Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: francess225    01/08/2018    3 recensioni
La trama riguarda un incontro predestinato, ma al contempo insospettabile. Lui è Jeon Jungkook, l'idol che tutti conoscono,membro dei BTS. Giovane, genuino, spontaneo, invidiato. Emilie è una giovane neolaureata italiana, di ventiquattro anni, che decide finalmente, di partire per una nuova esperienza lavorativa, ma soprattutto di vita, in quel Paese che la chiama a sé da tanto tempo, la Corea. La loro storia ed l loro incontro verrà definito da quelle che sembrerebbero coincidenze..ma finiranno per legarsi in maniera profonda, e nonostante le differenze culturali, di età, e di vita, impareranno a conoscersi e ad affrontare le difficoltà di una relazione che agli occhi di molti risulterebbe impossibile. Qualcosa di sottile li lega.. ma di indissolubile: il destino, ed il suo colore è rosso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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15/10/17

EMILIEPOV

Ho sempre pensato che Roma ad ottobre sia la perfetta rappresentazione di un miraggio mistico. 

Certo, in molti direbbero che è splendida sempre, e non gli darei torto, né controbatterei.. 
ma in questo mese è ancora più affascinante.. praticamente un mondo a parte.

La luce verso le sei di sera è mozzafiato, calda e penetrante mentre abbraccia i palazzi di Via del Corso, rispecchiando pienamente gli umori autunnali.. delicata e sfuggente, dato l'imminente arrivo dell'inverno, che a passi leggeri inizia ad insinuarsi tra le strade sempre troppo gremite di persone, che accusano i primi raffreddori di stagione.

A Roma sono tutti costantemente indaffarati e ognuno torna a casa dalla propria famiglia, dopo l'ennesima giornata di lavoro estenuante. Abbracciano i loro bambini e si godono la cena insieme, parlando del più e del meno mentre si perdono a guardare show televisivi che personalmente ho sempre reputato scadenti. 

E' passato un anno da quando sono tornata in Italia, e tutto sembra ancora così irreale.

Quanto mi era mancato l'aperitivo al'ultimo minuto in piazza, l'odore di mille pietanze diverse che si mescolano e che si aggirano tra i vicoli del centro, le chiacchiere al bar con gli amici di sempre, la mia splendida famiglia , ma soprattutto: il mio appartamento... la mia vera casa.

Ci è voluto diverso tempo per riassestarmi ma soprattutto per riabituarmi a tutto ciò che in Corea mi mancava così tanto.

Adesso per esempio, dalla terrazza del Pincho, mi godo uno dei tramonti più belli e variopinti che una città come Roma è in grado di offrire, in compagnia di una piacevole brezza e di una strana malinconia.

Gli occhi chiusi, le gambe incrociate come sempre, e le braccia distese dietro la testa.

Una marea di pensieri mi affolla il cervello, così caotici e fastidiosi.. come se ognuno di essi volesse richiamare la mia attenzione prendendo il sopravvento sugli altri.

Il master che ho deciso di intraprendere a Siena due mesi dopo essere tornata in Italia, occupa la maggior parte del mio tempo in realtà, e soprattutto dei miei soldi essendo una pendolare cronica.
La paura estenuante della macchina mi perseguita fin da piccola e l'unica soluzione per cui ho potuto optare è stato l'abbonamento del treno, ed i fantastici e costanti ritardi di Trenitalia.

Nonostante ciò, sembra che tutto sia tornato alla normalità...

Molte volte durante i diversi tragitti per le valli toscane, con lo sguardo perso tra le campagne, la mia mente torna in Oriente, e a quel mondo incredibilmente affascinante, ai suoi profumi..

I ricordi sono vividi, ma sembrano quasi essere frutto della mia fantasia.. come se la persona ad aver vissuto tutto fosse un'altra, ma io riuscissi a ricordare ogni singolo dettaglio tramite i suoi occhi.

Sto forse cominciando a dimenticare? O si è trattato di un sogno?

Davanti a me i colori aranciati si susseguono, mischiandosi al rosaceo delle nuvole, mentre in lontananza il rumore dei taxi si fa sempre più intenso.

Il sudore mi imperla ancora il viso dopo la classica corsetta serale qui a Villa Borghese, che da qualche tempo a questa parte è diventata quasi un'abitudine, o meglio, una sorta di rituale.
Le fronde degli alberi infatti e la pace costante di queste ore, incorniciano il posto ideale per allentare la tensione e fantasticare con la musica nelle orecchie.

Riprendo fiato lentamente. 
Il battito del mio cuore è ancora accellerato e non riesco ancora a trovare la forza per alzarmi dopo esser collassata senza pudore su questa panchinetta gelida.

Mi soffermo sulla vibrazione del telefono, ancora intrappolato nella fascia da braccio, e faccio per sbloccarlo, per identificare il disturbatore seriale che, a giudicare dai mille messaggi che mi arrivano senza sosta, non può essere altro che quella stralunata di Giorgia, ovvero migliore amica da una vita, e mandatrice di messaggi compulsiva.

Da: Giorgialamolestiatifaunbaffo

18.30
- " Emilie, ti dispiacerebbe cagarmi? "

18.32
- " Eddai ! Tanto se ti strafoghi con il McDonald tra mezz'ora è inutile che vai a correre "

18.35
- " Lo sappiamo tutti che fai solo finta di allenarti "

18.37
- " Oh allora ?! Squotti il fondoschiena per far colpo su Andrea dì la verità "

18.45
- " Big big boooootie, I've got a biiiig biiiiig bootie lalalala "

18.57
- " Sabato ti porto a bere, vediamo quanto pudore ti resterà dopo tre shortini, preparati. "

19.00
- " Madonna santa Em, ci sta un sorco raro qui in palestra, ma è legale che certi individui vengano con ste' canotte smanicate? Dio santo !"

19.15
- " P.s poi non ti stresso più.. sai che come playlist in sala-pesi hanno sparato canzoni strane?
Come hai detto che si chiamava quel genere? K-pop? Credo sia quello.. e A PROPOSITO di 
" coreanate " ti ricordo che dobbiamo ancora parlarne..
Comunque chiamami quando sei reperibile ! I love you "

Certe cose non cambiano mai.. molesta come sempre"
Penso nell'immediato in risposta ai trilioni di messaggi di quella pazzoide, mentre un vago sentore nostalgico mi invade.

Dobbiamo ancora parlarne "

Mi soffermo un'altro paio di minuti su queste tre parole.
Banalissime ma ricche delle aspettative della mia amica, alla quale ho sempre promesso tante volte un racconto dettagliato su ciò che mi successe in Corea, per poi divagare e ripiegare su altre vicende. Inconsciamente sapevo di non voler tirare fuori certi argomenti o meglio quell'argomento.
Non ero e non sono ancora pronta.

Tornando a Giorgia, beh.. è stata la prima ad accogliermi al mio ritorno un anno fa !

E grazie al Signore è venuta lei e non altri aggiungerei!

Ricordo ancora di aver scongiurato mio padre di non presentarsi a Fiumicino.
Nonostante la voglia immensa di rivederlo, i lividi cospicui e ben evidenti che adornavano spaventosamente tutto il mio viso mi avevano convinto a rimandare il nostro incontro.

Vedendomi in quel modo e conoscendo il soggetto, mio padre avrebbe attraversato l'intero pianeta all'istante, per scovare quell'incosciente, bastardo essere vivente, che aveva osato sfigurare il volto di quella che per lui, sarà sempre la sua preziosa ed intoccabile bambina.

Pochi secondi dopo, decido di rispondere alla mia amica iniziando a digitare freneticamente sullo schermo del telefono.

A: Giorgialamolestiatifaunbaffo

Ciao anche a te Mrs molestia di donna. Adesso non posso chiamarti che vado a salutare nonna.
E' da un po' che non la vedo. Accordato il sabato devastante dove ci spacchiamo insieme ingurgitando Mojitos, ma prima non riesco a incontrarti. TIVUBI "

Dopo aver mandato il messaggio, ancora stremata, raccolgo tutte le forze in mio possesso, ed insieme ad un' improvviso giramento di testa dato dallo sforzo sovraumano, mi incammino verso piazza di Spagna, ritrovandomi in breve tempo imbambolata per l'ennesima volta sui sedili della metro, che come sempre si presenta eternamente incasinata e gremita di persone.

Ancora con le cuffie nelle orecchie, vengo circondata da odori ascellari imbarazzanti, chiacchiere di sottofondo tra colleghi di lavoro e mendicanti in cerca di qualche spiccio.

Il dirompente caos italiano mi era mancato così tanto.

A Seoul era impensabile che ci fosse il minimo rumore in metropolitana.. il via vai di gente era quasi il triplo, ma regnava il silenzio e il rispetto reciproco durante le tratte, interrotto solo dagli sguardi fugaci che mi riservavano gli orientali essendo un raro esemplare di " western girl", come dicevano loro.

Prossima fermata Cornelia, uscita lato destro"
La voce meccanica risuona all'interno della metro, facendomi tornare alla realtà ed avvertendomi dell'imminente destinazione.. la mia.

Mi alzo di scatto per aggrapparmi all'asta metallica centrale, e per un secondo incrocio lo sguardo incuriosito di un ragazzo poco più avanti di me, anche lui in attesa.

Resto basita, anzi totalmente sconvolta all'istante ed il mio battito comincia a perdere colpi, come di routine.

Che diavolo non è possibile! Smettila con queste allucinazioni del cazzo Emilie, lui non è qui, non è geograficamente possibile, stupida! "

Il giovane corvino a due passi , sarà una spanna più alto di me, e mi osserva di soppiatto.
Non mi ci vuole molto per notare i palesi tratti orientali, i dolci occhi a mandorla allungati ma ampi, gli zigomi alti e pronunciati, e un sorrisetto beffardo dipinto in volto.

Jungkook "
Penso subito, come ogni dannatissima volta.

Impietrita, continuo a fissarlo, davanti alle porte scorrevoli di vetro che ormai si sono aperte di fronte a me.

Rientro in possesso delle mie facoltà mentali giusto in tempo per uscire e non rimanere schiacciata dalle ante, con il cuore a mille, la speranza più viva che mai e gli occhi sgranati.

Potrei tranquillamente passare per una stalker maniaca di massimo livello in questo momento, ma decido di fregarmene altamente, anche perché smettere di osservare sbigottita la figura di quell'uomo, in piedi sull'uscio della metro, mi risulta impossibile.

E' facile notare il suo sguardo stranito, quasi impaurito, mentre continua a sbattere le palpebre... come a dire " Vuoi anche una foto ragazzina? " - " Ma che diamine vuoi da me pazzoide ? "

Pochi secondi dopo la metro riparte fluida, insieme alla mia ennesima allucinazione che si allontana.

"Tutto questo sta diventando imbarazzante Emilie, è passato più di un anno, ma vuoi riprenderti? "

Continuo a pensare tra me e me, tra uno schiaffo mentale e l'altro, intenta a salire nervosamente le scalinate sotterranee che portano al piano superiore.

Da quando sono tornata infatti, il mio mero tentativo di cancellare qualsiasi cosa, persona o evento correlato a quel ragazzo va costantemente in fumo.
Per quanto la "me razionale" si sia decisa a chiudere tutto a chiave in uno scomparto segreto ed introvabile del mio cervello, luiritorna sempre.. imperterrito.. magari negli occhi di un altro, nel profumo di un passante o nella voce di qualcuno.

Credo che il mio cuore sia conscio ancor prima del mio sguardo, di quanto tutto ogni volta sia irrimediabilmente fittizio.. o meglio di quanto le possibilità che quella persona sia realmente qui sfiorino un misero 1% ma.. non per questo non scalpita! Anzi, alla sola visione di un asiatico, brutto o bello che sia, tutto va in corto circuito, ogni cosa comincia a girare e vengo catapultata in quella serie di ricordi strabilianti.. in quell'abbraccio caldo davanti alla farmacia di notte.. ai suoi dolci vaneggiamenti per la febbre mentre lo aiutavo a riprendersi, ai nostri corpi uniti su una bicicletta sgangherata mentre mi aggrappavo alla sua felpa e al suo odore di erbe orientali.. al nostro bacio surreale su quello strapiombo ormai così lontano.

15/10/17













 

JUNGKOOKPOV

Forza Kookie, altri cinque piegamenti ! Ci sei quasi ! "
E' la voce di Jin che mi arriva prepotentemente alle orecchie.

"Non mollare! Se non le stendi tu le Army chi lo farà? Io mica ho gli addominali di ferro come te!"

Sento una fortissima pressione sugli avambracci all'ultima risalita da terra, e comincio a tremare prima di abbandonarmi inerme sul pavimento il secondo successivo.

Yah, questa sala pesi straripa di ormoni maschili Jungkookie ! "
Annuncia trionfante la testa bionda di Jimin sopra di me, intento a filmarmi col suo dannato cellulare.

Kook fai un sorriso per la stampaaa !" -" Ciao Army! Guardate chi c'è qui? "
Lo sento urlare eccitato mentre fa pressione sul mio dorso.

Jimin, leva quel piede schifoso dalla mia schiena, ora !" - " Yah! Vuoi levarti ! Ti uccido ! "
Lo incito, mentre con le poche forze rimaste provo a scrollarmelo di dosso.

In pochi secondi, riesco ad afferrargli la gamba e a trascinarlo a terra, piazzandomi sopra il suo addome, e riempendolo di solletico.

Ti prego ti prego ti prego, faccio tutto quello che vuoi ma smettilaaaa! "
Mi implora ansimante, incapace a momenti di continuare a respirare dopo aver scaraventato il telefono chissà dove.

" Proprio tutto? "
Gli chiedo stupito inarcando un sopracciglio.

Qualsiasi cosa ! "

Ancora a cavalcioni sopra di lui, medito in quale dei mille servizi di schiavitù forzata avrei potuto incatenare Jimin.
Distratto dalle mille idee assurde che svolazzano nel mio cervello, mi ritrovo ad abbassare la guardia, e ad assistere alla ripresa improvvisa dello hyung, che riesce a sgusciare via dalla mia morsa. 

Yah cos'è? La rivolta degli schiavi ? Torna qua! "
Gli urlo ridendo a crepapelle mentre lo inseguo ovunque all'interno della sala attrezzi dell'hotel dove ci troviamo.

Assistere ad un Park Jimin in fuga, è qualcosa di veramente esilarante.
Non riesco propriamente a raggiungerlo per via delle sue risate sguaiate e schiamazzi degni della miglior donnetta isterica presente sul pianeta terra, mentre schiva abilmente la macchina per gli addominali su cui si sta allenando Jin, e infine la serie di tapiroulant che si interpongono tra lui e l'uscita della palestra.

Ragazzi smettetela di fare casino e andate a lavarvi dai ! Fra quattro ore dobbiamo essere al Kyocera Dome! " - " Abbiamo solamente uno dei concerti più importanti del tour da fare ! "
Namjoon appare improvvisamente sulla porta, torreggiando davanti a noi a braccia incrociate e gambe divaricate.

"E tu non gli dici niente ? "
Continua lui, riferendosi a Jin che, indisturbato, procede con il suo allenamento come se niente fosse, mentre io riprendo fiato e tiro l'ennesima pacca sulle spalle di un Jimin distrutto.

Sono ragazzi, lasciali divertire ! "
Gli risponde lui in tutta calma, quasi fregandosene delle preoccupazioni del compagno.

Certo che da quando hai mollato Seoyun sembri proprio un'altra persona, fattelo dire Jin. "
La voce scocciata di Namjoon sembra essersi alzata di qualche ottava in risposta.

" Era la cosa più giusta da fare, lo sai meglio di me ! "

" Dov'è finita la tua vena amorevole per i più piccoli ? E la tua costante preoccupazione?! Li vedi rincorrersi a poche ore dal concerto in un posto tutto fuorchè raccomandabile senza dirgli niente !" - " Ma lo sai che se uno di loro si spacca qualcosa siamo nella merda più assoluta? Eh? "

" Cerca di calmarti ! Prima di tutto sono più grande di te Joonie! " -Lo interrompe subito -" E poi non mi sembra che sia successo tutto questo putiferio ! Fatti una camomilla ! "
Urla Jin stizzito.

Ma che diamine sta succedendo adesso?

Restiamo in silenzio, increduli davanti alle parole di Jin, che non sembra voler lasciare la sua postazione, anzi, continua a guardare dritto davanti a sé, sollevando 10 kg per braccio, come se nulla fosse successo.

Jimin fa scivolare lo sguardo colpevole su di me, allungando il collo verso RM, come a suggerirmi di guardarlo.

Namjoon si trova a pochi passi da noi, pugni stretti e mascella serrata, mentre con lo sguardo duro tenta di incenerire la schiena di Jin, o meglio di uno hyung quasi per tutti irriconoscibile.

Decido di prendere il leader per un braccio e di trascinarlo fuori, prima che possa scattare come una molla data la sua istintività.
Rap Monster potrebbe sembrare agli occhi di tutti un ragazzo calibrato e diligente, ma è molto altro all'infuori di questo. 
Non è sicuramente noto ai fan per la sua irascibilità, anche perché con il tempo, ha parecchio limato questo suo aspetto caratteriale, ma è comunque insito in lui, e noi tutti cerchiamo sempre di non destabilizzarlo, ascoltandolo e evitandogli arrabbiature inutili. 

Ricordatelo sempre Jungkookie "
Ora si rivolge a me severamente, continuando a tirare dritto per il lungo corridoio che ci avrebbe portati alla hall dell'hotel.

L'amore.. quel tipo di amore.. " - " Non può fare parte delle nostre vite in questo momento "

" Nam ma.. "
Avrei così tante cose da dirgli in risposta in questo momento che Dio solo sa.

Ma niente!" - " Ti sembra normale che io debba perdere la pazienza con Jin costantemente ? Per cosa poi? Per colpa del suo egoismo e della sua dannata testardaggine ! " - " Non è nemmeno la prima volta da quando siamo arrivati in Giappone, ricordi con Tae? "

" Si hyung concordo con te, ma sai benissimo che.. "
Non vorrei difendere Jin a spada tratta però, una vaga e lontana parte di me, lo capisce così bene.. avrei potuto esserci io al posto suo ora, tra le grinfie di un leader incazzato nero e la tristezza a divorarmi il petto.

Non giustificarlo anche tu Kook ! "
Lo sguardo severo di Namjoon mi incatena al muro, mentre il suo passo veloce si blocca all'improvviso, rivelando il tono minaccioso e straziante di un uomo che non riesce più a trattenersi.

Sapeva benissimo che dovevamo affrontare un tour mondiale costellato da nervosismi. Allora perché non capisce anche che i fan ora devono venire prima di tutto ? Dannazione! " - " Solo io sono abbastanza maturo da capirlo e da rinunciare alla storia della vita per loro? Per noi ? Eh ? Andiamo ma guardalo poi! È totalmente schizzato ed incapace di nascondere il suo dolore! Ma soprattutto non riesce a concentrarsi propriamente, rischiando di fare un casino immane, mettendoci nella merda tutti ! "

" Calmati hyung, vorrei dirti che capisco ma al contempo.. "

"Ma cosa? Ringrazia di aver trovato una intelligente e più grande come Emilie al tempo! Che è stata capace di riconoscere il pericolo della situazione prima di te! Prima che tu finissi come Jin !"

D'improvviso sento il pavimento vibrare sotto i miei piedi, mentre quel nome riesumato in pochi secondi dai miei ricordi prende a riecheggiare per le mura del corridoio.

Non riesco, per quanto mi sforzi, a reggere lo sguardo infuocato di Namjoon ancora puntato su di me. Il solo pensiero di lei, che non ero più abituato a sentir nominare, mi rende del tutto spaesato e titubante.

Ha ancora tutto questo potere su di me?

" Kook scusami io, non volevo, mi dispiace "
Lo vedo infilarsi nervosamente una mano tra i folti capelli biondi, mentre con l'altra comincia a massaggiarsi le tempie, espirando profondamente.

E' solo che il tour è lungo, siamo tutti nervosi e stanchi.. e non possiamo darlo a vedere. I fan vengono prima di tutto ricordatelo sempre almeno tu. Siamo qui grazie a loro. Come pensi reagirebbero se lo vedessero piangere a dismisura sul palco ? " - " In più per quanto io sia quello che tenta sempre di incoraggiare e spronare ognuno di voi, dando così forza anche a me stesso, non significa che non abbia dei crolli nervosi di fronte a certe cose ".
Il volto del leader davanti a me è distrutto, quasi irriconoscibile, piegato in mille espressioni diverse che evidenziano prima rimorso, poi stanchezza ed infine rabbia.

Mi ritrovo qui, con le spalle al muro, incapace di comunicare, ancora frastornato ed inerme di fronte alla serie infinita di pensieri che ricominciano ad inondarmi il cervello come non facevano da tempo.

"Ho deciso di prendermi una pausa a fine mese Kook, durante le due settimane prima del concerto di Macao e del finale a Seoul ".
É lui a interrompere il silenzio, barcollando con la schiena al muro opposto davanti a me, con lo sguardo puntato a terra sulle sue enormi balenciaga nere.

Andrò in Italia con la mia famiglia, ho bisogno far vagare la mente e di riprendere fiato "

Un'altra stretta al cuore mi pervade paralizzandomi ed obbligandomi ad alzare lo sguardo incredulo verso di lui.

Hai .. Hai.. Hai detto I-I-Italia? " 




 

 

 

 

ZEROPOV

Emilie aveva raggiunto a perdifiato una delle tante palazzate della semi-periferia romana ,in via Boccea, straripante di pianticelle e fiori da tutti i balconi grigiastri di cui si componeva.

Nonna! Nonna sono io! "- esclama davanti al citofono raggiungendo tonalità degne di un soprano- " Mi apri ? "

Sapeva bene di star urlando sotto l'enorme portone di acciaio della signora Turner.
Al fin dei conti si trattava di una vecchia donna che viveva sola in un quartiere non troppo raccomandabile della capitale, ed alzare la voce era un buon metodo per combattere la sordità di quest'ultima, facendole capire al contempo che non si trattava di uno spacciatore degno dei peggiori bar di Caracas intento a rapinarla.

In ogni caso nessuno sarebbe stato così cretino da presentarsi in quelle vesti, sbandierando la sua identità davanti ad un citofono per giunta, ma la nonna di Emilie era decisamente particolare, ed aveva un modo tutto suo di vedere il mondo, figuriamoci quello della malavita.

"Parola d'ordine presunta signorina ! "
Risponde una voce sospettosa ma familiare all'apparecchio.

Emilie si ritrova ad alzare gli occhi al cielo, sbattendosi una mano sulla fronte, per poi cominciare a ridere sommessamente.

Red thread ! "
Aggiunge di scatto, neanche fosse un soldato in guerra pronto a spifferare la parola segreta del plotone. 

- Beep Beep -

Il suono metallico d'apertura straripa dal citofono ed Emilie spinge con tutte le sue forze, ancora sudata per la corsa, quel dannato ed enorme portone cigolante.

" Dannati palazzi degli anni ottanta "
Blatera poi dirigendosi verso l'altrettanto ascensore malmesso, che troneggia al fianco delle scale.

Lo aveva sempre evitato come la peste da quando suo padre le raccontò che si era bloccato innumerevoli volte ai tempi in cui lui era piccolo, imprigionandolo all'interno in attesa dei soccorsi per svariate ore. 

A contrario delle altre volte però, Emilie vi entrò senza tante paturnie in testa , richiudendosi la porticina alle spalle.
Niente avrebbe potuto quel dannato ascensore contro la sua stanchezza post-corsetta serale, o meglio contro la sua pigrizia che l'aveva sempre contraddistinta in quelle situazioni da quando era nata.

"Gli ascensori esistono per un motivo, non sono io quella svogliata "
Pensa per rincuorarsi.

La tanto adorata nonna paterna, una settantenne di classe dal divampante ed immortale charme british, che nonostante l'età avanzata sembrava esser sfuggita alle grinfie del tempo, la stava aspettando sulla porta dell'appartamento numero 607, a braccia aperte.

My love ! "
Le urla non appena intravede Emilie uscire da quel trespolo malefico che l'aveva condotta fino all'ottavo piano.

"Mi sei mancata così tanto nonna! "
Le risponde lei gettandosi tra le sue braccia.

You know, devi chiamarmi Adeline ! " - controbatte la signora fintamente oltraggiata - " Mi sento così vecchia quando mi chiami nonna! "

" Hai ragione " - ammette dopo una fragorosa risata, forse una delle più genuine, che è solita farsi sfuggire solo in presenza di persone speciali, ovvero quelle con cui non ha bisogno di nascondersi - "My fault ! "

Dopo una serie di abbracci vigorosi e stritolanti da parte della donna anziana, Emilie si ritrova nel soggiorno di quella casa, così intrisa di ricordi della sua infanzia, adagiata su una poltroncina di pelle degli anni ottanta, mentre sorseggia il classico thè verde che la signora Turner è solita bersi a qualsiasi orario della giornata, non rispettando ovviamente le cinque iconiche del galateo inglese.

Oh Emilie, sei sempre così bella tesoro, mi fa piacere vedere che stai meglio ! "
Le dice la donna davanti a lei con sguardo tenero, accomodandosi in un'altra delle poltroncine stravaganti recuperate da chissà quale mercatino vintage.

La dimora della nonna di Emilie infatti è tutto fuorchè convenzionale. 
Sembra di essere in una sala da thè cinquecentesco con accenni decorativi degni di Alice in Wonderland.

I colori delle mura del soggiorno dipingono un'atmosfera surreale, che sfuma dal rosaceo al viola, e sulle quali sono montati, con precisione quasi maniacale, una serie di scaffali di legno scuro, stracolmi di cianfrusaglie di qualsiasi tipo, da pietre di varia provenienza per la cristalloterapia, a libri vecchi e consumati degli autori più disparati, insieme poi a gingilli strani, la quale dubbia utilità, aveva sempre incuriosito Emilie fin da quando era piccola.

La nonna della ragazza infatti, è una signora parecchio particolare, i quali gusti e stile di vita, vengono rispecchiati perfettamente dalla sua stessa dimora, nella quale Emilie è cresciuta fin da quando aveva quattro anni a causa dei costanti impegni lavorativi dei genitori... soprattutto di suo padre, il dottor Robert Turner.

La sua famiglia paterna decise di trasferirsi in Italia trent'anni prima proprio per le sue esigenze lavorative, essendo uno dei più richiesti chirurghi addominali londinesi.

Vennero a Roma lui e sua madre, che già a quarant'anni era incredibilmente stanca dell'eterno grigiore inglese, senza contare il senso di solitudine che la attanagliava per via della perdita precoce del marito, e che la portò volentieri a cambiare aria.

Poi tutto fu lasciato al caso ovviamente, ed in una delle tante sale operatorie del Policlinico di Roma, lo stesso chirurgo autoritario e quasi sempre serioso, si innamorò perdutamente della schietta e affascinante strumentista che lo affiancava: Irene, attuale madre di Emilie.

Ecco spiegato il nome della ragazza.
"Emilie" infatti, fu scelto con foga da suo padre, forte patriota e tutt'ora grande sostenitore della penisola britannica.

Ma che dici nonna! Sono sempre uguale! " - " E ti ricordo che l'ultima volta che mi hai vista è stato solamente un mese fa ! "
Le risponde la giovane con qualche secondo di ritardo, ancora assorta nel suo trip mentale di ricordi che risorgono prepotentemente ogni qualvolta si ritrova in quella casa.

Ma dov'è la collana che ti ho dato? " -aggiunge la signora Turner dal nulla cogliendola alla sprovvista -" Mi sono sempre scordata di chiedertelo da quando sei tornata ! " - " Ti ho spiegato mille volte che devi tenerla sempre stretta a te .. altrimenti non può funzionare ! "

E' un rimprovero scherzoso quello della donna.
Ma sfoggiato al contempo con una vena di preoccupazione, che non sfugge agli occhi della ragazza.

"A proposito di quella.. " - " L'ho cercata così tanto ! Ma credo di averla persa a Seoul durante un incontro particolare " - " Ho fatto un piagnisteo enorme dopo aver smontato la valigia e aver capito che non era nemmeno lì "
Ammette Emilie giocando nervosamente con il manico della tazzina di porcellana.

Oh tesoro non ti preoccupare.. " - " Quel tipo di oggetti trovano sempre il modo di tornare al legittimo proprietario. "

La signora Turner è di spalle, ma il tono vago ed intriso di mistero, non fa altro che attirare ancora di più l'attenzione della venticinquenne che per l'appunto,decide di alzare lo sguardo incuriosita.

Si ritrova ancor più sbalordita qualche secondo dopo, notando la mancanza di rammarico negli occhi della donna che aveva aspettato ben diciotto anni prima di regalargli quel famoso campanellino dal cordoncino rosso.

Q-q-quindi non sei arrabbiata con me?" - " E poi.. detto tra noi nonna.. credi realmente che quel coso funzioni ? " - domanda Emilie palesando ormai la sua curiosità - " Mi hai sempre detto che me lo avresti spiegato più avanti ! " 

L'ho data a te perché ti è sempre appartenuta " - "In più ti ricordo che si tratta un gingillo molto prezioso, e non di una collana qualunque ! "

Questa volta lo sguardo della signora Turner è davvero rabbuiato, tanto che si può facilmente captare una sorta di delusione nelle sue parole.

La nonna della ragazza infatti è sempre stata considerata una sorta di fattucchiera da tutti. 
Aveva fatto una miriade viaggi per il mondo da giovane, ovviamente in compagnia dell'amore della sua vita, rimbalzando dalle lontane tribù peruviane alla freddezza canadese, dal torrido caldo africano alla Polinesia francese, come una trottola impazzita.
Un'intramontabile donna di mondo con una mentalità talmente aperta ed un'immaginazione così fervida, da far invidia a chiunque.

Ma la cosa davvero strana è che anche a settant'anni la signora Turner si ostina a credere in tutta una serie di stramberie inimmaginabili.

La prime tra tutte? Il destino.


Sai benissimo che non amo scherzare su queste cose tesoro " - Lo sguardo di Adeline vaga ora sugli occhi interrogativi della nipote - " Non ne parlo con chi ci fa dell'ironia sopra " - " Ma potrei provare a fare un'eccezione con te signorinella, se  prometti di ascoltarmi davvero"

La serietà di pochi istanti prima, viene subito spazzata via dal sorrisetto beffardo della nonna preferita, che catapulta Emilie sempre nel passato.. per la precisione ai tempi in cui la signora Turner le passava di soppiatto le caramelle alla fragola senza farsi vedere dal figlio, ovvero padre di Emilie, già all'epoca fin troppo rigido.

Sono tutta orecchi " - " Te lo prometto "

Adeline si mette comoda sulla poltroncina davanti alla ragazza, accavallando le gambe e sorseggiando finalmente il suo amato thé.

Emilie invece non dice nulla, semplicemente aspetta mentre inizia a percepire una strana vibrazione nell'aria. 

Senti qualcosa ma non sai cos'è vero ? "
Le chiede la donna dal nulla.

Come fai a saperlo ? "

" Perché successe anche a me tanti anni fa tesoro " - " Al tempo avrò avuto più o meno la tua età ma me lo ricordo come se fosse ieri. "
Poco dopo si accende una lunga e sottile sigaretta, che aspira lentamente prima di schiarirsi la voce ed addentrarsi in ricordi di storie passate.

Avevo programmato quel viaggio da anni. Il Giappone mi aveva sempre affascinato. Era il mio sogno sai quando avevo la tua età? " - " Mi ricordo che gironzolavo sotto il caldo torrido di Kyoto ad agosto, da sola, alla ricerca di un'accenno d'ombra nel quale rifugiarmi per bere un thè ghiacciato. La fortuna volle che un'anziana signora mi condusse nel suo baracchino, e invece di offrirmi la bevanda che mi aveva promesso mi chiese di mostrarle la mano, in un'inglese che ancora ricordo essere a dir poco incomprensibile "

Emilie si ritrova in un batter d'occhio totalmente rapita dalla storia della nonna, mentre tenta di non dar peso al continuo e fastidioso intensificarsi dell'elettricità nell'aria.

Una sensazione alquanto familiare in realtà, ma che non provava da tempo, all'incirca da un anno.

" Quello fu il giorno in cui mi lessero per la prima volta la mano, e nel quale mi appassionai al mondo delle leggende giapponesi "-continua poi l'anziana-" Ma tesoro, la cosa sconvolgente fu ciò che mi disse la sconosciuta poco dopo. "

" C-c-he cosa t-ti ha detto ? "
Farfuglia Emilie.

Mi predise il futuro. Mi disse che il mio spirito mi avrebbe condotto lontano, in altre terre, dove finalmente avrei incontrato la mia anima gemella. Si premurò di avvisarmi che non solo io, bensì tutta la generazione a venire sarebbe andata incontro allo stesso fato. " - " Se ci pensi bene, io e tuo nonno ci siamo conosciuti in Marocco, e lui aveva origini Africane. Tuo padre è inglese mentre tua madre italiana e tu.. "

" Io sono innamorata di un coreano "
Pensa stupidamente ad alta voce la ragazza.

"Non avevo dubbi piccola mia "
Risponde dolcemente la nonna, senza scomporsi più di tanto. 

Come se se lo aspettasse.
Come se addirittura lo avesse sempre saputo?

Prima di andarmene mi diede quel ciondolo, facendomi ripromettere di passarlo solo ed esclusivamente alla progenie femminile. Mi raccontò che al mondo aveva venduto solo dodici paia di collane, e che questa era una di quelle.. destinata unicamente alla gemella che a sua volta sarebbe appartenuta alla dolce metà in un qualche meandro del pianeta. " - aggiunge infine - " L'unico metodo utile per riconoscersi, a detta sua, consisterebbe nel seguire lo scampanellio del ciondolo, che in qualche modo dovrebbe condurre l'uno dall'altro e cominciare a vibrare ardentemente e non solo metaforicamente nell'anima dei predestinati al primo sguardo ".

Emilie si ritrova impietrita davanti alle parole fin troppo chiare della nonna, incapace di scollare gli occhi ormai totalmente vuoti da un punto a caso davanti a lei. 

La signora Turner, accortasi del panico della nipote si premura di accarezzarle dolcemente una guancia paffuta, scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Il giorno dopo, a seguito di una notte insonne passata a fare ricerche in una biblioteca di Kyoto, perché come ben sai la tua nonnina è sempre stata fin troppo curiosa, la andai a cercare nello stesso identico luogo del primo incontro" -prosegue schietta -" E indovina un pò? La vecchia anziana si era volatilizzata! Anzi ti dirò di più! Non lasciò nemmeno una traccia di lei dentro quel baracchino! Se non un vecchio libretto che ancora dovrei avere qui da qualche parte "

Conclude alzandosi poi lentamente dalla sedia, per andare alla ricerca dello stesso oggetto.

Emilie però non stava affatto bene. 
Tutto intorno a lei girava di nuovo, e quei dannati e stranissimi brividi avevano ricominciato ad insinuarsi dentro di lei, fino a scavarle dentro, in quell'angolo remoto della sua razionalità.

Ascoltando le parole della nonna le parve come se improvvisamente tutto avesse un senso.

Come se il suo dannatissimo posto non fosse lì, e che porca puttana, se non fosse tornata indietro all'istante avrebbe fatto l'errore più madornale della sua stupida-e-già-fin-troppo-complicata-esistenza.

O forse lo aveva già fatto ?

Presa ancora dalla scarica di sensazioni contrastanti, il vago ricordo di quel bambino all'Han River di un anno fa, si fece spazio prepotentemente nella sua testa, per poi diventare sempre più nitido.

Gli era apparso al fianco dal nulla, strattonandola con un'ingenuità e noncuranza che solo un bambino poteva avere, dicendole di esprimere un desiderio con tutte le sue forze.. per poi puff ! Scomparire anche lui nel nulla!

Lasciandola li con gli stessi identici brividi inspiegabili.

Quella fu la prima volta in cui pensò ardentemente a Jungkook, con l'unico pensiero di volerlo incontrare di nuovo, come se qualcosa di magnetico e sconvolgente la legasse a quel ragazzo misterioso, affascinante ed altamente pericoloso.

La sensazione di puro spaesamento misto a paura e adrenalina si impossessò definitivamente di Emilie, dandole una tachicardia incredibile e portandola ad iperventilare.

In pochi minuti sua nonna tornò e le cinse dolcemente le spalle, rassicurandola e dicendole di inspirare lentamente dal ventre.

Quando vide che la nipote piano piano, con la sua vicinanza, sembrava dare cenni di ripresa, o quantomeno di un respiro più regolare, le poggiò un vecchio libricino giallastro e impolverato davanti.. che però portava ancora un titolo ben leggibile stampato in copertina :

" La leggenda del filo rosso "

 

 

 

SPAZIOAUTRICE

Agnoaseòòòòò popolo! < 3
SSSSSono tornata! 
Dico solo: TESI, ESAMI E LAVORO.
Purtroppo è talmente difficile sopravvivere con queste tre cose messe insieme… che il ritardo era inevitabile T_T SIIIIIGH. Ed agosto molto probabilmente non sarà da meno! Ho un esame il 27 ! Ma a voi ve pare normale? Io BOH.
Vabbè a parte questo sclero che non centra una sega dico solo due paroline sul chapter.. ho paura che sia stato un tantino noioso.. almeno la prima parte ! Ma sarebbe stupido non raccontare un minimo meglio la ripresa di entrambi dato che , se notate le date, è passato già un anno dal capitolo precedente! E’ proprio questo il salto temporale di cui vi parlavo in qualche spazioautrice fa : )
E ta daaaah viene finalmente accennata/spiegata la trama intrecciata su cui si basa la mia intera fanfic ( ci ho messo tipo 13 capitoli ma vbb AHAHA ).. ho romanzato un tantino la leggenda del filo rosso classica, rendendola boh, forse ancora più particolare seguendo la mia fantasia : ) Spero che la apprezzerete! Senza vederla come una bambinata : ’ D
Ah devo ringraziare mille mila personcine stupende ! A partire da Recchan8 che è tornata a leggere e recensire i primi capitoli <3  MartyK, Mioneperdraco e Hurricainesonia che sono onnipresenti e che come sempre mi strappano sorrisi di ogni tipo con le loro recensioni splendide.

Non arrabbiatevi se ci metterò un altro paio di settimanelle per pubblicare il prossimo chapter ! Purtroppo la mia estate è tutto tranne che rilassante  : ’ (
Spero abbiate pazienza <3

Grazie anche a tutti i ghost readerssss! Eh ah! Se volete lasciare una piccola recensione giusto per farmi sapere cosa ne pensate, dato che abbiamo raggiunto le 500 view al primo chapter ( MARONNA SANTA GRAZIEEEE <3 ) e che non mordo *-*, io sono qua pronta a rispondervi ad ogni cosa : 3

A prestissimissimooo

Frances 

 

   
 
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