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Autore: Nao Yoshikawa    10/08/2018    3 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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28 – Riunione di famiglia

August rientrò al locale con un’espressione indecifrabile. Sapeva che essere nemici di Acnologia non era uno scherzo, gli era stato accanto per anni e ben conosceva la sua forza e rancore.
Sicuramente avrebbe combinato qualcosa che non poteva neanche immaginare.
Fiamma fu la prima, molto candidamente, ad andargli incontro.
“August, sei tornato! Che è successo?”, domandò impaziente.
“Come dire… Acnologia sa… sa di me e di quello che ho fatto. Direi che la nostra alleanza termina oggi”.
Natsu allora gli diede una sonora pacca su una spalla.
“Oh, molto bravo! Sei stato molto coraggioso!”
“Piantala di trattarmi come un bambino”, si lamentò. “Adesso la sua rabbia non farà altro che aumentare”
“Non c’è nessun problema”, proferì Zeref. “Lo hanno già combattuto una volta. E poi, almeno per il momento, non è lui che mi preoccupa, non quanto Larcade, almeno”
“Sì, e aggiungerei che questo non sarebbe successo se non lo avessi ammazzato”, Natsu alzò gli occhi al cielo.
“Non continuare a ribadirlo”
“Io dico solo la verità!”.
Anche con quel contesto disastroso attorno, quei due trovavano perfino il tempo di litigare come comuni fratelli.
Mest osservava la scena, con accanto Wendy, la quale aveva finalmente trovato il coraggio di farsi più vicina.
“Ah, certo che quei due sono incredibili, non me li ricordavo per niente così”
“Le cose a volte cambiano”, la ragazza si portò timidamente una ciocca di capelli dietro un orecchio. “Sono molto felice che tu sia qui. In questi anni ti ho pensato spesso”
“Anche io ho pensato a te e tutti voi. Pensavo che non sarei più tornato sui miei passi, ma alla fine il destino ha deciso diversamente. Ammetto di esserne comunque felice. È bello vedere come sei cresciuta”.
Wendy si ritrovò ad arrossire. Era bello essere guardata finalmente più come una donna che una bambina. Mest era stato quello che sin dalla prima volta aveva costellato i tuoi sogni, ma ai tempi non ci aveva sperato troppo. Adesso però le cose erano diverse. Erano di nuovo insieme, e dubitava che la guerra fosse l’unico motivo.
“Qualcuno mi fa fare un giro turistico di questa città?”, domandò ad un tratto un’ignara Mavis.
August lanciò un’occhiata al padre.
“Non posso cercare un modo per restituirle la memoria?”
“Non adesso, ti dico”, bisbigliò. “Va tu con lei. Mio, August sarà lieto di accompagnarti”.
Il diretto interessato avrebbe tanto voluto dire la sua. In quella situazione non avrebbe avuto tempo per mettersi a fare da cicerone. Però, dopotutto, passare del tempo con sua madre non gli dispiaceva.
Dopo aver bevuto, Hikari era crollata addormentata con la testa sul bancone. A duna certa aveva sentito una sonnolenza impossibile da combattere. Yukino si avvicinò teneramente a lei, scostandole i capelli dalla fronte.
“Oh, Hikari, se eri stanca potevi anche trovarti un giaciglio migliore, no?”.
La figlia si destò poco dopo, spalancando gli occhi scuri.
“Stai bene?”, domandò lei.
“Non mi sono mai sentita meglio in vita mia!”, esclamò con rinnovato buon umore, stiracchiandosi. Ciò sorprese molto Yukino, la quale era abbastanza certa che non stesse fingendo.
Poco distante dai due, Minerva si trovava accanto a Rogue a conversare amabilmente. La ragazza sorrise nella loro direzione.
“Ciao, ragazzi!”, salutò allegramente.
“Hikari, sei crollata, hai dormito come un ghiro”, costatò Rogue.
“Oh, sì. Ma adesso sto decisamente meglio”.
Quei due avevano preso a parlare come se nulla fosse, come se il loro romantico passato fosse stato cancellato. Lì, Minerva intuì che la pozione doveva aver funzionato. La cosa la fece sospirare sollevata, perché adesso era esattamente tutto come doveva essere. O almeno di questo tentò di convincersi.
Yukino, dal canto suo, guardava stupita la scena. C’era decisamente qualcosa che no la convinceva.
“Sento odore di amore nell’aria”, fece Sting, avvicinandosi e posandole un bacio sulla testa.
“In effetti è così. Guarda Hikari e Rogue, parlano e scherzano come se nulla fosse mai successo”
“Che si siano messi il cuore in pace?”
“Dubito che sia per questo. Certe cose non cambiano dall’oggi al domani. Non lo so, secondo me c’è sotto qualcosa”
“Questa è una cosa che ho pensato anche io”, abbassò la voce. “Tu pensi che Minerva abbia potuto in qualche modo...”
“Lei non farebbe mai una cosa del genere! O forse sì? Era molto ferita”
“D’accordo, non preoccuparti per questo. Scopriremo cosa c’è sotto”.

Fuori dal locale, intanto, una figura misteriosa si aggirava. Quest’ultima si fece sempre più vicina, togliendo il cappuccio che le copriva il viso. Lì avrebbe sicuramente trovato quello che cercava, ma doveva sbrigarsi se non voleva destare sospetti.
All’interno, intanto, Igneel e Fiamma stavano riempiendo Zeref di domande. Avevano tanto sentito parlare di lui, ed il fatto di potergli chiedere certe cose di presenza era piacevole.
“Tu sei il più grande mago di tutti i tempi?”, chiese curiosa la bambina. “Così mi definiscono”
“C’è la possibilità per me di diventare più forte di te?”, domandò invece il biondino speranzoso.
“Io penso proprio di sì. Anzi, penso addirittura che sei sulla buona strada”, lo tranquillizzò.
Lucy si avvicinò al marito, sussurrandogli qualcosa.
“Zeref ci sa proprio fare con i ragazzi. Spero che lui, Mavis e August possano tornare ad essere una famiglia”
“Già, a meno che qualcuno non ci lasci la pelle per davvero, stavolta”, affermò, ricevendo in cambio una gomitata.
Cana a quel punto attirò l’attenzione di tutti i presenti.
“Chi va la?”, domandò rivolgendosi alla figura che era appena entrata e che non aveva affatto un aspetto rassicurante. Che fosse uno degli Spriggan venuto a creare loro problemi?
Effettivamente quel pensiero non sarebbe stato sbagliato. Soltanto quando la figura mostrò il suo viso, allora Lucy tirò un sospiro di sollievo.
“Brandish!”.
Brandish era stata dalla loro parte un tempo. Ne avevano passate parecchio insieme, durante la battaglia di Alvarez. Senza pensarci due volte si avvicinò, abbracciandola.
“Sei proprio tu! Speravo di vederti, ma non immaginavo così presto! Stai bene?”
“Sto molto bene, ti ringrazio”, si guardò intorno. “Loro… sono la tua famiglia?”
Lei annuì.
“Natsu lo conosci già. Loro sono i nostri figli, Igneel e Fiamma”.
Quest’ultima chinò la testa di lato.
“Mamma, chi è lei?”, domandò la bambina curiosa.
“Un’amica… o almeno… lo era? Brandish…?”, chiese conferma. Lei allora sospirò.
“È meglio che vi spieghi tutto subito, non ho molto tempo. Larcade non sa che sono qui”, si guardò intorno con fare sbrigativo. “Sapete, non tutti siamo dalla sua parte. Io per prima, per questo sono venuta ad avvisarvi. Quando Acnologia e August sono tornati a vita nuova, si è aperto come un varco e in qualche modo Larcade è riuscito a passare. Quelli di noi che erano morti, li ha… riportati in vita”
“Che cosa?!”, esclamò Natsu sconvolto. “È possibile una cosa del genere?!”
“Una cosa del genere è semplicemente un taboo”, spiegò Zeref severo. “Non si dovrebbe mai arrivare a tanto”
“Ma Larcade l’ha fatto. Quindi ci ha riuniti, alcuni sono stati subito dalla sua, ma altri… la pensavano diversamente. Ci siamo comunque uniti a lui, ma al momento giusto ci opporremo. Anche perché adesso lui e Acnologia hanno stretto un’alleanza che non mi piace”
“Maledizione!”, imprecò il Dragon Slayer del Fuoco. “Quel tipo la dovrebbe smettere di stringere patti a destra e sinistra!”
“Natsu, calma”, lo zittì Zeref. “Ti ho già detto che la cosa riguarda me… vero?”.
Brandish chiuse gli occhi.
“Larcade verrà da te, dopo che avrà ucciso August. A proposito, non lo vedo… dov’è?”
“Lui non è qui!”, esclamò Fiamma.
“Non è qui?! Non può stare da solo, potrebbe essere pericoloso!”.

August era completamente ignaro di cosa stesse succedendo nel frattempo. Camminava accanto a Mavis, ascoltandone ogni singola parola e pendendo totalmente dalle sue labbra. Non appena aveva avuto l’occasione, aveva passato del tempo da solo con lei, per il semplice fatto che voleva conoscere il più possibile la donna che lo aveva messo al mondo. Sebbene quest’ultima non ricordasse minimamente di lui.
“Ah, lo sai?”, fece stiracchiandosi. “Sono davvero felice di essere arrivata fin qui, mi sento… come se fossi a casa mia. Non so, forse è stupido?”
“Non lo trovo affatto stupido. Per molti questo posto è casa”
Lei sorrise.
“Prima o poi però dovrò tornare. Spero che Zeref finisca presto, perché sono giorni che devo dirgli una cosa importante, ma no ho ancora trovato l’occasione”
“Una cosa importante?”.
Mavis lo guardò con occhi furbi.
“Oh, forse a te posso dirlo, mi sembri bravo a mantenere i segreti”, sospirò. “Io… sono incinta”.
August spalancò gli occhi.
“Sei… tu? Davvero? Ma è fantastico”, rispose sinceramente contento. “Perché non glielo hai già detto?”
“Non so… e se la pendesse male? E poi è il nostro primo figlio, potrebbe essere difficile”
“Credimi, io sono certo che invece non sarà poi così difficile. Sarai proprio brava a fare la madre”.
Mavis fece per rispondergli, quando un rumore di foglie fruscianti la portò a sollevare lo sguardo su ciò che aveva davanti. August si era subito posizionato davanti a lei come per farle da scudo, avvertendo il pericolo imminente. Larcade sbucò poco dopo come uno spettro, un ghigno sul viso e gli occhi in fiamme.
“Bene, ecco che finalmente ti ho ritrovato, dopo tutti questi anni. Sei ringiovanito”
“Larcade!”
“August? Ma cosa succede?”, domandò una spaventata Mavis.
“Mi fa molto piacere rivederti”, gongolò l’altro con un sorriso languido. “Perché è solo per te che sono qui. Per te e… per nostro padre. Sai, non gli ho esattamente perdonato il fatto di avermi ucciso”.
August guardò Mavis. Doveva assolutamente metterla in salvo.
“Mio! Adesso devi correre, hai capito? Torna dagli altri e non voltarti indietro!”
“Ma io non capisco!”
“Vai, ho detto, subito!”.
La donna allora si staccò da lui. Confusa, fece per correre.
Larcade assottigliò lo sguardo.
“Che le loro pure e bianche anime ascendano al paradiso”, pronunciò.
Poco dopo, Mavis si accasciò al suolo, in preda ad uno strano piacere che la costrinse ad irrigidirsi. Non capiva, era come se non avesse alcun controllo su di sé.
“No! Fermo, lasciala stare!”, August corse immediatamente in suo soccorso, ma l’altro, che doveva aver previsto questa sua mossa, fu ben più veloce e gli comparve davanti, come se si fosse materializzato.
“Fammi vedere cosa sai fare, Re dei Maghi!”
“Quel titolo non mi appartiene più, bastardo!”, esclamò colpendolo.
Ritrovarsi ad affrontare un suo vecchio compagno come un nemico, non era esattamente ciò che aveva in mente. Ma aveva osato fare del male a Mavis, la quale adesso giaceva immobile al suolo, e questa era una cosa che non poteva assolutamente perdonargli. Voleva prendersela con lui soltanto per colmare il suo senso di tristezza e rabbia, era una sensazione che ben conosceva. Ed allora gli avrebbe tenuto testa. Il pugno che in seguito si lanciarono, in contemporanea, fu in grado di muovere la stessa aria, di scatenare un vento che non prometteva nulla di buono.
Natsu, Happy Zeref, Lucy, Fiamma e Igneel avevano avvertito ciò e si erano quindi sbrigati a raggiungere il membro della loro famiglia lasciato da solo.
“Ehi! C’è una festa e nessuno mi ha chiamato?!”, fece il Dragon Slayer del Fuoco.
Larcade sorrise.
“Oh, ma guarda tu che adorabile riunione di famiglia, sono commosso! O forse no...”
“August!”, chiamò Zeref. “Che cosa è capitato a Mavisi?”
“Lui l’ha attaccata! Vi prego, prendetela e andate via”
“Mi dispiace, ma questo non possiamo farlo, non si abbandona mai la famiglia nel momento del bisogno!”, esclamò Natsu. La piccola Fiamma sorrise e annuì nella sua direzione.
Non avevano alcun dovere di aiutarlo. Dopo tutta la sofferenza che aveva loro causato, loro lo stavano aiutando comunque. Doveva essere quello il calore che per tanto tempo aveva bramato.
“Allora, abbiamo finito con questa sceneggiata oppure no?”, domandò Larcade annoiato.
Fu Zeref a farsi avanti, furioso.
“Cos’hai combinato? Ti rendi minimamente conto del danno che hai fatto? Andare contro le stesse leggi della magia e poi presentarti qui? Ce l’hai con me? Benissimo, ne hai tutto il diritto. Ma non mettere in mezzo la mia famiglia, non mettere in mezzo mio figlio perché lui non ha nulla a che fare con questo”.
Quella frase però non fece che aumentare l’ira di Larcade, il quale gli si scagliò contro.
“Ricordi quando mi guardasti in quel modo? E mi uccidesti senza battere ciglio? C’era una sola cosa che volevo, ovvero il tuo affetto, ma tu hai preferito passare oltre. Per tanto tempo ti ho servito, ed in cambio cosa ho ottenuto? Il nulla più totale!”
“Bene, allora. È con me che devi prendertela. Forza, cosa aspetti?”.
Gli occhi di Larcade divennero fuoco. Ogni parola e ogni gesto era praticamente combustibile per la sua rabbia covata per anni.
Fiamma capì che non poteva semplicemente restare lì a guardare.
“Lascia stare la mia famiglia!”, strillò. Il ragazzo allora la guardò con un sorriso di scherno.
“Tu devi essere la famosa Salvatrice di cui ho sentito parlare. Se il bene dei tuoi amici e della tua famiglia è nelle tue mani, temo che rimarranno delusi!”.
Fiamma non reagì, o almeno, non a parole. Il suo sguardo e la sua espressione erano cambiati.
“Fiamma…?”, la chiamò suo fratello.
“Apriti, porta del Leone, Leo!”, gridò, facendo risuonare l’eco nella sua voce. Poco dopo, Loki si materializzò davanti a lei.
“Eccomi”
“Proteggimi, d’accordo?”
“Un momento, fermi!”, fece August, rivolgendosi poi ai più grandi. “Voi non la fermate?”.
Natsu e Lucy si guardarono.
“Fermarla sarebbe impossibile. Per questo l’aiuteremo. Siamo tutto un un fuoco!”,.
Fu dopo quella dichiarazione di guerra che Larcade si ritrovò ad affrontare da un lato Lucy e i suoi attacchi di Spiriti Stellari, da un altro lato Natsu e Igneel che facevano gioco di squadra, e accanto a lui Fiamma. La bambina aveva sentito un grande potere esploderle da dentro, esattamente come la volta in cui si era risvegliata. Il respiro era fuoco e la pelle bruciava. Seria come non mai, chinò lo sguardo. Poi protese le mani in avanti, attaccando Larcade. Quest’ultimo non si era aspettato una forza tanto improvvisa da parte di una ragazzina così giovane.
“Tu non mi piaci”, perfino il suo tono di voce sembrava diverso. “Tu fai del male alla mia famiglia”.
Natsu si fermò ad osservare sua figlia. Intorno a lei c’era un’aura rossa come il sangue, la sua forza cresceva attimo dopo attimo. In quel momento, il potere che le aveva tramandato tramite i geni, stava prendendo il sopravvento, rendendola incontrollabile.
“Cavolo”, sussurrò August. “Quella ragazzina mi sorprende attimo dopo attimo”
“Sarà anche forte, ma questo non basta”, proferì Zeref. “Li devo aiutare”
“Tu va da lei! Credimi quanto ti dico che ha bisogno di te!”, esclamò indicando Mavis. “Ci penso io, non ti devi preoccupare!”.
Il mago allora guardò il figlio. Sebbene lo conoscesse “da poco”, sentiva di potersi fidare di lui. Quando si fu allontanato, il biondo si voltò a guardare quell’essere, quel suo ex compagno, che aveva ferito sua madre e che adesso stava attaccando altri membri della famiglia. Era incredibile come fosse passato dal lato oscuro al lato dei buoni.
Si posizionò accanto a Fiamma, quest’ultima non si accorse neanche di lui, ma era chiaro che con la sua presenza volesse aiutarla.
“Attacca, Fiamma! Ti darò una mano io!”.
La bambina, con gli occhi vitrei come una bambola, si mosse lentamente. Lucy, Neel e Natsu si stavano impegnando per trattenere Larcade, sebbene con molta difficoltà.
“Ragazzi!”, gridò la bionda. “Sbrigatevi, cosa state…?”.
Prima che potesse finire di parlare, il nemico le arrivò vicino, colpendola così forte in viso da farle momentaneamente perdere i sensi.
“No, mamma!”, gridò Neel, raggiungendola e sollevandola. “MALEDETTO BASTARDO, TI AMMAZZO! Io…!”
“Neel, fermati!”, Natsu lo trattenne per poco. “Non sei tu che devi attaccare, ma lei!”.
Anche se poteva sembrare in una sorta di trance, Fiamma aveva visto benissimo. E allora la sua rabbia era esplosa nella voce e nell’attacco. August stesso rimase sorpreso da tanta potenza, ma si concentrò per aiutare la cugina. Larcade fu letteralmente investito dal fuoco, bruciante e divoratore, che sicuramente lo avrebbe colpito, se solo non fosse scomparso prima, lasciando l’aria bruciare.
August sospirò, mentre Fiamma, accanto a lui, ritornava ad essere normale.
“Fiamma!”, Natsu si avvicinò a lei, prendendole il viso tra le mani. “Stai bene? Ti prego, dimmi di sì!”
“Sto bene!”, esclamò battendo le palpebre. “Ma mamma invece? Ho visto cosa quello lì ha fatto!”
“Non preoccuparti, sta bene!”, la rassicurò Neel. “Sei stata in gamba, sorellina”
“ È vero. Come ci sei riuscita?”, domandò August.
“Io non lo so. So soltanto che ero arrabbiata e ad una certa il potere ha cominciato a crescere e a crescere sempre di più. E quindi non mi sono più trattenuta”, si guardò intorno. “Dov’è Larcade?”
“ È andato via. Dal momento in cui si è alleato con Acnologia, credo volesse solo testare la tua forza”, spiegò Natsu.
“Si è alleato con… Mio Dio”, sospirò August, che era ancora all’oscuro di tutto. “D’accordo, ci penseremo dopo. Per adesso, penso che Lucy e Mavis abbiano bisogno di aiuto”.

Quando tornarono dagli altri, Lucy aveva ripreso i sensi, sebbene fosse ancora un po’ stordita, contrariamente a Mavis, ancora dormiente.
“Ma cosa è successo?”, chiese Mira preoccupata.
“Questioni di famiglia”, disse Natsu, che teneva Lucy stretta a sé. “Dov’è Brandish?”
“ È dovuta andare via. Povera Mavis, è stata messa in mezzo anche lei?”
“Già, anche lei”, sospirò August. “Prendetevene cura, di lei ed anche del bambino”.
Zeref allora lo guardò.
“Bambino?”.
Suo figlio desiderò mordersi la lingua. Probabilmente aveva parlato troppo.
Imbarazzato, si portò una mano sulla testa.
“Voleva dirtelo lei, ma oramai penso di dover spiegarti tutto. Mavis è incinta”.
Il mago assunse un’espressione indefinita, mista a sgomento e paura.
“Cosa…?”
“COOOSA?!”, esclamò Fiamma. “Un nuovo bambino? Che bello! Quando? Dove?”
“Ebbene? Non dici niente? Questa volta, potresti per favore fare le cose per bene, e magari crescere uno dei tuoi figli in maniera normale?”
“Touchè. Maledizione, anche adesso… è il periodo peggiore”
“Non è così. È la dimostrazione che la vita, in qualche modo, deve andare avanti”.
Zeref allora sorrise.
“Come fai ad essere anche più saggio di me?”
“Beh, ho vissuto più anni di quello che sembra”, rispose lui facendo l’occhiolino.

Brandish aveva lasciato I suoi alleati e stava tornando dagli altri Spriggan. Sapeva di trovarsi in una situazione complicata. Ma Lucy era sua amica, lo era sempre stata, e doveva tentare di fare qualcosa per aiutare lei e gli altri. Per fortuna non era.
“Brandish!”, la voce di Dimaria la fece sussultare. “Finalmente sei tornata! Larcade iniziava ad insospettirsi! Sei andata da loro?”.
L’altra la guardò, seria.
“Sì. Ho detto loro quello che c’era da sapere. Quando arriverà il momento opportuno, aiuteremo quei maghi in questa battaglia. Glielo devo. Per questo è necessario fingere”.
Dimaria annuì, afferrando le mani della compagna, verso cui provava grande affetto.
“Lo sai che ti starei accanto a prescindere, dovessimo rischiare la vita”.
Lei annuì.
“Lo so”.



NDA
Quindi, in sostanza: Wendy ci prova con Mest, Hikari sembra aver dimenticato tutto, Mavis è incinta e alcuni tra gli Spriggan vorrebbero liberarsi alla dittatura [?] di Larcade, che dal canto suo è sempre più rancoroso.
Bene, ma non benissimo.
   
 
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