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Autore: Cara93    02/08/2018    0 recensioni
Una cupola trasparente cala su una cittadina del Maine, isolandola. Per uno strano caso (ma si tratta proprio di un caso?) Amy Pond resta bloccata al suo interno.
CROSSOVER
Doctor Who stagione 6/ inizio 7
The Dome di Stephen King (ATTENZIONE, SPOILER)
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Rory Williams
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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22 OTTOBRE, LA PROTESTA
 
 
Coggings era stato molto più premuroso di quanto si aspettasse, perchè la mattina dopo, Amy trovò davanti alla porta tutto il necessario per lavarsi e per cambiarsi. Sperava davvero che Rory ed il Dottore avessero ricevuto il suo messaggio. Si sentiva un po' più speranzosa rispetto al giorno prima, ma anche più stupida. Certo che il Dottore l'avrebbe salvata, il Dottore salvava sempre tutti.
 
 
-Cosa vuol dire che non possiamo andare oltre? - Rory era quasi isterico. La Tardis si era avviata, come al solito, con il suono caratteristico dei freni ancora inseriti. Ma non era andata molto lontano. Il Dottore aveva inserito le coordinate necessarie per atterrare nel centro di Chester's Mill, eppure qualcosa era andato storto, perchè si trovavano in mezzo ad un bosco. Certo, tra gli alberi facevano capolino le tende del presidio militare, ma di sicuro non erano riusciti a penetrare la Cupola.
-Significa, Rory, che questa è una brutta faccenda- rispose il Dottore pensieroso, lo sguardo rivolto al presidio militare.
 
 
I vestiti che le aveva procurato Coggings prudevano ed erano troppo pesanti per la stagione. 
Non solo per essere ottobre, le giornate erano piuttosto calde, ma se Barbie aveva ragione, e non dubitava che ne avesse, considerando che le era sembrato una persona piuttosto pratica e capace, la temperatura sarebbe potuta salire ancora. Ma non poteva lamentarsi. Era già stata una fortuna che si fosse potuta cambiare i vestiti zuppi di sudore. Il reverendo l'aveva avvertita che ci sarebbe stata una sorta di preghiera/manifestazione all'aperto nel terreno dei Dinsmore, proprio davanti alla Cupola e che, se avesse voluto, avrebbe potuto unire le proprie preghiere alle loro. Preghiere empie, era il sottinteso. Ma non le importava. Aveva deciso che ci sarebbe andata, più che altro perchè tutta Chester's Mill ci sarebbe stata e non aveva alcun senso rimanere da sola, in canonica. E, forse, se fosse stata fortunata, avrebbe potuto vedere Rory. Era sicura che Rory avrebbe fatto di tutto per venire da lei. Anche se una Cupola aliena li avrebbe separati.
 
C'erano degli aspetti positivi nell'accompagnare Coggings. Al reverendo era stato riservato un parcheggio, oltre alla scorta della polizia. Aveva scoperto che quella sera erano stati assunti dei nuovi agenti, per rimpolpare lo scarno personale che era rimasto. A quanto aveva potuto capire, parte dei poliziotti e dei vigili del fuoco erano ad un'esercitazione a Castle Rock o in qualche altra città dei dintorni, quando la città era stata isolata. La mossa del capo Randolph era sensata, naturalmente, ma ad una prima occhiata agli agenti pro tempore, Amy aveva provato una sensazione sinistra. Sembravano dei teppisti di strada, piuttosto che giovani volontari. Randolph, mostrando una cavalleria forse figlia dell'imbarazzo che aveva provato il giorno precedente, si era affrettato ad avvicinarsi alla giovane e a rassicurarla. Nel farlo, si era portato appresso alcune delle nuove reclute, così Amy aveva avuto modo di vederli quasi per prima e di fare la loro conoscenza. Aveva sentito scivolarle addosso gli sguradi lascivi di Carter Thibodaeu, Mel Searls e Frankie DeLesseps e sperava vivamente di non ripetere l'esperienza. Nonostante le rassicurazioni e le offerte di Randolph, Amy era sicura che non avrebbe mai cercato aiuto dalla polizia locale, non a quelle condizioni.
 
Appena riuscì a congedarsi dai poliziotti, si allontanò in direzione della fattoria dei Dinsmore, per rassicurare Alden e Ollie, come aveva promesso. Alden le era simpatico e aveva trovato i ragazzini adorabili. In più, data la vicinanza della fattoria alla Cupola, i primi che avessero avuto sentore di un qualche movimento dall'altro lato, sarebbero stati loro. L'idea iniziale era quella, certo, ma la ressa era troppa, c'era troppa gente che sgomitava per sfilare con i loro cartelli davanti alla Cupola, troppe persone intente a riunirsi in preghiera, perchè potesse procedere speditamente. In più, nel centro stesso della folla, era stata fermata da Rose. La cara donna voleva sapere come aveva passato la notte. Cercò di tagliar corto, perchè le era sembrato di vedere Ollie, ma una voce conosciuta la distrasse dal suo scopo. Una voce che aveva agoniato di sentire. Così, spintonando e sgomitando si fece largo tra la folla. Verso Rory.
 
 
-Liberateci. Non siamo delle cavie. Certo che sono originali- commentò l'alieno, dalla sua postazione tra gli alberi. Stavano aspettando, non si sapeva esattamente cosa, ma ciò aveva cominciato a spazientire Rory. Era la prima volta che il Dottore si comportava in modo prudente e questo lo irritava non poco. Il Dottore era sempre stato avventato, mentre ora che si trattava di liberare Amy sembrava come spento. Così, aveva deciso di agire lui stesso. Sordo ai richiami dell'alieno, si era fatto largo tra gli alberi e, affrontando i marines allineati, aveva cominciato ad urlare il nome di Amy.
 
Era riuscita a fatica ad arrivare davanti alla Cupola, giusto in tempo per vedere Rory placcato da due soldati, che cercavano di allontanarlo dalla Cupola.
-Rory! Ehi, lasciate stare mio marito!- urlò, facendo voltare qualche testa incuriosita nella sua direzione.
-Amy! Amy! Ti faremo uscire di lì, abbi solo pazienza! Amy!!- continuava ad urlare lui, tra le braccia dei soldati. Finalmente, comparve il Dottore che, dopo aver mostrato qualcosa ai soldati e aver dato loro un ordine, lo lasciarono. Solo che, a questo punto, era Amy ad essere bloccata dai poliziotti.
 
-Randolph, cosa cazzo sta succedendo?- la voce di Rennie aveva riscosso l'uomo dal suo intontimento. Non riusciva a capire molto di quello che stava succedendo, vedeva solo che la folla si era in qualche modo aqquietata, fischiando alla volta dei militari. -Porta con te due dei nuovi e vedi di risolvere la situazione, Pete. Non possiamo permetterci che la popolazione si spaventi- non era esattamente un ordine, anche se così suonò alle orecchie di Randolph. Così, con Thibodaeu e DeLesseps a fianco, si fece largo a fatica. Con un'imprecazione, dopo aver individuato come fonte del problema la turista carina che si era così ingenuamente fermato a rassicurare, ordinò ai suoi sgherri di portarla via.
-Amy! No!- continuava ad urlare Rory, i palmi delle mani appoggiati alla Cupola. Era così concentrato sulla moglie che non aveva neppure percepito la scossa attraversargli le ossa.
-Lascate stare mia moglie, scimmioni!-
-Quello è tuo marito?- sghignazzò Frankie, sempre con il sorriso lascivo che gli attraversava la bocca, mentre Carter bloccava la rossa. -Che delusione, dolcezza, avresti potuto scegliere un vero uomo- disse, sistemandosi il cavallo dei pantaloni con fare allusivo. In quel momento, Amy vide rosso. Come si permettevano di insultare Rory? E davanti al capo della polizia? Senza preavviso, cominciò a scalciare e contemporaneamente tirò indietro la testa. Sembrava indemoniata. Colpì Frankie DeLesseps con un calcio proprio nel punto di cui si vantava tanto, facendolo piegare in due. Carter riuscì a riparare il naso, ma la nuca della ragazza lo colpì al mento, facendogli perdere momentaneamente la presa. Ma fu abbastanza perchè Amy si liberasse.
 
-Rory- bisbigliò, la fronte e le mani appoggiati contro la Cupola trasparente. Le mani avrebbero incontrato le mani di Rory e la fronte il suo petto, se non ci fosse stata la Cupola di mezzo.
-Andrà tutto bene, Amy. Ti tireremo fuori di lì. Il Dottore sa cosa fare- sapeva di mentire, ma non poteva fare altrimenti.
-Aspetterò, sono abituata ad aspettare- mormorò, la voce rotta dalle lacrime -basta che non mi faccia aspettare altri dodici anni, perchè preferirei passarli con te- sorrise poi, in direzione del Dottore. Che non la stava guardando. Anzi, il suo sguardo era fisso in lontananza, verso il prato dei Dinsmore. Mentre Amy si stava chiedendo cosa lo interessasse tanto, l'alieno prese ad urlare, saltellando e sbracciandosi.
-Noo!!! Fermo!! Via di lì!!- sperava che, con tutto il chiasso che stava facendo, il ragazzino che si avvicinava verso la barriera trasparente, macinando chilometri con il suo trattore, almeno si accorgesse della sua presenza. O qualcun altro dall'altra parte. Tutti, civili e militari, lo guardarono straniti. Solo poi, uno dei marines di pattuglia, lanciando uno sguardo verso il punto che indicava quello strano uomo, prese ad imitarlo. Soprattutto quando si accorse di ciò che il ragazzo aveva in mente.
 
-Rory! Rory! No, fermati, figliolo!- Rory Williams non riusciva a capire perchè stessero gridando il suo nome, poi si accorse del ragazzino e prese a gridare anche lui.  
 
Rory Dinsmore, incurante delle grida e degli avvertimenti, continuò la sua folle corsa verso la Cupola. Sparò un colpo dal fucile che si era portato con sè, l'esaltazione alle stelle. Sarebbe stato acclamato e celebrato. Sarebbe stato l'eroe della Cupola. Il proiettile colpì la parete trasparente a velocità folle e rimbalzò, colpendo il ragazzino. Ciò che il Dottore aveva temuto, appena aveva avvistato il trattore e la canna del fucile, si era avverato.
 
Un silenzio tombale era calato, nessuno si mosse, almeno per una frazione di secondo. Poi, la folla si scatenò. Un centinaio, se non un migliaio di persone, pigiate l'una contro l'altra, presero a dirigersi freneticamente, quasi istericamente, verso i propri mezzi. Solo i familiari del ragazzino ed Amy erano come bloccati, cristallizzati. Finalmente, dopo quelle che erano sembrate ore ai loro sensi rallentati, arrivarono i soccorsi. E i problemi furono evitati per un pelo.
 
Fu solo grazie allo spirito di Julia Shumway che Barbara evitò un arresto. Era davvero malvisto dalle autorità, troppo. Nonostante la ragione le dicesse di prestare attenzione ad ogni minimo aspetto della situazione socio-politica sotto la Cupola, se voleva sperare di arrivare incolume al giorno in cui il Dottore li avrebbe tirati fuori, non riusciva a staccare la propria attenzione da Rory Dinsmore. Rory. Le sembrava un presagio funesto.
 
 
Anche dall'altro lato, un silenzio sgomento e impotente calò sugli astanti. Restarono a fissare con attenzione le manovre che i soccorritori compivano per spostare il ragazzino, come se distogliere lo sguardo avrebbe peggiorato le condizioni del piccolo paziente. Solo quando lo spiazzo erboso davanti a loro si svuotò completamente, gli ufficiali prestarono attenzione agli intrusi.
 
Avrebbero avuto tutto il tempo per scomparire, i soldati erano come ipnotizzati, ma non lo fecero. In qualche modo, l'accaduto aveva risvegliato il Dottore da quella sorta di torpore, anche se così non si poteva definire, perchè il Dottore non era mai intorpidito, in cui era caduto. Dallo sguardo deciso dell'amico, Rory capì che non se ne sarebbero andati e, se prima la questione non sembrava così pressante ai suoi occhi, lo era diventata.
 
Nonostante avesse assistito a molte morti, era inevitabile in un'esistenza di un migliaio di anni, ciò che sconvolse di più il Dottore fu il senso d'impotenza che gli pombò addosso. Mai nella sua vita si era sentito così inutile, così superfluo, come in quel momento. Aveva salvato la Terra in centinaia, migliaia di occasioni, ma non era stato in grado di salvare un bambino, che cercava solo di salvare tutti.
 
 
Amy accompagnò Alden, Shelley e Ollie all'ospedale, guidando il vecchio furgone che l'aveva portata a Chester's Mill. Accompagnare non descrive esattamente ciò che fece, visto che si limitò a seguire l'ambulanza più vicino che le fosse possibile. Poteva sentire la disperazione dei Dinsmore. Traspariva dal pallore mortale di Ollie, dal silenzio sbigottito di Alden e dal pianto sommesso di Shelley. Parcheggiò facendo  stridere i freni, aiutò Shelly a scendere e li scortò all'interno dell'ospedale. Una giovanissima infermiera li pilotò in una saletta e qui cominciò l'attesa.
 
 
Senza aspettare che i militari li scortassero, anzi, senza curarsi delle proteste degli ufficiali, il Dottore, seguito da Rory, marciò verso la tenda più imponente dell'accampamento, eretta a circa 50 metri dalla Cupola. Due soldati privi di grado sbarrarono loro la strada, ma sfoderando la fedele carta psichica, li superarono facilmente.
-Cerco il comandante- esordì l'alieno, la voce chiara, sicura. Autorevole.
-Sono io- l'uomo che gli rispose, un caporale, non sembrava abbastanza vecchio, abbastanza esperto per l'incarico, perciò il Dottore specificò con uno sbuffo spazientito: -il tuo superiore, caporale... Dodson-
-Chi...- cominciò, ma l'altro non gli diede modo di continuare la frase. Sempre sfoderando la carta psichica, si presentò: -John Smith, ispettore militare. Il mio assistente, il signor Rory Williams-
La presentazione fatta con noncuranza, come se fosse una sgradita routine e la carta psichica, evidentemente convinsero il caporale, che si affrettò a predisporre una video chiamata al colonnello di stanza a Washington DC, James Cox. 
 
-Cosa c'è Dodson?- la voce stanca del colonnello Cox si propagò dal computer del sottoposto, che si premurò si spiegare perchè l'avesse contattato.
-Quindi voi due sareste gli "ispettori militari"?- chiese dubbioso, quando il caporale voltò lo schermo nella direzione dei due intrusi. Cox non era tipo da lasciarsi imbrogliare facilmente, anzi. Guardava i due con sospetto sempre crescente, maledicendosi mentalmente per non essere sul campo, in quel momento. Se fosse stato presente lui, sicuro come l'oro, non si sarebbero neppure avvicinati al perimetro, figurarsi alla tenda dell'ufficiale di comando.
-Esatto, colonnello. Ecco qua- rispose sicuro il Dottore, sollevando la carta psichica.
-Mi state prendendo in giro? Non c'è scritto nulla su quella cosa!- rispose arrabbiato, la fronte aggrottata. Se prima aveva qualche dubbio rispetto ai due, ora era una certezza. Il caporale, per contro, era piuttosto confuso. Cox comprese che lui vedeva qualcosa. E la sua fronte si aggrottò ancora di più.
-Interessante. Questa è proprio una sorpresa. Ma non ha importanza. Ciò che importa è risolvere la situazione al più presto- commentò il Dottore. Rory ascoltava in silenzio, come il caporale, seguendo la conversazione come si segue un match sportivo. Avrebbe sempre scommesso sul Dottore, anche se il colonnello teneva il campo molto bene.
-Perchè la UNIT non è qui?- chiese allora il Dottore, non lasciando all'altro il tempo di replicare.
-Ah, quindi siete "quelli". Vi chiameremo, se necessario. Per ora, l'esercito è perfettamente in grado di mantenere la situazione sotto controllo-
-Quindi, per voi, una barriera presumibilmente ovoidale costituisce avere la situazione sotto controllo? Andiamo, colonnello-
-Stiamo lavorando ad una soluzione- borbottò, cupo. Quello strano individuo stava mettendo il dito nella piaga. La Sicurezza Nazionale non aveva mai visto nulla di simile, l'esercito non aveva mai visto nulla di simile, ma si sarebbe dannato se avesse consegnato quella rogna nelle mani della UNIT. Era più probabilme un esperimento governativo di qualche tipo o l'incursione degli omini verdi? Per la sua logica e la sua esperienza, le probabilità puntavano alla prima opzione.
-Che tipo di soluzione?-
 
 
Non riusciva più ad aspettare, non così. Non con una famiglia distrutta a pochi passi di distanza. Aveva cercato di consolare i Dinsmore per quanto le fosse stato possibile, ma non poteva certo compensare la morte di un figlio. Non aveva le parole. E quindi, li lasciò da soli, in ospedale. Amy si fermò all'accettazione, chiedendo alla ragazza al banco, che non sembrava più vecchia di lei, anzi, indicazioni. Uscendo dall'edificio, non potè fare a meno di sentire la conversazione tra due uomini, di cui sembrava di riconoscere le voci. Erano i due paramedici avevano soccorso il piccolo Rory. E fu così che Amy apprese notizie inquietanti: il medico dell'ospedale, l'unico medico presente al momento della venuta della Cupola era morto e presto, troppo presto, la struttura sarebbe rimasta senza gas e quindi senza energia elettrica. Si prospettavano giorni difficili, sotto la Cupola.
 
Si diresse verso Main Street, completamente smarrita, senza meta e senza scopo. Era certa di non essere più gradita alla Santo Redentore, dopo aver colpito le nuove leve della polizia. Avrebbe dovuto cercare un altro posto in cui stare finchè quella brutta situazione non si fosse risolta, avrebbe dovuto trovare il modo di contattare il Dottore e Rory, darsi da fare per aiutare il più possibile. Eppure, un po' com'era accaduto ai Dinsmore, si sentiva prosciugata, abbattuta. "Tutta colpa della Cupola e di tutta questa situazione impossibile" pensò.
 
Arrivata presso il Municipio, vide allontanarsi dalle scale un gruppetto di persone, tra le quali riuscì a riconoscere solo Barbie e Big Jim. Si nascose al meglio delle sue possibilità, considerato che il secondo consigliere si stava dirigendo verso di lei. Aveva un'espressione spaventosa. Amy era certa che, se uno sguardo avesse potuto uccidere, quello di Big Jim avrebbe sterminato un'intera popolazione. 
 
 
-Oh no. No. Non deve assolutamente farlo! La prego, colonnello, lasci perdere!- pregò l'alieno. 
Dopo una schermaglia verbale piuttosto interessante, ma completamente inutile, era riuscito ad ottenere l'informazione che voleva. Non avrebbero contattato la UNIT e ceduto il comando se non dopo aver esaurito tutte le altre opzioni disponibili, tutto per ordine del Presidente. E la prima di queste opzioni disponibili era quella di sganciare due missili sulla Cupola.
-Non può dirmi come procedere, signore-
-Il campo elettromagnetico che circonda e, in un certo senso, compone la Cupola, è stato studiato per respingere ogni oggetto metallico ed elettronico, beh quasi... ma non è certo questo il momento delle sottigliezze... comunque, tra la gittata del missile e la componente dello stesso, il risultato più probabile è un grande "boom"-
-E un grande boom è quello che vogliamo ottenere. Quindi, se questo è tutto...-
-No, colonnello. Porteste ottenere un grande boom dalla nostra parte, senza scalfire la Cupola-
 
 
-Oh, ciao!- esclamò Julia Shumway, sulla soglia del Democrat. Non aveva molto tempo, doveva stendere l'articolo al più presto. La popolazione doveva essere avvertita, soprattutto chi abitava nei pressi di Motton Road. Non aveva tempo da perdere, però qualcosa nello sguardo di Amy la indusse a fermarsi. Nonostante fosse la curiosità il suo moto propulsore, era anche una donna molto empatica e sensibile. In quel momento aveva come la sensazione che Amy avesse bisogno di supporto.
-Ho visto che hai accompagnato i Dinsmore... come sta Rory?- chiese poi.
-Rory è... non so neppure come dirlo... è morto. I Dinsmore sono distrutti, come puoi immaginare-
-Oddio, è terribile. E tu come stai?-
-Io?- si stupì la rossa. Non era abituata ad analizzare i suoi sentimenti, non quando si trovava nel mezzo di un'emergenza. -Io credo di stare bene. Anche se sono arrabbiata. Molto arrabbiata. E spaventata. E voglio risposte-
-Anch'io, Amy- rispose dopo un attimo di silenzio.
-Mi sento così impotente, non so come si possa affrontare questa cosa. E mi sento sola. Inutile e sola- concluse, poi.
-Mi dispiace, Amy. Mi dispiace moltissimo. Sia per Rory che per tutto il resto. Non posso farci nulla, anzi dio solo sa quanto vorrei poter far sparire quella maledetta Cupola... ma non posso. Posso solo fare il mio lavoro-
-Almeno tu puoi fare quello- commentò Amy, più amara di quanto fosse nelle sue intenzioni.
-Beh, sono un po' a corto di personale, al momento. Se vuoi...- propose Julia, certa che la ragazza avrebbe rifiutato.
-Io? Lavorare per un giornale?- domandò l'altra, stupita.
-Sarebbe un impiego temporaneo, intanto che la Cupola resterà. E non credo che potrò pagarti-
-Oh, ma non importa!- esclamò Amy, come riscossa da tutto ciò che la opprimeva.
-Quindi accetti?- Julia era stupita.
-Certo che sì!-
 
 
Fu aiutando Julia a impaginare e a stampare le copie del giornale che Amy apprese dell'esperimento con il missile e perchè Big Jim fosse così arrabbiato: Dale Barbara era stato promosso colonnello, con il compito di prendere il comando della città. Si prospettavano due possibilità: un disastro nucleare o una guerra civile. La prospettiva di entrambe non la allettava per nulla o almeno così sarebbe dovuto essere. Aveva invece ritrovato tutta l'eccitazione per l'avventura e il senso di sfida che la coglieva ogni volta che viaggiava con il Dottore. Stava lentamente tornando ad essere se stessa.        
   
 
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