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Autore: Llucre_B7    07/08/2018    1 recensioni
Dal primo capitolo:
“Cosa ne pensi?” chiese Luke a suo nipote. “C’è del potenziale…”
"Mi ha morso, Maestro," fu la dura risposta di Ben. "Qualsiasi mia opinione non sarebbe oggettiva".
O meglio: Tutti sono connessi, a volte anche solo grazie ad un morso su una mano. Perfino nella più profonda oscurità, “illuminati noi siamo”.
.
Traduzione della fanfiction Like Young Gods, dalla raccolta Sword of the Jedi di diasterisms.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5



"Qualcuno qui si è preso una cotta", cinguettò Alema Rar.

Rey seguì lo sguardo provocante della Twi'lek puntato su Jysella, intenta a fissare attraverso la frangia di capelli rosso scuri il centro del cortile, dove suo fratello maggiore, Valin, stava combattendo con Ben. Ora che i Cavalieri Jedi erano tornati da Vjun, Luke aveva ritenuto istruttivo per i padawan più giovani osservare i loro diversi stili di combattimento.

Jysella arrossì. "Non è vero."

“Non vergognarti” ridacchiò Alema, facendo arrossire ancora di più la sua preda, che iniziò a cambiare posizione, visibilmente a disagio. “Solo è decisamente un bel vedere.”

Jysella fu salvata da Finn Galfridian, il principe di Artorias dai capelli d'oro. "Ehi, Alema!" la richiamò, le mani tese davanti ai fianchi, la spada laser attivata. "Hai intenzione di fare da baby-sitter per tutto il giorno o mi lascerai prenderti a calci in culo?"

Con un ringhio che le rimbombò in gola, Alema balzò in aria con una capriola Ataru perfettamente eseguita. La sua lama si scontrò con quella di Finn, che aveva alzato il braccio per bloccare il colpo, facendola volare via prima ancora che i suoi piedi potessero toccare terra. I lineamenti delicati del ragazzo dagli occhi azzurri si allungarono in un sorriso pigro; assunse una posizione di difesa Makashi, i piedi distanti tenuti perpendicolari, le ginocchia leggermente piegate, la lama puntata verso Alema. Gli occhi della Twi'lek si ridussero a due fessure mentre portava entrambe le mani sull’elsa della spada. Per qualche istante rimasero immobili a studiarsi l’un l’altro, per poi caricare contemporaneamente, i corpi avvolti in un vortice di luce blu.

"Non lasciarti turbare da Alema," disse sottovoce Rey a Jysella. "È una prepotente, si è sempre divertita a torturare gli studenti più giovani".

"Preferisco sua sorella," confessò timidamente Jysella, come se fosse una mancanza terribile preferire una gemella all'altra.

"Come tutti," scherzò Rey lanciando un'occhiata all'altra parte del cortile, dove Numa Rar era impegnata in un educato duello con Tekli, la minuta Chadra-Fan.

Non è lungo, però, prima che l'attenzione di Rey si trasformi in Ben. Non riusciva a comprendere per quale motivo la provocante allusione di Alema le avesse creato un tale peso sullo stomaco, ma doveva ammettere che la Twi’lek non c’era andata tanto lontana. La figura di Ben risaltava nettamente tra le altre, avvolto nella tunica scura dei Jedi mentre passava da una posizione offensiva a quella difensiva con un’eleganza quasi sovrumana.

È perché è così alto, decise Rey. E ha dei bei capelli. Non poteva biasimare Jysella per la sua infatuazione, anche se le risultava stranopensare a Ben come – come a qualcosa di diverso da Ben.

"Mio nipote sembra preferire la Djem So oggi." Commentò Luke, attirando immediatamente l’attenzione degli studenti raggruppati ai margini del cortile. “Qualcuno l’ha notato?”

Fu Yaqeel la prima a parlare. "Sì, Maestro. Quel movimento-" disse indicando Ben, che continuava ad eseguire delle mezze rotazioni con la spada davanti e dietro, squarciando la difesa di Valin e costringendolo ad arretrare per evitare la lama, "- è Djem So. Tuttavia, quello" continuò lei osservando la mano libera di Ben proiettare improvvisamente con la Forza una spinta contro il petto di Valin, "non lo è".

Luke annuì. "Il Cavaliere Jedi Solo ha deciso di specializzarsi nella Niman, che, come discusso in precedenza, è una combinazione di tutte le altre sei forme di combattimento e richiede di incatenare la Forza alle sequenze di combattimento, rendendo alcune mosse piuttosto… creative." Nel momento esatto in cui Luke finì di parlare, Valin si lanciò contro Ben che eludendo la lama la fece scontrare con la sua, usandola come leva per allontanare l’avversario. "Dovete però ricordare che la Niman, attingendo da tutte le altre forme di combattimento, manca di un focus specifico, cosa che la rende – secondo alcuni – inadatta alla battaglia. Per questo è lo stile preferito dai diplomatici, dagli storici e dai filosofi - quei Jedi che, in generale, hanno deciso di dedicare il loro tempo allo studio e alla diplomazia ".

"E allora perché Ben l'ha scelto?" Chiese Seffs provocando una serie di risate da parte degli altri apprendisti, essendo a tutti ben noti i modi scontrosi di Ben.

"Gli piace la sfida che ne consegue", sbottò Rey. Era una sua abitudine accorrere sempre in difesa di Ben. "Perché la Niman sia veramente efficace, si deve acquisire un buon livello di esperienza anche nelle altre forme di combattimento, giusto, Maestro Luke?"

"Esattamente" rispose lui. "Ogni forma racchiude un'idea: guardate ad esempio le sorelle Rar – quello è Ataru, il movimento. I figli di casate nobili, come Finn e Raynar, tendono a prediligere l’eleganza Makashi. Poi c'è Soresu, la difesa, e Djem So, il potere: chi sceglie la Niman deve comprendere tutte queste idee e imparare quando è più giusto applicarle e quando invece improvvisare le proprie mosse: è la forma più astuta e intelligente, servono dieci anni per padroneggiare... " si interruppe, aggiungendo poi come a sé stesso, "Ben è sempre stato uno dei miei studenti più ambiziosi".

C'è dell'altro, Rey pensò. Le tornò in mente un adolescente imbronciato mentre anni prima le diceva "Non hai bisogno di una spada laser se hai la Forza”. Anche in quel momento, mentre stava lottando con Valin, il modo in cui teneva la mano libera sempre pronta - piegata davanti al petto o distesa davanti a lui – mostrava chiaramente quale abilità prediligesse davvero. Per Ben, la spada laser era un semplice oggetto di scena; la Forza era la vera fonte del potere.

Ma quella era una cosa privata, una debolezza che altri avrebbero potuto sfruttare contro di lui, quindi ad alta voce disse semplicemente: “Inoltre, Ben èuno studioso. Conosce la storia quasi quanto Maestro Tionne".

"Mamma mia, calmati!" sbuffò Seff facendole la linguaccia. "Stavo scherzando."

Alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul duello. Ben partiva in vantaggio alle sue mosse potenti e imprevedibili, ma c'era una ragione se Valin Horn era il più giovane Cavaliere Jedi dell'era della Nuova Repubblica. Le loro lame si scontrarono ancora una volta, verde contro blu, e poi-

Il blu scomparve-

Ben incespicò. Valin colse al volo l’opportunità riaccendendo la sua arma e attaccando con un colpo diretto che il suo avversario, già sbilanciato, riuscì a malapena a parare.

"L'ha spenta," mormorò Rey perplessa. "Valin ha spento la spada nel bel mezzo del combattimento."

Le mani di Jysella corsero a coprirle la bocca. "È così che combatte nostro padre".

"Sì," disse Luke, l’accenno di un cipiglio turbato iniziava a comparirgli sul volto. "Trakata. È la mossa distintiva di Corran."

"È pericolosa", gemette Jysella. "Un movimento sbagliata..." I suoi occhi avevano completamente escluso bene dal combattimento, restando fissi solo su suo fratello, le pupille dilatate per l’apprensione.

Valin sembrava aver trovato il suo ritmo con il raggio della sua spada laser che continuava ad accendersi e spegnersi deviando gli attacchi di Ben e costringendolo a goffi contrattacchi dell’ultimo minuto, continuando a spingersi a vicenda avanti e indietro attraverso il cortile. La loro danza mortale li spinse verso altri duellanti, ma nessun Cavaliere sembra perdere un colpo, incrociando le proprie spade con i nuovi avversari prima di tornare a concentrarsi a quello originale senza troppo sforzo

Era incredibile da guardare. Sembravano seguire una vera e propria coreografia. Jysella continuava a divorarsi le unghie e a Rey si mozzò il respiro in gola. Un giorno, si ripromise guardando Ben che si abbassava per schivare un colpo di Ganner mentre colpiva Eryl, che a sua volta stava sfruttando la propria spada per dirigere quella di Ben verso Ganner. Si congelarono in uno stallo a tre, scambiandosi ghigni maliziosi, prima di schizzare in direzioni opposte. Un giorno combatterò anche io così.

E poi successe: Valin e Ben corsero l'uno verso l'altro, incontrandosi brevemente nel mezzo - e Valin fece scattare l’interruttore proprio mentre l'elsa sfiorava il braccio di Ben.

Un sussulto si sollevò dal pubblico. Rey sentì un grido strozzato, ma si rese conto solo dopo di essere stata lei ad urlare.

I due avversari si fermano alle estremità opposte dell'area di duello. Ben respirava affannosamente, le dita della mano sinistra strette attorno allo squarcio sul bicipite.

Premette sulla ferita. Il mondo si fermò. I suoi occhi brillarono.

"No!" gridarono contemporaneamente Rey e Jysella mentre Ben allungava la mano libera. Valin venne sollevato in aria, il corpo paralizzato scaraventato verso il bordo verso la spada laser verde di Ben. Questa era la tecnica Niman di "avvicinamento", non si poteva tornare indietro da quella, era la mossa finale-

Un rapido gesto di Luke spezzò la presa della Forza di Ben e spinse Valin in salvo. Si alzò da terra, scosso ma illeso. Il resto dei duellanti estinse le proprie spade mentre il Gran Maestro dell'Ordine Jedi camminava tra di loro.

"Perché?" chiese al più giovane, mentre cercava di rimettersi in piedi. "Perché mai avresti pensato di inserire Trakata in un duello di allenamento?"

Valin scosse la testa. "Io- io non so cosa mi sia preso, Maestro Luke" balbettò. "C'era... un desiderio..."

L'espressione corrucciata di Luke si acuì. "Su questo ci torneremo. Per quanto riguarda te..." La sua voce si alzò notevolmente quando si rivolse a Ben. "Il tuo avversario adesso potrebbe essere morto, e tutto perché hai perso la pazienza. Hai usato il dolore per nutrire la Forza. L'ho visto, Ben. Quante volte dovrò ancora metterti in guardia contro il Lato Oscuro? "

"Lo ha preso da suo nonno." Il silenzioso bisbiglio di Raynar riecheggiò nel silenzio.

Ben non esitò neanche un attimo. Raynar ebbe a malapena la possibilità di schivare l'arco selvaggio della spada laser.

Seduta accanto a Rey, Natua scosse la testa, lo sguardo fisso sui due Cavalieri che continuavano a duellare. "Qualcosa non va. Raynar è un cafone, ma nemmeno lui oserebbe interrompere una ramanzina."

"E mio fratello", insistette Jysella con un accenno di rara ferocia, "non userebbe mai Trakata in uno scontro amichevole".

"E Ben combatterebbe chiunque, in qualsiasi momento", aggiunse Rey, "ma..." Si interruppe per valutare come completare il resto della frase. "No, niente. Combatterebbe chiunque, in qualsiasi momento, punto."

Lo stesso Luke sembrava disorientato mentre Ben e Raynar continuavano a duellare di fronte a lui. Alla fine, rivolse un sorriso mesto agli studenti che stavano continuando ad osservare in silenzio quel terribile spettacolo.

"Alcune lezioni devono essere insegnate nel modo più duro", scherzò.

Poi accese la sua spada laser e si gettò nella mischia.

 

*


 

Non ci fu partita. D’altronde, era Luke Skywalker.

 

*



Ferma all'ingresso del cortile, Rey si morse un labbro per sopprimere la risatina che le stava ribollendo nel petto. Ben e Raynar erano seduti a torso nudo su due brandine separate e si lanciavano occhiatacce mentre i loro compagni li guarivano. Tra le altre ferite, Ben aveva un labbro spaccato, gentile concessione del gomito di suo zio, e Raynar si era guadagnato una lussazione nel momento in cui Luke gli aveva ruotato il braccio dietro alla schiena per disarmarlo.

"Pronti, ragazzi", esclamò Ulaha, il cerchio viola attorno all'occhio sinistro di Ben che scompariva sotto la punta delle sue dita. "Grazie per i più divertenti... tre minuti della mia vita."

"A malapena due," la corresse Tekli. La Chadra-Fan dal muso da roditore era saltata sulla branda di Raynar, la sua fronte ricoperta da pelo dorato corrugata per la concentrazione nel guarirgli la spalla.

Ben inclinò la testa verso la sua nemesi. "Ha iniziato Raynar."

Il biondo sogghignò. "Stavo solo richiamando l'attenzione sul fatto che tusei una bomba a orologeria, Solo."

"Ti dimentichi," disse Ben serenamente, "che in questa stanza c'è un solo nobile alderaaniano la cui famiglia si alleò con l'Impero Sith."

Una vampata di rabbia colorò le pallide guance di Raynar. "Almeno io faccio parte della veranobiltà. Tua madre è stata adottata."

"Lei", replicò Ben, "è la figlia di Padme Amidala."

"Che comunque non era nemmeno una vera regina..."

"State diventando noiosi", li interruppe Eryl, che se ne stava appoggiata al muro accanto a Ganner, osservando il battibecco a braccia incrociate. "Sapete, non siete più degli adolescente."

"Era stancante persino quando lo erano", ridacchiò Ganner. "Riposo, Casata dei Thul e Casata degli Organa, la lotta per il potere è avvenuta molto prima che voi due nasceste. Siamo tutti Jedi qui."

"Alcuni di noi più irritati di altri", osservò Ulaha, fermandosi per esaminare di nuovo il suo paziente. "Bene Solo, vivrai per combattere un’altra battaglia. L'unica cosa che rimane da richiudere è la bocca."

"Sì, cuciamola." sogghignò Eryl. Gli altri Jedi iniziarono a ridere; la tensione sembrava essersi dissolta. Persino Ben le rivolse un’occhiata esasperata che diceva Ok, questa te la concedo.

"Rey". Ulaha le fece cenno di avvicinarsi. "Come vanno le tue capacità di guarigione con la Forza?"

Rey esitò. "Non ho fatto molta pratica."

"Nessun momento è meglio di adesso, allora." Ulaha si fece da parte per lasciare che l'altra prendesse il suo posto di fronte a Ben.

Gli si avvicinò con un peso crescente sullo stomaco. Riusciva a far funzionare la trance di guarigione su sè stessa, ma curare qualcun’altro era una storia completamente diversa. Per di più non si era ancora rimesso la maglietta: Jysella sarebbe andata in fiamme se solo fosse stata lì per vederlo.

Ma Rey era più tenace, quindi, con molta fermezza, si costrinse a non degnare di uno sguardo niente di… di tutto quello. Le spalle larghe, i fianchi snelli, i muscoli magri delle sue braccia – no, decisamente non stava guardando. Era in un'età in cui il suo corpo iniziava a ribollire e traboccare di una serie di bizzarre nuove reazioni: mani sudate, formicolio alla spina dorsale, sangue che confluiva in luoghi inaspettati - trovava tutto terribilmente sospetto quando a volte fissava la sconosciuta nello specchio, una versione distorta di sè stessa.

Ben sollevò il mento per lasciarle ispezionare liberamente il sangue sul labbro inferiore. Non stai dormendo bene?gli avrebbe voluto chiedere vedendo i cerchi grigi che contornavano suoi occhi, visibili anche attraverso le onde disordinate di capelli scuri e sudati che gli erano ricaduti sulla fronte. Gli posò le dita sulle labbra; lui deglutì e l'azione attirò due occhi color nocciola sulla sua pallida gola, che continuarono a studiarlo giù fino alle clavicole affilate come la roccia, nella fioca luce del cortile.

"Fallo un passo per volta", consigliò Ulaha, proprio come le era stato insegnato dai maestri anni prima. Tutti gli altri Cavalieri li stavano osservando con interesse. "Prima la Forza dentro di te, poi Forza in lui."

Controllo. Sensibilità.

Rey si espanse, attraverso la carne, attraverso il dolore, per toccare la Forza. Ciò che era vivo doveva guarire. Ciò che non poteva guarire, doveva resistere.

Ben sorrise. Fu un lampo rapido e incerto all'angolo della bocca. Lo stesso modo in cui le ha sempre sorriso, l'unica cosa che non era mai cambiata nel corso degli anni. Era il suo centro.

Alterazione.

 

*



"Non male, ragazza!" cinguettò Ganner quando Rey tornò in sé. "Efficace. Non ero così bravo alla tua età!"

La mano ricadde al suo fianco. La ferita sul labbro di Ben si era completamente richiusa. Si portò le nocche alla bocca, pulendosi lentamente dalle ultime gocce di sangue rimaste.

Tekli le poggiò una mano sulla spalla. "Diventerai una grande Jedi."

"Una decente," corresse Ben tranquillamente. Sembrava orgoglioso di lei.

 

*


 

Diverse micce si accesero sopra la testa di Rey. Agitò la mano libera dalla pesante chiave inglese - che continuava a cigolare contro il metallo - davanti alla faccia per dissipare il fumo acre degli stoppini bruciati, ma alla fine fu costretta a ritirarsi, lasciandosi scivolare fuori dal condotto di aspirazione corroso.

"Cosa fai?" chiese una voce vibrante da flauto prima che la testa piumata e iridescente di Tiu Zax spuntasse sulla soglia.

Rey puntò la chiave contro il macchinario a forma di barile che aveva recuperato dal Comando Strategico e che stava occupando metà del pavimento della stanza. "Sto ottimizzando questa pompa per la produzione di energia idroelettrica. Quando avrò finito, potremo installarla nel fiume e caricare lì tutte le batterie. Se riesco a trovare un modo per renderla compatibile con i jack di output a fasi, potremmo persino deviare l’energia verso i sistemi di illuminazione del tempio. Stavo pensando anche ad un estrattore di proteine per rimuovere le alghe dall’acqua da utilizzare per la lavorazione del cibo.”

La maggior parte delle persone avrebbe già sollevato gli occhi al cielo, ma le luminose iridi indico del delicato volto di Tiu rimasero accese di interesse. Gli umanoidi dalla pelle blu di Omwat erano dotati di cervelli iper-sviluppati che li predisponevano all'ingegneria e all'informatica, rendendo così Tiu una dei pochi apprendisti in grado di tenere il passo con Rey quando entrava nel suo mondo.

"Alcuni potrebbero dire che abbiamo già abbastanza celle di energia permanente rimaste dalla ribellione", osservò Tiu una volta che l'altra si fu interrotta per riprendere fiato.

Rey si strinse nelle spalle. "Voglio solo vedere se sono in grado di farlo, così non dovrò più chiedermelo."

"Questo è comprensibile e ammirevole: la curiosità apre le porte al progresso". Aggiunse poi in tono di scusa, "Ma dobbiamo andare se vogliamo tornare indietro prima di sera".

"Sì, sì, lo so. Dammi solo un secondo." Rey lasciò cadere la chiave inglese nella cassetta degli attrezzi e ripose il fascio di corde laser e la spada da allenamento sul fianco per poi seguire l'Omwati lungo il corridoio. Una volta raggiunta un’età sufficiente da avere sviluppato un po’ di buon senso – e, teoricamente, essere diventati abbastanza esperti da non farsi uccidere - a Luke piaceva mandare i suoi studenti a camminare nella giungla a coppie, per lavorare sulla propria sensibilità e studiare altre forme di vita.

Rey favoriva già di queste spedizioni, oltre a tutte quelle non autorizzate.

La piattaforma di atterraggio fuori dal tempio era piena di giovani iniziati che iniziavano ad affinare la propria abilità di levitazione. Luke camminava tra di loro, offrendo qualche incoraggiamento e molti suggerimenti per migliorare mentre R2-D2 si divertiva a eliminare le erbacce cresciute tra una mattonella e l’altra. Non passò molto prima che allo sciame di bambini venisse in mente la brillante idea di unire le forze e sollevarelui. Fischiettò abbattuto, le ruotine che giravano a vuoto in aria.

Proprio nel momento in cui Rey e Tiu stavano passando accanto al droide fluttuante, uno dei bambini perse la concentrazione, scatenando una reazione a catena tra gli altri. Artoo emise un segnale di allarme mentre precipitava a terra, ma, prima che potesse schiantarsi a terra, Rey lo immobilizzò con un movimento distratto delle dita, abbassandolo lentamente mentre continuava a camminare.

"Aspettami lì R2," gli disse da sopra la spalla.

Liberami da questo inferno, le fischiettò il droide in binario.

Ben, Ganner e Finn Galfridian stavano parlando al limite della piattaforma di atterraggio. Sembrava qualcosa di serio – le voci basse, le loro espressioni solenni – ma si ammutolirono nel momento stesso in cui entrarono nel raggio uditivo di Rey e Tiu.

“Come se ce ne importasse comunque qualcosa” sbuffò Rey offesa.

"Dove stai andando?" le chiese Ben.

"A fare trekking".

I tre cavalieri si scambiarono una serie di sguardi complici. Alla fine, Ganner disse con tono risoluto "Non andare troppo lontano, va bene?"

"Abbiamo già esplorato la maggior parte della giungla qua intorno e studiato tutte le forme di vita al suo interno", sottolineò Tiu. "Maestro Luke vorrebbe che imparassimo qualcosa di nuovo."

"Non andare oltre il Palazzo di Woolamander", scattò Ben. Era chiaro a tutti che il comando fosse rivolto esclusivamente a Rey.

"Non è nemmeno mezz'ora di cammino, sarebbe inutile ..."

"Per favore, per ora fate come vi diciamo", la interruppe Finn, cercando di tranquillizzarla. "C'è qualcosa... Non siamo ancora sicuri di cosa, ma è meglio prevenire che curare."

"E se invece ci diceste di cosa si tratta?" suggerì Tiu.

"Non ne siamo sicuri", ripetè Finn.

"Sai, c'è una scommessa su chi saranno i prossimi apprendisti a farsi accidentalmente rincorrere da un mostro fino al tempio", disse Rey a Ben.

Le sue labbra si assottigliarono. "Sembra esattamente il tipo di stupidaggine su cui potrebbe scommettere un gruppo di ragazzini."

Le sopracciglia di Rey si sollevarono mentre studiava il duro taglio che avevano assunto i suoi occhi. Era stato irritabile sin da quando era tornato dalla missione nel Castello Bast - beh, in ogni caso più irritabile del solito. Ma comunque. Quei ragazzi non erano maestri; non c’era nessun bisogno che lei li ascoltasse. Fece un cenno a Tiu e proseguirono verso il fitto confine verde.

Le due avevano appena fatto cinque passi quando Ben la chiamò con voce esasperata "Rey".

Alzò gli occhi al cielo, poi gli si avvicinò. "E adesso che vuoi?"

Delle dita lunghe e sottili le scivolarono sotto al mento per sollevarle delicatamente il viso. Le passò il polpastrello del pollice sulla guancia, gli occhi scuri concentrati a sfregarle via il grasso che si era spalmata sulla pelle strisciando attraverso il condotto di aspirazione.

Cosa c’era di tanto speciale in quel gesto da farle aumentare così le pulsazioni? Perché quel tocco le stava facendo crescere un groppo in gola? Perché l'espressione sul suo volto la fece sentire d’un tratto più sola che mai?

Da quando sei in grado di muovermicosì?

Dopo quella che le sembrò un’eternità, ma comunque troppo presto, abbassò la mano. "Stai attenta là fuori."



1. In questo caso ho preferito una traduzione letterale (“Since when have you been able to move me like this?”) in quanto, più avanti nella storia, quel “to move me” sarà ripreso in modo diverso da Ben.

 

*



I rami degli alberi frusciavano mentre alcuni uccelli predatori si alzavano in volo, starnazzando in un vortice di piume e di becchi macchiati di sangue. Rey aggirò cautamente la carcassa del runyip del quale si stavano nutrendo mentre, accanto a lei, Tiu fece scorrere le dita sulle foglie umide di rugiada con movimenti aggraziati e aguzzi.

"Per cosa pensi che siano preoccupati?" chiese l'Omwati, riferendosi chiaramente ai tre Cavalieri Jedi. "Quelli più grandi sono incredibilmente tesi da quel giorno nel cortile, dal duello tra Ben e Valin".

"Forse sono ancora nervosi dalla missione su Vjun?" azzardò mentre si spazzolava le ciocche che l'umidità della giungla le aveva fatto appiccicare alle tempie. "Anche se era a malapena una delle loro prime missioni, è stata sicuramente la più pericolosa."

Tiu si fermò con una calma tale da far pensare a Rey che avrebbe spiccato il volo da un momento all’altro. I suoi lineamenti rapaci risultavano sempre più evidenti quando si trovavano in mezzo alla natura selvaggia, all'ombra degli alberi dei Massassi. "C'è un sentiero più avanti, attraverso quelle viti, ma percepisco... rabbia. E fame. Mille deboli vite, catturate in uno sciame affamato".

Rey strisciò verso il muro di viti e studiò attraverso le aperture. Un percorso libero dagli intralci della foresta serpeggiava attraverso l'oscurità, bloccato solo da un alveare distrutto staccatosi dal suo ramo a mezz’aria. L'aria risplendeva di nugoli di minuscole ali e risuonava dei clic di migliaia di tenaglie.

"Percorso alternativo?" suggerì Tiu.

"Non c'è bisogno." si concentrò, deformando e rimodellando le energie attorno a lei e Tiu in un senso di disgusto e disorientamento. Spinsero le viti da una parte e passarono con calma oltre l'alveare caduto; le api piranha si allontanarono immediatamente, respinte dalle ondate di Forza che Rey aveva appena lanciato.

Mentre il sentiero tortuoso portava le due apprendiste più a fondo nel bosco, iniziarono a camminare più silenziosamente, cercando di nascondere il più possibile la loro presenza nella Forza. Erano ormai andate ben oltre le rovine del Palazzo di Woolamander, il confine arbitrario che aveva stabilito Ben. I suoni della giungla iniziarono a diventare più minacciosi, il cinguettio degli uccelli e squittii dei roditori avevano ceduto il passo a ringhi rochi e ad un lontano, occasionale ruggito. Gli alberi erano pieni di occhi e denti in attesa.

Ci fu un movimento a destra. Rey e Tiu si portarono immediatamente in posizione di attacco, le mani pronte sull'elsa delle loro spade laser da allenamento. Un paio di figure indistinte emersero dall’oscurità del bosco e poi...

Il suono di quattro lame ronzò nell'aria accompagnato dallo sfolgorio di un giallo acceso nell'ombra grigiastra della foresta.

"Oh, siete voi ragazzi." Il sollievo di Seff era palpabile nonostante il raggio della sua spada laser fosse bloccata con quella di Rey a pochi centimetri dalla sua gola.

"Ci siamo un po' persi", spiegò Jysella lasciando ricadere le braccia dalla posizione da affondo che stava per sferrare contro Tiu, a sua volta rilassandosi immediatamente dalla deviazione alla quale si era preparata. "Meno male che siete venute da questa parte."

A una a una, le spade laser si spensero. L’ultima fu quella di Rey, rendendola estenuantemente consapevole del fatto che, sotto sotto, la bambina che lottava costantemente per la sua vita e che si guardava sempre le spalle era ancora lì, ed aveva messo le radici anche in quella terra così verde.

"Dovremmo tornare indietro," disse Tiu incamminandosi. "Presto sarà buio."

Quattro paia di occhi si guardarono a vicenda mentre la stessa idea saettava contemporaneamente nelle loro menti, lo spettro della meditazione serale nella Sala Grande che aleggiava nell’aria.

"Un'altra ora?" chiese cautamente Rey. "Vediamo solo dove porta questo sentiero, ok?"

 

*



Un leggero tremore sotto a della terra nera. Un'increspatura incerta su dell'acqua d'argento.

Nwûl Tash. Dzwol shâsotkun.

Era vasto, ardente e millenario. Il suo corpo morì tra il fuoco e le catene molto tempo prima. Le pietre sul suo altare erano ricoperte dello scivoloso sangue dei Massassi che continuavano a sacrificarsi a migliaia in modo che potesse vivere per sempre.

Shâsotjontû châtsatul nu tyûk. Tyûkjontû châtsatul nu midwan.

Aveva dormito.

Midwanjontû châtsatul nu asha.

Ma poi, una ... chiamata. Un debole segnale, da qualche stella lontana. Si svegliò con così tante giovani ed agitate menti a portata di mano. Menti come lo era stata la sua, una volta. Quale era la parola? Sì, Jidai.

Ashajontû kotswinot itsu nuyak.

Ora sentiva alcuni di loro dirigersi verso di lui. Attraversare la giungla in brillanti bagliori. Signore, disse qualsiasi cosa fosse quella che lo aveva destato. Signore, ecco il mio sacrificio. Le pietre tremarono, lui attese.

Wonoksh Qyâsik nun.

 


 

Note finali:
1. Da ora in poi lascerò in qua e là qualche nota di traduzione all'interno del testo stesso, in modo da rendere tutto più semplice e scorrevole (senza il bisogno di andare ogni volta alla fine del capitolo)
2. Come sempre ringrazio tutti quelli che continuano a leggere e seguire questa fanfic. Un grazie ancora più grande a chi si è preso due minuti per recensirla anche. Cercherò di caricare un nuovo aggiornamento tra domani e dopodomani, quindi #staytuned! Un abbraccio stritolatore a tutti <3


 


 

Note originali dell'autore:
1. I have upped the chapter count to 15, because I realized that 10 chapters is in no way enough for the kind of story that I want to write. Also, I hope no one minds the appearance of an EU character who's also named Finn, but I needed him here. I doubt he will cross paths with our TFA cinnamon roll, so it shouldn't be too confusing!
2. Jedi Knights: Alema RarNuma RarFinn GalfridianValin HornTekli. Jedi Apprentice: Tiu Zax.
The Chadra-Fan.
The Omwati.
Lightsaber forms: AtaruMakashiNimanDjem So.
Valin and Jysella's father, Corran Horn, uses the Trakata technique during the Yuuzhan Vong War.

  
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