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Autore: JAPAN_LOVER    22/07/2018    2 recensioni
AVVERTENZE: Questo è il sequel crossover di "Che sia ormai tempo di cogliere la mela?" e "Catturato nei suoi occhi".
*
Dopo 10 mesi dalla conclusone dell'ultimo caso, L, Haruka, Matsuda Quillsh e Ayumi partono per un week-end rilassante a Karuizawa. In Hotel incontrano Conan Ran e Goro, ma anche Eri Kisaki e i suoi colleghi. Quella che doveva essere una tranquilla vacanza all'insegna di relax, viene sconvolta da un nuovo caso di omicidio.
Inoltre, c'è qualcosa che turba Haruka e che sembra mettere nuovamente in dubbio l'amore tra lei e il detective migliore del mondo.
Riusciranno a uscirne tutti indenni anche questa volta?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Tota Matsuda
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GORO, DOVE SEI?


L entrò nella sua stanza d’albergo in punta di piedi. Le persiane erano state abbassate e tutto era buio. Il detective dovette fare un po’ di fatica per raggiungere il bagno senza inciampare in qualcosa.
Haruka era distesa sul letto e sembrava completamente assorta nel riposino pomeridiano. Quindi, L entrò nella doccia e lavò via tutta la salsedine di dosso. Si asciugò velocemente e raggiunse Haruka. Anche se non riuscì ad aprire neanche gli occhi, lei dovette accorgersi della sua presenza perché dopo aver mormorato “L”, allungò un braccio verso di lui. Il detective si rannicchiò su un lato verso di lei e intrecciò le dita a quelle di lei, prima di sprofondare a sua volta in un sonno ristoratore.
Quando Haruka si svegliò si era fatto molto tardi. Dopo aver dato un’occhiata alla sveglia che segnava già le 7 PM, cercò di svegliare con delicatezza L.
“Amore, è tardi – sussurrò con la voce ancora impastata dal sonno – svegliati!”
Il detective impiegò un po’ di tempo a tornare alla coscienza. Mentre Haruka si dava da fare per prepararsi alla cena lui si tirò pigramente su, seduto sul materasso.
“C…com’è andata la g…gita alle isole Kyoko Maki? – chiese dal bagno, spazzolandosi i denti – i bambini s…si sono divertiti?”
Il detective si passò una mano sul viso e, con riluttanza, decise di alzarsi.
“E’ andato tutto bene – rispose lui, infilandosi un pantalone lungo – peccato tu non sia venuta, è davvero un gran bel posto. I bambini sono rimasti molto contenti!”
Haruka risciacquò bene la bocca, si asciugò il viso, si passò un filo di trucco e uscì dal bagno. L la trovò incantevole con quelle onde castane che le scendevano morbide, incorniciandole il viso, e con addosso quel vestitino rosso corallo, ampio e molto semplice. Non riusciva a credere con una mezza giornata di mare lei avesse preso già tutto quel colore.
“E’ incredibile come la tua pelle si rifiuti di abbronzarsi” rise Haruka, vedendo il suo compagno pressoché identico a come era lo aveva lasciato quella mattina.
L non si offese. Non si lamentava affatto della sua carnagione lattea.
“Sei tu che mi hai spalmato addosso la crema protettiva più alta attualmente sul mercato – borbottò il detective – e poi dovresti vedere Matsuda, è rosso come un gambero!”
Haruka si coprì le guance.
“Oh no! – sussultò lei – ha dimenticato la protezione. Si sarò ustionato!”
L annuì e, levando gli occhi al cielo, la esortò:
“Su, andiamo prima che mi venga voglia di cambiare i programmi e ti faccia saltare la cena!”
Lei spalancò gli occhi e arrossì, cogliendo le implicazioni di quelle parole. Sorridendo, gli gettò le braccia intorno al collo e lo baciò teneramente, prima di lasciare la camera insieme a lui.

Di sotto, i loro amici erano già a tavola e consumavano la cena. Haruka passò a salutare i bambini per poi raggiungere gli adulti, dall'altra parte del tavolo. Insieme al suo detective, prese posto accanto ad Eri che, tanto per cambiare, stava bisticciando con Goro, sedutole di fronte.
“Anche se voi due siete separati, io continuo a ritenervi una coppia invidiabile! – rise Teru, sollevando il calice di bianco che stava sorseggiando – un’avvocatessa vincente e un detective infallibile!”
“Ma no! – rispose Goro, accarezzandosi la nuca – io sono solo un uomo indegno di questa gran signora e molto orgoglioso di averla sposata, nonostante tutto!”
“Sarà! – rispose Eri ancora indispettita – io invece mi ritengo così stupida, visto che ho scelto come uomo con cui condividere la sua vita un investigatore privato, ovvero una specie di ficcanaso a pagamento che rovista nella sporcizia delle esistenze altrui!”
Goro ed Eri scoppiarono a ridere convulsamente, inchiodandosi vicendevolmente con uno sguardo minaccioso.
Haruka trattenne una risata, lanciando a L un’occhiata divertita. Al suo fianco, il detective incurvò le labbra in un sorriso, trovando l’interpretazione sul suo lavoro fornita dall’avvocato Kisaki, un punto di vista originale e interessante.
“Tsk! Eri, come puoi dire una cosa simile? – intervenne Saku divertito, dall’altra parte della tavolata – ogni volta che il detective Goro risolve un caso, tu ritagli e conservi gli articoli di giornale!”
“Eh?” esclamò Goro, visibilmente sorpreso.
“Non è vero!” si affrettò a dire Eri, tutta imbarazzata.
“Sapete, papà fa la stessa cosa! – disse subito Ran, entusiasta – la sera, quando si crede solo, legge tutti gli articoli che riguardano i casi di mamma. Non è vero?”
“Eh?” sussultò Eri incredula, sentendosi avvampare.
“Ma che dici? Stai un po’ zitta!” biascicò il detective con i baffi, chiaramente a disagio.
Ran si sporse in avanti per meglio intercettare gli occhi di Haruka, lanciandole uno sguardo felice e pieno di complicità. La sua amica aveva proprio ragione: bisognava dare solo tempo al tempo. Haruka le rispose riproducendo il gesto di “ok”, congiungendo l’indice con il pollice.
“Dai, gente, siamo a Karuizawa! – intervenne Teru, vedendo i due ex-coniugi in imbarazzo – perché non dichiariamo una tregua e pensiamo a divertirci un po’?”
“Beh, se Eri non avesse obiezioni, io potrei essere d’accordo!” disse piano il detective con i baffi, guardando altrove per sottrarsi allo sguardo di sua moglie.
“Va bene anche per me!” mormorò Eri tenendo gli occhi bassi, a sua volta.

Dopo cena, la comitiva si era spostata nella saletta accanto, al pianobar. Il tenue accompagnamento musicale intratteneva piacevolmente gli ospiti.
Haruka era rimasta al bancone a sorseggiare un succo all'ananas insieme a Matsuda, mentre il resto della compagnia era andato ad occupare un paio di divanetti, allestiti nella sala. In un angolo, Conan, Quillsh e Ayumi sorseggiavano dei succhi di frutta su delle sedie a dondolo.
“Ancora non posso credere che Miki mi abbia mollato in questo modo!” protestò mestamente il poliziotto, girando e rigirando il suo cocktail con la cannuccia.
“Neanche io – convenne Haruka, aspirando un sorso di succo all’ananas – non è da Miki comportarsi in quel modo!”
“Era entusiasta di partire per questo stage di cucina in Italia, ma non credevo che mi avrebbe lasciato senza neanche un biglietto – protestò Matsuda picchiando i pugni sul bancone – ho provato a chiamarla ma il suo cellulare è sempre spento, le ho lasciato 30 messaggi in segreteria, le ho scritto su tutti i social network, ma niente”
“Può essere che nel posto in cui si trova non riesce a mettersi in collegamento con noi in Giappone!” osservò Haruka.
Matsuda aveva conosciuto Miki circa un anno addietro. Era una ragazza simpatica, solare e svampita – proprio come Matsuda – tanto che Haruka l'aveva adorata fin da subito. Era proprio la ragazza ideale per il suo amico e non credeva che – partendo per uno stage di tre settimane – avesse potuto lasciarlo, senza alcun preavviso.
“Haruka, smettila di giustificarla – replicò il poliziotto, intrecciandosi le dita tra i capelli – mi ha lasciato. Punto. E pensare che mercoledì davanti a Ryuzaki aveva proposto di fare una vacanza di coppia tutti insieme”
“Mercoledì, hai detto? Questo mercoledì? – domandò la ragazza castana, afferrando il suo amico per le braccia – quando avete visto Ryuzaki? Dove? E con chi era? Matsuda, parla!”
Matsuda strabuzzò gli occhi, chiaramente in difficoltà.
“H..haruka, c…calmati – balbettò lui, liberandosi con un po’ di fatica dalla sua presa – mercoledì io e Miki abbiamo fatto un giro a Shinjuko e abbiamo incontrato Ryuzaki per caso. Tutto qui!”
“A Shinjuko? – domandò lei, sempre più perplessa – cosa ci faceva a Shinjuko? Era da solo?”
Improvvisamente la questione Miki era passata completamente in secondo piano.
“Oh, si era solo – si affrettò a rassicurarla, accarezzandosi nervosamente la nuca – calmati, si può sapere perchè tutte queste domande?”
Per la prima volta Haruka non era certa di potersi fidare del suo amico, quindi si ricompose.
“Niente… – gli assicurò lei, tornando a concentrarsi su quel succo troppo dolce per lei – parlavamo di Miki, stavi dicendo?”
“Stavo solo dicendo che sono così stupido da non essermi mai accorto di quanto fosse bugiarda – borbottò il poliziotto, facendo poi roteare lo sgabello girevole su cui era seduto verso i divani occupati dai loro amici – quasi quasi ci provo con la bella Ritsuko. È così carina, sarebbe un peccato farsi scappare una donna così affascinante!”
Haruka alzò gli occhi al cielo irritata, chiedendosi come facessero gli uomini ad avere tutta quella leggerezza.
“Matsuda, ti sembra il caso? – lo sgridò lei – anche se sei arrabbiato e deluso, tu sei ancora innamorato di Miki. Se prima non chiarisci le cose con lei, come fai a pensare a un’altra donna?”
Il poliziotto fece spallucce, indispettito, consapevole però del fatto che la sua amica non avesse tutti i torti.
Poi, Haruka saltò giù dallo sgabello e invitò Matsuda a tornare dagli altri. Non era sicura di quanto L fosse entusiasta di essere stato mollato da solo con il signor Goro, Eri e i colleghi.
Quando Haruka andò a prendere posto accanto a L, notò subito l’atmosfera pesante che aleggiava sulla comitiva.
“Che succede?” domandò con un filo di voce al detective.
“E’ da un po’ che va avanti così!” bisbiglio L, decisamente a disagio.
Sul divano di fronte, Goro – seduto accanto a Ristuko e a Teru – era tutto rosso, rideva sguaitamente e teneva un braccio intorno alle spalle della bella collega di Eri. Il detective con i baffi, probabilmente al suo quarto bicchiere di rosso, stava chiaramente dando spettacolo nel silenzio imbarazzato di tutti i presenti.
"Anche io vorrei sentire la voce della bella Ristuko prendere le mie difese in tribunale!" sogghignò Goro.
"Ma signor Goro, lei è ubriaco!" replicò la giovane mora, senza però riuscire a celare un sorriso compiaciuto.
"Oh, cara Risuko, oltre che bella sei anche molto modesta – continuò paonazzo in viso, l'ebbro detective – sei proprio il mio tipo...si, sei proprio perfetta...la mia donna ideale! Ahahah non sei solo bella, sei anche molto simpatica! Aahahaha!"
Al limite della sopportazione, Eri si alzò dal divano che occupava insieme a Saku e a Ran e andò via.
Furiosa con suo padre per quel vergognoso comportamento, Ran corse dietro a sua madre e la raggiunse proprio mentre era in procinto di entrare nell'ascensore.
"Mamma, aspetta un momento!" la chiamò Ran, disperatamente.
La ragazza dai capelli castani si infilò a pelo tra le porte e si ritrovò nella cabina, faccia a faccia con sua madre.
"Mamma sai bene che papà fa sempre lo stupido quando beve troppo!" quelle parole non volevano essere una giustificazione, ma così dovettero suonare alle orecchie di Eri.
La donna, indignata, incrociò severamente le braccia.
"Del resto, anche tu eri insieme a un altro uomo ieri – continuò Ran, non senza esitazione, alludendo alla compagnia del suo collega Saku – e sembravi anche molto felice in quel negozio!"
L'ascensore salì fino al 5° piano, dove alloggiava Eri. L'avvocato sfilò dalla borsa una lunga scatolina bianca, infiocchettata da un nastro di raso viola.
"Tesoro, sono stata così sciocca! – esclamò Eri, con un filo di voce – non avrei dovuto comprare questa cravatta. Ho abbassato la guardia ancora una volta e ora sto impazzendo dalla rabbia, piccola mia!"
"Ma, come? Non posso crederci – sussultò Ran, spalancando i suoi occhioni – allora quella cravatta è per papà, non è vero?"
"Si, proprio così! Domani è il nostro anniversario – spiegò la donna dai capelli ambrati – mi dispiaceva per te e così ho pensato che fosse arrivato il momento di perdonarlo. Così, ho pensato di fargli un regalo e tornare a casa, ma ora sono felice di non averglielo dato!"
Ran si morse le labbra e sottrasse il pacchetto dalle mani di sua madre.
"Questo lo prendendo io! – disse la ragazza, tornando di corsa indietro – glielo do io al posto tuo, mamma!"
"No, Ran!" urlò Eri, nel panico.
La ragazza si fermò bruscamente e si voltò indietro, sorprendendosi a trovare sul viso di sua madre un'espressione quasi intenerita.
"Glielo consegnerò io!" promise Eri, con un filo di voce.

Goro non la smetteva di farneticare, circuendo senza ritegno la collega della sua ex-moglie. Haruka sinceramente dispiaciuta per la sua amica Eri, decise di ritirarsi anche lei:
"Si è fatto tardi – esordì, scusandosi con i colleghi di Eri – credo sia ora di mettere a letto i bambini!"
"Guarda, si sono già addormentati" osservò Matsuda, indicando Quillsh e Ayumi, appisolati l'uno vicino all'altro sulle sedie a dondolo.
"Devono essere esausti!" convenne Teru.
"Già, oggi devono essersi stancati parecchio alle isole Kyoko Maki! – sorrise Saku, intenerito a sua volta – credo che a breve anche noi torneremo nelle nostre stanze!"
Quindi L, Matsuda e Haruka si congedarono dai loro amici e si diressero verso i bambini.
"Il signor Goro è incorreggibile – commentò Matsuda indignato, prendendo cautamente in braccio la piccola Ayumi addormentata – che modi, comportarsi in quel modo davanti a sua moglie e a sua figlia!"
L sollevò delicatamente suo figlio e poi si rivolse al bambino con gli occhiali ancora sveglio, seduto sulla dondola a sorseggiare il suo succo di frutta:
"Non si é fatto tardi anche per te, Conan?"
Il detective bambino si sentì punto da quell'osservazione. Sapeva benissimo di trovarsi di fronte a L, il detective più grande al mondo che investigava nell'ombra. Possibile che fosse venuto a conoscenza della sua vera identità?
"In effetti.... stavo giusto per andare a letto anche io!" rispose lui con tono puerile, accarezzandosi la nuca.
"Buonanotte, piccolo Conan!" salutò amorevolmente Haruka, prima di seguire L e Matsuda alla volta dei loro alloggi, al 3° piano.

Eri fece ritorno al piano bar, accompagnata da sua figlia. Sulla soglia incontrarono Conan, che stava per salire nella camera che occupava insieme a Ran e a Goro, al 4° piano.
"Se ne sono andati tutti! – esclamò Ran con delusione, notando che i divani occupati dai loro amici erano ormai vuoti – anche papà è andato via?"
Il bambino annuì con decisione e rispose:
“Si, ha detto che gli girava la testa e che sarebbe andato subito a letto!"
"Bene, papà è in camera nostra! – disse Ran, speranzosa – buona fortuna, mamma!"
La donna ringraziò di cuore, qualcosa le suggeriva che ne avrebbe avuto molto bisogno.
Conan e Ran accompagnarono Eri di sopra, quando la ragazza castana aprì la porta trovò la loro stanza vuota: di Goro non vi era alcuna traccia.
"Dove si sarà cacciato papà?" protestò Ran, non senza un pò di apprensione.
Anche Conan trovò molto strana l'assenza di Goro, eppure da quanto aveva potuto notare il detective era ubriaco fradicio. Dove si sarebbe potuto cacciare in quelle condizioni?
"Faccio un colpo di telefono a Saku!" disse Eri estraendo dalla borsa il cellulare.
Compose il numero del suo collega, che immediatamente rispose:
"Pronto, Eri?"
"Saku, perdonami se ti disturbo. Goro è con te?"
"No, io e Teru siamo appena saliti su nelle nostre camere – spiegò il suo collega – il tuo ex-marito è già tornato in camera da un pezzo!"
Eri si morse le labbra e riagganciò. Poi, digitò il numero di Ritsuko, sperando di avere più fortuna, tuttavia il cellulare della sua collega doveva essere spento, dal momento che rispose subito la segreteria telefonica.
"Ristuko non risponde - disse la donna dai capelli color ambra – non ci resta che andare a controllare!"
Ran e Conan annuirono e accompagnarono l'avvocato fino alla camera di Ristuko, che alloggiava su quello stesso piano, proprio in fondo al corridoio.
Quando Eri picchiò con le nocche contro la porta, dopo qualche attimo sentì giungere dall'interno la voce della sua collega:
"Arrivo subito – disse la mora, prima di affacciarsi sulla porta – oh, Eri, ragazzi. Siete voi!"
"So che è tardi, scusa se ti disturbiamo – disse Eri – per caso c'è mio marito?"
"No, veramente non è qui! – rispose Ritsuko – per caso c'è qualche problema?"
"Non riusciamo a trovare mio padre! – disse Ran, un pò preoccupata – nella nostra stanza non c'è e non c'è nemmeno in quella dei vostri due colleghi!"
"Scusaci tanto, Ristuko – disse infine Eri – ti auguro la buonanotte, noi andremo a cercarlo!"
Ristuko vide i tre allontanarsi nel corridoio e dirigersi verso l'ascensore. Poi, increspando le labbra in un sorriso compiaciuto, rientrò in camera e si chiuse la porta alle spalle.
"Cara Eri, perdonami – sogghignò la giovane ragazza mora, dirigendosi verso il suo letto a una piazza e mezza – malgrado i miei sforzi non diventerò mai come te, perciò l'unico modo che ho per superarti e farti cadere dal trono anche solo di qualche centimetro. Anche il minimo sospetto che ci sia stato qualcosa tra me e tuo marito, sono sicura che ti darà il tormento e il tuo lavoro ne risentirà, così sarai costretta a cedere lo scettro di regina del foro a me... Ristuko Usui!"
Ristuko trasalì, sentendo ancora una volta bussare alla sua porta.
Accidenti, sono tornati – pensò, nel panico – che insistenza!
Ristuko si rilassò per un attimo quando, aprendo la porta, non ritrovò Eri, Ran e Conan come invece si aspettava.
"Ah, sei tu – sospirò lei, regalando un sorriso – cosa posso fare per te?"

L e Haruka si erano appena messi a letto. Lei baciò teneramente il suo detective e si accoccolò contro di lui, appoggiandogli la testa sul petto.
"Sei stanca?" domandò lui, atono.
Haruka annuì. Si sentì improvvisamente grata di come il detective si fosse sempre comportato nei suoi riguardi. L era taciturno, poco socievole e, all'occorrenza, anche un pò scontroso, ma mai l'avrebbe trattata nella maniera priva di riguardi con cui il signor Goro trattava la sua amica Eri.
Magari L la tradiva, tuttavia non era il tipo da fare scenate simili in pubblico. Quando sentirono bussare alla porta, Haruka trasalì. A quell'ora tarda, il primo pensiero che le era balzato nella testa era che potesse essere accaduto qualcosa ai bambini. Saltò giù dal letto e andrò ad aprire.
"Ragazzi, cosa succede?" domandò Haruka, trovandosi inaspettatamente davanti Eri, Ran e Conan.
"Haruka, perdonaci per l'ora – disse Eri, facendo un inchino piano di scuse – avete visto Goro da qualche parte?"
"Prima che salissimo in camera, Goro era rimasto giù al pianobar, insieme ai tuoi colleghi!" spiegò la castana, avvertendo che L era giunto alle sue spalle.
"Cosa succede? " intervenne L.
"Mio padre sembra essere sparito!" rispose Ran, sempre più accigliata.
"Oh, no!" esclamò Haruka.
"Forse sta facendo due passi fuori dall'hotel – tentò di minimizzare Eri, cercando in tutti i modi di camuffare la sua apprensione – gli piace così tanto l'aria della sera…"
"Veniamo con voi a cercarlo!" propose Haruka, con decisione.
"Ci penso io – le disse L – tu torna a dormire"
"Giusto, Haruka – esclamò Eri – tu devi pensare solo a riguardarti!"
Haruka protestò, anche lei era preoccupatissima per il signor Goro. Andare in giro in quello stato non era sicuro.
"Allora vorrà dire che andrò ad avvertire Matsuda – replicò la castana – Ryuzaki, va con loro a controllare fuori!"
Il detective dovette acconsentire sapendo che, quando voleva, Haruka era proprio testarda. Non sarebbe riuscita in alcun modo ad addormentarsi finché non avrebbero ritrovato Goro sano e salvo.
Purtroppo le ricerche non ebbero alcun esito. L, Matsuda, Eri, Ran e Conan avevano setacciato tutto il perimetro della struttura, spingendosi fino alla spiaggetta privata dall'hotel, ma di Goro non vi era alcuna traccia.

Erano passale le 2 AM, quando tutti si ritrovarono davanti alla reception. Haruka aveva lasciato i bambini a sonnecchiare tranquillamente nella loro camera e, contro il volere di L, era scesa anche lei alla ricerca del detective privato con i baffi. A loro volta, anche Saku e Teru erano scesi per prestare aiuto.
"Cosa? Il signor Goro non è ancora tornato?" trasalì Matsuda.
"Lo abbiamo cercato ovunque!" sospirò Eri.
"E' anche tardi, sono già le due del mattino!" convenne Saku, guardando il suo orologio da polso.
"Questo è molto strano – commentò Teru – Goro ha lasciato il tavolo insieme a Ristuko, perché ha detto che avevano la camera sullo stesso piano!"
L e Conan si lanciarono un'occhiata all'unisono, ma non proferirono parola.
"Capisco! – sospirò Eri, con una certa riluttanza – a questo punto non abbiamo scelta…"
Giunti al 4° piano, si ritrovarono tutti accigliati davanti la camera di Ristuko. Quella restava l’ultima possibilità di ritrovare Goro, prima di allertare seriamente i soccorsi.
"La camera di Ristuko è l'unica che non abbiamo controllato personalmente!" osservò Saku.
"Guardate! – esclamò il bambino con gli occhiali, indicando il cartello PLEASE, DO NOT DISTURB posto sulla maniglia – prima, quando siamo venuti qui, questo cartello non c'era!"
"Prima? – domandò Teru, perplesso – volete dire che siete già stati qui?"
"Si, è vero! – confermò Ran, perplessa – siamo già stati qui, ma la signorina Ristuko ha detto che mio padre non c'era!"
Teru esitò un attimo prima di replicare, accarezzandosi pensosamente il mento:
"E pensate che abbia mentito? No, io non credo che quei due stiano insieme!"
Tutti abborrirono l’idea che il detective Goro e l’avvocato Ristuko potessero avere una storia clandestina.
Senza tergiversare oltre, Eri estrasse il cellulare e compose un numero, pregando tutti di fare silenzio.
Tutti sobbalzarono dalla sorpresa, quando udirono distintamente la suoneria di un cellulare provenire da quella stanza.
"Non ci credo!" esclamarono all'unisono Saku, Matsuda e Teru.
"Non c'è dubbio, quello è proprio il cellulare di Goro! – esclamò Eri – Ran, per favore, vai a chiedere il passepartout alla reception!"
La ragazza annuì e corse di sotto, sperando con tutta sé stessa che suo padre non avesse sprecato definitivamente l'ultima possibilità di ritornare con sua madre.
Quando il concierge salì di sopra a portare il duplicato, si assicurò che si trattasse di un'emergenza. In quell'occasione, la presenza di Matsuda - o meglio, del suo distintivo di poliziotto - si rivelò incredibilmente utile, come garante.
Quando Eri cercò di aprire la porta, trovò un ostalo. La porta non riuscì ad aprirsi di oltre 30°.
"Oh no – sospirò lei, notando la catena che bloccava la porta – c'è la catena! Aaah..."
"Cosa c'è? Cosa succede?" chiese Saku allarmato, vedendo il viso di Eri sbiancare improvvisamente.
Saku si sporse in avanti e, lanciando un 'occhiato all'interno della stanza, vide Risuko a terra, riversa sul pavimento.
"Oh no, quella è Ristuko!"
"Signore, prenda una pinza!" disse L, rivolgendosi al concierge.
"Si, subito!"
L'uomo, tutto allarmato, corse al piano di sotto per cercare qualche attrezzo di emergenza.
"State indietro, non c'é tempo!" disse Saku.
L'avvocato si fece largo, prese la riconcorsa e buttò giù la porta al primo colpo.
Tutti si precipitarono all'interno della stanza. Saku si adagiò sul corpo della sua collega e, scuotendola, cercò in tutti i modi di rianimarla.
"Avanti, Ristuko – la chiamò – svegliati, coraggio!"
Eri si chinò e, sentendole il polso, concluse:
"Saku, non insistere. Mi dispiace molto, ma non c'è più niente da fare!"
Tutti i presenti impallidirono.
"Santo cielo!" sussultò Teru, incredulo.
"Cosa le sarà mai successo?" domandò Matsuda, deglutendo.
In quel momento lo scrosciare di qualcosa smorzò l'atmosfera triste e cupa.
"Oh... i...insomma, cos'é tutta questa confusione? – mormorò qualcuno, dimenandosi sotto le coperte di quel letto a una piazza e mezza – cos'é tutto questo chiasso?"
In quel momento, con grande sconcerto dei i presenti, sbucò da sotto le lenzuola la testa tutta assonnata di Goro, il quale, mettendosi seduto, cercò di capire cosa stesse succedendo attorno.
"Cosa? – sobbalzò Ran, incredula – sei tu, papà!"
"E tu cosa ci fai qui?" domandò Eri, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
***
***
***
CIAO!!
MI SCUSO SE QUESTO CAPITOLO E' RIUSCIUTO ECCESSIVAMENTE LUNGO.
COME DA TITOLO, VI AVEVO PROMESSO UN OMICIDIO ED ECCOLO :'D
SPERO PERO' DI AVER RESO I FATTI NEL MODO PIU' CHIARO POSSIBILE. RICORDO CHE NELLA MAGGIOR PARTE DEGLI EPISODI DI DETECTIVE CONAN AVVENIVANO OMICIDI CON PORTE CHIUSE DALL'INTERNO. A ME PIACEVANO UN SACCO, MA MI CHIEDEVO SEMPRE QUANTO FOSSE BRAVO E FANTASIOSO GOSHO AOYAMA, PER ESCOGITARE VOLTA PER VOLTA STRATAGGEMMI SEMPRE NUOVI E DIVERSI.
SPERO DI PUBBILICARE A BREVE UN NUOVO CAPITOLO, NEL FRATTEMPO VI AUGURO BUONE VACANZE, BUONA LETTURA E VI RINGRAZIO ANCORA UNA VOLTA PER CONTINUARE A SEGUIRE LE MIE STORIE.
A PRESTOO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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