Capitolo XXXI
Yekaterina
Ucraina non aveva idea di cosa fosse capitato per far imbestialire in quel modo suo fratello, sapeva solo che le grandi mani di Ivan stavano stringendo in un modo spaventoso il collo di Sud Italia.
Sospirò sconsolata nello stesso momento in cui Alfred era riuscito a far allentare la presa, “MOLLA L'OSSO RUSSIA!” stava urlando sull'orlo di una crisi “OGGI NON È IN SE!” ma non era stato lui a dire di non iniziare baruffe durante la pausa?
Sua sorella, Natalya, li guardava con una vena di ammirazione, come se quella scena fosse qualcosa di meraviglioso da doverla ricordare per secoli.
“NON PUOI SOFFOCARLO!” quando vide perfino Inghilterra dondolare sulle braccia di suo fratello decise che era momento d'intervenire, si alzò lentamente le maniche a tre quarti dell'elegante camicia -come se quel gesto potesse renderla più minacciosa- si sistemò il reggiseno per assicurarsi che il seno non rimbalzasse troppo e con passo pesante -tanto che rischiò di rompersi i tacchi- raggiunse i tre uomini.
“IVAN LASCIALO IMMEDIATAMENTE!” strano a dirsi ma appena gli occhi glaciali di Russia si posarono sulla sua figura le sue mani si staccarono di colpo dal collo dell'italiano. Ucraina sapeva che suo fratello stravedeva per lei -poco importava che tentasse di riaverla accanto in modi poco gentili- per questo non esitava a far leva sulla sua presenza se serviva a salvare qualcuno dai suoi attacchi d'ira.
“Non è colpa mia...” Ivan si era voltato verso di lei con gli occhi carichi di tristezza e una voce piagnucolosa “...lui ha detto una cosa molto brutta!” indicò con l'indice la figura a terra -che tentava di riprendere fiato- di Sud Italia.
“TI HO GIA' DETTO CHE NON È IN SE!” sbraitò America che a quanto pare aveva la mania di urlare nelle orecchie altrui anche quando la situazione si era calmata. Yekaterina sospirò per la seconda volta, si portò una mano sull'anca e l'altra sul petto e sul viso si disegnò un'espressione di rimproverò “Ivan, ti continuo ripetere che durante questi meeting siamo tutti amici, non c'è nessuna guerra e nessun territorio da conquistare, sono incontri per discutere serenamente su tematiche che ci coinvolgono un po' tutti.” lo guardò negli occhi “Mi sembra di essere stata chiara, non voglio più ripetermi.”
Suo fratello annuì titubante, “Ma lui ha detto che quello...” sputò guardando America “...è il mio fidanzato...” lei rimase basita da quella affermazione, “CHE COSA?” sua sorella invece era fin troppo attiva, la vide con la coda dell'occhio travolgere Alfred e fallo cadere a terra.
“OSA TOCCARE MIO FRATELLO E IO TI SQUARTO!” urlò facendo comparire -chissà da dove- un coltello affilato, Ucraina scosse la testa sconsolata ma perché doveva avere due fratelli così collerici?
Stava per dire qualcosa quando fu proprio Sud Italia a intervenire, si era alzato e si era avventato su Natalya, gli occhi luccicanti come se avesse trovato un tesoro e le mani che strinsero quelle di lei.
Tutti rimasero in silenzio, chi scioccato, chi spaventato -per la brutta fine che avrebbe fatto Sud Italia- e chi come lei che stava iniziando a desiderare una bottiglia di vodka.
“Sposami!” l'italiano aveva sorriso raggiante, “Potrai picchiarmi, squartarmi e spezzarmi le ossa, quanto vuoi! Ma sposami, oggi, qui, adesso!” lo schiaffo di Bielorussia non tardò arrivare, rossa in volto si allontanò di colpo da quel tipo mezzo matto.
Meno male, niente sangue versato, pericolo scappato!
“Lo prendo per un si?” oh ma quanto sembrava il Sud Italia non voleva rimanere vivo abbastanza, “No, no! Io mi sposo il mio fratellone!” e per la seconda volta, Ucraina credette che tutto si fosse risolto -in un modo un po' insolito, perché sua sorella sembrava davvero spaventata-, peccato che l'ennesima affermazione di Romano le fece gelare il sangue “Oh, ma possiamo sposarci tutti e tre! Sentire le sue mani stringermi il collo mi ha eccitato!”
VUOLE MORIRE!!!
Non fece in tempo a fermare Ivan che si era voltato con un'aria omicida, meno male che Alfred -grande e grosso- riuscì a prevedere la mossa e bloccare suo fratello prima di cancellare l'esistenza dell'italiano, “CALMATI!”
Yekaterina si chiese se al bar dell'hotel le avrebbero potuto dare più di una bottiglia di vodka, si avviò verso la caffetteria ignorando completamente suo fratello baruffare con America, sua sorella negarsi in continuazione a un insistente Sud Italia e Inghilterra maledire in una antica lingua chiunque gli capitasse a tiro -infatti ci fu un fuggi, fuggi generale di tutte le Nazioni che avevano assistito a loro malgrado alla rissa/discussione-.
In caso chiederò a Raivis lui ha sempre una decina di bottiglie nella sua valigia!
NOTE:
Un altro capitolo corto. Mi dispiace, ma volevo postarlo prima di partire per le mie agognate vacanze!
Siccome io quando vado in ferie non mi porto il computer e stacco per quasi tutto il tempo il cellulare -perché devo rilassarmi e non pensare a ciò che lascio nella mia vita comune- non potrò scrivere per le prossime 2 settimane o anche più.
Perciò buone vacanze a tutti quelli che partono ora ma anche a quelli che sono già stati partiti!
A presto
Elisir