Promontori fenici
Il pomeriggio che viene giù piovigginoso
casca plumbeo sui travertini – li arrossa come licheni -,
lasciando questo lucore mogano affogato nella valle
d'irrobustito caseggiato che guarda al vitreo Marte;
il posto pullula di spifferi, di brezze tenui e di vicoli
che si ergono e stanno lavici, pre-temporali,
assistono catoniani allo sconcerto ombroso delle meridiane
sollazzati dal canto del cucù,e ti contano le rughe, contano i tuoi denti,
finché tu non conti più;
sai c'è una celeste pienezza di diaframma
a spalancarmi il torace di boria vacanziera,
inalare quell'aria che smuove granitica questa statura
e si rifrange sugli occhi della gente, come se camminassi nell'acqua
distante, Leuconoe per le strade di Cartagine;
alla sera le tue labbra sapranno di amaranto, e di carpe diem,
e se d'amore si può esplodere sui roghi siamo esplosi,
se c'è altro dietro queste montagne, dietro le trecce delle bimbe,
e il ventoso movimento della vita che trascorre.
Note
A molta distanza dalla precedente e ad una settimana esatta dall'inizio ufficiale delle vacanze, ritorno con questa poesia numero quattro, che è una sorta di "sugello" (anche se la regola classica vuole che sia apposto alla fine) alla suddetta vacanza, una connotazione alla sua denotazione, come un vistoso riempimento di significato; se preferite, semplicemente trasposizione di una bella sensazione di "galleggiamento" in belle sensazioni - le case, oggetto antropico elevato per meriti morali alla statura delle eterne cose naturali che osservano neutre lo scorrere del tempo, le vecchie case che son lì da una vita e pertanto rifulgono di questa vetusta solidità, come querce; queste vie che diventano sentieri epici e fenici solcati però dalla bella Leuconoe ("Didone che visse", scrissi qualche anno fa) , e quindi quasi location effettiva di una placida elegia amorosa. La poesia a onor del vero è di qualche giorno fa come concept e primi versi, perché qualche giorno fa pioveva, ma le trecce delle bimbe ci si sono giustapposte solo in serata. Insomma, è un gran respiro positivo, che mi auguro possa continuare - per la vita, intendo; la poesia è altra storia. Spero/ritengo di, dopo essere arrivata alla veneranda quota quattro, di intraprendere qualche lirica più vicina alla prima, per torni e ambientazione, com'era già nel progetto iniziale e nel programma di ispirazioni che ho steso. Ci sarà qualche poesia 'narrativa', in pratica, ma per ora beccatevi questa, che è appunto un sugello, più o meno riuscito, ma ci voleva, dato il tempo trascorso. Buone vacanze a tutti, e (spero) a presto.