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Autore: Abby_da_Edoras    01/08/2018    9 recensioni
Questa mia storia è una long fic ispirata agli avvenimenti di Infinity War. La storia inizia legandosi alle storie su Steve e Bucky che avevo scritto tre anni fa, riallineando ciò che è accaduto in Civil War secondo la mia versione e preparando la strada a quello che dovrà succedere in Infinity War. Si tratta però di una storia AU, in cui tengo conto solo marginalmente dei film e faccio andare diversamente molte cose: Visione ha una premonizione del futuro e perciò avvertirà in anticipo tutti gli Avengers del pericolo rappresentato da Thanos, spingendoli a rimanere uniti e a combattere insieme.
Nella mia storia le ships saranno:
Steve/Bucky
Stark/Parker
Grazie a chiunque seguirà questa mia storia.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori dell'universo cinematografico Marvel e a chiunque ne detenga i diritti.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
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Capitolo 10: This is me

 

When the sharpest words wanna cut me down
I'm gonna send a flood, gonna drown them out
I am brave, I am bruised
I am who I'm meant to be, this is me
Look out 'cause here I come
And I'm marching on to the beat I drum
I'm not scared to be seen
I make no apologies, this is me!

(“This is me” – Keala Settle)

 

Erano trascorsi due giorni, i membri degli Avengers si erano consultati tra loro su come organizzare un piano efficace per eliminare Thanos, ma c’erano ancora troppi punti interrogativi. Steve Rogers, però, sembrava aver avuto un’idea che avrebbe potuto, perlomeno, permettere loro di ingannare il Titano e prendere tempo in attesa della soluzione definitiva. E così, ancora una volta gli Avengers erano tutti insieme al tavolo della sala riunioni, in attesa di ascoltare quello che aveva pianificato il Capitano.

“Innanzitutto voglio ringraziare Tony e Peter, perché la loro idea di trovare ispirazione dalle serie TV è stata veramente illuminante e proprio uno degli episodi mi ha fatto pensare a questa soluzione” esordì Steve.

Ci fu un comprensibile momento di grande eccitazione per Peter, che parve non riuscire a rimanere seduto, sorrise illuminando a giorno la stanza e si agitò per un bel po’ finché Stark non gli allungò una gomitata che lo ridusse a più miti consigli.

“In questo momento, da ciò che abbiamo appreso dal Dottor Strange e da Bruce Banner, Thanos sta raccogliendo le Gemme dell’Universo. Noi ne possediamo due, perciò, non appena avrà ottenuto tutte le altre, è logico pensare che verrà qui a cercarle” riprese poi il Capitano. “Per questo motivo, dopo averne parlato tra di noi, abbiamo deciso che, quando sarà il momento di affrontarlo, dovremo farlo sul suo pianeta in modo da evitare che ci siano vittime innocenti.”

Peter fu l’unico a notare la micro espressione di Stark, che al sentir nominare quel pianeta aveva stretto impercettibilmente le labbra in un gesto di nervosismo. Questa volta fu lui ad allungare una mano e a prendere quella dell’uomo, con un sorriso fiducioso che voleva dire Non si preoccupi, signor Stark, andrà tutto bene, non mi succederà niente, io sono tranquillo e deve esserlo anche lei.

Stark strinse la mano di Peter e ogni traccia di nervosismo svanì magicamente dal suo volto.

“E come accidenti ci arriviamo, su Titano? Qualcuno tiene nascosta un’astronave spaziale di cui non conosciamo l’esistenza?” obiettò Sam, polemico.

“Io posso aprire un portale e far giungere tutti noi su Titano grazie al teletrasporto” intervenne il Dottor Strange.

“Teletrasporto… wow…” mormorò incantato Peter, cosa che gli meritò un’occhiata incendiaria da parte di Stark che lui non comprese.

Un osservatore esterno si sarebbe potuto divertire molto guardando il gioco di gesti e sguardi che passava tra quei due, ma gli altri Avengers erano troppo concentrati sul piano da elaborare e non ci fecero caso.

“E chi ci dice che Thanos non stia per piombare qui da un momento all’altro? Magari ha già trovato le gemme che gli mancavano e adesso vuole quelle che abbiamo noi” intervenne Natasha, preoccupata.

Ancora una volta fu il Dottor Strange a respingere le obiezioni.

“Questa mattina, durante la meditazione, sono riuscito a raggiungere Thanos” spiegò. “E’ ancora alla ricerca della Gemma dell’Anima ed è totalmente concentrato su quella. Questo ci lascia ancora qualche giorno di margine per organizzarci.”

“Oh, meno male che abbiamo qualcuno che può fornirci notizie di Thanos in tempo reale!” ribatté caustico Tony, ma gli altri preferirono ignorare la sua battuta. Beh, tutti a parte Peter che soffocò una risatina: il sarcasmo di Stark lo divertiva sempre molto… a patto che non fosse rivolto contro di lui!

“E proprio di tempo abbiamo bisogno” continuò Steve. “Ieri ho contattato T’Challa e gli ho parlato della minaccia da parte di Thanos e lui desidera unirsi a noi: sarà qui domani insieme a sua sorella Shuri.”

“Sono molto felice che T’Challa voglia combattere al nostro fianco, ma perché portare anche sua sorella? Non sarebbe stata più al sicuro in Wakanda?” domandò Natasha.

“Shuri è essenziale per l’altra parte del piano” intervenne Visione che, a quanto pareva, aveva già parlato di tutto ciò con il Capitano.

“E questo piano è destinato solo a pochi eletti o pensate di condividerlo con noi?” fece Stark, sempre più impaziente.

“Ovviamente dovete saperlo tutti” replicò Steve, che a volte non coglieva l’ironia… “Shuri toglierà la Gemma della Mente a Visione e ne asporterà un frammento che poi gli riapplicherà. La Gemma sembrerà integra, ma non lo sarà e quindi il suo potere sarà meno intenso, mentre una parte del potere rimarrà appunto a Visione. Farà lo stesso con la Gemma del Tempo, il Dottor Strange ha già dato il suo consenso.”

“Insomma, questa storia la sapevano tutti tranne me?” reagì Stark, seccato.

“Non lo sapevo nemmeno io, signor Stark… beh, devo dire che ci ho capito poco anche adesso…” intervenne Peter, tentando di rincuorarlo.

“Io non ne sapevo niente” disse Sam.

“Nemmeno io” ammise Natasha.

“Lo saprete tutti, se solo smetterete di interrompermi e mi ascolterete” riprese pazientemente Steve. Aveva organizzato quel piano parlandone con Bucky e solo dopo si era rivolto a Visione e al Dottor Strange per chiedere se fosse possibile realizzarlo e se loro fossero d’accordo. Poi aveva chiesto l’aiuto di T’Challa e Shuri… Voleva essere sicuro che la sua idea fosse fattibile prima di esporla a tutto il gruppo degli Avengers, creando magari false speranze. Ora era pronto. “Il Dottor Strange ci teletrasporterà su Titano dove uniremo le nostre forze per sconfiggere Thanos e su questo punto eravamo già d’accordo. Ma che cosa succederebbe se non riuscissimo a eliminarlo? Thanos potrebbe ucciderci e poi impossessarsi delle Gemme dell’Universo e a quel punto non ci sarebbe più nessuno a frapporsi tra lui e le vittime innocenti…”

“Perché non mi dici qualcosa che non so, Rogers?” lo interruppe nuovamente Tony, visibilmente innervosito.

“Ci impegneremo con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi a disposizione per uccidere Thanos, saremo uniti e faremo del nostro meglio, però… lui potrebbe essere più forte anche di noi tutti, uniti insieme. E in quel caso… dovremo essere pronti a cedergli le ultime due Gemme dell’Universo” concluse Steve.

“E perché dovremmo fare una simile idiozia? Sarebbe questo il piano? Complimenti, davvero geniale!” Stark era davvero nervoso, adesso.

“Non avremmo dovuto pensare a un modo per eliminare Thanos? Non credevo che il piano B fosse quello di rendergli le cose più facili” concordò Sam, anche lui sbalordito dalle parole del Capitano.

“Se lo lasciaste finire di parlare forse anche voi riuscireste a capire dove vuole arrivare!” reagì Bucky, intervenendo per la prima volta nella discussione con una frase tagliente.

“Per favore, non discutiamo di nuovo” disse Visione, cercando di riportare un po’ di calma. “Purtroppo non abbiamo il tempo di elaborare una strategia che ci assicuri di sconfiggere Thanos, ma non possiamo nemmeno permettere che lui acquisisca la Gemma dell’Anima e poi venga a cercare le altre due. Sarebbe una catastrofe e molti innocenti rimarrebbero uccisi.”

“Dobbiamo anticipare le sue mosse e recarci su Titano prima che Thanos attacchi la Terra” soggiunse Strange. “Abbiamo pochi giorni a disposizione, come vi dicevo, e li utilizzeremo per lavorare al piano di Rogers.”

“Allora, ricapitoliamo. Il nostro obiettivo è eliminare quel bastardo sul suo territorio, però non siamo sicuri di farcela nemmeno unendo tutte le nostre forze. Perciò, dopo esserci fatti bastonare ben bene su Titano, consegneremo le ultime due Gemme a Thanos e grazie e arrivederci? Avete solo una vaga idea di cosa farà quel pazzo con il Guanto dell’Universo al completo?” riprese Tony, che proprio non ce la faceva a stare zitto ad ascoltare.

“Certo: gli basterà schioccare le dita per eliminare metà della popolazione mondiale, a caso” rispose pacatamente Strange. “Ma è proprio quello il punto, Stark: tu hai parlato del Guanto dell’Universo al completo. Thanos crederà di averlo e sarà soddisfatto, ma si sbaglierà. Togliendo un frammento alle ultime due Gemme, il potere del Guanto sarà minore, ma Thanos non potrà saperlo. E, mentre lui si ritirerà, convinto di aver ottenuto ciò che voleva e sicuro che nessuno cercherà più di ostacolarlo, noi ci riorganizzeremo e avremo guadagnato del tempo per attaccarlo di nuovo, quando meno se l’aspetterà.”

“Interessante. E… toglimi una curiosità, Dottore: come faremo a riorganizzarci? Hai detto che metà popolazione mondiale sarà eliminata casualmente… e se in questo casualmente rientrasse qualcuno di noi, così come abbiamo sognato?” lo incalzò Stark, che non voleva nemmeno pensare a quell’ipotesi.

“Se il potere del Guanto dell’Universo sarà minore, diminuirà anche il numero delle persone eliminate” replicò Strange. “Ma non è tutto: io avrò comunque un frammento della Gemma del Tempo…”

“Quindi, se qualcuno di noi rimanesse ucciso o dovesse… svanire… ecco, lei potrebbe riportare indietro il tempo e salvarlo? Davvero potrebbe fare questo?” questa volta era stato Peter a fare la domanda, allo stesso tempo affascinato e intimorito da quella possibilità. Ricordava bene la sensazione provata nel sogno… avrebbe dovuto viverla davvero?

“Non ha la minima importanza, perché questo è un piano folle e solo dei cretini integrali potrebbero seguirlo” sbottò Stark, alzandosi bruscamente in piedi. Ne aveva abbastanza di ascoltare racconti di fantascienza… “E, comunque sia, se le condizioni sono queste, tu di sicuro non parteciperai a una pazzia del genere, dovessi chiamare tua zia May, farla venire qui a prenderti e dirle di tenerti chiuso in camera tua fino al 2020!”

Peter rimase talmente male a queste parole da non trovare nemmeno la forza di ribattere. Fu il Dottor Strange a farlo, sottolineando un’ovvietà alla quale Tony non aveva pensato.

“Io potrò riportare indietro il tempo e salvare chiunque possa rimanere ucciso nello scontro contro Thanos, ma potrò farlo soltanto per coloro che saranno sul pianeta Titano” spiegò. “E’ un paradosso temporale: il tempo tornerà indietro su Titano, ma non nel resto dell’universo. Con un frammento di Gemma non potrei fare di più e, ad ogni modo, se riportassi indietro il tempo in tutto l’universo, Thanos se ne accorgerebbe e saprebbe di non aver vinto, mentre noi vogliamo che lui lo creda.”

“Cosa vuoi dire, Strange? Spiegati meglio” chiese Stark, fissando lo stregone con aria truce.

“E’ semplice. Io posso assicurare che riporterò indietro soltanto quelli che saranno sul pianeta Titano.”

Era facile comprendere quello che il Dottor Strange voleva realmente intendere: certo, Peter sarebbe stato in pericolo durante la battaglia contro Thanos; certo, il sogno che aveva fatto avrebbe potuto avverarsi. Ma, una volta avute le Gemme, Thanos avrebbe comunque eliminato una parte della popolazione mondiale… e, se Peter fosse stato sulla Terra, in camera sua, in quel momento, lui non avrebbe potuto riportarlo indietro.

Non esisteva alcun modo di tenere il ragazzo al sicuro, non completamente. Così, perlomeno, avrebbe avuto una possibilità.

Stark guardò a lungo Peter, sentendosi morire dentro. Avrebbe volentieri dato la sua vita per risparmiare al ragazzo quell’esperienza, ma non aveva scelta. Strange aveva ragione, quello era l’unico modo.

Peter, dal canto suo, era rimasto talmente allibito e mortificato per la reazione di Tony da non osare nemmeno alzare lo sguardo su di lui.

“Bene, d’accordo” disse infine Stark. “Se non abbiamo altra scelta… è comunque il piano più idiota che abbia mai sentito.”

Dette queste parole, uscì a passo deciso dalla sala riunioni. Per quanto lo riguardava, l’incontro era terminato.

Nella sala calò un silenzio carico di tensione e preoccupazione.

Fine capitolo decimo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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