Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Diana_96writter    03/08/2018    0 recensioni
Quando neanche il tempo cancella la tenera carezza dell'amore, quando neanche gli occhi riescono a celare l'anima, quando la distanza non riesce a recidere un legame. Una storia che ama la vita e la libertà di viverla, una poesia che narra un'amore che non muore, una storia che non riesce a far del male a chi si ama e ammette il sacrificio, una poesia che non lo permetterà.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adren era rimasto bloccato al centro delle polemiche, ma in tutto quel frastuono una voce lieve come un raggio di sole filtrò tra le tante richiamandolo, si fece strada per la balconata: «Adren!!». La mano distesa verso di lui fu solo un miraggio prima che l’uomo a cavallo saltasse fuori dai cancelli: «Evee!». Dylan era corso al suo seguito ma l’uomo era svanito appena fuori, voltò il cavallo verso il fratello dispiaciuto di non essere riuscito a fermarlo. Adren strinse i denti imponendo alla rabbia di non fuori uscire come avrebbe voluto: «Principe Adren, è d’obbligo una spiegazione». Adren riprese contegno raddrizzando le spalle: «Preparate il mio cavallo». Voleva correre in suo aiuto, il prima possibile pur non sapendo dove fossero diretti, Gerard bloccò il suo cammino: «Non potete andare da solo, potrebbero essere ovunque, dovete a tutti me compreso una spiegazione, se sarete convincente il regno vi appoggerà, ma se correrete al suo seguito senza spiegazioni comprometterete la vostra posizione». Adren strinse i pungi alle mani aveva ragione, non doveva perdere la lucidità, non era con la mente persa che avrebbe salvato Evee: «Riunitevi nella sala del consiglio, vi darò le dovute spiegazioni, Lianne richiedo anche la tua presenza». Lasciò la stanza senza dire altro: «Non sono riuscito a fermarlo». Adren appoggiò una mano sulla sua spalla: «Non ho intenzione di rinunciare a lei, come tu non hai rinunciato alla tua dama, Dylan riconobbi la tua forza e ti promisi supporto, adesso che quella follia sto per emularla, cosa farai?». Dylan sorrise stringendo la spada: «Vi seguirò, vi appoggerò, nel suo salvataggio, nel governo del regno e in tutto quel che verrà, siete il mio re e siete mio fratello, la mia spada combatterà per voi». Chinò il capo sicuro di quella scelta, Adren sorrise fiero di quelle parole: «Voglio mettere le cose in chiaro, poi ti darò degli ordini e non dovrai discuterli».

Avanzò verso la sua stanza, si cambiò d’abiti raggiungendo tutti i ministri nella sala, gli altri ospiti erano rimasti nella sala da ballo perplessi sull’accaduto: «Principe Adren, in primo luogo sono sconcertato, lo siamo tutti dal vostro comportamento, questo ballo era in onore della vostra consorte, è vero quel che si dice su quella cameriera?». Adren prese un respiro per poter affrontare tutte le accuse rivoltagli in silenzio: «Se volessimo dirla tutta, se il ballo era per la mia consorte non c’è stato nulla di sbagliato ad aprire le danze con lei». L’affermazione colse la sorpresa anche della Lady nella stanza: «Principe Adren, è un servitore del palazzo, perché avete una così alta considerazione di lei?». Adren accennò ad un no guardandola duramente: «Non è solo una cameriera, era un ruolo di copertura che l’avrebbe mantenuta al sicuro, è venuta a chiedere il mio aiuto due mesi fa dopo essere scappata da suoi sequestratori, e io decisi autonomamente di aiutarla, averla a me vicino le avrebbe garantito protezione». Gerard si alzò sorpreso da cosa stava cercando di dire: «Questo cosa significa? Chi è quella ragazza di nome Evee?». Adren strinse la spada: «Il suo vero nome è Eveleen, è l’unica sopravvissuta di una guerra avvenuta tempo a dietro, è la duchessa del feudo di Cora che fu scelta come mia consorte».

L’aria nella sala rimase sospesa in aria all’apprendere della notizia, gli occhi malva erano rimasti spalancati, l’aveva costretta a partecipare al ballo per portare allo scoperto il possibile tradimento, mai immaginava potesse essere una duchessa, ancor meno sapeva che era stata promessa prima di lei a quel Re: «Per questo, andrò a salvarla, sono le uniche spiegazioni che vi devo, Lianne seguimi». La ragazza riprese lucidità seguendolo a ruota fuori dalla stanza, Adren chiuse la porta guardandola furioso: «Chi ti ha parlato di lei?».  Lianne indietreggiò spaventata: «Chi?». Il ragazzo si allontanò dal viso che aveva appena appreso la notizia: «Uno dei ministri lavora con il feudo di Simac o quel che ne resta per distruggere questo regno, Eveleen è la chiave per farlo, io andrò anche se sarà per me una trappola probabilmente mortale, voglio che tu non esca da questa stanza e che dica tutto quel che sai a Dylan, così da poter fermare quello che sta per accadere». Lianne si lasciò cadere a terra terrorizzata a come quel piccolo dispetto era diventato pericoloso: «Il vostro cavallo è pronto». Adren si avvicinò a Dylan pronto a seguirlo: «Tu resti qui». Sussultò  non concorde con l’ordine: «Verrò per…». Adren lo bloccò osservandolo dall’alto: «È una trappola Dylan, se verrai anche tu questo regno avrà fine, andrò da solo con i soldati, ho bisogno che resti qui, che fermi quell’uomo, che proteggi le persone qui a palazzo e che mantieni stabile la situazione fin al mio ritorno». Dylan strinse i denti ma dovette arrendersi e lasciarlo andare: «Non preoccupatevi Altezza». Luke saltò giù dal balcone con il fuoco nelle iridi, montò a cavallo seguendo Adren nella sua corsa: «Vi guiderò a loro». Adren lo guardò storto non si fidava ancora di quel ragazzo, che pochi giorni prima aveva dato la sua disponibilità a proteggere Evee e il regno: «Perché dovresti?». Luke arricciò le sopracciglia prendendo velocità: «Perché la sua sicurezza è la mia ragione di vita».  

Arrivati nella foresta scesero dai cavalli in quella che era una vecchia villa abbandonata, avanzarono con la guardia alta, in un attimo ai soldati fu sottratta la vita dalle frecce cadute in una cascata dall’alto lanciate dalle finestre. Adren e Luke riuscirono a ripararsi e a raggiungere la costruzione nascosti dalla boscaglia, salirono le scale guardando anche il più piccolo centimetro per riconoscere i segni dei rapitori. I colpi improvvisi riuscirono ad avvisarli dell’imboscata alle spalle, ma era troppo tardi per scendere a raggiungerla, erano al piano superiore circondati spalle a spalle contro i nemici: «Non mi fido ad averti alle mie spalle». Luke sorrise stringendo la spada: «Avete ragione, Evee è il mio unico obiettivo, potrei lasciarvi qui, ma se lo facessi i suoi occhi affogherebbero nel dolore, non fatevi privare della vita Altezza, Evee non lo sopporterebbe». Si scagliò contro i nemici per aprirgli la strada: «Andate!». Adren corse fuori dal cerchio: «Luke, non morire». Scese le scale con un balzo per correre in direzione dei colpi che aveva sentito, spalancò la porta gettandosi a capo fitto tra i briganti, colpendo uno dopo l’altro nella sola speranza che Evee fosse ancora raggiungibile: «Fermo li!». Si bloccò di colpo quando il pugnale sfiorò la pelle che gli apparteneva: «Adren».

Evee aveva le mani legate ed ostaggio dell’uomo avvolto nel mantello e con l’odio negli occhi: «Getta la spada». Adren strinse il manico, lasciarla andare significava avere la sua resa, i briganti rimasti illesi lo avevano di nuovo circondato: «Getta la spada o la uccido». Strinse i capelli di Evee esponendo il collo alla lama. Evee strinse i denti imponendo alle lacrime di non toglierle la visuale: «Non ti permetterò di fargli del male…». Gli pestò un piede con forza e approfittò del suo dolore per evitare la lama e colpirlo con una testata per liberarsi e dar la possibilità ad Adren di colpirlo, ma i briganti fecero da scudo all’uomo correndogli contro con l’istinto omicida sulla pelle. Luke sfondò la porta, erano di nuovo spalle a spalle contro i nemici, si lanciò nelle fauci della morte con Adren a combattere per vivere.

L’uomo si sollevò stringendo la testa colpita e stordito osservò Evee, cercava di liberarsi delle corde per combattere come poteva, o scappare per lasciare liberi i due ragazzi di colpire senza pietà: «Avresti dovuto ucciderlo e  tutto questo non sarebbe successo, perché non lo hai fatto, Corine?».  Adren sussultò voltando lo sguardo sorpreso verso di loro, Evee strisciò lontano mentre riprendeva la spada: «Non potrei mai uccidere chi amo!». L’uomo si fermò a guardarla attentamente e sorrise in pena per se stesso: «Quindi è questa la verità, sei quella sbagliata, mi hai fatto credere di voler vendicare tua sorella e invece tu sei corsa ad avvertirlo». Scoppiò a ridere terrorizzandola: «Quelle saranno le tue ultime parole, Principessa». Alzò la spada correndole contro per trafiggerla, Evee si rialzò spaventata non era riuscita a liberarsi, ma la mano di uno dei moribondi la bloccò e cadde a terra violentemente, si voltò a guardare quell’uomo con la morte negli occhi, strinse i denti spaventata: «Evee!» Adren colpì un altro uomo senza potersi avvicinare.

Il rumore della spada che attraversava il corpo tinse di rosso l’intera stanza, Evee voltò lentamente lo sguardo senza avvertire dolore e gli occhi ossidiana persero colore quando si accorsero che a proteggerla Luke non aveva esitato, l’uomo a loro di fronte era morto di colpo ma Luke era ancora in piedi, sembrò riprendere fiato ma tossì color rosso lasciandosi cadere di spalle a terra, la spada si estrasse da sola alla caduta lasciandolo inerme: «Lukeeeee!». Adren sistemò l’ultimo combattente correndo a liberare Evee e a controllare che gli sconfitti stesi a terra non potessero minacciarli. Evee usò la spada per strappare il vestito e correre a cercare di fermare il sangue che scorreva sul legno scuro nella speranza che Luke fosse ancora lì: «Perché…». Strinse gli occhi alle lacrime senza trattenerle, Adren la seguì a ruota premendo la stoffa sulla ferita: «Luke, resisti». Il ragazzo sollevò lo sguardo quasi spento allungando una mano ad accarezzare il viso di Evee: «Non piangere così». Evee gli strinse la mano spaventata: «Luke, non puoi andartene senza essere ricompensato, ti prego resisti». Negò appena con le ultime forze, quello era un addio: «Sono felice di essere riuscito a mantenere la mia promessa…Evee non potrò più proteggerti…però potrò tornare da Corine…da lei…non l’ho delusa, ti prego…non la odiare…ha capito troppo tardi quello che provavi…in punto di morte mi ha dato ordine di…proteggerti fino a che saresti…stata al sicuro…ora sei nelle mani del Principe…non posso fare altro per te…ma non piangermi…restarti accanto è stato come…come vivere…accanto a Corine…». Evee strinse la sua mano al petto ormai preda delle lacrime, anche Adren aveva smesso di sperare che potesse sopravvivere: «Non l’ho mai odiata Luke, Corine era mia sorella, le volevo un mondo di bene, le avrei ceduto il mio posto, se non mi fossi…innamorata…». Luke sfilò la mano dalla sua per accarezzarle il viso e cancellare le lacrime dal volto: «Promettimi solo…che vivrai…vivrai anche per lei, tu devi vivere e riportare… riportare alla gloria il nostro feudo…è tuo dovere Eveleen, sono felice di aver compiuto il mio…Principe Adren…». Il ragazzo si avvicinò per ascoltare l’ultima speranza della voce labile che velocemente si stava spegnendo senza paura: «Prendetevi cura di lei…se non lo farete…il mio fantasma verrà a perseguitarvi…». Adren accennò una risata spegnendo il sorriso quando la testa ricadde senza forze sulle gambe di Evee: «Il mio tempo è finito…il mio compito è finito, ma per voi no…dovete andare, Dylan è in pericolo, c’è ancora un traditore…al castello, non lasciate che distrugga questo regno…Eveleen…grazie per essere sopravvissuta». Sorrise appena cercando di fermare le lacrime: «Fa buon viaggio, Luke, porta i miei saluti e il mio affetto a Corine e a tutti gli altri, dì loro di guardarmi, ridarò vita al nostro feudo e che li...vi, porterò sempre nel mio cuore». Luke sorrise felice di quelle parole abbandonando la resistenza sotto gli occhi lucidi, sofferenti e felici di Evee: «Grazie per tutto quel che hai fatto per me, Luke, grazie davvero». Adren rimase in silenzio qualche istante prima di aggirare il corpo del ragazzo e stringere Evee: «Verremo a riprenderlo, ma dobbiamo andare, il regno è in pericolo».
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Diana_96writter