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Autore: _Kalika_    30/07/2018    2 recensioni
KiddLaw AU! Dottor Jekyll e Mr Hyde
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Può un uomo innamorarsi di sè stesso?
Un uomo rispettabile, il dottor Trafalgar Law. E un individuo mostruoso, Eustass Kidd. Così diversi eppure così legati tra loro. Quasi fossero la stessa persona.
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*FanFiction partecipante al KiddLaw Day indetto dal Forum FairyPiece*
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caesar Clown, Eustass Kidd, Monet, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*FanFiction partecipante al KiddLaw Day indetto dal Forum FairyPiece*



 
Dottor Trafalgar e Mr Eustass - Capitolo 1


Eustass Kidd aprì la porta del lussuoso studio in cui si era appena infiltrato. Si guardò attorno scostandosi dall'entrata per far passare la compagna, poi puntò deciso verso l'unico quadro della stanza: lo alzò con le mani guantate, rivelando una cassa in legno protetta da un semplice lucchetto.
"Davvero? Mi aspettavo una cassaforte o perlomeno un sistema di sicurezza decente! Potrebbe non essere ciò che cerchiamo." Sbuffò sonoramente, poi si voltò verso la ragazza: "Trovata nessuna chiave, Monet?"
Lei scosse la testa mentre frugava nei cassetti. "Probabilmente questo signorotto deve aprire spesso la cassa, quindi preferisce un comunissimo lucchetto. Però qui non c'è nessuna chiave: almeno su questo è previdente. Dovrai agire alla vecchia maniera."
Kidd grugnì un verso d'assenso e si mise ad armeggiare con una graffetta. Nel giro di pochi minuti Monet aveva svaligiato lo studio e la cassaforte era aperta.
"Il medicastro non si sbagliava neanche questa volta." Il rosso borbottò, fissando schifato la scatola davanti a lui piena di pillole celesti. Stava per aggiungere qualcosa quando la porta si aprì di colpo.
Un uomo di mezza età con il fiatone fece la sua comparsa, tenendosi ancora alla maniglia e osservando con occhi porcini Monet e Kidd.
Rapido, il ragazzo balzò in avanti e scaraventò l'uomo a terra, tenendogli la gola con forza. "Tu sei Reiner Trost?" L'uomo annuì freneticamente, cercando di svincolare dalla presa ferrea di Kidd. "Fermatevi! Posso darvi ciò che volete! Quante... quante confezioni volete?"
Il rosso ringhiò rabbioso, aumentando la presa sul collo di Trost. "Non voglio averne niente a che fare. Sono qui solo per far fuori te e quella merda." Pochi secondi dopo un crac echeggiò nell'aria, e l'uomo smise di divincolarsi.
Monet si avvicinò a Kidd lanciandogli una borsa a tracolla. "Il nostro lavoro è finito. Lasciamo le pillole al mio laboratorio, io e Caesar ci occuperemo più tardi di sbarazzarcene."


Kidd parcheggiò la moto all'interno del giardino della casa. Si trattava di una costruzione in legno fuori città, praticamente in mezzo al bosco, in modo che fosse il più discreta possibile. Non era particolarmente grande, ma aveva tutto ciò di cui Eustass aveva bisogno.
Una stanza era interamente dedicata alle indagini. A dir la verità Kidd non ci passava molto tempo, la mente delle operazioni era sempre Law: lui si limitava a seguire le indicazioni e agire, e gli andava bene così.
Entrò nella sala. Aveva ancora un'oretta di tempo, quindi decise di impiegarla a liberare lavagna magnetica che dominava un'intera parete della sala dai dati della precedente missione. Lasciò solo un foglietto scritto al momento: "Missione Compiuta"
Mentre dava una ripulita al tavolo presente al centro della stanza, un oggetto sconosciuto attirò la sua attenzione. Mentre si avvicinava si rese conto che era qualcosa impacchettato, piccolo e di forma rettangolare. Attaccato con un pezzetto di scotch c'era un foglietto con su scarabocchiato "X Eustass-ya"
Kidd sorrise incuriosito. Prese il pacchetto portandolo in camera sua, si sedette sul letto ed iniziò a scartarlo.
Era un nuovo iPod. Niente di particolarmente costoso, ma Kidd apprezzò in maniera particolare. Quando aveva saputo, quel medicastro, che al rosso si era distrutto il precedente dispositivo durante una missione? Era sicuro di non avergliene mai parlato nei resoconti che si scrivevano.
Doveva essere stata Monet. Si alzò dal letto, prese un altro foglio di carta e scrisse un breve ringraziamento, aggiungendo intanto dettagli sull'operazione appena conclusa. Ora che ci pensava, probabilmente era inutile.
Law aveva un contatto fisso con Monet, quindi sicuramente riceveva da lei tutte le informazioni su quanto accadeva ogni volta. Soltanto all'inizio Kidd era stato a dir poco costretto - sempre dalla stessa ragazza, che arpia - a scrivere ogni volta cosa accadeva. In quel modo, sosteneva Monet, sarebbero riusciti a creare un contatto tra Trafalgar Law ed Eustass Kidd.
All'inizio non ci credeva, e probabilmente non lo faceva neanche il medicastro. Le risposte di Law erano quasi sempre brevi, con pochissimi indizi sulla sua vita personale. Quando Kidd chiedeva informazioni su di essa a Monet, lei rispondeva sempre che ne sapeva meno di lui.
Tuttavia con il passare del tempo il loro rapporto era decisamente cambiato. Nel giro di pochi mesi, Law aveva iniziato a parlare più apertamente della sua vita in ospedale, di ciò che succedeva. Come se avesse dovuto ricambiare, Kidd non aveva più smesso di scrivergli quello che gli capitava.
Sospirò rallegrato mentre si sdraiava sul letto rigirandosi il regalo tra le mani. Era soddisfatto di sè stesso e della sua vita, se così poteva chiamarsi.
A volte ne parlava con Monet - d'altronde era lei la scienziata, o meglio, l'assistente di quello scienzato pazzo di Caesar - e lei non faceva altro che rassicurarlo: anche se all'inizio non sembrava altro che un ammasso di rabbia e muscoli, con il tempo sarebbe diventato una persona simile a tutti gli altri. Era passato circa un anno da quando tutto era iniziato, ed Eustass non poteva far altro che essere d'accordo con quanto detto dalla ragazza.
Abbassò le braccia, prima trenute in alto per poter osservare l'iPod da tutte le angolazioni, portandole sul petto. Ripensò al giorno in cui tutto era iniziato. Si era svegliato senza sapere dove si trovasse nè chi fosse, pieno di rabbia, e l'unica cosa che aveva visto era stata una lettera scritta con grafia maschile ed elegante che spiegava piuttosto bene la sua singolare situazione.
Nel corso del tempo l'aveva letta così tante volte che ormai la conosceva a memoria...
Kidd chiuse gli occhi, esausto. Probabilmente non gli rimanevano più di dieci minuti di tempo, e l'effetto del siero si faceva sentire tramite una leggera emicrania.
Un'altra volta, l'ennesima volta nell'ultimo periodo, si trovò a pensare che forse nella sua esistenza mancava qualcosa. O qualcuno.



Il mio nome è Trafalgar D. Water Law. Sono un chirurgo e lavoro all'ospedale St. Bartolomew della città di Sabaody.
Si può dire che io sia il tuo creatore.
Sabaody è una città dalla doppia faccia. È sia una meravigliosa località turistica che un covo della malavita. Grazie al mio lavoro sono a conoscenza del lato oscuro della città: non passa giorno che non capiti qualche paziente colpito da un'arma da fuoco, o che sia stato torturato, rapito, drogato.
Le mie abilità mi permettono di salvare vite innocenti. Ma, probabilmente peccando di qualche delirio di onnipotenza - sarai tu a confermarlo o meno, mi ritengo in grado di combattere l'oscurità di questa città non soltanto lavorando ai ferri, ad arginare le conseguenze, ma anche fisicamente.
Trovo sia un buffo gioco di parole, in realtà. Non appena ho iniziato a lavorare a questo progetto, il problema mi è saltato all'occhio: non posso attuare alcuna operazione, non posso uccidere alcun criminale nè combattere alcun uomo con il mio corpo. Non tanto perchè io non sia particolarmente dotato di muscoli o resistenza fisica, quanto perchè il mio è il corpo con la fama di medico rispettabile, di uomo senza macchia.
La mia attività sarebbe ovviamente illegale, probabilmente dalla dubbia moralità, e non posso certo permettermi di perdere il lavoro per quello che, a conti fatti, potrebbe essere solo un grosso capriccio irrealizzabile.
Grazie al lavoro in ospedale ho diverse conoscenze. Queste conoscenze comprendono anche Caesar Clown, uno scienziato rinomato ma non particolarmente apprezzato dall'opinione pubblica.
È grazie a lui se tu esisti.
Un siero di sua invenzione, mai testato prima d'ora, ha la capacità di dividere la personalità o gli istinti di una persona e di dare ad essi un aspetto fisico. In parole povere, tu sei l'incarnazione della mia violenza, rabbia e voglia di uccidere.
Caesar sostiene che forse, con il tempo, acquisirai una personalità totalmente diversa dalla mia e dai miei sentimenti. Tuttavia all'inizio potrai non essere altro che un concentrato di rabbia e tendenze omicide.
Per questo motivo ci sarà un'assistente a controllarti e ad aiutare le nostre comunicazioni. Quello che voglio da te è una collaborazione.
Io ti fornirò nomi e dati di potenziali vittime, tu agirai mettendoli a tacere.
È una soluzione conveniente per entrambi.
Oggi, in quanto primo giorno di esperimento, non ho alcun incarico per te. Inoltre le prime volte che ingerirò il siero, il suo effetto durerà non più di 2-3 ore.
Utilizza questo tempo come meglio credi, ciò che voglio è soltanto una risposta a questa lettera.
Trafalgar D. Water Law 


Kidd lasciò cadere il foglio sul tavolo con gli occhi spalancati e le labbra contratte.
Tutto ciò non poteva essere possibile. Era fuori discussione.
Il silenzio della notte era rotto soltanto dal richiamo di qualche uccello, ma Eustass sentiva una rabbia sorda esplodergli nel petto con il rumore di mille bombe.
Cos'era, un burattino? Una bambola che quell'uomo pensava di poter usare a suo piacimento?
Un ringhio grottesco gli salì in gola mentre tirava un pugno contro il muro della stanza. Udì uno scricchiolio indistinto, e istintivamente colpì di nuovo la parete. Alzò la testa quando sentì il rumore di qualche oggetto che rotolava a terra, ma invece di cercare di capire cosa fosse si bloccò alla vista di uno specchio.
Si guardò un istante intorno per vedere dove si trovava - la sua vista era stata cattturata dal contenuto della lettera fin dal primo momento in cui si era svegliato - e si rese conto di essere in una stanza spoglia dalle pareti di legno.
Alla sua sinistra c'era una porta, alla destra una finestra da cui potevano quasi entrare i rami di un albero lì vicino. Gli unici arredi erano il letto, un tavolino con una sedia, un piccolo armadio vuoto e una mensola, anch'essa priva di contenuto, appesa alla parete opposta a quella in cui si trovava.
E lo specchio, che rifletteva la luce della luna che filtrava dai vetri.
Di nuovo raddrizzò lo sguardo, si avvicinò e si specchiò attentamente. Quasi due metri di muscoli coperti da pelle color bianco latte, vestiti soltanto da un paio di pantaloni scuri ed elastici. L'unico dettaglio colorato, oltre agli occhi ambrati che analizzavano accigliati il suo corpo, era la fiammante massa di capelli rossi che sembrava sfidare la forza di gravità tendendosi verso l'alto. Si rese conto di non aver mai visto prima quel corpo, anche se lo percepiva come estremamente familiare; come se gli fosse sempre appartenuto.
Gli sembrava di aver perso la memoria, rimanendo solo con le conoscenze di un qualsiasi essere umano: sapeva leggere, era sicuro di saper scrivere. Avrebbe saputo dare un nome ad ogni cosa presente in quella stanza, compreso sè stesso - Eustass Kidd, il nome gli si era stampato in mente non appena aveva aperto gli occhi.
Eppure non sapeva chi fosse nè quale fosse il suo passato, ammesso di averne uno. Di sè stesso sapeva soltanto che aveva dentro una grande rabbia.
Eustass rimase a studiarsi davanti allo specchio per un tempo imprecisato, e suo malgrado si trovò a pensare che se fosse esistita la personificazione della rabbia, allora doveva essere lui. Si rese conto di credere a quanto aveva appena letto, e il suo cipiglio già irritato si fece più scuro. Improvvisamente ebbe voglia di conoscere le fattezze dell'uomo che, a quanto pare, pensava di poterlo manovrare da dietro le quinte.
A quel pensiero, sentì nuovamente la voglia di sfogarsi e colpire qualcosa.
Tuttavia prese in mano la lettera e rilesse le prime righe: Trafalgar D. Water Law, ospedale St. Bartolomew a Sabaody. Era lì che doveva - voleva - andare.
Alzò lo sguardo verso la porta. Stava per precipitarsi a spalancarla, quando questa si aprì da sola. Kidd si immoblizzò sul posto mentre scorgeva una figura sconosciuta appoggiata allo stipite.
"Quanta rabbia in una sola persona. Il siero ha funzionato più che bene." Esordì la donna uscendo allo scoperto e sedendosi con nonchalanche sulla sedia.
Era molto alta e si muoveva con grazia. Una cascata di capelli verdi le copriva le spalle, e se ne sistemò una ciocca dietro l'orecchio mentre osservava Kidd con un leggero sorriso sulle labbra.
"Chi diavolo sei?" La risposta balenò in mente al rosso mentre lei rispondeva.
"Il mio nome è Monet. Sono la persona designata per controllarti e fornire un tramite fra te e Trafalgar Law."
Eustass sbuffò chiaramente irritato. "Non voglio avere niente a che fare con quell'uomo."
E, come riprendendo un movimento mai concluso, si slanciò verso la porta. Con una velocità allarmante, Monet gli si mise al fianco e lo prese per un polso. La sua mano era fredda come ghiaccio.
"Eppure, mi sembrava che poco fa lo stessi proprio andando a cercare.." Ma lasciò perdere l'argomento mentre richiudeva la porta alle spalle e si risiedeva sulla sedia.
Qualche istante dopo Kidd, irritato ma docile, si mise sul letto a poca distanza da lei. "In ogni caso temo che tu mi abbia frainteso. Non ho alcuna intenzione di farti da balia. Sono l'assistente di Caesar Clown, sono sicura che Law te ne abbia parlato nella sua lettera. Al momento il mio interesse è soltanto analizzarti in quanto esperimento... e godermi un po' di azione. Ho sempre desiderato combattere e spazzare via un po' di marcio da Sabaody. Diciamo che così facendo prendo due piccioni con una fava."
"Sembri una donna in gamba" si permise di ammettere Kidd "Ma quindi, cosa hai intenzione di fare adesso? Mettermi sotto esame?"
Monet continuò a sorridere: "Niente affatto. Ma mi sembra di vedere che non hai un guardaroba troppo vario. Che ne dici se andiamo a fare un po' di shopping?"


Law si svegliò. Non appena si mise a sedere, si rese conto di star stringendo qualcosa tra le braccia. Abbassò lo sguardo e riconobbe l'iPod che proprio il giorno prima aveva regalato ad Eustass.
Sorrise appena mentre si alzava stiracchiandosi. Il sole stava per sorgere, e con lui un'altra giornata che lo avvicinava sempre di più ad Eustass Kidd.




***Angolo dell'Autrice***
Come al solito arrivo all'ultimo minuto.
Beh, non ho molto da dire.
Organizzare il KiddLaw Day è stato stupendo, e sono felice di aver iniziato a scrivere questa roba che avevo in mente già da un po'. Va bene, lo ammetto: l'idea di ispirarsi a Dottor Jekyll e Mr Hyde è stata di mio fratello e lo ringrazio tanto per questo, anche se so che non leggerà mai questa storia perchè a differenza mia non è particolarmente fan dello yaoi.
Anyway, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Ad essere sincera credevo di riuscire a pubblicare tutta la storia sotto forma di One Shot, ma mi ritrovo ad un quarto d'ora dalla fine del Day e non vogli tentare imprese impossibili.
Se vi va, ovviamente, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate con una bella recensione! Intanto vi ringrazio e spero che possiate divertirvi leggendo le storie nate da questo nuovo e bel Day.
Alla prossima!
_Kalika_
   
 
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