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Autore: Lidzard    04/08/2018    3 recensioni
Michifer AU
'' La gente fa caso solamente alle immagini delle cose. Nessuno fa caso alle cose stesse. '' -Kurt Vonnegut Jr.
Lucifer è un soldato, la sua famiglia è radicata nell'esercito da che ha memoria, il suo destino sembra già essere scritto e si arrende ad esso, abbandonando sogni, speranze ed ambizioni in un vecchio cassetto della mente. I colori e le luci svaniscono lentamente, finché non rivede la torre. Nella torre incontrerà un uomo, e la possibilità di un destino diverso, più luminoso, si affaccerà alle porte della sua coscienza. Riuscirà il misteriomo uomo della torre a far tornare Lucifer al suo vecchio splendore?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Musica

 

Mi trovavo ai margini della torre, sconcertato da due cose; la prima era che stavo tremando, la seconda, che la torre era completamente buia. Non sapevo se fosse positivo o meno, ma il tremore mi fece sentire più reo di ciò che stavo per affrontare. La verità amara era che non ero andato lì per affrontare Michael, ma per prendere una decisione che avrebbe cambiato per sempre la mia vita, in un modo o in un altro.

Mi sorpresi nell'udire delle note mentre percorrevo gli scalini. Non sentivo quella musica da quando raggiunsi ed esplorai la torre per la prima volta.

La porta sul pianerottolo in penombra era spalancata. Mi si gelò il sangue quando di colpo la musica terminò, a metà del brano. Deglutii e presi un profondo respiro, non avevo nessuna paura di Michael, ma piuttosto di non trovarlo lì con me.

Feci due passi dentro la stanza, le lampadine erano sparite e questo  fece suonare un minuscolo campanello d'allarme nella mia testa. Non aveva nessun senso, e la cosa più perturbante era quella sedia rossa, voltata verso la porta, sulla quale c'era un foglio di carta giallastra con una serie di parole impresse a penna, con una calligrafia maldestra. Mi feci coraggio e, scrutando il territorio intorno senza trovar traccia di Michael, decisi di leggere quel foglietto.

Non mi piaceva quella situazione, ma era stata una mia scelta quella di andare via e ripresentarmi senza preavviso. Forse non conoscevo bene Michael come avrei dovuto, ma in qualche modo sapevo di essere al sicuro dopotutto. Dunque iniziai a leggere con attenzione e da subito ebbi l'impressione che questo foglio non fosse affatto destinato a me, siccome vi trovai la parola "Fratello" proprio all'inizio del testo. Rigirai il foglio dal lato opposto. Dietro c'era scritto "Lucifer". Sospirai ed aggrottai le sopracciglia, leggendo senza pretendere di capire, perché con Michael non si poteva sperare di avere sempre tutte le risposte a portata di mano. Sapevo che avrei dovuto scavare più in profondità.

Fratello, quando ho scoperto con mio grande orrore che non potevo vederti, ho pensato ad un modo per far sì che fossi stato tu a raggiungermi prima o poi. Il dilemma era: come si può attirare qualcosa di così puro e selvaggio in un mondo così oscuro e misero? So che ti sembrerà fin qui una cosa senza né capo né coda, ma ti scongiuro di imprimere ogni lettera nel tuo cuore, di sentirla tua, perché è proprio così.

Ricordi quando ti dissi che la falena, pur di raggiungere la luce, si bruciò e cadde? Ecco, in quell'istante forse hai pensato che la falena fossi tu, ed io la luce, la verità è che ho cercato di attirarti con essa per fare breccia nell'oscurità, per meravigliare i tuoi sensi limitati dalla tua forma, che non rende giustizia alla tua vera natura, perché non credere che sia quello che vedi riflesso allo specchio ciò che davvero sei, ma ho bruciato me stesso e le mie tappe come vedi.

Le parole che dovevano servire a rompere le tue catene maledette, ti hanno tirato ancora più a fondo. Mi dispiace di averti fatto del male. Non intendevo farti soffrire, non intendevo essere così ignobile da farti andare via. Credimi, la cosa ha ferito molto più me che te, ma è tutta colpa mia, che ho sottovalutato le cicatrici che ancora porti dentro, e senza volere le ho rese più profonde.

Vuoi sapere una cosa? Sono uno sciocco, ancora più sciocco del modo in cui ti ho ferito. All'inizio credevo di non poterti vedere, solamente perché i miei occhi umani erano ciechi, ma quando ti sei avvicinato alla torre, oh se ti ho visto. Ti vedevo da chilometri. Eri smagliante, tanto che il faro non era che una scintilla di fuoco morente al tuo cospetto. Potevo vedere mio fratello, la stella del cielo che cadde per orgoglio e superbia. Quella stella eri tu, Lucifer, ed io ho pianto di gioia alla consapevolezza che quell'arcangelo bellissimo fosse ancora così puro nonostante la caduta. Ed ho capito che quello che tutti pensavano fosse atto di orgoglio era solamente onore macchiato, quello che apparve superbia era amore furioso e ferito verso un Padre che ti ha messo su un piedistallo più basso, in favore dell'ultima bellissima creazione, che con entusiasmo decise di rendere a sua immagine e somiglianza, mentre noi non avevamo alcuna forma, né somiglianza.

Mio caro Lucifer, fratello, ho forse peccato, pensando che orgoglio e superbia fossero state più che legittime, perché non c'era essere che potesse superarti in bellezza e grazia? E fulmini, cieli sconfinati di aurora, e piogge di comete, tramonti, albe, stelle e pianeti di tutto l'universo.. ma cos'erano paragonati all'opera d'arte che il Padre aveva fatto di te? Quanto potevi essere magnifico ai tempi in cui eri esempio di destrezza e saggezza per tutti i tuoi fratelli?

Forse è per questo motivo che sono il più debole, perché non sono riuscito a starti lontano, quando tutti gli altri sentivano la tua mancanza senza osare cercarti, sono stato io il primo e l'unico a cadere per te.

Tuo,
Michael.

 

   
 
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