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Autore: nicailuig    25/07/2018    1 recensioni
Alle undici meno venti, da Trastevere parte un autobus diretto a Termini. È pieno di ragazzi in gita scolastica che ridono e fanno rumore. Quelli della zona invece si riconoscono subito: stanno per i fatti loro, parlano al telefono, guardano la strada scorrere dal finestrino. Uno è giovane, forse nordafricano; è seduto e sembra stanco. Pensa a chi sa cosa, ha lo sguardo vacuo e gli occhi rossi, del colore delle rose che tiene in mano, che non ha venduto. Vuole solo tornare a casa.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle sei, a Roma, c' è il Pantheon illuminato dalla luce della sera, il tramonto sullo sfondo e la gente stanca che lo osserva dalle gradinate della fontana; l'atmosfera è calda, un artista di strada suona la chitarra. Ha lo sguardo basso, concentrato sulle corde, come se non gli importasse di chi ha intorno. Qualcuno mette una moneta nel cappello, qualcun'altro applaude e se ne va.

A Campo dei Fiori, a ora di cena, i ristoranti si contendono i clienti. C'è un ragazzo alto e dall'accento romano, che col suo sorriso sfacciato adesca i turisti. Li chiama, promette i bucatini migliori della città. Chi gli risponde dice che ha già mangiato – proprio i bucatini – al locale dietro l'angolo. L'altro non si scompone – lo pagano per essere educato –, guarda oltre e ci riprova.

Alle undici meno venti, da Trastevere parte un autobus diretto a Termini. È pieno di ragazzi in gita scolastica che ridono e fanno rumore. Quelli della zona invece si riconoscono subito: stanno per i fatti loro, parlano al telefono, guardano la strada scorrere dal finestrino. Uno è giovane, forse nordafricano; è seduto e sembra stanco. Pensa a chi sa cosa, ha lo sguardo vacuo e gli occhi rossi, del colore delle rose che tiene in mano, che non ha venduto. Vuole solo tornare a casa.

A Termini, di notte, ci sono quelli che fuori dalla stazione dormono rannicchiati in costruzioni di cartone, per ripararsi dal freddo e dallo sguardo di chi passa. Se va bene vengono a fare visita i volontari con il cibo in scatola, altrimenti si fa a senza.

 

***

 

A Roma c'è rumore a tutte le ore del giorno: i motori sempre accesi, i clacson che suonano all'impazzata e le ambulanze che corrono a ruota continua. E trovi un po' di Bernini in tutte le piazze, dietro ad una colonna, dentro un palazzo.

Trovi il caffè a tre euro, le vetrine di Chanel di via Condotti e i centurioni fuori dal Colosseo con cui scattare una foto. C'è il papa con le guardie svizzere, ci sono il Quirinale e tutti gli altri colli, la via Sacra e quella Flaminia, c'è l'odore acre dei sottopassi imbrattati che non vorresti attraversare, le smart parcheggiate in doppia fila, la periferia, viva più di notte che durante il giorno, la Fontana di Trevi in restaurazione – e chissà dove sono finite le monete –, la Barcaccia coi bordi sbrecciati dai tifosi olandesi.

A Roma trovi quelli che un giorno vendono i bastoni per i selfie e che il giorno dopo, sotto la pioggia scrosciante, sono carichi di ombrelli a cinque euro; trovi l'haburger da McDonald's e i piatti tipici romani preparati da chef di colore. Ci sono i musei Vaticani e la coda chilometrica per poterli visitare. Ci sono le statue greche di marmo bianco, Tiziano, Michelangelo, Raffaello e Botticelli, la Scuola di Atene, la Pietà e i turisti d'oltreoceano venuti per la Cappella Sistina. E infine ci sei tu, che Roma la visiti tutta senza davvero conoscerla mai.

 

 

   
 
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