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Autore: Chiaroscura69    10/08/2018    0 recensioni
''Non ti riconosco più''disse Alessandro guardandomi con intensità negli occhi.
Anche se sotto il suo sguardo mi sentivo morire ormai avevo costruito una corazza così forte che sarebbe stato difficile infrangerla.
Sorrisi con garbo e con un movimento che ormai mi veniva naturale alzai gli occhi al cielo con noncuranza.
''Perchè mi hai mai conosciuta davvero?''risposi ridacchiando con sdegno.
''Un giorno mi dicesti che il mio difetto più grande è quello di non saper dire la verità a nessuno, nemmeno a me stesso. Io ho lavorato su questo e ora non è più così. Tu invece quanto hai cercato di migliorare il tuo lato più rancoroso, quello che non sa dimenticare il passato?''
Una risposta troppo matura per lui, pensai. Tuttavia mi lasciò interdetta per qualche istante, perciò rimasi a fissarlo un minuto di troppo.
''Tori io ho ancora questo con me''sussurrò poi avvicinandosi e mostrandomi la mano.
Guardai il suo palmo e ci vidi il cadavere del braccialetto che mi aveva dato tanto tempo prima.
Il mio cuore ebbe un sussulto senza che riuscissi a fermarlo ma la mia razionalità si impose e sospirai mestamente.
''Cosa ci dovrei fare con quello?''sussurrai guardandolo a mia volta negli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Tori?''disse Alessandro sbigottito facendo un passo indietro.
''Oh, non chiamarmi così. Non sono più una ragazzina''risposi sprezzante.
''Sei...diversa''sussurrò guardandomi con circospezione dopo la mia ultima risposta.
Feci spallucce senza farmi sconvolgere dal suo commento.
''Sono passati cinque anni, credevi fossi rimasta la stessa?''
''No. Però mi sembra di vedere il tuo alter ego in questo momento''ridacchiò Alessandro apparentemente di nuovo a suo agio.
Mi infastidii un poco, era divertente vederlo in difficoltà per una volta.
''Ho solo imparato che essere buoni e cari con in prossimo non ripaga mai''risposi facendoli l'occhiolino.
Lui non seppe cosa dire, cogliendo la mia leggera frecciatina, così ripresi in mano la situazione.
''Senti, spero che avremo un buon rapporto professionale qui dentro, perciò anche se nessuno di noi è felice di dover lavore con l'altro almeno per una questione di professionalità facciamo buon viso a cattivo gioco. D'accordo?''dissi, ma suonava più come una minaccia.
''Uhm, certo. Nessun problema''esclamò lui prontamente con un sorriso bastardo che prometteva guai.
Gli sorrisi con tutta la mia civetteria per chiarirgli che se mi stava sfidando avrebbe trovato pane per i suoi denti e lo vidi sbigottirsi nuovamente per la mia reazione. A quel punto gli voltai le spalle e mi portai i capelli all'indietro, consapevole che mi avrebbe fissato fino alla mia entrata in classe.
Quella partita l'avrei vinta io.


Alla pausa delle dieci e mezzo scesi al piano terra per bere il caffè e dopo averlo bevuto mi fumai in tutta tranquillità una sigaretta. Mentre fumavo mi trovai inevitabilmente a chiedermi che fine avessero fatto le mie amiche. Avevo un assoluto bisogno di raccontare tutto ciò che era avvenuto quella mattina a Laura e, se avessi potuto farlo, anche a Fabio. Lui non lo sentivo davvero da troppo tempo per i nostri standard. Era ormai quasi un anno che mancavo da casa e l'ultima volta che ci avevo parlato era il giorno prima di partire definitivamente per Firenze. Non avevamo ricostruito il rapporto come era prima, ma avevamo deciso di mettere una pietra sopra il passato.
Decisi che lo avrei chiamato quella sera stessa. Mentre rimurginavo su questi pensieri una mano mi toccò lievemente la spalla e essendo sovrappensiero mi spaventai, voltandomi di scatto.
''Vedo che le vecchie abitudini persistono''mi prese in giro Roberto alludendo alla mia sigaretta.
''Certo! E tu hai smesso?''gli chiesi curiosa.
''No, però, sai, per una questione di coerenza quando vado a scuola fumo solo la sigaretta elettronica. Che esempio sarei per i miei studenti?''rispose facendomi l'occhiolino.
Arrossii per l'imbarazzo, mi stava chiaramente facendo una critica.
''Non penso che vedere noi fumare possa invogliarli più di quanto già non siano predisposti a farlo'' cercai di difendermi.
''Non ho detto questo. Dico solo che moralmente è più giusto non farlo, e poi mi fa solo bene diminuire un po' con il numero di sigarette''
''Hai ancora l'aroma alla nocciola?''gli chiesi divertita. Quando ci eravamo conosciuti una delle prime cose che ci aveva accomunati era stato l'amore folle per la nocciola e di conseguenza il fatto che io gli scroccassi un sacco di tiri di sigaretta elettronica.
''Certo, però l'ho mischiato con l'aroma al pistacchio adesso. Scommetto che vuoi provare'' mi provocò avvicinandomi la sigaretta elettronica che come sempre emanava un dolce aroma di nutella.
''Sicuro?''
''Certo, Vittoria. Come ai vecchi tempi'' sussurrò guardandomi intensamente negli occhi.
Il suo sguardo mi fece venire i brividi, vi lessi qualcosa di indecifrabile. Forse rimpianto.
Senza dire nulla allungai la mano e presi la sigaretta elettronica facendo un grosso tiro. Sembrava di respirare la cioccolata alla nocciola e al pistacchio. Buonissima.
Socchiusi gli occhi per godermi il gusto fino alla fine e gli sorrisi con riconoscenza.
''Mi stai facendo venire la voglia di comprarla così, Roberto''risi dopo.
''Spero di no, altrimenti poi con che scusa mi avvicino a parlarti durante le pause?''mi prese in giro con un po' di malizia.
Risi di gusto ma fui interrotta da una strana sensazione di disagio quasi viscerale. Mi voltai di scatto e dietro di noi c'era Alessandro che aveva sentito tutto.
Mi fece un cenno con la testa e poi si mise a guardare l'orizzonte oltre di noi mentre fumava anche lui una sigaretta.
Pochi istanti dopo la campanella prese a suonare così mi voltai verso Roberto per congedarmi ma lui mi trattenne.
''Vittoria, ti va se ci prendiamo un caffè domani sera?''mi chiese con un gran sorriso.
Ero molto felice di quellla richiesta per varie ragioni, in primo luogo speravo fosse l'occasione di iniziare a frequentarlo seriamente come non avevo saputo fare ai tempi dell'università e in secondo luogo una piccola, meschina, parte di me era contenta che lo avesse detto di fronte ad Alessandro.
Tuttavia per quest'ultimo stesso motivo provavo anche un grande imbarazzo e una grande tensione. Sentivo lo sguardo di Alessandro sul collo e sapevo che stava ascoltando tutto.
''Con piacere'' risposi semplicemente, anche se mi costò parecchio non farmi sconvolgere dalle emozioni in quel momento. Roberto mi sorrise e mi riaccompagnò in classe, tuttavia voltandomi non potei fare a meno di notare ancora lo sguardo di Alessandro su di me.



Alla fine del primo giorno nella nuova scuola il preside aveva deciso di indire una riunione per sistemare gli ultimi dettagli riguardanti gli orari e per chiederci le nostre impressioni, così rimasi a scuola fino alle otto e mezzo. Roberto non era potuto rimanere perchè aveva un impegno improrogabile e mi accorsi che la sua presenza intorno mi faceva davvero piacere dato che ne avevo sentito la mancanza.
Sorrisi di me stessa mentre tornavo alla mia giulietta brillante. Credevo di essere diventata una donna in grado di resistere ai morsi dell'amore invece alla fine qualcuno iniziava a piacermi. Cercai le chiavi nella borsetta ma come ogni volta ci misi una vita a trovarle. Proprio mentre facevo scattare il pulsante di apertura una voce mi fermò.
''Una giulietta? Non pensavo che avessi tutto questo buon gusto per le macchine''disse Alessandro tranquillamente, appoggiato sul cofano della mia macchina.
   
 
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