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Autore: Meiko    27/04/2005    3 recensioni
Si dice che la mente umana viene controllata da cinque sentimenti: colpa, odio, vergogna, dolore, amore. Anno 0009. Comincia la guerra
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 8


Yuriy si mise a posto il mantello sulle spalle, in modo da rivelare parte dell’affascinante fisico, il petto in bella mostra mentre addosso aveva i jeans consumati, e in quel momento andò a guardare il mondo degli Humans fuori dalla finestra.
Esseri patetici che credevano di essere i dominatori del mondo…
…lui avrebbe cambiato le cose…
Lui…e il suo guardiano dagl’occhi di rubino…
Sorrise divertito, per poi voltarsi verso il letto, semicoperto dalle lenzuola sgualcite il suo amante, appoggiato sul cuscino dormiva beato dopo una notte di sesso e puro oblio.
Yuriy gli si avvicinò, sorridendo con quell’aria divertita, accarezzando la guancia di una delle sue due bambole… Era un’amante formidabile, capace persino di dominarlo.
Con quel corpo…
Yuriy però ogni notte chiudeva gli occhi, e sognava che le mani del suo folle amante fosserò quelle di Kei, che quel corpo fosse del suo compratore…e presto quel sogno sarebbe diventata pura realtà.
Se esisteva il nirvana, era certo che lo avrebbe trovato nel folle sesso con quel ragazzo.
Accarezzò il viso di Boris, sorridendo divertito, la pelle pallida contrastava con i capelli rossi sciolti che ricadevano sulle spalle, in una sorta di aureola di fuoco a quell’angelo dagl’occhi azzurri, che si sporse verso il suo amante, lasciando che il suo respiro sfiorasse l’orecchio dell’addormentato.
-Tu sei mio…ma io non ti amerò mai…-
lo disse in tono gentile, e appari come la cosa più crudele che si potesse sentire da quel finto angelo, che si alzò in piedi, allontanandosi e uscendo dalla stanza, mentre Boris riapriva gli ohi, guardando il cielo grigio fuori dalla finestra.
Nevicava ancora…
-Lo so-

Correva con tutta la forza che aveva nelle gambe, in quelle strade che apparivano apparentemente deserte, con la neve che ormai cadeva abbondante imbiancando la strada davanti a se.
Non sapeva dove stava andando, ne perché fuggiva.
Ma voleva solo allontanarsi da quello sguardo di fuoco.
Era troppo spaventato da quello sguardo, da quegl’occhi carichi di fiamme e…odio…
Vedeva odio in quegl’occhi.
Rabbia.
Qualcosa che picchiava con violenza nella sua testa.
Takao accelerò, mentre il respiro condensava, scomparendo poi immerso nella pesante neve.
Il ragazzo, di colpo, scivolò a terra, battendo il corpo e la testa sul cemento della strada, avvertendo il mondo girare intorno a lui e un freddo incessante impossessarsi di lui.
Alzò gli occhi verso il cielo, ansimando affaticato, lentamente cercava di rialzarsi, quando metà del mondo che vedeva intorno a se assumeva una colorazione rossastra.
Era ferito alla testa…
Sanguinava…
E aveva freddo…
Doveva cercare al più presto un riparo…
…magari tornare indietro…
…tornare da Mei-chan…
…tornare da Kei…
Kei…
Kei…

Si guardò intorno, ansimando con forza, le ombre intorno a lui lo facevano tremare di paura, mentre continuava a camminare, non poteva fermarsi li!
Di colpo, vide la forma di un’edifico poco di stante da se, e accelerò la corsa, speranzoso.
Rallentò quando costatò che invece l’edificio era solo una baracca mezza rovinata.
Ma non aveva altra scelta.
Aprì la porta lentamente, facendola scricchiolare, controllando poi che non ci fosse nessuno, ed entrò chiudendosi dietro la porta, pregando che le ombre non lo avessero raggiunto anche li…
Si guardò intorno, era tutto buio e non vedeva niente…
All’improvviso, sentì il suo piede sprofondare in qualcosa, e questo lo fece scattare all’indietro, era stato qualcosa di morbido che lo aveva afferrato, e terrorizzato sospettò si trattasse di qualche Experiment.
Invece…era un tappeto…e sotto di esso veniva una luce fioca, sottile, che attirò la sua attenzione.
Afferrò il tappeto, spostandolo.
Una botola…
Guardandosi ancora intorno, il ragazzo cominciò a scendere nella botola, sistemando poi il tappeto pesante che copriva la luce, dalle scale questa invece andava ad aumentare, a mano a mano che scendeva.
Raggiunse l’ultimo scalino ritrovandosi in una galleria che era bagnata dalla luce dei lampioncini, e dal fetore che ne saliva doveva essere una vecchia via fognaria inutilizzata, anche per l’acquitrino che c’era sotto di lui.
Takao continuò a camminare, rabbrividendo ancora per il freddo, i muri erano coperti in parte da muschio e altro, mentre l’acquitrino era fangoso soprattutto verso il muro, ed assumeva una colorazione verdastra.
Il ragazzo proseguì, avvertendo poi dei rumori provenire dal fondo della galleria, a mano a mano che avanzava i rumori si facevano sempre più forti, tanto che l’acqua si muoveva costantemente.
Ad un certo punto il ragazzo si trovò di fronte a due gallerie, il rumore proveniva da quella di sinistra, che emanava una luce rossastra che andava e veniva, e c’era un calore ed uno strano odore che picchiò nella testa di Takao, che però non frenò la suo curiosità, deciso ad andare avanti.
A mano a mano il rumore era sempre più forte, adesso si riconoscevano come dei tamburi e degl’urli, seguiti a canti e ad altro.
L’acqua diminuiva sempre di più, fino a sparire, mentre il ragazzo si trovava di fronte ad un’apertura, che dava su un’enorme spiazzo, con altrettante gallerie ai lati delle pareti.
E nello spiazzo, il caos più totale.
Centinaia di bidoni sparsi un po’ dappertutto nel grande spiazzo da cui salivano fumi e gli odori più vari, dall’odore delle fogne prosciugate ad incenso ad alcol a fumo, pesante fumo che cominciava a soffocare Takao, che si sporse sulla ringhiera messa li forse per caso, tutta arrugginita eppure stabile.
I bidoni erano in parte rovinati, rotti, fatti a pezzi dove sembravano colare vernici e forse anche sangue, mentre altri contenevano fiamme che si alzavano in vampate che misero in Takao una paura inconscia, senza però smettere altri bidoni che invece venivano sfruttati come tamburi, provocando un rumore che stordiva, riecheggiando nelle larghe e grandi pareti dove su alcuni spuntoni di pietra e legno scalavano alcune persone, facendo acrobazie.
Al frastuono si aggiungevano urla, grida festanti e canti, alti e feroci canti mentre una fiumana di gente si muoveva in un’apparente disordine, uomini, donne, zoppi, ciechi, puttane, tantissimi Humans che danzavano, urlavano, mangiavano avanzi e rifiuti, bevevano vino, facevano sesso così come veniva.
Assassini, ladri…
I Ribelli…
Migliaia di Ribelli sotto ai suoi occhi che sembravano festeggiare qualcosa.
Un’ombra grande, larga sul muro di qualcosa di lungo fece alzare il capo a Takao, che notò in quel momento una lunga trave di ferro arrugginito che era sostenuta in aria da dei cavi d’acciaio attaccati alla prete del soffitto.
E su questa trave…un uomo…
Un uomo coperto da stracci pieni di polvere, rattoppati, strappati, che lo rendevano simile ad un mendicante.
Takao si soffermò su quella figura, il viso coperto da uno straccio nero, i capelli tenuti nascosti da una specie di cappuccio…
…qualcosa…c’era qualcosa di strano…

Di colpo, sentì le braccia venire afferrate con forza da qualcuno, e d’istinto si dimenò, mentre altri due sghignazzavano, dall’alito erano un po’ alticci.
-Guarda chi c’è…un clandestino!-
-Portiamolo di sotto dagl’altri-
-Gia, vediamo come possiamo divertirci con questo bel visetto-
Takao socchiuse gli occhi, disgustato per l’alito ma anche dalla faccia del tizio che aveva davanti, per poi venir trascinato via con forza, sentendosi di colpo debole di fronte alla forza di quei due uomini, che lo fecero quasi rotolare per le strette scale che lo portavano verso lo spiazzo, mentre i rumori si facevano via via più forti e violenti, aveva le orecchie che gli facevano male, come la testa.
La ferita…la ferita alla testa pulsava…e il rumore lo stordiva troppo…
…oh no…cominciava a diventare tutto confuso e sfuocato…
-EHI GENTE!-
-GUARDATE!! ABBIAMO SCOVATO UN NUOVO AMICO!-
le urla sembrarono diventare una sola, mentre i rumori sembravano fermarsi, anche se i ragazzi che battevano a ritmo sui bidoni non si fermavano, pian piano la folla si radunò attorno ai due uomini e a Takao, che cercava di liberarsi, ma era troppo debole per il forte fetore e la troppa gente.
-Ma guardate che visetto carino!-
-Sembra una ragazza!-
-Chissà, magari strilla come una mocciosetta-
-Guarda com’è magro!-
-Oh…poverino!!-
si sentirono delle pesanti risate, mentre Takao a stento si reggeva sulle gambe.
Ad un certo punto la folla sembrò calmarsi, mentre una figura si faceva largo, avvicinandosi al ragazzo.
Questo alzò lo sguardo, cercando di vedere in faccia almeno la persona più vicina a lui.
Occhi…scuri…castani…capelli…dello…stesso colore…
Il respiro diventava sempre più ansante…ma quei tratti del viso gli fecero spalancare gli occhi, mentre la gola di colpo si era seccata, e riusciva al massimo a fare qualche sussurro strozzato.
-Hi…Hilary…-
la ragazza si era fatta largo tra la folla e aveva raggiunto Takao, e aveva spalancato gli occhi dall’orrore di vederlo li, in quel luogo, in mezzo a quella gente.

Si morsicò in silenzio il labbro, allungando una mano e sollevandogli una ciocca di capelli dalla fronte, constatando che era anche ferito.
Un bel taglio, non c’è che dire…
Hilary lo guardò ancora, ormai il ragazzo era svenuto, e bisognava approfittarne.
-Questo ragazzo è ferito, ha bisogno di cure-
-Ma è un clandestino-
-Potrebbe essere un Metamorpho-
-Magari una spia-
-Finché non lo sappiamo non possiamo fargli niente, giusto? E comunque non vi preoccupate, ci penso io a curarlo.
E se qualcuno è contrario, si faccia avanti-
La ragazza strinse i pugni, fissando la gente che si era ammutolita, anche i ragazzi che battevano a ritmo si erano fermati, mentre la ragazza si voltava a guardare l’uomo appeso sulla rampa, che si limitò a fare un cenno affermativo del capo, Hilary avuto il consenso si avviò verso la sua stanza, seguita dagl’altri duo uomini che portavano il ferito, mentre le urla e la musica riprendeva assordante.

-Bene signor Balthez…può dare inizio ai giochi-
il signor Balthez non attendeva altro.
Inarcò le labbra in un sorriso compiaciuto, mentre faceva un cenno con la mano al ragazzo di colore li vicino, che si affrettò ad aprire e a tirare con tutta la forza che aveva le grandi porte in metallo al cui all’interno si vedevano colpi violenti che le avevano deformate, nonostante lo spessore e la pesantezza.
Si udì un gran rumore, prima un forte strillo che sembrò spaccare i timpani al ragazzo di colore, poi un rumore confuso di metallo e altri, e poi un lontano frullare, mentre il ragazzo di colore dopo aver sudato freddo e dopo essere rimasto dietro alla gabbia per non essere visto, si sporgeva, notando con orrore la quantità di sangue presente nei muri e le varie penne d’ali rosse e bianche che erano sul pavimento.
C’erano segni ovunque, graffi, pugni e alcuni punti erano sporcati di sangue secco, mentre a terra c’erano delle catene spaccate a terra, il tutto fece tremare le gambe al ragazzo di colore, che cadde a terra perdendo l’equilibrio, mentre Balthez assisteva sorridendo al volo dei suoi due “angeli”.
Poco distante, Kiman passava il binocolo a Yuriy, anche lui interessato nel seguire il volo dei due Experiment nel cielo, i due adesso stavano litigando furiosamente uno contro l’altro, facendo così innescare i due collari che portavano al collo, da cui partivano delle scariche elettriche che l’indebolivano, infatti sotto lo sguardo di ghiaccio del rosso le due creature facevano un volo planato dividendosi, anche se lanciavano ancora degli strilli inconsulti.
Kiman in quel momento si sistemò meglio i capelli, il vento che in quel momento tirava era gelido, ed indossava solo un chiodo lei, pieno di spille colorate, mentre quel vento portava ancora metà dei suoi capelli sul viso, coprendolo in parte alla vista di Yuriy, mentre lei parlava.
-A quanto pare qualcuno mi sta togliendo il divertimento…-
Yuriy le sorrise ferino, attirando l’attenzione di lei.
Lui le si avvicinò cortese, spostandole con la mano pallida e gelata parte dei capelli dal viso, rivelandolo agl’occhi di lui, che poi gli afferrò il mento, sollevandolo verso di lui.
-Non temere…troverò io il modo di farti divertire…-
lei lo guardò attenta, captando ogni centimetro di pelle vibrare al passaggi odi quello sguardo, che inchiodò gli occhi di lei.
Lui le si avvicinò quel tanto che bastava per accarezzarle le labbra in un bacio sfuggente, per poi lasciarla andare a allontanarsi, sorridendo crudele e soddisfatto, mentre lei lo guardava ancora, rimanendo incantata e al tempo stesso delusa.
“Se questo è veramente un gioco per te…avrò il diritto di sapere quali sono le tue regole…no?”

Takao socchiuse gli occhi, avvertendo l’aria fresca entrargli nei polmoni e permettergli di respirare, mentre buttava in parte fuori dal suo corpo il fumo, l’odore di fango e fogna…l’alcool…
Cercò di muovere la testa, avvertendo un leggero dolore alla fronte, tastandosela constatò che c’era un cerotto a coprire la ferita che si era fatto.
Lentamente si alzò da quella brandina che doveva essere un letto, guardandosi intorno, doveva essere un cunicolo di una galleria, a giudicare dalla forma curva, l’acqua sporca aveva scavato quel punto, ed ora i muri portavano ancora l’umidità di quella che un tempo era una fognatura.
Anche in quella specie di stanzetta arredamento spartano, solo quel letto e nient’altro, la coperta era stata mangiata dalle tarme, e recava una sbiadita fantasia floreale il cui colore doveva essere azzurro e giallo paglierino, adesso c’era solo uno sbiadito color diarrea-sabbia, mentre il ragazzo scuoteva leggermente la testa con la ferita che gli faceva ancora male.
-Ringrazia qualcuno lassù se non ti ho fatto uccidere dai miei compagni.
Trovano molto eccitante eliminare qualcuno in pubblico, soprattutto un Clandestino…-
La figura che si trovava in controluce vicino alla torcia gli si avvicinò, rivelandosi come Hilary, lo stesso viso che aveva visto prima.
-E tu eri davvero un bel bocconcino-
-Grazie Hilary…-
-Non mi ringraziare. Voglio solo che tu te ne vada al più presto da qui. Non sei gradito se non lo hai notato, e io non ti voglio tra i piedi, sei una zavorra-
erano parole dure quelle che la ragazza stava pronunciando, ma Takao stava ascoltando tutto in silenzio, limitandosi ad annuire, mentre avvertiva l’aria fresca riempirsi di umidità a mano a mano che respirava. Aveva l’impressione di respirare sott’acqua.
-Immagino che sei tu sei qua è perché ci sei capitato…come mai non sei nella villa con Kei e Meiko?-
lui la guardò, in quel momento lei era di profilo sulla borsa che si era portata appresso, intenta a cercare chissà cosa, mentre Takao abbassava il capo mestamente.
-Io…sono scappato…-
lei si fermò dal suo rimestare nella borsa, voltandosi poi a guardare quel ragazzo che aveva li davanti, con la testa bassa e la voce che adesso era diventata bassa e colpevole.
Ma non era stupita, lo guardava tranquilla, anche se con un’espressione indifferente, fredda.
Come quella di Kei.
-E perché sei scappato?-
-…non lo so…-
la ragazza si alzò in piedi, osservandolo dall’alto in basso, notando la capigliatura di quella strana sfumatura blu e il corpo magro nascosto da una semplice giacca di cotone con sotto una maglietta.
Fuggito…con solo quella roba addosso…mentre fuori quando era uscita nevicava…

-Hilary…torniamo a casa?-
a casa…
Tornare a casa con lui…con quel ragazzino…


“Me lo sta portando via!”


-Io a casa non ci torno con te-
fu dura e sicura in quelle parole, facendo scattare di colpo Takao, che la guardò dal basso, lei aveva un viso inespressivo, ma fisso su quel viso, su quegl’occhi, su quel ragazzo.
-Io non voglio che tu torni ne da Meiko ne tanto meno da Kei, soprattutto con lui.
Kei…da quando sei arrivato tu si allontana sempre di più da me…
Gia da tempo era distante…ma tu me lo stai portando via…e non lo accetto…
Non me lo porterai via…moccioso…-
la ragazza afferrò Takao per la gola con entrambe le mani, iniziando astringere forte, mentre Takao in quello scatto improvviso non era riuscito a prepararsi, e ora iniziava ad avvertire sempre meno l’aria, mentre si aggrappava ai polsi della ragazza, che stringeva con forza, nonostante lei fosse più debole di lui in quel momento Takao era stanco e ferito, e non riusciva a reagire.
-Ti prego Hilary…lasciami…-
lei strinse i denti, fissando con intensità il collo, per poi alzare lo sguardo verso quel volto.
Gli occhi blu lucidi, lo sguardo disperato di chi cerca di aggrapparsi agl’ultimi brandelli di vita.
…desiderava vivere…?…
Hilary lo lasciò andare, Takao tossì con forza, acquistando di nuovo la capacità di respirare, senza guardare la ragazza, che dopo un attimo di sbandamento si morse il labbro con forza, alzandosi in piedi e voltando la schiena al ragazzo.
-Quando torno in questa stanza non ti voglio trovare…e sappi che se tu tornerai a casa…io non mi fermerò come ho fatto oggi-
Takao sentì il respiro bloccarsi di nuovo, mentre sentiva chiare le parole della ragazza, per poi voltarsi verso di lei.
Non capiva.
-Perché?-
lei si fermò dal suo camminare, voltandosi verso di lui e fissandolo.
Fredda…ricolma di odio…seria…il suo sguardo ora era paragonabile al nero del buio e dell’oblio…
Perché lo odiava con tutte le sue forze…
Lui la fissò con la bocca socchiusa, per poi osservarla allontanarsi, e ricordandosi della minaccia di Hilary i ragazzo si alzò in piedi, deciso a scappare via da quel luogo.
Scappare…fuggire…via via via!!!
Si guardò intorno, sembrava tutto deserto in quella galleria, e anche se non sapeva dove andava, istintivamente cominciò a correre verso il punto più buio di quel corridoio, le torce erano spente, e nelle altre “stanze” di quella galleria si sentivano veri rumori soffusi, da strane grida e sospiri di piacere e gemiti…
Sospiri…gemiti…

Il ragazzo spalancò gli occhi, mentre quella scena si stava ripetendo nella sua memoria.
Nel temporale…con i lampi che illuminavano la stanza…il letto…
Su quel letto…Kei…ed Hilary…
E lui ad osservare la scena…come uno spettatore…
Male…il cuore ricominciava a fare male, troppo male…
Fuggiva da quel ricordo, scappava da quella scena.
Non c’era amore, non vedeva amore intorno a se, ma solo buio come quella galleria, piena di rumori che lo stordivano e lo fecero in quel momento inciampare.
Lui però si rialzò in piedi, continuando ad andare avanti.
D’un tratto vide un lumicino, e si fermò a prendere fiato.
Alla sua sinistra una “stanza, da dove provenivano dei lamenti.
Prese fiato, ansimando per la corsa, avvertendo poi quei sospiri e una serie di fruscii.
Il sudore scivolò giù da una guancia, cadendo dal mento, mentre il ragazzo lentamente si voltava verso la fonte di quei rumori.
In quella stanza illuminata in modo fioco…due corpi che si plasmavano a vicenda…uno di questi alzò il capo verso l’alto.
Takao spalancò gli occhi, mentre le scene si sovrapponevano…
Lo sconosciuto si voltò verso di lui…
Occhi rossi di sangue…
Capelli grigi…
Kei…
…no…no…
La ragazza si strinse a lui, assumendo le fattezze di una ragazza dai capelli castani e occhi dello stesso colore…
…Hilary…
Takao li osservò pietrificato, mentre i due dopo un attimo di respiro tornavano a fondersi insieme.
Spalancò ancora gli occhi, che assumevano una colorazione blu intensa, per poi voltarsi verso il buio di quella galleria.
E corse…
Ricominciò a correre, questa volta più velocemente, senza neanche tentare s’immaginare dove stesse andando, andava solo sempre più dentro a quel buio, a quel vuoto.
Niente, più niente intorno a lui, solo l’eco dei suoi passi e del suo respiro.
Solo…era solo…
…solo…

Di colpo…avvertì un corpo duro che lo investì, facendolo crollare a terra, stanco morto, ansimante, mentre la figura si sbilanciava all’impatto, per poi tornare in equilibrio, accendendo poi una torcia, il fascio di luce investì il pieno il ragazzo che cercò di coprirsi con le mani, per poi abituarsi alla luce e cercare di vedere chi c’era dietro quella torcia elettrica.
…il ragazzo seduto sulla rampa di metallo...
Occhi castani, ora li vedeva bene.
Takao spalancò gli occhi, le sue iridi avevano ancora assunto la colorazione azzurra, mentre una strana sensazione lo avvolgevano di nuovo, paralizzandolo in quella posizione.

“Vedi…vedi…cosa vedi?
…vedi un corpo steso a terra…non ha volto…è un’ombra…
Si, in questo momento è solo un’ombra…non puoi vederlo…non scomparirà ancora…
Ma vedi intorno a lui le fiamme di quel fuoco che odi, di cui tu hai il terrore…
Quella figura adesso ha sembianze strane…
Rammenti piccolino?
…capelli lunghi tendenti al celeste…occhi castani…
Rammenta, rammenta bambino…
Quella figura gia la conosci…
Peccato che la vedrai morire…
Quell’ombra sembra rialzarsi…
Ma c’è uno strano rumore…
E quest’ombra è macchiata di sangue…
Povero piccolo che vedi solo la gente morire…
Ma sarà sempre è solo questo il tuo destino…
Perché tu stesso uccidi la gente…
Tu stesso decidi la sua morte…
Anche la morta di chi ti è stato vicino…
Non c’è più amore…rasseganti piccolino…
Su…ora finiscilo…
Con quella grande pozza di sangue che si allarga…
Non c’è amore…
Non esiste più…
Adesso…buonanotte fratellino…”


Il ragazzo spalancò gli occhi più che mai, stavolta facendo scendere delle grosse lacrime dagl’occhi, per poi alzare lo sguardo di nuovo verso quell’uomo, che allungò una mano verso di lui, non vedeva il volto, ma dagl’occhi usciva un barlume di gentilezza.
-Forza…usciamo di qui…-
la sua voce era soffocata dal tessuto, ma Takao la sentì lo stesso, mentre allungava la mano verso quella testa dell’uomo, stringendola, mentre questo lo aiutava ad alzarsi, per poi indicargli il corridoio.
Non ci misero molto tempo, Takao con quella corsa aveva praticamente fatto tutto il tratto di strada, e si ritrovarono di fronte a duna grata, da una galleria veniva un fascio stretto di luce.
-Segui quel fascio e sposta la pietra che blocca il passaggio. Poi rimettila a posto-
Takao annuì, avvertendo l’aria fresca accarezzargli il volto, come a sussurrargli un bentornato, mentre la luce accanto a lui si spegneva.
Si voltò indietro, guardando il buio, poi sorrise, chinando la testa.
-Grazie-
aprì la grata, uscendo velocemente da quel luogo, seguendo le indicazioni del misterioso uomo, ritrovandosi così in mezzo ad una discarica, trovandosi smarrita di fronte a quell’imponenti montagna di rifiuti, risistemando la pietra e stando attento a non essere visto da nessuno, per poi partire a correre.

-Quando torno in questa stanza non ti voglio trovare…e sappi che se tu tornerai a casa…io non mi fermerò come ho fatto oggi-

…e allora dove andare?
Stava continuando a correre, quando una ventata d’aria gli fece sbarrare gli occhi.
Si voltò, e venne improvvisamente investitola una corrente d’aria che gli mozzò il fiato, mentre si copriva il volto con le braccia, alzando poi gli occhi al cielo, individuando una specie di macchia rossa che volava nel cielo, per poi ricominciare al caduta libera verso il ragazzo.
Takao si sentì come braccata, mentre con lo sguardo cercava un posto dove nascondersi immediatamente.
Individuò un cassonetto dell’immondizia rovesciato, e si lanciò su questo, riparandosi sotto il coperchio aperto poggiato sulla strada.
L’ennesima violenta corrente d’aria fece tremare persino il cassonetto, mentre il ragazzo sperava che il suo aggressore volante se ne andasse.
Ma cos’era?
Il ragazzo restò così in quella posizione, per poi avvertire qualcuno avvicinarsi al cassonetto.
Attese qualche secondo, per poi avvertire una forza sollevare il cassonetto e allontanarlo da li, mentre il ragazzo si voltava, il corpo in parte si gelava nella neve gelida.
Spalancò gli occhi a quello che vide.
Un ragazzo come lui…con gli occhi privi di iride, il bianco della sclera luccicava di follia…e dietro alla schiena del petto nudo di questo ragazzo, gigantesche ali rosse, le piume in parte rovinate strusciavano a terra, mentre l’essere urlava, facendo spaccare i timpani a Takao, il quale si diede una spinta con i piedi ricominciando a correre, cercando una vi di fuga.
L’essere sbatté con forza le ali, con un balzo si sollevò in aria e con un volo orizzontale raggiunse la sua preda, afferrandola con le mani e stringendola, Takao avvertì la presa stringersi sulle sue braccia stritolandogliele, mentre l’aggressore gli strappava a morsi la giacca e la maglietta, graffiandolo poi con le unghie che uscivano dalle mani sotto gli occhi sconvolti di Takao.
Intanto Yuriy osservava la scena, Kiman li affianco sembrava interessata, per poi riconoscere la figura del povero malcapitato.
-Ma non era insieme a Meiko e Kei quello?-
-Gia…il piccolo Takao…poverino…temo farà una brutta fine…-
Kiman si voltò verso il ragazzo, osservandolo con i suoi occhi neri seri.
“Ti diverti, vero? Vuoi che muoia, vero?”
intanto Takao urlò, le unghie si erano conficcate nella pelle e gli stavano procurando dei tagli, il ragazzo fissò il suo avversario, tremando per quello sguardo folle, per poi con la mano libera generare un vortice d’aria, scatenandolo contro il suo aggressore, che lo mollò urlando infastidito, Takao non perse tempo, mentre dalle mani generava ancora vari turbini d’aria taglienti, appena l’Experiment gli fu addosso, li scatenò contro di lui, facendolo sbandare e precipitare contro la rete metallica di un campetto di li vicino, alcune piume s’incastrarono nelle maglie metalliche, mentre Takao prendeva fiato e vedeva cosa succedeva, il vento gelido colpiva parte del corpo in mostra, la maglietta in parte stracciata, sulla spalla i segni visibili delle unghie di quell’essere, che però tornò alla carica, ruggendo, il ragazzo dai capelli blu si preparò ancora, generando vari tagli d’aria nel vento.
Yuriy si chinò verso il basso.
-Niente male il piccoletto. Kiman-
la ragazza si voltò verso Yuriy, che le sorrise gelido.
-Da una mano al nostro amico dalle ali rosse-
Takao intanto scatenò una serie di tagli che bloccarono il suo aggressore, mentre ansimante controllava lo stato di salute sulla spalla.
Cercò di allontanarsi, quando un colpo lo ferì alla caviglia, facendolo cadere a terra.
Alzò lo sguardo stupito, vedendo una figura coperta da un cappuccio che indossava sopra un chiodo.
In quel momento però la prese del uso avversario lo strinse in una morsa micidiale che lo fece urlare dal dolore.
Quella sensazione di paura che ti gela il sangue, la voglia di piangere ed urlare.
E hai un solo nome in testa, che non puoi fare a meno di gridare…

Il suo aggressore mollò la presa, facendolo cadere a terra, qualcosa di caldo per pochi istanti l’aveva sfiorato, per poi sentire qualcun avvicinarsi a lui e al secondo aggressore.
Alzò lo sguardo, e riconobbe un ragazzo dai capelli grigi e le guance tatuate.
Kei…
Questo si guardò intorno, per poi abbassare lo sguardo verso Takao che si rialzò velocemente in piedi.
Che strano…
Quegl’occhi, in quel momento…non gli facevano paura…
Anzi…
Aveva sperato di vederli…così freddi…ma vicini…
Kei lo fissò, per poi indicargli un angolo di due edifici.
-Resta li-
lui obbedì, anche se un pochino restio, nascondendosi, per poi assistere alla scena.
L’aggressore nonostante il colpo era ancora di una violenza mostruosa, e Kei evitava i suoi colpi, anche se il secondo aggressore con la pistola non lo avvantaggiava, doveva evitare sia pallottole che colpi.
Kei scatenò una serie di fiammate che spinsero l’Experiment ad alzarsi in verticale mentre l’aggressore con la pistola lanciò una bestemmia schivando con delle capriole e finendo in mezzo a degli scatoloni, avvertendo la figura di Kei farsi vicina.
-ATTENTO!-
l’urlo di Takao lo fece voltare, giusto per vedere l’Experiment afferrarlo in picchiata e farlo strisciare sull’asfalto, graffiandogli le braccia e la schiena, per poi colpirlo con una serie di colpi.
Kei creò un’aurea di fuoco che allontanò il primo aggressore, ma il secondo si era gia rialzato in piedi e aveva sparato due colpi che colpirono in pieno la spalla e la gamba di Kei, che cadde a terra.
Takao a quel punto uscì dal suo angolo, scatenando furente il potere dell’aria e con un vortice fece volare lontano l’aggressore con la pistola, avvicinandosi a Kei che non riusciva ad alzarsi in piedi, iniziando a perdere sangue.
-KEI!-
-Stammi lontano!-
Takao non lo ascoltò, perché l’Experiment tornava all’attacco.
Takao, stavolta seriamente arrabbiato, concentro una serie di uragani intorno all’Experiment, che si trovò intrappolato, per poi venir travolto da quelle ondate di vento e venir allontanato, mentre Takao approfittava di quel momento per afferrare Kei che iniziava a perdere le forze e cercare riparo.
Sotto gli occhi gelidi di Yuriy, i due si rifugiarono in quella che doveva essere una specie di chiesa gotica, in realtà era in parte un cumulo di macerie, ma che li avrebbe protetti.
A Takao…e a Kei…

Yuriy scese dal tetto con una serie di leggeri ed eleganti balzi, raggiungendo Kiman che si riprendeva dal colpo, beccandosi un’occhiataccia di puro gelo da parte del rosso.
-…prega perché il mio Kei si salvi…-
il suo Kei…
Kiman annuì, rialzandosi in piedi, osservandolo allontanarsi da lei.
“…non sarà mai tuo…e tu…lo sai…”


(Altro capitolo!! ^_^ Un bacio a tutti!!
Meiko)

  
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