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Autore: fri rapace    30/07/2018    5 recensioni
Ispirata,Tonks si unì a lui, appoggiandosi alla parete sgradevolmente umida anche attraverso i vestiti.
“Sei un lupo mannaro... a chi importa?” attaccò, felice di poter essere d'aiuto con qualcosa che non potesse sfuggirle di mano.
Malocchio aveva dichiarato che Remus era un lupo mannaro alla fine della riunione di quel pomeriggio, per informare i nuovi acquisti dell'Ordine...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tonks stava componendo una torre coi calici d'argento dei membri dell'Ordine che avevano già lasciato Grimmauld Place, senza badare allo sguardo atterrito di Molly Weasley.

La giovane strega prese la bacchetta e urtò la pila nell'atto di formulare l'incantesimo di Levitazione: la stanza si riempì del tintinnio assordante dei calici che rimbalzavano sul pavimento di pietra.

Tonks quasi si lasciò sfuggire la bacchetta di mano per lo spavento.

“Mi dispiace!” gemette, affannandosi per rimediare, quando Molly intervenne con la solita espressione esasperata.

Alcuni calici si erano ammaccati e Tonks si offrì di sistemarli, ma Sirius intercettò il suo sguardo e scosse la testa divertito.

“Ben fatto!” ridacchiò, “Così sono decisamente più sopportabili.”

Molly, ancora più irritata, sparì in cucina con i calici allineati su un vassoio. Seguendola con lo sguardo, Tonks vide Remus che sorseggiava una Burrobirra nel punto più lontano possibile dalla tavola attorno a cui i membri dell'Ordine chiacchieravano allegramente. Apparentemente ignaro dell'atmosfera allegra e del caos da lei generato, guardava malinconico nel vuoto con gli abiti logori che gli penzolavano addosso come su uno spaventapasseri. Era dimagrito, come insegnavano i manuali: Tonks conosceva i sintomi della licantropia, aveva preso degli ottimi voti agli esami sulle Creature Oscure.

Ispirata, si unì a lui, appoggiandosi alla parete sgradevolmente umida anche attraverso i vestiti.

“Sei un lupo mannaro... a chi importa?” attaccò, felice di poter essere d'aiuto con qualcosa che non potesse sfuggirle di mano.

Malocchio aveva dichiarato che Remus era un lupo mannaro alla fine della riunione di quel pomeriggio, per informare i nuovi acquisti dell'Ordine. Forse Remus se lo aspettava o forse no, Tonks non lo sapeva, comunque aveva reagito con sorprendente autocontrollo all'uscita del mago più anziano. Sapendo che lei e Kingsley lo avrebbero intuito comunque e molto in fretta, Malocchio li aveva già informati da tempo della natura di uno dei loro colleghi. Tonks ricordò che la vicenda di uno dei più discussi insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure era stata raccontata in toni catastrofisti anche dalla Gazzetta del Profeta: come se in forma umana un lupo mannaro fosse più pericoloso di un qualunque altro insegnante, quasi impossibile superare Piton: avrebbero dovuto pubblicare un articolo su di lui, piuttosto!

Remus prese un sorso di Burrobirra e deglutì lentamente.

“Sappiamo entrambi che il motivo per cui te ne stai qui da solo è l'annuncio di Malocchio,” approfondì Tonks, dato che l'uomo pareva non avere alcuna intenzione di replicare. “In genere sei molto più socievole.”

Remus si staccò dalla parete senza dire una parola e si diresse verso la tavola. Tonks ammutolì: la piantava lì a quel modo, che razza di scorbutico! Le diede le spalle per un tempo che le parve interminabile, Tonks scommise che presto avrebbe ceduto e sarebbe tornato da lei, e quando comprese che non sarebbe successo andò da lui e gli si mise di fronte.

Remus prese un'altra Burrobirra dal tavolo e gliela passò come se non ci fosse stata una pausa di mille minuti in cui l'aveva completamente ignorata.

Tonks stava per protestare ma notò il suo estremo pallore e dimenticò di essere offesa.

Arthur, Kingsley e Bill si erano girati verso di loro con un'espressione incuriosita, perciò Tonks, che aveva già alzato le braccia, le abbandonò lungo ai fianchi e fece segno a Remus di avvicinare l'orecchio alle sue labbra con fare cospiratore.

“Stavo per abbracciarti, ma quelli là sono dei gran pettegoli e conoscendoti potrebbe darti fastidio che loro vedano.”

I loro visi erano ancora vicinissimi e quando si raddrizzò Remus era molto meno pallido di prima, forse era leggermente arrossito.

“Okay,” annuì sconcertato, poi le disse educatamente ma con fermezza: “Non voglio parlare della riunione.”

Tonks fece tintinnare la propria Burrobirra contro quella di lui.

“Agli ordini!” scherzò, attraversando la cucina assieme a lui. “Cosa provi quando ti trasformi?”

Remus si fermò e sbirciò verso il centro della cucina, poi si rivolse a lei con la fronte aggrottata: quando si era voltato Arthur, Kingsley e Bill avevano distolto frettolosamente lo sguardo, fingendo di trovare all'improvviso molto interessante il dialogo tra Emmeline, Sirius e Hestia.

“Mi pareva che fossimo giunti a un accordo...” disse a Tonks.

Tonks scrollò le spalle: lo aveva accontentato, l'argomento era del tutto diverso! Pensò che fosse superfluo spiegarglielo, gli pareva un uomo intelligente.

“Anche io mi trasformo... sei la mia prima occasione di confrontarmi con qualcuno che mi capisce e so che stai pensando che non è la stessa cosa, che le nostre condizioni sono del tutto diverse...”

“E Sirius?” disse invece Remus.

Tonks era confusa.

“Come?”

“Sirius sarebbe stato una scelta molto più appropriata.”

Lei pensò che fosse una considerazione intelligente, in effetti avrebbe potuto pensare a Sirius, era un Animagus, come lei ben sapeva.

“Avrei potuto chiederlo anche a Minerva, allora. Loro sono Animagus per scelta, a noi questi,” e indicò i loro corpi. “sono capitati.”

Remus annuì serio.

“È doloroso,” confidò, riprendendo a camminare.

“Che ho pensato a te?”

“Volevi sapere della trasformazione.”

“Ah, giusto,” mormorò lei, con l'impressione che qualcosa fosse cambiato. Le sembrava che ora lui si stesse divertendo, o forse aveva frainteso tutto fin dall'inizio? Perché quell'uomo la confondeva a quel modo? “Anche a me fa un po' male. Come un pizzicotto.”

Guardò insistentemente Remus.

“Per me è un po' peggio,” l'accontentò infine.

“Lo so,” disse lei e gli strinse una spalla con trasporto. “Accadrà stanotte, hai paura?”

Tonks avvertì attraverso la stretta il corpo di Remus tendersi.

“Cosa c'è?”

“Niente, solo... solo che è passato molto tempo dall'ultima volta che qualcuno me lo ha chiesto. Dovrei essere io a chiedere a te se hai paura, a te e agli altri.”

“Ma a noi non accadrà niente, a te, invece...”

Remus non trattenne un sorrisetto e Tonks proseguì:

“C'è ben altro di cui avere paura, là fuori, di un mago gentile che odia così tanto una parte di se stesso che pensa che gli altri vedano solo quello, di lui.”

I lineamenti dell'uomo di irrigidirono.

“Lo pensa perché succede ogni volta,” le disse con una durezza che non aveva mai sentito prima nella sua voce.

“Pensi che io non capisca,” replicò lei. Erano usciti dalla cucina e si erano fermati accanto al malvagio portaombelli-zampa di Troll.

Remus aprì bocca e dalla sua espressione Tonks si preparò a sentirsi dire qualcosa di sgradevole, forse avrebbero litigato per la prima volta da quando si conoscevano.

“Probabilmente capisci più di quello che sei disposta ad ammettere: non sono l'unico a odiare qualcosa di se stesso.”

“Cosa intendi dire?” domandò Tonks, pensando automaticamente all'espressione contrariata di Molly ogni volta che lei cercava di aiutarla. Le fece male perché non le importava nulla della propria goffaggine, infatti ne parlava con disinvoltura, ma quando c'era di mezzo il giudizio di Molly sentiva qualcosa che non riusciva ad elaborare, figuriamoci ad accettare.

Remus fece per parlare, ci ripensò e la studiò per un lungo istante con molta attenzione, prima di dirle:

“Trovo il tuo nome molto carino, ad esempio.”

“Andiamo!” scattò subito lei, sentendosi però molto sollevata. “non puoi paragonare questo a... insomma, le nostre condizioni sono del tutto diverse!”

Si fece buio d'improvviso: due braccia strinsero Tonks, facendola sprofondare in un calore dolcissimo; l'abbraccio di Remus durò qualche secondo, neppure il tempo dare un nome a quello che stava accadendo.

“A me piace molto 'Ninfadora',” mormorò Remus da molto molto lontano.

Tonks si accorse di aver chiuso gli occhi e aprì lentamente il destro: lui si era già allontanato di qualche passo, tanto che lei si chiese se non si fosse immaginata tutto.

“Ho... ho capito. Se però potessi evitare di ripeterlo di nuovo...” lui aprì bocca ma lei, immaginando cosa stesse per dire, lo anticipò: “Mi riferivo al mio nome, sciocco. Tu puoi abbracciarmi quando ti pare, naturalmente.”

Remus schiuse la bocca incredulo e Tonks gli diede le spalle e si affrettò verso l'uscita, incapace di soffocare una risatina di pura gioia: ma cos'era successo? Non ne era certa, ma desiderò follemente che lui la prendesse in parola.

 

 

 

 

Torno dopo tanto tempo. Sto recuperando la serie tv Doctor Who e i tanti, affettuosi abbracci tra Amy e il Dottore mi hanno ispirato questa ff. Remus, nei libri, è una persona molto espansiva, tra gli adulti uno dei più propensi a effusioni di questo tipo, anche se a volte si capisce che è frenato dalla sua condizione di lupo mannaro... e anche Tonks è espansiva. Così ecco cosa è venuto fuori.So che è una ff terribilmente zuccherosa, ma sono in fase fluff U.U

Spero vi piaccia,

Fri

(ps probabilmente non necessario: shippo Amy/Rory, non Amy/Dottore)

 
   
 
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