rey su Ahch-To (in Star Wars VIII - The Last Jedi)
b. Ho avuto un po' di difficoltà nella traduzione dei termini più tecnici in quanto di alcuni non esiste una traduzione italiana, non essendo tutte parole prese esclusivamente dai film ma dall'intero universo di Star Wars  - quindi anche dai fumetti, dai videogiochi e dai libri. Quando ho potuto, ho cercato di trovare il modo migliore per renderli in italiano; quando non ci sono riuscita (ovvero la maggior parte delle volte), ho preferito lasciare il nome originale.
c. Vorrei ringraziare tutti coloro che continuano a leggere e seguire la storia. Un pensiero speciale va a Satiel e Sakti87 per le gentilissime recensioni. Alla prossima,
Lu


Note originali dell'autore:

  1. Jedi Knights: Ulaha Kore and Eryl Besa. Jedi Apprentices: Jysella HornBazel WarvYaqeel Saav'etuNatua Wan, and Seff Hellin. I tried to align their ages as closely as I could to EU lore, but there's bound to be irregularities, so, for anyone who's familiar with the novels concerning the New Jedi Order, please be kind enough to consider this an entirely new timeline.
  2. Bast Castle on VjunHere is the courtyard where Luke destroys the Vader statue during the mission to rescue the Ysanna in Dark Empire II.
  3. Tionne actually does find Obi-Wan's lightsaber and the holocron of Asli Krimsan on Vjun! One of the apprentices who accompanies her on this mission is Anakin Solo, the youngest of Han and Leia's retconned children.
  4. As for what the heck Ben and Rey are talking about as she tests Obi-Wan's lightsaber, there will be a much more in-depth explanation of the different combat forms in the succeeding installment. I'll provide links and references then, but, in the meantime, you can read a brief rundown on my blog.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Llucre_B7