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Autore: La_Sakura    03/08/2018    3 recensioni
Diciassette anni e una città nuova: una sfida per crescere e maturare, ma soprattutto per fare chiarezza con i propri sentimenti. Queste le premesse all'arrivo di Sakura nella ville Lumière. Ma il detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" si rivelerà corretto? D'altronde il suo cuore è già impegnato... oppure la confusione nella sua testa aumenterà, fino a farle dubitare persino dei suoi sentimenti?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luis Napoleon, Nuovo personaggio, Pierre Le Blanc
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sakura no sora - my personal universe'
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Trovarmi Elle Sid di fronte al portone di casa mi fa venire uno scompenso.
«Ciao.» mi sorride.
«Ciao. – rispondo, avanzando verso i bidoni con la spazzatura da buttare – Louis non è in casa, non so dove sia.»
«Esci con noi stasera?»
Rimango col pattume a mezz’aria: la domanda mi sorge spontanea.
«Voi chi?»
«Io, Louis, alcuni suoi compagni di squadra…. Ti divertirai. E ti riportiamo a casa sana e salva, o la zia di Louis farà lo scalpo a tutti.»
Rido perché so che Florence lo farebbe davvero, è molto protettiva con me.
«Avete già qualche idea?»
«Ti passiamo a prendere alle 20.» e così dicendo, mi volta le spalle, alza una mano in segno di saluto, e se ne va.
Scuoto la testa sorridendo, Elle Sid e Louis sono un’associazione a delinquere. Rientro in casa, Florence è ancora al telefono con qualche sua amica, mi sorride mentre io mi dirigo verso la mia stanza. Apro l’armadio. Osservo i vestiti, ordinatamente appesi l’uno accanto all’altro. Apro i cassetti, che contengono magliette e maglioni. Sospiro mentre scivolo a terra, in ginocchio.
«Cosa mi metto!?» mormoro sconsolata.
Zia Flo entra in stanza e mi osserva divertita.
«Sei diventata più europea del previsto, la cosa mi sorprende ma mi fa pure piacere.»
«Non prendermi in giro… è un dramma.» mugugno, mentre lei mi aiuta ad alzarmi in piedi.
«Ti hanno invitato a uscire stasera? – annuisco – Bene, Louis me lo aveva accennato. Quindi, vogliamo testare la tua femminilità?»
«La mia che?!?»
Cos’ha in mente, Florence? L’ultima volta che ha voluto “testare” qualcosa, sono tornata a casa con venti centimetri di capelli in meno.
«Non mi fido… – mormoro, vedendola avvicinarsi al mio armadio – Non mi fido per niente.»
Lei sghignazza e inizia a tirare fuori vestiti apparentemente a caso. Inizia a farmi provare cose che mai nella vita avrei abbinato, e al mio terzo lamento chiude di scatto l’anta dell’armadio su cui è incollato lo specchio.
«Ti rivedrai quando lo riterrò opportuno.»
«Ma…»
«Niente ma!» e, così dicendo, mi lancia una gonna in pieno viso.
 
Sono nell’ingresso di casa Deville, con le braccia incrociate. Aspetto che suoni il campanello, segno che Louis e Elle Sid sono arrivati a prendermi. Davanti a me, Florence mi sbarra la strada per la mia camera, mentre Jean sorride divertito.
«Sei uno schianto, Sakura.» si sente in dovere di dirmi. Io continuo a fissare con pseudo astio la mia maman.
«Non uscirò conciata così.»
«Sei bellissima.» ribatte lei.
«Sono giapponese! – esclamò, alzando le braccia e mostrandole il suo “capolavoro” – Non posso uscire conciata così!»
«Sakura, guardati per favore. – e, avvicinandosi a me, mi fa voltare di 45 gradi per farmi specchiare nello specchio del soggiorno – Sei meravigliosa. Sei una bellissima ragazza che si prepara a uscire con degli amici e a divertirsi. Goditi la serata, ti prego, e per una volta, scordati delle usanze e delle tradizioni del tuo paese.»
Sospiro, affranta.
Indosso una gonna nera che arriva sopra al ginocchio, una canottiera argentata sotto a un maglioncino dello stesso colore della gonna, e ai piedi… i tacchi. I famigerati tacchi.
Non sono miei, ovviamente. Sono di zia Flo, me li ha prestati per la serata.
«Non riesco nemmeno a pensare di camminare, con questi aggeggi. Io…» ma le mie lamentele vengono interrotte dal campanello. Florence si appresta a farmi infilare il cappotto mentre Jean apre la porta ai due calciatori, che così non vedono la mia mise intera, ma solo le mie gambe scoperte.
«Ragazzi – Jean si fa improvvisamente serio – Non perdetela di vista neanche un minuto. Questa signorina stasera è uno schianto, e sarà asserragliata da uomini.» e mi fa l’occhiolino facendomi sorridere e arrossire allo stesso momento.
«Non si preoccupi – Elle Sid mi prende sotto braccio e posa una mano sulla mia a mo’ di protezione – Ci siamo già noi a ronzarle intorno, nessun altro si permetterà di avvicinarsi.»
Scendiamo in strada e ci dirigiamo verso una limousine nera: lo chauffeur mi saluta con un piccolo inchino e ci fa accomodare.
«Caspita, facciamo le cose in grande stasera!» esclamo estasiata guardandomi intorno all’interno dell’abitacolo. Napo ridacchia, mentre Elle Sid apre il frigobar e ne estrae una bottiglia di Dom Pérignon.
«Ho pensato che sarebbe stato più comodo farci portare in giro da Claude, piuttosto che usare i mezzi. – vedendo il mio sguardo dubbioso, si china verso di me – È il mio autista.»
«Dovresti portarla a vedere anche la tua villa, immagino non ne abbia mai viste di così lussuose.» mi schernisce Louis.
«Dipende. – asserisco io, incrociando le braccia al petto – I Wakabayashi ne hanno una splendida a Nankatsu.»
«Ah già, è vero che conosci il SGGK. Avevo rimosso.» risponde lui, facendo spallucce. Gli rispondo con una linguaccia mentre prendo il calice che Elle Sid mi porge.
«Allora proporrei un brindisi. A noi tre, e alla nostra serata parigina. Santé
 
Ho vaghi ricordi resi confusi dal sonno e dall’alcol: sì, stavolta ho proprio esagerato. Mi aggrappo al collo di Louis che sta armeggiando col portone del palazzo, e mi viene da sghignazzare.
«Che hai da ridere, grenouille
«Si sono invertiti i ruoli.» gli sussurro in un orecchio, ricordando di quando era lui ad essere ubriaco marcio.
«Non sei ubriaca, non puoi esserlo, hai bevuto pochissimo. E se lo sei, beh, lasciatelo dire, non reggi proprio niente.»
«Ho fatto del mio meglio per starvi dietro, ma non ho mai bevuto in vita mia. Lo sai.»
«Sì, lo so.»
È una mia impressione, ho il suo tono di voce ha assunto una nota dolce?
«Ora fai piano, se zia Flo si accorge delle tue condizioni è la volta buona che mi uccide. Vieni.»
Mi aiuta a togliere le scarpe così faccio meno rumore, poi mi prende per mano e ci dirigiamo verso la camera, ma dopo tre passi si accorge che non è fattibile, quindi mi si avvicina e mi prende in braccio. La cosa non mi dispiace affatto, sono stanchissima e credo che crollerò subito. Apre la porta della camera e lo sento mormorare qualcosa di vago sul profumo, quindi mi adagia sul letto e si allontana appena. La sensazione di freddo che mi attanaglia è devastante, e inizio a tremare.
«Louis…»
«Che c’è? Hai freddo? Aspetta che ti copro.»
«Non te ne andare… non mi lasciare da sola…»
Lo sento irrigidirsi, poi mi carezza la testa e mi deposita un bacio sulla fronte.
Scosta le coperte e ci copre entrambi: in un attimo sono appoggiata al suo petto, e col tepore del suo corpo mi addormento col sorriso sulle labbra.



Ok, descritta così sembra che Sacchan stia diventando un'alcolista... in realtà, se ci pensiamo, quando eravamo giovani e non avvezzi all'alcol, bastava poco per farci andare fuori *ridacchia* 
Questo capitolo è breve, ma intenso... e fa capire quanto a Sakura manchi il calore di avere qualcuno accanto. E in vino veritas (in vodka figuriamocis!), ergo il suo affetto per Louis emerge parecchio. 
Ma non mi dilungo troppo per evitare spoiler involontari. Vi aspetto la prossima settimana, se vorrete, e nel frattempo vi auguro un caldo e sereno fine settimana 
Bacioni, la vostra Sakura 
   
 
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