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Autore: Colarose    23/07/2018    1 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Potter Manor


Giugno passò velocemente senza che neanche Harry se ne accorgesse. Arrivò la metá di luglio, e come tutte le mattine, uscì dalla sua camera 19 del Paiolo Magico per mangiare qualcosa a colazione.

“Buongiorno, Signor Granger!" Lo salutò Tom, stranamente di buon umore.

Harry sorrise svogliatamente, ricambiando il saluto con voce assonnata.

"Buongiorno, Tom" si sedette, con gli occhi socchiusi e i capelli biondi scombinati. 

In quel momento non era neanche lui, ma era tornato Cedric Granger, come ormai aveva deciso, avrebbe fatto tutte le estati.

Una cameriera gli servì delle uova cotte, facendogli l'occhiolino. Harry a malapena se ne accorse. Prese a tagliare con coltello e forchetta, finché un gufo non entrò dalla finestra e si posò di fronte a lui.

Harry lo riconobbe subito, era Cacao, il gufo di James. Come avevano promesso, si erano tenuti in contatto per tutto il mese in continuazione.

Harry ormai aveva perso il conto di quante lettere si scambiassero al giorno i Malandrini.

Un telefonino avrebbe fatto comodo a tutti, sopratutto ai poveri gufi che erano costretti a volare da una parte all'altra dell'Inghilterra.

Mentre dava delle noccioline a Cacao, prese la lettera che aveva attaccata alla zampa:


Carissimo clone 

Come va la vita? NON dire che tanto te l'ho chiesto ieri e quindi non è cambiato niente da un giorno all'altro.

Può succedere di tutto in un giorno! 

Comunque, Harry, sono disperato! Ho mandato almeno due lettere alla Evans e quella bambina acida e isterica non risponde.

Secondo me le ha bruciate. Sono stato tentato di ordinare a Cacao di beccarle la mano fino a quando non rispondeva, ma poichè sono buono, e non voglio rovinare le belle mani che la Evans si ritrova, mi sono trattenuto. 

Oggi pomeriggio mio padre mi ha promesso una partita a Quidditch, e non vedo l'ora di usare di nuovo la mia nuova Nimbus 1400. Farò faville quando quest'anno verrò ammesso nella squadra di Grifondoro (perchè è certo, verrò ammesso, su questo non ci sono dubbi).

Ma ora veniamo al punto cruciale per cui ti ho scritto questa lettera scrivendoti cose che magari non ti interessano neanche (anche se ti interessi delle mie lettere di più della Evans, vero? Almeno non le bruci).

Io, James Charlus Potter, ti invito ufficialmente a Potter Manor questa settimana. Forse sono stato un po' troppo formale. Poco importa. Fammi sapere se puoi venire per qualche settimana! Spero che i tuoi genitori siano d'accordo. Comunque, se la risposta sarà affermativa, ti aspetto mercoledì.

Un saluto malandrino

James

P.s. Forse ci saranno anche Remus e Peter. Sirius non lo so, mia madre deve parlare con quella strega (in senso negativo, ovviamente) che Sirius si ritrova come madre. Sì, mi permetto di insultarla, poichè Sirius mi ha dato esplicitamente il permesso.
 


 

 

Harry posò la lettera sorridendo.

Più tardi si diresse all'Ufficio Postale con una lettera in mano, in cui rispondeva affermativamente all'invito di James.

Avrebbe incontrato i suoi nonni! Chissà come erano, di loro aveva sentito parlare qualche volta da Sirius, che gli aveva anche detto che il padre di James, Fleamont Potter, era un abile Pozionista, nonchè il creatore della Pozione Lisciaricci.

Harry si chiese vagamente come mai James non aveva ereditato il talento per Pozioni, in modo che anche lui, Harry, lo ereditasse. Una vera sfortuna, si sarebbe evitato un paio di grattacapi.


Mercoledì Harry annunciò a Tom che lasciava la camera, chiedendogli anche se aveva della Polvere Volante, che lui gli offrì gentilmente.

Harry sapeva che poteva benissimo smaterializzarsi, ma James gli aveva consigliato di viaggiare via camino.

A Harry andava benissimo così: oltre a togliersi la camminata di 300 m che avrebbe dovuto fare per evitare di violare le potenti protezioni di Potter Manor, si sarebbe anche tolto il peso di inventare come era venuto senza 'i suoi genitori'.

Si infilò nel primo camino che trovò per la via, e buttò la polvere con uno scatto deciso , esclamando con tono sicuro:

“Potter Manor!"


 

                                  * 


Sirius camminava avanti e indietro ormai da minuti, secondo lui interminabili, mentre Regulus lo osservava spazientito in silenzio.

“Per Morgana, Sirius! Calmati!" Esclamò Regulus, a cui ormai venivano giramenti di testa a guardare suo fratello.

“Come faccio a stare calmo?! C'è la possibilità di uscire da questo inferno per una settimana o più volendo!" Sbottò Sirius "come fai a stare lì, perfettamente calmo e tranquillo, io proprio non lo capisco!"

Regulus si alzò, avvicinandosi a Sirius. Gli mise una mano sulla spalla, gentile ma deciso.

“Calmati, non cambia niente se fai un solco sul pavimento. Vedrai che andrà bene" cercò di rassicurarlo il secondogenito, Sirius si sforzò di sedersi e di sgombrare la mente.

Restarono in silenzio.

“La Signora Potter mi è sembrata una donna decisa e combattiva, sono sicuro che farà il possibile per farti andare"

"Per farci andare" lo corresse Sirius. Regulus lo guardò un attimo, prima di abbassare lo sguardo.

“Sei sicuro di volermi con te? Non sarei.. ehm.. un intruso tra voi?" Domandò incerto, torturandosi le mani.

Sirius alzò gli occhi al cielo, spingendo lontano dalla sua mente che in quel preciso momento, in quel preciso istante, in quel preciso secondo, la Signora Potter stava discutendo con Walburga. Esattamente, ormai aveva anche smesso di chiamarla 'Madre'.

"Ti ho detto milioni di volte che no, non lo saresti. I miei amici saranno contenti di conoscerti e non cercheranno di certo di farti sentire fuori posto." Rispose Sirius mettendo una braccio intorno alle spalle di Regulus "e ricordati che tutto questo è possibile solo se la Signora Potter convincerà Walburga"

“Mamma, Sirius, mamma" lo ammonì Regulus, appoggiando la testa sulla sua spalla

“Lei non si comporta come farebbe una mamma, e quindi io non la chiamo mamma" disse Sirius con tono deciso e irritato

“Si, ma è comunque nostra madre" insistè Regulus con tono calmo.

“Una madre di merda" sbottò Sirius infastidito, al contrario di Regulus che era rilassato.

“Se ti sentisse verresti cruciato" costatò Regulus sorridendo, avevano ormai imparato a scherzarci un po' sulle cruciatus. Ne faceva parlare con più leggerezza.

"Ma non mi ha sentito"

Regulus sentì delle voci concitate discutere di sotto, quella di sua madre prevaleva su quella della Signora Potter. Ma non si stupiva, era risaputo che sua madre era un' urlatrice professionista.

Quasi ridacchiò a quel pensiero.

“Non vedo l'ora che arrivi settembre" si lamentò Sirius "Hogwarts sembra la salvezza in questi casi" continuò. Regulus si irrigidì, cosa che non mancò di notare Sirius

“Cosa c'è Reg?" Chiese scrutandolo, staccandosi dal piccolo abbraccio in cui si erano avvolti.

Regulus sorrise fintamente, in modo perfetto.

“Niente Sirius, solo non vedo l'ora di andare a Hogwarts e di vedere questa bellissima scuola che tu non mi hai voluto descrivere per bene" rispose, il sopracciglio di Sirius si alzò.

“Davvero un bravo bugiardo Reg, ma io non ci casco."

Il secondogenito sospirò. Non c'era niente da fare, a suo fratello non poteva mentire. E forse non poteva neanche tacere, poichè Sirius era tremendamente testardo.

Appoggiò la schiena sul letto, con le mani dietro la testa, cercando di apparire rilassato e sciolto. Magari se avesse esposto così la cosa gli sarebbe sembrata anche a lui una stupidaggine di cui preoccuparsi.
 

“Lo smistamento" confessò "io potrò anche non essere più dalla parte della nostra famiglia, ma questo non vuol dire che io non possa essere un Serpeverde. 

Intraprendenza... ambizione... astuzia... Nei valori di quella casa mi ci rispecchio, quindi c'è una buona possibilità di venire smistato lì. Per te non ci sarà differenza, vero?"

Sirius lo guardò come se fosse pazzo.

“Certo che non ci sarà differenza, idiota! Ci parleremo comunque, se tu lo vorrai! L'unica cosa che potrebbe darmi fastidio è saperti in un covo di Purosangue convinti e idioti che sostengono quel pazzo megalomane"

Regulus sorrise, con la sensazione di essersi tolto un bel peso dal petto.

Qualcuno alla porta bussò

"Avanti"

Una donna dai capelli rossicci, gli occhi nocciola e la pelle chiara entrò nella stanza.

La Signora Potter li guardò tremendamente dispiaciuta, e Sirius già si preparò a ricevere una pessima notizia. 

“Mi dispiace davvero ragazzi, ho fatto il possibile, ma vostra madre non ha accettato"

Sirius sorrise amaramente.

“Dovevo aspettarmelo" rispose, passandosi una mano fra i capelli.

La donna si avvicinò a loro, si chinò e inaspettatamente accarezzò la guancia di Sirius, guardando entrambi affettuosamente.

Le erano piaciuti quei ragazzi dal primo momento che li aveva incontrati, e li ammirava per il loro coraggio di opporsi al volere della famiglia.

Sirius restò sorpreso da quel gesto, che era una cosa del tutto nuova per lui. Si trattenne dal premere la guancia su quella mano calda e chiudere gli occhi.

“Vedremo l'anno prossimo o almeno alle vacanze di Natale" disse facendo un occhiolino,  poi si rialzò e scombinò i capelli di Regulus.

"Non immagino quanto James mi tartasserà per riprovarci, e sarò contenta di rifarlo. Arrivederci" e con un ultimo sorriso, uscì dalla porta.

 

Ed era così che Sirius si immaginava una madre.


                       

                                   *


Harry piombò nel camino, sforzandosi di rimanere in equilibrio.

Si spolverò i vestiti, guardandosi intorno.

Era in un grande camino, in una stanza dalle pareti rosse e regali, con un bel lampadario alla francese dorato con dei piccoli cristallini appeso al soffitto.

Al centro della stanza c'era un tappeto bordeaux, mentre ai lati c'erano altri due camini.

Non si era mai trovato in una casa con così tanto lusso.

Questa stanza era forse la Sala d'Ingresso via camino? 

Harry non ebbe tempo di pensarci, poichè James entrò come un fulmine nella stanza, sorridendo.

“Harry!" Esclamò, gli strinse la mano e fece scontrare le loro spalle. “Benvenuto a Potter Manor" continuò, era leggermente cresciuto, un po' più alto di prima.

Poi entrò un uomo sulla cinquantina, con i capelli nero pece sparati in tutte le direzioni, gli occhi di un marrone scuro incorniciati da degli spessi dorati occhiali rotondi e un sorriso smagliante e gentile stampato in faccia.

Non ci voleva molto per capire chi fosse.

“Piacere, Signor Potter" disse Harry tendendo la mano che Fleamont prontamente strinse.

“Ti prego, queste formalità non mi piacciono. Signor Potter mi ricorda solo quanto io sia vecchio, chiamami Fleamont" rispose "tu devi essere Harry Potter, giusto? James mi ha parlato di te"

Harry annuì

Il Signor Potter ghignò, di un ghigno tremendamente simile a quello di James.

"James mi aveva detto che eravate quasi uguali, dicendomi addirittura che eri il suo sosia. Non ci credevo più di tanto, pensando che esagerasse, ma vedo che non esagerava affatto"

Harry sorrise

“Papà, dov'è mamma?" Chiese James guardando il padre

“È andata dai Black, per cercare di convincere la madre del tuo amico"
 

Passarono pochi secondi prima che il camino sulla sinistra si accendesse di una fiamma verde.

La Signora Potter uscì elegantemente con uno sguardo serio, spolverandosi i vestiti. Poi alzò lo sguardo, notando Harry.

Gli sorrise

“Felice che hai accettato il nostro invito. Io sono Euphemia, piacere" si presentò

“Harry Potter, Signora"  rispose Harry
 

“Mamma?" La chiamò James ansioso, chiedendo comunque anche se aveva già intuito la risposta "Non ha...?"

Euphemia scosse la testa

“Mi dispiace James, ho insistito molto, ma la Signora Black era ferma sulla sua decisione" poi cercò di risollevare il morale al figlio "ma tra poco verranno Remus e Peter. Sono sicura che vi divertirete  comunque. Nell'attesa porta Harry a visitare la casa, non vorrei che si perdesse il primo giorno" continuò sorridendo.

"Mia, siamo arrivati al punto che non mi saluti neanche?" Si lamentò Fleamont, Euphemia si voltò verso di lui, alzando gli occhi al cielo divertita.

“Hai cinquant'anni e ti comporti ancora come un diciassettenne, Fleamont"

James prese Harry per un braccio 

"Andiamocene, non voglio assistere ai loro occasionali sbaciucchiamenti" sussurrò facendo una smorfia, trascinandoselo fuori dalla stanza.

Nei minuti successivi lo portò in giro per Potter Manor, che sembrava grande quanto un castello. Aveva stanze, studi, una grande biblioteca, due sale da pranzo, due cucine, una stanza fatta appositamente per gli elfi domestici, un giardino enorme, un piccolo campo da Quidditch, una sala per i quadri e una per l'albero genealogico, c'erano almeno tre salotti, delle belle balconate, una stanza (inutile, a detta di James) delle armature, e una stanza dove James teneva custodite le sue bellissime scope che aveva prima, e addirittura una Sala da Ballo.

Immensa praticamente, un labirinto di scale e corridoi.

L'unica cosa che Harry fu in grado di ricordare con certezza era che la sua stanza era a fianco a quella di James, la quarta del corridoio del terzo piano.

Il resto, era tutto un ricordo confuso.

I giorni successivi furono davvero belli, insieme agli altri due malandrini.

Anche Sirius e Regulus, in un modo o nell'altro, riuscirono a essere 'presenti'. Appena poteva James li chiamava con lo Specchio Gemello.
 

Non passarono poi tanti giorni prima che James proponesse una partita a Quidditch. Harry fu da subito d'accordo, Remus tentennò un po' e Peter si rifiutò categoricamente: non sarebbe mai più salito su una scopa se non era obbligato.

Ci fu il dilemma delle squadre, poichè erano in numero dispari, e potete ben immaginare lo stupore degli ospiti quando Fleamont si offrì allegramente.

Remus si ritrovò in mezzo a tre Potter, tutti e tre estremamente bravi da quel che ne sapeva.

Lui, beh... se la cavava

Si ritrovò in squadra con Harry, nel ruolo di cercatore, contro Fleamont e James, rispettivamente nel ruolo di cercatore e cacciatore.

Remus sapeva che avrebbe palesemente perso contro James. Sperava solo che Harry battesse il Signor Potter.

“Via!" Urlò James, e Peter liberò le palle. La Pluffa e Boccino vennero liberati, insieme a due Bolidi 'automatici' che sceglievano da soli chi colpire.

Harry non aveva idea di che incantesimo ci fosse sopra per dare loro una volontà propria.

Presero a giocare, mentre Euphemia li guardava da lontano.

James fece almeno settanta punti, un vero fenomeno. Remus riuscì a farne quaranta, con sua grande sorpresa.

Fleamont e Harry scandagliavano il parco con occhi da falco. Finchè, quest'ultimo non notò un luccichio dorato in alto, a centro campo.

Partì come un razzo, con alla calcagna il Signor Potter.

Harry si era quasi dimenticato la sensazione di euforia, eccitazione, determinazione e libertà che si provava nel volare.

I capelli  si muovevano come pazzi, ogni capello in una direzione diversa, quasi avessero volontà propria, sferzati dal vento.

Il Boccino, accortosi di essere stato notato, prese a saettare da una direzione all'altra, più veloce che mai.

Harry schivò un Bolide facendo una giravolta, e allungò la mano.

Il Boccino saettò verso il basso, raggiungendo il suolo, intanto James segnò altri dieci punti.

Entrambi i cercatori si appiattirono sulla loro scopa, tuffandosi verso il suolo, entrambi allungando le mani.

Nessuno dei due disposto a mollare.

A pochissimi metri dal suolo, Harry si appiattì e prese con uno scatto deciso il Boccino, poi all'ultimo secondo piantò i piedi per terra dandosi una forte spinta, facendo una capriola per riprendere il pieno controllo.

Alzò vittorioso il pugno col Boccino, mentre Remus si lasciava andare ai festeggiamenti.

James mise su un finto broncio

“Papà!" Urlò, mentre il Signor Potter scendeva dalla scopa con una faccia stupita e un po' mogia. "Non ti sei mai fatto battere, si può sapere che ti è preso?! Non mi avevi detto che avevi la nomina del 'Miglior Cercatore di Grifondoro' ? " 

“Ma... ma lui... ha fatto quella roba... e boh" farfugliò Fleamont confuso, scrutando Harry con un sorta di piccola ammirazione

“E tenevi pure la scopa più veloce" borbottò James

"Ok, basta James. Mi hai fatto sentire in colpa abbastanza. Devo proprio consigliare a Harry di fare i provini per la squadra di Grifondoro..." sussurrò Fleamont, e sorridendo allegramente si avvicinò all'ospite.
 


 

                                     *


Severus chiuse con uno scatto secco il libro di Trasfigurazione, non riuscendo proprio a concentrarsi con le urla di sua madre e suo padre a fare da sottofondo.

“PULISCI QUESTA SPORCIZIA, STREGA DEI MIEI STIVALI!" Urlò suo padre, schifosamente ubriaco. Sua madre, con gli occhi neri come due pozzi profondi che mandavano lampi, non mancò di rispondere

"SEI TU CHE SPORCHI, PORCO! SEMPRE IN QUEGLI STUPIDI PUB FRADICI E SCHIFOSI CHE SOLO GENTAGLIA DI MALAVITA COME TE FREQUENTA! INVECE DI UBRIACARTI COME UN COGLIONE DAMMI UNA MANO E GUADAGNA QUALCHE SOLDO!"

Sua padre si alzò di scatto, il volto distorto dalla furia e la barba sfatta.

“PERCHÈ NON LI FAI COMPARIRE CON QUEL RIDICOLO BASTONCINO CHE TI RITROVI?! PERCHÈ NON LO CHIEDI A QUELL'ABOMINIO DI TUO FIGLIO?! CHE NON FA UN CAZZO DALLA MATTINA ALLA SERA?!" Urlò avvicinandosi pericolosamente alla donna e dandole un forte schiaffo, sua madre indietreggiò ed estrasse la bacchetta.

“Non toccarmi, mi fai schifo! Severus è ancora un bamb-"

Piton uscì di casa con il libro in mano, cupo come un Dissennatore. Lo infastidì oltremodo il tempo soleggiato e sereno di quella giornata di Agosto, l'esatto opposto di lui.

Uscì da quel viale puzzolente che era Spinner's End e si diresse al parco, rifugiandosi sotto un albero, respirando a pieni polmoni l'aria pulita e calda.

La giornata era piacevole, era calda ma non troppo. C'era quel venticello fresco che era ben gradito da tutti.

Severus non seppe quanto tempo passò prima di sentire una voce da lui amata.

“Sev!" Esclamò Lily avvicinandosi. Indossava un semplice vestitino verde, con disegnato sopra delle piccole margherite ai bordi. I capelli erano sciolti e aveva un frontino bianco fra i capelli.

Bastò quella visione a far risollevare il morale a Severus.

Le sorrise.

“Ciao Lily, che ci fai qui?" Chiese, mentre la bambina si sedeva accanto a lui graziosamente.

La rosse fece spallucce.

“Petunia si lamenta dei continui gufi che mi arrivano e mi sono stufata di ascoltarla. Oggi Potter si è superato, quattro lettere in un giorno!"

Severus aggrottò le sopracciglia, infastidito

“James o Harry Potter?"

Lily sbuffò divertita 

“James Potter, Sev! Ti pare che chiamerei Harry per cognome?" Rispose sorridendo. A Severus non stavano simpatici nessuno dei due, il primo perchè era idiota, arrogante, un bullo imbecille, pallone gonfiato... vabbè, qui si continua all'infinito. Il secondo perchè era semplicemente amico di Lily ed era un Malandrino.

Harry Potter era forse il più decente fra i Malandrini, con un minimo di sale in zucca. Ma era amico di Lily, Severus aveva un po' paura che quell'amicizia potesse sbocciare in qualcosa di più...

No, Lily aveva detto che era un amico, e basta.

“Perchè quello ti spedisce le lettere? Non mi dire che gli rispondi!" Esclamò Severus scandalizzato

Lily lo guardò come se fosse pazzo
 

“Cosa?! Ma che dici?! Io le lettere le strappo! Altro che rispondergli. All'inizio volevo bruciarle, ma mia madre non mi ha fatto accendere il camino perchè faceva caldo..."

Severus tirò un sospiro di sollievo dentro di sè.

“Tu perchè sei qui invece?" Chiese Lily incuriosita. Lo sguardo di Severus si incupì.

“Volevo fare i compiti in santa pace, ma loro litigavano e quindi ho preferito..." Piton lasciò la frase in sospeso. Lily lo guardò preoccupata e dispiaciuta.

Gli mise la testa sulla spalla, in segno di solidarietà.

Severus arrossì leggermente, godendosi la sua vicinanza e la piacevole sensazione che Lily gli donava quando era così vicina.
 




 


 


Angolo Autrice

Ecco un nuovo capitolo! Non succede granchè, lo so. Questo è diciamo un capitolo più...calmo? Non so come chiamarlo. 

L'estate l'ho fatta passare velocemente, ma credo che sia meglio così. Non succede niente di particolare in questi tre mesi, pareva inutile spendere più di un capitolo.

I Malandrini vengono invitati a Potter Manor e (per favore!) non odiatemi per l'assenza di Sirius. 

Si, i poverini hanno trascorso tutta l'estate lì.

Abbiamo conosciuto i Signori Potter. In molte fanfiction si chiamano Charlus e Dorea Potter, ma io ho preferito chiamarli Fleamont e Euphemia, come ha detto la Rowling si chiamano. Nella mia storia Charlus è il fratello di Fleamont.

Comunque, in mezzo ai Potter non può mancare il Quidditch! Ed ecco che Harry gareggia contro il nonno! 

Ma ora parliamo della scena a Grimmauld Place n 12. Regulus ha la piccola paura che qualcosa sarebbe cambiato nel rapporto tra lui e Sirius se fosse stato smistato a Serpeverde. Ma naturalmente per il fratello non cambia niente.

Per ultimo una scena a Casa Piton. I genitori di Severus litigano furiosamente, mentre Piton se ne esce da quella brutta casa. Qui si vede un po’ come i sentimenti verso Lily si stiano evolvendo. 

E poi... l'estate è finita. 

Al prossimo capitolo si inizia il secondo anno! 

Saluti! 

 

P.S. Mi scuso per eventuali errori di grammatica o\e battitura






Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, grazie!
   
 
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