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Autore: EstherLeon    31/07/2018    3 recensioni
Nuova Generazione.
Seguirete le vicende di una solare Rose Weasley che lentamente scopre il ragazzo che ha ignorato per sette anni, il Serpeverde Scorpius Malfoy; di suo fratello Hugo che deve fare i conti con l'irrefrenabile ma irresistibile Freya Nott; della bellissima Dominique Weasley che fin dal secondo anno viene perseguitata dall'affascinante Jace Steel, e di un più che confuso Frank Longbottom combattuto fra amore e amicizia. E non mancheranno certamente di comparire Roxanne Weasley, Lysander e Lorcan Scamander, Albus Severus Potter e tutti coloro che avranno il coraggio di stare vicino agli sfortunatissimi protagonisti della nostra storia.
{Storia che avevo già pubblicato con l'account sotto il nome di Elaeth; NON è un plagio, la storia rimane mia.}
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Hugo Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 20 – Libertà conquistate e riavvicinamenti non proprio inaspettati.
 

La primavera oramai non era solamente alle porte, ma aveva proprio sfondato il pesante portone di Hogwarts.
Con il ritorno del bel tempo e soprattutto del sole, un particolare gruppo di studenti in Sala Grande faceva mostra della propria allegria, studenti che – nonostante non avessero avuto problemi a dare ascolto ai propri ormoni anche durante le buie giornate invernali  – ora sembravano tranquillamente a loro agio a darne sfogo alla piena luce del giorno.

« Jace, smettila di toccarmi, i M.A.G.O. sono vicinissimi e devo ancora iniziare il terzo ripasso!»
« Non sembravi della stessa idea ieri sera quando ti– »
« Sta zitto! »
Si affrettò a far tacere il proprio ragazzo Dominique Weasley, causando le risatine soffocate del gruppo di amici e parenti che stavano loro attorno.
Perfino Jace Steel non riuscì a trattenere le risate alla vista della bionda Corvonero rossa come un peperone, conscia che il suo ragazzo avesse parlato troppo; il Serpeverde fece un occhiolino veloce a Rose Wealsey, la quale più di tutti se la stava ridendo di gusto seduta proprio di fronte alla coppia.
La suddetta Grifondoro, dopo aver ricambiato il gesto di Jace con una scossa vigorosa del capo, rivolse uno sguardo a pochi posti di distanza alla sua destra, dove uno stranamente entusiasta Scorpius Malfoy stava animatamente discutendo con suo fratello Hugo; le naque spontaneo un sorriso, ricordando con divertimento di quando solo pochi mesi prima quella stessa visione le aveva fatto ribollire il sangue nelle vene.
« Dici che Hugie potrebbe cambiare idea e innamorarsi di Scorpy? Insomma, lo capirei, ha dei capelli fantastici! »
La distrasse Freya Nott, seduta alla sua immediata destra, la quale, dopo aver evidentemente seguito la direzione dello sguardo della rossa, si era soffermata a fissare gli stessi due ragazzi.
« Non ti preoccupare, in quel caso ci vendicheremo mettendoci assieme noi due! » Scherzò Rose, posando fraternamente una mano sulla spalla della Serpeverde.
Freya non poté che sorridere di cuore: d’altronde aveva scoperto da poco che avere amiche femmine non solo non era affatto male, ma che finalmente aveva più persone alle quali donare tutto l’affetto che aveva in corpo.

« E quindi… pensi che lasceranno Rose venire a stare da me per un po’ quest’estate? »
« Sei matto? Vuoi che mio padre ti cucini e ti dia in pasto a tutta la famiglia? »
Si scambiarono animatamente queste parole proprio i suddetti ragazzi a pochi posti di distanza, cercando di parlare a bassa voce per non farsi sentire.

Nonostante gli sforzi della rossa Grifondoro, Hugo Weasley era venuto presto a conoscenza della nuova situazione sentimentale della sorella.
Non che sarebbe stato possibile mantenere nascosta una tale informazione al giovane Weasley, data la famosissima capacità di Freya Nott di tenere la bocca chiusa e di non rivelare di aver visto suo cugino sbavare per Rose in più occasioni, e più certamente non se sua sorella e Malfoy decidevano di scambiarsi effusioni davanti al Lago Nero incuranti di chi potesse vederli.
D’altronde si sà: Hogwarts non è il posto più indicato per custodire dei segreti.
« Ma perché? Rose è adulta oramai! Quale sarebbe il problema? » Chiese Scorpius, aggrottando la fronte in segno di incomprensione.
« Beh, per prima cosa mandarla da te significherebbe che potreste… ecco… dormire assieme! » Rispose Hugo annuendo col capo, cominciando a tingersi di rosso al solo pensiero di sua sorella in certe situazioni.
« Oh, beh, come se qui da sola al Castello senza genitori non incorresse in tale pericolo! Come se non l’avessimo già fatto nel mio Dormitor– »
« Okay, okay! Vedi però di non usare proprio questa giustificazione con mio padre nel caso, va bene? Lo dico per la tua incolumità! » Si affrettò ad interromperlo il Grifondoro: no, decisamente sapere i dettagli della vita privata di sua sorella con Scorpius Malfoy non solleticavano la sua curiosità.
Il Serpeverde sospirò sommessamente; di tutte le cose che si sarebbe mai aspettato per la sua vita, chiedere come fare ad imbonarsi Ronald Weasley per poter vivere liberamente la sua relazione con Rose era all’ultimo posto.
« Perciò come posso fare a convincerlo? Lo corrompo? Cento galeoni basteranno? »
Hugo non poté fare altro che rimanere a fissare il ragazzo biondo incredulo: ma mia sorella vale davvero così poco?
« Ehm, no, corromperlo non è sicuramente una buona idea. Vediamo fammi pensare… » E qui Hugo mise in moto in cervello; seppure così diversi, Scorpius e suo padre avranno pur avuto qualcosa in comune, no? « Ma certo! Quidditch! Che squadra tifi? »
« Beh, i Vratsa Vultures, chiaramente! » Rispose a tono Scorpius, palesando fieramente quello che per lui era un dato noto a tutti.
« Una squadra bulgara!? Malfoy, tu non esci vivo da casa mia, te lo dico! »
Scorpius non poté fare altro che sospirare pesantemente e incrociare le braccia al petto, in quella che più rappresentava per lui una posa imbronciata.
Rose non mancò certo di notarlo e in tutta risposta le uscì spontanea una risata cristallina; nel sentire quella voce così familiare, sul volto di Scorpius tornò ad aleggiare il sorriso e, dopo aver annuito deciso più a se stesso che ad altri, ritornò a parlare più sereno.
« Non importa. Tua sorella mi adora, vostro padre dovrà sopportarmi per forza! »
Disse con decisione il Serpeverde, rivolgendo lo sguardo verso la ragazza rossa che ora stava a sua volta puntando le iridi azzurre nelle sue.
Hugo osservò il repentino stato d’animo del ragazzo seduto davanti a lui e, stando ben attento a non far uscire il pensiero dalle sue labbra, rise tra sé e sé all’idea che il grande Scorpius Malfoy, il ragazzo di ghiaccio che non aveva mai guardato in faccia nessuno, ora si scioglieva ad un semplice sguardo di sua sorella Rose.

Effettivamente però qualcuno che provasse seriamente a studiare c’era a quel tavolo, perché leggermente in disparte dagli altri una più che entusiasta Violet MacDougal sventolava con gioia dei foglietti di carta davanti al viso del povero Frank Longbottom che le sedeva accanto.
« Va bene, va bene! Non riesco a trovare qualcosa che tu non sappia! Vediamo… l’ingrediente principale del Veritaserum? » Lesse sbrigativamente da una dei foglietti che teneva in mano la Corvonero, puntando subito dopo i grandi occhi in quelli di Frank, il quale, nonostante l’interrogazione – o meglio, l’interrogatorio – a cui stava venendo sottoposto da più di un’ora, continuava a guardarla con adorazione.
« La piuma di Jobberknoll! Andiamo, Violet, sono facilissime queste domande! » Scosse la testa intenerito il ragazzo, portando una mano a sfregarsi gli occhi insonnoliti.
« Non sono facili! Sei tu che hai un’intelligenza superiore alla norma! Non c’è divertimento così! » Disse con tono lamentoso la ragazza, sbattendo i foglietti sul tavolo.
« Violet, amore… forse questi… cartellini non sono il metodo migliore per ripassare, non trovi? » Osò ribattere con la giusta cautela Frank, sporgendosi in direzione della ragazza puntellando i gomiti sulle proprie gambe.
« Non è assolutamente vero! Nei film Babbani studiano così e funziona sempre! »
Frank non ebbe il coraggio di dirle che i film per i Babbani erano soltanto finzione, non se la bellissima ragazza che aveva di fronte lo guardava con così tanta dolcezza in volto.
Sospirò sonoramente, lasciando comunque che il sorriso facesse da protagonista sul suo viso, prima di scuotere il capo con tenerezza e tornare a prestare attenzione alle facilissime domande che Violet gli stava proponendo.

A quel tavolo c’era anche un’altra coppia che cercava – senza successo – di studiare.
Roxanne Weasley se ne stava china sul manuale di Trasfigurazione, corrugando la fronte ad ogni parola che leggeva e mimandola con le labbra.
Seduto proprio di fronte a lei, Lysander Scamander invece non provava minimamente a ripassare la materia che aveva fra le mani: si limitava a guardarsi in giro ridendo delle assurde scenette delle coppie che aveva attorno e a posare poi lo sguardo sulla Grifondoro.
Nel vedere Roxanne schiaffarsi una mano sulla fronte dalla disperazione da studio intensivo, decise prontamente di fare qualcosa per alleggerire la situazione.
Si apprestò a strappare un pezzo di pergamena e di scribacchiarci frettosamente qualcosa sopra, per poi posarlo senza mezzi termini proprio sul manuale di Trasfigurazione della ragazza.

Senza neanche alzare lo sguardo dalle pagine, Roxanne si fece lietamente distrarre dal bigliettino appena comparso; lo lesse immediatamente e, senza che potesse controllarlo, inarcò un soppracciglio confusa.
  • Non eravamo così disgustosi noi due vero?
La Grifondoro alzò finalmente i profondi occhi marroni e li posò su Lysander, che ora la stava guardando con estremo divertimento; il ragazzo le indicò col capo di guardare alla sua destra e, quando Roxanne voltò lo sguardo, capì immediatamente il significato del bigliettino: tutti i loro amici, oramai a coppie, stavano appiccicati l’uno all’altro scambiandosi moine o sguardi dolci.
La ragazza non poté fare a meno che scoppiare a ridere sguaiatamente, cercando di coprirsi la bocca con una mano.

« No, tranquillo. Noi due eravamo anche peggio. » Disse allora Roxanne, con evidente ilarità nella voce.
« Oh, no, mi permetto di contraddirla, signorina! » Si affrettò a intervenire Lysander, negando vigorosamente col capo.
« Certo, certo… tu chiedevi solamente ai tuoi amici di non dormire nel loro Dormitorio perche dovevamo fare le cose sconce noi due. E sì–» Allungò prontamente una mano per zittire il Corvonero, vedendolo pronto a risponderle. « Sto citando le tue testuali parole! »
Il ragazzo reagì solamente scoccando la lingua al palato, guardandola con lo sguardo impressionato di chi si ritrovava nuovamente davanti qualcuno che potesse tenergli testa.
« No, effettivamente non posso negare di aver detto qualcosa del genere! » Poté solo ammettere Lysander, tra le risate che premevano di uscire.
Rimasero a guardarsi negli occhi, per niente a disagio nel riuscire a sostenere uno sguardo così intenso, e solo quando il silenzio si fece importante sentirono il bisogno di riaprire la bocca.
« Quindi…»
« E quindi. »
Parlarno all’unisono ed entrambi scoppiarono a ridere l’attimo dopo, fissandosi con un’espressione per niente stupita: infondo dopo tutti quegli anni assieme sapevano benissimo di essere diventati più che complici in tutto e per tutto.
Fu Lysander il primo a sentire il bisogno di dire qualcosa e lo fece non smettendo neanche per un secondo di sorridere.
« Tu hai davvero qualcosa da dire o anche tu stavi parlando a sproposito pur di non rimanere il silenzio? »
« Perché mi fai domande delle quali conosci già la risposta, Lys? » Roxanne rispose con un sorriso beffardo, sorriso che lasciò spazio per un’espressione più amara quando sentì le nuove parole del Corvonero.
« È solo che… vedere tutti loro così felici assieme… non posso fare a meno di ricordare–»
« Ricordare quando lo eravamo noi due? »
« Già. »
La Grifondoro sospirò sommessamente, cercando di cacciare i numerosi ricordi che premevano per riaffiorare; non avrebbe potuto sopportare di ripensare a quanto era felice con Lysander e per giunta letteralmente di fronte a lui.
Si limitò a guardarsi in giro e a fermare lo sguardo su Frank e Violet, che cercavano in maniera decisamente buffa di studiare.
« Ecco, di certo non trovavamo la felicità nello studiare assieme! » Indicò con lo sguardo la coppia che aveva appena fissato, causando il ghigno divertito del Corvonero l’attimo dopo.
Posarono poi entrambi gli occhi sulla coppia che stava lì vicino e che attirava decisamente di più l’attenzione, dove un più che agitato Jace Steel stava lasciando in maniera molto poco pudica lunghi baci sul collo di Dominique.
« Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, mi sa che io era più come Steel! » Parlò con convinzione Lysander, scuotendo la testa incredulo di ciò che aveva appena detto.
« Sì, eri esattamente come Jace! »  Confermò con gli occhi scuri che brillavano di una nuova luce Roxanne, godendosi il modo in cui – nonostante tutto – lei e Lysander riuscivano sempre a ritrovarsi complici.
Ben presto però la mente della ragazza presa la solita deriva e tornò inevitabilmente a pensare che, sebbene la complicità fosse rimasta, lei e Lysander non stavano più assieme.
« T-ti manca? » Riuscì a sibilare appena, stupendosi lei stessa di quanto fosse riuscita a risultare timida davanti alla persona che più la conosceva.
« Cosa? » Fu la prima cosa che rispose d’impulso il Corvonero.
« Quello… stare assieme… »
Lysander poté solo sospirare arreso; d’altronde non avrebbe avuto senso mentire a Roxanne.
« Certo che mi manca… ma noi due non siamo più così…» Parlò e nel mentre indicò col capo le altre coppie intorno a loro; notò immediatamente gli occhi della Grifondoro spegnersi di colpo e sentì il bisogno di rettificare. « Nel senso che siamo diversi! Io sono cambiato… ti tratterei in modo diverso, ecco. »
« Oh. »
Lysander si ritrovò a scuotere il capo intenerito: oramai era più che abituato a quell’unica sillaba di stupore che ultimamente sembrava essere l’unica cosa che Roxanne riuscisse a pronunciare.
« E a te? Ti manca… stare assieme? » Chiese allora con ritrovato coraggio.
« Ovvio che mi manca. Non eri solo il mio ragazzo, ma il mio più grande amico… mi manca anche solo parlare così, mi fa stare bene. » Rispose decisa Roxanne: oramai non aveva più nulla da perdere.
Qualcosa sembrò scattare dentro al Corvonero: gli si illuminò il viso e con un grandissimo sorriso stampato sulle labbra aprì la bocca per parlare nuovamente.
« Senti, Rox… potremmo provare a far diventare il nuovo me il tuo più grande amico, sempre se a te va bene. Non garantisco granchè, ma rimango simpatico, lo giuro. »
La Grifondoro non riuscì a trattenere le risate, nonostante il tentativo di soffocarle con una mano schiaffata sulla bocca.
« E se poi dovessi innamorarmi del nuovo te? » Lo provocò lei, e Lysander poté giurare di aver finalmente rivisto sul viso della ragazza lo stesso sguardo di sfida di cui si era innamorato anni prima.
« Beh, direi che allora avresti un nuovo – okay, forse non così nuovo infondo – ragazzo. » Ribatté tranquillamente il Corvonero, con il sorriso che arrivava dal profondo del cuore.
« C-cominciamo da capo? »
« Non da capo direi… sappiamo già di piacerci. Ma un nuovo inizio, sì. » Precisò Lysander, concludendo le sue parole con un occhiolino veloce.
Roxanne annuì decisa, in preda alla gioia, e gli porse energeticamente una mano in attesa che venisse stretta in segno di intesa.
« Ci sto. »
Il ragazzo ricambiò la stretta all’istante, ma non lasciò andare la mano della Grifondoro: rimasero a tenersi per mano, guardandosi negli occhi come non facevano da troppo tempo.
« Okay, ora sì che stiamo facendo gli ebeti come tutti gli altri! » Disse infine Lysander e Roxanne non poté fare altro che scoppiare a ridere divertita; nessun peso oramai aleggiava tra di loro.

E se solo fossero riusciti a staccarsi gli occhi di dosso per guardarsi in giro avrebbero notato che le coppie di cui tanto avevano parlato ora li guardavano con la stessa intensità con cui si guarda il lieto fine del tuo film preferito.
 

*
 

« Tranquilla, fa’ pure. »
« Eh? » Rispose con un verso strozzato Dominique, una volta avvicinatosi a quello che fino a quell’istante le era sembrato un più che addormentato Jace; quella non era certo la prima volta che lo scopriva a dormire sdraiato sotto un albero nei pressi del campo da Quidditch, né tantomeno la prima volta che il ragazzo scompariva proprio durante l’orario dei compiti.
« Non stavi per baciarmi perché incantata dalla mia adorabile faccia dormiente? » Aprì un occhio per guardare sornione la Covonero lui.
« Perché non ti dai un’occhiata allo specchio prima di dire scemenze del genere? » Ribatté secca Dominique.
« Oh, andiamo, dammela una soddisfazione ogni tanto! » Sbuffò sonoramente Jace, prima di alzarsi a sedere per fronteggiare la ragazza che le si era appena seduta a fianco.
« Caro mio, se non ti trattassi in questo modo non ti piacerei mica! » Annuì con convinzione lei, lasciando spazio sul suo viso per un sorriso compiaciuto.
Il Serpeverde non abbe granché da ridire, si limitò ad alzare le spalle e ad alzare un braccio per accogliere il corpo della ragazza contro il suo.
Dominique si strinse volentieri in quell’abbraccio, avendo già da tempo abbandonato la maniacale cautela che aveva sempre utilizzato quando aveva avuto a che fare con Jace.

« Jace– »
« Shh, non rovinare questo momento ricordandomi che devo studiare. » La zittì prontamente il ragazzo, portando una mano a coprirle sgraziatamente la bocca.
Dominique si divincolò immediatamente e non mancò di fulminarlo con lo sguardo; Jace mimò delle scuse poco credibili con le labbra di rimando, probabilmente consapevole che quell’occhiataccia della ragazza significava che non avrebbe avuto vita facile.
« Jace, ascolta– »
« Certo che ti farò i compiti di Divinazione, non devi mica chiedermelo! »
« Jace! »
« E sì, va bene, se proprio insisti possiamo anche dormire assieme stanotte! Farò questo sacrificio! » Continuò imperterrito a parlare il Serpeverde, ignorando volutamente l’espressione sul viso di Dominique che si faceva sempre più spazientita.
« Va bene, va bene! Dormiremo assieme anche domani e– »
« Steel, taci o ti mollo. » Parlò solennemente lei e il ragazzo si ammutolì all’istante.

Ottenuto l’agognato silenzio, ben presto Dominique perse la determinazione, saggiando già nel suo cervello le parole che sapeva di stare per pronunciare.
Prese un enorme respiro di incoraggiamento e piantò gli occhi azzurri in quelli blu di lui, pronta a ricevere i ghigni compiaciuti che sarebbero sorti sul viso di Jace.
« Mi stavo chiedendo, ecco… questa estate non hai troppe cose da fare, giusto? » Decise di rimanere sul vago la ragazza, lasciandosi portare dalla conversazione.
Jace scosse solamente il capo, confermando ciò che la Corvonero aveva appena detto.
« Bene, perfetto… perché stavo pensando che – dato che comunque verrai a trovarci tutti alla Tana – potresti passare anche po’ di tempo con me a Villa Conchiglia, ecco. » Cercò di dire con quanta più decisione possibile Dominique, tentando di non lasciar trasparire il nervosismo che lentamente l’aveva assalita.
Il Serpeverde rimase in silenzio, limitandosi solamente a socchiudere le labbra – forse perché avrebbe voluto dire qualcosa ma la minaccia che aveva precedentemente ricevuto l’aveva fatto desistere o forse perché colto alla sprovvista.
« Ehm, i miei genitori e mio fratello saranno in Francia dai miei nonni, e Victoire sarà in giro per l’Europa con Teddy… quindi saremmo solo noi due. Non so, è solo un’idea…» Aggiunse poi, stringendosi nelle spalle in un timido gesto di conforto; da quando in qua Jace Steel se ne stava zitto dopo parole del genere, sotto minaccia o meno?
Il Serpeverde passò la lingua ad inumidirsi le labbra, stringendole il secondo dopo con forza per non lasciare che il sorriso che stava premendo di uscire rovinasse le sue intenzioni.
Continuò a fissare la ragazza dritta in volto, forte di quella situazione, scostando il suo corpo abbastanza da poter ammirare ogni singolo dettaglio di quello di lei.
« Chiedimelo. » Sibilò soltanto, lanciandole un’indiscussa occhiata di sfida.
Dominique recepì quel comando – sussurrato sì, ma pur sempre un comando – e non poté fare altro che piegare la testa e inarcare un sopracciglio, confusa dalla piega che aveva preso la conversazione; poi scosse impercettibilmente il capo, in cerca di spiegazioni.
« Chiedimi di venire a vivere con te questa estate. Chiedimi di rimanere soli tu ed io. » Venne in suo aiuto Jace, palesandole cosa volesse sentirsi dire da lei.
Le intenzioni del ragazzo non erano quelle di gongolare o di volerla consapevolmente mettere in imbarazzo, voleva semplicemente sentire con le sue orecchie che Dominique Weasley lo voleva al suo fianco.
Le gote della Corvonero si tinsero presto di un rosa acceso e lo sguardo non riuscì più a sostenere le due iridi blu di lui; il tocco delicato delle dita di Jace sulla sua guancia le riportarono immediatamente gli occhi su quelli di lui.
« Chiedimelo, su! Dov’è il tuo coraggio Weasley? Devo dire a Rose di disconoscerti dalla famiglia? » La provocò, consapevole che in quel modo l’imbarazzo che lei stava provando sarebbe scemato.
E di fatti il sorriso tornò presto sulle labbra di lei, lo stesso sorriso talmente irresistibile da costringere il ragazzo a intrecciare le dita della mano nelle sue.
« Jonathan Steel. » Esordì Dominique, prendendo coraggio; lui le fece un cenno del capo per sostenerla. « Jace, vuoi passare l’estate con me? Vuoi venire a stare a casa mia, solo tu ed io? »
« Sì, lo voglio. » Rispose drammaticamente lui, portandosi la mano libera al petto e non riuscendo a trattanersi dal sorridere ebete.
Dominque scosse la testa sconsolata, oramai incapace di reagire in altro modo alle stranezze di lui. Poggiò poi il capo contro l’incavo del collo di Jace, rimanendo ferma in un abbraccio che prima di allora non avrebbe mai pensato di volere così tanto.
Rimasero in silenzio per qualche minuto – un lasso di tempo infinito a confronto delle minuscole pause a cui era abituata tra un monologo di Jace e un altro – prima che lei sentisse il bisogno di parlare nuovamente.
« Lo sai che non ci stiamo sposando, vero? »
« No, infatti, siamo passati direttamente alla luna di miele! » Rispose con tono sfacciato Jace, trattenendo la risata che avrebbe voluto fare uscire.
Dominique sbuffò sonoramente, portandosi l’attimo dopo una mano a reggersi il viso.
« Oh, Priscilla, in cosa mi sono messa? Finirò per ucciderti, me lo sento! » Esclamò con poco ritegno.
« Non c’è alcun problema, ho sempre pensato che sarei morto per mano tua, sono preparato! »
« Non durerò due giorni da sola con te. » Continuò a parlare lei, ignorando volutamente le parole di lui.
« Possiamo farlo in camera dei tuoi? »
« Non posso farcel– Jace, cosa!? » Stavolta non fu più possibile far finta di nulla e la Corvonero si ritrovò a fissare il ragazzo allibita.
« Che c’è? Immagino avranno un letto comodo, no? Sono stanco degli stupidi baldacchini di Hogwarts! » Ribatté nella più completa tranquillità il Serpeverde, alzando le spalle in segno di ovvietà.
« Perché devi essere così? » Si limitò a dire monotona Dominique, guardandolo sconsolata.
« Lo prendo per un sì, mia cara! » Parlò con il suo caratteristico sorriso ebete Jace, sporgendosi l’attimo dopo per scoccare un plateale bacio a stampo sulle labbra di lei.
La Corvonero realizzò che oramai le forze per fronteggiare l’instancabile Jace Steel erano esponenzialmente scemate e – se una volta avrebbe optato per girarsi dall’altra parte e correre via a gambe levate – ora poteva rimediare sull’unico gesto che le era rimasto proprio: roteò gli occhi al cielo, scuotendo lievemente il capo per rendere il tutto ancora più teatrale.
« Lo sai che ogni volta che alzi gli occhi al cielo lo prendo per un ‘ti amo’? » La guardò sornione lui, allargando il sorriso sul proprio viso.
Dominique pensò bene a come rispondergli, condendo l’attesa con un’occhiata di sfida; infine, quando si sentì pronta a rivelare ciò che per lei era sempre stato l’impensabile, prese un lungo respiro e alzò nuovamente gli occhi al cielo, stavolta con il sorriso stampato sulle labbra.
A quella scena Jace non ce la fece proprio a contenersi: spalancò la bocca in modo sgraziato e si portò una mano al petto.
« Non provare a farmelo dire a voce alta perché non lo ammetterò mai. » Precisò immediatamente lei, notando l’intenzione del ragazzo di voler dire qualcosa.
Jace scosse la testa in segno di negazione, prima di cominciare ad alzarsi dal posto e prendere con evidente fretta Dominique per le spalle, nel tentativo di volersela caricare in braccio.
« Steel, cosa stai facendo!? »
« Ti porto nel mio letto a baldacchino, ora. » Disse infine perentorio Jace, sistemandosi la ragazza sulle spalle come se fosse stata un vero e proprio sacco di patate.
Dominique provò a fingersi contrariata, ma ben presto una risata cristallina le scappò dalla bocca.
E così, mentre veniva riportata dentro al Castello in una posizione decisamente scomoda dal ragazzo che per anni si era convinta di odiare, non poté fare a meno di pensare che non vedeva l’ora di passare l’intera estate assieme a lui.





***
Il ritardo è imperdonabile lo so, ma spero che la scena super fluff Dom/Jace possa in qualche modo farmi recuperare!
Comunque come avrete capito siamo arrivati alla conclusione di questa storia, il prossimo capitolo sarà l'epilogo!
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, un bacio!

 
  
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