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Autore: Nao Yoshikawa    24/07/2018    4 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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24 – Cattivi non si nasce

Quella era in assoluto una delle situazioni più umilianti in cui August si fosse mai trovato. Non si sentiva neanche più credibile come mago oscuro, era una cosa assurda.
Natsu e Neel erano momentaneamente fuori gioco, poiché si trovavano in autobus e i mezzi di trasporto avevano sempre un effetto disastroso sui Dragon Slayer. Fiamma invece sopportava un po’ meglio, probabilmente grazie al fatto che era abituata.
“Fiamma, non sporgerti troppo dal finestrino”, raccomandò Lucy alla figlia, la quale aveva cacciato la testa fuori da quest’ultimo, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli.
“Oh, ma mi diverto”, si lamentò.
“Fermate il mondo, voglio scendere”, boccheggiò Neel, accasciato sul sedile.
“Su, Neel. Abbi coraggio”, tentò di incitarlo Natsu.
August sbuffò a braccia conserte.
“Questo è veramente umiliante per me. Non posso credere di aver davvero ceduto a questa vostra richiesta”
“Guarda che è una cosa che riguarda anche te”, affermò Lucy. “Pensa cosa accadrebbe se li trovassimo”
“Non sono sicuro di volerlo sapere. Mio padre non ha mai saputo che fossi suo figlio, e probabilmente adesso non ricorderà neanche di avere avuto a che fare con me”
“Ma pensa”, borbottò Neel. “Questo deve essere il karma”.
August fece per insultarlo, ma prontamente Fiamma attirò la sua attenzione.
“Io sono davvero troppo curiosa di conoscerli. Dopotutto fanno parte della mia famiglia. Abbiamo lo stesso sangue, lo sai August?”.
Lui alzò gli occhi al cielo. A certe cose preferiva di gran lunga non pensarci.
“Purtroppo lo so”
“Perché “purtroppo”? Lo sai cosa? Penso che saresti potuto venire da noi se ti sentivi solo, ti avremmo accolto”
“Vivere con colui che ha ucciso mio padre?”
“Ti ho già spiegato com’è andata”, mormorò Natsu. “Testardo”.
L’altro gonfiò le guance, dovendo ammettere a se stesso di provare non poco imbarazzo. Per il semplice fatto che non era abituato a quella situazione così familiare e calorosa.
“Lo sai, così non fai più tanta paura. Sei quasi tenero”, commentò Fiamma sorridendo.
“Tenero a chi?! Non provare più a dire una cosa del genere!”, esclamò arrossendo. Solo perché non poteva utilizzare la sua magia, la gente adesso si permetteva di trattarlo come voleva?
“Su, su. Adesso smettetela di discutere”, Lucy aveva preso a frugare dentro il suo zaino. “Anche se ti rifiuti di ammetterlo, fai parte di questa famiglia. E in ogni famiglia ci sono sempre delle discussioni, ma ci si aiuta sempre. Vedrai che andrà tutto per il meglio. Su, ora bevi questo”, fece porgendogli un succo di frutta.
August fece una smorfia. Lucy era stato in grado di rabbonirlo con quel suo modo di fare così deciso e materno.
Chissà se aveva ragione…


Meredy aveva deciso di approfittare di quel breve e momentaneo periodo di tranquillità, per comportarsi semplicemente da moglie e madre, tutte cose che non era riuscita a fare da quando si era risvegliata, quindi era importante rimediare in qualche modo.
Lyon scorse la sua bella tutta intenta ai fornelli, la trovava adorabile nel suo tentativo di non utilizzare la magia.
Preso dalla foga, le si avvicinò silenziosamente, cingendole con le braccia la vita e stringendola da dietro. Meredy, riconoscendolo, sorrise.
“Piano… sbaglio o qui qualcuno è un po’ eccitato?”
“Vuoi forse biasimarmi? Coraggio, vieni un po’ qui...”
“Ah, Lyon. Sei proprio incorreggibile”, sospirò mentre lui iniziava a lasciarle una scia di baci sul collo e con le mani iniziava a percorrerle il corpo. Il suo tocco probabilmente era una di quelle cose di cui non si sarebbe mai stancata. La passione stava quasi per esplodere, quando degli scricchiolii alle loro spalle li costrinsero ad interromperli.
Lyon non ebbe neanche bisogno di voltarsi.
“Syrio, dove stai andando?!”, domandò subito. Lui imprecò sottovoce.
“Vado dagli altri”
“Dagli altri o da Yuki?”
“Anche se fosse?”
“Lascia perdere, ti dico! Lei non fa per te. E poi non ho intenzione di imparentarmi con Gray”
“Non è un problema mio!”, esclamò con teatralità. “Io la amo e un giorno la sposerò!”
“Cosa?! Syrio, aspetta! Mio Dio, ma cos’ha quel ragazzino?!”.
Meredy non riuscì a trattenere una risata, stringendolo a sé.
“Penso di sapere da chi abbia preso la testardaggine. Su, non essere severo con lui. Dov’è che eravamo rimasti?”.
Bastò quella semplice frase a mandare via il malumore di Lyon. Di lì a poco avrebbe consumato una passione ardente come fuoco.

Rayn se ne stava accasciato su un tavolo, depresso.
“Mi manca Fiamma”, sospirò.
“Manca anche a me”, si lamentò Yuki. “E se le cose vanno male? E se August fa qualcosa che non deve?”
“Non devi preoccuparti di questo”, Juvia le donò una carezza. “August non può usare la sua magia, sono tutti al sicuro”
“… O peggio!”, la bambina sembrava non ascoltarla neanche. “Se Acnologia decide di attaccarci adesso?”
“Allora sapremmo come fronteggiarlo”, disse Gray sicuro di sé.
“… Mi manca Fiamma...”, ripeté Rayn come un disco rotto. Suo padre alzò gli occhi al cielo. Sicuramente quel ragazzo non gli somigliava da quel punto di vista. No, aveva preso dalla madre, questo era poco ma sicuro.
Syrio, con il fiato corto, si avvicinò alla famiglia Fullbuster, puntando Yuki.
“Yuki! Eccomi, sono qui!”
“Arrivo! Io sto andando, ci vediamo dopo, ciao, ciao!”
“Dov’è che state andando?”, chiese Gray senza ovviamente ottenere risposta. “Ehi! Ah, quel… quel… piccolo Lyon in miniatura! Se fa qualcosa che non deve con la mia principessa, giuro che lo iberno!”.
A quelle parole Juvia scoppiò a ridere.
“Oh, Gray. Sei sempre così adorabile nei tuoi modi di fare. Juvia lo adora”, sussurrò a pochi millimetri dal suo viso. Lui sorrise, donandole un bacio mozzafiato, mentre Rayn scostava lo sguardo.
“No, ma prego. Fate pure!”.

Mira intanto stava riordinando una fila di bicchieri, mentre tentava inutilmente di rabbonire Laxus, ancora furioso per quanto successo.
“Su, tesoro...”
“Non ci penso neanche. Quando dico una cosa, quella deve essere. Alecta è troppo ribelle. E quell’idiota di Freed le da addirittura corda. Deve ringraziare che non lo fulmino”
“Lei voleva solo rendersi utile. Tu avresti fatto lo stesso al posto suo”.
Fece per ribattere, ma dovette rendersi conto che effettivamente Mira aveva ragione.
Questo però non aveva importanza. Doveva proteggere i suoi figli, nonostante tutto.
Alecta sapeva, dal canto suo, di essere stata avventata. Ma più di tutti si sentiva in colpa verso Freed. Quello stupido che si era sempre divertita a prendere in giro era stato messo in mezzo soltanto per la sua bramosia di combattere. Forse era doveroso chiedere scusa?
Si schiarì la voce, avvicinandosi al mago dai capelli verdi.
“Emh, Freed...”
“Alecta, faresti meglio a non parlarmi se non vuoi che passiamo entrambi i guai”
“Non mi importa. Senti, mi dispiace, non volevo metterti nei casini”
“Sta di fatto che è successo”
“Lo so, ma ti ho già chiesto scusa. Adesso non mi vuoi più parlare?”.
Freed guardò gli occhi azzurri e languidi dell’adolescente. Cosa voleva esattamente da lui?
“Come se fosse possibile”, si lamentò. Alecta sorrise a quelle parole, si sentiva stranamente più sollevata. Alla fine a Freed sarebbe passata, ne era certa,

Ametyst invece si sentiva piuttosto nervosa. Non riusciva a stare ferma, doveva fare qualcosa! Già il fatto che Neel non ci fosse la rendeva nervosa – ma questo non lo avrebbe ammesso – se doveva starsene anche lì senza fare niente, sarebbe morta di sicuro!
Si sollevò lentamente e si guardò intorno con fare circospetto. Forse, incamminandosi lentamente, nessuno l’avrebbe vista…
“Dove vai?”, domandò Akua curiosa. Ametyst imprecò sotto voce.
“Io? Al… bagno...”, mentì spudoratamente.
Ciò non era potuto sfuggire a Gajeel, che negli anni trascorsi in veste di poliziotto, aveva imparato ad avere occhi e orecchie ovunque.
“Tu non ti muovi di qui, sappilo”
“Insomma, non mi puoi tenere rinchiusa per sempre, rischio di impazzire!”, si lamentò.
“Non hai più diritto di parola!”.
Come sempre, Levy pensò bene di intervenire per cercare di mettere la buona.
“Tesoro, non essere così duro. Ametyst potrebbe portarsi dietro Emer, Sephir e Akua. Così, sicuramente, non farà niente di stupido”.
Il Dragon Slayer guardò quella peste di sua figlia , non è che fosse molto convinto, ma confidava quantomeno nel fatto che quella ragazzina avesse ereditato un minimo di buon senso dalla madre.
“Non voglio vedervi tornare neanche con un graffio, sia chiaro”
“Evviva!”, esultò Akua. “Usciamo con Ametyst!”.
Quest’ultima alzò gli occhi al cielo. Alla fine quello era stato un compromesso necessario.
“Tsk”, borbottò Gajeel. “Non ci posso credere, perché hai permesso loro di andare?”
“Perché so per certo che Ametyst sarà più attenta”, sussurrò avvicinandosi a lui. “E poi, cosa c’è di male se dedichiamo un po’ di tempo per noi?”.
Il Dragon Slayer si lasciò andare ad un ghigno a quelle parole. Forse non era stata poi un’idea così pessima.

Come Ametyst, nemmeno Arya poteva rimanere ferma, purtroppo Erza era stata chiara. Quest’ultima si trovava momentaneamente all’AirMoon insieme a Wendy e Charle. Anche se era una maga, aveva sempre un’attività da portare avanti.
Quindi, l’unico che poteva supplicare era Gerard.
“Dai, ti prego!”, supplicò. “Giuro che saremo due angeli. Non faremo niente di male, lo prometto!”
“Non ti credo. Tua madre mi fa paura”, ammise Gerard. “Se scopre che vi ho fatto uscire senza dirle niente… io non oso pensare quello che potrebbe farmi”
“Torneremo prima di quanto immagini. Ti prego, per favore. Sii buono!”.
Gerard sapeva che davanti a quello sguardo dolce non avrebbe avuto alcuno scampo. Quelle due lo tenevano completamente in pugno.
“E va bene, d’accordo, andate, ma vi prego, non combinate guai”, si arrese il mago.
“Sì!”, esultò Arya. “Ehi, Luna, abbiamo il via libera… Luna?”.
La sua gemella dai capelli azzurri, seduta su uno sgabello, osservava intensamente Wiill, il quale era a sua volta immerso nella lettura.
Arya capì immediatamente quale fosse la questione.
“Oh-oh”, cantilenò dando una gomitata alla gemella.
“Cosa?”
“Ti piace Will?”
“Non so di cosa tu stia parlando”
“Lascia fare a me. Ehi Will! Vieni con noi?”
“Ferma!”, le guance di Luna divennero bordeaux. “Cosa fai?”
“Aiuto la mia sorellina. Vedrai, mi ringrazierai un giorno”.
Luna si portò una mano sul viso, esasperata. Quando sua sorella si metteva in testa una cosa era la fine.

Hikari rientrò timidamente al locale, guardandosi intorno. Con lo sguardo stava cercando proprio Rogue, ma di lui neanche l’ombra. Ma non era un problema, lo avrebbe aspettato.
Il mago si trovava ovviamente in compagnia di Minerva. I due avevano parlato a lungo e si erano incredibilmente riavvicinati. C’era una grande intesa, e la donna era convinta che ciò fosse qualcosa che andava addirittura oltre il semplice filtro d’amore.
Lui la guardava in un modo speciale. Rientrarono al locale abbracciati l’un l’altro, e fu allora che Hikari si alzò in piedi.
“Emh.. io… ecco… scusate...”, balbettò. “Minerva… potrei… parlare un attimo da sola con Rogue?”
“Oh, naturalmente”, rispose lei tranquilla. Dopotutto oramai non aveva alcun motivo di temerla.
L’adolescente sospirò, guardando poi Rogue negli occhi e cercando di scorgere la luce con cui era solita a guardarla, senza però trovarla.
“Ehi… Rogue, penso che dobbiamo parlare”
“E di cosa?”
“Insomma… di noi! Non posso credere che tu sia così indifferente! Cosa è successo? Hai avuto un ripensamento da un momento all’altro? E perché mi eviti? Io ho bisogno di sapere”.
Il corvino sembrava stranamente indifferente dinnanzi a quelle parole. E questo suo essere così strafottente non era da lui.
“Io e Minerva dovevamo sposarci, ti ricordo”
“Questo lo so, ma poi le cose sono cambiate. Mi hai ingannata?”
“Non ti ho ingannata, mi sono solo reso conto di ciò che voglio davvero. Te ne devi fare una ragione, Hikari, la nostra era una relazione inopportuna”.
La bionda sentì gli occhi divenire lucidi.
“Quindi hai dimenticato tutto? Tutti i bei momenti passati insieme? Tutto quello che abbiamo provato? Neanche quelli hanno importanza?”.
Rogue abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace, ma farai meglio a dimenticarmi. Anche perché io e Minerva ci sposeremo a breve”.
Quella era stata la notizia inaspettata che le aveva spezzato definitivamente il cuore.
“C-cosa?”
“Abbiamo aspettato anche troppo. È bene che ognuno di noi prenda la sua strada”.
Una freddezza terribile che l’aveva ferita peggio di un’accoltellata. Come poteva accettare una cosa del genere da un momento all’altro?
Hikari si sentì mancare. La tanta fermezza di Rogue l’aveva lasciata semplicemente senza parole. Indietreggiò lentamente, senza trovare la forza di reagire.
Frosch aveva osservato la scena con un’espressione sconvolta. Rogue non era più lui, era praticamente senza cuore?
“Rogue…?”, sussurrò l’Exceed tremando. Il mago però gli passò accanto senza neanche degnarlo di uno sguardo. Oramai ne aveva la certezza anche lui, doveva essere successo qualcosa di cui ignorava l’esistenza.

Syrio e Yuki si erano allontanati e si erano rifugiati nel parco che precedeva il bosco. Era incredibile come quei due fossero passati dal bisticciare in continuazione all’essere inseparabili.
Il ragazzino era ovviamente felice di ciò, oltre che sempre più cotto della sua graziosa amica.
“Guarda qua, Syrio!”, esclamò Yuki, seduta a gambe incrociate sull’erba. “Riesco a far diventare il mio corpo d’acqua! Cioè, in realtà solo una mano per ora, però non è incredibile?”.
Lui chinò la testa di lato, osservando incantato la mano ora trasparente dell’azzurra.
“Tu sei davvero incredibile”, commentò. Lei arrossì.
“Non sono incredibile, è un dono innato”
“Lo sei comunque. Mi dispiace se non sono riuscito a fare granché. Ma giuro che diventerò più forte, così potrò proteggerti”.
Quella dichiarazione aveva lasciato Yuki senza parole. Probabilmente Syrio stava iniziando a piacerle, anche se ancora non se ne rendeva conto.
Strizzò gli occhi.
“Allora anche io diventerò più forte per proteggerti. Non sono capace di fare la damigella in pericolo”, commentò ammiccando.
Syrio la osservò, perdendosi nei suoi occhi chiari. Avrebbe tanto voluto baciare quelle labbra rosate, ma temeva di compiere un gesto avventato.
A giudicare da come lei gli sorrideva, però, forse poteva ben sperare.
“Oh, guarda, ci sono gli altri”, disse Yuki indicando un punto davanti a lei. Lui sbuffò.
Forse non era quello il momento giusto.
Ametyst era seguita dai trigemini, mentre invece Will si trovava in compagnia di Arya e Luna.
“Cosa fate qui?”, chiese curiosa l’azzurra.
“Potrei farvi la stessa domanda”, borbottò Ametyst. “Avevo bisogno di evadere, c’è un’aria così pesante lì dentro. E poi, andiamo, dobbiamo rimanercene con le mani in mano mentre Neel e Fiamma non ci sono?”
“Che vuoi fare?”, chiese Luna. “Non vorrai fare cose strane tipo, non so, provare a sfidare Acnologia, vero? Perché non abbiamo alcuna possibilità”
“Accidenti, non ricordarmelo! Neel, brutto idiota, torna presto! Tu sapresti cosa fare!”.
Arya tentò di trattenere una risatina.
“Qui qualcuno è cotto”, roteò gli occhi. “Comunque, credo sia arrivato per me il momento di allenarmi un po’. Ametyst, vieni con me?”
“Veramente non mi va”
“Oh, sì, sì che ti va!”, la afferrò per mano. “Luna, Will, voi rimanete pure qui, ok? D’accordo, fantastico!”.
Luna scosse il capo. Sua sorella aveva sempre delle idee strane. E poi, come le era saltato in testa di lasciarla da sola con Will? Il cuore iniziava a batterle forte ogni volta che si trovavano insieme.
Il ragazzo si sistemò nervosamente gli occhiali.
“Mi sa che siamo stati scaricati”
“Già”, lei si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Per quelli tranquilli come noi, certe situazioni sono un po’ scomode...”
“Sì, beh… tu sei forte. Voglio dire, lo è la tua magia. Ti trovo carino con le ali da fata...”.
Luna desiderò mordersi la lingua. Quelli non erano complimenti da fare al ragazzo che le piaceva. Aspetta, Will le piaceva?
Quest’ultimo inarcò un sopracciglio.
“Oh, grazie. Comunque sei forte anche tu. E sei anche la più simile a me, il che non è da poco”.
Dopodiché tirò fuori dal suo zainetto un libro, che era un oggetto che non mancava mai. Luna lo osservò curiosa.
“Cos’è che leggi?”
Will arrossì.
“Emh… La lettera scarlatta”.
Lei batté le palpebre.
“Ti piacciono le storie d’amore?!”
“Sì, ma non dirlo a nessuno. Lo conosci?”
“Ho visto il film una volta. Ti dispiacerebbe leggermelo?”.
Will si sorprese a quella richiesta, in genere nessuno si avvicinava a lui per chiedergli una cosa del genere.
Ciò o fece sorridere.
“Con molto piacere”.

In quei giorni di quiete, Acnologia era stato impegnato ad allenare il suo fisico e le sue abilità. Si era ritirato nei boschi, ignorando tutto ciò che intanto stava accadendo a Magnolia.
Quando si decise finalmente a tornare a casa di August, si rese conto che quest’ultimo non ci fosse. Aveva percepito una presenza, ma chiaramente non era quella del mago.
Minerva comparve dalla cucina, sorprendendosi di trovarla lì.
“Ah, sei tu”
“Sono io. E non capisco perché sei così sorpresa. Che ci fai qui?”
“August mi ha chiesto di controllare casa sua mentre non c’era”
“Non c’è? E dov’è andato?”.
Minerva si morse le labbra. Non poteva di certo dire la verità, altrimenti avrebbe scatenato la sua ira.
“È … andato a fare delle ricerche per conto suo… fuori città...”
“Questo è molto strano. Non mi ha avvertito”
“Non voleva disturbarti. Ma ha comunque detto che tornerà presto”, aveva bisogno di cambiare discorso. “Comunque… visto che siamo più o meno alleati, c’è una cosa che mi chiedo. August cerca vendetta, e capisco perché. E tu invece? Perché vuoi ucciderli tutti?”.
Acnologia scostò lo sguardo. L’unico a sapere il motivo dietro tanta rabbia era proprio il suo alleato. Solo lui. Non amava parlare del suo passato.
“Forse August avrà perso la sua famiglia, ma anche io ne ho perso una”, rispose vago.
Minerva spalancò gli occhi. Non si era aspettata una risposta del genere, era convinta che dietro la rabbia di Acnologia ci fosse un motivo molto meno importante.
“Avevi una famiglia?”
“Avevo una figlia. Una bambina. Ma è stata uccisa quando i draghi hanno distrutto il mio villaggio. È per questo che mi sono ripromesso che li avrei uccisi tutti”.
Acnologia aveva preso a parlare sottovoce. Minerva poté giurare di aver scorto un tremore nella sua voce. Dopotutto, di cosa si sorprendeva? Nessuno nasceva cattivo, c’erano sempre dei motivi. C’erano per August, c’erano per Acnologia e… c’erano anche per lei, che si era incattivita a causa delle sofferenze in amore.
Forse in parte poteva capirlo.
“Mi dispiace… io non ne avevo idea...”
“Mi sembra una cosa ovvia. Nessuno sa. Dimmi la verità, adesso non ti sembro poi così folle, non è vero?”.
La donna non trovò il coraggio di rispondere. Sicuramente Acnologia doveva star provando un dolore e una sofferenza che non poteva immaginare.
Eppure, la sua sofferenza era nascosta da un muro invalicabile costituito da rabbia e rancore. Due cose che, unite al senso di vendetta, potevano portare a compiere azioni inimmaginabili.
“Spero che August torni presto”, disse poi a quel punto. “E mi raccomando. Ricorda di avvertirmi, in caso i tuoi amici decidessero di fare qualcosa di strano”.
Lei annuì distrattamente.
Il dolore per la perdita di una persona amata poteva davvero portarti a tanto?



NDA
C'era bisogno di un po' di dolcezza nell'aria. Il viaggio della famiglia Dragneel è cominciato, mentre a Magnolia i ragazzini e i genitori si danno da fare, sebbene... in un altro modo.
Per la storia di Acnologia mi sono basata su quello che che ho visto nel manga. Negli ultimi capitoli si vede un breve flashback del suo passato, in cui si vede di sfuggita anche una bambina che è rimasta uccisa. E non lo so, nella mia testa ho pensato che lei fosse sua figlia, anche perché non è stato spiegato. E poi questa cosa rende Acnologia più simile a Rumplestilskin, il che è una cosa fantastica a mio parare.
Il viaggio di Natsu&co porterà a risultati?
   
 
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