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Autore: Federica_97    02/08/2018    2 recensioni
Strawberry è una ragazza dura, figlia del capo dell'FBI, con un grande dono.
Ryan è un ragazzo con precedenti, il tipico deliquente senza futuro, con precedenti penali e tanto altro.
Come possono due persone così diverse assomigliarsi tanto?
Eppure qualcosa li accomuna: il senso di colpa.
Strawberry porta dento di sè un segreto, un senso di colpa che da due anni l'ha fatta chiudere in sè stessa
Ryan invece è solo al mondo, senza nessuno a prendersi cura di lui.
Potranno gli occhi ghiacciati del ragazzo scongelare il cuore di Strawberry?
E può Strawberry dare a lui ciò di cui ha bisogno?
Un'amore nato nonostante tutto e tutti, loro per primi.
Ma l'incontro non sarà dei migliori, e i loro mondi così diversi potranno mai realmente incontrarsi?
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 

 

 

Strawberry se ne stava in disparte a stringersi il suo giubbotto addosso, non faceva poi così tanto freddo lì dov'erano; il freddo vero e proprio lo aveva preso su quella stupida moto.

Non hai una macchina, gli aveva chiesto lei, e Ryan per tutta risposta sorrideva mentre veloce sfrecciava tra il traffico di New York, non le aveva dato risposta. Ma lei era quasi sicura che avesse anche una macchina, solo che gli piaceva andare in giro con quell'affare.

In quel momento lo guardava parlare con l'uomo che supponeva essere il traghettatore per portare i turisti dall'altro lato della città, a visitare la Statua della Libertà.

Chissà di cosa stavano parlando poi, vedeva Ryan quasi supplicare l'uomo che in tutta risposta scuoteva la testa ripetutamente.

“Dai Fernando, quanti favori ti ho fatto!”. Lo sentì borbottare a voce un po' più alta e poi si voltarono verso di lei e la guardarono per mezzo minuto buono.

Straw suppose, dal grande GRAZIE di Ryan, che l'uomo avesse accettato qualsiasi tipo di favore che egli gli avesse chiesto.

“Vieni micia” la richiamò. “Non inciampare e sali senza combinare guai” le disse poi, aiutandola a farla salire sulla barchetta.

“Mica sono come te” gli disse di rimando sedendosi “Buona sera” salutò poi mentre Ryan la raggiungeva.

“Buona sera signorina”, sorrise l'uomo iniziando a remare.

“Che stiamo facendo?” Chiese la ragazza quando erano quasi arrivati sull'altra sponda.

“Adesso vedrai”. Il ragazzo ringraziò lui che in tutte risposta borbottò qualcosa sul ''non coinvolgermi se vi beccano'', e poi andò via.

Erano le 23 e 30 di sera e Straw non aveva la più pallida idea di cosa stavano facendo lì, da soli e al freddo.

“Che stiamo facendo, Ryan?” gli chiese ancora mentre lo vedeva scrutare la porta d'ingresso dalla statua.

“L'hanno chiusa a chiave, non credevo di trovarla così” sbuffò sonoramente. “Hai una forcina?”

“A cosa ti serve una forcina?” e già iniziava a non piacerle quella situazione.

“Dai dammela e vedrai”.

Lei non risposte e gli passò la forcina sfilata poco prima dai capelli.

Era concentrato a ripiegarla mentre lei lo osservava. Di essere, però, ero bello. Eccome se ero bello. Aveva tutti i capelli davanti agli occhi un po' lunghetti secondo la ragazza ma che gli donavano davvero tanto, gli occhi azzurri brillavano sotto le luci artificiali.

“Ecco a lei, signorina”. Sorrise mentre spalancava la porta.

Aveva scassinato la porta e lei non se ne era nemmeno resa conto, era troppo concentrata a guardarlo.

“Ma sei scemo?! Se ci beccano...”

“Dai rilassati, mamma mia. Ma ti diverti mai? Non ci beccano lo faccio spesso”.

Entrò prima di lei invitandola più volte: “non te ne pentirai, fidati”, le ripeteva.

“Io e te abbiamo un concetto di non finire nei guai molto ma differente, Ryan” e con un sospirò entro richiudendosi la porta alla spalle.

Salirono un sacco di scale e se non fossero stati giovani sarebbero di sicuro morti d'infarto. L'ascensore c'era, certo, ma era spento di notte, visto che non era orario turistico.

“Mi sorprende come tu abbia scassinato la porta di sotto”.

“So fare molte altre cose, bambolina”.

“Se mi chiami ancora bambolina ti butto di sotto”.

Erano arrivati e la vista da lassù era meravigliosa, si vedeva tutta la città accesa sotto di loro. Il traffico delle auto che sfrecciavano in autostrada, non si vedevano benissimo ma riuscivano a capire che fossero macchine.

“E' bellissimo qui” mormorò lei senza fiato, era molto alto.

“Ci vengo per stare da solo” le confessò. “Non ci ho mai portato nessuna”.

Lei lo guardò, non aveva ancora del tutto chiaro il perchè fosse lì, insieme a lui, in piena notte. Ma le piaceva... la sua compagnia, le piaceva abbastanza.

“Perché hai portato me, allora?”.

“Mi piace stare con te”.

“Ti piace in che senso?”.

Ora era lui a fissare lei, serio, senza nessuna aria di ironia sul volto.

“Mi fai stare bene”, le scostò i capelli davanti agli occhi. “Non lo so, Strawberry. Da quella notte non riesco a starti lontano. Mi attrai”. Si bloccò e poi continuò: “e non dico fisicamente. Certo sì, sei una bella figa, ma non dico in quel senso”.

Lei fece una smorfia, bella figa, aveva detto. Non sapeva se prenderlo come un complimento o un'offesa. Da quando si conoscevano l'aveva chiamata in mille modi differenti.

“Senti...”, si allontanò da lei, “sei una poliziotta...”

“Agente dell'FBI, non ancora ufficiale ma lo diventerò”

“Sì, quello che è. Sei un'agente,ma sotto non sei solo quello, okay? Senti non lo so” Sbuffò, mentre il bagliore della luna piena gli illuminava mezzo volto.

Lei scoppiò a ridere, non sapeva esattamente per cosa, ma era buffo vederlo così impacciato.

“Capisco”, si limitò a rispondere mentre si avvicinava a lui e si affacciava da una delle finestrelle. “Un incidente” disse infine, senza guardarlo.

“Cosa?”, parve confuso.

“I miei ''poteri'', sono stati causati da un incidente”

Oh... era l'unica cosa che riuscì a pensare lui.

Straw invece non sapeva nemmeno perchè glielo stava raccontato, non ne parlava mai. Nemmeno Antonio, il miglior agente dentro quel distretto, sapeva come mai lei riusciva a fare quelle cose, e la conosceva da anni ormai.

“Era al parco, pioveva, abbastanza forte. Un vero temporale, tuoni e lampi a non finire”

Lui la ascoltava, in silenzio senza dire niente.

“Mi ha colpita un fulmine” si azzittì qualche secondo. “Cioè, non proprio colpita colpita, in palo della luce fece da tramite...vi ero poggiata sopra. Stupida no? Lo sanno tutti che il metallo attira i fulmini, eppure in quel momento non ci pensai affatto”. Si voltò verso di lui. “Rimasi in coma per qualche giorno e...al mio risveglio notai subito che qualcosa non andava. Avevamo...cioè mio padre aveva un caso di omicidio irrisolto, da mesi ormai. Fu una cosa strana, la prima volta che successe, dico. Non me lo aspettavo e ne fui anche molto spaventata; ma in due giorni grazie alle mie visione siamo riusciti a prendere l'assassina. Una donna che uccise una sconosciuta così, tanto per piacere”.

“E da quel giorno hai iniziato a collaborare con la polizia” non era una domanda.

“Già. Ho risolto abbastanza casi”.

“E' straordinario”.

“Non lo definirei così, Ryan. Ma sì, non è male alcune volte” .

Si guardarono per alcuni secondi. “Non l'ho mai detto a nessuno”

“Questo significa che ti piaccio?”. Sorrise lui.

“Nemmeno per idea, delinquente”

“Accoppiata strana, no?” sorrise ancora.

Lei scosse la testa. “Raccontami di te”

“E che ti devo dire se sai praticamente tutto, micia?”

“Dio, smettila di chiamarmi micia!”

“Okay micia” e rideva. Si divertiva tantissimo a farla arrabbiare.

Lei in risposta roteò gli occhi al cielo sospirando rumorosamente. Si chiedeva ancora e ancora perchè fosse lì con lui e non a casa a dormire.

“Incidente d'auto, comunque” ruppe il silenzio il ragazzo. “Io non c'ero, ero a casa piccolo e arrabbiato coi miei per uno stupido giocattolo che non volevano comprarmi”. Si fece malinconico. “Non gli ho potuto dire addio. Ne quanto volessi bene ad ognuno di loro”.

“E tua sorella?”. Lei nel frattempo si era avvicinata a lui.

Lui in risposta la guardò per un attimo. “Non l'hanno mai ritrovata. Suppongo che sia morta anche lei, sono passati 15 anni ormai”.

Strawberry gli accarezzò il braccio, un contatto inaspettato anche per il biondo che si voltò completamente verso di lei con gli occhi ancora pieni di ricordi dolorosi.

Si guardavano e basta, non dicevano nulla. La voglia di baciarla cresceva dentro il ragazzo sempre di più, fino a che non ci provò. Si abbassò per poter poggiare le sue labbra a quelle di Strawberry, ma fu un fallimento. La ragazza voltò il viso da un lato, negandogli ogni tipo di contatto più profondo.

“Quindi, vieni qui per stare da solo?”. E si allontanò.

Nonostante il rifiuto da parte della ragazza sorrise. Sorrise perché mai nessuna gli aveva tenuto testa così come faceva lei, sorrise perché ogni volta che baciava una ragazza, quella si avvinghiava a lui come se non aspettasse altro.

Lei invece no. Strawberry era diversa e questo lo faceva impazzire.

“Esatto, mica”. Si era nuovamente avvicinato a lei, e la vide irrigidirsi. “Tranquilla, non ti faccio niente”.

Lei annuì guardando ancora la città che se ne stava in silenzio a pochi metri da loro.

Non avevano nemmeno notato che erano quasi 3 e mezza del mattino, quando si sedettero a terra e continuavano a chiacchierare del più e del meno. Senza rendersi conto che nonostante tutti i brutti argomenti toccati prima, si divertivano.

Strawberry non rideva da tanto e lui ci era riuscito.

Ryan non si sentiva così da anni e lei era riuscita a farlo evadere dai suoi perenni pensieri malinconici.

E per una notte, dopo tanto tempo, si stava divertendo senza andare a far bravate in giro.

Non si erano accorti che effettivamente il freddo di quella notte aumentava sempre di più ed istintivamente si erano stretti l'uno all'altra, fino ad addormentarsi lì, a terra.

Lei poggiata sul suo petto, lui con le braccia a tenerla stretta. Come se si potessero perdere da un momento all'altro.

Non si rendevano conto che a poco a poco non sarebbero più riusciti a far uno a meno dell'altro.

 

 

 

 

RIECCOMI! :D

Ma ciao bellissime, come va?

Non so perchè ma ultimamente non ho moltissimo da fare e l'ispirazione viene da sé. Alcune di voi sanno già che questa storia l'ho postata, completata e cancellata tempo fa. Ma nonostante mi ricordi come all'incirca veniva strutturata, non ho in mente proprio tutti i dettagli.

Detto ciò, spero che vi sia piaciuto il capitolo. E al solito mi scuso per eventuali errori di battuta. Giuro che lo riguardo il capitolo ma alcune volta mi sfuggono ugualmente.

Un bacione grande!!

 

  
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