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Autore: SweetPaperella    25/07/2018    2 recensioni
Maria Sole Contini, ha 17 anni e ha una passione: il calcio, lo ama da quando ne ha memoria, da quando fin da bambina giocava con suo padre e suo fratello Tommy.
Finalmente il suo sogno sta per essere realizzato: grazie a una borsa di studio, passerà il suo ultimo anno di scuola a Boston, alla Eagles high school, che ha anche una prestigiosa scuola di calcio.
Una nuova vita, una nuova scuola, nuove compagne di squadra... è un sogno sì, ma non tutto sarà facile per Sole, anche perché dovrà fare i conti con il suo passato, se vorrà davvero riuscire a guardare avanti.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO DODICI

 

Sabato pomeriggio. Sole per la prima volta da quando è entrata nelle Eagles si ritrova a guardare la partita dalla tribuna, ciò la ferisce, ma cerca di non pensarci, di non darlo a vedere. 

Nei giorni precedenti alla partita, le parole del mister le sono tornate alle mente più e più volte, in un certo senso l’hanno fatta riflettere, anche se ancora non riesce ad accettare del tutto il suo consiglio, accettarlo significa fare i conti con le sue paure più profonde, significa parlare con le persone che ama di colui che ha amato più di chiunque altro, suo fratello, significa ammettere definitivamente a parole che lui non c’è più. Ci riuscirà prima o poi a farlo, ora non è ancora il momento. 

Ciò che ha fatto però è stato recuperare il brutto voto preso in letteratura, sicuramente farà media, ma non vuole prenderne altri, questo è sicuro. Kate e Juliet la stanno aiutando tanto, ogni momento libero hanno studiato insieme e riso insieme. Studiare in compagnia é davvero piacevole, soprattutto nei momenti di pausa, i quali fanno spazio a confidenze e divertimento. 

In tribuna é proprio accanto a Mary Kate, la quale ne capisce di calcio come un gelataio di motori, ma ogni sabato pomeriggio é lì a vedere la partita. 

«No, no Cloe sei in fuorigioco» urla Sole, ma la sua compagna di squadra non la sente e l’arbitro fischia il fuorigioco due secondi dopo. 

«Maledetto fuorigioco» urla ancora Sole, si sta agitando più di tutti in tribuna, tanto che molti occhi sono su di lei. É quasi più agitata adesso che quando gioca. Quando guarda le partite esce il lato scaricatore di porto, il suo lato da maschiaccio, é così anche quando guarda le partite del Barcellona alla televisione o al computer. Urla e sbraita, senza nemmeno rendersene conto, come se attraverso lo schermo possano sentirla. Adesso sta facendo lo stesso con la speranza che venga sentita. 

«Ti prego Sole calmati o ti viene un infarto» le dice Kate cercando di sovrastare le sue urla, ma è quasi certa che Sole si sia dimenticata anche della sua presenza in quel momento, la cosa la diverte da morire e se la guarda con un sorriso stampato in faccia. La sua amica é davvero buffa in atteggiamenti da esaltata per una partita di pallone.

“La nostro bomber Contini incita la squadra dalla tribuna, che non sia di buono auspicio, visto che siamo sotto di due gol.” Esce dalla voce dal cronista delle partite, sia femminile che maschile. É Martin Schotch, un ragazzo dell’ultimo anno che fa le cronache più divertiti mai sentito fino a quel momento da Maria Sole, a volte si sofferma a fare battute o a sottolineare quanto siano belle le ragazze in pantaloncini o sudate, in particolare sulla sua ragazza, che tra tra i difensori della squadra, ritrovandosi sempre le occhiatacce minacciose del preside. Ma tutti lo adorano, ed é per questo che mai gli è stato revocato l’incarico. 

Per fortuna la partita nel secondo tempo si mette a favore delle Eagles, le quali recuperano di tre reti, portandosi a casa la vittoria. 

Sole esulta felice, ma anche un po’ amareggiata per non aver contribuito alla vittoria della squadra, senza dubbio non le piace stare in un angolo, lei vuole giocare. 

Quella pausa forzata, le ha fatto capire che deve reagire, deve affrontare i suoi problemi o quanto meno provarci, se vuole sfondare nel mondo del calcio, se vuole diventare una vera professionista. Non può più comportarsi come una ragazzina, come una che non parla ed evita perfino i suoi genitori. 

Va a salutare le sue compagne di squadra e subito dopo andrà a chiamare suo padre per scusarsi con lui, da quando hanno litigato non l’ha più chiamato e solo ora si rende conto che ha sbagliato veramente tutto nei suoi confronti. Se non c’era lui dopo la morte di Tommy, probabilmente lei e sua mamma sarebbero crollate, lui invece è stato forte per tutta la famiglia e Sole l’ha trattato male, come se non la capisse, come se non fosse mai stato in grado di farlo, ma non è vero, perché suo padre è stato l’unico che abbia capito realmente il suo dolore e che abbia cercato di attenuarlo, che ha fatto di tutto per vederla felice, per vederla realizzare il suo sogno e lei, lei alla prima lite gli ha voltato le spalle. Si sente una persona egoista, sente quasi di non meritare un padre così speciale al suo fianco, il padre che tutte le ragazze vorrebbero. 

«Ancora congratulazioni Eagles» le dice Sole, prima di salutarle e andare a studiare per rimediare ai voti che ha preso di recente. 

«Sole... ascolta, per Pasqua noi andiamo sempre a mangiare tutte quante insieme, anche insieme ai ragazzi della squadra, volevamo fartelo sapere» le dice Ashley, spronata da altre due ragazze a dirglielo. 

«Grazie mille, non lo sapevo... ma ne sarei molto felice di esserci» risponde subito Sole, anche se l’idea di passare del tempo con Nick la mette un po’ a disagio. Non si sono più visti e nè sentiti da quando si sono lasciati, a dirla tutta Sole ha fatto di tutto per evitarlo nei corridoio della scuola, anche a lezione ha fatto di tutto per non incrociare il suo sguardo, come del resto oggi alla partita, nonostante abbia notato che lui spesso cercava il suo di sguardo. 

«Anche se tu e Nick vi siete lasciati?» chiede ancora Ashley e Sole la guarda incredula, come fa a saperlo? Ma in realtà non si meraviglia nemmeno più di tanto, perché a scuola sanno sempre tutto di tutti, lei non ci si abituerà mai. 

«Certo» si limita a rispondere guardandola dritta negli occhi, non vuole far trasparire le sue emozioni, non vuole darle troppo soddisfazione, ma allo stesso tempo non vuole provocarla, anche se avrebbe voluto risponderle diversamente. 

Luke anche ha assistito allo scambio di battute e Sole uscendo dallo spogliatoio si domanda se già sapeva della rottura tra lei e Nick, se è stato lui a dirglielo, che cosa ne pensa, cosa gli abbia detto Nick del perché hanno rotto. Questi pensieri le affilano la testa fino alla sua camera e si concentra finalmente solo sulla sua famiglia, quando Skype inizia ad avvertire che è partita la videochiamata. 

A rispondere è proprio suo padre, il quale non si aspettava minimamente che Sole lo chiamasse, sa quanto può essere orgogliosa sua figlia, una volta ci ha messo una settimana a rivolgergli la parola solo perché lui gli aveva impedito di andare a una festa in discoteca perché all’epoca aveva ancora 14 anni; quindi pensava che per il loro ultimo litigo ci mettesse molto di più a parlargli nuovamente, ma stavolta sua figlia l’ha sorpreso. 

«Papà... prima di chiamare anche la mamma... io volevo chiederti scusa. Scusa per come mi sono comportata con te, io... ho pensato solo a me stessa ed è sbagliato, anche tu hai sofferto quanto me, lo so. Ti ho visto piangere più di una volta in garage, ma... ma... nonostante questo sei stato la mia roccia e io ti voglio bene.» in quel preciso istante vorrebbe tanto averlo accanto e poterlo abbracciarla forte, forte, sentire il suo calore, il suo profumo, sentirsi protetta e amata come solo lui sa farla sentire, nello stesso modo in cui la faceva sentire Tommaso, lui aveva lo stesso identico modo. 

«Amore mio, ti voglio bene anch’io e te ne vorrò sempre, lo sai»

«Anche se a volte mi comporto da bambina egoista?» ribatte Sole

«Si amore, io ti vorrò sempre bene e niente potrà farmi cambiare idea, anche se mi fai arrabbiare»

Sole si accorge che ha le lacrime agli occhi, anche se cerca di non darlo a vedere, in questo si somigliano molto. 

La mamma di Maria Sole, avendo sentito la voce della figlia arriva prima che possano aggiungere altro a quello che si sono già detti, anche se in realtà si erano già detto tutto o quanto meno la cosa più importante “scusa” e “ti voglio bene”.

Sia Sole, che il papà si asciugano le lacrime, prima che la moglie si accorga che hanno pianto entrambi, anche se non gli sfugge la cosa, ma fa finta di non aver visto.

Si raccontano tutte e tre un po’ di cose, chiacchierano per una mezz’ora e poi solo anche se a malincuore gli saluta, deve proprio mettersi a studiare, il giorno dopo ha intenzione di andare volontaria per farsi interrogare, non è da lei farlo, ma questo è un inizio per rimettere le cose come stavano, per non sentire il senso di vuoto che le attanaglia il cuore, per non sentire la paura che non la fa respirare. Deve reagire e deve farlo al più presto, anche se è maledettamente spaventoso. 

Studia per tutto il giorno, fino all’ora di cena, senza staccare nemmeno quando è entrata Juliet in camera, le ha semplicemente sorriso ed è tornata con la faccia sui libri. È stata proprio la sua compagna di stanza a farla staccare per cenare, o Sole avrebbe continuato ancora e ancora a studiare, fino a notte fonda.

La trascina con sè a mensa dopo averla sentita ripetere almeno un’altra volta per darle sicurezza ulteriore. 

Effettivamente Sole si rende conto solo in quel momento della gran fame che aveva, tanto che si divora il suo panino con l’hamburger in meno di dieci minuti. 

«Meno male che non avevi fame eh» le dice Juliet ridendo, anche se effettivamente Maria Sole mangia sempre con gusto, è una persona di buona forchetta, nonostante sia molto magra e le piaccia tenersi in forma e dalla sua parte giova anche il fatto che è di costituzione magra. 

«Sicura che non è un problema passare una giornata intera con Nick a Pasqua?» le chiede, sta imparando a conoscerla e sa che Sole sa mascherare molto bene le sue insicurezze. 

«In realtà no... ma non mi andava di dirlo ad Ashley, ma non voglio nemmeno non venire al pranzo e perciò sarò dei vostri, cercherò semplicemente di evitarlo, tutto qui.» 

«Ma non ci vuoi ripensare?» le chiede ancora, anche a costo di sembrare invadente, ma vuole semplicemente aiutare la sua amica. 

«Sono sicura, è meglio così. Non è perché non tengo a lui, ci tengo molto... ma è meglio così, ho già troppi casini nella mia vita» 

Juliet annuisce e non insiste oltre, non vuole forzarla a parlare, ad aprirsi, sa che sarà lei a farlo appena si sentirà pronta per farlo, intanto sa che per certo, da metterci la mano sul fuoco, che può contare sulla sua lealtà, si confida così con lei su chi gli piace, ovvero Michael, un ragazzo che frequenta con lei una materia a scelta del suo blocco. 

Sole non è per niente esperta in amore, ma cerca di darle ugualmente consigli su come comportarsi, le racconta che tra lei e Nick è stato da subito tutto naturale, come è stato semplice e spontaneo il loro primo bacio. Il segreto è nell’essere sempre se stessi e se l’altro ti accetta così come sei, allora può nascere qualcosa di importante. 

Ne parlano anche una volta tornate in camera, fino a che non si addormentano quasi senza nemmeno dirsi buonanotte, da quanto sono sfinite per la giornata, ma sicuramente chiacchierando fino all’ultimo, fino a che Morfeo non ha avuto la meglio. 

 

Il giorno di Pasqua arriva in fretta, Sole si sveglia di buon’ora per andare a correre come al suo solito e pensare a cosa mettersi per il pranzo fuori, sinceramente non ne ha proprio idea, odia dover scegliere cosa indossare, preferisce un paio di jeans e una maglietta, ancora meglio uscirebbe sempre in tenuta sportiva, ma sa che andando in un ristorante non può presentarsi in tutta. 

Tornata dalla corsa trova in camera Juliet, con Kate e Ludovica in video chiamata.

«Alla buon’ora Sole, abbiamo un restauro da fare qui» dice Kate riferendosi al fatto che è praticamente sempre vestita con la tuta e sicuramente non saprà cosa mettersi, inoltre per l’occasione vuole anche truccarla. 

«Restauro? Grazie eh! E poi smettila di entrare nel mio pc. Ciao Lulu» le dice fingendosi offesa, ma con Kate non si può mai essere seriamente arrabbiati, è impossibile, veramente impossibile. 

«Tu cambia la password piccola Messi» ribatte subito prontamente e mostrandole in visto che le calza a pennello. 

Maria Sole scuote la testa per poi iniziare a prepararsi, o rischierà davvero di fare tardi all’appuntamento e non è da lei arrivare tardi, si sente male se arriva in ritardo.

Finalmente quando ha finito di dare una forma ai suoi capelli liscio spaghetto, facendoli leggermente mossi alla base, si guarda allo specchio. 

Rimane lei stessa senza parole. Il vestito color turchese che le ha prestato Kate, le sta d’incanto. Scende sul suo corpo come se fosse destinato a lei da sempre, mettendole in risalto le sue forme, il suo fisico magro, la scollatura lascia intravedere qualcosa, ma non troppo, le scarpe con il tacco beige la fanno sembrare più alta, finendo con un leggero trucco che le mette in risalto gli occhi.

«Sei uno schianto» le dice Ludo tramite Skype, trovando subito l’approvazione delle altre due ragazze, facendole eco che è “stupenda”.

Anche Juliet non è da meno nel suo vestito rosa cipria, le scarpe dello stesso colore, che la fanno sembrare ancora più slanciata, la pochette color argento si sposa alla perfezione con l’abbinamento scelto. I capelli lasciati sciolti, cadono sulle spalle.

«Anche tu sei stupenda Ju» le dice di rimando Sole e le due dopo aver salutato l’amica di Maria Sole su Skype e Kate, si dirigono fuori dal campus insieme. 

A dirla tutta Maria Sole inizia a sentirsi agitata più di quello che vuol far apparire, ora che camminano verso l’appuntamento, sente le farfalle nello stomaco, sente il cuore che esplode nel petto, sente che non ci riesce a rivederlo, a parlare con lui... non sa nemmeno se sia in grado di salutarlo senza sembrare impacciata, senza sentirsi in imbarazzo.

Il primo ad arrivare, insieme alle due ragazze, é proprio Nick. Il quale al contrario di Maria Sole non è mai stato un mostro di puntualità. 

Si salutano con un semplice “Ciao, buona Pasqua” e guardandosi negli occhi, Sole non riuscendo a sostenergli per troppo tempo, abbassa per prima lo sguardo, cercando di guardare altrove e poi fingendo di aver ricevuto un sms ed estraendo il suo cellulare dalla pochette. Nick invece continua a guardarla, non riesce a non guardarla, é bellissima nel sul vestito turchese, é meravigliosamente bella e lui vorrebbe dirglielo, vorrebbe stringerla a sé e baciarla, vorrebbe scappare con lei lontano e portarla via da tutti i dolori del mondo. Ma non fa niente di tutto ciò, si limita semplicemente a guardarla, sperando che lei finalmente distolga lo sguardo dallo schermo del suo iPhone per incrociare nuovamente il suo, gli basta guardarla ancora negli occhi, solo ciò.

Sole si accorge dello sguardo del ragazzo su di sé, ma continua a smanettare con il telefono sperando che lui smetta di fissarla, smetta di farla sentire così a disagio, smetta di farla arrossire, perché è ancora capace di farla diventare rossa come un peperone, nonostante non voglia farsi vedere a disagio. Coinvolge Juliet in una discussione su un link letto su fb, per togliersi da quella maledetta situazione, ma l’aria é ancora maledettamente disagiata, da far sentire fuori luogo perfino Juliet, la quale non sa bene come comportarsi e cosa dire. Non è una brava con i discorsi e le parole. 

A interrompere quel momento, é l’arrivo del resto della squadra, sia maschile che femminile e infine di Luke, il quale rimprovera quasi il figlio per non averlo aspettato e Sole sente solo “Papà te l’ho spiegato il motivo” e crede che lui abbia guardato nella sua direzione, ma di certo non può metterci la mano sul fuoco, anche perché se voleva vedere lei, poteva istaurare una qualsiasi conversazione, perfino la più banale, ma non l’ha fatto. Vorrebbe forse inconsciamente che fosse così e allora si sta illudendo.

Arrivano al ristorante con il pulmino della squadra in mezz’ora circa, il posto é totalmente immerso nel verde, il profumo emanano dai fiori tramette aria di primavera, Sole adora l’inizio della primavera, il momento in cui le giornate iniziano ad allungarsi, ci sono le belle giornate e lei può passare più tempo a giocare a calcio o passare più tempo fuori. Era anche la stagione preferita di Tommaso, entrambi giocavano in giardino di casa fino all’ora di cena, fino a che la madre non sequestrava loro il pallone. Tommaso amava i fiori, l’odore che emanavano, regalava sempre fuori a lei o alla sua ragazza, conosceva il significato di ogni fiore. Sole sorride a quel ricordo che improvvisamente gli é balenato nella testa. Afferra una margherita da terra e se lo porta al naso, chiudendo gli occhi. É stato un gesto istintivo che non è sfuggito a nessuno, tanto meno a Nick.

«Ascolta... so che ci siamo lasciati piuttosto male, ma possiamo evitare di non parlarci? É piuttosto imbarazzante.» le dice, mentre si avviano verso l’interno del ristorante.

«Ehm si.» riesce a rispondere Sole, non si aspettava di certo che lui volesse provare a ricominciare, a provare a essere amici, ma non sa se lei ci riuscirà. Non ha mai capito come due che si lasciano possano poi tornare a essere amici, lo trova alquanto difficile, specie se entrambi provano ancora qualcosa l’uno per l’altra.

Ci proverà, ci proverà a essere sua amica, ma non crede di riuscirci. Si siede vicino a lui a tavola, cercando di istaurare con lui e con gli altri una conversazione, ma Sole si rende conto che non è per nulla facile.

Parlano di calcio, di squadra importanti a cui tuti piacerebbe andare, Nick dichiara che è stato ammesso a Yale, Princeton e Harvard, le lettere sono arrivate qualche giorno fa e che andrà a visitare le diverse università nel prossimo week end per scegliere quella più adatta, anche se in realtà la sua scelta quasi sicuramente ricadrà su Harvard, sua mamma ha studiato lì, ma Sole questo lo sa già, è stato lui stesso a dirglielo, gli ha raccontato che ha capito di voler fare l’avvocato come lei quando aveva cinque anni e la seguiva a lavoro, quando è entrato in tribunale per la prima volta ed è rimasto affascinato, totalmente estasiato da quel mondo, dal modo in cui sua mamma si muoveva in aula, per la sua sicurezza, determinazione, coraggio. Ha capito che quello era il suo sogno, che lui voleva essere esattamente come lei. Sole lo sa, sa tutto questo, perché Nick é sempre stato sincero con lei, le ha sempre aperto il suo cuore, le sue paure, le sue insicurezze, non ha mai avuto segreti. Gli ha raccontato che sua mamma spesso era fuori per lavoro, ma nonostante spesso soffrisse per la sua assenza, non l’ha mai avuta con lei, ma ha compreso la sua assenza, nonostante la giovane età. Ha sempre saputo che il suo sogno era frequentare l’università che ha formato lei.

Maria Sole comunque non dice ugualmente nulla, anche se ha sentito che lui andrà nell’universitá dei suoi sogni, é felice per lui, ma non non dice ugualmente nulla, non sa spiegarsi nemmeno lei il perché, lo guarda, ma le parole sono come congelate. Spera che il suo sguardo, valga più di mille parole, ma non crede che sia possibile. Anche se forse, in cuor suo, ci è rimasta male perché un enorme distanza probabilmente li dividerà, ormai è praticamente certo. 

Dopo pranzo si spostano in giardino per concedersi un po’ di relax sotto il sole di primavera, fino a che non decidono di organizzare una partita di pallone. 

Le ragazze si tolgono le scarpe alte, per essere pronte a giocare, tanto con il superball possono anche giocare scalze, quel pallone non fa male come un vero pallone di calcio, che è di cuoco e più pesante.

Giocano maschi vs femmine, la partita é davvero tanto combattiva, nessuno dei due vuole perdere e giocano come se fosse la partita del secolo. Non capita tutti giorni lo sfidarsi, anche perché sia la squadra maschile che femminile sono entrambi fortissime.

Non è facile per Sole giocare con il vestito, inoltre non essendo suo, ha paura di sporcarlo, quindi inizialmente non gioca al massimo delle sue potenzialità, ma poi a poco a poco si lascia andare, trasportata dalla bella giornata, dalla competizione che é nata tra la sua squadra, le quali voglio battere a ogni costo i ragazzi per dimostrare di essere più forti. 

Il primo gol sono le ragazze a farlo, ma poco dopo i ragazzi pareggiano, portandosi anche in vantaggio, la squadra femminile però non si arrende e il punteggio torna sul 2 a 2 grazie a un calcio di rigore di Cloe, la rigorista della squadra, la quale tira dei potenti calci di rigore, impossibili da parare per chiunque, é la sua migliore qualità di giocatrice. Restano in parità a lungo, fino a che la partita non si interrompe, perché Sole cade atterra massaggiandosi la caviglia. Le fa malissimo e sente che si sta gonfiando. 

É Luke che la prende in braccio portandola sulla sedia dentro al ristorante, le fa mettere subito il ghiaccio, ma il dolore non passa ugualmente e Sole viene da piangere. Ultimamente non va niente come dovrebbe andare. Alla prossima partita doveva giocare e far vedere al Barcellona di che stoffa fosse fatta, ma ora si è fatta male... non sa nemmeno se si riprenderà per il sabato. Si alza per caminare e dimostrare che non è niente, che non le fa male, ma una fitta fortissima la fa sedere di nuovo poco dopo.

«Scusa Sole» le dice Thomas, avvicinandosi a lei, é stato lui a farla cadere, entrando su di lei per toglierle la palla, ma l’ha fatto in modo sbagliato e colpito la sua caviglia, facendola cadere a terra dolorante.

Sole non risponde e si limita a guardarlo, in realtà non vuole dire niente di cui poi si potrà pentire, vorrebbe alzarsi e dargli un pugno, ha fatto sì che il suo sogno si rovinasse per giocare una stupida partita. 

La portano al pronto soccorso, interrompendo così la giornata che era iniziata in modo meraviglioso. 

Il dottore purtroppo non porta buone notizie per Sole, ha una distorsione, si risolverà in una settimana, ma non potrà giocare, deve stare a riposo. 

Tornando verso il campus non dice una parola e Luke sa che è furiosa, amareggiata, delusa. Sa che qualsiasi cosa la farebbe infuriare, era la sua opportunità e questa ancora una volta le è stata portata via, proprio ora che si stava impegnando e stava facendo di tutto per rialzarsi, per provare a vivere davvero. 

La accompagna fino in camera per non farle sforzare la caviglia e Sole lo ringrazia, ma non vede l’ora di essere in camera e piangere, piangere ancora una volta.

«Proverò a spostare l’appuntamento con il Barcellona, in modo che potrai esserci anche tu Sole» le dice prima di lasciarla.

«Okay» si limita a rispondere, ma non è molto entusiasta e chiude la porta subito dopo, accasciandosi vicino alla porta e scoppiando a piangere. Non ne può più di soffrire, di impegnarsi inutilmente, di vedere che va sempre tutto storto, più lei si impegna, più cerca di migliorarsi, più va tutto al contrario. Si domanda quando potrà avere una vita semplice, lineare, tranquilla. Quando dovrà smettere di lottare per realizzare il suo sogno, perché la vita la pone sempre davanti agli ostacoli, perché ogni volta sembra che le circostanze la vogliono far restare nel limbo, senza riuscire ad andare veramente avanti. Sente che è così da due anni ormai, da quando Tommy non c’è più. La sua vita é stato un precipitare e credeva che questa borsa di studio vinta potesse farle cambiare finalmente vita, renderla felice, ma non è così. Forse davvero non può tornare a vivere, almeno non sapendo che lui non c’é più, lei non sa più chi sia da quando lui non c’è più. 

 

 

 

   
 
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