"Te lo prometto, Rei. " E solo dopo tale promessa, l'albino restituì il peluche alla bambina, sorridendo apertamente.
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Yuki si svegliò di soprassalto e si tirò il più velocemente possibile a sedere. Con occhi sgranati si guardò attorno come per cercare un qualsiasi appiglio che potesse confermarle di essere tornata al presente, ma la cella, nonostante gli anni passati, non era cambiata affatto: c'era la solita puzza di sangue rancido, la muffa che proliferava negli angoli del soffitto e così tanta umidità che per il gelo penetrare le ossa era un giochetto. Difatti, non importava quale stagione fosse: il freddo e l'oscurità avrebbero sempre regnato in quel luogo ostile.
Si portò una mano al petto, stringendo tra le dita quella misera coperta che uno dei suoi tanti "clienti", come li chiamava Big Madam, le aveva regalato mosso da chissà quale moto di pietà, e cercò di calmare il respiro affannoso dovuto a quel sogno, o meglio: quel ricordo.
"Chissà se Rei è salvo" si ritrovò a pensare la prigioniera, ormai quasi sedicenne, preoccupata più per l'albino che per sé stessa. Non ricordava esattamente quanti anni fossero passati dall'ultima volta che aveva visto il sorriso dell'amico, i suoi occhi rossi. Ricordava solo l'imboscata delle Colombe nel Ristorante, e la mano del ragazzo che sempre più velocemente si allontanava, si rimpiccioliva, e spariva nella folla.
Un'esplosione. Urla. Persone che corrono. Spari.
Yuki si precipitò fuori dalle quinte, con gli occhi gonfi di lacrime e le gambe tremanti, ed indosso l'abito ingombrante, gonfio e pesante che Big Madam aveva appositamente scelto per lo spettacolo di quella sera. Era alla ricerca dello Scrapper.
"Rei?" Aveva chiamato l'amico esitante, terrorizzata da quella situazione, e non vedendolo da alcuna parte aveva ripetuto il suo nome urlando a pieni polmoni. La sua voce riempì l'intera sala, tanto da attirare l'attenzione di alcune Colombe che presero a gesticolare tra di loro, prima di iniziare ad avvicinarsi lentamente in gruppo. Il panico, a quel punto, si impossessò definitivamente della ragazzina, rendendole difficile sia respirare sia reggersi in piedi. Cominciò a piangere copiosamente mentre si lasciava cadere in ginocchio, senza forze.
"REI, DOVE SEI?" Ritentò Yuki in un ultimo tentativo disperato, rannicchiandosi su sé stessa. Si sentiva come con la testa sotto l'acqua, debole, senza controllo. Tutto ciò che percepiva in quel momento, erano i suoi singhiozzi mal celati dal momento che la vista le si era del tutto appannata dalle lacrime. Non voleva morire a dieci anni. Non voleva che Rei fosse morto. Dovevano ancora andare allo Zoo assieme.
Quei pensieri, quelle sensazioni, non le permisero di rendersi conto che ormai qualcuno le si era avvicinato. Solo quando una spalla venne stretta da una mano forte, si accorse di non essere più sola. La paura crebbe in lei. Sentì quel qualcuno inginocchiarsi dinanzi al suo corpo tremante e sollevarle il viso con urgenza.