Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: AngelCruelty    10/08/2018    0 recensioni
Una donna maledetta.
Il volto dell'amore passato, presente o futuro che si manifesta a chi la guarda.
Centinaia di uomini disposti a dare la vita per lei, o forse ... non per lei.
Audio libro gratuito disponibile ora sul mio canale Youtube!
Link ---> https://www.youtube.com/channel/UCkTpHJdJ_jh70flk4GhRISg?view_as=subscriber
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il volto




 

Link Audiolibro su Youtube del - episodio:

https://www.youtube.com/watch?v=3dfMG2RpyXA

Seguimi anche su Instagram @angelcruelty

E sulla mia pagina FB "Angel Writing Spot - "

per sapere quando vi sono aggiornamenti, nuove storie, audiolibri, trailer e tanto altro!


IL VOLTO

Episodio 6: Bacio del vero amore

Mi concio come la peggiore clochard di tutti i tempi, con un bel cappuccio a coprirmi il viso, e vado a trovare Simòn. Niente da fare, ricomincia a blaterare di una certa Vanessa. Stavolta però è più tranquillo. Sono contenta per lui, vuol dire che sta voltando pagina, al contrario di me. Io sono evidentemente ancora nello stesso capitolo. Ma se la maledizione esiste ancora, come mai Michael riesce a vedermi? Lui deve essere la chiave per uscire da questo inferno. Per la prima volta da quando ho indossato quella maschera, ho una speranza. Prima di uscire dal teatro, decido di cercarla. Mi intrufolo nel backstage e arrivo alla stanza dove l'ho trovata la prima volta. Nessun segno della scatola blu. Passo in rassegna con lo sguardo le scatole in bella vista, ma sento che sto perdendo tempo. Scuoto la testa e decido di tornare a casa al più presto. Passo davanti a un truccatoio, e per una frazione di secondo mi sembra di vedere uno scintillio nello specchio. Torno subito indietro e guardo il mio riflesso: sto indossando la maschera. Mi tocco il viso ma non sento la plastica, né le piume. Le mie dita atterrano sulla mia pelle morbida. Eppure, nel riflesso la vedo: è lì. La maschera che mi ha resa una reclusa. Aspetto che parli, ma non lo fa. Non ha niente da dire, la sua sentenza grava già su di me. Apparire su quello specchio è soltanto un modo per ribadirlo.

Sul palco, qualcuno intona un canto: "Nella vita tutti indossiamo delle maschere, più a lungo le portiamo, più diventa difficile sbarazzarsene"

Non sai quanto! Penso io. Faccio la linguaccia alla maschera e mi rimetto il cappuccio.

La mattina successiva decido di mettere in tiro la casa, infondo non posso invitare di nuovo Michael in un posto così malconcio. Mentre sto lavorando, mi accorgo di qualcosa: un foglietto bianco sotto la porta.

Stamattina sono al lavoro, non volevo svegliarti quindi non ho suonato. Se per te va bene, stasera ti porto il tuo cibo preferito: pizza! - Michael.

Conosce il mio cibo preferito. Certo, la pizza è un 'piatto preferito' scontato. E certo, lui mi ha consegnato cibo così tante volte che potrebbe aver tirato a indovinare tra le cose che ordino più spesso ... ma questo piccolo gesto mi fa sorridere. Non mi ha inviato un sms come chiunque altro; è entrato in silenzio nel mio palazzo e ha scritto un bigliettino con una penna che evidentemente sta per abbandonarlo, perché ha lasciato un segno sbiadito sulla carta su cui lui ha dovuto ripassare ancora e ancora, e poi l'ha fatto passare sotto la mia porta. Non avrei mai immaginato una simile attenzione verso di me, nonostante la mia popolarità nessuno aveva mai fatto qualcosa di tanto carino. Nessun mazzo di rose valeva tanto se consegnato dalla persona sbagliata.

Mi metto il rossetto guardandomi allo specchio. È tanto che non mi trucco, ma sono ancora piuttosto brava. Chiudo la mia pochette e mi metto al pc, per fingermi indaffarata per quando Michael sarà qui. Non mi fa attendere molto, e vado ad aprirgli raggiante, affrettandomi a farlo entrare per evitare di incrociare qualche condomino.

"Wow, sei ... diversa." il ragazzo appare sorpreso di vedermi così imbellettata, e va dritto a poggiare le pizze sul tavolo: "È per le cose che ti ho detto? Non volevo mandarti un messaggio sbagliato, tu vai bene così come sei" mi dice.

Ma io cerco subito di far decadere l'argomento, sono elettrizzata al pensiero di poter tornare ad essere la persona che ero un tempo:"Si, lo so, tranquillo. È come dici tu ... io sono questa! Mi sono un po' ... lasciata andare negli ultimi tempi." ammetto.

"Capisco ..." dice lui, incerto. So che vorrebbe chiedermi cosa è davvero successo, ma sin dall'altro giorno gli ho accennato che si tratta di un fatto così drammatico che preferisco non parlarne, quindi si trattiene.

"Siediti pure, possiamo stare qui per cena e poi guardare la tv" propongo.

E così facciamo. Ore dopo siamo ancora lì a parlare, e soprattutto ridiamo. Non rido così da quelli che paiono secoli. Decidiamo di metterci sul divano a commentare i programmi di cucina con ironia. Lui loda la sua stessa battuta e questo mi diverte. D'istinto gli sposto il ciuffo di capelli dall'altro lato del volto, in modo da poterlo guardare meglio. Lui smette di guardare lo schermo e ricambia. È carino: com'è possibile che non l'abbia notato prima? Non faccio che chiedermelo da quando ho conosciuto il suo nome.

"Mi piaci" mi dice.

Io sorrido: "Da quanto?" gli domando.

Lo so già. Lui mi osserva da tanto, aspettava questo momento da più tempo di me.

"Abbastanza" arrossisce.

Non pensavo, ma i ragazzi sono attraenti quando arrossiscono. Non posso aspettare, voglio essere libera. Mi avvicino con il corpo, poi sempre di più, con il viso. Siamo a pochissimi centimetri di distanza, inizio a sentire il suo respiro fondersi con il mio. È tanto che non sento il calore di una persona al mio fianco ... questa sensazione mi è mancata più di quanto immaginassi. Ci baciamo. All'inizio sono impacciata, come se si trattasse del mio primo bacio, mi avventuro cauta. Ma poi sento l'autostima crescere in me e mi faccio più coraggiosa, più avventata. Lui è dolce, ma allo stesso tempo mi fa capire che mi vuole. Ma ad un certo punto si ferma. Sospira.

"Si sta facendo tardi ..." dice con voce trasognata.

Vorrei che rimanesse, ma ora che l'ho baciato sento qualcosa di ancor più impellente. Ho cercato su internet così tante volte le parole 'come rompere un maleficio' da sapere come va a finire nelle favole: il bacio del vero amore spezzerà l'incantesimo, e vivranno tutti felici e contenti. Ho bisogno di uscire. Accarezzo il suo viso delicatamente e gli sorrido, immergendomi ancora un po' in quello sguardo: "Va bene ..." sussurro, lasciando che la mia mano scivoli via dalla sua guancia. Lo accompagno alla porta, e quando la chiudo alle mie spalle non sto nella pelle. Voglio solo indossare un cappotto e buttarmi nelle strade caotiche di Milano. Corro a prendere le chiavi, le afferro, e poi le lascio cadere a terra atterrita. Nel riflesso allo specchio non sono sola: c'è la maschera. Scuoto la testa impaurita: "No! Tu non dovresti essere qui!" gli urlo. Non mi importa dei vicini, non mi importa più di nulla. La maschera mi fissa con i suoi occhi vacui, me ne accorgo: mi sta giudicando. Nemmeno ora ha bisogno di parlare fisicamente, perché lo sento già, l'eco delle parole che pronunciò due anni fa: sei maledetta. Scoppio a piangere, stanca, e non so cos'altro fare. Torno a non avere speranze, a non vedere soluzioni. E stavolta un'altra consapevolezza mi schiaccia: perderò anche Michael. Non potrò spiegargli perché non posso uscire di casa, come mai convivono queste due personalità antitetiche in me. Non potrò essere sincera con lui. Singhiozzo ancora, e mi reco verso il pc. Butto giù il seguito della mia storia, sperando di riuscire a sfogarmi in questo modo. Ma quando ho finito sento ancora un vuoto dentro. D'impulso carico il testo online. Sono disperata.

Non so cosa mi aspettassi di trovare una volta pubblicato quel post. Ho ricevuto qualche like, qualche commento positivo, qualche 'critica costruttiva' sul mio modo di scrivere. Voglio urlare. Non mi importa di tutto ciò, non mi importa di niente. Quando suona il campanello l'impulso è di dire a Michael di non tornare mai più, cambiare corriere, cambiare appartamento, cambiare qualcosa! Ma stranamente, non è Michael. È un uomo, e ha un aspetto terribile. Di primo impulso mi spavento, il suo volto è grottescamente deformato, sembra gravemente ustionato. Cerco di respirare con calma. Deve andare via, subito. Non emetto suoni.

"Bethany, so che sei lì dentro. Ho letto la tua storia, posso aiutarti."

Cosa? Forse, sto sognando. Eppure quel volto così orripilante ... ma no, non può essere. Sicuramente c'è un'altra spiegazione logica: si tratta di un editore e vuole vendermi un contratto. Che assurdità. Gli editori non lavorano così, non ti piombano in casa dopo un semplice racconto online. Ma allora ... cerco di non pensare alle possibili conseguenze e apro la porta. Lui si affretta ad entrare, come se conoscesse i rischi che corro con quel solo gesto. Ed è così, mi dico. Si ferma a guardarmi, per qualche istante non facciamo che fissarci. Io cerco di non fare smorfie nel notare come la sua pelle sia sul punto di diventare marcia, mentre lui sbatte le palpebre come se fosse piombato in un sogno da cui cerca di svegliarsi.

"Ciao, perdonami. Assomigli molto ad una persona di mia conoscenza ..." ridacchia.

Io non rido, sono troppo seria. La tensione dentro di me è alle stelle. Cosa avrá mai da offrirmi?

"Immagino tu voglia che vada dritta al dunque, comprensibile. Anche io ero come te una volta." constata l'uomo grattandosi un orecchio. Si accomoda sul mio divano senza chiedere il permesso: "Bene allora! Il mio nome è Lucio Demara, e sono un chirurgo plastico. So che stai pensando: ironia della sorte, eh? È esattamente quel che è. Ma prego, siediti, non vorrai startene lì impalata?" mi dice.

"Siamo in casa mia" gli faccio notare.

"Allora sai parlare, iniziavo a preoccuparmi. Dicevo, sono un chirurgo. Un giorno vado a questa festa, trovo un gruppo di ragazze che ballano con delle maschere, una di loro mi lancia la sua. La indosso per fare il cretino e puff, non riesco a toglierla. Fingo di essere al mio agio e vado in bagno e questa parla. Mi dice che sarei diventato un reietto, un abominio, e non sarei mai più stato lo stesso. Carina, eh? Pensavo di essere impazzito, ma poi mi rendo conto che è tutto vero. Sono diventato questo." dice indicandosi la faccia. Io mi arrendo e decido di sedermi, ma mi tengo lontana. Il cuore mi batte all'impazzata e sono curiosa. Da una parte la sua storia mi intriga, ma lui ha ancora quell'aspetto ... non vorrà mica dire che non c'è speranza di rimediare?

Lui procede: "Ho dovuto bruciare la mia casa per rendere credibile il cambiamento improvviso, ho finto di essermi bruciato. Volevo farla pagare a chi mi aveva reso così orrendo, così ho iniziato a cercare. Per prima cosa ho rintracciato la ballerina che mi aveva lanciato la maschera. Si trattava di una strega."

"Che cosa?" domando. Okay, questo è pazzo. Perché l'ho fatto entrare?

"Pensavi che queste mascherine parlassero da sé?" risponde indispettito: "Insomma, qualcuno deve pur averle create, no? Qualcuno le ha stregate, per far sì che, indossate dalla persona giusta, possano emettere sentenze personalizzate."

La mia mente rifiuta di crederci sul serio, ma riesco a comprendere il suo ragionamento. Cerco di stare al gioco: "Ma è indecente!" esclamo.

"Lo pensavo anche io, sì. Ma con la strega, ho trovato anche tutti coloro che hanno spezzato la loro maledizione. Non siamo i soli, io e te. Mi hanno fatto riflettere. Loro erano tutti così felici, così umani. E io cos'ero? Un uomo che prendeva in giro le sue pazienti perché brutte, e si prendeva il merito quando diventavano belle. Ero superficiale, ero attratto dall'aspetto esteriore e non mi fermavo a pensare a ciò che c'era dentro le persone. Questo perché non pensavo mai a cosa io avessi dentro, mi trascuravo a tal punto da pensare che la mondanità e il lavoro potessero sostituire il contatto umano. Così sono cambiato, e questo avrebbe spezzato la maledizione, se solo io non avessi chiesto a Fatìma, la strega in questione, di farmi rimanere così." Lucio sembra assorto nei suoi ricordi, ma io lo desto con la mia sfrontatezza: "Perché mai?"

"Perché quando ero me stesso, ero una persona orribile. Da quando ho questo aspetto la mia vita è cambiata, in meglio. Sono affezionato all'idea di questo mostriciattolo" sogghignò.

Io scuoto la testa: "Ma ... tutto questo cosa vorrebbe dire? Devo cambiare chi sono?"

"Non devi cambiare la tua essenza, devi cambiare atteggiamento. Hai baciato il tuo piccioncino per spezzare la maledizione, e non perché l'amavi. Non basta che sia lui ad amare te e non basta che siate anime gemelle ... cosa fin troppo sdolcinata per i miei gusti, se lo vuoi sapere. Tutta la tua storia è stata impostata in maniera troppo smielata." si accorge di stare divagando così riprende il discorso: "Devi lasciare da parte l'egoismo, devi godere delle piccole cose della vita, devi aprirti al prossimo al prossimo. E così avrai sì, spezzato la maledizione, ma soprattutto avrai trovato la chiave per la felicità, per l'equilibrio. Credimi, Fatìma ci ha fatto un favore." conclude.

Forse ha ragione, forse no, ma sono a disagio. Quando ho baciato Michael non ho mai inquadrato la cosa da quel punto di vista. Non mi sono mai fermata per pensare ad altre prospettive, e probabilmente questo è stato il mio errore. I cambiamenti di cui parla Lucio possono sembrare scontati per una storia a lieto fine, ma non sono così facili da intraprendere come appare. Parliamo ancora un poco, mi racconta che ora lui e Fatìma sono buoni amici e lui aiuta le persone come me, che non riescono a trovare da sole una soluzione alla maledizione. Io d'altronde, non posso che provare rancore verso quella donna. Mi ha rovinato la vita e mi ha lasciata sola con un fardello misterioso ... un giorno riuscirò a perdonarla come ha fatto Lucio? Non credo di volerla mai incontrare di persona, se impazzissi e la aggredissi? Mi ritroverei in un corpo da rana? Il pensiero di essere al cospetto di una strega mi spaventa, per ora voglio solo tornare a vivere. L'uomo decide di andare via, e io lo saluto ringraziandolo. Mi sento inquieta, perché non so da dove cominciare a essere meno egoista. Persino stando da sola non ho pensato ad altro che a me stessa, a come rompere il maleficio e tornare alla mia vecchia vita da arrogante. Come si fa a vivere felici?

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: AngelCruelty