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Autore: Anya_tara    27/07/2018    0 recensioni
La guerra tra mente e cuore spesso non conosce vincitori. Aiolos di Sagitter lo impara sulla propria pelle: quella ragazza lo ha stregato, catturato, messo di fronte a scelte che ha già affrontato in passato, ma in modo differente.
C'è solo un problema: è la sorella del suo migliore amico. E ... scordarlo, per qualche istante, può condurre a risultati che lui stesso non immaginava.
P.S: questa storia è legata a "Feliz Cumpleanos". Il titolo viene dal famoso romanzo di Jane Austen, Sagittario anche lei ! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Capricorn Shura, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elettricità attraverso il suo corpo 
Quella cosa che rende felice qualcuno, 
Come elettricità attraverso il tuo corpo 
Quella cosa che ti rende felice

Elisa, Electricity
 
Ride. E’ un suono luminoso, gioioso, un filo malizioso, sempre contagioso.
Aiolos sente qualcosa di strano ogni volta che ode la risata di Natalia. Una specie di vuoto nello stomaco, che si fa più profondo appena la ragazza alza su di lui gli occhi cerulei.
Cangiante. L’aggettivo più adatto ad essi: non sono mai dello stesso colore; a volte sembrano grigio-azzurro, come il cielo di primo mattino, quando il sole è ancora fresco e mezzo addormentato a metà dell’orizzonte. Altre volte hanno il verde intenso della macchia mediterranea immersa nella bruma, nelle ore dell’alba. Certe ancora, poi, verso sera, si fanno quasi argentei, lucenti come l’alone lunare, iridescenti come ali di farfalla.
Cangiante, come vuol dire il nome di lui.  
Nina gli ha spiegato perché è lei a chiamarsi così, ch’è il frutto di un complicato gioco di parole. Eppure in lei non sembra esserci nulla di complicato: è così solare, istintiva.
Somiglia tanto a Lia, più che a Shura. Ma ha anche tanto del fratello maggiore: la perspicacia, quel suo essere a tratti profonda, indagatrice, sottile.
E non lo è solo con la mente. Aiolos osserva quel corpo minuto chinarsi su una piantina di alisso, carezzarne le foglie prima di coglierne un mazzolino. Giallo oro, come il sole.
<< Mi sono sempre piaciuti, questi fiori. A casa non ho occasione di trovarne, mi sono mancati >>, spiega, scostando i lunghi capelli che la brezza primaverile, non forte ma dispettosa, le scompiglia in cima allo chignon in cui li ha raccolti. li rigira tra le dita delicate, e Aiolos avverte prepotente il desiderio di scioglierle il nodo e lasciarli ricadere sulle spalle.
Soprattutto ora che Nina infila il mazzetto dietro l’orecchio. << Come mi stanno? >>, fa, in tono vanitoso, e insieme giocoso. Si diverte a posare, come un’attrice consumata, un po’ per scherzo un po’ per davvero.
 Ma non si sente di volergliene: rispetto a lui, è una bimba.
Vero che non lo è sul serio: ha solo due anni meno di Aiolia, ma a differenza del fratello così grande e grosso, Aiolos vede Nina così indifesa, piccola e dal bel viso evanescente.
A quella stessa età, sua madre aspettava già lui.
Questo pensiero gli dà una fitta al petto, così torna a guardare Nina, che con una mano sugli occhi per difenderli dal sole, allunga il collo delicato provando a vedere da che parte è il mare. La fitta muraglia di macchia mediterranea blocca l’accesso: bisogna fare un lungo giro intorno alla scogliera, per raggiungere la spiaggia. Un luogo incantevole e isolato, dalle rocce bianche, la sabbia dorata, pozze simili a piccoli laghi salati, popolati di alghe vivide, di pesciolini argentei e conchiglie rosate. Il mare, più alto dal lato delle rocce, digrada dolcemente seguendo la riva, in una tavolozza di verdi, azzurri, blu cobalto e indaco inimitabili.
Non l’ha mai condotta lì, a malincuore.
Conoscendola, s’innamorerebbe immediatamente di quella piccola oasi. E non esiterebbe a sfilare quel leggero vestito tutto balze e pizzi, per gettarsi in acqua davanti ai suoi occhi.
<< Tanto prima o poi lo troverò, il mare! >>. Grida, Nina, come se fosse indispettita e divertita insieme. Forse pensa che Aiolos voglia metterla alla prova, o che le stia facendo uno scherzo, non mostrandole il passaggio.
Ricorda tanto una ninfa, mentre lo supera, infiltrandosi nella macchia. Un lampo di luce bianca, pronta a svanire appena si tende la mano per afferrarla.
Ma prima di tenderla, Aiolos se la taglierebbe. Di netto, sopra il polso.
E’ la sorella di Shura. Non può far questo al suo migliore amico, al giovane che ha cresciuto come un figlio.
E poi … Nina è così amichevole, bendisposta anche con gli altri Saint. Tutti la cercano, la adorano e la vezzeggiano e lei ci sguazza dentro, beandosi di quelle attenzioni. Non che ci sia nulla di sconveniente: è una bella ragazza che gode dell’ammirazione di un gruppo di giovani uomini. Qualunque ego con un minimo di amor proprio si sentirebbe lusingato, da questo; tanto più quello di una  piccola leonessa dalla lunga criniera. Una leonessa che è stata capace di far breccia nella sua corazza di uomo e di Cavaliere sempre ligio al dovere, alla sua missione, ma anche al suo cuore, quand’è occorso. Sfidando tutto e tutti. 
Lo stesso che gli pulsa forte in petto, osservando la corsa di Nina in mezzo agli arbusti. E sorride anche lui.
Finchè d’un tratto non la scorge più.
Il sorriso si spegne e corre a raggiungerla, individuando il biancore del suo vestito tra le fratte spinose.
<< Nina! Tutto bene? >>, grida, vedendola a terra che sfila una scarpa, e la scuote per liberarla dai sassolini.
<< Sì. Sono ancora intera >>.
<< Ti sei fatta male? >>.
<< Naaahh. Più che altro mi sono ferita l’orgoglio. Cosa penserai adesso di me? >>.
<< Cosa dovrei pensare? >>.
<< Che sono una scema di ventiquattro anni che si comporta come una bambina >>.
<< Non potrei mai >>. Aiolos stira un sorriso buono.  << E poi non so se hai notato, ma sono abituato ad avere a che fare coi bambini troppo cresciuti. Non conosci mio fratello, forse? >>.
<< Ah sì. Ho imparato a conoscerlo >>, sentenzia lei in tono leggero, eppure carico di sottintesi.
<< Ti piace Aiolia, vero? >>. E’ una domanda sciocca, eppure non può fare a meno di porgliela. Trascorre con Leo molto più tempo che con gli altri, forse anche che con Shura stesso.
E con lui.
Per un attimo si pente di avergliela fatta. E se la risposta non fosse quella che immagina?
Ma è quasi sicuro che anche Nina se ne sia accorta.
E lei ama suo fratello quanto Aiolos il proprio. Per cui … forse non è il caso di sentirsi troppo in colpa, se stanno facendo, ognuno a suo modo, un gioco pericoloso.
Hanno bisogno di essere aiutati. Ci sono troppe cose nel mezzo, che rischiano di dividerli ancora a lungo.
E non è giusto. Hanno già sofferto abbastanza, Shura e Lia.
Anche Aiolos ha sofferto. Sapeva cosa sarebbe costato a Capricorn e ad Aiolia quella notte. 
Ma non ha potuto far nulla per impedire che accadesse.
Lei alza le spalle. Il solco candido tra i seni spicca più profondo, mentre il resto della pelle si è leggermente dorata, malgrado sia ancora primavera. Ha qualche piccola efelide, che ora si è fatta più visibile, sulle spalle. << Ho avuto pochi amici maschi, nella vita. Finisce sempre che vogliono qualcos’altro, da te, e addio. Tuo fratello è diverso >>.
<< In che senso? >>.
<< Giochiamo a mostra e nascondi, Cavaliere di Sagitter? So che anche tu sai >>, mormora lei, facendosi vicina, il tono basso e lo sguardo di una gattina furba. << Li conosci da più tempo di me, e più a fondo. Devi saperlo per forza >>.
<< Certo che lo so. E so anche cosa stai tentando di fare tu con Aiolia. Ma non se … sia la cosa giusta, Nina. E se ci stessimo sbagliando? >>.
Nina lo fissa dritto negli occhi. << Quando hai salvato Athena, come facevi a sapere ch’era la cosa giusta? >>.
Aiolos resta per qualche secondo in silenzio. Non si aspettava una domanda simile. << Io … io … l’ho sentito >>.
<< Hai le voci nella testa? >>.
Aiolos sorride. << No. Qui dentro >>. Posa una mano sul petto, dal lato sinistro.
<< Mhmm >>. D’un tratto, Nina allunga la propria su quella di lui, premendovela sopra. << E … adesso? Adesso … cosa senti, dentro? >>.
<< Che …. Che … >>.
<< Io penso sia la stessa cosa che sento io, Aiolos >>. Così dicendo Natalia serra le dita di lui nelle sue, staccandole dal torso del giovane per portarle sul suo sterno, sul limite estremo che separa la pelle nuda dall’orlo del corpetto. Un centimetro più in basso e potrebbe sentire sulla punta del polpastrello la piccola gemma puntuta che già si è indurita, apparendo sotto il candore del pizzo.
Il respiro di Aiolos si ferma in gola. Anche questo è un gioco pericoloso.
Aveva già intuito che Nina è meno innocente di quel che si potrebbe pensare guardandola. Una donna che non conosce uomo … non lancia segnali tanto ben calibrati. E diverse volte si è anche trattenuto dal domandare a Shura delle delucidazioni riguardo i trascorsi di Nina. L’amico gli aveva raccontato del modo insolito in cui si erano conosciuti, ed era evidente che nonostante non fosse avvezza a … “abbordare sconosciuti in un bar”, non era nemmeno legittimo pensare che una fanciulla intatta si mettesse a provocare un uomo come Capricorn senza immaginare come sarebbe andata a finire.
Solo un caso aveva salvato quei due dal commettere un abominio anche se inconsapevolmente. Il fatto che qualcosa in entrambi avesse pulsato più forte del richiamo della carne: quello del sangue.
E non c’era da sperare che fosse nelle intenzioni di lei cercare l’uomo della sua vita. Era chiaro che si era trattato di un attimo di debolezza, frutto di un’attrazione improvvisa e passeggera, anche se nulla impediva di pensare che poteva diventare qualcosa di più, com’era avvenuto a Cancer.
Ma lui quell’attimo di debolezza non può concederselo, a nessun costo. Come potrebbe guardare in faccia Shura, dopo? E’ lampante quanto lui tenga alla sorella, da bravo spagnolo abituato a considerare le donne della sua famiglia come eterne Vergini Maria, senza macchia malgrado tutto, e propenso a pensare che concepissero per opera dello Spirito Santo, senza contatto carnale.  
Nina però è tutta carnale. Anche lei, da brava spagnola, ha il sangre caliente. Lo stesso che si porta dentro Capricorn, e di cui forse non si rende conto, dacché è sempre stato impegnato a soffocarlo, fuori dall’arena, o dalla battaglia.
<< Riesci a sentirlo? >>, domanda Nina, il tono fattosi più profondo, denso.
In realtà Aiolos non sente nulla. Nulla, a parte il rombo furioso che echeggia nel petto di lei, e quello del proprio sangue, fattosi bollente anch’esso, alle tempie. Gli riempie le orecchie rendendolo sordo e cieco ad altro che non sia lei.
<< Lo senti, Aiolos? >>. Non è una ninfa, è una strega. La sua è la bellezza stordente di Circe, che lo tenta innocente e sfrontata insieme. << Io … sono sicura … di sì … >>.
E’ un attimo in cui la vede avvicinarsi, socchiudere gli occhi. Il suo profumo è ammaliante, quel piccolo ramo di alisso impallidisce al confronto. Persino l’odore chiassoso della macchia, la brezza salmastra del mare non possono competere con quel bouquet fresco, che sa di dolce e frizzante.
Sta quasi per cederle, avverte il palpito sotto la pelle delicata tamburellare sempre più frenetico. E’ a portata di respiro.
E’ la sorella di Shura, tuona la voce dentro la sua testa.
E subito indietreggia. << No, Nina >>.
Lei riapre le palpebre di scatto, la luce in quegli occhi è insostenibile. Hanno il baluginio tagliente del metallo. E’ delusa, glielo si legge in faccia.
<< Vieni. Ti riporto … a casa >>. Si mette in piedi, porgendole la mano.
Che nonostante tutto raccoglie. Si dà una rassettata, spolvera il vestito dalle macchie di terra e sabbia. << Forse non era l’occasione più adatta per indossarlo >>, nota, con evidente disappunto.
<< Già >>. Perché le forme del suo corpo emergono con prepotenza dal pizzo sangallo, i seni piccoli e ben fatti, i fianchi snelli, le gambe non troppo lunghe ma eleganti.
<< Riesci a camminare? >>.
<< Sì, grazie >>. Il suo tono è neutro, nulla farebbe pensare alla ferita nell’orgoglio che Aiolos sa di averle inflitto, consapevolmente, questa.
S’inerpicano su per lo stretto sentiero. Nina saltella con grazia, ed ecco che l’altra parte di lei, la piccola capra testarda, viene fuori.
Arrivano in silenzio fino alla scalinata esterna che collega la Nona con la Decima. Non se la sente di proseguire: incontrare Shura adesso non sarebbe salutare. Lui gli leggerebbe in faccia a chiare lettere l’imbarazzo, lo sconcerto, e quel desiderio inconfessabile.
E lo farebbe a tocchetti, forse fregandosene anche di non far soffrire Aiolia daccapo.
Ed è questo che riesce a infondergli il coraggio per riaprir bocca, e provare a rimediare alla situazione come tante volte ha cercato di fare con suo fratello e il compagno del Capricorno. << Nina, scusa … per prima >>, esordisce, non osando guardarla in viso.
<< Non fa niente >>, fa lei, in tono disinvolto. << Scusa tu. Te l’ho detto, mi comporto come una bambina, certe volte. E’ tutto apposto >>.
Ad Aiolos non pare proprio che si sia trattato di un capriccio da bimba. Anzi. L’ha sentita donna, più donna che mai, in quel momento.
E si vergogna ancora di più di quel fuoco che ha sentito sferzargli i lombi, la scossa che ha avvertito sottopelle mentre la sfiorava. Lui che ha sempre rimarcato su quanto l’amore debba essere puro, disinteressato ha desiderato fare “certe cose” con la sorella del suo migliore amico, in piena luce del sole, in mezzo alle spine, quasi fosse un animale.
E insieme prova rammarico anche per averla offesa. Perché lo sente, fino in fondo alle ossa, che Nina non è abituata a essere rifiutata. Persino quando … era finita sotto casa assieme a Shura, era stata lei a farsi indietro per prima.
<< Pace? >>. Nina gli tende la mano.
<< Sì. Pace >>.
   
 
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