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Autore: chia1000    27/07/2018    4 recensioni
In un pomeriggio come un altro, Ron si destreggia nel gestire una Rose adolescente e i suoi naturali conflitti con la mamma Hermione
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Papà ma ti sei incantato?!?- chiese Rose, con aria perplessa e anche un po’ scocciata, quando notò che suo padre la fissava. Stava finendo il tema di storia della magia, e Ron si perse a guardare come la ragazza si impegnasse affinché tutto fosse perfetto: arricciava il naso come Hermione e come lei, litigava con una ciocca di capelli ribelle, cercando di portarla dietro le orecchie. -Stavo pensando che a volte sei proprio tanto simile alla mamma... - Rose alzò di nuovo gli occhi dal suo foglio di pergamena, guardò suo padre e questa volta si rivolse a lui quasi sprezzante: -Grazie Papà, che bel complimento-disse amaramente sarcastica. Ron notò subito che qualcosa non andava. Certo, Rose era cresciuta e di tempo ne era passato da quando era una bambina dolce e “pacioccona” che si accoccolava tra le sue braccia o che giocava con lui. Era una ragazza di 14 anni ormai, però non l’aveva mai sentita parlare con questo astio. -Rose puoi venire qui?!?-chiese invitandola sul divano vicino a lui. -Pa sto studiando-rispose secca. -E daiii!-Insistette lui con aria da cucciolo bastonato. -Avrai un sacco di tempo per studiare ad Hogwarts e starai lì così tanto che io sentirò un sacco la tua mancanza, non ci pensi al tuo vecchio?- A quelle parole Rose non riuscì a trattenere un sorriso, suo papà l’aveva sempre fatto ridere, così chiuse i libri e andò a sedersi in modo scomposto sul divano. Ron fece lo stesso. -Allora Rose cosa è successo con la mamma?- -Niente- rispose lei rabbuiandosi di nuovo. -Sei proprio come lei, sai? Anche lei quando si arrabbiava diceva sempre di non aver fatto niente. Lo zio Harry dice che è una prerogativa delle donne, ma a te e alla tua mamma vi esce proprio uguale quel “niente”- rise Ron. -Smetti di dire che sono uguale a lei per favore?- “testarda anche come lei” pensò. -Ok, facciamo che tu mi spieghi cos’è che non va con lei ed io la smetto- cercò di trattare. A quel punto Rose si infervorò nel racconto: -allora, io vorrei andare ad una partita del mondiale di Quidditch con i ragazzi della squadra di Grifondoro, ma la mamma ha detto che non posso andare perché ho solo 14 anni e sono la più piccola della squadra- Non gli piaceva affatto che tra Rose ed Hermione ci fossero degli attriti, ma il fatto che il motivo di scontro fra loro due fosse il Quidditch, il fatto che seguisse le sue orme, lo rendeva piuttosto orgoglioso, anche se nel suo ruolo di genitore non poteva darglielo a vedere. -Be’ Rose il mondiale si giocherà in Brasile, mi sembra che sia un dettaglio da non tralasciare- notò lui. -Esatto papà! Ma è in estate e sarebbe un’esperienza bellissima, e anche formativa! Sai quante cose potrei imparare una settimana in Brasile?!? In fondo la mamma ci ha sempre detto che viaggiare è cultura- Eccola! La sovrumana capacità di Hermione di sfruttare la logica e la dialettica per volgere le discussioni sempre a proprio favore, eccola lì, in Rose, costatò Ron niente affatto sorpreso. -Rose, tesoro, tu sei ancora troppo piccola per andare in Brasile da sola-Ron si dimenticò per un istante della sua esperienza con sua sorella Ginny e disse proprio quello che una ragazza adolescente non vuole sentirsi dire: “sei piccola!“ -Papà ho 14 anni, so badare benissimo a me stessa. E ora, siccome sono piccola, torno a fare i miei compiti- fece lei alzandosi di scatto. Ron l’afferrò per un braccio. -Per te è molto importante vero?- chiese Ron. Forse fu la serietà con cui il papà glielo aveva chiesto, che indusse Rose a risedersi sul divano. -Molto- disse lei. Ron cominciò ad accarezzarsi il mento in cerca di una soluzione. -Papà a me il Quidditch piace proprio tanto! Io, quando sto sulla scopa, mi sento felice e libera! Quando arrivo negli spogliatoi, prima della gara, ho l’adrenalina a mille: ho paura di fare una cavolata, ma ho anche tanta, tanta voglia di fare bene! Poi stare in una squadra è la cosa più bella del mondo, perché quando tu sbagli, sai di poter contare sugli altri, che sono lì per aiutarti e, invece, quando ti inventi una giocata, la tua felicità è moltiplicata perché tutti sono felici con te. Io amo questo sport e ci tengo un sacco- disse Rose tutto d’un fiato. Questo discorso accese l’animo appassionato di Ron: -Ho un’idea Rose. E se chiedessimo alla zia Ginny di portarti con sé? Non starai sempre con la squadra certo, ma potrai andare a vedere le partite con loro, e uscirci qualche volta, tanto anche James alloggerà nella tenda della zia, quindi potrai andare con lui e gli altri, ma la mamma ed io staremo tranquilli perché c’è lei con voi- disse Ron, vedendo lo sguardo di sua figlia accendersi e incupirsi, nel giro di pochi istanti. -Pensi che la mamma accetterebbe?!?- -Penso proprio di sì, prova a dirle le stesse cose che hai detto a me- le strizzò l’occhiolino Ron. -Ma con te è più facile, tu ami il Quidditch, la mamma pensa sia solo una inutile perdita di tempo, come pensi che possa capire?- -Perché Hermione è la strega più intelligente del secolo, e può capire qualsiasi cosa, ma soprattutto perché è la tua mamma ti vuole bene e sicuramente tutto ciò che ti rende felice, che sia anche la cosa più stupida del mondo, per lei diventerà interessantissima- Ron si compiacque del discorso, ma sapeva che con sua figlia non sarebbe finita lì. -Come fai ad esserne così certo?- Ron ci penso un secondo e poi gli venne in mente un esempio calzante. -Hai presente quanto la mamma si impegni in cucina?!?- chiese lui e sua figlia annuì. -I suoi risultati sono pessimi!- Questa affermazione fece molto ridere entrambi. -Comunque, ogni giorno chiama la nonna Molly e prova a farsi dare una ricetta. La mamma ha salvato il mondo magico, ora è una dirigente al ministero della magia, è una donna stimata, importante, influente. Nonostante ciò, la sera, sia che torni a casa sollevata per aver risolto una questione o stanca e preoccupata, lei va in cucina e prova a fare un buon piatto per la cena. La mamma odia la cucina, ma sa che a me piace molto mangiare, quindi, siccome mi vuole bene, prova ad applicarsi anche in questo! Per questo ogni tanto provo anche a farle dei complimenti!- Ron sussurrò quest’ultima cosa come se fosse un segreto tra loro due e questo fece molto ridere Rose. -Vedrai tesoro che la mamma farà lo sforzo di capire la tua passione- -Forse hai ragione! Allora vado subito a mandare un gufo a Daniel, così gli dico che ci sono buone probabilità che io vada- saltò entusiasta dal divano. A Ron si gelò il sangue: -Daniel?!?- chiese con voce leggermente acuta. -Chi... no dico... chi sarebbe Daniel?!?- cercò di fare il disinvolto. -Daniel papà, il cercatore dì Grifondoro- disse Rose tutta felice. A Ron venne subito in mente il parallelismo più ovvio per la mente di un uomo colto da una crisi di gelosia: “quattordici anni, cercatore: è una maledizione!” -Rose, hai presente quando ti ho detto che sei molto simile a tua mamma?!?- chiese Ron. La ragazza si girò e annuì sorridendo. -Ecco, magari tesoro potresti non esserle simile proprio in tutto, tutto?- -Tranquillo pa, i capelli sono marchio Weasley!- rise, dandogli un bacio e correndo su per le scale. “I capelli...” pensò Ron, lasciandosi cadere, desolato, sul divano.
   
 
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