Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: DewoftheGalaxy    22/07/2018    1 recensioni
Assisi. Sera della Domenica delle Palme, 1211
Chiara, figlia di uno dei nobili più importanti della città, fugge per andare incontro ad una nuova vita e per seguire Francesco, il fraticello di cui parla tutta Assisi, che ha lasciato tutto per vivere povero e per seguire il Vangelo.
Ecco i pensieri e le vicende di una ragazza mentre compie una scelta che cambierà la sua vita per sempre, i suoi timori, le sue decisioni e le difficoltà che deve affrontare.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo il monastero di San Paolo Francesco fece trasferire Chiara in un altro monastero: Sant’Angelo in Panzo.
E fu lì che la raggiunse la sorella minore Caterina.

 

Caterina era la terza delle sorelle dopo Chiara e Penenda, seguita da Beatrice ed ora era lei la maggiore in casa essendo Chiara scappata e Penenda sposata.
A differenza della sorella maggiore aveva i capelli castani, come Penenda, e due brillanti occhi verdi, gli occhi della madre Ortolana, che condivideva con Beatrice.

 

 

Era arrivata all’imbrunire e aveva subito insistito per vedere la sorella che si trovava nel chiostro.

 

 

<< Sono scappata. >> Aveva risposto semplicemente alla domanda di una stupita Chiara sul perché fosse lì.

 

<< Questo lo vedo…>> rispose l’altra.

 

L’elegante abito verde scuro di Caterina era strappato e sporco di fango, così come i suoi capelli erano visibilmente spettinati, eppure nei suoi occhi vi era una luce diversa.
Una luce nuova.

 

E sorrideva.

 

<< Ti sei scalata metà Subasio? >> Rise la maggiore.

 

 

Anche la minore rise, ma smise dopo poco e ritornò con il suo enigmatico sorriso. Le sì avvicinò e le sedette accanto sul muretto del chiostro.

 

 

<< Chiara, ho capito finalmente! La vostra vita, tua e di Francesco, mi ha illuminato. Ora so cosa devo fare, ne sono sicura, anzi no, sicurissima! Vi voglio seguire. >>

 

 

Chiara stette un attimo in silenzio a riflettere: Caterina era giovane, un’adolescente, eppure dentro di lei bruciava il fuoco della Chiamata.
Ce l’avrebbe fatta la sorella minore a convivere con Madonna Povertà, come la chiamava Francesco?

 

 

<< Anche Bice vorrebbe. >> Aggiunse la sorella.

 

 

Bice. Beatrice. Pure lei? Era la più piccola di loro quattro, una ragazzina!
Ma se il volere di Dio era quello, accendere la Fiamma della vocazione dentro le sue sorelle e le sue conoscenti, cosa poteva fare Chiara se non sottostarvi?

 

 

Sia fatta la Tua Volontà Signore.
Ora e sempre.

 

 

La ragazza guardò per un attimo il chiostro.
Era fatto della pietra rosa del Subasio, di quella stessa pietra con la quale erano costruiti gli edifici di Assisi e che al crepuscolo e all’aurora facevano brillare la città come un piccola perla arroccata sul monte.

 

 

Colori dolci e sfumati, gerani e mille fontane zampillanti. Assisi era un piccolo paradiso, come quel chiostro: con il pozzo al centro e gerani e surfinie sui suoi muretti.

 

 

Sospirò abbandonando la visione.

 

 

Caterina pendeva dalle sue labbra aspettando una risposta.

 

 

<< Sei la benvenuta. >> Rispose Chiara con un sorriso. Caterina l’abbracciò non finendo più di ringraziarla.

 

————————————————————————

 

Però se i famigliari erano riusciti, seppur a fatica, a tollerare dopo un po’ la fuga e la decisione di Chiara non lo fecero con Caterina.

 

Aveva già fatto casino una, facendo parlare e straparlare le comari del paesino umbro, e adesso doveva farlo pure l’altra?
No, questo no di certo, l’onore degli Scifi non sarebbe caduto tanto in basso con un’altra ragazza scappata per seguire quello scemo.

 

O almeno così pensava Monaldo, fratello minore di Favarone e zio di Chiara, Penenda, Caterina e Beatrice.
Stava andando a recuperare Caterina.

 

Quando aveva scoperto che era scappata la rabbia gli era ribollita dentro.
Ma quelle sciocche sapevano cosa significava portare onore alla famiglia attraverso un matrimonio con un buon partito?! Sapevano a cosa stavano rinunciando?!

 

E tutto per colpa del figlio di Pietro di Bernardone.
Decisamente.

 

Non vedeva già di buon occhio i frequenti incontri di Chiara con Francesco quando lui era ancora il figlio di mercante di tessuti e vagava in giro come un’anima in pena dopo la guerra che, si diceva in giro, l’aveva cambiato.
Stavano fuori delle ore, a volte non tornavano neanche per pranzo o per cena…e per che cosa poi?

 

Chiara non lo diceva, accennava solo alla bellezza della natura, dell’aiuto agli altri e della preghiera. Ed era per questo che stavano fuori insieme un’eternità facendo spettegolare tutte le donne di Assisi?!

 

Ma adesso, adesso…dopo Chiara, la cui fuga era stato un boccone amaro da ingoiare per lui visto che aveva già stretto accordi di matrimonio con una nobile famiglia di Perugia…anche Caterina ci si aggiungeva?!

 

Oh quanto avrebbe voluto dirgliene quattro a quel pazzo vestito di stracci e alle sue idee malsane! E si che adesso nessuno in città lo prendeva più in giro, ne’ lui ne’ i compagni, anzi li rispettavano da quando era tornato dal Papa.
Rispetto per quello scemo i quali ideali contagiavano la la gioventù di Assisi?! Ma per favore!

 

Pure suo fratello Favarone lo rispettava adesso e alla notizia della fuga di Caterina aveva semplicemente detto che se quella era la volontà della figlia andava rispettata. Rispetto per la decisione di diventare una pezzente?! Ma gli era andato di volta il cervello?!

 

Aveva minacciato Beatrice di non fare anche lei una scemenza simile e lei di tutta risposta si era gettata piangendo tra le braccia della madre Ortolana con i riccioli rossi che le coprivano il volto.

 

 

Monaldo aveva raccolto attorno a sé dodici dei suoi cavalieri e amici più fidati e si era mosso verso il monastero di Sant’Angelo in Panzo.


Doveva, ancora una volta, salvare la reputazione della sua famiglia per una ragazzina capricciosa scappata di casa e questo gli dava sui nervi.

 

Ma soprattutto gli dava sui nervi il fatto che se non ci fosse riuscito la storia sarebbe stata, ancora una volta, sulle labbra di tutte le donne assisane già il mattino seguente.

 

E dentro di sé si chiese perché Assisi doveva essere un buco di città disperso nel nulla dove tutti sapevano tutto di tutti.

 

—————————————————————————

 

Trovarono Caterina seduta sul prato fuori dal monastero.
Indossava già il saio ed il velo ma Monaldo vide che nonostante ciò i capelli non le erano ancora stati tagliati.
Bene.
Non era ancora monaca.
Poteva tornare dunque.

 

La afferrarono per i capelli trascinandola giù per il Subasio.

 

<< Chiara! Chiara! >> urlava la ragazza.

 

Non poteva stare zitta?! Monaldo era ancora incavolato nero e le urla disperate della ragazza lo facevano incavolare ancora di più.

 

<< Stai zitta Caterina! Io e te faremo i conti a casa! >>

 

<< Mio padre non lo permetterà. >>

 

Per una volta Monaldo mandò a quel paese mentalmente il nome del fratello, che si era rammollito dopo l’incontro con Francesco e la nipote appena scappata.
Rammollito a tal punto da rispettare quel ragazzo, cosa che Monaldo non riusciva proprio a fare ne’ a comprenderne il perché.

 

Per lui erano tutti uguali quei ragazzi vestiti di stracci.
Tutti pazzi.
Tutti scemi.
E ora che anche Chiara si era unita a loro e stava per farlo anche Caterina poteva includere anche le nipoti nella categoria.

 

<< Chiara! Chiara! >> continua ad urlare quella.

 

Ora Monaldo non ce la faceva più e stava per tirare un ceffone a Caterina quando questa cadde d’improvviso dalle mani dei suoi cavalieri.

 

Provarono a tirarla sù ma non ci riuscirono.
Provarono tutti i dodici cavalieri ma non ci riuscirono. Niente da fare: Caterina era diventata pesante come il piombo.

 

Qualcuno ci trovò da ridere.

 

<< Hanno gusti fini queste monache! >>

 

<< Monache? Io penso tutto il gruppo di straccioni a cui hanno deciso di appartenere! >>

 

<< Già! ahahah! >>

 

<< Questa stanotte si dev’essere ingoiata del piombo! ahaha! >>

 

E giù tutti a ridere.
Ma Monaldo non rideva; era furioso. Non sarebbe tornata? Bene, l’avrebbe uccisa lì lui sul posto allora.

 

Alzò il bracciò pronto a colpire Caterina.
Ed il suo braccio rimase sospeso a mezz’aria, immobile.

 

Cosa? Monaldo non capiva. Era incredulo.
Scapparono via tutti, Monaldo compreso, lasciando Caterina sfinita sul prato dove fu poi raggiunta dalla sorella e dalle monache.

 

Era state le preghiere di Chiara a salvarla, Chiara che chiusa nella sua celletta in preghiera aveva sentito le sue urla e aveva pregato.
Da quel momento non le tormentarono più.

 

Quando Francesco arrivò a Sant’Angelo in Panzo rimase colpito dal coraggio di Caterina e, tagliatole i capelli, le cambiò nome in Agnese.

 

E mentre le monache si congratulavano con Agnese, Chiara si mise in disparte (dopotutto era il momento della sorella) a guardare il tramonto dal balcone.
La luce rosata illuminava Assisi, più giù, oltre i boschi del Subasio, facendola brillare. Era uno spettacolo meraviglioso.

 

<< Chiara..>> Francesco le si avvicinò sorridendole.

 

Con quella luminosità dolce e sfumata i suoi capelli nerissimi assumevano riflessi bluastri e le labbra rosse si arrossavano ancora di più.
Invece le ciglia e sopracciglia bionde di Chiara risaltavano, così come i suoi occhi.

 

Gli occhi marroni dell’amico luccicavano di qualcosa che Chiara non riusciva bene a comprendere. Monelleria forse?

 

<< Cosa c’è Francesco? >>

 

<< Beh…diciamo che ho appena finito una chiesetta per te e Agnese e le tue future consorelle…diciamo che vi è annesso un conventino….>>

 

<< San Damiano? È finito? Oh grazie Chicco grazie grazie grazie! >> 

 

La ragazza era al settimo cielo ed abbracciò Francesco che ricambiò l’abbraccio.

 

Prossima tappa, e per sempre questa volta, San Damiano.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: DewoftheGalaxy