Tutto questo è colpa della Lia.
Lo stesso mio essere qui, dopo avere recuperato le tre stagioni dell’anime in circa una settimana, è da imputare principalmente alla Lia che mi ha definita un’eretica. Per lo shippare questi due e l’aver scritto questa cosa senza senso pure, perché è lei che manda immagini simili.
Insomma: è sempre colpa della Lia.
Quindi per il risarcimento danni, chiedete a lei. Io sono innocente e non ho un soldo.
Di
pensieri sconvenienti, piani geniali e terme improvvisate
[ovvero di Momo che tenta in modo maldestro e fallimentare di non
sembrare una stalker pervertita]
È un pensiero che definire
sconveniente sembrerebbe riduttivo, ma continua a tornarle alla mente con fare
perentorio e con sempre più insistenza. Jirou continua
a ripeterle che dovrebbe essere imbarazzata (e lo è) e dovrebbe farsi
lobotomizzare una parte di sinapsi per eliminare tale tarlo fastidioso e
sconveniente (e lo farebbe), ma Momo nonostante tutto sta affrontando la
situazione con una strana e innaturale mente scientifica.
Insomma, è una questione che merita
la massima serietà, è l’equivalente di uno dei misteri della Corona inglese o
della Casa Bianca.
“O
magari è solo un modo un po’ atipico del tuo cervello per sbatterti in faccia
la tua cotta per lui.”, aveva sibilato ancora Kyouka, ormai stanca di tutto questo.
Fatto rimane che la povera Momo sta
perdendo il sonno di notte, e la colpa è tutta da imputare a Todoroki che fortunatamente – per lei, s’intende - rimane ignaro
e totalmente all’oscuro di tutto, perché se mai dovesse anche solo sospettare quello che le passa per la
testa tutte le volte che si sofferma un millisecondo di troppo a osservare i
suoi capelli durante le lezioni l’unica possibile soluzione sarebbe sparire dal
Giappone.
…sperando che nel frattempo Shouto non riveli un lato malsano e la uccida, occultando
il suo cadavere nel giardino di casa e facendo credere a tutti che invece è in
una cittadina sperduta nel Maine o nell’Indiana.
Tuttavia, per quanto Momo possa
impegnarsi non riesce proprio a non pensarci. Non quando, dopo un allenamento, Shouto passa le mani trai capelli sudati tirandoli indietro
– e lei deve reprimere a forza il desiderio di tuffarci dentro le dita e
arruffarglieli senza pietà alcuna – e nemmeno quando, mentre stanno studiando,
vorrebbe solo sfiorarglieli piano e… E deve seriamente darsi una regolata,
perché Uraraka le sta sorridendo in modo strano e Kyouka sta sogghignando. Ma è davvero tutto così palese?
“Se
continui così finirai per sembrare una stalker
pervertita e beccarti un ordine restrittivo, Yaomomo.”,
sbuffa una Jirou sempre più esasperata. E questo non
va affatto bene.
Okay. Così non si può più andare
avanti. Ne va della sua salute e dei suoi nervi.
Deve davvero togliersi quel dubbio,
o finirà per dover lavare sul serio il cervello nella candeggina. Ormai nemmeno
l’acqua tiepida della vasca grande del dormitorio riesce a calmare i suoi pensieri
che, di nuovo, definire sconvenienti sarebbe riduttivo.
-Devo agire, non posso più
rimandare! - sbuffa Momo, galvanizzata, sollevando i pugni in aria. Ora, serve
solo un piano.
-Rimandare cosa?-
quasi lancia un acuto assordante per lo spavento, ma si rilassa quando
riconosce la voce un po’ assonnata di Todoroki. Presa
dal panico, Momo liquida la domanda iniziando a balbettare e a gesticolare
qualcosa che sicuramente il ragazzo non ha compreso, perché si limita a
sollevare le spalle e svestirsi velocemente per entrare nella vasca. È a debita
distanza da Momo, la schiena appoggiata al bordo della vasca e la testa piegata
all’indietro, sembra quasi stia dormendo… Oh.
Oh,
ma allora il piano non servirà. Per una volta la fortuna le sorride, pensa
mentre trattiene a stento un versetto vittorioso.
Prende un profondo respiro e: -Todoroki?-
Il ragazzo socchiude appena un
occhio – quello grigio, ah… no, Momo, a
cuccia, resta concentrata – e la osserva curioso. –Mh?-
-È un dubbio che ho da qualche
tempo… -balbetta appena, preferendo osservare le piccole increspature dell’acqua.
–E non riesco a non pensarci.-
-Yaoyorozu,
mi devo preoccupare?-
Okay,
Momo, schietta e diretta. Uno, due, tre: -Anche i tuoi peli
pubici sono metà rossi e metà bianchi?-
Schietta e diretta, senza giri di
parole. È così fiera di sé.
…ma ora Todoroki
la sta fissando ad occhi sgranati, in silenzio, forse processando la domanda –
e più prende consapevolezza di quello che gli è stato chiesto, più il suo viso
diventa un tutt’uno con il rosso dei suoi capelli.
Momo non capisce che cosa stia
succedendo. Sente solo che improvvisamente fa troppo caldo.
-…Todoroki,
l’acqua sta iniziando a scaldarsi.- mormora
preoccupata, giusto un momento prima che inizi a raggiungere temperature
umanamente insostenibili. -Ah, scotta, scotta!-
-E secondo te di chi è la colpa?!-
Il giorno dopo, in classe, tutta la
1-A può notare l’evidente situazione d’imbarazzo tra Todoroki
e Yaoyorozu – e quando Kaminari
sta per dare voce al pensiero che probabilmente hanno fatto tutti, Jirou decide che quello è un buon momento per tentare di
deformargli la testa con il libro di algebra. Chissà, magari diventa meno
scemo.
Poi Kyouka
si volta verso i due, osservandoli ignorarsi a vicenda. Non ci vuole molto per
capire quello che è successo e le scappa uno sbuffo a metà tra una risata
divertita e un sospiro rassegnato.
“Yaomomo, la tua audacia non smetterà mai di stupirmi.”
D.P.D.:
Deliri Post Delirio
…sgrat.
Lo so cosa state per chiedermi, percepisco i
vostri sguardi indagatori. Proverò a rispondervi.
E tu chi
sei? Call me Maki, hello! Non mangiatemi, sono vecchia e stoppacciosa.
Che ci fai
qui? Fucked if I know :”D
No, non è vero: come ho già detto è tutta colpa della Lia.
E
SOPRATTUTTO, CHE DIAVOLO È QUESTA COSA?! NON LO SOOOORGH. Again,
è tutta colpa della Lia!
Io sono innocente no, sei una scaricabarile
Detto questo, spero che nonostante tutto vi
sia piaciuta! Io personalmente mi sono divertita tantissimo a scriverla, spero
di non aver reso i personaggi troppo ooc *ansia*
Se sono riuscita a farvi arrivare fino al
fondo della fic senza volermi tirare pomodori addosso
e senza avervi causato un embolo, fatemelo sapere! Vi regalo un biscotto.
Maki