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Autore: Anya_tara    27/07/2018    0 recensioni
La guerra tra mente e cuore spesso non conosce vincitori. Aiolos di Sagitter lo impara sulla propria pelle: quella ragazza lo ha stregato, catturato, messo di fronte a scelte che ha già affrontato in passato, ma in modo differente.
C'è solo un problema: è la sorella del suo migliore amico. E ... scordarlo, per qualche istante, può condurre a risultati che lui stesso non immaginava.
P.S: questa storia è legata a "Feliz Cumpleanos". Il titolo viene dal famoso romanzo di Jane Austen, Sagittario anche lei ! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Capricorn Shura, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma di quella pace rimane ben poco, dopo che l’uragano Nina ha portato scompiglio nella vita dei tre uomini che le sono più vicini: il suo stesso fratello, Aiolia e lui, Aiolos.
Sagitter non si aspettava che le cose andassero in quel modo. Lui non rammenta nulla di quella parte del suo passato, la sua mente ha un buco nero che non riesce a colmare in alcun modo.
Sono due giorni che si sforza di ricordare qualcosa, qualsiasi minuscolo frammento ha iniziato persino a dubitare della veridicità delle parole di Nina, non perché la creda capace di tanto, ma perché magari in buona fede si è lasciata trarre in inganno.
E poi quel mattino, di ritorno dagli allenamenti lei l’aveva chiamato, conducendolo in casa di Capricorn e  mostrandogli lo schermo del suo computer. Quasi abbia intuito che un semplice foglio di carta per lui non fosse sufficiente.
D’un tratto ha recuperato sei anni della sua esistenza, di cui però non ricorda nulla.
Ma al diavolo. Se è servito a far crollare finalmente le ultime resistenze tra Aiolia e Shura, per lui va bene tutto.
Gli è bastato vederli allenarsi il giorno prima nell’arena, approfittare del fatto che credevano di essere lontani da occhi indiscreti per scambiarsi un bacio tenero e appassionato al termine di un combattimento che, era pronto a scommettere, era saputo più di … preliminare, che d’allenamento.
Non che abbia chiesto ad Aiolia cosa sia accaduto dopo che Shura è corso fuori, seguendo il consiglio di Nina.
A cui lui, Aiolos, ha dato manforte.
Si era ritrovato da solo con lei, per un tempo infinito. L’aveva aiutata a sparecchiare la tavola, e lavare i piatti. Le ha fatto compagnia anche per un bicchiere di mavrodaphné, che però gli ha lasciato l’amaro in gola, nonostante fosse tra i vini più dolci che la Grecia sappia offrire, quando con fare innocente Nina gli ha rivelato ch’era un regalo di Kanon, fatto venire direttamente da Patrasso.
<< E’ molto carino, con me. Non riesco a credere che sia come dici tu >>, gli ha detto, dopo che Los le ha fornito un resoconto delle malefatte di Gemini minore. Perché sì, anche lui adesso fa parte della compagine dei Saint, ma non sempre è stato all’altezza dei requisiti richiesti, in passato.
E ad Aiolos fa male. Lo infastidisce sapere che ha vestito l’Armatura dei Gemelli durante la Guerra Sacra, sapendo ch’è colpa sua quello che era avvenuto a Saga tanti anni prima.
Ma si è sempre sforzato di trattarlo come si conviene ad uno del suo rango, perché Los non può ritenersi dappiù della sua Dea. E se Athena in persona l’ha riconosciuto degno, chi è lui per darle torto?
Staccandosi dal computer, Nina torna a guardarlo. << Visto? Avevo ragione >>. Sorride, ma il suo sorriso, benchè lieto, non ha lo smalto prezioso di prima del loro fraintendimento. Come se avesse perduto qualcosa della sua spontaneità, con lui. << Grazie di avermi spalleggiato. Sai, Gabriel ha la testa un po’ dura. Come me. Non per niente abuelita ha sempre detto “ Nina cabeza de cabra. Chini il capo solo per prendere la mira e ficcarci le corna, in quel posto, al povero disgraziato di turno “ >>, dice, imitando il tono che Aiolos immagina appartenere alla nonna.
Lui tossisce, quasi si strozza. Non è un immagine sana, quella che la ragazza ha evocato senza volerlo.
Sa che Aiolia non è inesperto come lui. Ha avuto delle donne, gliel’ha confidato in un’occasione, che ancora lo fa sorridere.
Dopo che si erano incrociati con Shura in quel locale. Non che Lia fosse timido: giammai, solo, aveva ritenuto inopportuno entrare tanto in dettagli con lui, se non altro per rispetto del fratello che considerava così integerrimo, e sapeva quale fosse l’opinione di Sagitter al riguardo. Occhio non vede, cuore non duole, si dice. 
Ma la rabbia che l’aveva colto quella sera, mentre ritornavano a Rodorio, aveva un che di … insolito.
L’aveva visto andar via con quella ragazza. E in tutte le invettive lanciate con foga contro il Custode della Decima Aiolos aveva colto l’ombra della gelosia.
Per questo non gli aveva confidato che Nina era la sorella di Shura, e non la sua donna, appena l’aveva saputo. Aveva sperato che … quell’ombra tornasse con forza, nel sapere che era partito per andare a trovarla.
Non era servito. Anzi, al contrario, era stato un deterrente: credendosi al sicuro da ciò che rigettava a mente lucida con tanta forza, Aiolia aveva preso bene la notizia, dichiarandosi contento che il compagno avesse trovato qualcuno a cui legarsi, ch’era solo da troppo tempo.
Lui è fatto così. Non finge, questo mai: solo, la vergogna per quel che provava, la stessa che gli aveva fatto odiare Shura con ardore moltiplicato per così tanti anni adesso era stata messa a tacere. Il senso di colpa era stato azzittito, e Aiolos avrebbe quasi creduto fosse bene svelargli la verità, se non si fosse accorto in tempo che quella lietezza era smorzata da un umore cupo, taciturno, fattosi più acuto giusto il dodici, appuntamento a cui Shura aveva mancato.
Così aveva scelto di continuare a tacere, confidando nel fatto che le ultime resistenze di Aiolia sarebbero crollate, nel sapere il cuore di Shura devoto a lui, e lui soltanto.
Ma difficilmente ce l’avrebbe fatta, senza l’intervento di Nina.
E vedere Aiolia sereno, davvero felice era quanto di più potesse rinfrancarlo. Nonostante lui si sentisse un po’ … no, non stranito, o non sia mai contrariato, ma … ecco … perplesso.
Avrebbe smosso mari e monti, per avvicinare Lia a Shura. Eppure il lato fisico, inevitabile per i due in merito, vista la loro … materialità, gli suscita un vago smarrimento. L’amore non ha sesso, come non ha buon senso, a volte; ma pensare a quei due che non si accontentano del legame spirituale, be’ … per quanto indegno sia soffermarsi su certi argomenti, tanto più che si tratta di suo fratello e quindi può sembrare un po’ morboso, lo lascia alquanto confuso.
Non che sarebbe differente se Aiolia si fosse trovata una compagna, o se avesse continuato a concedersi delle avventure. In quanto sacerdoti di Athena, la Dea Vergine al pari di Artemide, che ha preferito mantenersi tale per una scelta ponderata, chè il desiderio annebbia la mente, e non è perché è un’Amazzone che ama la caccia e scorrazzare per i boschi con la luna piena, più forza elementare che razionale, è sempre stato convinto di doversi mantenere casto. E i resti della religione natia sono ancora vivi in lui: la Chiesa Ortodossa è favorevole al matrimonio dei suoi ministri, però quella Cattolica si è imposta il celibato, anche se il Cristo non ha mai detto da nessuna parte che i suoi officianti non dovessero sposarsi, ed è stata una decisione presa per meglio avvicinarsi alla figura del Messia e adempire con più convinzione ai propri doveri.
A parte le sue perplessità e i suoi dubbi, tuttavia, deve a Nina molta gratitudine. Ne è consapevole e non si perita di dirglielo. << Ma no. Hai fatto bene. Hai fatto più tu in qualche settimana, che io in quasi due anni >>. La guarda, e gli sembra un po’ a disagio.
Anche se tutto sembra tranquillo, tra loro due, c’è qualcosa. Come un inciampo. << Avevo intenzione di andare a fare quattro passi, più tardi. Ti va di venire? >>, le propone così, d’impulso, per dimostrarle che non le serba rancore, che non la teme.
Nina per un attimo sembra sul punto di accettare. << Sì … oh, veramente avevo detto a Kanon che sarei andata con lui ad Atene >>, indugia, mordendosi un labbro. << Mi ha … promesso una sorpresa, e io non so resistere alla curiosità. Sai com’è. Il gatto >>, sorride. << Ma se vuoi … >>.
<< Oh, no. Se hai impegni non fa niente >>.
<< Facciamo un’altra volta, vuoi? >>, si scusa lei, uno sguardo timido negli occhi.
<< Certo. Senza problemi >>. Le sorride di rimando, ma sente i muscoli delle guance tendersi forzatamente. << Ciao, Nina >>.
<< Ciao, Aiolos >>. Si alza, lasciandola sola. Ha in mente di salire al Tredicesimo Tempio, giusto per sbrigare un po’ di lavoro arretrato. Saga è tornato a Patrasso, lo fa spesso, perché malgrado tutto incontrare Aiolos lo mette più a disagio di quanto riesca a sopportare.
Los ne è addolorato, ma non contesta la decisione del compagno. In lui vede sempre ancora l’amico sincero e fidato dell’infanzia e della prima adolescenza; Ananké ha decretato che doveva andare così, amen.
O almeno è quello che si dice, per non scaricare su Kanon la colpa dei delitti del gemello.
Ora però gli riesce difficile. Non è un mistero che Nina piaccia parecchio, al Custode in seconda dei Gemelli: eccetto Lia, con lui forse Nina ha trascorso più tempo che con chiunque altro, da quando è al Santuario. E lontano da esso, per voler essere puntigliosi.  
Così come non è un mistero neppure che Kanon abbia una morale alquanto discutibile, già per un comune mortale; figurarsi un Cavaliere di Athena.
Lo sanno tutti che ha avuto un’infinità di storie, e la ha ancora adesso. Va e viene da Rodorio, da Atene, da il-diavolo-se-lo-porti: non si preoccupa se la partner sia sposata e infedele, se sia santa o meretrice, l’importante è che abbia il suo sollazzo.
Non si spiega com’è che Shura si fidi a lasciare sua sorella in mano ad un simile individuo. Kanon non ha coscienza, non scrupoli: se punta una preda è già sua, non ha scampo.
Almeno Aiolia ha sempre sfogato i suoi istinti con ragazze cui in fondo sapeva di non togliere nulla, al massimo dare, anche se si trattava soltanto di una notte infuocata. Kanon invece no, non guarda alla prospettiva di rovinare una donna, anche se è già fuori strada per conto suo, e lui è soltanto l’ennesima pietra d’inciampo su un cammino già abbastanza scosceso. Poco importa che lei non abbia principi: dovrebbe averne lui, perché è lui quello investito dell’Armatura.
Mentre volta le pagine dei registri, una fitta dolorosa come un pungolo, dritta alla base della schiena lo fa saltare dalla sedia. I complicati percorsi mentali lungo cui si stava avventurando per cercare di tenere a bada la morsa allo stomaco d’un tratto sfuggono al suo controllo, e lo mordono in testa.
Ha fatto di tutto per proteggersi da lei. Ma anche per proteggere lei da sé, in qualità di sorella di un suo commilitone e amico, oltre che di cognata.
E poi l’ha lasciata andare senza battere ciglio. Con Kanon, poi … ch’è tutto tranne che santo. Può solo immaginare, e non vuole, quale possa essere la sorpresa che le ha promesso, di certo con quello sguardo lascivo che spesso mette su, quando è con lei. Non che tema una violenza fisica da parte sua: non è tipo, nonostante tutto.
No, lui l’avrebbe ammaliata, irretita e se ne sarebbe approfittato impunemente. Non sarebbe stato gentile … o meglio magari sì, durante l’amplesso. Non è difficile figurarsi estendere le sue arti incantatrici anche al letto, oltre che al corteggiamento.
Però è anche promiscuo, bramoso, lussurioso e …
La voce nella testa a cui Nina ha accennato scherzosamente si fa sentire per davvero. Urla tanto che non si capisce se rimbombi nel cuore dal cervello, o se è da lì che parte e poi echeggia nel cranio, con tanta veemenza da spaccarglielo.
Basta, idiota! Datti una mossa!
Scende al volo, deciso ad andare a strappargliela con la forza, se serve, prima che accada l’irreparabile; ammesso che sia ancora in tempo. Il terrore è che Nina possa … iniziare a provare qualcosa di più, che la mera brama carnale; e che Kanon immancabilmente la deluda, spezzandole il cuore. 
Sente la rabbia montare, non può sopportare un simile affronto, neanche sia stato fatto a lui.
Attraversa a passo di fulmine la Dodicesima, l’Undicesima e sta per fare lo stesso con la Decima quando una voce lo blocca all’istante. << Aiolos? Dove vai così di fretta? E’ successo qualcosa? >>.
Il bel volto di Nina, alterato si materializza davanti ai suoi occhi. Ha gli occhi sgranati, le dita stringono convulse l’accappatoio blu scuro. Le sue iridi hanno riflessi d’orizzonte, con quello addosso.
Quello soltanto. I capelli raccolti in un nodo sulla testa hanno le punte gocciolanti. Ha l’aria accaldata, le guance rosse.
Potrebbe essere un effetto del bagno caldo. Ma il suo cervello partito per la tangente vede tutt’altro in quel rossore delizioso. << Nina. Dov’è Kanon? >>, le domanda con piglio marziale.
Lei batte le palpebre, confusa. << In casa sua, credo, dove l’ho lasciato poco fa >>.
Un suglio di rabbia impotente gli serra la gola. E certo, possono anche averlo fatto lì. In fondo questa è casa di suo fratello, e se per puro caso li avesse beccati sarebbe stato davvero poco divertente, assistere allo scontro Excalibur contro Galaxian Explosion. O Golden Triangle, va’ a sapere.
Saga invece non c’è. Per cui avevano via libera, senza dover necessariamente recarsi nella Capitale, per avere un po’ di privacy.
Ammesso che non ci siano andati per davvero, magari per una passeggiata romantica in cui Kanon ha di certo esibito tutto le sue piume da pavone. Che tolte quelle, non gli rimane niente.
<< Siete rimasti poco, ad Atene >>, osserva guardando l’orologio. Anche se Gemini minore è ricorso al suo potere per arrivarci, è comunque un lasso di tempo piuttosto breve.
Nina lo guarda stupita. Poi annuisce.  << Be’, sì, in effetti >>. << Abbiamo solo fatto un giro, poi siamo andati a mangiare in attesa del traghetto. Aveva intenzione di raggiungere Saga a Patrasso, per farmi conoscere la loro città natale. Ecco, la sorpresa che mi aveva annunciato. Ma dopo aver mangiato ha iniziato a sentirsi poco bene, così siamo ritornati a casa, gli ho preparato una tisana e gli ho consigliato di farsi un bagno caldo e mettersi a letto … Forse qualcosa che abbiamo preso lo ha disturbato >>. O gli accidenti che Sagitter ha indirizzato verso di lui, sicuramente. << Aiolos, cosa c’è? >>.
Il sollievo che rimpiazza l’irritazione è un tantino colpevole. Dubita fortemente che in quelle condizioni Gemini possa essersi lasciato andare ai suoi fantasiosi giochi erotici, e se non fosse tanto preso, gli verrebbe quasi da ridere. << Niente, Nina >>, fa, con più calma.
E adesso può concentrarsi sugli istinti che quella visione gli suscita. Forti, irreprimibili.
E’ la resa del maschio davanti alla femmina, quella che gli turba i sensi. Era più svestita con quell’abito corto e scollato, che con questo tendone di spugna avvolto addosso.
Ma sa che sotto non indossa nulla. Che qui non sono fuori alla mercé degli sguardi altrui, benchè sussista il rischio di ritrovarsi pronto per uno stuzzichino, se per caso Shura arrivasse e vedesse sua sorella intenta a conversare amabilmente con un uomo, coperta solo da un accappatoio.
Le sue ultime resistenze crollano, non ha più appigli a cui tenersi, nessuna facciata cavalleresca da mantenere. Non ha più l’obbligo di salvare Nina dal libidinoso Drago Marino, ma in compenso non riesce più a trattenere le redini del purosangue selvaggio ch’è in lui.
Non sa staccare gli occhi dalle labbra che ha rifiutato, mentre mormorano le parole: << Lo cercavi? Ti serviva qualcosa in particolare, da lui? >>.
Deve rimediare a quell’offesa, subito. << No. Non da lui. Da te >>. L’attira a sé, con forza, serrandole i polsi tra le dita, schiudendole le labbra con le proprie, cercandola, assaporandola, passandole una mano dietro la nuca per tenerla più vicina, non sopporterebbe una sua eventuale vendetta. 
Ma Nina non ci pensa proprio a vendicarsi, a negarsi anche solo per partito preso. Accoglie la sua lingua senza esitazione e ricambia anche, con misura, muovendola appena contro quella di lui come se volesse invitarlo gentilmente, stuzzicarlo ma senza prendere il sopravvento.
Dei, che sapore celestiale. Potrebbe non staccarsi mai da lei, fino a perdere il suo respiro in lei, tutto in lei, anche la ragione di cui si è sempre fatto scudo.
Lascia che Nina gli cinga le spalle con le braccia, infilandogli le mani tra i capelli; si abbassa verso di lei prima di far leva e sollevarla contro il muro, infilandole le mani sotto le cosce, sentendole roventi per il contatto. E’ calda e scivolosa, la sua pelle ancora umida, saporosa.
Le libera la bocca un secondo. E Nina gli sorride, con uno sguardo saputo negli occhi cangianti. << Finalmente … cominciavo a chiedermi a chi avrei dovuto chiedere aiuto io, per dare una svegliata a te >>.
La parola “svegliata” gli mette addosso un accenno di panico.
Nina gli guarda le labbra, allungando le dita a sfiorargliele con dolcezza. Deve aver captato a cosa sta pensando. << Gabriel non c’è. E’ con Lia … e non penso torneranno presto >>, gli sussurra, con uno sguardo eloquente. 
Ma Aiolos ancora esita. Sa cosa accadrà, se davvero avvenisse.
Non ha mai posseduto una donna. La teoria non gli è sconosciuta, e anche ammesso che così fosse, basterebbero gl’impulsi del suo corpo premuto contro quello di Nina a dargli le indicazioni giuste.
Non è quello in cui crede e ne è cosciente. Ma da quando ha iniziato a pensare a lei insistentemente ha cominciato anche a pensare che … forse non sarebbe stato poi tanto disdicevole contravvenire alle sue convinzioni, se l’avesse condotta all’altare, sposata con tutti i crismi, e quindi si fossero concessi le gioie del talamo.
Salvo poi appallottolare quel foglio di carta e gettarlo via, perché non esisteva che Nina avrebbe accettato di sposarlo a soli ventiquattro anni, con tutti i suoi sogni, tanti che non ci stanno in un cassetto, ci vuole un armadio; con una vita davanti, giusto per farlo stare in pace con la coscienza perché desiderava portarla a letto. 
E quel desiderio adesso è forte. Ma quella coscienza gli tiene testa ancora abbastanza bene.
Nina però è più forte ancora. Sa quello che vuole ed è decisa a prenderselo. E Aiolos invece adesso sa che quel lieve sorriso sulle labbra è dovuto alla soddisfazione per averlo messo in scacco; arriva quasi a domandarsi se non abbia accettato di andare ad Atene con Kanon giusto per metterlo faccia a faccia coi suoi sentimenti. Per fargli capire quanto sia …. preso da lei. E geloso.
E’ furba, Nina. E quell’astuzia forse non le viene né dal segno, malgrado i Capricorno sappiano essere determinati e calcolatori, né dall’ascendente, ché il Leone non sa fare piani, non tesse reti, lui azzanna e scappa, e il resto sono fumisterie inutili.
Forse le viene solo dal suo essere donna. Profondamente, intensamente donna.
Ed è pronta a dimostraglielo. Si tira leggermente indietro, slegando la cintura dell’accappatoio, lasciando emergere il solco tra i seni bianchi come neve e il ventre piatto, segnato appena dalla fosse scura dell’ombelico.
La fame di Aiolos si ridesta, potente. Non c’è remora che tenga, dinanzi a tanta cocciutaggine.
Lei lo vuole. E’ … smaniosa, anche se con garbo, lo seduce con arrendevolezza, affrontandolo con una resistenza passiva e irresistibile.
Se la stringe addosso e la allontana dalla parete, reggendola tra le braccia.
Oso. Lo so.
Osa, Aiolos, osa. La porta nella camera, chiudendosi alle spalle il battente con un calcio. La posa sul letto, allargando i lembi di spugna e svelando il corpo che ha sentito fremere attaccato al suo.
Non riesce a non pensare al fatto che lui è … sprovveduto, al suo confronto; e per un attimo teme di non essere all’altezza delle sue aspettative. Forse Nina crede che assieme all’addestramento da soldato ne abbiano ricevuto uno da amante, e che quel fisico statuario non sia stato scolpito soltanto dalle lotte nell’arena, ma anche quelle tra le lenzuola.
Però sembra così vulnerabile, adesso, sdraiata davanti a lui. Il fiato corto, le gambe vicine tra loro, le ginocchia unite, in una recrudescenza di pudore che gliela rende ancora più desiderabile.
Gliene accarezza una, piano. Si china a lambirla con un bacio, e Nina allenta timidamente la stretta.
<< Sicura che … >>.
<< Sì >>.
Aiolos si distende accanto a lei, il fianco destro che collide con il sinistro della ragazza. Le cerca di nuovo la bocca e Nina si lascia invadere, cedendogli con dolcezza. 
Allora si sposta un po’ più al centro, allargandole le cosce. Il suo membro vergine s’impenna con violenza, e solo due leggeri strati di stoffa lo separano dal calore umido che avverte bruciargli addosso.
Deve sentirlo meglio, conoscerlo, prima di farvisi strada. Porta giù una mano e la sfiora, rabbrividendo nel sentirla inarcarsi, nel toccare da vicino la sericità, l’ebbrezza bagnata e accogliente che gl’imprime il sesso di lei, sotto le dita.
<< Aiolos … >>. Il suo nome è una preghiera sulla bocca tumida di Nina, lo incita, lo sprona a prendere più confidenza. Trova l’accesso segreto nascosto tra le valve carnose e vi insinua l’indice, mentre un’ondata di fuoco gli si riversa nelle reni.
Nina geme, reclinando la testa. Le sfila la matita che tiene fermi i capelli e la getta da parte, affondando con i denti nella gola ora esposta, mentre le mani di lei gli artigliano la schiena, avventurandosi fino al bordo ruvido dei calzoni.
Non smette di baciarla nemmeno per permetterle di spogliarlo. Anche s’è impegnato a venerarle un seno con le labbra si gode il contatto delle dita di Nina che lambiscono la pelle sotto gl’indumenti, spostandone i confini imposti più giù, sempre più giù, lente da fargli perdere il senno, da aizzare l’incendio che gli arde dentro, impaziente di ritrovarsi nudo come lei, senza più ostacoli tra i loro corpi. Scalcia per liberarsi dei calzoni e dei boxer senza lasciarla andare, e mai è stato tanto contento di ossequiare la tradizione greca e portare i sandali, perché non ce l’avrebbe fatta a occuparsi anche dei calzini, altrimenti.
Nina viene fuori dalla spugna che ancora la tratteneva, come una farfalla dalla crisalide. Gli aderisce addosso, abbracciandolo, ricambiando le sue carezze, i suoi baci affamati, opponendogli il proprio fuoco, portando la propria mano su di lui, stringendolo nel palmo.
E’ una sensazione paradisiaca. Tutti i suoi nervi sono a fior di pelle, tendini, muscoli e articolazioni rispondono immediatamente alle sue intenzioni, si stirano e si allungano e si allentano, a seconda dei suoi movimenti.
E non loro soltanto. Nella mano di Nina il fiero strale del Sagittario scalpita, chiede di centrare il bersaglio cui mira da quando l’ha conosciuta, anche se non ha voluto vederlo. I suoi pensieri, contro cui ha lottato strenuamente ora volgono ad una sola conclusione.
Non ce la fa ad aspettare ancora. Rischia di raggiungere l’apice ancor prima di unirsi a lei più a fondo, in modo completo, definitivo. Non gli serve un trattato di scienza medica per capirlo, anche se è la prima volta che prova nel basso ventre quelle contrazioni quasi dolorose, tanto sono pervasive.
Vorrebbe darle di più, ma nemmeno un Cavaliere d’Athena può venire a patti con le proprie reazioni. Non lui, di certo, che non sa gestirle e rischia di finirne subissato.
E’ per questo che la cerca solo un altro istante, senza spingere le dita a fondo. Se lo facesse potrebbe dire addio agli sforzi che sta imprimendo al suo sesso perché non lo abbandoni proprio ora.
La fa sua con un unico assalto, a cui Nina reagisce irrigidendosi di scatto. Non ha nemmeno il tempo di fermarsi, di tornare indietro, di chiederle cosa sia successo; l’orgasmo è impetuoso, fulmineo e gli oscura la vista, oltre che la lucidità. Riesce appena a ritrarsi, più per uno spasmo involontario del bacino che per vera intenzione calcolata.
Le crolla sopra provando a reggersi sui gomiti, per non gravare con tutto il suo peso su di lei. Sente il suo cuore battere forte, ma il ritmo è caotico.
Ansimante, le prende le guance tra le mani. << Nina, stai bene? >>.
Lei annuisce, solo con la testa. E questo non lo rassicura.
Chiaro che non è stato come si era figurata. E’ arrivato alla fine troppo presto, e per giunta non le ha dato nulla eccetto quei brevi sprazzi prima di penetrarla.
<< Nina? >>.
<< Sto bene. Va tutto bene, Aiolos. Tranquillo >>. La voce è un po’ troppo tirata, così come il sorriso che le spunta sulle labbra. E la carezza che gli posa sul viso è flebile; non fosse per lo sguardo fisso negli occhi di lui penserebbe che le stia quasi dando fastidio. 
Realizza che la sta soffocando, così si scosta, tirando su i calzoni arrivati a metà gamba, e mettendosi a sedere.
Per un attimo pensa di dirle la verità, ch’era vergine, e non era preparato a fronteggiare un tale attacco congiunto di emozioni e sensazioni. Vorrebbe chiederle scusa, giustificarsi per non aver atteso un’altra occasione per possederla completamente, e per aver ceduto all’orgoglio invece di lasciarsi istruire da lei. 
Ma la voce non esce. 
Con un lieve lamento Nina si raddrizza anche lei, portando una mano al fianco prima di recuperare l’accappatoio che si è tutto appallottolato sotto la sua schiena. Se lo tira addosso, avvolgendolo intorno alle forme squisite, che lui non ha saputo onorare come dovuto.
Non si è nemmeno spogliato, e che diavolo.
Maledizione.
<< Senti … io … vado a fare la doccia >>, esala, il tono incerto, tremante. Come le sue gambe quando scivola fuori dal letto, che copre con la spugna tenendola serrata nel punto tra le cosce quasi volesse proteggersi persino dal suo sguardo.
Sembra si sia pentita di essersi concessa a lui. E a ragione. Non è un talento naturale né un maestro, nel campo; ma ha la bruttissima impressione di averla trattata come una poco di buono.
E questo gli scioglie la lingua, ancora avvolta dal sapore di quella di lei. Sta davvero per confessarsi, a capo chino, quando per caso con la coda dell’occhio nota qualcosa che prima non c’era.
Un lieve alone rosso chiaro, dove prima Nina era seduta.
Il rammarico diventa dolore. Gli fa esplodere una fitta nella tempia, oltre che dentro l’anima.
Non soltanto ha combinato un casino, le ha anche fatto male.
Quando torna fuori dal bagno, non ha più l’accappatoio ma solo un largo telo di spugna, blu scuro anch’esso. Lo guarda e impallidisce, seguendo la linea tracciata dagli occhi di lui.  << Cazzo … no, no, no >>. Alza il braccio e lo porta alla fronte, battendocela contro, mentre l’altro tiene l’asciugamano assicurato intorno al corpo. << Ah, che disastro >>.
<< Io ti ho fatto male, e parli tu di disastro? >>.
Abbassa il braccio, le iridi ora verde cupo fisse nella sue. Il suo bel volto esprime qualcosa d’indecifrabile: assomiglia al cruccio, ma più profondo.
Quasi una sofferenza, che però non c’entra nulla con quella che lui suppone di averle inflitto. Non fisica, ma emotiva.
<< Non mi hai fatto male, Los >, dice con dolcezza, troppa, per non voler suggerire qualcosa tra le righe. << Non mi hai … fatto male >>.
Leggi: sei stato irruento, ma non per questo ho sanguinato. Mi hai fatto male, sì, ma non per questo è avvenuto.
Aiolos resta spiazzato. << E’ quello che penso? >>, domanda, e non può tremare nel sentire quant’è roca la sua stessa voce.
<< Sì >>. Lei non gli è da meno. << Mi dispiace. Non pensavo accadesse … scusami >>.
Il pudore che prima ha contribuito a sedurlo ora gli dà quasi ai nervi. Perché gli fa pesare ancora di più il rimorso di aver ceduto, scordandosi dei suoi doveri, dei suoi principi e cosa più importante, di lei stessa, in qualità di diletta sorella di un amico fraterno.
<< Cosa non pensavi accadesse, Nina? Che … finissimo a letto? Mi sembra impossibile, visto tutti i modi in cui mi hai indotto a cedere, non ti pare? >>. Non riesce a reprimere la stizza, detestandosi per questo; ma le macerie delle barriere infrante ora gridano, dentro di lui.
Esattamente come quella di cui restano i segni sul lenzuolo. E sulle cosce di Natalia, che per questo si è premurata di nasconderle con i lembi dell’accappatoio. Forse credeva che la spugna fosse abbastanza spessa, e di colore abbastanza scuro da mascherare le tracce di sangue.
<< No. Questo >>. Il suo volto è semi-nascosto dai capelli, ma Aiolos non ha difficoltà a intuire il rossore insostenibile sulle guance della ragazza, le perle dei denti infliggere il loro morso nella morbidezza del labbro inferiore di cui si è nutrito avidamente, come di tutto il resto di lei.
<< Perché non me l’hai detto? >>.
Le lunghe ciocche si sollevano un istante, seguendo le spalle delicatamente arcuate. << Non lo so. Forse … pensavo … che non l’avresti fatto, se avessi saputo ch’ero … >>.
<< E non ti è venuto in mente che me ne sarei accorto? >>, sbotta alla fine, esasperato.
Le spalle ora sussultano. Per un attimo Aiolos si porta le mani al volto, riprendendo coscienza nel vederla piangere.
Dei, che imbecille. Non gli basta averla … degradata prima, deflorata poi, ora la sta anche rimproverando, solo perché gli ha fatto dono di sé, prestandosi ad un piccolo inganno innocente che non ha arrecato danno altri che a se stessa, pur di attrarlo nel suo letto, dentro la sua carne.
Dare con quella testa di somaro contro la parete non sembra una cattiva idea, per niente.
Finchè un suono gorgogliante non lo raggiunge, lasciandolo di sale.
E’ Nina. Non sta piangendo, sta ridendo. A meno che non si tratti di una reazione isterica, sta proprio ridendo di gusto, provando a trattenersi senza riuscirci.
<< Nina? >>.
<< Non mi pare che tu l’abbia fatto >>. Cede all’ilarità scoppiando a ridere visibilmente, e la sua risata è tornata quella di sempre, quella che Aiolos conosce e ama.
E d’un tratto si sveglia per davvero. Lui ama Nina, ed è ricambiato, al punto che lei ha scelto di non rivelargli ch’era il suo primo uomo, paventando che questo l’avrebbe fatto retrocedere da quell’attimo di passione ch’è riuscita a liberare con tanta fatica.
Non aveva previsto d’innamorarsi. Ma è successo, e poco conta se deve rivedere tutti i principi – forse sbagliati- in cui ha sempre creduto, di fronte a qualcosa di così misterioso e miracoloso come l’amore.
Quello non guarda in faccia a nessuno. A differenza di Nina, che ora rialza il volto, arrossato e sorridente, gli occhi lucidi e il nasino arricciato.
Aiolos scoppia a ridere anche lui. Va accanto a lei, la serra a sé, le cerca e le carpisce la bocca, sentendo pienamente, consapevolmente i palpiti del cuore, le fitte allo stomaco, l’emozione e la tensione che gli infiammano corpo e anima, mentre è insieme a questa donna meravigliosa.
<< Ti amo >>, le mormora, sulle labbra.
<< Sei più bravo a capirlo quando vale per gli altri, che per te, stupido. Oltre che per … me >>.
<< Forse perché anche per me … è qualcosa di nuovo >>.
<< Sì? >>.
<< Sì >>. Si china a baciarla ancora, issandola tra le braccia, riportandola sul letto. Le passa con delicatezza una mano sul viso, seguendo la linea della gola, della spalla, attraverso i seni fino a fermarsi sul fianco.  << Sicura che non sia stato troppo doloroso, Nina? >>.
<< E’ una domanda a trabocchetto, questa? >>.
<< Perché? >>.
<< Tipo … che se ti rispondo di no ti senti offeso nella tua virilità? >>.
<< No! Voglio solo assicurarmi … che tu stia bene >>.
<< Ah, allora ho capito. Vuoi accertarti … che stia bene così … possiamo … riprovarci >>.
Aiolos esita un istante. Non è incerto solo dinanzi al momento, ma anche alle sue eventuali conseguenze.
Vero, il danno ormai è fatto. Ora che tuttavia la nebbia della passione si è diradata, lasciandogli intravedere le questioni più pratiche, come ad esempio dover confessare a Shura quello ch’è accaduto, un brivido freddo gl’incide la schiena, seguendo la scia delle dita di Natalia. Si ritroverà affettato, poco ma sicuro.
Ma non ce la farebbe mai a rinunciare a lei, soprattutto adesso. Tanto più che non si è trattato dello sbandamento di un attimo, ma di una decisione ponderata.
Almeno da parte di Nina. << Be’, sì … magari … più in là … >>. Ammesso che esca vivo dal filo di Excalibur.
Natalia gli lancia un’occhiata maliziosa. << Ma io intendevo adesso >>.
<< A … desso? >>.
<< Sì >>. La sicurezza di Nina è una spugna che cancella dalla lavagna della sua mente qualsiasi pensiero che non sia lei. Si libera del telo e gli monta addosso, attirandolo alle sue labbra, appassionata. << Adesso >>.
   
 
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