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Autore: Syliael    01/08/2018    3 recensioni
==(Storia con OC/iscrizioni aperte)==
Jeanne è sempre stata una persona un po' particolare, una di quelle con cui non si ha mai l'impressione di avere realmente un legame. Forse perché non vuole riempirlo per davvero, quel vuoto che da sempre l'accompagna, ma avere una scusa per correre sempre tra le braccia del suo unico affetto.
Forse il suo arrivo al "Dolce Amoris" cambierà le cose, forse no. L'unica cosa che scopre è che quel dannato liceo è tutto, fuorché "dolce".
Non ne è sorpresa, non le importa. Che la credessero pure un alieno, una poco di buono o che altro.
Infondo ognuno ha dei segreti e nessuno è disposto a rivelare i propri, no?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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«Piacere! Mi chiamo Grace Martin e passeremo l'anno tutti insieme appassionatamente!», sorrise sprizzando energia con un occhiolino, per voltarsi poi verso la preside: «Mi integro bene, ha visto?»
La punta di sarcasmo suscitò molte risatine, ma la Shermansky evitò sceneggiate, salutò e se ne andò sbattendo un poco la porta.
La nuova arrivata lanciò una rapida occhiata ad ogni studente, sorprendendosi quando riconobbe la sua ''barista di fiducia'' fissarla sardonica. Ecco un'altra ragazza da tenere alla larga da Jordan, sbuffò Jeanne altezzosa vedendo come i vestiti attillati la fasciassero bene, mostrando quanto la natura fosse stata generosa nei suoi confronti. Era il nero a snellirla, si mentì innervosita. Di sicuro faceva palestra, quella pancia piatta non era da sola dieta, constatò passandola allo scanner.
«Grace, ti puoi accomodare vicino a Melody, chiedi a lei o a Nathaniel se avessi bisogno di qualcosa. O direttamente a me, sai?»
Ambra e Li furono le prime a dar via al flusso di bisbigli, Jeanne si divertì non poco al tono preoccupato della bionda. Non era l'unica a trovare l'adorabile Grace una gran gnocca.
«Cazzo, Armin, avevi detto che...! Quella è figa, Castiel le ha già fatto i raggi X!»
«Ma dai, la perla del mio cuore sarai sempre tu! Ha meno tette di te, sciocchina!», le passò l'indice sul braccio con fare suadente, salvo poi ritirarsi e metter mano alla psp nascosta tra le pagine del libro quando Faraize si schiarì la voce.
«Fottiti! Li, nella pausa pranzo vai...», abbassò il tono, impedendole di sentire il resto.
Dalla sua fila, l'unica cosa che la corvina poté osservare fu il costante ciondolare delle gambe di Grace, quasi non riuscisse a stare ferma, la vicina le indicava ogni due minuti un punto della pagina e parlottava. Melody la incalzava troppo, le unghie laccate di viola creavano una melodia sempre più agitata.
Il tempo che la campanella suonasse e la nuova arrivata era già schizzata via a passi decisi.
«Sembra una persona... spigliata.» si limitò a constatare la tedesca, non entusiasta.
«Oh, Bry, andiamo! Rilassati per due minuti!»
«Mel. Non è il modo di porsi, specie con un'autorità superiore come la preside.» tagliò secca, passando lo sguardo su Lysandre: «Giuro, se gli piacesse una così...»
«Ah! Eccolo il problema! Bryyy, ma quanto sei innamoraaata?!», si intromise Jeanne, attirando la curiosità del ragazzo e di Castiel con qualche risata sguaiata. 
«Jeanne Lacroix! Non farmi alzare la voce! Modera i termini!»
Brynhildr prese a sistemare maniacalmente la treccia biondo cenere, quasi volesse lisciare capello per capello l'intera chioma. Era perfino arrossita, ma Jeanne sospettava fosse più per rabbia che altro.
«...Ma non... Al diavolo! Potevi dirmi di avere il ciclo! A dopo, forse, eh!»
Si ritrovò a vagare senza meta, quella manciata di minuti non sembrava voler scorrere velocemente. Diamine, doveva finirla per una buona volta di essere così permalosa. L'oroscopo l'aveva detto, quella giornata sarebbe stata per davvero ideale da passare nei boschi, a contatto con la natura.
Nelle ore successive non accadde nulla, Grace se ne stava sulle sue, pur non disdegnando i saluti dei compagni: scambiò qualche parola con chiunque le andasse a parlare, senza mai sbilanciarsi troppo. 
Jeanne non si impedì di gongolare tutto il tempo, quella non la raccontava giusta, affatto. Le lanciò un bigliettino tra i capelli verdi, vi aveva disegnato sopra un bicchiere da cocktail con una faccina.
La ragazza in nero lo accartocciò subito, ma si voltò con lo stesso sorrisetto della sera prima.
«...Ma che bella mascherina, piccola stella. Peccato mi dica già come vuoi apparire» sussurrò la corvina, divertita, «...e quindi come non sei davvero.»

Forse c'era stato un qualche evento traumatico che aveva distorto quella testolina, forse anche pesante, pensò perplessa Jeanne, fissando Ambra mentre usciva dalla mensa assieme al gemello, che tagliò dritto verso la biblioteca. Dovevano essere dell'Acquario, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Legati ai propri amici, ma al contempo distaccati. Indisposti ai compromessi. Gelosi e permalosi. Proiettati al futuro.
...Anche Jules Verne doveva essere di quel segno, se la memoria non la ingannava.
“Sapeva che nella vita bisogna spesso tenere conto degli attriti, ma siccome gli attriti fanno perdere tempo, non frequentava mai nessuno.”
Non a caso, una sua citazione. Calzava a pennello Nathaniel. Scosse la testa, un suono di metallo sbattuto fece voltare gran parte degli studenti.
«Grace...!»
La stramba nuova arrivata aveva aperto l'armadietto. Della polvere bianca cadeva da bustine appoggiate ad arte sul ciglio. Una folla di curiosi si avvicinò con circospezione, lei se ne stava a testa bassa a fissare la scena. Aveva calciato così forte il metallo da lasciarvi un solco.
«Mio Dio, non sarà che Corvo Torvo abbia deciso di farsi vivo anche qui!», la risata di Ambra suonò cristallina nel silenzio. Si avvicinava a Grace, i tacchi marcavano ogni passo, lento ed inesorabile.
Un nuovo convegno di benvenuto, creato apposta per lei.
Jeanne ricordava ancora il livido che quel pugno le avevano impresso sulla pancia. Le facce che guardavano senza che i corpi agissero. 
Si fece strada a spintoni.
«...Come siamo caduti in basso, accogliere una drogata del cazzo.» continuò la bionda, sibilando. I mormorii si fecero sempre più rumorosi. La ragazza scostò quegli idioti impalati, fino al limite.
Grace stringeva i pugni, ma stava contando, se ne accorse solo ora che la vedeva. Mormorò appena il suo nome, ma lei non reagì.
«Oh, no, Jen-Jen. Oggi non voglio vederti.», tornò alla sua vittima, «Chissà che malattie devi avere. Ti buchi anche, ah?»
Le strattonò il braccio.
«Stronza figlia di puttana!»
Nessuno realizzò, per un momento. Non realizzarono che Grace avesse afferrato le spalle di Ambra. Che l'avesse sbattuta a terra in poche mosse. Che le tenesse davanti il pugno serrato, ad una spanna dalla faccia.
«Grace! No! Non ne vale la pena!», fu la cosa più intelligente che uscì dalla bocca della corvina, tanto banale quanto sensata.
«Invece sì! La soddisfazione di spaccarle questa faccia da cazzo è abbastanza! Levati!», la scansò, indecisa sul da farsi.
La bionda non diede alcun segno di paura, teneva un sorriso spavaldo ed arrogante senza interrompere il contatto visivo. Tutto taceva d'un tratto.
«Aeroplanino volante!»
"Aeroplanino volante"? Confuse, sia Grace che Jeanne si guardarono un attimo. Abbastanza per Ambra per rovesciare la ragazza con un colpo secco dritta contro la parete e rimettersi in piedi ridacchiando.
«A domani, uccellino. A domani, sciacquetta.»
Saltellò per evitare che le artigliasse la caviglia e sparì uscendo dall'edificio, portandosi dietro la rabbia di Grace come trofeo.
«Che ci fa a terra, signorina Martin? E questo sfacelo, quando dovreste essere a lezione?!»
Impiegarono entrambe diversi secondi a realizzare: quello di prima era l'avvertimento. L'arrivo di un professore. Ambra non era una sprovveduta o un'indifesa. Per nulla.
La loro insegnante di scienze le squadrava, alterata.
E Grace pareva perfino peggiorare: «Quella figlia di...», Jeanne la interruppe brusca: «Grace è scivolata sullo zucchero a velo... Ambra ha fatto preparare uno scherzo per la nuova arrivata, credo... Volevamo ripulire, ecco.»
Aveva la terribile sensazione che la compagna avrebbe solo peggiorato le cose, come il suo temperamento. La Delanay sospirò: «Cinque minuti, signorine. O nessuno vi leverà una nota.»
Ascoltarono in silenzio il rumore di passi, pietrificate dal tono aspro della donna.
«Ehi... Qua la mano, dai, ''Margaritagirl''.»
«Spiritosa. Come cazzo sa quelle cose quella? Chi è poi?!»
«Calma, non c'è bisogno di aggredire così. Si chiama Ambra Jacott, non so molto altro. Credo ce l'abbia con l'intero mondo. Per il resto non so di cosa tu stia parlando. Dai, ripuliamo questa merda.»
Lavorarono in silenzio, le mani di Grace ancora tremavano dalla rabbia, ma arrivarono nei tempi previsti. Brynhildr lanciò immediatamente uno sguardo truce a Jeanne, che la ignorò, accettando il cenno silente di Castiel al posto al suo fianco.
«Sempre in ritardo, eh?»
«La tua biondona ha attentato all'umanità di capelli verdi. Dovresti dirle qualcosa, sai?»
«...Di che parli, scusa?»
Castiel era l'unico essere umano maschile con cui Jeanne avesse parlato pacificamente in quella classe e non più di due volte in un paio di settimane. Sembrava sinceramente perplesso dalle sue insinuazioni, forse era il caso di scavare più a fondo.
Pensò per un momento che assomigliasse molto a Jordan. I capelli, il fisico, lo sguardo magnetico... Sì, sembravano la stessa persona, colorata però da due mani diverse. E poi vabbé, Castiel era giusto quei venti centimetri più basso del fratello, ma ad ogni modo...
«Ambra. Quella che mi ha presa a pedate in mensa? Quella che ha fatto passare Grace per una drogata? E chissà che è successo a quella Lynn...»
Si irrigidì a quel nome.
«Jeanne, non nominare quella ragazza. Per favore. E ti ripeto: Ambra non è intelligente come dici. Questione chiusa.»
Questione chiusa per davvero. Non si parlarono più.
«Signorina Martin. Venga con me.» sbottò verso la fine dell'ora la professoressa di scienze, dimenticando che razza di imbecilli componesse la classe. Si preparò ad assistere ad un'altra versione delle ore di arte, premurandosi di controllare che Castiel non si alzasse per sparire chissà dove.
Controllò che i capelli fossero a posto, le sembrò la cosa più produttiva: le punte del carré iniziavano già ad andare fuori controllo, era ora di...
«Jeanne Lacroix!»
...Ecco. Ora di fissare un appuntamento dalla parrucchiera. Senza Brynhildr.
«Ma cosa hai raccontato alla professoressa Delanay?! Era l'occasione per punire Ambra!»
«Non mi andava che Grace dovesse sbandierare gli accidenti suoi alla scuola.»
«Sarebbe stata una questione tra la Martin, la Jacott ed i professori! Accidenti, Jeanne! Rifletti!»
Non ne aveva avuto il tempo. Aveva rivisto in ''Margaritagirl'' sé stessa, abbandonata da tutti alla mercé della bionda.
«...Sì, forse... Mi scuso. Solo... Quella ragazza la passa sempre liscia, nemmeno minacciarla è servito e... mi fa soffrire non poter aiutare nessuno.»
Brynhildr nascose rapida il viso subito dopo lo sfogo. Non c'erano parole adatte in quel frangente che potessero alleggerirle quel macigno sulle spalle, così Jeanne si costrinse a tacere.
«Lys! Lys! LYS! Eve ha bisogno di assistenza immediata! IMMEDIATA!»
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, sobbalzando e cercando la fonte del rumore, alzandosi nel mentre.
«Andiamo, su! La Delanay è dalla preside, daaai! Sbrigati! Grazie alla mia bassezza non arrivo al libro! Dai, voglio vincere la scommessa!»
«Ragazzina! Lysandre non fa parte della cosa!», intervenne Kim alzandosi a sua volta.
«Lyyys! Veloce, muovi quelle belle chiappette!»
Quell'unica frase fece esplodere risate per tutta la classe, meno che dalla ragazza tedesca.
«Kim, il mio oggetto è Lysandre! A stasera, mia amata sportina di Weiss!»
Attese che i due si dileguassero più o meno di loro volontà per parlare: «Anche questa. Che giornata... Dovrò bere due infusi per calmarmi. Eve e quei suoi modi obbrobriosi.»

Caricò il pesante bagaglio di esperienze della giornata sulle spalle e si concesse una visita al ''Le Carre Vert'' assieme a Jordan. Indubbiamente uno dei locali migliori di Le Havre, anche se abbastanza costoso. Non che avesse fame, al contrario, tutti quegli odori le davano il voltastomaco.
Dopo la storia di Grace però, aveva sentito il bisogno di fare qualcosa di romantico con il suo amore e nulla era meglio di condividere un bel tè ed essere imboccata con una qualche forchettata di torta.
«Un Gyokuro, un... Sei sicuro? Ok, un Tè Pu’er e una torta di lamponi per due, grazie!»
Nell'attesa si spostò con la sedia, strofinandogli la testa contro il petto come un gatto bisognoso di marcare il territorio.
«Jenny, andiamo... Non... Dai...»
«Shhh... Solo un po' di coccole...»
Le ordinazioni arrivarono velocemente e l'aroma del Tè Pu’er, che a lei ricordava fin troppo la terra bagnata, scacciò prepotente quello più delicato del suo tè e del dolce. Ne bevve qualche sorso, senza scollarsi più del necessario dal ragazzo, si forzò perfino ad ingoiare qualche boccone di torta gentilmente offertole.
Arrivò il fatidico momento: rimase un solo lampone nel piatto e Jeanne, ben sapendo che fosse il frutto preferito di Jordan, lo afferrò.
«Su, ho avuto una lunga giornata anche io! Lasciami quel...», lei lo infilò tra le labbra senza ascoltarlo, con sensualità.
«Se proprio lo vuoi...»
«Jenny! Non fare queste cose in pubblico, accidenti... Mangialo, dai.»
Contrariata, lei non se la sentì di andare oltre, non dopo quella giornata. Ributtò il lampone nel piatto, a mangiarlo avrebbe vomitato per certo.
Lasciò lo sguardo perdersi nel locale. Nemmeno i grattini sulla testa le rimontarono il sorriso.
C'era un'unica cosa che la preoccupava in quel momento: la sua mente era sull'orlo di un baratro oscuro, si sentiva come l'uomo spinto dalle pareti incandescenti al limite del pozzo. Solo, sapeva che nessun generale Lasalle le avrebbe teso una mano.



 
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Angolino autrice
Bonne soirée, fantastiche anime che leggeranno tutto questo!*-*
Questo capitolo è più lungo degli altri, sì, ma spezzarlo in due non mi piaceva affatto. Quindi eccoci qui.
Beh... Grace Martin entra ufficialmente al Dolce Amoris, con tanto di corteo d'accoglienza dalla dolce Ambra! Senza voler spoilerare il personaggio, Grace è più difficile degli altri da inserire, ha una storia particolare. Ma per questo ci saranno tempo e parole in futuro!
Un piccolo cameo anche per Eve, probabilmente la persona più strampalata che comparirà in tutta la storia. Un intero capitolo su di lei probabilemente farà sembrare il Cappellaio Matto la persona più normale del Paese delle Meraviglie, ma ben venga l'anticonformismo!°-°
...Sarò onesta: tutti questi OC non me li aspettavo. E non così interessanti! Un grazie alle loro creatrici, se lo meritano davvero!
Dunque grazie ad Alyss Graymirielmoonkisspiece99 ed Umimoon, dal cuore.
Umimoon, la tua OC comparirà il prima possibile, non temere!°^°
E come sempre un grazie a tutti i lettori silenti, sono felice di vedervi numerosi!*^*

Piccolo edit: kisspiece99 è stata ufficialmente eletta mia correttrice personale e di fiducia. A tempo pieno e con contratto a tempo indeterminato '-'
  
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