Un flebile fruscio mise sull'attenti l'androide.
“è qui.” sussurrò, estraendo dal fodero la sua lama. “Lo vedo.” Chiuse gli occhi, bloccando il suo respiro. Per un membro dei QA, il gruppo di mercenari creato in laboratorio per eliminare quegli stupidi e pericolosi mostri dotati di magia, veniva quasi naturale smettere di respirare. Sentii il rumore di alcuni passi. “Sono almeno tre. Maschi, uno è molto più giovane degli altri.”
Le immagini gli apparivano abbastanza nitide in testa. Doveva agire prima che, con la magia, si teletrasportassero.
Appena si trovò sopra di uno di loro, scattò all'azione, chiudendo la bocca dell'uomo e trafiggendolo, per poi buttare le spoglie lontano. Avrebbe bruciato il corpo più tardi, per evitare che qualche sporco negromante potesse far rinvenire il cadavere. Si avvicinò al secondo, e, come, l'altro, lo uccise senza lasciare traccia uditiva.
O almeno, così credette. Il più giovane si girò di scatto.
- Sei...un mercenario?- Chiese, sotto shock. - Hai ucciso i miei accompagnatori?
Non parlò. Ma nemmeno provò ad infilzarlo con la sua preziosa lama. Non riusciva a muoversi, come se fosse sotto un incantesimo.
-Che... Che mi hai fatto, mostro.
- Una persona che ha ucciso qualcuno nell'ultima ora non può toccarmi. é... un incantesimo di protezione.- Spiegò il ragazzino. -Perché ci uccidi?
- Perché dovrei dirtelo?- Chiese a sua volta l'assassino.
- Perché... Non mi sembri felice di farlo. Anzi. E inoltre ti sei fermato a parlare con me. Potevi scappare e lasciarmi qui.
-Essere... felice? Sono stato creato per uccidere.
-Non lo sei. Sento che sei umano. E gli esseri umani non sono nati per uccidersi fra loro.- ribattè, avvicinandosi fino a prendergli la mano.
- Non ci dovrebbe essere la barriera? - chiese, ritirando l'arto.
- Bugia. La barriera durava per pochissimo tempo. Giusto per permettermi di chiamare rinforzi. Questo prova che non senti nel tuo cuore l'istinto di uccidermi. Ah, non ho comunque chiamato nessuno. Mi fido di te.
Fiducia. Nessuno aveva mai detto che si fidasse di lui. La QA era composta da assassini senza cuore, ognuno lavorava per se, ogni tanto, se la missione era di grande portata, andavano in coppia. Ma solo per evitare che qualche superstite scappasse.
-Io.. Non sono meritevole di fiducia. Ho sterminato milioni di tuoi simili.
-Non me. E questo mi basta.
Il ragazzino si avvicinò ancora, e strinse a se il corpo immobile del suo interlocutore.
- Quale è il tuo nome? Il mio è Chaoyang
- n.141518. Non ho un nome come il tuo.
- Non hai un nome in lettere? Vorrà dire che te lo darò uno io.
Chaoyang si allontanò di nuovo.
- Non vorrei discostarmi troppo dal tuo... codice. E se sostituissi le lettere ai numeri?
Il mercenario chiuse gli occhi. Poteva avere una identità vera e propria? Un nome, come quello degli scienziati che lo avevano creato.
- Ah, trovato!- Rispose sorridendo. - Quattordici, quindici, uno, otto.
Si avvicinò di nuovo, aspettando solo che il ragazzo aprisse gli occhi.

- Da oggi il tuo nome sarà... Noah.