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Autore: Nao Yoshikawa    07/08/2018    2 recensioni
Esistono tanti tipi di famiglia.
E ognuno cerca la propria a modo suo.
Takumi e Soma, Kuga e Tsukasa, Megumi e Shinomiya, Ryou e Akira, sono coppie tra loro diverse, ma accomunati da un desiderio comune: quello di costruirsi una famiglia.
Ma tra problemi, malintesi e situazioni avverse, le cose non saranno per niente facili.
TRATTO DAL SECONDO CAPITOLO:
Tsukasa si portò una mano sul viso. Per quale assurdo motivo in natura aveva permesso a Kuga di prendere la situazione in mano?
“Kuga… abbassa la voce”.
Terunori però gli fece segno di tacere.
“Se ho detto che le pago vuol dire che le pagherò. Cosa pensate che siamo noi, dei barbari? E’ solo un piccolo ritardo, può capitare, amico. Ah, sì? E lo sai io cosa ti rispondo, vaffa...”
“No, no, no!”, Tsukasa gli strappò prontamente il telefono dalle mani. “Pronto? Sì, chiedo scusa, mio marito è un po’ nervoso. Certo, ma certo, assolutamente, non si preoccupi. Grazie, mille grazie. Buona giornata”.
Chiuse la chiamata. Poi sospirò e guardò Kuga, il quale se ne stava imbronciato.
“Terunori, ti prego, per favore… potresti evitare di litigare con ogni essere vivente e non?”
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Kuga Terunori, Souma Yukihira, Takumi Aldini, Tsukasa Eishi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lo splendido-splendido addio al…


Tre settimane erano passate. E in tre settimane, Yuki, Ryoko, Erina, Hisako e Megumi avevano organizzato il perfetto - almeno secondo loro - addio al nubilato per la loro amica Nene. Quest’ultima non aveva idea di cosa aspettarsi quando quella sera, le sue amiche, la vennero a prendere.

Fosse stato per lei, si sarebbe accontentata di una serata semplice e tranquilla, ma con quelle matte intorno era assolutamente impossibile.
“Dove mi state portando?”, domandò la diretta interessata, seduta in auto con una benda sugli occhi.
“È una sorpresa”, gongolò Yuki. “Mi piace come sei vestita, quest’abito nero e aderente mette in risalto le tue curve”
“Mi avete praticamente costretta ad indossarlo!”
“Andiamo, smettetela di far casino. Rindou e Alice ci aspettano”, sospirò Erina, al volante.
La cugina infatti era partita per il Giappone in occasione del matrimonio di Nene e, insieme alla rossa, stava adesso aspettando il resto della “ciurma” fuori da un locale.
Una volta arrivate, Nene si aggrappò a Megumi nel tentativo di non cadere.
“Insomma, ma volete togliermi questa benda e magari ridarmi i miei occhiali?”, sussurrò.
“D’accordo, ci penso io”, Yuki le sfilò via la benda. “Ta-daaaan! Benvenuta al tuo addio al nubilato!”. Nene strabuzzò gli occhi, indossando poi gli occhiali.
“CHE?! MA QUESTO È UNO STRIP-CLUB! CI SONO GLI SPOGLIARELLISTI!”
“Bingo! Faresti meglio a rifarti gli occhi. Ed anche io”, Yuki si strofinò le mani, sogghignando malignamente. La futura sposa era semplicemente scioccata. Lei non faceva assolutamente quelle cose compromettenti. Sapeva che non poteva fidarsi di loro. Fece per dire qualcosa ma, prima che potesse farlo, Rindou e Alice andarono loro incontro.
“Aliceeee!”, Yuki la abbracciò. “Finalmente, sono così felice di vederti, ci sei mancata!”
“Secondo voi mi perdevo il matrimonio della nostra Nenenuccia?”, domandò ammiccando.
“Alla nostra Nenenuccia manca però qualcosa!”, Rindou si fece avanti, tra le mani teneva una coroncina con un piccolo velo da sposa. Glielo posizionò sopra la testa. “Adesso ci siamo”
“R-ragazze… non sono sicura che andrà a finire bene”
“Tranquilla”, Ryoko la prese sottobraccio. “Sarà divertente”.

Gli uomini avevano avuto un’idea simile. Essere circondati da miriadi di ragazze carine e provocanti non era un grosso problema, considerando che la maggior parte di loro fosse gay. Il problema era per gli uomini sposati e fidanzati.
“Non devo guardare, non devo guardare!”, Isami si portò le mani sul viso. “Yuki mi ammazza”
“La tua Yuki si starà divertendo alle tue spalle”, Ibusaki lo “tranquillizzò” con la sua solita delicatezza.
“Tsk”, borbottò Shinomiya a braccia conserte. “Vorrei sapere chi ha avuto quest’idea geniale”
“Veramente l’abbiamo decisa di comune accordo”, disse Soma, dando poi una pacca su una spalla a Marui. “Magari il nostro Marui farà colpo stasera”.
Il diretto interessato si sistemò gli occhiali.
“Oh, no!”, intervenne Kuga. “Non dimentichiamoci che lui è follemente innamorato di Alice dai tempi della scuola”
“Smettetela, siete perfidi”.
Intorno c’era un casino indicibile, sia a causa della musica, sia a causa della moltitudine di gente e delle numerose ragazze in abiti succinti.
Isshiki era già bello che andato, a causa dell’alcol – in verità neanche tanto – che aveva assunto.
“QUESTO È IL MIGLIOR GIORNO DELLA MIA VITA!”, esclamò.
“Va bene, ma non fare cose strane!”, gli raccomandò Takumi. “Merda… Nene ci ammazza”
“Dopodomani sarà sposato, lascialo divertire finché può”, suggerì Kuga, sorseggiando il suo cocktail. Anche lui, per quella serata, avrebbe lasciato i pensieri di ogni giorno da parte. D’altro canto, Rindou non aveva dato loro ancora una risposta certa, e la cosa lo rendeva non poco impaziente. Ed anche se stava tentando di non pensarci, Soma arrivava sempre con le domande sbagliate.
“Ma quindi quando farete quella cosa?”.
Terunori per poco non si strozzò. Tsukasa alzò gli occhi al cielo.
“Quella cosa, come la chiami tu, la faremo se e quando Rindou ci darà una risposta. Anche se, a questo punto, non so se effettivamente lo farà o meno”
“Io spero tanto di sì!”, esclamò Soma. “Voglio che i nostri figli giochino insieme! E magari potremmo combinare un matrimonio!”
“Sì!”, esultò Kuga. “Imparentarmi con il mio migliore amico? Sarebbe un sogno”.
Takumi scosse il capo, accasciato nella poltroncina in pelle rossa. Però poteva capire quei due, effettivamente non farsi progetti era un po’ difficile.
Accanto a loro, Ryou aveva una faccia a dir poco da funerale. Aveva sempre detestato i posti affollati.
“Andiamo, sii un po’ più allegro”, gli suggerì Hayama. L’altro, per tutta risposta, gli lanciò un’occhiataccia.
“Io più allegro di così non riesco ad essere. C’è troppo casino”
“Qualcosa mi dice che non è solo questo”
“No, infatti”, Ryou posò sul tavolino un bicchiere mezzo vuoto. “Akira, seriamente tu vuoi costruirti una famiglia? Perché queste sono decisioni che vanno prese in due”
“Pensavi che stessi scherzando? Certo che lo voglio, cosa c’è di strano?”
“Niente, è solo che… insomma, io non ti basto?”
“Che significa È una cosa completamente diversa! Tu hai paura”
“Io non ho paura!”.
Mentre conversavano, una spogliarellista si avvicinò ad Hayama, stuzzicandolo.
“Ehi, biondina!”, la chiamò Ryou. “Lui sta con me, e a meno che tu non abbia un pene, non è interessato!”
“Ryou, rilassati! Vedi? Sei nervoso, lo sai anche tu che ho ragione!”.
Il corvino borbottò qualcosa di indefinito, accasciandosi di nuovo. Alle sue spalle, Isshiki si stava liberando man mano degli indumenti.
“Ti prego, non mi dire che si è portato dietro il suo grembiule rosa”, sussurrò Takumi a Soma.
“SI FA FESTA!”, gridò il futuro sposo indossando l’indumento incriminato.
“L’ha portato”, costatò il rosso.

Nene era invece decisamente più posata. Guardava sì, ma senza sbilanciarsi troppo, anche perché la situazione era piuttosto imbarazzante.
Alice, Yuki e Ryoko sembravano le più prese, chissà cosa Isami e Ibusaki ne avrebbero pensato….
Fortunatamente Megumi era tranquilla come lei, ma dubitava che la sua fosse una tranquillità effettiva.
“Amh, allora… come va con quella questione?”, domandò.
“Una cosa è certa, il sesso va alla stragrande. Non so ancora se abbia fatto effetto o no. Se il ciclo mestruale non arriva, allora forse c’è una possibilità. Insomma, lo facciamo tre volte al giorno”
“Tre volte al giorno? Wow, continuando così finirai con lo sfornare tre gemelli!”
“Se dici così non farai altro che farmi venire ancora più ansia. Mi serve un test di gravidanza adesso, subito! Ho visto una farmacia qui di fronte, controllo se aperta!”
“Megumi, aspetta…! Oh, lasciamo perdere”, sospirò Nene tornando a sorseggiare il suo cocktail, osservando Rindou che si divertiva alla grande con Yuki e Ryoko.
“Ragazze, adesso ne sono più che certa, mi serve un uomo! Sono nel pieno della mia gioventù, non so se capite cosa intendo”
“Vuoi un fidanzato?”, domandò Yuki.
“Non necessariamente, mi basta qualcuno con cui divertirmi sotto le lenzuola. Nessuno di questi giovanotti vuole divertirsi con me?”
“Si occuperà Ryoko di te. Io devo prendermi cura della sposa”.
Con sguardo malefico, Yuki si avvicinò all’ignara Nene.
“Sì?”, domandò quest’ultima molto composta.
“Suvvia, manda giù quel cocktail tutto insieme e vieni a ballare con noi!”.
“Un momento!”, Nene tentò di fermarla, ma l’amica la costrinse a tracannare ciò che teneva nel bicchiere e poi se la trascinò in pista. Avrebbe fatto uscire la sua parte più selvaggia, questo se lo era ripromesso.
A quel punto la futura sposa decise di arrendersi, dopotutto anche lei aveva il diritto di lasciarsi andare ogni tanto.

Al contrario suo, Isshiki non si era creato per niente problemi a lasciarsi andare, visto che aveva completamente lasciato da parte la sua inibizione.
“Oh, no, no!”, fece Takumi esasperato. “Che qualcuno vada a riprenderlo, vi prego!”
“Dai, Takumicchi! Non essere noioso, si sta solo divertendo!”, Kuga gli diede una pacca su una spalla.
“Non ci sarà niente di divertente se Nene lo viene a sapere. Insomma, ma non lo vedi che è completamente andato? Che qualcuno lo rivesti!”
“Io non mi ci avvicino”, proferì immediatamente Ryou.
“D’accordo, allora lo fa Marui”
“MA PERCHE’ IO?!”.
Shinomiya alzò gli occhi al cielo, scocciato. Quei ragazzini facevano sempre un casino infernale, ed inoltre la musica rimbombante stava iniziando a stordirlo.
Decise quindi di uscire fuori a prendere una boccata d’aria. In questo modo ne avrebbe approfittato e avrebbe fatto una telefonata a Megumi per essere certo che fosse tutto a posto.

La sua dolce mogliettina intanto si disperava chiusa nel bagno della discoteca. Era riuscita a trovare una farmacia aperta e aveva comprato dei test di gravidanza. Dopo aver letto per tre volte le istruzioni, finalmente ne utilizzò uno. Adesso stava solo attendendo il risultato. Il suo telefono prese a squillare proprio in quell’istante, e talmente era impaziente distratta, che non guardò neanche chi fosse il mittente della chiamata.
“Pronto?”
“Ehi, Megumi… tutto bene lì?”
“K-Kojiro! S-sì, tutto bene. E tu invece?”
“Un disastro. Isshiki è andato e si è spogliato. Però questo non dirlo a Nene”
“Oh, tranquillo, non lo farò”
“Ma dove sei? C’è troppo silenzio”
“Ecco, veramente sarei al bagno”, mormorò.
“Non mi dire che hai bevuto e adesso stai male? Lo sai che non reggi l’alcol e...”
“MALEDIZIONE, È NEGATIVO!”, gridò senza neanche rendersene conto, per poi tapparsi la bocca.
Shinomiya batté le palpebre.
“Negativo? Cosa è negativo”
“Io, ecco… umh… quello che tu dici è negativo, perché non ho bevuto niente, di conseguenza sto benissimo”
“Ah, d’accordo, felice di saperlo. Senti… io torno dentro, quelli lì hanno seriamente bisogno di un adulto responsabile. E tu hai esattamente lo stesso ruolo”
“C-certo! Non preoccuparti!”.
Altro che adulta responsabile, Megumi era assolutamente tutto il contrario.
Esasperata, si sciacquò il viso. Com’era possibile che fosse negativo? Forse aveva sbagliato qualcosa? O forse doveva semplicemente farne un altro?
Ed è quello che fece in seguito.

La situazione era nel frattempo degenerata anche per Nene. Quest’ultima, a furia di cocktail, aveva perso gran parte della sua compostezza, e adesso ballava e si muoveva in maniera assai provocante, senza rendersene conto.
“Sì, vai così!”, esclamò Yuki divertita. “Isshiki è un uomo fortunato!”
“Chi è Isshiki?”, domandò lei stordita, con le guance arrossate.
“Come chi è? È il tuo futuro marito!”.
Nene prese a ridere sguaiatamente.
“No… io non mi sposo più. Io voglio gli spogliarellisti. Ehi, ragazzi…!”
“CHE COSA?! UN MOMENTO, FERMA…!”.
Yuki le andò dietro. Aveva appena creato un mostro, e chi l’avrebbe mai detto che con un po’ di alcol, la composta e rigida Nene si lasciasse andare in tal modo?

“Tsukassan…! Dai, balla con me, balla con me!”, piagnucolò Kuga aggrappandosi al suo braccio.
“Sto ballando già con te!”
“Ma se sei un bastone! Avanti, sciogliti!”.
Eishi alzò gli occhi al cielo, decidendo poi di provocarlo.
“Scioglimi tu se ne sei capace”.
Kuga sorrise a quella provocazione. Si sollevò sulle punte e approfittando del caos e delle luci soffuse, lo baciò in modo tutt’altro che casto, scaldando immediatamente gli animi.
“Tsk, cosa ci fanno dei froci qui?”.
Nel sentirsi appellare in modo assai poco carino, i due si staccarono. Davanti a loro c’erano tre brutti tipi, probabilmente ubriachi, che li stavano puntando e ridendo.
“Come mi hai chiamato, bastardo?”, fece subito Kuga.
“Oh, guardate, questo qui è anche basso!”
“Come ti permetti, tu? Ti uccido!”
“Kuga, no!”, Eishi lo afferrò per un braccio. “Non è il caso”
“Sì, da retta al tuo fidanzatino. Scommetto che lui fa la donna”
A quel punto anche i buoni propositi di Tsukasa vennero mandati letteralmente a quel paese. Soma, che aveva osservato ed ascoltato la conversazione, fece segno agli altri di seguirlo.
“Ehi, voi… com’è che avete chiamato i nostri amici?”, domandò.
“Non ti impicciare tu. Questo non è di certo un posto per due checche come loro”
“Ah, così loro sarebbero checche, giusto? Bene, ti informo che anche io sono gay. Io il più gay di tutti”
“No, sono io il più gay di tutti!”, esclamò Takumi.
“Mettiti in fila”, aggiunse Hayama.
“Dopo di me”, disse poi Ryou.
“Eh… eh?! Questo è uno scherzo?”
“Non è uno scherzo”, aggiunse Shinomiya. “Per la cronaca, io sono etero, ma non mi piace comunque sentire certe cose. Voi siete con me, ragazzi?”
“Ovvio!”, esclamò Isami.
“Sì”, fece Ibusaki.
“Perché mi mettete sempre in mezzo’ Uffa!”, piagnucolò Marui.
“Bene”, Shinomiya assottigliò lo sguardo. “Vediamo se fate ancora i bulli”.


Megumi era uscita dal bagno afflitta. Forse avrebbe dovuto riprovare in seguito, le cose sarebbero sicuramente andate meglio. Si guardò intorno, notando che sui divani fossero rimaste solo Erina e Hisako. Così si avvicinò a loro.
“Ma dov’è Nene? Non mi dite che l’hanno convinta a buttarsi in pista?”
“Oh, puoi dirlo forte”, fece Erina, indicando una scatenatissima Nene, che con Alice, Yuki Ryoko e Rindou stava proprio dando il meglio di sé… forse anche troppo, considerato che aveva dimenticato di essere prossima al matrimonio e si stava strusciando con ogni bell’imbusto che passava.
“Ma… ma… insomma, nessuno fa niente?!”
“Credo che siano troppo ubriache per pensare lucidamente”.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. A quanto pare l’ingrato compito toccava a lei, ma dopotutto cosa non si faceva per un’amica?
Si insinuò tra la folla, tentando di raggiungere Nene che si dimenava. Era piuttosto agile a ballare, e questo lo sapeva anche Yuki che la stava filmando con il suo telefono.
“Nene! Su andiamo, hai bisogno di sciacquarti il viso”
“No”, rispose lei con tono strascicato. “Io sto bene, però sento così caaaldo! Sai che magari mi tolgo il vestito?”
“NO, NON FARLO, TI PREGO!”, supplicò aggrappandosi a lei per impedirle di fare cose stupide.
“Megumi, cosa cerchi di fare?”
“Di salvare il tuo pudore. Te ne pentirai tantissimo domani mattina! Basta, dobbiamo andare via di qui! Erina, Hisako, volete venire ad aiutarmi?!”.
La preside della Tootsuki allora si alzò elegantemente.
“Ah, finalmente ce ne possiamo andare?”.

Una rissa. Com’era venuto loro in mente di scatenare una rissa?! Certo, quei tipi se l’erano meritato, ma probabilmente la colpa era anche dell’alcol. Perfino dei tipi tranquilli come Tsukasa e Takumi ci avevano dato dentro.
Adesso, un buttafuori aveva afferrato Kuga, che era piccolo ma opponeva resistenza, per un braccio.
“E comunque sia! Il passivo dei due sono io! Mi piace prenderlo in tutte le posizioni, cazzo se mi piace!”, chiarì prima di essere sbattuto con assai poca grazie fuori.
“Kuga, stai bene?”, domandò Tsukasa preoccupato.
“Non sono mai stato meglio in vita mia. Sono forte io, come un leone!”
“Sì, adesso però dacci un taglio”, Shinomiya tentò di sistemarsi gli occhiali, ormai rovinosamente rotti a causa di un pungo ricevuto poco prima. “Assurdo, sono troppo vecchio per queste cose!”.
Marui intanto tremava, mentre Isshiki, che erano riusciti a recuperare, ballava ancora sul ritmo di una musica ormai inesistente. Era completamente andato, al punto di non rendersi conto di cosa era appena successo.
“Facciamo festa!”, esclamò.
“Tu vieni con me!”, Shinomiya lo afferrò per un braccio. “Io riporto il signor festaiolo a casa. Voi tornate tutti con Marui”
“Perchè tutti nella mia auto?!”
“Perché sei l’unico che non ha bevuto, ecco perché!”.
Alla fine la sentenza era stata quella e il povero Marui era stato costretto a fare da tassista ai suoi amici.
Kuga e Tsukasa rientrarono a casa stanchi, ma decisamente divertiti, alla fine non si era mai troppo cresciuti per il cazzeggio.
“Ohi, non credo che queste siano cose che due futuri genitori dovrebbero fare”, gli fece notare Eishi,
“Cosa vuol dire? Ci facciamo giustizia da soli, saremo dei genitori super fighi”, chiarì. “Piuttosto, perché la luce è accesa?”.
In casa c’era qualcuno. Una volta entrato, Simba arrivò a fargli la festa. Poi, il cucciolo andò ad accucciarsi ai piedi del divano, su cui stava Rindou, praticamente andata.
“Oh… ciao, ragazzi...”
“Rindou?!Ma che ti è successo?!”, esclamò Tsukasa.
“Io e le ragazze abbiamo alzato un po’ troppo il gomito...”, boccheggiò.
“E sei tornata a casa da sola? Dovevi chiamarci”
“Non volevo disturbare e… ah...”, biascicò.
“Va bene, d’accordo, non ti sforzare, rimani dove sei”, disse subito Kuga. “Tsukassa, prendi dell’acqua, Rindou ha bisogno di reidratarsi. E prendi un secchio, non vorrei che mi sporcasse il pavimento”.
Dopodiché si avvicinò alla ragazza.
“Sei abbastanza lucida?”, chiese poi.
“Sì, abbastanza. Però è stato divertente. A voi com’è andata?”
“… Niente di che”, mentì, prendendo poi il bicchiere dalla mano di Tsukasa. “Su, adesso bevi, ti aiuto io se non ce la fai”.
A Rindou venne da sorridere.
“Siete bravi a prendervi cura delle altre persone. Sì… sareste proprio dei bravi genitori”.
Tsukasa guardò Kuga.
“Lo pensi davvero?”
“Assolutamente sì”, trovò la forza di mettersi seduta. “Sapete, ero molto scossa dalla vostra richiesta… ma ci ho pensato a lungo. Voi ve lo meritate. E anche se non sarà una passeggiata, io voglio assolutamente aiutarvi”
“Rindou, sei certa che non dici questo perché sei ubriaca?”, chiese Terunori.
“Maledizione, Kuga, ti ho detto che sono abbastanza lucida.. Dovresti gioire, ti ho dato il mio consenso”.
Effettivamente non si era reso conto veramente fino a quel momento delle parole di Rindou. Lei aveva detto sì. Questo voleva dire che avevano una possibilità per realizzare il loro sogno.
Ad occhi sgranati si voltò a guardare il marito.
“Ha… ha detto sì...”
“Ha detto sì”, ripetè lui.
“LO HA DETTO! Grazie Rindou, grazie, giuro che non ti ringrazierò mai abbastanza per questa possibilità che ci stai dando! Tsukassan, finalmente possiamo provare!”, esclamò correndo ad abbracciarlo.
Rindou sorrise, poggiando il viso sullo schienale.
“In verità sono io che dovrei ringraziare voi per tutto”, sussurrò impercettibilmente.

“Va bene, forza, un passo dopo un altro, okay?”, Takumi stava tentando di guidare Soma, “Maledizione, ci vorrebbe un ascensore in questo condominio, non si può fare così ogni volta”
“Già, e sai di cosa avremo anche bisogno?”, chiese lui, il braccio intorno alle sue spalle. “Di una casa più grande. Insomma, il nostro appartamento è un po’ piccolo per un bambino, no? Abbiamo sicuramente bisogno di un’abitazione più grande, con una stanza in più, un giardino… una cucina più attrezzata”
“Senti, ma che spiritoso che sei!”, ansimò. “Però, credo che in fondo hai ragione. Va bene, allora cercheremo anche una nuova casa, ma una cosa per volta”, chiarì arrivando di fronte la porta e cercando la chiave.
“Dici che ci arriverà un neonato o un bambino?”
“Non è un pacco postale! E sinceramente non saprei”
“Preferisci un maschio o una femmina?”
“Non cambia nulla”
“Dobbiamo pensare ad un nome”
“Mamma mia, che ansia! Ti sei scambiato il ruolo con Tsukasa?”, si lamentò aprendo la porta di casa. Dopodiché Soma stesso lo afferrò da dietro senza alcun preavviso.
“S-Soma?”
“Ti voglio”
“Parla l’alcol”
“No, parlo io. Sai, non mi sembra giusto. Le coppie etero hanno tutto il divertimento del provare a farlo un figlio, mentre noi...”.
A Takumi venne da ridere, così lo afferrò per la maglietta.
“Ci penso io a farti divertire”.


NDA
Non so cosa sia successo, mi sono lasciata trasportare dall'ignoranza e ne sono felice. Però una cosa importante è successo, presto arriverà un baby Kuga/Tsukasa adorabile. Nel prossimo capitolo ci sarà il tanto atteso matrimonio, sempre che Nene e Isshiki si riprendano dalla sbornia ....
   
 
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