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Autore: DolceZeref    23/07/2018    4 recensioni
Ed eccomi su questo fandom con la mia prima storia ad OC! Chi vi parla è un'amante dei Ranger e ha deciso di scriverci una fiction, che si ambienterà ad Almia.
La strada per realizzare il proprio sogno è dura, soprattutto se ci si mettono in mezzo numerose difficoltà, ma insieme ce la si cava sempre. Fra gli anni in Accademia e l'addestramento pratico, riusciranno i nostri giovani eroi a salvare i Pokémon?
Beh, spero di avervi incuriosito, ci vediamo dentro!
Dal prologo:
-Come fai a rilassarti sapendo che presto metteremo piede all'Accademia dei Ranger?!-
...
L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno: il primo alla scuola tanto sognata e di una grandiosa avventura, più di quanto pensassero.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Rivelazioni
 
-Diventeremo Ranger!-
-Giusto, in questo modo potremo ricambiare il favore-
-E saremo noi a proteggere i Pokémon-
-Sì!-
-Ah, Leo, però...-
-Dimmi-
-...resteremo insieme, vero?-
-Certo, Lu! Non ci lasceremo mai, te lo prometto!-
 
-Te lo prometto...-
 
-Cosa, Leo?-
La voce di Lidia lo riscosse. -Ah, no, niente, scusa...stavo solo pensando ad alta voce- Non se n’era nemmeno accorto. Tentò di sorridere come suo solito, ma fallì, come se non ne fosse più capace. Forse, in effetti, era così.
-No, scusami tu...- Stava pensando alla gemella, ovviamente; non ci voleva un genio per capirlo, era palese. D’altronde, come biasimarlo? Luna era al centro dei pensieri di tutti loro e non potevano nemmeno immaginare cosa significasse perdere una sorella. Se fosse capitato a lei...cosa avrebbe fatto?
-Oh, sono arrivati gli altri- esclamò Nara all’improvviso, strappandoli a quelle riflessioni e puntando lo sguardo su due gruppi provenienti da direzioni diverse che stavano camminando a passo svelto verso di loro. Uno, però, era tristemente privo di due membri.
Leo si sentì mancare un battito quando Candice e Tsukiko sbucarono da dietro una curva, da sole, e la dura realtà polverizzò quel briciolo di speranza che gli era rimasto aggrappato con testardaggine al cuore, a dispetto di tutto. Aveva sperato, infatti, che un miracolo si sarebbe realizzato, ma era solo un povero illuso, uno stupido. La speranza, poi...in quel momento gli sembrava inutile: serviva soltanto a nutrire false aspettative e deludere nel peggiore dei modi. Forse, inoltre, quella tanto sbandierata connessione fra gemelli non era mai esistita, perché lui credeva che nel caso fosse successo qualcosa alla sorella sarebbe stato il primo a saperlo, senza il bisogno che glielo dicesse qualcuno, invece...invece non se n’era manco accorto, non l’aveva sentito.
Tutti, comunque, nessuno escluso, guardarono per prima cosa il gruppo dell’Altopiano, in automatico, ed ebbero molte reazioni diverse. Le due ragazze, le uniche superstiti, parevano distrutte, fisicamente ma soprattutto psicologicamente, e in effetti lo erano. Avevano ovunque graffi e ferite superficiali, le loro uniformi non erano più perfette, con strappi e stropicciature in molti punti, e le loro espressioni tradivano una certa ansia, però si sforzarono di non cedere proprio in quel momento. Candice si avvicinò a Leo. Prima di compiere ogni altra azione, aveva la ferma intenzione di parlargli: si sentiva la principale responsabile della tragedia che aveva colpito sua sorella, perché se avesse agito in maniera differente forse l’avrebbe potuta salvare.
-Leo, io...- iniziò, venendo interrotta subito.
Dopo un breve attimo in cui il ragazzo era rimasto a fissare il vuoto, i suoi occhi si erano spostati su quelli della compagna, anche se a lei sembravano molto diversi da come li ricordava, più spenti. Quanto poteva essere cambiato? Phibrizio non sapeva ancora che tremendo nemico si era creato. -Non è nemmeno colpa tua. Come ho già detto a Koito, è tutta mia. Però ti ringrazio, Candice-
-Mi...ringrazi?- Sgranò gli occhi, incredula: pensava che avrebbe avuto una reazione molto differente.
-Sì, ti ringrazio. Ho la netta sensazione che le cose sarebbero andate molto peggio se non ci fossi stata tu, anzi, se non ci foste state voi- Si rivolse anche a Tsukiko. -Grazie. Adesso mi sa che dovremmo andare-
Detto questo, indicò la Federazione e cominciò a salire le scale, imitato dagli altri. Era giunta l’ora che il professore venisse al corrente dei risultati dei controlli.
 
***
 
Frenesio aveva iniziato a fare ricerche su quel giovane, Mikio, subito dopo aver salutato i ragazzi. Da qualche parte aveva già sentito quel nome, ne era sicuro, anche se non ricordava dove. Dato che indossava un’uniforme da Ranger completa di Styler, doveva aver per forza frequentato l’Accademia e proprio nei suoi registri aveva cercato le prime informazioni, trovandole solo dopo un po’ a causa di un particolare imprevisto. Aveva scoperto delle cose molto interessanti su di lui...
 
I giovani entrarono in massa nel laboratorio, mentre il professore era impegnato in riflessioni riguardanti molti ambiti diversi. Quest’ultimo, comunque, le interruppe per dargli il bentornato, però notò all’istante che qualcosa non andava, o per meglio dire che qualcuno mancava.
-Salve ragazzi, sono lieto di vedervi di nuovo qui, anche se devo ammettere che non mi aspettavo l’avrei fatto così presto-
Questi ultimi si scambiarono delle occhiate ansiose. Alla fine, Candice si fece coraggio e parlò. -Buongiorno, professore. C’è un motivo preciso se siamo tornati oggi e non credo le piacerà. Abbiamo molte cose da riferirle-
L’uomo cominciò a preoccuparsi. -Questo motivo...centra per caso con il fatto che quella giovane Ranger e Mikio non sono qui con noi?- chiese, scuro in volto. All’inizio aveva pensato che fossero in ritardo per qualche ragione, ma...
-Non lo chiami più in quel modo, per favore. Quello non è il suo vero nome, ci ha mentito. Inoltre...è lui la causa della scomparsa di Luna- s’intromise Tsukiko, stringendo i pugni per la rabbia che provava verso Phibrizio e verso se stessa, per non essere stata capace di fare niente. In realtà, aveva anticipato i compagni, dato che i sentimenti erano gli stessi.
Frenesio, a quella frase, sgranò impercettibilmente gli occhi e aggrottò le sopracciglia, creando una ruga sulla fronte. -In effetti ci ha mentito, almeno per metà, tuttavia ne riparleremo in seguito. Piuttosto, raccontatemi con calma cos’è accaduto e cosa avete scoperto-
Con calma, eh? Più semplice a dirsi che a farsi. In ogni caso, uno a uno i ragazzi presero la parola, a partire dalle uniche superstiti del gruppo dell’Altopiano, e il tempo passo senza che nessuno se ne accorgesse. Candice e Tsukiko raccontarono a turno di come si erano separate da Luna e “Mikio” e avevano notato che il segnale dello Styler di lei era sparito, comprendendo poi chi era il giovane “Ranger” e quello che aveva fatto; coloro che erano andati al Castello di Almia, invece, dissero cosa li aveva portati a incontrare il Ninetales che, attraverso l’illusione di quello che assomigliava a un principe, gli aveva fatto scoprire cose incredibili e li aveva informati del fatto che qualcuno un tempo sigillato era stato risvegliato da tre chiavi, dopo che qualcun altro  era scomparso; quelli che non avevano ancora parlato, infine, ricordarono come avevano conosciuto uno strano tipo che si era proclamato membro dei Cavalieri della Notte, che a quanto pareva era il più grande team di Almia, e che aveva intenzione di metterli fuori gioco con uno Styler modificato per ordine del suo capo.
Al termine del lungo racconto, Frenesio, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare concentrato la storia, annuì e aprì bocca per la prima volta, sorprendendo tutti con quello che disse. -Mh, me l’aspettavo-
-In che senso, professore? Cos’è che si aspettava? Vuole forse darci a intendere che ci ha fatto fare inutilmente questo viaggio?- chiese Midori, la quale si poteva permettere di parlargli in quella maniera avendoci più confidenza.
-No, affatto. Al contrario, il vostro viaggio mi è stato molto utile per confermare molte ipotesi che avevo fatto.  Mai mi sarei immaginato che quel ragazzo fosse in realtà un criminale, ma con le vostre preziose informazioni possiamo capire il suo piano e preparare il contrattacco per fermare questa pazzia una volta per tutte. Intanto invierò una squadra di Ranger nei pressi dell’Altopiano e delle Rovine Cromane. Non tutto è perduto- disse, rivolgendo uno sguardo a Leo in particolare nel pronunciare l’ultima frase. Che una debole fiaccola di speranza ardesse ancora?
-Quindi, professore?- riprese Midori, decisa a tirargli fuori quel che sapeva -Di cosa ha avuto la conferma?-
Lui annuì. -Come vi ho comunicato qualche giorno fa, le vibrazioni che ben ricordate hanno avuto il loro ipocentro nelle tre zone che avete visitato e che, guarda caso, avrebbero potuto essere collegate a un’antica leggenda. Ebbene, la mia ipotesi era corretta: queste aree sono connesse alla Leggenda dei Regi, conosciuta solo di una cerchia ristretta di persone-
-La leggenda dei...un attimo, con Regi intende mica i golem leggendari?- domandò Candice, che avendo letto molti libri sapeva molte cose sui Pokémon.
-Sì, esatto, vedo che sei piuttosto informata. Con Regi si intendono Regirock, Regice e Registeel, insieme al loro capo Regigigas. La leggenda narra che in tempi remoti un Pokémon antico spostò i continenti nelle loro posizioni attuali trascinandoli con delle corde. Quando finì, creò tre Pokémon a lui somiglianti: Regirock, dall’argilla, Regice, dal ghiaccio, e Registeel, dal magma. I popoli contemporanei li veneravano, ma, vedendo l’enorme potenza di Regigigas, lo imprigionarono nei sotterranei di un tempio, mentre i tre golem vennero separati da lui e sigillati in luoghi diversi. Furono lasciati dei messaggi in braille per chiunque avesse scoperto la Sala Incisa, nella regione di Hoenn, con la speranza che un giorno qualcuno li avrebbe catturati e controllati e avrebbe così potuto controllare con il loro aiuto pure Regigigas. Purtroppo per noi, quel qualcuno è stato Phibrizio, che, poco ma sicuro, non ha nobili intenzioni-
Erano rimasti tutti abbastanza sorpresi da quelle rivelazioni e stavano aspettando che il professore finisse di parlare, ma Koito lo interruppe, non resistendo dal commentare. -Sì, perché ai popoli antichi non era nemmeno passato per l’anticamera del cervello che questo potere avrebbe potuto cadere nelle mani sbagliate- Era strano vedere un tipo come lui così arrabbiato.
-Però...come ha fatto Phibrizio a venire a conoscenza di questa leggenda? Lei ha detto che è nota ad una cerchia ristretta di persone. Inoltre, Hoenn non è vicinissima- Rita spostò di nuovo il discorso sulla leggenda, non volendo che l’umore generale diventasse ancora più nero.
Frenesio riprese. -Non so come ne sia venuto a conoscenza, tuttavia quel ragazzo è intelligente e abbastanza informato sui Pokémon. Sarebbe divenuto un buon Ranger, se soltanto avesse voluto. Forse aveva dei contatti a Hoenn, oppure ha avuto una discreta dose di fortuna. In ogni caso, in qualche maniera ha catturato i tre golem e ora controlla il loro capo. Con molte probabilità, i terremoti degli ultimi mesi sono stati causati proprio da lui, che con la sua forza colossale è capace di spostare interi continenti- concluse.
Amber aggrottò le sopracciglia, confusa. -Scusi, se Phibrizio controlla un Pokémon del genere, allora perché non usa il suo potere per raggiungere i suoi scopi?-
L’uomo fu felice di rispondere a quella domanda: era in attesa di qualcuno che gliela ponesse. -Perché non può, o meglio, non può ancora. Dovete sapere che l’abilità esclusiva di Regigigas è Lentoinizio, che fa sì che i suoi attacchi e la sua velocità siano rallentati per un lungo periodo successivo al suo risveglio. Questo è un grosso vantaggio per noi, per ragioni che potete ben immaginare-
Una buona notizia, finalmente. I visi dei ragazzi si illuminarono: avrebbero avuto il tempo per preparare un contrattacco coi fiocchi, al quale quel criminale non avrebbe avuto scampo.
-Professore, come ha fatto a capire tutto questo, partendo dalle nostre informazioni?- chiese Lidia, sentendosi una giornalista che fa domande al brillante investigatore di turno che ha risolto il complicatissimo caso di turno.
-Per cominciare, in ognuna delle zone che avete visitato c’era la stessa situazione, per quanto riguarda i Pokémon, visto che erano molto spaventati. Inoltre, quel giovane vestito in abiti regali a cui avete accennato era davvero un principe, per l’esattezza il principe Blu della leggenda Il Re di Almia e i Tre Principi, che ha abitato nel castello, mentre quel “qualcuno di importante” scomparso era Regice e le tre chiavi sono i golem leggendari, che sono stati riuniti per risvegliare Regigigas, un tempo sigillato. Per finire, il ragazzo di cui mi avete parlato, membro dei Cavalieri della Notte, ha ammesso di essere colpevole della parte più interna della Foresta di Vien e di conseguenza, dato che obbedisce agli ordini di Phibrizio è colpa di quest’ultimo, capo del team-
-Comunque, per preparare un buon piano di contrattacco, ci serve sapere dov’è quel pazzo- s’intromise Zero, serio come non lo era mai stato.
L’uomo annuì e accese la lavagna multimediale, proiettando una mappa della regione. -Certo. Prima, però, dovete sapere che la leggenda, scritta con l’alfabeto braille, recita così...- Aprì un’ultima finestra sulla lavagna con il testo:
 
Questa grotta fu la nostra casa
Ai Pokémon dobbiamo tutto
Ma dovemmo rinchiuderli in un luogo segreto
Ne avevamo paura
Se avrai coraggio e speranza
Dietro ad una porta troverai un Pokémon eterno
 
In seguito riprese. -Questo posto si trova nel tempio in cui è stato rinchiuso il Pokémon eterno, Regigigas. Tempio per niente difficile da individuare, perché è l’unico ad Almia...-
Il Tempio Hippowdon. Il luogo si colorò di rosso.
-...e Phibrizio deve essere per forza lì- concluse Nara, con la sensazione di aver appena trovato la soluzione.
-Esatto. Per oggi, però, è abbastanza. Ho bisogno di fare altre ricerche, perciò ne riparleremo domani- Manco a dirlo, si levò un sonoro coro di protesta che venne ignorato. Frenesio stava per spegnere la lavagna, ma Midori lo fermò.
-Professore, a proposito di cose di cui voleva parlarci, vorrei porle un’ultima domanda-
Cenno di assenso.
-Perché ci ha detto che Phibrizio ci ha mentito per metà, riguardo al suo nome?-
Lui fece un’espressione stupita. -Brava, Midori, me n’ero dimenticato. Ho detto così per questo motivo...- Aprì una nuova scheda sul computer, quella dei registri dell’Accademia. Poi, cliccò su un nome in particolare: Mikio Shirota.
I ragazzi trattennero il fiato, increduli davanti a quello che stavano vedendo.
Vicino al nome, in allegato, c’era la foto di un giovane con i capelli neri e gli occhi azzurri, chiarissimi, con sprazzi dorati. Gli stessi occhi di Phibrizio.
-Il suo nome mi sembrava familiare, ma non riuscivo in alcun modo a ricordare dove l’avessi sentito. Questo perché ci ha mentito sul suo cognome. Mikio Shirota si è diplomato all’Accademia ed è diventato un Ranger, recandosi poi nella regione di Fiore per completare il suo addestramento. Durante la sua permanenza lì, però, un giorno è stato coinvolto in un incidente ed è scomparso, portando con sé tre dei suoi compagni, che si erano diplomati nel suo stesso anno. Non è più tornato...fino a oggi-
 
 
Spazio dell’autrice
E con quest’ultimissima rivelazione si conclude questo capitolo pieno zeppo di sorprese! Per una volta credo di aver azzeccato il titolo. Mi dispiace per la brevità, credevo che venisse più lungo. Comunque, cosa ne pensate? Per caso avevate indovinato la causa dei terremoti e la leggenda a cui si era accennato nei capitoli precedenti? Sono curiosissima! Parlando di capitoli, ho una buona notizia: in queste settimane ho avuto la possibilità di scrivere tanto, quindi il prossimo arriverà esattamente fra due sabati!
Come al solito, ringrazio tutti coloro che continuano a seguire questa storia e che mi danno i loro pareri!
Alla prossima!
   
 
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