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Autore: whitemushroom    05/08/2018    0 recensioni
La storia della nascita e della caduta dell'amicizia tra i due criminali più famosi di Gotham narrata attraverso scorci delle loro esistenze, intrappolate nella rete di un feroce gioco degli enigmi che ammette soltanto un vincitore.
Avvertenze: spoiler della 3x15 e di tutti gli episodi ad essa precedenti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Edward Nygma, Oswald Cobblepot
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Gli erano mancate quelle serate. Dio, se gli erano mancate.
“Versami un altro goccio” mormora.
Il sapore dello Scotch è perfetto per accompagnare la pillola. È già alla seconda della giornata, ma può sopportarne gli effetti indesiderati. “Adesso tocca a te”.
“Suvvia, Ed, preferisci essere tu quello che pone gli enigmi. Quindi sentiti libero di creare”.
Verissimo.
Un enigma mette a nudo l’essenza di una persona. Le sue reazioni, le sue paure, il suo cervello, un indovinello ben congegnato è in grado di rivelare i punti più nascosti del proprio avversario. Vi è un sottile piacere nel vedere le vittime arrovellarsi alla ricerca della soluzione.
Con Oswald, però, quella sensazione è sempre di breve durata.
“Sono figlio dell’acqua, ma se l’acqua mi tocca … beh, io muoio!”


“Ehm … Oswald … esattamente cosa sarebbe questo … uhmmm … piatto?”
“Gulash, amico mio. Preparato secondo la ricetta di mia madre”.
Quarta regola del nascondere un esponente della malavita di Gotham a casa propria: mai attardarsi a lavoro. Suddetto esponente della malavita potrebbe sentirsi in obbligo di ripagare l’ospitalità cucinando la cena per te.
La carne stufata galleggia nel sugo rossiccio, sfidandolo a mettere la punta della forchetta lì dentro. Ha più o meno l’aspetto di un fegato spiaccicato in un tripudio di liquido cerebrale, ma la cosa peggiore rimane il sorriso carico di orgoglio che Oswald non riesce a levarsi dalla faccia.
Non che Edward Nygma si consideri un cuoco esperto, ma in tutti quegli anni da single la scelta è stata sottostare alla schiavitù delle scatolette oppure apprendere i rudimenti della nobile arte dei fornelli; il sospetto che il suo nuovo amico pennuto non abbia mai acceso nemmeno l’interruttore del forno gli si fa strada nella testa insieme al più rapido piano per evadere da quella scomoda situazione che renderebbe una fuga da Arkham idillica quanto una gita scolastica.
“Wow, sembra delizioso!” dice, sforzandosi di apparire credibile. “Vado un attimo in cucina ad aggiungerci un po’ di sale”.
Non appena varca l’agognata soglia, metà del gulash intraprende un rapido viaggio fuori dalla finestra.
  
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