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Autore: Nao Yoshikawa    06/08/2018    4 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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27 – Tradimento e alleanza

Neel e Fiamma si sentivano come se mancassero da casa da anni. Non vedevano proprio l’ora di tornare a Magnolia. Durante il viaggio di ritorno, August era stato piuttosto silenzioso. Per lui era strano trovarsi con suo padre, con cui si era appena riunito, e con sua madre, la quale però non ricordava nulla.
“Come mai hai voluto che venissi anche io?”, chiese infatti quest’ultima al corvino. “Quando in genere viaggi per lavoro, io ti aspetto sempre a casa”
“Ti ho chiesto di venire soltanto perché sono certo che la città in cui stiamo andando ti piacerà”, rispose frettoloso.
“Ah-ah, capisco”, la bionda allora guardò Natsu e Lucy. “Quindi voi alla fine non siete degli stalker o dei pazzi, dico bene?”
“No, siamo solo una famiglia che ne ha passate tante”, sospirò lei, accarezzando il Dragon Slayer, il quale si sentiva abbastanza a pezzi, a causa dell’autobus in cui si trovavano.
August si schiarì la voce, sussurrando poi qualcosa a Zeref.
“Pensi che gli altri ti accoglieranno bene?”
“Questo non posso saperlo. Ma fossi in te non ci spererei troppo”.
Arrivarono a destinazione che era già sera. Una volta attraversato il confine, Igneel e Fiamma si sentirono immediatamente a casa. Subito avevano preso a correre, impazienti di riunirsi ai loro amici.
“Quindi tutto ciò è stato creato dalla tua magia?”, chiese Zeref al figlio.
“Acnologia mi ha aiutato. Però sì… sono stato io. Ce ne ho messo di tempo”
“Ah, capisco. Beh, in effetti da te non potevo aspettarmi di meglio”.
Il ragazzo sorrise. Quello era forse un modo carino per dirgli che era fiero di lui?
“Ehi, venite”, Natsu fece loro segno di seguirli. “Da questa parte”.
I due fratelli intanto erano rientrati al pub di Cana, facendo sentire immediatamente la loro presenza.
“SONO TORNATO!”, gridò Neel contento. La prima ad andargli incontro fu Ametyst, la quale lo abbracciò senza pensarci due volte. Si ancorò a lui totalmente, respirando quel profumo che tanto le era mancato e affondando il viso sulla sua spalla.
“Finalmente...”, sussurrò.
“Wow”, fece lui, ricambiando l’abbraccio. “Che accoglienza. Anche io sono contento di vederti, piccola Ametyst”.
Quest’ultima si staccò leggermente, accorgendosi solo in quel momento del suo gesto avventato, senza riuscire comunque a scivolare via del tutto da quell’abbraccio che tanto la scaldava.
Fiamma, dal canto suo, aveva innanzitutto abbracciato Yuki. Poi Rayn l’aveva presa in braccio senza neanche avvertirla.
“Oh, Rayn!”, esclamò lei con gli occhi lucidi. “Io… sono tornata”.
Lui sorrise, guardandola negli occhi.
“Lo vedo”, sussurrò. Dopodiché le si avvicinò, ed ignorando il fatto che avessero almeno cento occhi puntati addosso, le donò un bacio non esattamente casto.
“Ehi, ehi!”, Neel era arrossito. “Amico, piano! Quella è la mia sorellina!”.
Fiamma era diventata bordeaux. Quello era il bacio rubato più bello della sua vita.
Poco dopo, Happy, Natsu e Lucy fecero il loro ingresso. Furono accolti con gran calore dai loro compagni di gilda, ma lo schiamazzare e l’allegria furono interrotti quando anche Zeref e Mavis, insieme ad August, furono loro davanti.
“Oh… mio...”, sussurrò Erza incredula.
“Umh”, Mavis si guardò intorno. “Che strano posto, ci sono delle camere per dormire?”
“Ma… ma primo master, noi...”, tentò di dire Gray, venendo subito zittito da Natsu.
“Prima che diciate qualsiasi cosa, vi dobbiamo parlare. Subito”
“Oh, a quanto pare non sono l’unico che porta brutte notizie”, commentò Mest, seduto vicino al bancone.
“M-Mest?! Tu? Ma quando sei arrivato?!”
“Mentre non c’eri. Anche noi dobbiamo parlarvi.

“Fiammuccia cara, sono così contenta che tu sia qui!”, Yuki stava strapazzando per bene la sua migliore amica. “È stato difficile trovarli? August come l’ha presa? Parla, parla, siamo curiosi!”
“Ecco, io non saprei dire come l’ha presa, di certo è stato strano. Ma ragazzi, sapete questo cosa significa? Che adesso lui passerà dalla nostra parte. Insomma, non ha alcun motivo per odiarci”
“Già, peccato che Acnologia l’abbia ancora con noi. E non è il solo”, borbottò Ametyst.
“Che significa?”
“Mest ci ha detto che un nuovo nemico è arrivato a Magnolia. Aveva un nome strano, portava perfino il tuo cognome”, spiegò l’amica. Fiamma si portò una mano sulla testa.
“Accidenti, ancora nemici?! Io sono la Salvatrice, ma non posso affrontarli tutti?”.
Yuki sospirò.
Povera Fiamma, m piacerebbe tanto aiutarla, si ritrovò a pensare.
Syrio allora la guardò.
Non preoccuparti per questo, ci siamo noi a proteggerla.
Hai ragione, ma… aspetta! Syrio, non sto parlando, come fai a sapere quello che penso?
Eh… eh? Io non lo so, lo sento e basta. Ma anche tu, mi leggi nel pensiero! Cosa vuol dire?.
Yuki strabuzzò gli occhi. Sin dalla prima volta che si erano visti, erano stati legati da qualcosa di speciale. L’uno sentiva quello che l’altro sentiva, adesso anche il pensiero.
Non so cosa vuol dire, ma sono più che certa che questo sia un dono.
Intanto, la conversazione si era spostata su qualcosa di più piacevole: Arya aveva infatti pensato bene di fare un po’ di gossip.
“E quindi Wendy ha una cotta per Mest praticamente da sempre, ma ci pensate? Dobbiamo farli mettere insieme!”
“Oh, Arya, ma tu non sei cupido”, sospirò Luna.
“Sì, che lo sono. E riuscirò anche a fare mettere insieme te e Will, sta tranquilla”
“Qualcuno ha fatto il mio nome?”, domandò quest’ultimo distrattamente.
“No, no, no!”, Luna arrossì. “Assolutamente. Arya, tu mi metterai nei casini!”.
Intanto anche Alecta e Hikari stavano parlando d’altro. Le due si erano legate molto, ed avevano oramai un rapporto confidenziale e stretto.
“Su, Hikari, fatti forza. Io sono più che certa che deve esserci un motivo”
“Anche se fosse? Oramai non posso farci niente, mi sa che è meglio se ci metto una pietra sopra, c’è una guerra a cui pensare”
“Ma l’amore è importante, è il senso della vita, non puoi rinunciare così. No, secondo me c’è qualcosa sotto”
“Non per forza deve essere così”, sospirò avvilita. Alecta non poteva crederci, quella non era la stessa Hikari un po’ ribelle e forte che conosceva, la sofferenza per amore le stava davvero facendo male.
“Amh… perché Freed ci osserva così? È inquietante come cosa”.
L’altra allora si voltò. Nel capire di essere stato colto in flagrante, Freed tentò di scostare lo sguardo. Doveva ammettere di provare non poca paura al pensiero di avvicinarsi a lei, Laxus era stato abbastanza duro con lui. E la cosa incredibilmente gli pesava. Assurdo, tutto adesso girava attorno a quella ragazzina che credeva di non sopportare, mentre invece adesso doveva rendersi conto di starsi affezionando.
Alecta si avvicinò a braccia conserte.
“Lo sai, non è gentile fissare le persone”
“Questo è il massimo che posso fare. Dopo che ti ho permesso di metterti in pericolo, credo che Laxus mi ucciderebbe per davvero se mi avvicinassi a te”.
Lei gonfiò le guance.
“Lascialo perdere. Oppure… questa è una scusa! Sì, è una scusa, perché in verità non mi hai mai potuta soffrire, anche prima che il sortilegio si spezzasse e...”.
Freed non la stava neanche più ascoltando. Si era soffermato a guardare i fiocchi rossi che portava in testa. Uno di essi stava quasi per sciogliersi. Con naturalezza allungò le mani e sistemò il nastro tra le sue biondissime ciocche. Alecta trattenne il fiato, totalmente sorpresa da quel gesto inaspettato.
“Scusa, stava per cadere. Adesso va meglio”.
“Eh… sì, va meglio”, balbettò lei arrossendo. “Comunque, smettila di fare il sostenuto. In battaglia avrò bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle”
“Hai tanta gente a cui chiederlo”
“Beh, mi fido di te, va bene?! Non puoi esserne lusingato e basta?!”, a quel punto il viso più che rosso era divenuto completamente bordeaux. Freed sembrava quasi farlo a posta, ed in parte forse era vero.

“C-Cosa?! Gli Spriggan Twelve?! Guidati da Larcade? Ma non erano morti?”, Natsu credeva di poter implodere da un momento all’altro. Troppe informazioni tutte insieme.
“I miei ex compagni”, sussurrò August. “Cazzo, questo non promette bene. Come hanno fatto a tornare in vita? E soprattutto, che cosa vogliono?”
“Vendetta”, spiegò Mest. “Almeno, questo è ciò che lui ha affermato”
“Vendetta? Perché? Cosa gli abbiamo fatto?”
“Temo che ce l’abbia con me”, Zeref a quel punto si fece avanti. “Tra gli Spriggan, era quello a me più devoto. Non cercava altro, solo la mia approvazione. Non voleva nient’altro che essere trattato come un figlio, ma l’ho ucciso come un miserabile”.
“ È vero”, asserì Natsu. “Io me lo ricordo”
“Tsk, proprio un padre modello, eh?”, commentò Gajeel.
“Gajeel, sssh!”, tentò di zittirlo Lucy.
“Ha ragione lui. Probabilmente Larcade sa anche di te, August. Non mi sorprenderebbe se decidesse di ucciderti”.
Il giovane deglutì a vuoto. Sapere che uno dei suoi ex compagni volesse ucciderlo non era confortante, soprattutto quando quest’ultimo era a capo di un esercito spietato. Sapeva molto bene a cosa andava incontro.
“Questo vorrà dire che dovremo combattere necessariamente?”, chiese Gray.
Zeref però gli fece segno di tacere.
“ È una cosa che riguarda me, più che voi. Andrò da loro”
“Ah, ma pensi davvero che il loro intento sia parlare?”, fece Gildarts.
“No, forse no. Ma un tempo lavoravano per me. Forse saranno disposti ad ascoltarmi”.
“D’accordo”, August si massaggiò le tempie doloranti. “Sentite, adesso devo assolutamente andare da Acnologia, manco da troppo, e se mi venisse a cercare sarebbe un problema”, guardò Zeref. “Prenditi cura di mia madre”.
“Sta tranquillo, finché non ricorderà sarà al sicuro”, rispose spostando lo sguardo su Mavis, la quale stava parlando amabilmente con Mira come se nulla fosse, ignara della vera realtà dei fatti.

Quando August se ne tornò alla sua abitazione. Ebbe voglia di sotterrarsi. Tutta la casa era un vero disastro, sembrava fosse passato un uragano. Afflitto si fece avanti, massaggiandosi i polsi. Finalmente Gildarts lo aveva liberato da quel vincolo che gli impediva di usare la magia. Non avrebbe usato quest’ultima per far loro del male, soprattutto non a Natsu che lo aveva aiutato a ritrovare la sua famiglia. Si sentì terribilmente stupido e in colpa, aveva lanciato un sortilegio e aveva tenuto famiglie separate per anni senza un vero motivo. E probabilmente Acnologia era anche stato bravo a far leva sulla sua disperazione.
Fu proprio il suo alleato a comparirgli alle spalle come uno spettro, facendolo sussultare.
“Acnologia, devi smetterla di sbucare così dal nulla”
“Vedo che finalmente sei tornato. Dove sei stato?”
“F-fuori città”
“Questo l’ho capito. A fare cosa?”
“Non è importante quello che ho fatto, davvero”, rispose vago, nella speranza che l’altro non gli facesse altre domande. Acnologia prese a girargli intorno come uno squalo pronto a d addentare la propria preda.
“Ti è arrivata la voce che gli Spriggan Twelve sono in città? Mi ricordo di loro, sono forti, al punto che potrebbero crearmi non pochi problemi”
“Sì, amh… temo che non sia per te. Larcade ce l’ha con me, ma non vedo proprio il motivo”
“Ah, non vedi il motivo? Dimmi, perché odi Fiamma?”.
Odiava sarebbe stata la parola più adatta.
“Perché… lei ha tutto quello che io non ho mai avuto”
Ma che adesso ho..
“ È esattamente la stessa cosa. Tu eri l’eletto di Zeref, sei il vero figlio. Sei tutto ciò che lui avrebbe voluto essere, quindi… penso sia un motivo sufficiente per voler ucciderti, no?”.
August per poco ebbe un mancamento. Alla fine il karma gli si era rivoltato contro. Non aveva tempo per affrontare anche una disputa familiare.
“Ah, non fare quella faccia, chiederemo loro di unirsi a noi”
“Non lo faranno mai”
“Erano i tuoi compagni”
“Io non voglio!”. Acnologia chinò la testa di lato.
“Non vuoi? Da quando in qua sei assoluto, eh August?”
“V-voglio solo dire che… questo non riporterà in vita tua figlia”.
Sapeva di aver premuto un tasto dolente. E sapeva anche che Acnologia non voleva mai parlare di quel preciso argomento.
“Non… parlarne...”, sussurrò. “Non è per questo che agisco così. E tu, August? Tu perché lo fai? Neanche la tua famiglia ti verrà restituita.
Il giovane allora abbassò lo sguardo. Non sarebbero servite parole, perché il suo alleato aveva intuito perfettamente cosa ci fosse che non andava.
“No...”, sussurrò. “Non mi dire...”
“Loro non sono morti. Sono vivi e sono qui, a Magnolia!”, esclamò tutta ad un fiato.
Acnologia allora indietreggiò, non riuscendo a credere alle sue orecchie. Quello che August diceva non aveva il benché minimo senso.
“C-cosa? Com’è possibile? Loro erano morti!”.
Il giovane scosse il capo.
“Non sono morti. Li ho trovati e… Natsu mi ha aiutato...”, sussurrò tenendo lo sguardo basso e stringendo i pugni. Non aveva idea del perché, ma in quel momento non aveva più paura. In fin dei conti era un traditore, un traditore da entrambi i lati: aveva innanzitutto tradito parte della sua famiglia, adesso il suo alleato. Non aveva un posto dove andare.
“Il Dragon Slayer di Fuoco ti ha aiutato?! Cosa significa tutto questo? Ti trovavi con lui?!”
“Sì, mi trovavo con lui. E con Fiamma”, dichiarò trovando il coraggio di guardarlo negli occhi. “Ci sono tante cose che ho sbagliato, ma forse dovevo capire sin dall’inizio che uccidere non è nella mia indole. È stata Fiamma a farmelo capire. È stata lei fin dall’inizio. Lei ha tirato fuori la mia parte migliore. E di certo… non è colpa sua se ho sofferto. O se tu hai sofferto”.
Avrebbe voluto aggiungere altro, ma l’espressione di Acnologia lo costrinse a zittirsi. Quest’ultimo fremeva, sembrava ad un passo dall’implodere. Aveva appena appreso che il suo alleato numero uno, quello con cui aveva condiviso piani, rabbia e dolore, lo aveva tradito nel momento in cui aveva ritrovato la sua famiglia. E lui allora? Non contava più?
“Dovevo immaginare che fossi debole. Avrai vissuto per tanti anni, ma nell’animo sei ancora un bambino sperduto alla ricerca di attenzioni. Ora dimmi, August, chi si è preso cura di te per tutto questo tempo? Chi ti ha ascoltato e chi ha sopportato le tue paranoie? Sono stato io, non il Dragon Slayer di fuoco. Non è forse così?”
“Sì, hai ragione, però… forse dovresti rinunciare anche tu alla vendetta. E cercare un modo per ricominciare”.
Il suo ex alleato ghignò.
“Mi sembra giusto, non appena trovi quello che ti mancava, passi dal lato del nemico. Però mi spiace, io non intendo seguire le tue orme. Tsk, dovevo mettere in conto che un giorno avresti potuto tradirmi”
“Aspetta… non tenterai di uccidermi?”
“Non adesso, almeno. Cosa credi, che ti risparmierò al momento della battaglia finale? Tu non hai idea del guaio in cui ti sei messo”.
Ed effettivamente August non se ne rendeva conto. Perché Acnologia non era affatto l’unico nemico da affrontare, tutto il contrario.


Per Minerva era arrivato il momento di agire, prima che potesse cambiare di nuovo idea. Fino alla fine non si sarebbe sentita sicura di quella scelta che stava per compiere, ma doveva agire. Probabilmente quello era l’unico modo, continuava a ripetersi. Sì, sarebbe andato tutto bene.
Hikari stava giocherellando con Lector e Froch, di cui accarezzava il pelo ad entrambi. Considerando che da bambina avrebbe passato il tempo a tirar loro la coda, aveva fatto dei passi avanti notevoli. La donna teneva in mano un calice con dentro un liquido caldo e dolce con una leggere schiuma, in cui aveva lasciato cadere una goccia di antidoto. Avrebbe saputo se funzionasse soltanto provandola.
“Amh, Hikari… ti va qualcosa di caldo da bere? Potresti trarne sollievo”.
Hikari strabuzzò gli occhi, facendo poi spallucce. Non avrebbe mai immaginato che Minerva stesse cercando di cancellarle i ricordi, quindi accettò senza pensare.
“Grazie”, rispose, prendendo a sorseggiare piano la bevanda. Se le cose fossero andate bene. Hikari avrebbe dimenticato Rogue. Non la sua persona, bensì l’amore che provava nei suoi confronti.
“Ti senti bene?”
“Amh… sì, credo di sì”, sussurrò rilassata. Era meglio non fare troppe domande, avrebbe avuto modo di costatare da sé l’efficienza o meno di quell’antidoto.

“Questo posto non mi piace. Non mi piace, non mi piace”, si lamentò Ajeel guardandosi intorno con profondo disagio. “Dove stiamo andando?”
“Taci. Se proprio lo vuoi sapere, stiamo andando a cercare una persona. Un nostro ex compagno”, spiegò Larcade freddamente.
“Parli di August? Seriamente siamo venuti qui soltanto per dissipare i vostri problemi fraterni? Pensavo potessimo vivere in pa...”.
Bastò un solo sguardo di Larcade per zittirlo totalmente.
“Chiedo scusa...”
“Faresti meglio a tacere”, sospirò annoiata Brandish.
“Per quanto mi riguarda, sono d’accordo con Larcade”, proferì a quel punto la donna dai capelli rossi che portava il nome di Eileen. “Dobbiamo scovarli”
“Tu dici così soltanto perché vuoi rivedere tua figlia”, sbuffò God Serena con tono polemico.
“Ed anche se fosse? La cosa ti crea qualche problema?”
“Dovete fare silenzio!”, li zittì Larcade. “Statemi bene a sentire, non siamo qui per una gita, né per un’affettuosa visita familiare. Voi non servite più Zeref, voi servite me. Ed io cerco la mia vendetta. Molti di voi mi devono la loro devozione, dopotutto è grazie a me se siete tornati in vita, giusto?”.
A quel punto calò un silenzio abissale.
“È esattamente così che dovrete stare. E fare quello che vi dico”.
“Tu sì che hai esattamente l’indole del leader, mi piaci!”.
Nessuno degli Spriggan riconobbe quella voce, per il semplice fatto che quest’ultima apparteneva ad Acnologia. Egli comparve davanti a loro, con un ghigno stampato in viso. Gli altri undici lo riconobbero all’istante, ed immediatamente assunsero una posizione d’attacco.
“Tu! Speravo di avere a che fare con te molto dopo!”, esclamò Larcade.
“Su, su, rilassati. Non è davvero il caso di innervosirsi, non sono qui per crearvi problemi”
“E perché dovremmo fidarci?”
“Cosa posso dire? Quello che credevo essere il mio alleato numero uno mi ha tradito. Si chiama August, ti dice niente?”
“August? Quel bastardo? Dove si trova adesso?”
“A giocare con la famigliola felice con i due che l’hanno messo al mondo. Com’è che si chiama suo padre? Ah, sì, Zeref. Ti dice niente?”
“Larcade, non ascoltarlo, ti sta provocando”, suggerì Invel, venendo però bellamente ignorato.
“Lui è vivo? È sopravvissuto dopo avermi ammazzato come un miserabile?”
“Sì, possiamo dire di sì. Voi undici siete forti, al punto che potreste anche eliminarmi senza problemi, se voleste. Ma poiché abbiamo un nemico comune, pensavo, perché non unire le forze?”.
Nuovamente calò il silenzio. Nessuno degli Spriggan sembrava troppo convinto da quella proposta, eppure una luce negli occhi di Larcade fece ben sperare Acnologia.
Il ragazzo si fece avanti, guardandolo negli occhi.
“Che cos’hai in mente?”
.



NDA
In questo capitolo ho messo più carne sul fuoco di quanto pensassi.
La famiglia Dragneel è tornata a Magnolia con grande gioia di tutti. Minerva ha dato la pozione a Hikari, ma avrà funzionato?
Inoltre, il legame che unisce Syrio e Yuki è sempre più stretto, addirittura adesso c'è una certa telepatia.
August invece è ufficialmente passato dalla parte dei buoni, ma Acnologia lo sostituisce, alleandosi con Larcade e gli altri Spriggan.
Sarà davvero tutto come sembra?
   
 
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