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Autore: Mr Lavottino    05/08/2018    5 recensioni
*STORIA AD OC*
Duncan, grazie all'aiuto dell'amica Zoey, trova lavoro presso un campo estivo. Qui conosce i ragazzi partecipanti e tutto sembra andare per il meglio, finché non salta l'elettricità e viene trovato un cadavere all'interno di uno degli alloggi.
Tra di loro c'è un assassino che, lentamente, inizia a mietere vittime in tutto il gruppo.
Riuscirà il nostro eroe a salvarsi? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Duncan, Nuovo Personaggio, Zoey
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Moonlight Camp'
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Ci aveva pensato per un quarto d'ora buono ed arrivato alla conclusione che Isaac non poteva essere l'assassino, o per lo meno non poteva aver ucciso Sophy.
Il motivo era talmente scontato che maledisse se stesso per non essere stato in grado di arrivarci. Eppure si reputava un ragazzo intelligente, come aveva fatto a non accorgersi di un dettaglio tanto importante?
La ferita di Sophy era palesemente causata da un coltello e Isaac ne era sprovvisto. Certo, c'era sempre la possibilità che dopo aver ucciso la mora si fosse sbarazzato dell'arma del delitto, ma la cosa non aveva molto senso. Perché sbarazzarsene se tutti già sospettano di te? Tanto valeva tenerlo per poterlo usare come difesa.
Inoltre Isaac aveva parlato di "primo omicidio" e questo aveva alimentato i suoi dubbi. E se l'assassino fosse davvero qualcuno di a lui ignoto? Una persona che, per sei giorni, si era limitata ad aggredirli e ad ucciderli. Sì, quella probabilità andava presa in considerazione, ma per vari motivi la riteneva sbagliata.
Innanzitutto l'assassino uccideva le vittime perché se fossero sopravvissute avrebbero potuto smascherare la sua copertura. Di questo ne era più che sicuro.
Si alzò e, muovendosi a fatica, cercò di dirigersi verso la porta, ma una voce a lui familiare lo fece voltare.
- Oh, vedo che avete fatto da soli. Bene, quindi mi basta uccidere te e tutto sarà come prima.- vide un sorrisetto diabolico sul suo volto e rimase come pietrificato.
- Tu?- chiese, quasi scosso. Ripensandoci, era una cosa ovvia. In un certo senso se lo sarebbe dovuto aspettare. Ebbero solo un breve dialogo, dopodiché sentì una lama infilarsi dentro le sue carni. Dallo stomaco gli iniziò ad uscire un sacco di sangue, che si aggiunse a quello di Isaac e Frida, poi cadde a terra e, strisciando, cercò di arrivare verso la porta. Doveva avvisare gli altri, ci doveva riuscire. Riuscì effettivamente a parlare con qualcuno, ma dopodiché vide il buio.

Claire aveva ripreso a scrivere sul suo quaderno. Riempiva le pagine con l'inchiostro ed era arrivata a riempire la metà del piccolo quaderno che si era portata.
Stava progettando una storia Horror con risvolti paranormali e, seppur quello non fosse il luogo e il momento più adatto per farlo, si era seduta sul suo letto per completare i dettagli. Per idearla trasse ispirazione da una storia che aveva letto qualche anno prima, la cui trama parlava di un gruppo di ragazzi bloccati dentro un bus da uno spirito maligno.
Il suo progetto era simile, però ambientato su un treno.
- Lo chiamerò "The Train"!- si alzò di scatto, convinta della sua scelta. Amava la sensazione che provava quando scriveva. Veniva avvolta da brividi che la accompagnavano nella progettazione di ogni singola scena.
Nella sua storia aveva aggiunto un personaggio che, in tutto e per tutto, le ricordava Jason. Pensava di farlo morire subito, quasi come se potesse vendicarsi di lui tramite un libro, ma più i giorni erano passati e più questo personaggio era arrivato avanti. Ormai, nella sua storia, erano in tre e lui era in tutto e per tutto il protagonista.
Il motivo di questa sua scelta era, in parte, condizionato dagli avvenimenti di quella mattina. Con le sue parole rudi e senza tatto, Jason era stato in grado di arrivare al nocciolo del discorso permettendole di tirarsi su di morale.
Non si era innamorata di lui, si era semplicemente presa una cotta che, in quella situazione, avrebbe soppresso il più presto possibile.
Sentì bussare alla porta e, dopo aver nascosto il libro, invitò la persona a farsi avanti. Zoey, timidamente come al solito, entrò e si sedette sul letto davanti al suo.
- Hai bisogno di qualcosa?- chiese la castana, reggendosi al materasso con le mani.
- Non proprio... semplicemente ti ho vista un po' triste e volevo parlarti.- spiegò la rossa, accennando uno dei suoi soliti sorrisi gentili.
- Sì, è vero, ma credo di aver risolto.- disse, con fermezza, per poi guardarla negli occhi con fare soddisfatto.
- Per caso c'entra Jason?- domandò Zoey, assumendo un tono provocante. Vide il volto della castana diventare completamente rosso.
- No!- gridò lei, colta alla sprovvista.
- Ricordati che essere sinceri con se stessi è importante.- quella frase gli veniva detta spesso anche da suo padre, a cui era molto legata, e le ricordava quando da piccola si faceva male e lui, vedendola mentre faceva finta di non essersi fatta nulla, la rimproverava.
- Sì, lo so. - concordò poi, sorridendo leggermente.
- Ecco, vedi?- anche la rossa rise, facendo sentire Claire leggermente meno in soggezione.
- Mi ha aiutato, seppur con delle brutte parole.- spiegò, omettendo il soggetto nella speranza di imbarazzarsi di meno.
- Ah, l'amore... è una cosa bellissima.- disse Zoey, intrecciando le dita tra di loro - Però a volte porta a fare cose che altrimenti non si farebbe mai. Ricordalo, cerca sempre di combattere per la persona che ami, ma senza esagerare.- mosse l'indice con fare da maestrina, facendola ridere. Anche lei si lasciò andare ad una risatina.
- Ovvio. Non bisogna mai farsi guidare dai sentimenti, altrimenti si diventa ciechi.- controbatté lei, facendo fare una faccia soddisfatta alla rossa.
- Come siamo saggi, eh?- la derise poi, portando entrambe a scoppiare a ridere in contemporanea. Finalmente Claire sentiva che quel peso che per tutta la settimana l'aveva angosciata stava svanendo. Quella conversazione la stava aiutando molto.
- Piuttosto, tra voi due le cose come vanno?- domandò, assumendo un'espressione da impicciona.
- Io e chi?- rispose la rossa, cercando di essere la più vaga possibile.
- Non tergiversare, parlo di te e Duncan.- a quelle parole fu Zoey a diventare tutta rossa. Per quanto avesse avuto modo di parlare con il diretto interessato della cosa, anche non aveva detto a nessuno della loro relazione. Non che stesse cercando di tenerla nascosta, solamente si vergognava troppo. Anche se poi, alla fin fine, le uniche persone con cui poteva parlare in quel momento erano Jason e Claire.
- Bene... credo.- concluse, balbettando la prima parola. La castana la guardò con fare interrogativo prima di ripartire con le domande scomode.
- Che cosa vuole dire?- chiese, incrociando le gambe sul letto.
- Va tutto bene, dobbiamo solo "ufficializzare" la cosa. - disse, mimando le virgolette con le mani.
- Mi stai dicendo che vi siete messi insieme qua?- domandò, con fare sorpreso.
- Sì. - tagliò corto Zoey, sorridendo imbarazzata.
- Cavoli, pensavo steste insieme da più tempo.- disse la castana, guardandola ridacchiare.
- Già, non è molto...- la rossa fece un sorriso amaro, quasi come se fosse triste di ciò.
- Non sembri molto felice.- le fece notare Claire, guardandola mentre lentamente cambiava espressione.
- No, sono felicissima, è solo che vorrei che durasse per sempre.- disse, per poi portare lo sguardo verso un punto indefinito della stanza.
- Oh, ma può.- a quelle parole la rossa si voltò verso di lei, con un'espressione più che sorpresa - Devi solo tenertelo stretto.- la castana scrollò le spalle, sorridendole.
- Hai ragione!- concluse l'altra, scattando in piedi piena di entusiasmo - Adesso vado, grazie per questa chiaccherata.- disse Zoey prima di alzarsi.
- Di nulla, anzi, grazie a te. - Claire la salutò con un gesto della mano, per poi attendere che l'animatrice uscisse dalla stanza.

Duncan era rimasto dentro la mensa. Si era messo seduto e, tra un pensiero e l'altro, si era completamente perso nella sua testa.
Il pullman sarebbe arrivato il giorno dopo e lui avrebbe gradito che tutti i rimasti in vita rimanessero tali, così da evitare altre morti inutili. Avevano già perso metà del gruppo e questo gli bastava ed avanzava.
Poi, quasi come un fulmine a ciel sereno, si ricordò della cosa più importante: il suo stipendio. Quei pochi dollari che, con il cento per cento delle probabilità, non avrebbe mai incassato. Doveva pagare l'affitto e per di più pagarsi il cibo per i successivi nove mesi. Inoltre per colpa di Isaac avrebbe dovuto sborsare anche altri soldi per pagare gli pneumatici nuovi.
Sentiva le sue tasche più vuote che mai. L'unico pensiero positivo che fece fu che, nel caso fosse diventato evasore, sarebbe potuto andare in carcere scroccando vitto e alloggio allo stato per un bel po'. 
I suoi pensieri pessimisti vennero interrotti da Zoey che entrò nella stanza quasi correndo. La guardò per qualche secondo, sorpreso dal suo arrivo.
- Duncan!- urlò poi, facendolo quasi spaventare.
- Zoey...- disse lui, con voce più calma.
- Io e te dobbiamo parlare!- la rossa trasse un respiro e poi si sedette davanti a lui, guardandolo fisso negli occhi. Nelle pupille della ragazza leggeva un ghigno pieno di convinzione che lo portò ad avere ancora più paura.
- Certo, dimmi pure.- ridacchiò nervosamente, grattandosi la testa con fare disinvolto.
- Voglio ufficializzare la cosa. - disse, battendo entrambe le mani sul tavolo con decisione. Il punk assunse un aria confusa.
- Eh?- chiese, alzando un sopracciglio.
- Noi.- l'audacia di Zoey, fino a quel momento più che presente, si spense di colpo davanti all'innocenza del ragazzo. Venne presa preda dall'imbarazzo, facendole diventare impossibile andare dritto al punto.
- Noi cosa?- domandò Duncan, facendola innervosire ancora di più. Possibile che non riuscisse a capire?
- Noi due!- alzò l'indice ed il medio della mano sinistra per cercare di farsi capire meglio.
- Abbiamo fatto qualcosa di male?- disse il punk, inclinando la testa. La pazienza della rossa era quasi al limite e, in preda ad un attacco d'ira, lo prese per la maglietta e lo baciò sulle labbra.
- Questo!- concluse poi, mantenendo la presa ferrea sull'indumento dell'altro.
- E non potevi dirlo subito?- controbatté l'altro, ancora impaurito dall'atteggiamento dell'altra. Sapeva che, quando si ingelosiva, diventava un Terminator versione femminile, ma non pensava che potesse esserlo anche in altri momenti.
- Ci ho provato ma tu... ah! Comunque sia, voglio renderla ufficiale.- disse Zoey, guardandolo con i suoi occhi nocciola dritto negli occhi. Notò nello sguardo del moro un senso di smarrimento e rischiò di dover diventare aggressiva di nuovo.
- Non lo era già?- a quelle parole la rossa placò tutti i suoi istinti violenti e lasciò la presa dalla maglietta del ragazzo. Senza che nemmeno se ne rendesse conto, Duncan la avvolse in un abbraccio dolce che le scaldò il cuore. Il suo voltò diventò tutto rosso, al punto che non riuscì nemmeno a ricambiare quel gesto d'affetto.
- Quindi noi siamo... fidanzati?- chiese, guardandolo con fare speranzoso. Il punk si mise a ridere e la guardò con un lieve sorriso sul suo volto.
- Certo, fiorellino.- disse, per poi sentire un battito fortissimo provenire dal petto della rossa. Il suo cuore stava andando a mille e per un istante ebbe paura che potesse esplodergli.
- Mi dispiace dover interrompere il vostro toccante momento, ma avrei bisogno di parlare con Duncan.- la voce di Jason richiamò la loro attenzione, facendoli spagliare. Il ragazzo, con il suo solito ghigno, teneva un coltello in mano con fare minaccioso e si stava lentamente avvicinando ai due.
- Che cosa hai intenzione di fare?- domandò Zoey, spaventata alla vista dell'arnese.
- Oh, nulla di che. Solo parlare.- si girò il coltello tra le mani e mosse un altro passo in avanti.
- Posa quel coltello.- lo intimò il moro. Si toccò la tasca alla ricerca della pistola, ma si ricordò di averla lasciata sul bancone e, in quelle condizioni, non avrebbe mai fatto in tempo a prenderla.
- Su, non avere paura. Alla fine è tuo.- iniziò a sventagliare il coltello a casaccio permettendo all'animatore di riconoscerlo. Quello era l'arnese che utilizzava per intagliare il legno da ragazzino.
- Perché ce l'hai tu?- domandò, mentre cercava di indietreggiare per avvicinarsi alla pistola.
- Non ti muovere! So dove stai cercando di andare.- avvicinò il coltello a Zoey, costringendolo a fermarsi - L'ho trovato dentro il tuo cassetto. Scoperta interessante, vero?- ormai era a pochi passi da loro.
All'improvviso la porta si aprì e Claire fece il suo ingresso nella stanza, stranendosi nel vedere quella scena. Jason fece il grave errore di voltarsi per vedere chi fosse entrato, quindi Duncan ne approfittò per saltargli addosso e disarmarlo.
- Zoey, prendi Claire e scappate!- gridò poi, guardando la rossa mentre prendeva di forza la castana, confusa dalla situazione, per poi correre fuori dalla mensa.
- Mai distrarsi!- gridò Jason, per poi colpire con un calcio il punk spingendolo indietro.
- Per primo lo hai fatto tu. - lo canzonò Duncan, ricevendo una risatina come risposta.
- Io posso permettermelo.- detto ciò Jason ripartì alla carica e gli salì addosso puntandogli il coltello sulla gola. L'animatore riuscì a sollevarlo e a lanciarlo contro il bancone con violenza, facendogli sbattere le spalle contro il legno. La differenza di età e di fisico tra i due era notevole, e questo aiutava notevolmente il punk.
Duncan tentò di afferrare la pistola, ma il ragazzino gli lanciò il coltello ferendolo alla mano, poi gli saltò addosso nuovamente facendolo cadere di peso. Stettero qualche minuto a scambiarsi pugni e calci, cercando a turno di afferrare l'arma, ma senza tuttavia riuscirci. Il coltello, invece, era finito sotto un armadio diventando quindi irreperibile.
La situazione sembrava in fase di stallo, finché Jason non lanciò un vasetto di sale contro Duncan e, approfittando della sua distrazione, prese la pistola e gliela punto contro.
- Perfetto, adesso possiamo parlare?- chiese, con fare da psicopatico - Oppure vuoi che prima ti spari alle gambe?- ghignò, alzando le spalle.
- Di cosa vuoi parlare?- chiese il punk, gettandosi di tanto in tanto qualche sguardo intorno per cercare di capire come poter uscire da quella situazione sgradevole.
- Eh, no, Duncan, così non va bene. Devi starmi ad ascoltare, non puoi distrarti guardando in giro. - il moro scosse la testa e, senza pensarci due volte, premette il grilletto. Il punk cacciò un grido di dolore non appena il proiettile gli colpì la spalla sinistra.
Si portò una mano sul punto colpito e, chiudendo un occhio per il dolore, la vide diventare tutta rossa.
- Figlio di puttana.- commentò poi, facendo fare una faccia sgarbata al ragazzo.
- Queste cose non si dicono.- appoggiò la canna dell'arma contro la fronte dell'altro, osservandolo mentre tremava impaurito. Attese che il punk chiuse gli occhi, per poi riprendere a parlare con calma.
- Bene, credo tu abbia capito com'è che ci si comporta.- concluse, con fare soddisfatto. Allontanò l'arma dalla fronte dell'animatore, osservandolo con gusto mentre questo sospirava sollevato.
- Di cosa vuoi parlarmi?- chiese poi, abbassando lo sguardo con fare sconfitto.
- Più che altro vorrei chiederti perché hai iniziato a uccidere dei ragazzini, perché un'idea ce l'ho, ma non ho la risposta definitiva.- disse, sorridendogli in faccia con fare tutt'altra che normale.
- E sarebbe?- domandò l'altro, mantenendo la mano sulla ferita al braccio per evitare che uscisse troppo sangue.
- Tu sei l'unico pulito. In questa faccenda tutti quanti abbiamo almeno un qualcosa che ci porta a sospettare l'uno dell'altro, ma tu, eccezion fatta per il tuo caratteraccio, non hai mai avuto un qualcosa che facesse sospettare di te. - si prese una pausa per guardarlo fisso negli occhi.
- E con questo cosa intendi dire?- commentò il punk, spaesato da tutto quello che il moro gli stava dicendo.
- Che sei tu l'assassino. Hai fatto in modo di sembrare talmente scorbutico da sembrare troppo banale per essere il killer ed hai ucciso il gruppo mettendo in mezzo dei poveri innocenti.- Jason stava ghignando come non mai, contento nel vederlo in netta difficoltà. 
- E io che pensavo tu stessi per dire qualcosa di sensato...- abbozzò il punk, scuotendo la testa come se fosse deluso. Il moro alzò un sopracciglio, stranito dalla cosa.
- Eh? Perché mai tu...- non fece in tempo a finire che si ritrovò per terra e con un dolore alla fronte. Duncan, approfittando di un suo momento di distrazione, gli aveva lanciato lo stesso tubetto di sale che in precedenza il ragazzo aveva usato per disarmarlo.
- Male, Jason. Non ci si distrae.- lo sfotté, per poi afferrare la pistola e puntargliela contro con uno sguardo soddisfatto in volto - E comunque, no. Non sono io l'assassino. Sono solo un fottuto dipendente bisognoso di soldi.- aggiunse, smanettando con l'arma.
- Oh sì, lo so benissimo.- rispose quello, ridendo - Posso almeno dirti la mia vera teoria? Quella che ti ho detto prima era solo per fare scena.- domandò, sperando che l'altro accettasse.
- Sentiamo, ma ti consiglio di fare presto.- detto ciò il moro cominciò a parlare. Lo ascoltò per cinque minuti poi, dopo che ebbe finito, premette il grilletto e gettò la pistola per terra senza nemmeno guardarlo.
Dopodiché uscì e si mise alla ricerca di Claire e Zoey. Le vide dalla finestra del dormitorio femminile e, non appena la rossa si accorse di lui, lo raggiunsero.
- Sei ferito, dobbiamo medicarti subito.- disse Zoey, guardandolo con fare preoccupato.
- No, non preoccuparti. Adesso pensiamo a ritrovare Nathaniel e Frida. Jason mi ha detto che ti ha visto mentre entravi nella piscina assieme a loro.- dopo quelle parole diede le spalle alle due, per poi avviarsi verso la sua piscina.
- Oh, questo non è possibile.- disse la rossa, ridacchiando.
- Eh? Che intendi dire?- chiese Duncan, guardandola con fare interrogativo.
- Sono morti tutti e due. Anzi, lo è anche Isaac.- spiegò, alzando le spalle. Il punk non fece in tempo a dire altro che la rossa estrasse un coltello e, con violenza, lo conficcò nello stomaco di Claire.
Duncan rimase immobile come paralizzato, mentre la castana si toccava il punto colpito. Il sangue stava uscendo in grande quantità dalla sua ferita, ma l'unica cosa di cui la ragazza si preoccupava era di guardare la sua assassina che, come se niente fosse, le stava sorridendo. 
Quella mattina pensava di aver creato una sorta di amicizia con lei e invece l'unica cosa che aveva fatto erano i supposti per la sua morte.
- Cosa hai...- disse Duncan, con una voce piatta. Era rimasto traumatizzato dal quel gesto inaspettato.
- L'ho fatto per te, Duncan. Ho dovuto ucciderli per te!- estrasse il coltello dal collo di Claire, che nel frattempo aveva perso un sacco di sangue, e si avvicinò al punk, ancora immobile per via dello shock - E adesso... devo uccidere anche te.- gli saltò addosso con il coltello tra le mani e, senza nemmeno guardarlo,affondò il coltello nelle sue carni.


ANGOLO AUTORE:
Colpo di scena. Eh, già. Zoey è l'assassino. Devo dire che è stato difficile lasciare piccoli segnali in giro senza permettervi di capire subito che fosse lei il killer.
Pensate che è nata prima la Zoey yandere che la stessa trama di Moongliht Camp. Ero già più che convinto che sarebbe stata perfetta in quel ruolo, del resto anche con Commando Zoey aveva già dato prova del suo essere selvaggia.
Detto ciò, siamo agli ultimi colpi. Domenica prossima uscirà l'ultimo capitolo di questa storia. È leggermente più corta, seppur di poco, rispetto ai miei standard, ma più che alla narrativa fluente voleva dare spazio al giallo in se.
Beh, non vi resta che ipotizzare sul perché la rossa abbia deciso di far fuori tutti ;-)
   
 
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