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Autore: Ashcasak_2k2    07/08/2018    1 recensioni
Un tempo nel caos iniziale si distinguevano quattro forze misteriose, quattro energie inesauribili, quattro elementi potenti:
Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Indipendenti da altro, ma legati tra loro, i quattro elementi giunsero dopo numerosi tentativi ad un equilibrio armonico che per millenni è rimasto inalterato grazie ai Custodi. Oggi quest'equilibrio sembra più che mai destinato ad infrangersi come un fragile castello di carte in presenza di un lieve sbuffo di vento... Ma come in ogni altro secolo ci sono quattro Custodi che sono stati preparati a proteggerlo con l'ausilio della natura stessa che si affida a loro.
Heric, Aaron, Meredith e Daisy.
Loro sono i Quattro.
~DAL CAPITOLO 3
"Credi forse che qualcuno di noi abbia scelto di essere qui a giocare a fare gli stregoni creando palle di fuoco, turbini di vento, onde e terremoti?! Credi forse che qualcuno di noi abbia avuto scelta o anche solo voce in capitolo in tutto questo?!"
Le urlò contro quelle parole mentre senza che se ne rendesse conto dalle sue mani iniziavano a prender forma delle scintille...
È LA MIA PRIMA STORIA SIATE CLEMENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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METUENDUM SEMPER ESSE SCIAS, QUEM TUTUM VELIS ~ Se vuoi vivere sicuro, sta sempre in guardia
“Custode dell'acqua ne sei certa?”
La voce roca e calda di Alexander risuonò per tutto il tempio, distraendo, per qualche secondo, la ragazza dalla domanda. 
“Assolutamente sì”  Si affrettò a dire Meredith cercando di darsi un tono e sembrare sicura di sé. Era rischioso, ma anche necessario: non potevano andare avanti così. 
“Implicherebbe infrangere la Regola della prima Guardiana; questo lo sai, vero?”
Sospirò affranta Cassandra, conscia del fatto che ormai la cosa era stata decisa, ma provando ugualmente a far cambiare idea al fratello e alla giovane.
“Ne sono consapevole” Proclamò solenne quest’ultima.
“E sia. Ora va: la custode della Terra ti sta cercando da più di un’ora.”
Dopo quelle parole Meredith imboccò l’uscita e si incamminò verso la sua prossima destinazione, senza però essersi resa conto della strana luce fuoriuscita dalla sua borsa.

“Ma se la ragazza lì dentro con Heric non è Meredith, lei che fine ha fatto?”

Con un colpo di tosse fece in modo che entrambi i suoi compagni si girassero a guardarla: “Eccomi qui”.
“Hey Mer, non è che avresti un minuto?” Chiese Daisy col solo scopo di chiarire la situazione e di togliersi il peso che le gravava sulla coscienza. Era certa che parlandone tutto si sarebbe risolto in pochi minuti.
“Veramente avrei un altro impegno… Qualsiasi cosa tu debba dirmi ne parliamo dopo” Concluse lasciando di stucco sia Aria che Terra.
“Cosa? Con chi?” Domandò la rossa.
“Una ragazza, che ho incontrato girovagando per il campus in cerca di un posto in cui stare per lasciare campo libero all’idiota, mi ha invitata ad una festa. Ero passata solo ad avvertire.” Concluse sorridendo e lasciando i suoi due amici con delle buffe espressioni sul viso. 
“Sto iniziando a rivalutarla” Bofonchiò Aaron più divertito che mai.
“Sta zitto” concluse la rossa con un forte scappellotto sulla testa dell’amico.

Daisy non riusciva a capacitarsi di come l’amica fosse sparita nel nulla; aveva cercato per tutto il campus senza successo ed ora iniziava seriamente a preoccuparsi. 
Meredith avanzava sicura verso l’appartamento che condivideva al campus con i quattro. Era corsa via senza dare nessuna spiegazione e a breve ne avrebbe pagato le conseguenze. Non era andata via perché punta sul vivo dalle accuse del Custode del Fuoco, ma perché, proprio durante il litigio aveva avuto un’idea a dir poco brillante ed era corsa a metterla in atto.
Proprio poco prima di raggiungere la porta di casa si trovò di fronte la custode della Terra che le corse incontro affannata.
“Dove diavolo ti eri cacciata? Ti ho cercato ovunque” La riprese la rossa un po’ arrabbiata per quel modo di fare.
“Scusami, ma dovevo fare una cosa… entriamo e vi spiego tutto”
Fece sbrigativa la ragazza catturando con i suoi profondi occhi blu lo sguardo verde smeraldo dell’amica.
“Prima vorrei parlarti. Sai è da quando è successo che volevo scusarmi, ma non ne ho avuto l’occasione”
Si fece coraggio Daisy cercando di chiarire una volta per tutte.
“Ma di cosa parli?” Meredith, dal canto suo, la guardò scetticamente, senza capire a cosa si stesse riferendo.
“A quando ti ho attaccata ingiustamente per la storia dei libri…” Le ricordò la rossa presa dal rimorso… non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto dire certe cose che non erano proprio nel suo stile.
“Non fa nulla, eravamo tutti nervosi e capita di dire cose…” Tentò di smorzare quell’aria di pathos che si era creata, venendo però subito interrotta dall’amica.
“No, non deve capitare. Ho detto cose ingiuste e che soprattutto non penso. Ti devo delle scuse” Terminò ritrovando il sorriso dopo tanto senso di colpa e tanta serietà.
“D’accordo, scuse accettate. Siamo ragazze infondo, ci vuole solidarietà femminile. Andiamo dai” Le disse ricambiando il sorriso ed entrando finalmente in casa.

“William Collins, 18 anni e come noi fa il primo anno.” Più Heric si sforzava di focalizzare il soggetto e più non gli veniva in mente. Eppure quel nome non gli era del tutto sconosciuto… 

Mentre ci si arrovellava i neuroni, Aaron lo richiamò all’ordine: “Forse dopo dovresti scusarti.” Fece presente seppur con tono di distacco, non amava impicciarsi negli affari altrui e le rare volte in cui lo aveva fatto era incorso in enormi brutte figure. 
“Perché dovrei?” Rispose annoiato il moretto sapendo dove il biondo sarebbe andato a parare, ma volendo comunque sentirglielo dire.
“Forse perché l’hai offesa causando il fatto che lei sia scappata nonostante i possibili pericoli… mmm, ma è solo un’idea eh” Concluse sarcastico e veramente scocciato da quell’atteggiamento infantile. 
“Ha sbarrato gli occhi ed ha arricciato il naso prima di uscire.”
“Cosa c’entra ora?” Aaron veramente non riusciva a capire se l’amico avesse perso il senno o meno. 
“Non è corsa via perché era arrabbiata. È uscita perché le è venuta in mente qualcosa.” Rispose con semplicità Heric, esponendo la sua teoria come se fosse basata su prove scientifiche. 
“Tu che ne sai scusa? Potrebbe significare qualsiasi cosa” Disse scettico il Custode dell’acqua cercando di capire da dove derivasse tutta la sicurezza dell’amico. 
“Ma non significa qualsiasi cosa… significa quello! La conosco bene, fidati.”

Proprio in quel momento la porta si aprì rivelando le due ragazze che piano piano vennero avanti. 
“Dove ti eri cacciata saputella?” Chiese Heric divertito dal fatto di star per avere la conferma di quanto detto ad Aaron. 
“Ero andata a dimostrarti che di certo non sono le mie compagnie a metterci in pericolo” Rispose calcando sull’aggettivo possessivo, mettendo subito in chiaro le cose. 
“Non ricominciate. Vi prego” Supplicò stremata Daisy; quella giornata sembrava non avere fine. 
“Quindi cos’hai fatto esattamente?” Aaron era davvero curioso di sapere cosa avesse tramato la ragazza, che in tutta risposta agguantò la sua borsa tirando fuori dei gioielli. 
“No aspetta… hai svaligiato una gioielleria per caso?” Heric sapeva davvero fare delle pessime uscite quando voleva… tant’è che venne bellamente ignorato da tutti e tre i suoi coinquilini. 
“Sono quello che penso siano?” Chiese euforica Daisy capendo al volo l’idea dell’amica e trovandola semplicemente geniale. 
“Proprio loro, seppur in un frammento” Commentò sorridendo la custode dell’acqua, che dopo aver incrociato lo sguardo con quello scettico dei due ragazzi si decise a spiegare: “Non è un caso che i gioielli siano quattro e nemmeno che le pietre incastonate al loro interno siano rispettivamente un rubino, un’ametista, uno zaffiro e uno smeraldo. Oggi, durante la nostra discussione ho avuto l’idea e sono corsa al Tempio. Inizialmente è stato difficile, ma poi li ho convinti a dividere in due ogni pietra, così che comunque anche loro possano tenerci sott’occhio. E siccome girare con una pietra in mano risulterebbe scomodo e sarebbe anche pericoloso, Cassandra, con la magia, le ha incastonate in gioielli come le avevo chiesto io.”
Disse totalmente entusiasta della sua stessa trovata, passando poi in mano i gioielli ai suoi legittimi proprietari. 
Un anello d’oro con un rubino rosso intenso incastonato proprio nel centro ora adornava l’anulare sinistro del Custode del Fuoco, che, nonostante fossero passati diversi minuti, continuava a fissarlo incantato.  
Il polso destro della Custode della Terra era impreziosito da un vistoso bracciale d’argento con diversi brillanti disseminati quasi a voler creare un disegno o una cornice, nel cui centro risiedeva stabile un grande smeraldo brillante come il colore di un prato bagnato di rugiada.
Come quello del Fuoco anche il Custode dell’Aria ricevette un anello, questa volta in platino e con un’ametista ovale incastonata nel mezzo. 
La Custode dell’Acqua, sorrideva di fronte alle espressioni sorprese degli amici, con il viso illuminato dal grande zaffiro a forma di goccia contornato da brillanti che decorava una delicata collana in oro bianco. 
Dopo che Meredith ebbe raccontato per filo e per segno la sua chiacchierata al Tempio, decisero di ordinare la pizza per cenare e concludere al più presto quella folle giornata. Durante la cena parlarono molto di quelle cose che potevano definire “normali”, così da rilassarsi e poter sfruttare a pieno quegli attimi di pace casalinga. Daisy raccontò dell’idea di volersi iscrivere ad un corso di ceramica, nonostante questo rientrasse poco nella facoltà di psicologia che aveva scelto come percorso universitario. 
“Credo dovresti focalizzarti sugli studi… Io e te siamo indietro con i programmi”
Tentò di consigliarla Meredith, ripetendo mentalmente tutti gli impegni che aveva da portare a termine. 
“Io credo che uno svago faccia bene a chiunque. Sai dovresti trovarti un hobby anche tu saputella” Concluse tagliente come il solito Heric, pensando tra sé e sé alla proposta di Luke Davis. Le selezioni erano partite il giorno precedente e in tutte quelle discussioni se ne era completamente dimenticato, o forse, semplicemente, aveva finto di dimenticarsene. 
“Terra chiama Rick! Oiii?! La Smith ti ha appena insultato e tu non le hai neanche risposto. Che ti prende?”
Aaron aveva notato qualcosa di strano in tutta quella situazione e non aveva potuto fare a meno di palesare i suoi dubbi. 
“Cosa scusa? Non ho sentito” Rispose ancora sovrappensiero. 
“Ora mi preoccupo realmente… Mer prendi lo stetoscopio e chiama il dottore. Corri!” Rise la rossa. 
“Sputa il rospo. Ora.” 
Meredith Smith odiava molte cose e tra queste, senza dubbio, c’erano i giri di parole. 
“Non c’è nulla da dire. Semplicemente stavo pensando se fare o meno il provino per la squadra di football” Disse il ragazzo continuando a riflettere silenziosamente. 
“Quale sarebbe il problema?” Il sopracciglio sinistro alzato di Aaron era solo uno dei segnali che il discorso che si era venuto a creare fosse, se non assurdo, quantomeno bizzarro. 
“Oh andiamo è così ovvio! Pensa che frequentando quella gente possa metterci in pericolo visto quanto ci hanno detto al Tempio” Sbuffò Meredith alzando chi occhi al cielo. Possibile che gli ci volesse un disegnino? Heric era la persona più lineare del mondo. 
“Ma come… io ci rinuncio con voi due… “ disse facendo riferimento alla chiacchierata che aveva fatto con l’amico solo poche ore prima. 
“Tu domani andrai a quella selezione. Non si discute” 
Proseguì la custode dell’acqua, trovando subito l’appoggio di Daisy che prontamente disse: “E noi ovviamente faremo il tifo per te dagli spalti. Ah! Anche su questo non si discute” Concluse con un sorriso dispotico e gli occhi vivaci. 
“Ma io…” Provò a ribattere invano il custode del Fuoco, che però venne stroncato dall’espressione afflitta del biondo che, accompagnando il tutto da disperati gesti teatrali di supplica, disse: “Ti prego, prima che mi ritrovi vestito da cheerleader, chiudi il becco e andiamo a dormire” 
A quella battuta risero tutti, per poi ritirarsi ognuno nella propria camera.

Il giorno seguente 
“Cooper preparati tra due turni tocca a te” 
La voce di Luke risuonò autoritaria nelle orecchie di Heric, che per un attimo si perse a guardare gli spalti di fronte a lui. I suoi amici erano lì, in prima fila, pronti a sostenerlo e lui come un ragazzino sentiva sudare le mani come se la palla volesse sfuggirgli a tutti i costi dalle dita. Fece vagare lo sguardo tra tutte le file e notò solo dopo che le due Custodi tenevano in mano qualcosa di rosso e argentato. Non riuscendo a capire di cosa si trattasse, volse lo sguardo all’altro capo della palestra, dove le cheerleader erano allenate da un’Emily piuttosto furente. Dalla volta in cui la ragazza si era presentata a casa sua non avevano avuto modo di parlare e sebbene non volesse una relazione seria al momento, non intendeva chiudere i rapporti con quella moretta tutto pepe così accattivante. 
Quando udì il suo cognome fece un passo avanti con le gambe tremolanti. Alzò un’ultima volta lo sguardo sui suoi coinquilini e sorrise tranquillizzandosi vedendo Aaron che, sebbene controvoglia, strappava un pon pon dalle mani di Daisy e lo agitava scuotendo la testa come se nemmeno lui si capacitasse di quello che stava facendo.
 Anche se tutti i Custodi si conoscevano da sempre, gli unici che avevano avuto un vero e proprio rapporto erano Aria e Fuoco, da tempo immemore grandi amici. Dopo la morte dei genitori di Aaron, il biondo si era trasferito con Heric e  sua madre per breve tempo, per poi decidere di tornare nella casa di famiglia dopo qualche mese. Subito dopo avevano perso i rapporti e si erano rivisti dopo due anni di silenzi, ma senza nessuna recriminazione. Aaron era consapevole che Heric avesse tentato di mantenersi in contatto, e nonostante sapesse quindi che quell’allontanamento del tutto inutile che li aveva divisi fosse stato unicamente dettato da lui, in un momento così devastante, come lo può essere solo la morte di entrambi i genitori, aveva preferito stare da solo. In ogni caso prima di quel giorno il custode del Fuoco c’era sempre stato per quello dell’Aria ed era giunto il momento di restituire il favore. Heric era molto teso, glielo leggeva nello sguardo, così, senza pensarci un secondo di più, evitando quindi di pentirsene e cambiare idea, afferrò un pon pon della rossa e iniziò a sventolarlo neanche fosse una cheerleader. Vedere la postura rigida dell’amico rilassarsi e le labbra incurvarsi in un sorriso divertito, lo ripagò della vergogna del momento. Dopo quell’attimo di follia riassunse la sua postura rigida e si gustò ogni secondo di quella “familiarità” che da poco aveva iniziato ad apprezzare. 

“Heric”
La voce ormai più informale assunta da Luke fece girare il moretto in questione e tutti gli altri Custodi che in quel momento si stavano complimentando per la magnifica performance. 
“Credo che dovremmo aspettare la comunicazione ufficiale, ma ad ogni modo mi sembra alquanto palese l’esito.”
E strizzandogli l’occhio imboccò l’uscita della palestra. 
“Non resta che festeggiare”
Esordì allegra Daisy, finalmente le cose cominciavano ad aggiustarsi, lei aveva fatto pace con Meredith, Aaron cominciava ad aprirsi, Heric aveva ottenuto il ruolo nella squadra e avevano trovato il modo per capire di chi fidarsi o meno. La trovata dei gioielli era stata a dir poco geniale e grazie a questa gran parte della paura era scemata. 
“In realtà dovremmo andare al Tempio per la prima lezione con Alexander” 
Ricordò a metà tra il saccente e l’entusiasta la custode dell’acqua, ricevendo in risposta occhiate scettiche e annoiate. 
“Che c’è adesso?” Chiese alterata da quelle espressioni. 
“Solo tu puoi trovare entusiasmante una lezione di quei due, saputella” 
Le rispose Heric, con ancora gli angoli delle labbra all’insù per la precedente notizia. 
“Prima che ricominciate, andiamo, così poi possiamo festeggiare” Daisy cercò di evitare l’ennesimo battibecco tra quei due, riuscendoci con successo. Forse le cose stavano veramente cambiando e più velocemente di quanto si sarebbe mai potuta aspettare per giunta. 

Circa un’ora e mezza dopo
“Non ne posso più”
Mormorò a fatica la custode della Terra dopo l’ennesima palla di fuoco che le veniva scagliata contro dal Maestro. L’allenamento aveva preso risvolti inaspettati e nessuno dei Quattro si sarebbe mai potuto aspettare che Alexander li attaccasse prima di insegnar loro a difendersi. Era da circa un’ora che non facevano altro che schivare colpi su colpi di altri elementi o dell’elemento stesso che custodivano. 
In qualità di gran maestro, infatti, Alexander godeva della particolare abilità di canalizzare le energie e buttarle fuori come se ne fosse lui stesso il custode. Gli elementi gli rispondevano più di quanto attualmente facessero con i Quattro e correre per proteggersi da quei colpi non era un piano poi così brillante, ma a mali estremi, estremi rimedi. É così che si dice, no?! 
“Credi che alla Quinta Essenza importi il fatto che tu ce la faccia o non ce la faccia più?! Aspetterà di vedervi deboli, stanchi, spossati. Aspetterà di vedervi distrutti prima di attaccare e lì non basterà un non ne posso più, lì non basterà supplicare o piangere e anche se bastasse sarebbe molto deludente scoprire che lo abbiate fatto.” 
Concluse il suo discorso con gli occhi accesi se non di rabbia quanto di determinazione. Lui in quei ragazzi aveva visto qualcosa e, sebbene il dono della vista appartenesse a sua sorella, sapeva che le sue aspettative potevano essere realizzate, seppure a fatica. 

Dopo altre tre ore di intenso allenamento Cassandra intervenne per far tornare a casa i quattro ragazzi che quel giorno avevano addirittura saltato il pranzo per star dietro agli orari da bifolco di suo fratello. Proprio mentre i Custodi stavano per uscire dall’edificio un enorme voragine si aprì sotto i loro piedi risucchiandoli. 
“Ma che diavolo…?!” Lo sconcerto e l’irritazione nella voce di Heric era alquanto palese, ma non fece in tempo a palesare i suoi dubbi che trovò la risposta nelle parole di Alexander. 
“Comunque la lezione di oggi è: - Sei vuoi vivere tranquillo stai sempre in guardia-. Tenetela sempre a mente” Terminò soddisfatto di averli colti di sorpresa e mettendo fine al durissimo allenamento a cui li aveva sottoposti. 
Decisamente quell’uomo era folle, si ritrovarono a pensare i ragazzi. 
“Ci vedremo settimana prossima con una lezione che vi aiuterà a gestire l’elemento, voi nel frattempo cercate di integrarvi così che nessuno si accorga di chi siete.” Consigliò Cassandra, lasciandoli finalmente andare. 


“Zio abbiamo Fuoco in pugno ora non ci resta che proseguire con un altro custode” comunicò la ragazza dai capelli corvini, avvicinandosi di poco a quello che più che uno zio rappresentava un mentore e un esempio per lei. 
“D’accordo, ma voglio che ad agire sia ancora tu, non voglio che per il momento scoprano l’esistenza di mio figlio. Sarebbe un enorme passo falso e non possiamo permettercelo. Ad ogni modo attenta con Fuoco: per quanto ti sembra di stringerlo in mano, non sai mai quando inizia a bruciare.”
Lo sguardo scuro che accompagnò quelle parole fu sufficiente a far capire alla ragazza che era giunto il momento di lasciare la stanza. 







Angolo Autrice:
Hey! Sono resuscitata!!! 
Unica scusa a mia discolpa?! Beh mi si era rotto il computer… Ad ogni modo con la lunghezza del capitolo voglio farmi perdonare. 
11 pagine che spero vi piacciano. Spero che nonostante la lunga assenza qualcuno torni a recensire. E vi comunico che nel prossimo capitolo inserirò delle immagini per presentare i gioielli e i Custodi. 
Decisamente sto allungando troppo come mio solito. Ad ogni modo: fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione e ci si vede GIOVEDÌ 16 con il capitolo che ho già scritto, per cui, questa volta, niente ritardi. 
Baci e alla prossima 
Ashcasak_2k2 ❤️ 

   
 
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