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Autore: Vanya Imyarek    23/07/2018    4 recensioni
Italia, 2016 d.C: in una piccola cittadina di provincia, la sedicenne Corinna Saltieri scompare senza lasciare alcuna traccia di sé. Nello stesso giorno, si ritrova uno strano campo energetico nella città, che causa guasti e disguidi di lieve entità prima di sparire del tutto.
Tahuantinsuyu, 1594 f.A: dopo millenni di accordo e devozione, gli dei negano all'umanità la capacità di usare la loro magia, rifiutando di far sentire di nuovo la propria voce ai loro fedeli e sacerdoti. L'Impero deve riorganizzarsi da capo, imparando a usare il proprio ingegno sulla natura invece di richiedere la facoltà di esserne assecondati. Gli unici a saperne davvero il motivo sono la giovanissima coppia imperiale, un sacerdote straniero, e un albero.
Tahuantinsuyu, 1896 f.A: una giovane nobildonna, dopo aver infranto un'importante tabù in un'impeto di rabbia, scopre casualmente un manoscritto di cui tutti ignoravano l'esistenza, e si troverà alla ricerca di una storia un tempo fatta dimenticare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Tahuantinsuyu'
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                      CAPITOLO 18

 

DOVE  SI  FA  CHIAREZZA  SU  MOLTI  PUNTI  LASCIATI  IN  SOSPESO

 

 

 

 

 

 

 

                                                      Dal diario di Chica Guchanii

 

 

                                   31 ACHESUDI 1593

 

 

 

Che gli dei ci proteggano, ora più che mai. Non mi capacito ancora di come la situazione, nel giro di pochi giorni, sia passata dallo sbarazzarsi di un bastardo al fronteggiare un abominio maledetto dagli dei per sventare il collasso del nostro Impero!

Il bastardo alla fine ha scoperto l’identità dell’Incendiario, e Qillalla è corsa a riferircelo. L’orafo imperiale! Per tutti questi anni, abbiamo avuto sotto gli occhi l’incarnazione umana della dea più terribile, e nessuno si è neppure avvicinato a sospettarlo! E’ sempre stato solo un bravo artigiano, come tutti coloro ammessi nel cortile del palazzo! Metà dei gioielli che possiedo sono opera sua!

 Temo di essere entrata in una sorta di stato di sconvolgimento all’udire queste notizie; come sempre, la mia signora ha avuto una reazione esemplare, ascoltando in silenzio il resoconto della Datrice di Morte sugli eventi di quella sera.

 “Ebbene, questo senz’altro ci complica le cose” è stato il suo commento alla fine. “Proprio quando pensavamo di aver tolto al bastardo il suo protettore, ecco che ne compare uno nuovo, molto più pericoloso e potente” è rimasta in silenzio per qualche istante. “Lui ti ha proprio guardata, quando ha detto al giovane di raccontare l’accaduto?”

 Qillalla ha annuito.

 “Dunque sa con chi siano le tue vere lealtà. Ma nonostante ciò, non ha rivelato nulla al ragazzo, lasciando una spia tra i suoi alleati …”

 Ciò non aveva senso. Non erano le azioni di qualcuno che voleva la sicurezza del ragazzo! Lo dissi alla mia signora, ma lei aveva già trovato una risposta: semplicemente, Sayre riteneva improbabile l’essere creduto.

 Per quel che sa Simay, Qillalla è una sua alleata che non è mai stata altro che d’aiuto; Sayre è l’Incendiario, che l’ha già usato una volta per i suoi schemi. Effettivamente, sarebbe uno stolto se si aspettasse che la sua parola fosse stimata più di quella della ragazza; invece di allertarlo, lo alienerebbe ancora di più.

 La mia signora ritiene che l’Incendiario o presenterà prove incontrovertibili dell’identità di Qillalla (e ciò sarebbe difficile, data la segretezza che avvolge quella particolare setta del culto di Qisna) o cercherà di sbarazzarsi della ragazza in modo più violento e definitivo, e possibilmente che implichi noi come responsabili. Qillalla, povera ragazza, non è parsa felice di sentirsi dire ciò, ma le è anche stato osservato che dovrebbe approfittare dell’impossibilità di Sayre di denunciarla per conquistare ancora di più la fiducia del bastardo. Riuscire nell’impresa malgrado il pericolo alla sua vita sarebbe senz’altro testamento alla sua abilità e devozione alla dea.

 Del resto, in quanto diretta avversaria, è la mia signora che corre il maggior pericolo: è anzi sorprendente che lei e i suoi eredi legittimi non siano stati ancora uccisi per spianare la strada al bastardo. Forse Sayre vuole che la sua ascesa al trono appaia il più regolare possibile; probabilmente ora sta solo attendendo il ritorno dell’Imperatore, per fargli in qualche modo avere la lettera e assicurarsi che sia lui stesso a nominare ufficialmente il proprio erede, rendendo la mia signora senza poteri in proposito. O forse, come ci è sembrato di capire dal suo discorso, l’Incendiario ritiene che il ragazzo non sia ancora quello che lui vuole per assumere la carica.

 L’unica cosa che alla mia signora è parsa chiara, è che la morte di Manco debba avvenire il più in fretta possibile, anche se il bambino che nascerà non dovesse essere femmina: l’importante è che Quisquis salga al trono, poi si potrà provvedere a trovargli una sposa adeguatamente nobile anche se parzialmente priva del sangue degli dei. Ho dovuto stare attenta a non sospirare: avevo sperato di convincere la mia signora a dei ripensamenti almeno su questa parte del suo piano! Come se mi mancassero ragioni di odiare qualcosa come l’Incendiario.

 Su cui, ha concluso la mia signora, è necessario sapere il più possibile, specie il modo in cui opera. La povera Qillalla è stata sottoposta a un interrogatorio estenuante riguardo a quel che Sayre ha rivelato su come abbia causato l’esilio di Pacha, una descrizione che mi ha fatto venire i brividi. Prevedere le azioni di così tante persone –comprese noi!- di modo che si combinassero tra loro per portare ai risultati desiderati, senza errore … sembra davvero inumano, come faremo a fare qualunque cosa senza sapere se stiamo andando in accordo o contro ai suoi piani? La mia signora è invece giunta a tutt’altra conclusione.

 “Dunque aveva dei piani di riserva”

 Ha sorriso alla mia espressione esterrefatta. “L’hai creduto anche tu, Chica carissima? Non sono possibili simili livelli di manipolazione. Un essere umano non è come un oggetto, le cui funzioni sono limitate dalla forma che gli è stata data. Mille cose possono governare le azioni e il pensiero umano, cose imprevedibili di cui anche il manipolatore più accorto non potrebbe avere il minimo sentore. Quando quella Corinna l’ha accusato di aver avuto successo solo grazie alla fortuna, è arrivata molto vicina alla verità … o più vicina alla verità di quanto lui abbia ammesso. Rifletti bene su quanto è accaduto, e sulle varie conseguenze che avrebbero potuto avere le stesse azioni.

 Per quanto riguarda quelle sostituzioni: non credo nelle coincidenze, prepariamoci a scoprire un suo alleato tra i sacerdoti della Terra. Corinna avrebbe potuto decidere che questo rendeva Pacha un buon alleato, come è accaduto, ma sarebbe anche potuta essere più diffidente e decidere che un simile infantilismo lo rendeva troppo poco affidabile per aiutare in qualsiasi modo, o ancora sarebbe potuta essere molto stupida e non capire le implicazioni di un possibile aiuto. Se il suo primo piano fosse fallito, Sayre non avrebbe comunque sofferto alcun danno: avrebbe semplicemente riferito un pettegolezzo sulla casa regnante, e avrebbe ottenuto ulteriori informazioni sul carattere di Corinna. Anzi, se la ragazza avesse deciso che Pacha era inaffidabile, il ragazzo probabilmente avrebbe perso qualche misura di fiducia in lui, e per estensione nell’autorità religiosa.

 Lo stesso dicasi per la sostituzione delle erbe: ha sondato il terreno raccontando quella leggenda a Corinna, e poi ha causato il malessere di Aylla, mettendo la schiava in posizione di aiutare … poteva essere relativamente sicuro che l’avrebbe fatto, avendola già vista disposta a rischiare la vita per uno sconosciuto. Corinna avrebbe potuto dimostrarsi coerente con la logica di vendetta che aveva già dimostrato, cercando di danneggiarmi con l’aiuto degli altri due ragazzi (e in tal caso la ritorsione avrebbe quasi certamente coinvolto il Tempio della Terra, poiché Simay ne è adepto, dunque coinvolgendo Pacha), oppure da sola, e in tal caso sono sicura che avrebbe avuto una scusa pronta per tirarla fuori dai guai se fosse stata scoperta; o ancora, la ragazza avrebbe potuto dimostrarsi un’ipocrita e non fare nulla. In nessuno di questi casi Sayre ne avrebbe sofferto in alcun modo: a prima vista, non ha nulla a che vedere con gli incidenti nell’harem. Mi sento abbastanza sicura a indovinare che se questo primo piano non avesse funzionato, nel futuro sarebbero state gettate molteplici esche sia al bastardo che alla sua amica schiava”

 “Pacha avrebbe potuto rifiutarsi di aiutare Simay, o addirittura consegnarlo a voi …” la voce mi è morta in gola mentre realizzavo l’improbabilità della cosa.

“Anche nella rara possibilità che Pacha rifiutasse il suo aiuto a Simay, avrebbe tutt’al più potuto lasciarlo indifeso davanti a miei assassini, non fare nulla personalmente, anche perché il ragazzo non ha commesso alcun crimine. In tal caso sono sicura che ci sarebbero stati altri piani”

 “Pacha avrebbe potuto rifiutare di assumersi le responsabilità dell’avvelenamento”

 “A meno che molteplici testimoni non avessero visto il ragazzo effettuare la sostituzione, l’inchiesta che ne sarebbe conseguita non avrebbe portato prove della sua colpevolezza. Il ragazzo avrebbe potuto confessare, ma ciò avrebbe portato alla rivelazione dei motivi del suo gesto, e delle sue origini. Tirando le somme, Sayre potrebbe essere molto più pericoloso di quanto non abbia lasciato intendere: non un manipolatore infallibile, ma uno stratega previdente”

 Nonché detentore di poteri sul fuoco che non richiedono il tempo di una preghiera per essere utilizzati, come ho fatto notare. La mia signora mi ha complimentata per lo spirito di osservazione, e ha concordato con me: in uno scontro con dei Sacerdoti, l’Incendiario avrebbe un netto vantaggio in puri termini di tempistica. A volerlo uccidere, nella speranza che si reincarni da qualche parte lontano da qui, dovremmo impiegare come minimo un gran numero di potenti ed esperti Sacerdoti di Achesay, Tumbe o Chicosi.

 La mia signora ha anche posto attenzione sul molto semplice fatto che apparentemente sapesse di Qillalla: come già notato, per la sua stessa natura la setta delle Datrici di Morte è avvolta nella più totale segretezza, eppure Sayre era a conoscenza dell’identità e del compito della ragazza. Dunque possiamo supporre che abbia ‘assistenti’ non solo nell’harem imperiale e tra i Sacerdoti di Achesay, ma anche nel culto di Qisna e presumibilmente in molti altri strati sociali. Compresi i nostri schiavi, nella posizione perfetta per spiarci? Compresi i dignitari, gli amministratori, gli uomini di fiducia che assistono nel governo dell’Impero? Comprese le donne del nostro circolo?

“Ne sono quasi certa” è stata la poco confortante risposta della mia signora. “Un nuovo Imperatore avrà bisogno di esperti di politica che lo sostengano all’inizio, dopotutto. Specie considerata la sua impreparazione”

 Non farò mai più alcuna confidenza, neppure alle mie più care amiche, neppure al mio sposo! Oh, che gli dei mi aiutino, se avessi già stoltamente rivelato qualcosa alla persona sbagliata? Forse neppure parlando di politica, anche solo una parola sbadata sul carattere o le opinioni di qualcuno …

 La mia signora nel frattempo era rimasta in silenzio, e il suo commento alla fine mi ha sorpresa. A quanto pare, si è concentrata non solo sui nobili, ma anche sul ragazzetto di strada che ha assolto Alasu agli occhi di Corinna. “E’ ben strano che un ladruncolo simile sia riuscito a introdursi nel nostro palazzo, o ne abbia anche solo avuto il coraggio. Rubare una proprietà mia o del mio consorte sarebbe una blasfemia punibile con la morte, e se avesse voluto derubare una di voi, si sarebbe introdotto nelle vostre case. Dunque sono più incline a credere che avesse ulteriori motivi, nella fattispecie impedire ulteriori indagini sulla figlia del farmacista. Corinna aveva un’espressione stranita nel riferire quella conversazione? Lo credo bene: per quel che posso comprendere da una conversazione riferita di terza mano, il suo modo di andare sull’argomento è tanto palese da essere quasi inascoltabile. Se davvero Sayre vuole prendersi la briga di distrarre le guardie per introdurre qui una sua spia, almeno lo faccia per un attore che meriti, dovessi consigliargliene uno io stessa!”

 Mi è parso uno scherzo un poco di cattivo gusto; ho dunque preferito ignorarlo e chiedere perché la presenza di quel ragazzetto fosse tanto rilevante. Secondo la mia signora, può significare due cose: Alasu è un’altra delle spie di Sayre, che lui vuole ancora nelle buone grazie di quei due disgraziati, o davvero non c’entrava nulla, e l’Incendiario ha abbastanza decenza da non voler mettere qualcuno in una situazione difficile se ciò non gli porterà alcun beneficio. Solo il tempo, ho paura, ci rivelerà quale delle nostre ipotesi è corretta.

E poi Llyra ha menzionato un dettaglio cui io davvero non avevo badato: Sayre ha menzionato che all’epoca del fatidico incontro con Etahuepa, viveva in un altro regno ove occupava un’importante carica, sufficientemente importante da essere un potenziale mentore per un giovane nobile; vedendo rifiutata questa proposta, si è stabilito qui, per preparare in anticipo una situazione favorevole al bastardo.

 Ma stando ai censimenti, ora Sayre ha ventitré anni, e ne aveva diciotto quando è giusto ad Alcanta. Era sorprendentemente giovane per essere un maestro orafo, figurarsi qualcuno con un importante carica politica! E questo è senza considerare che sembra esserci stato uno stacco temporale di alcuni anni tra l’incontro con Etahuepa e l’arrivo ad Alcanta. Se davvero l’Incendiario si reincarna, certo, quella poteva forse essere un’incarnazione precedente; ma allora avrebbe dovuto rinascere in un altro corpo, ed essere anche più giovane di Simay, non più vecchio.

 Dunque, i testi sacri sono in errore almeno su una cosa! Non vi è nessuna reincarnazione: è più probabile che lo spirito di Sulema cambi corpo trasferendosi in persone già in vita, dell’età e nella posizione che più le sono convenienti. Questo non solo complicherebbe le cose in un tentativo di abbattere l’Incendiario (se uccidessimo l’ospite corrente, lo spirito della dea potrebbe semplicemente trasferirsi in un altro corpo, adulto e pronto all’uso, invece di rinascere come infante e affrontare nuovamente tutto il processo della crescita prima di tornare ad essere una minaccia), ma pone un altro, inquietante interrogativo: se i testi sacri sono in errore su un aspetto relativamente importante del nostro nemico, su cos’altro errano? Di che aspetti della vicenda di Sulema possiamo fidarci e quali invece no?

 Inoltre, le recenti rivelazioni rendono assolutamente sconcertante la presenza di Linca. Nessuno aveva mai sospettato che potesse essere una Duheviq: il suo aspetto era insolito per un essere umano, ma non abbastanza da destare sospetti, e a quanto pare non si è esposta attaccando alcuna persona. Abbiamo solo capito che fine abbiano fatto i vari animali misteriosamente scomparsi nel giardino.

 Ma i Duheviq sono i più leali servitori della Grande Madre! E’ risaputa la loro fedeltà ad Achesay, ho sentito molte storie su come molti di loro abbiano preferito morire piuttosto che tradire la loro madre, e nessuno di loro si abbasserebbe mai a mettersi al servizio di un essere umano. E questa Linca non solo la tradisce, ma si pone al servizio di un essere nemico degli dei e degli uomini? Di sua spontanea volontà, senza alcuna minaccia? E’ chiaro che sia così, l’invariabile mancanza di rispetto che Linca porta al suo padrone non parla certo di una vittima intimorita e forzata.

 Le nostre informazioni sull’Incendiario sono incerte, ma Linca è un vero mistero. Nessuno dei nostri sforzi di venire a capo di questa strana alleanza ha dato frutti; la mia signora ha cambiato argomento con un sospiro.

 “Stando a quel che ha riferito il bastardo, solo pochi eletti sono consci dell’esistenza dell’Incendiario: il Sommo Sacerdote di ogni divinità, suppongo, e i loro fedelissimi più esperti o promettenti. Dovrei indire una riunione con tutti loro, e sarebbe impossibile farlo in segreto; perderemmo l’elemento della sorpresa, unico nostro vantaggio, e dovrei comunque portare prove certe per motivare un attacco simile. E ad eccezione della parola di Qillalla, non ne possiedo”

 “Potremmo ingannarlo di modo da costringerlo a rivelare i suoi poteri davanti a dei testimoni?” suggerii.

“Con un solido piano, sarebbe possibile” ha concesso Llyra. “Ma l’idea di rivelare al mondo l’esistenza di un mostro simile non mi rallegra affatto. Se il popolo sapesse che lo spirito di Sulema vive ancora, può possedere neonati o adulti … pensa alla vicenda della figlia del nobiluomo di Achy, ed estendila a tutto il regno”

 La mia signora parlava di un caso che sentimmo da ragazzine, da un ambasciatore straniero: un superstizioso nobile delle sue terre, avendo visto la sua giovane figlia comportarsi in modo strano e disordinato, la credette posseduta da uno spirito maligno e, nel tentativo di cacciarlo, la uccise. Il sacerdote che ne preparò il corpo per la sepoltura la esaminò e scoprì che era semplicemente ubriaca, e le amiche della giovane ammisero di averla aiutata a uscire di soppiatto la notte per andare in una taverna a festeggiare un buon matrimonio concordato per una di loro.

 Se l’esistenza dell’Incendiario fosse resa di pubblico dominio, quanto dovremmo aspettare prima di trovarci tra le mani vere e proprie stragi di bambini pestiferi, ragazzi negli anni turbolenti della crescita, uomini o donne che cambiano improvvisamente comportamento per una qualunque ragione tra le più banali? Il popolo vivrebbe nel terrore di essere vittima della possessione, o che ne sia vittima un loro caro, o un figlio. La loro paura li porterebbe ad azioni sconsiderate, l’Impero crollerebbe nel caos. E’ curioso che l’Incendiario non abbia mai rivelato la sua esistenza pubblicamente: se volesse far sprofondare la civiltà umana nell’anarchia, potrebbe farlo senza muovere un dito!

 Davvero, sono stata stupida a suggerire una cosa simile. Non secondo Llyra – la mia signora è troppo buona: sarebbe sufficiente che i testimoni in questione fossero Sacerdoti, quegli stessi scelti per ucciderlo. Il problema diviene ora come creare questo inganno: la mia signora me ne ha parlato dopo aver congedato Qillalla, ammettendo che, se l’Incendiario dovesse catturare la ragazza, lei non dovrebbe essere in grado di informarlo delle nostre contromosse neppure sotto tortura.

 L’idea è quella di sfruttare proprio la sua spia nell’harem dell’Imperatore: dovranno pur comunicare in qualche modo, scambiarsi lettere con ordini o rapporti dell’esecuzione dei suddetti, sappiamo per certo che è stato fatto passare di nascosto almeno un gioiello…a un occhio esterno, privo delle nostre conoscenze, non sembrerebbero chiari indici di una tresca?

 Del resto, l’eunuco che fa la guardia all’harem inizia a risentire della vecchiaia, sarebbe sempre più facile per la ragazza uscire o far entrare qualcuno di nascosto. E quelle donne sono proprietà esclusiva dell’Imperatore: chiunque le tocchi commetterebbe un sacrilegio che può essere punito solo con la morte. Se anche Manco, o i familiari della concubina, volessero indagare, scoprirebbero solo la vera natura di quel legame, e ciò li convincerebbe semmai ad affrettare l’esecuzione di entrambi.

 Certo, il piano ha una falla: non sappiamo chi sia la spia. Sayre ha negato che fosse Nuala, ma per Llyra ciò non la esclude dai sospetti: sarebbe perfettamente ragionevole per l’Incendiario voler nascondere l’identità di una sua agente, per preservarne l’utilità. L’unica certezza che abbiamo è che il loro tramite è Linca, che in quanto donna, ha il permesso di entrare nell’harem per raccogliere le commissioni di gioielli o consegnare quelli già realizzati. Avremmo bisogno di qualcuno di fidato per sorvegliarla; il problema è che le recenti rivelazioni hanno completamente messo in discussione le nostre possibilità di fidarci di chicchessia. Se solo ci fosse uno schiavo appena arrivato, o un giovane fresco di studi al suo primo incarico!

 Sfortunatamente, siamo in un momento in cui non vi è nessuno che corrisponda a queste descrizioni, e ancor più sfortunatamente, in questo punto della conversazione è sopraggiunto un messaggio dalla mia casa, da parte di mio marito che richiedeva la mia presenza data l’ora tarda. La mia signora mi ha congedata con la promessa di informarmi non appena avrà deciso chi sarà il suo agente.

 Tra le lunghe ore che ho passato a palazzo e il tempo che ho impiegato a scrivere, è davvero notte inoltrata e sono sfinita; spero che il domani porti notizie migliori.

 

 

E bene, le domande di Choqo riguardo a Sayre avevano trovato, se non una risposta, almeno un riscontro. Aveva immaginato che Llyra fosse la persona più adatta a notare i dettagli della discordanza di età e di Linca: Simay e Corinna erano stati troppo presi dagli aspetti rispettivamente ideologici e sentimentali della situazione per prestarvi attenzione.

 Purtroppo sembrava fosse stata, all’estremo opposto, troppo pragmatica: si era concentrata su come Sayre operasse, quali vantaggi aveva e come poteva essere sconfitto, ma non sembrava aver dedicato molte riflessioni alla sua dichiarazione di agire per il bene dell’umanità, per redimere le colpe sia sue che dei suoi antichi pari. Forse aveva dato per scontato che mentisse? Strano, era stata proprio lei a notare le incongruenze del mito, e a chiedersi se non ce ne fossero altre!

 Ma se aveva capito qualcosa dei protagonisti di quella vicenda, prima o poi Simay ci aveva riflettuto; ed essendo anche il principale oggetto delle attenzioni di Sayre, le pareva opportuno riprendere in mano il suo manoscritto.

 

 

 

                                                        Dal Manoscritto di Simay

 

 

Sorprenderei qualcuno rivelando che quella notte non chiusi occhio? Non feci altro che girarmi e rigirarmi nella stuoia, tentando di elaborare tutto quello che era appena successo. Avevamo rivelato, non per nostro merito, l’identità dell’Incendiario: un artigiano assolutamente stimato e rispettato, contro cui non esistevano prove concrete. Neppure noi l’avevamo sospettato più di tanto, credevamo che fosse un nobile!

 Eppure … che significato diverso assumeva ora la sua prima conversazione con me. Non era un giovane eccentrico le cui riflessioni sfioravano il blasfemo, ma interessato a chiacchierare con me, era un nemico giurato di tutti gli dei che stava cercando di capire se fossi abbastanza malleabile da essere indotto a un’alleanza! E dire che i primi giorni avevo perfino accarezzato l’idea di continuare quelle conversazioni, di riportarlo sulla retta via! Neanche l’uomo più saggio del mondo, benedetto da Achemay in persona, ci sarebbe riuscito.

 E come suonava diversa quell’offerta di aiuto, per qualunque problema avessi avuto! Dovevo averlo davvero deluso, quando avevo preferito l’assistenza di Qillalla e Corinna. Almeno avevo qualcosa di cui congratulare me stesso, anche se non l’avevo certo fatto con cognizione di causa.

 Ma non era del passato che dovevo preoccuparmi. Quali sarebbero state le sue prossime mosse? Era riuscito a causare l’esilio di Pacha solo con alcune frasi e storie inventate che non avevano alcuna apparente correlazione col caso: come potevo essere sicuro che una qualunque mia azione non fosse stata in realtà prevista da lui proprio per portarmi al trono, anche se io credevo che avrebbe avuto l’effetto contrario? La situazione era ridicola … la prima persona delle cui azioni non potevo fidarmi ero io stesso. E non vedevo una via d’uscita, non sapevo cosa fare, nessuno mi aveva mai preparato a una cosa simile!

 Avevo dalla mia parte Qillalla e Corinna, certo, ma loro erano come me, due normali ragazze che si erano improvvisamente trovate coinvolte nei piani di una divinità folle. Che fine aveva fatto tutta la sicurezza che avevo ostentato, quando avevo chiuso la conversazione sfidandolo? Stavo praticamente appallottolato a tremare sul pavimento, la vera immagine di un futuro Imperatore.

 Tutte le possibilità che erano state considerate … diventare un grande esperto della magia della Terra e ucciderlo seppellendolo vivo? Avrei reso un grande servizio alla mia dea, dando prova della mia devozione … e se qualcuno avesse saputo la mia impresa, mi avrebbe acclamato come un eroe, la persona più adatta ad assumere le redini dell’Impero!

 Se avessi inventato false accuse contro di lui, come aveva suggerito Corinna? Probabilmente stava già considerando tutto quello che avremmo potuto fare, e trovando un modo da volgerlo a ‘mio’ vantaggio.

 Se avessi cercato aiuto? Capac sapeva dell’Incendiario, ma era uno di pochissimi. Sayre aveva già menzionato una spia al suo servizio, esisteva una molto concreta possibilità che ve ne fossero altre, probabilmente all’interno dello stesso Tempio di Achesay: quelle sostituzioni di materie prime capitavano un po’ troppo a proposito per essere una fortunata coincidenza. Pensare che la sua corruzione avesse raggiunto anche la casa della Grande Madre … mi veniva la nausea al pensiero. E anche da un punto di vista di più fredda logica, questo significava che non potevo davvero fidarmi di nessuno, se non di chi era già dalla mia parte.

 Cosa fare, cosa fare? Niente? Forse deludere le sue aspettative sarebbe servito a farmi bollare come un inetto, e gli avrebbe fatto cambiare idea? Non c’era la possibilità che mi uccidesse una volta non gli fossi più parso utile?

 No, anche quello sarebbe stato preferibile all’allearmi con lui. Al cedere alla sua proposta … quel giorno avrei dovuto fare penitenza, per quegli stupidi pensieri e fantasie che mi avevano attraversato la mente, nel momento in cui aveva promesso i suoi servigi se avessi tentato di raggiungere il potere. Immaginarmi come Imperatore, immaginare quello che avrei potuto cambiare o migliorare se solo ne avessi avuta la possibilità, era quasi un crimine in sé e per sé. Il trono apparteneva a Quisquis, io ero votato al servizio di Achesay. Era l’ordine delle cose, come esse dovevano essere. Io non avevo il diritto di esercitare una volontà contraria.

 E anche se fossi stato un sovversivo, che garanzie avrei avuto che Sayre volesse davvero aiutarmi? Era l’Incendiario, mentire e traviare persone e interi popoli era semplicemente quello che faceva. Aiutare l’umanità? Voler espiare per i crimini di Sulema? Menzogne adatte per accattivarsi una persona devota.

 E come aveva menzionato ‘i suoi antichi pari’, poi! Come se la Madre Achesay o il Padre Tumbe, o il grande Achemay, progenitore della stirpe reale, o Chicosi, che aveva sconfitto Sulema e donato il fuoco all’umanità, avessero compiuto azioni anche solo paragonabili al Terrore. Davvero aveva tentato di gettare nel dubbio la mia devozione?

 Esaminando tutti i miti che conoscevo, non potevo trovare nulla di paragonabile. Forse la trasformazione degli antichi Kisnar? Ma anche quello era stato un atto di giustizia contro dei superbi! Un monito di quello che gli dei, pur amorevoli verso la razza umana, potevano fare se questa mancava loro del giusto rispetto. Serviva soprattutto a me, in quel momento.

 Perché, anche con tutti i miei sforzi di non pensarci, di metterla a tacere, sembrava che una piccola parte della mia mente si fosse ribellata alla mia volontà, chiedendosi insistentemente cosa volesse dire davvero Sayre con quelle parole …

 No, questo non doveva succedere! Non dovevo dare ascolto alle sue parole. Chissà quanti, prima di me, erano stati uomini virtuosi e devoti, che avevano permesso all’Incendiario di insinuare il dubbio nelle loro menti e ne erano stati soggiogati, per percorrere il sentiero dell’ingiustizia e della blasfemia?

 Non dovevo essere come loro. Dovevo essere l’immagine opposta, l’immagine, almeno ai miei occhi perché sarei stato l’unico a saperlo, di qualcuno che aveva saputo resistere alla tentazione.

 Certo, sarebbe stato molto più facile se avessi saputo come legare le mani a Sayre. Di nuovo, come potevo fare una qualunque cosa senza la certezza di non stare in realtà facendo quel che voleva lui? E dovevo considerare che, se pure fossi riuscito a ucciderlo, di mia mano o consegnandolo alla giustizia, si sarebbe semplicemente reincarnato in qualcun altro, da qualche altra parte, pronto a cominciare daccapo in quella disgraziata fetta di mondo.

 La mia lealtà di suddito andava a Tahuantinsuyu, certamente, ma non potevo non pensare che altrove nel mondo non vi fossero altri giusti e pii. Altre persone la cui vita sarebbe stata rovinata dall’Incendiario. E di questi, io era uno dei pochi ad avere una possibilità di ribellarmi a lui: a quanto avevo capito, era anche peggio di quel che pensava Pacha, queste persone erano corrotte nell’infanzia, allontanate, talvolta a forza, da famiglie che avrebbero insegnato loro la retta via … io ero l’unico cui fosse stato insegnato diversamente.

 Non potevo permettere che qualcosa di simile si ripetesse. Se avessi attaccato non l’incarnazione di Sayre, ma lo spirito stesso di Sulema? Sarebbe andato contro il volere stesso degli dei, certo, ma ora non era stato provato con più che certezza che la punizione della dea non aveva fatto nulla per mitigarne la crudeltà e la superbia? Forse avrei dovuto chiedere consiglio in preghiera, un segno, qualcosa che mi comunicasse la volontà divina che avrei dovuto seguire … sì, mi risolsi a una mattinata di preghiere più intensa del solito.

 Mentre mi dibattevo tra questi pensieri (che non seguivano peraltro il corso lineare che ho esposto, ma si ripresentavano più volte senza che io riuscissi a venirne a capo), avevo fatto in tempo a vedere il cielo rischiararsi sempre di più, finché non era sopraggiunto Waray per svegliarci tutti. In altre parole, non ero riuscito a chiudere occhio tutta la notte, malgrado mi sentissi effettivamente stanco.

 Non andai neppure alla colazione con gli altri: mi recai direttamente al Tempio, e lì pregai ininterrottamente, senza farmi distrarre dall’arrivo degli altri per le loro preghiere, finché qualcuno mi scosse e mi disse di andare a sorvegliare le quantità dei piatti che sarebbero stati messi a disposizione del popolo, il giorno della consacrazione del nuovo Sommo Sacerdote.

 Ormai la delibera era stata conclusa: Waray era il candidato migliore. Tra la stanchezza e la fame, per poco non persi il controllo per dichiarare che non sarebbe stato all’altezza di Pacha. Che idiota! Come potevo permettermi di giudicarlo? Io non ero nessuno per condannare la decisione presa dal consiglio dei Sacerdoti più anziani, non avevo una briciola della loro esperienza e saggezza.

 Pacha era stato un uomo devoto, dignitoso, sempre pronto a prestare aiuto a chiunque lo richiedesse, fosse anche l’ultimo dei novizi. Waray poteva apparire più apatico, privo di quei tratti di pace e serena autorità che caratterizzavano Pacha a prima vista, ma ciò non significava che sarebbe stato meno devoto o meno competente come Sommo Sacerdote. E lo avevo quasi detto ad alta voce! Che imbarazzo sarebbe stato per tutti. Dovevo controllarmi meglio.

 Cacciai via questi pensieri, e mi affrettai a fare ciò che mi era stato richiesto. Ero stato in preghiera così tanto che mi venne un lieve capogiro ad alzarmi, ma lo ignorai e passai le due ore successive a controllare che i conti delle cibarie fossero corretti: di tutta la grande folla che si sarebbe riversata nel cortile per la celebrazione, nessuno doveva rimanere a corto di cibo e di cila. Il compito fu tanto impegnativo che ci impiegò l’intera mattinata, al termine della quale preferii non approfittare della pausa e tornare in preghiera.

 Nel mattino non avevo ricevuto i consigli o i segni che avevo sperato, forse avevo sbagliato qualcosa, forse avevo usato l’approccio errato, forse avevo commesso qualche involontaria mancanza di rispetto … d’improvviso ero a faccia in giù sul pavimento, con almeno due persone che dicevano qualcosa.

 Ora, leggendo ciò che ho descritto, molte persone dotate di una minima conoscenza medica mi staranno dando dell’imbecille: hanno perfettamente ragione. Non ero abituato alla veglia ininterrotta, e questo aveva già provato il mio fisico, non avevo mangiato, e avevo trascorso la mattinata immerso senza sosta in calcoli, discussioni e preghiere. Il mio corpo era troppo abituato alla comodità, e non aveva retto. Appena capii cosa fosse successo, maledissi la mia incapacità, mi ripromisi che mi sarei abituato a sopportare periodi di penitenza anche più lunghi, e mi sfuggì un borbottio in proposito.

 La mia risoluzione non fu accolta con l’approvazione che si potrebbe immaginare: le due persone erano un Sacerdote più anziano, che mi intimò di non usare la devozione per giustificare l’idiozia, e Capac, che mi accompagnò al dormitorio dei novizi a riposare, e cercò di sapere per tutto il tragitto che Supay mi avesse spinto a un’azione così deleteria. Quella giornata ebbe un prosieguo molto deprimente, almeno per me: mi fu imposto il riposo – tormentato da incubi-, di mangiare, e mi fu proibito di tornare al lavoro, con un altro Sacerdote che arrivò a un certo punto a farmi una più lunga lezione su come l’eccessiva devozione potesse nascondere in realtà la superbia nello spirito. Se solo avesse saputo!

 Per giunta, la mia condizione di riposo mi impedì di incontrare Qillalla, che aveva tentato di accedere al Tempio per parlarmi dei recenti avvenimenti.

 “Quella giovane ha perfino cercato di accedere alle aree riservate ai Sacerdoti, e si è allontanata non per rispetto o pentimento delle sue azioni, ma perché le è stato detto che eri malato” disse il Sacerdote che venne a riferirmelo, voce e sguardo colmi di disapprovazione come se la condotta di Qillalla fosse colpa mia.

 Sì, di norma avrei condannato anch’io l’introdursi senza invito nel cortile interno del Tempio, ma iniziavo a pensare che quelle circostanze giustificassero qualsiasi lieve condotta indisciplinata. “Perché voleva tanto parlarti, comunque?”

 Stavo per riferirgli della faccenda del suo matrimonio indesiderato, quando mi venne l’idea. Certo, sarebbe stato irrispettoso mentire a un Sacerdote, ma era per una buona causa, una che lui probabilmente avrebbe visto come indifferente a sé. E poi, era da tempo che dovevo fare onore al mio debito con Corinna.

 “Si tratta di una schiava, signore” risposi. “La ragazza ora è stata donata al palazzo, ma la sua giovane padrona le è rimasta affezionata. Sapendo del suo desiderio di consacrarsi al servizio del divino Pachtu, ha chiesto a me, in quanto novizio sacerdote e figlio di un governatore, di portare la sua causa alla Somma Sacerdotessa del dio”

 “Era per questo che ti affrettavi a finire i tuoi doveri di organizzazione e preghiera?”

 “Sì, signore. Vi chiedo perdono se non sono stato efficiente quanto avrei dovuto”

 Il Sacerdote sospirò. “Avevi buoni motivi … anche se la lealtà alla tua dea dovrebbe avere la precedenza sugli altri, non c’è nulla di male nel voler procurare devoti anche a loro”

 “Mi chiedevo … se proprio non posso andarci io …”

 “Non puoi”

 “Se potessi chiedere a qualcuno di sostituirmi. Si tratterebbe di poco, il tempo di recarsi all’altro Tempio e parlare della ragazza e di dove possa essere trovata …”

 “Ragazzo, hai notato che siamo tutti un poco occupati?”

 “I doveri degli attendenti al tempio non aumenteranno fino alla consacrazione vera e propria”

 “Non ti saranno grati di aver modificato la situazione” il Sacerdote sorrise appena. “Ma inviarne uno non sarà di troppo danno. Chi è la ragazza?”

 “Si chiama Corinna, correntemente lavora al servizio dell’Imperatrice assistendo le sue ospiti. Sarà necessario avvertire le Sacerdotesse che ha un carattere strano, brusco, senz’altro dovuto alle sue origini selvagge, ma è diventata una fervente devota del dio dell’Energia da quando le è stato mostrato il suo culto. E come tutti, merita una possibilità di accedere al suo servizio, se così desidera”

 Il Sacerdote concordò e se ne andò. Quando i novizi rientrarono, quella sera, Capac mi riferì che un attendente era stato effettivamente inviato al Tempio dell’Energia, ed era tornato con la notizia che le Sacerdotesse si sarebbero interessate al caso.

 Sospirai. Certo, non avrei dovuto essere tanto soddisfatto per un inganno, avrei dovuto fare altra penitenza – possibilmente un po’ più discreta – ma potevo dire di essere felice di essere finalmente riuscito a tenere fede alla mia parola, e a ricambiare l’aiuto che qualcuno mi aveva dato così spontaneamente. Con tutti i suoi difetti, Corinna era una ragazza abbastanza coraggiosa e altruista da voler rischiare la vita per un perfetto sconosciuto e per portare giustizia ad altre sconosciute: meritava una possibilità di accedere al sacerdozio che più le si addiceva.

 

 

 

 

GLOSSARIO (e qualche trivia):

Mekilo: essere simile a uno scoiattolo, solo molto più grande, con zampe molto più lunghe e la coda in fiamme. Essendo un animale legato al fuoco, non è considerato sacro a nessun dio, ma sfruttabile da tutto il genere umano. Viene usato soprattutto per trasportare merci e persone.

Occlo: bovino ricoperto di squame e con protuberanze lunghe e sottili, simili a serpenti che stanno al posto delle corna e da cui esce fuoco. Anch’esso animale legato al fuoco, ma per la sua pericolosità e la capacità di controllare i loro getti di fuoco sono quasi esclusivamente cavalcature da battaglia.

Kutluqun: capre anfibie con alghe al posto della pelliccia. Sono considerate sacre al dio Tumbe, e per questo, per allevarle o catturarne di selvatiche, è necessaria l’autorizzazione di un sacerdote di quel dio.

Lymplis: pesci volanti, con le pinne coperte di piume. Sono sacri alla dea Chicosi, dunque è necessaria l’autorizzazione di un suo sacerdote per possederne uno. Malgrado ciò, sono popolari come animali da compagnia presso la nobiltà.

Kyllu: uccelli simili a cigni, fluorescenti. Sono sacri al dio Achemay, e allevati solo all’interno del palazzo imperiale. Il loro piumaggio è usato per decorare le corone dei sovrani.

Lilque: creature con corpi simili a quelli degli esseri umani, ma con code di serpente al posto delle gambe. Servitori del dio Thumbe, vivono presso il mare, i laghi e in qualche caso i fiumi, quasi mai in corsi d’acqua più piccoli.

Duheviq: piante dalla capacità di mutare il proprio aspetto, assumendo qualsiasi forma desiderino. Originariamente questo veniva usato per catturare prede dei cui fluidi nutrirsi, ma con l’avanzare della società umana, ne hanno approfittato per integrarvisi. Un tempo servitori della dea Achesay, organizzati in tribù-foreste rigidamente isolate dagli esseri umani; solo i sacerdoti della dea potevano avvicinarli senza essere bollati come cibo. Al tempo di Choqo, mentre i più anziani vivono ancora tradizionalmente, i più giovani hanno preso a mescolarsi con le popolazioni umane, finendo spesso vittime di discriminazioni e relegati ai lavori meno nobili o remunerativi. Mantengono comunque un rigido codice di valori, di cui la fedeltà è il più alto.

Shillqui: piante in cui scorre un liquido per aspetto e consistenza simile al miele, che causa a tutto l’albero di agitarsi violentemente. Se bevuto, questo liquido dà gli stessi effetti agi esseri umani, ma è difficilissimo metterci le mani sopra. Pianta sacra a Pachtu, i suoi sacerdoti ne devono bere la linfa durante le cerimonie.

Likri: fiori simili a gigli rossi, dalle temperature bollenti, che esalano un fumo sottile. Se tuffati in acqua gelida e canditi, sono considerati ottimi per la pasticceria, ed essendo legati al fuoco, l’unico limite al coglierli è potersi permettere buoni guanti protettivi.

Sangue della Terra: erba che influenza la circolazione sanguigna, usato per diversi effetti nelle gravidanze.

Zullma: pianta le cui varie componenti hanno diversi usi; le radici sono considerate un potente lassativo.

Kiquicos: erba di colore blu, parassitaria dei Duheviq. Pericolosa per le sue capacità di depistare animali e viandanti, ma molto ricercata per le sue molteplici virtù.

Guyla: praticamente un Moment.

Tably: erba che secondo le credenze popolari risolve l’insonnia e i problemi di incubi frequenti.

Ago di Luce: essere a metà tra lo stato animale e quello vegetale, si nutre di sangue, ma può essere utilizzato per aspirare anche altri fluidi corporei.

 

Qillori: cristalli di colore azzurro chiaro, molto usati in oreficeria.

Achemairi: cristalli di colore dorato, anch’essi comuni per l’oreficeria.

Tablyk: pietra di colore rosato, usata nell’oreficeria.

Kislyk: pietra dall’aspetto simile alla tablyk, ma molto più dannosa.

 

Notte: entità primordiale da cui tutto il mondo ha avuto origine.

Achemay: dio del sole, entità più importante del pantheon Soqar.

Achesay: dea della terra.

Chicosi: dea dell’aria.

Tumbe: dio del mare, dei fiumi e dei laghi.

Sulema: dea del fuoco.

Pachtu: dio dei fulmini e della vita.

Qisna: dea della morte e delle paludi.

Supay: esseri più collegati al folklore che alla religione vera e propria, sono creature della Notte,

incaricati di torturare le anime dei peccatori che lì vengono gettate.

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

Urgh.

(Traduzione: gli ultimi mesi sono stati un delirio e non farò più nulla del genere. D’ora in avanti cercherò di evitare situazioni del genere, anche se con la disperata ricerca di un tirocinio e la preparazione della tesina in vista non posso promettere nulla.

Comunque, un capitolo piuttosto di transizione, come potete vedere, perché dopo tutto questo tempo mi sembrava più il caso di fare un ‘riassunto delle puntate precedenti’ invece di sganciare una bomba. Quella arriverà nel prossimo capitolo.

A parte questo, un altro annuncio importante: questa storia si sta avvicinando alle 100 recensioni. Non ho davvero mai visto una mia storia arrivare a una simile popolarità, e per festeggiare e ringraziare tutti voi del sostegno, voglio scrivere uno spin-off di pochi capitoli che esplori le vicende passate della storia, relative a un personaggio di vostra scelta. Qui di seguito le alternative possibili: vincerà quella che raccoglie democraticamente il maggior numero di richieste:

1°: spin-off su Llyra e sulla sua ascesa al potere. Permetterà una migliore indagine sul carattere della nostra Imperatrice, e sul ‘gioco dei troni’ della generazione precedente, con tutte le sue conseguenze attuali.

2°: spin-off su Etahuepa e sul suo legame con Simay. Permetterà di esplorare un legame che nella storia principale passa un po’ in sordina, oltre a come funzioni a livello amministrativo l’Impero di Tahuantinsuyu.

3°: spin-off su Waray e sulle gioie della vita sacerdotale.

Detto questo, ringrazio nuovamente tutti quelli che hanno seguito la storia, e che malgrado l’immenso hiatus, vogliono continuare a seguirla!

  
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