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Autore: T612    22/07/2018    1 recensioni
Dal testo:
-Non capisco perché le anime ti odino. C’è da ammettere che tu sei più buona di me, sorella.
-Mi odiano perché tu sei una bellissima bugia, io una terribile verità.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvisi dalla regia:
La lettura di Paradiso Perduto continua, la citazione ad inizio storia è il motivo di ciò che ne segue.
Semplicemente mi piaceva l’idea che fossero le entità stesse a spiegare i meccanismi che regolano il mondo.
 
 
Così trasgrediscono, liberamente autori d’ogni cosa, giudicando e scegliendo a modo loro; Per questo li formai liberi, e liberi dovranno rimanere, finché non si renderanno schiavi da soli. Da soli si ordinano la propria caduta.
 
Il corridoio che portava all’aula del Tribunale lo conosceva ormai a memoria, erano secoli che veniva convocata al cospetto del Tribunale Vivente per cattiva condotta, qualcuno aveva sempre da ridire sul suo operato. Morte non si capacitava che venisse convocata sempre e solo lei al cospetto di Caos, mentre nessuno aveva da ridire sul lavoro scadente della sorella.
Lei e Vita erano sorelle gemelle, l’uno l’opposto dell’altra, battibeccavano su ogni cosa ed erano eternamente in conflitto. Nella Fucina delle Anime Vita era magnanima solo con poche elette, era ingiusta e scostante, poco interessata alle vicende delle anime che avrebbe dovuto proteggere. Morte le copriva le spalle, sistemava le situazioni critiche ma si era stancata di accumulare anime nel suo regno solo perché Vita non si curava di esse, così aveva deciso di essere misericordiosa. Dava una seconda possibilità alle anime che trattava, ma prontamente Destino, Caso, Colpa o qualcun altro si impicciava e i suoi buoni progetti andavano in fumo.
Dopo l’ultimo evento, quando non aveva rispettato il copione di Destino, quest’ultimo l’aveva mandata a chiamare perché raggiungesse il Tribunale.
-Sarai contenta, cercando di rimediare ai tuoi casini sono stata convocata di nuovo.
-Se tu non ti impicciassi nei miei affari non ti convocherebbero, sorella. –commentò indifferente Vita mentre continuava a limarsi le unghie stravaccata sul divano di fronte alla Fucina delle Anime.
-Mi impiccio perché fai un pessimo lavoro Vita. –rispose a tono adirata la diretta interessata.
-No Morte, io eseguo le mansioni impartite da Destino, sei tu che non rispetti il copione. –distolse lo sguardo dalle unghie voltando appena il capo nella sua direzione. –Muoviti, sai che a Caos non piace aspettare.
 
Le porte si aprirono rivelando i tre troni. Caos, Sorte e Destino l’inchiodavano con lo sguardo mentre Morte se ne stava in piedi al loro cospetto aspettando che uno dei tre proferisse parola.
-Sai perché sei qui? –prese parola Caos nel suo ruolo di giudice.
-Ne ho una vaga idea.
-Illuminaci, Morte.
-Conflitti sul posto di lavoro, qualcuno ha sporto un reclamo.
-Non hai rispettato i piani, non hai eseguito il tuo lavoro per tre anime stanotte.
-Non sono d’accordo, sono stata misericordiosa con tre anime, le ho risparmiate.
-Dovevi ucciderle Morte, ora hai scombinato la catena di montaggio. -intervenne Destino adirato.
-Non allarmarti Destino, Caso ha fatto rientrare l’emergenza, quelle tre anime sono entrate nel mio regno comunque.
-Solo perché Notte ha reso invisibile il fumo e ha permesso a Caso di far riempire di fumo i polmoni di quelle tre anime! –la rimproverò Caos sbattendo il pugno sul bracciolo del trono.
-No, non l’accetto, io sono l’unica che si interessa al benessere delle povere anime all’interno della Fucina? Perché quelle tre anime non dovevano essere risparmiate dall’incendio? Le ustioni non erano così gravi, si sarebbero salvate se Caso non avesse fatto crollare loro addosso mezzo palazzo! –si impuntò Morte infervorata -Poteste spiegarmi perché a Caso è permesso di salvare o condannare un’anima, perché a Colpa è dato il permesso di assillare o meno le anime che causano o subiscono gli eventi di Destino, perché a quest’ultimo viene lasciata carta bianca con il suo sadismo? Perché io non posso essere misericordiosa? Perché non posso risparmiare qualche anima e lasciarla a quella sconsiderata di Vita?
-Perché –intervenne per la prima volta Sorte, arbitro indiscutibile dell’operato di Destino –tu sei un mezzo per raggiungere un fine, tu sei l’ingranaggio finale per concludere al meglio il lavoro di Vita.
-Vita è ingiusta, non tratta bene le anime e non risparmia nessuno, le lascia in balia di sé stesse, io voglio solo salvarle… voglio dare loro una seconda possibilità.
-Non puoi, così rovini tutto il nostro lavoro. –ribadì perentoria Sorte. –Non prendertela con tua sorella solo perché esegue bene il suo lavoro.
-Esegue bene il suo lavoro? Scherzate spero. Perché io devo porre fine alle ingiustizie di Vita, quando lei è infinitamente più crudele di me? Perché sono stata convocata a giudizio io e non lei?
-Perché ti ostini a non capire che il tuo operato è una benedizione e non una condanna. –rispose lapidario Caos. –Sono millenni che ti convochiamo al nostro cospetto Morte, il tuo rapporto con Vita porta avanti le sorti del mondo e ti ostini a non volerlo capire. Voi due insieme generate la passione, uno strumento infinitamente peggiore dell’odio, voi due solo riuscite a superare di tre volte tanto il fatturato di Discordia e di almeno il doppio l’opera di Pazzia. La passione colpisce la pancia delle anime, passa al controllo della testa e influenza il cuore.
-E con questo che vorresti dire? –replicò Morte, incapace di seguire il discorso confusionario di Caos.
-Che distruggi il lavoro di Vita perché non rispetti i patti, lo rovini perché una volta creata la passione che alimenta tua sorella ti tiri indietro e sei misericordiosa.
-Come può essere l’entrata nel mio regno una benedizione? –replicò nuovamente l’imputata.
-È il giorno della morte che dà alla vita il suo valore, non puoi sottrarti a questo Morte. –intervenne Vita. –Il reclamo l’ho presentato io.
 
-Avevi bisogno di sentirti dire quanto tu sia importante per fare bene il tuo lavoro?
Destino aveva deciso di far esplodere una bomba all’interno della Fucina, mi era stato impossibile anche solo pensare ad essere misericordiosa con qualcuno.
-Non mi piace il mio lavoro, è ingiusto quasi quanto te sorella.
Vita aspetta a dare risposta, nel mentre avvicina tre anime ad Amore, ne presenta altre sue a Disperazione ed invia i familiari delle vittime a Colpa.
-Non sono ingiusta, io esisto e basta, sono le anime che devono scegliere come usarmi… vorresti dirmi che non ti diverti mai?
-Solo un paio di volte, quando le anime mi corteggiano e mi scelgono… ma in quei casi è perché le hai abbandonate tu per prima Vita.
-Anche, però esistono anche i casi “Romeo e Giulietta”.
-Sono rare le anime che pur desiderando te, scelgono me…
-Non capisco perché le anime ti odino. -sbottò improvvisamente Vita, alzando gli occhi per la prima volta dalla Fucina. –C’è da ammettere che tu sei più buona di me, sorella.
-Mi odiano perché tu sei una bellissima bugia, io una terribile verità.
-Già… però manteniamo intatto il libero arbitrio. Sono le anime che scelgono a quale bugia credere, ricordatelo.
   
 
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