Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Persychan    08/07/2009    0 recensioni
Henma e Nahema sono gemelli, ma nessuno li scambia uno con l'altro perchè sono troppo diversi.
Ah sì, Nahema è un alieno. Forse.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Mio fratello è un alieno
Fandom: Originale
Personaggi/coppia: Nahema e Henma, gemelli omozigoti.
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 1343
Riassunto: Mio fratello è un alieno e odia i take away.
Note: - La storia è stata betata da quella santa donna di crystalemi <---- *Venera*



Mio fratello è un alieno.



La finestra viene aperta e una luce forte, quasi accecante, illumina la stanza.
Tuo fratello ti toglie le coperte con un gesto rapido, tu ti rannicchi, voltandoti verso il muro, mugugnando qualcosa che assomiglia un po’ troppo a un “lasciami in pace, idiota”.

Nahema fa finta di niente ed esce dalla stanza perché sa che appena sveglio non sei tu a parlare, ma un essere insopportabile, dalla pressione bassa, che ha molte somiglianze con un cadavere in putrefazione.

Non sei un tipo mattiniero. E’ Nahema quello che si sveglia alle sei del mattino, tutto pimpante, per cucinare abbastanza cibo per un reggimento - i vostri amici si basano su questa sua caratteristica per assicurarsi il pranzo -, tu sei quello che sta sveglio fino a notte fonda per seguire le maratone horror. Quando ti rendi conto che tuo fratello ti fa sempre compagnia inizi a domandarti se non sia vera l’ipotesi di Tiresia che sia un alieno.

Un qualcosa di rigido ti colpisce dritto in testa e tu ti alzi di colpo scaraventando a terra la divisa che Nahema aveva diligentemente poggiato sul tuo letto.

Nella stanza non c’è più nessuno e tuo fratello, quindi, è un alieno che sa usare la telecinesi. Te lo devi ricordare per il futuro.

Scendi dal letto, attento a non far cadere le pile di libri che riempiono il pavimento - Nahema potrebbe ucciderti- e ti avvii, come lo zombie che sei, in bagno dove ti fai una di quelle docce così gelide che mancano solo i pinguini a completare la scena.

Ah, tuo fratello legge anche nel pensiero, a quanto pare, o forse è quella stronzata dei gemelli telepatici, infatti, alla tua uscita dall’acqua un asciugamano con i pinguini fa la sua bella figura sul termosifone.

Dai un occhiata all’orologio colorato che si trova su una delle mensole e ti trovi a battere ogni record mondiale di velocità e di numero di cose fatte contemporaneamente visto che, mentre ti metti le scarpe, ti lavi i denti e ti pettini, stai anche preparando la cartella.

Tuo fratello è già sulla porta che ti aspetta con un sorriso - che a scuola hanno nominato “ il sorriso della Santa”, ma che a te a sempre fatto un po’ impressione visto che sai bene che cosa nasconda - e tu, soffocandoti con un biscotto, lo raggiungi.

Il breve percorso che vi divide dalla scuola è un continuo di saluti gentili, di “Come stai? Tutto bene?” da parte di Nahema e di occhiatacce truci e manate sulle spalle da parte tua. Beh, ovviamente non puoi dimenticare gli sguardi adoranti di quelle ragazzine di prima che vi perseguitano da quando hanno iniziato l’anno.

Al cancello dell’edificio scolastico Nahema ti saluta con un bacio sulla fronte e le sue solite raccomandazioni, tra cui spicca una richiesta di arrivare puntuale che non riesci a capire: non ci sono mai state regole su orari tra di voi tranne quella di lasciare qualcosa da mangiare per chi arriva per ultimo.

Poi ricordi: è quel giorno del mese, quel piccolo frammento di incubo che serve giusto a ricordarvi come era orribile un tempo.

Vorresti capire chi è quell’idiota che ha dato una laurea a quella persona ancora più imbecille che è lo psichiatra di vostra madre. Magari a lei vedere i suoi “bambini” farà anche bene, ma per voi due è una tortura mensile. Probabilmente dovevate aver firmato, prima di nascere, da qualche parte di troppo o forse non avevate letto una di quelle clausole in minuscolo e ora si trovavate con quell’orribile e incancellabile abbonamento.

Nahema ti fa un piccolo sorriso, poi si volta e corre agitando una mano verso i suoi amici che lo salutano di rimando, prima di nascondersi, senza volerlo, alla tua vista. Alzi gli occhi al cielo e decidi di seguire il silenzioso consiglio di tuo fratello: per il momento farai finta di niente e cercherai di divertiti, almeno per quel che ci si può divertire a scuola.

Quando, però, Tiresia ti viene incontro con ancora il bogu addosso e l’espressione di chi ha fatto la più grande e folle scoperta, ti dici che la giornata sarà bellissima qualunque cosa succeda.



Mentre percorri la strada per tornare a casa sei felice, mentre fai le scale che portano all’appartamento che dividi con tuo fratello sei  felice, mentre fai gli ultimi passi che mancano sul pianerottolo sei ancora felice, ma, quando arrivi all’entrata di casa e senti la voce del solito infermiere che viene a prendervi per accompagnarvi da vostra madre - nessuno di voi due ha un mezzo di locomozione personale, anche se tu vorresti una moto - un qualcosa ti stringe la gola come le dita sottili di una mano e gli occhi ti pungono di lacrime.

Spalanchi la porta con forza, cercando di nascondere dietro al tuo comportamento spavaldo tutto il confuso groviglio che provi e tenti anche, con tutte le tue forze, di non guardare negli occhi Nahema, sai che se lo farai non riuscirai a non piangere nel vedere i suoi caldi occhi nocciola, così uguali ai tuoi, fissi su un punto lontano che non appartiene a questo mondo.

- Ah, va bene.-

È quasi un soffio, si sente appena anche nel silenzio che vi circonda, ed è, come sempre, l’inizio di quella recita che ogni mese si ripete prima dell’inferno. Ora ti aspetti di sentire lo scricchiolare delle suole di pelle dell’infermiere, seguito dal frusciare delle giacche che tuo fratello sicuramente prenderà per ripararsi dal freddo che sicuramente vi prenderà usciti dall’ospedale.

I passi arrivano.

Attendi il resto di quel dramma che va avanti da anni, ma non accade nulla.

Poi la porta sbatte e nell’appartamento sei rimasto solo tu e tuo fratello.

Alzi il viso e lo guardi, lui ricambia lo sguardo e si morde il labbro inferiore.

- Era venuto a dirci che l’incontro è saltato, perché beh lei ...- Nahema non la chiama mai mamma, madre o niente di simile, è solo lei. - ... ha avuto una crisi o qualcosa di simile. -

Non dovresti essere felice, in fondo è la persona che ti ha messo la mondo, ma non puoi fare a meno di sentirti più sollevato.

Fai un sospiro, ti avvicini a tuo fratello e lo abbracci, stringendolo così forte che, se non sapessi bene che non è fragile come sembra, avresti paura di romperlo. Lui ricambia la stretta affondando il viso nell’incavo della tua spalla, abbandonandosi a due singhiozzi, lievi a tal punto che forse te li sei sognati.

Ti stacchi lasciandogli un bacio sulla fronte come ha fatto lui questa mattina e poi estrai dalla tasca il cellulare con il sorriso più malandrino del tuo ricco repertorio - il gemello buono è Nahema, non tu - e scorri la lunga rubrica.

- Allora, fratellino, che ne dici di un bel take away 'sta sera? Coreano o italiano? -

Nahema inarca un sopracciglio e arriccia le labbra in un’espressione di disappunto mista a disgusto per poi allungarsi per cercare di prenderti il telefono, nel vederti schiacciare il tasto verde di chiamata.

- Non ci pensare neanche! Non intendo mangiare plastica fritta!-



Due ore dopo sei seduto sul divano con la televisione accesa che ti invia migliaia di immagini, hai il telecomando poco distante da te, ma no hai idea di che cosa, in teoria, stai guardando. Avete iniziato con un’ennesima maratona horror che è stata presto abbandonata quanto vi siete accorti che la vostra cultura in questo genere è così ampia da farvi prevedere ogni battuta, allora siete passati a vedere un vecchio film in bianco e nero straniero di cui tu hai capito un terzo di trama e tuo fratello ancora meno, visto che si è addormentato dopo pochi minuti di film.
Ora è appoggiato sulla tua spalla e russa lievemente, è appena un ronzio di sottofondo, mentre un piccolo pezzo di pollo al curry giace abbandonato sulla sua guancia.

Spegni la tv e con un lieve lampo la stanza si fa buia. Appoggi la testa sullo schienale e chiudi gli occhi.

Un piccolo cimitero di contenitori del ristorante indiano rimane abbandonato sul pavimento.




I commenti, come sempre, sono graditi. ^^
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Persychan