L’ETERNA STAZIONE
Sogno
o son desto?
Mi sentivo sbagliato,
represso;
ho sofferto
per quei no,
e li sento ancora
ad angustiare i miei sonni
che d’estate sono fatti
di sudore e di malessere.
E di sera fanno i party,
durano fino all’indomani mattina,
ma io non posso partecipare,
la mattina successiva devo essere in
ospedale.
Ah, la tristezza di questi fine
settimana
caldi solo d’afa, e senza amore!
Basterebbe così poco per risollevarmi
il morale,
basterebbe così poco
per farmi sentire meno male.
Vorrei sentirmi meno solo…
più compreso,
con qualcuno che sappia cos’è
un dialogo costruttivo.
Mi ritrovo invece nel mondo di chi
ti sbologna in fretta,
tanto lo so che alla gente non
interessa.
Gente volubile, che cambia spesso,
o troppo spesso,
il proprio numero di telefono.
Gente che sparisce,
in fondo vivo in un’eterna stazione,
dove tutti partono
e nessuno ritorna.
Quand’ero bambino
vedevo un me grande
circondato da amore e persone care;
ma adesso cosa resta?
Sta a me cambiare,
ma è inutile provare
se non ce la faccio
dovrei ritentare.
Perseverare
nel mio intento;
ma come,
ma dove,
qui è caldo più che nel deserto,
potrei morire solo per aver messo
il muso fuori dal cancelletto.
Ho infine scoperto
che tante altre persone avvertono
un vuoto dentro;
anche loro non si curano.
Che bello sarebbe
se noi tutti fossimo medicina per il
prossimo.
NOTA DELL’AUTORE
Grazie a tutti voi ^^