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Autore: Laly of the Moonlight    27/07/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lucy reclinò stancamente la testa all’indietro, sospirando.
Gettò uno sguardo alla sua destra, notando il paesaggio scivolare via velocemente, attraverso il finestrino semiaperto. Una bava di vento di insinuava attraverso quella fessura, scompigliandole i capelli sparsi sulla testiera del sedile, spostando le ciocche fino a coprirle il volto. Lei alzò una mano e le ricacciò indietro, continuando a guardare il verde delle foreste e il giallo dei campi coltivati susseguirsi in un vorticoso rincorrersi. In lontananza alcuni villaggi svettavano nel mezzo della pianura, punteggiando l’orizzonte di tetti rossi e muri colorati.
Era una splendida giornata di metà Ottobre, ma sembrava fine Agosto a causa del Sole splendente e del cielo terso che questo illuminava.
La ragazza sospirò nuovamente, distogliendo lo sguardo dall’esterno e posandolo sul viso del ragazzo che dormiva placidamente appoggiato alle sue gambe. Insinuò una mano tra i suoi corti capelli rosa, scostando delicatamente una ciocca dalla sua fronte, causando un lieve aggrottamento delle sopracciglia del ragazzo e nulla più.
Beh, almeno lui se lo stava godendo, il viaggio.
Erano partiti, o meglio, lui l’aveva trascinata via due settimane prima da Magnolia, con l’intenzione di compiere una missione di recupero tesori nel Sud del Regno, ragion per cui si trovavano nell’unica carrozza di un piccolo convoglio locale che li avrebbe avvicinati di parecchio alla loro meta.
L’idea era stata di Natsu: dopo aver visto la cifra spropositata che avrebbe dovuto pagare alla Gilda per i guai causati agli Chalet del Signor Billy, si era precipitato alla bacheca, scegliendo quella più remunerativa, senza nemmeno leggere per intero il testo della richiesta.
Solo lui può pensare in questa maniera assurda.
La ragazza tornò ad appoggiarsi allo schienale del sedile in pelle logora color porpora, puntando nuovamente gli occhi scuri allo spazio aperto che si sviluppa al di fuori dello spazio asfissiante del piccolo abitacolo del treno. Faceva parecchio caldo lì dentro, e la leggera brezza che spirava dal finestrino non serviva a risolvere la situazione. Anche l’odore di stantio era ben riconoscibile, senza che lei avesse il fiuto sopraffino del Dragon Slayer che le dormiva in grembo o del gattino blu che riposava tranquillo appoggiato al suo fianco.
Natsu era crollato immediatamente dopo essere partiti, vittima della sua solita nausea causata dai mezzi di trasporto, mentre Happy se la rideva, prendendolo in giro.
Per cercare di salvare il salvabile, la Maga degli Spiriti Stellari si era affiancata al compagno di team e lo aveva fatto stendere, facendogli appoggiare la testa sulle sue cosce. Il ragazzo aveva assunto immediatamente una colorazione rosso brillante, cercando di divincolarsi dalle mani della ragazza che giocavano con i suoi capelli, ma aveva dovuto cedere alle insistenze del suo tallone d’Achille, che l’aveva infine costretto a rimanere fermo, disteso accanto a lei.
Per i primi minuti l’imbarazzo sembrava aver in qualche modo sconfitto il malessere, lasciando che lui voltasse le spalle a Lucy, le braccia incrociate sul petto e l’espressone corrucciata, ma col passare del tempo il suo corpo si era talmente abituato alla nuova posizione e al contatto con la pelle tiepida della ragazza, che la stanchezza finì per prendere il sopravvento, facendolo scivolare in un sonno piuttosto tranquillo, la testa mollemente abbandonata sul cuscino improvvisato.
Anche Happy, stanco come Natsu, aveva ben presto abbandonato il suo proposito di infastidire il ragazzo mentre dormiva, optando per un salutare sonnellino.
Avevano viaggiato a piedi per quasi una settimana perché Natsu continuava testardamente a voler evitare qualsiasi mezzo di trasporto, nonostante le insistenti proposte di Lucy di prendere un treno o qualcosa di similare.
Alcuni giorni prima, dopo l’ennesima sfuriata ai limiti dell’isterismo della sua compagna di Gilda, Natsu era capitolato, accettando di salire su quella specie di trabiccolo che i locali osavano chiamare treno e che li avrebbe portati a destinazione in poche ore. Sfortunatamente c’erano stati dei grossi ritardi, dovuti ad alcune frane causate dalle forti piogge che avevano colpito quella parte del Regno, rendendo così inagibile la tratta ferroviaria. Natsu era sceso borbottando per aiutare nelle operazioni di sgombero della linea, aiutato da Taurus, prontamente evocato da Lucy. Dopo alcune ore quella parte era finalmente libera, ma vennero informati che altri smottamenti avevano seriamente compromesso i binari in diverse località.
Lucy aveva proposto loro di abbandonare il mezzo e proseguire a piedi, ma il tono mesto della sua voce aveva convinto il Dragon Slayer a rifiutare, arrendendosi all’idea che le sue tanto agognate “poche ore di viaggio” si sarebbero trasformate in una sorta di Odissea.
Nei giorni successivi erano dovuti scendere diverse volte ad aiutare gli operai locali nelle operazioni di spostamento dei macigni e di messa in sicurezza della linea ferroviaria, ma al momento si stavano tutti e tre godendo un meritato riposo, in attesa di giungere alla stazione finale di quel calvario.
Lucy tornò a posare lo sguardo sul Dragon Slayer placidamente addormentato, soffermandosi più attentamente sui suoi lineamenti.
Natsu era uno che non stava mai fermo, era sfuggente, una vera trottola vivente; era estremamente difficile che rimanesse fermo nella stessa posizione per più di quindici secondi, ragion per cui i momenti in cui si poteva effettivamente vederlo erano estremamente rari.
I tratti del viso, stesi in un’espressione rilassata, gli davano un’aria quasi da bambino, in netto contrasto con la muscolatura fortemente sviluppata del resto del corpo. I capelli, rosa e ribelli, ricadevano morbidi sulla fronte, eccetto un ciuffo che lui teneva rivolto all’insù a guisa di corno di drago, quasi a voler rimarcare la sua appartenenza, almeno per adozione, a quella gloriosa stirpe.
Le palpebre chiuse, le guance lisce e la bocca sottile completavano il ritratto di un ragazzo non più bambino, ma nemmeno del tutto adulto. La gola coperta dall’immancabile sciarpa di scaglie di drago donatagli da Igneel, il petto robusto nascosto malamente dal tessuto scuro della giacca a collo alto bordata di ocra, chiusa sul davanti da una zip e fermata in vita dalla cintura, i pantaloni bianchi lunghi fino al ginocchio. Il braccio destro, nudo, era appoggiato mollemente sullo stomaco, mentre l’altro penzolava scomposto giù dal sedile. Lucy sfiorò con un dito il simbolo di Fairy Tail, rosso come il fuoco di cui il ragazzo si nutriva, rabbrividendo al contatto con la pelle calda di lui.
Aveva imparato che la sua temperatura corporea era naturalmente elevata, dovuta alla magia che gli scorreva nelle vene, ma ancora non era riuscita ad abituarsi alla sensazione di tepore che provava ogni volta che i loro corpi entravano in contatto.
Non era solo calore corporeo, era qualcos’altro.
All’inizio non ci aveva fatto caso, pensava che fosse normale che la pelle di lui sembrasse bollente rispetto a quella di lei e che per questo si sentisse andare a fuoco ogni volta che lui la prendeva per mano, ogni volta che l’abbracciava, ogni volta che la sfiorava.
Si disse che ci avrebbe fatto l’abitudine, che era tutto normale.
Col passare del tempo, però, si accorse che non era così. Ogni volta sentiva il proprio corpo reagire al tocco di Natsu, accaldandosi immediatamente, sentendosi come immersa in una vasca d’acqua calda, abbastanza da rilassarla ma non troppo da infastidirla. Un bagno alla temperatura perfetta, ideale.
 
L’aveva capito soltanto la prima sera in cui era tornata da una missione e lui non aveva dormito vicino a lei.
Era Maggio, il Maggio di sette anni prima.
Prima di Tenroujima, prima dell’esame di classe S, prima di Grimoire Heart e di Acnologia.
Erano andati in missione insieme a Gray ed Elsa, ormai parte integrante del loro team. Il tempo era mite, per cui avevano deciso di dormire all’aperto dentro ai loro sacchi a pelo durante il tragitto che li avrebbe ricondotti a casa.
Una sera, l’ultima prima del ritorno a Fairy Tail, lei si era svegliata nel cuore della notte a causa di un incubo. Ancora le capitava di sognare la reggia di suo padre, la casa che aveva abbandonato perché si sentiva come rinchiusa in una prigione dorata.
Ricordava di essersi alzata a sedere e poi…
 
Flashback
 
La sera era tiepida e profumata, attorno a loro uno sparuto gruppetto di alberi in fiore, i rami mossi da una brezza gentile. Il fuoco del falò scoppiettava allegramente in mezzo al bivacco, mentre ai lati Gray, Elsa ed Happy dormivano tranquillamente.
Lucy si alzò a sedere, stringendo tra le dita sottili un lembo del suo giaciglio, gli occhi color cioccolato inumiditi dalle lacrime.
Ancora quel maledetto incubo.
Nonostante fossero passati gli anni, nonostante i rapporti con suo padre fossero nettamente migliorati, ancora i ricordi della sua infanzia la tormentavano.
Alzò la testa, puntando lo sguardo verso il cielo buio punteggiato dalla luce chiara delle stelle lontane.
Mi libererò mai da questi ricordi?
La sua domanda silenziosa era rivolta agli astri altrettanto muti che la osservavano da distanze siderali, come a volerle ricordare che lei era solo un puntino nella vastità dell’infinito.
Sospirò, tornando ad abbassare il volto, notando solo in quel momento che mancava qualcuno all’appello.
Si guardò attorno, cercando di scorgere la chioma rosata e sbarazzina di Natsu, inutilmente.
Lui non c’era.
Lucy scostò la parte superiore del sacco a pelo e si alzò nella notte, rabbrividendo appena quando il vento più fresco le accarezzò le gambe nude.
Scalza, si diresse verso il boschetto, cercando di scorgere la figura del Dragon Slayer. Si inoltrò in mezzo alle frasche tinte d’argento, mentre il buio impregnava il sottobosco facendolo quasi sembrare una visione da incubo, scostando rami e scavalcando bassi cespugli, fino ad uscire dall’altra parte, sul crinale erboso della collina.
Lì, in mezzo al manto verde smosso dalla brezza, una figura era seduta di spalle, le gambe incrociate e il busto leggermente piegato all’indietro sorretto dalle braccia robuste appoggiate a terra.
Lucy sorrise teneramente.
Natsu aveva il naso rivolto all’insù, i suoi occhi verdi scrutavano con attenzione il soffitto liquido della notte.
Forse anche lui cercava risposte nelle stelle, come lei.
  • Natsu. – lo chiamò piano lei. Lui si riscosse e si voltò di scatto, tranquillizzandosi subito dopo alla vista della ragazza.
  • Lucy… - lei si avvicinò e sedette accanto a lui, alla sua destra, tirandosi le ginocchia al petto, alzando lo sguardo.
  • Che ci fai qui? Dovresti dormire, domani ci aspetta un lungo cammino. – lui la osservò per un momento, per poi tornare a guardare il cielo. Rimase in silenzio qualche minuto, prima di rispondere alla domanda della ragazza.
  • È che… non riuscivo a dormire. –
  • Neanche io. – rispose lei, annuendo e appoggiando la testa alle ginocchia. Un brivido di freddo le attraversò la schiena, dovuto all’aria che spirava in quella parte della collina più esposta alle intemperie. Natsu la vide tremare con la coda dell’occhio e si voltò verso di lei.
  • Hai freddo, Lucy? – la ragazza annuì, ma rimase ferma.
  • Un po’. –
  • Dovresti tornare al campo, è più riparato. – le consigliò il Dragon Slayer, notando la pelle d’oca spandersi sulla pelle nuda di lei.
  • Ma il cielo è così bello da qui... – replicò a bassa voce lei, mentre nei suoi occhi si rifletteva la luce stellare.
Per tutta risposta, Natsu si tolse la sciarpa bianca e gliela porse, guardando ovunque tranne la ragazza al suo fianco, chiaro segno del suo imbarazzo del momento. Lucy, oltremodo stupita dal gesto di Natsu, normalmente noto per i suoi modi rudi, rimase per qualche secondo ferma, incerta sul da farsi. Poiché il ragazzo seguitava a tenderle l’indumento, alla fine decise di prenderlo con delicatezza, rivolgendo un sorriso grato al ragazzo e avvolgendoselo intorno al collo. Sentì chiaramente il calore proveniente dalla sciarpa espandersi in tutto il corpo, calmando i tremori di cui era preda. Con le mani avvicinò il tessuto alla bocca, godendo del tepore emanato a contatto con la pelle fredda delle guance e inspirando il profumo del ragazzo di cui era intriso. Era un odore selvatico, sapeva di rugiada e di legno di pino bruciato, con quel caratteristico sentore di resina affumicata.
Lucy si voltò a guardarlo, imbacuccata di bianco, notando la sfumatura di tristezza che venava gli occhi smeraldini di lui.
Aumentò la stretta sulla sciarpa alla vista dello sguardo così malinconico di Natsu, mentre una morsa prese a stringerle il petto e lo stomaco, rendendola irrequieta.
Quello non era il Natsu che conosceva, il ragazzo sempre allegro e attaccabrighe, tonto e impulsivo che aveva imparato a conoscere a Fairy Tail.
Chi era quello sconosciuto che guardava sconsolato il cielo?
Forse, questa era una sfaccettatura del carattere del Dragon Slayer che non conosceva, che non aveva mai visto, che lui non le aveva mai mostrato.
Forse, in quel momento, c’era qualcosa che lo angustiava, tanto da renderlo persino serio, cosa alquanto strana per lui.
Improvvisamente, Lucy ebbe voglia di abbracciarlo, di consolarlo, di cercare di togliergli quella dolorosa espressione da viso.
Voleva solo che lui tornasse quello di sempre, voleva cancellare quella cappa di tristezza che sembrava avvolgerlo e che proprio non gli si addiceva.
Si sentiva triste anche lei, senza motivo.
Si trattenne, perché non sapeva fino a che punto avrebbe potuto spingersi senza ferire i sentimenti del ragazzo, quel lato del suo cuore che si era palesato ai suoi occhi e che normalmente era coperto da uno spesso strato di risate e battibecchi.
Prese un profondo respiro e si spostò di lato di pochi centimetri, fino a lambire il corpo caldo di Natsu. Quel contatto fece voltare immediatamente il ragazzo, un’espressione interrogativa sul volto. Il cuore di lei cominciò a battere più forte e si ritrovò a trattenere il fiato.
Ignorò lo sguardo che lui le aveva puntato addosso e inclinò la testa, fino ad appoggiare la tempia sulla sua spalla nuda.
Natsu rimase immobile e Lucy ricominciò a respirare: lui non l’aveva respinta, era già un inizio.
Sentì il calore della pelle di lui spandersi in tutto il suo corpo, avvolgendola come una calda coperta e chiudendo fuori il freddo che aveva cominciato ad attanagliarle le gambe e spazzando via tutta la tensione che le aveva attanagliato le viscere fino a quel momento.
Rimase così, il cuore che martellava come un forsennato nel suo petto, il sorriso dipinto sulle labbra e la testa reclinata su di lui.
Si sentiva in pace con sé stessa e col mondo intero, tutto il resto sembrava sparito, obliato completamente dal suono dei loro respiri leggeri.
Senza nemmeno rendersene conto, si addormentò.
 
Erano arrivati alla Gilda il pomeriggio seguente a quegli eventi.
Appena entrati vennero subito salutati da una folla festante, tutti i loro compagni presenti si avvicinarono per dar loro il benvenuto e per complimentarsi per il buon esito della missione.
In breve la compagnia si disperse e Lucy, dopo aver salutato tutti e preso congedo, si era ritrovata sulla strada di casa, pregustando un meraviglioso bagno caldo e una salutare ronfata nel suo comodo letto.
Detto fatto, in capo a un paio d’ore era già sotto le coperte, la finestra appena aperta e le tende smosse dal vento leggero. Si girò a guardare fuori, il cielo scuro spolverato di stelle, ricordando come la notte precedente le fossero sembrate vivide quelle fredde luci lontane.
Un brivido leggero le attraversò la spina dorsale, inducendola a chiudere i vetri e massaggiarsi vigorosamente le spalle nude, nella speranza di ritrovare un po’ di calore.
Si rintanò sotto le lenzuola fresche di bucato, stringendosele addosso, in attesa di prendere sonno, ma la sensazione di freddo proprio non ne voleva sapere di andarsene.
Si rigirò per un po’ nel letto, finché non sentì il tepore delle coltri avvolgerla, riscaldandole le membra, ma non il cuore.
Abbracciò il cuscino, nel tentativo di riempire quella voragine gelida che sentiva all’altezza del petto, una sensazione opprimente a schiacciarle la gabbia toracica.
Non si era mai sentita così, era come se…
Come se mi mancasse qualcosa… o qualcuno.
Il suo pensiero corse immediatamente a una zazzera di capelli rosa e a due occhi di smeraldo, intenti a fissarla straniti.
Natsu.
È vero, ieri sera con lui stavo… bene.
 
In quell’istante, capì che quell’immenso senso di vuoto che le invadeva ogni angolo dell’anima era la sua mancanza.
Le mancava così tanto da toglierle il fiato, da renderle doloroso persino il respirare, figurarsi il dormire.
Le mancava al punto di immaginarsi che il cuscino potesse trasformarsi all’improvviso, prendendo le sue sembianze, avvolgendola in un abbraccio caldo e protettivo.
 
Fu quello il momento in cui realizzò che i suoi sentimenti per Natsu andavano oltre l’affetto, oltre l’amicizia, oltre il semplice essere compagni di Gilda.
Fu quello il momento in cui si rese finalmente conto di essere innamorata di lui.
 
 
Sospirò per l’ennesima volta, staccando lo sguardo dal corpo scultoreo del ragazzo addormentato per puntarlo nuovamente al paesaggio fuori dal finestrino.
Sì, aveva capito di amarlo, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirgli nulla.
Perché aveva paura.
Paura di rovinare il rapporto che li univa, paura di buttare all’aria l’amicizia che li legava da quando lo aveva incontrato per la prima volta, al porto di Hargeon.
La paura, la maledetta paura che le stringeva il cuore al pensiero di perderlo.
Si era detta che anche come amica le andava bene, che pur di restargli accanto si sarebbe accontentata.
Ma ogni giorno, la sua risoluzione vacillava e i suoi sentimenti premevano per uscire.
Per fortuna – o per sfortuna, dipendeva dai punti di vista - Natsu era un tontolone, quindi Lucy sapeva che anche se i suoi atteggiamenti fossero sembrati incoerenti ad altri compagni di Gilda, a lui sarebbero parsi perfettamente normali.
Scosse la testa, cercando di allontanare quei pensieri.
Aveva deciso che sarebbe rimasta al suo fianco, che avrebbe continuato ad essere la sua compagna di team e che si sarebbe accontentata di guardarlo da lontano.
Eppure, aveva l’impressione di scappare, di voler solo fuggire come una codarda da lui e dai suoi stessi sentimenti, che ogni giorno si facevano più intensi e dolorosi.
 
Un fischio del treno e un sussulto la riscossero, facendo sì che cominciasse a guardarsi attorno, avvertendo il convoglio rallentare.
Anche Natsu, probabilmente disturbato dagli scossoni, si svegliò, sbadigliando platealmente e chiedendo alla ragazza dove fossero. Prima che lei potesse rispondere, uno degli uomini seduti nel sedile davanti al loro li informò del fatto che stavano per arrivare alla stazione di Peonia, ultima fermata della linea.
Solo in quel momento il Dragon Slayer si ricordò di essere su un mezzo di trasporto, cadendo inevitabilmente vittima della nausea e capitombolando a terra, supplicando Lucy di aiutarlo tra le risate di Happy.
Lucy scosse il capo e guardò divertita la scena. Forse, dopotutto, andava davvero bene così.




Angolo dell'autrice
Buonasera. Altro capitolo di transizione, ebbene sì! Come ho già detto, in questo manga/anime manca assolutamente la parte "shojo", quindi rincariamo la dose, sempre però senza esagerare e cercando di non snaturare troppo i nostri personaggi. Ho volutamente lasciato in sospeso la questione "Gildarts", un po' per lasciare col fiato sospeso, un po' perchè avevo bisogno di dare spazio anche agli altri personaggi, il Trio delle Meraviglie Cana-Luxus-Gray. Questo capitolo non era proprio previsto, però mi sembrava che ci stesse bene e quindi l'ho inserito comunque. Dal prossimo capitolo invece la scena si sposterà nuovamente sulla nave e vedremo cos'è accaduto a Rya e Gildarts.
Ringrazio ancora tutti quelli che stanno seguendo questa storia, abbastanza assurda e campata per aria, ma spero che almeno sia d'intrattenimento.
Un abbraccio.
  
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