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Autore: lunedi74    11/08/2018    2 recensioni
Quando la storia si ripete all'infinito e viene improvvisamente stravolta da una frase inaspettata.
Obbligo pagato a Subutai Khan, spero degnamente. :-)
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quattro al bar

Il locale era semibuio, polveroso. Un vago odore di whiskey invecchiato e sudore aleggiava nell’aria.

Il bancone in legno era talmente usurato da mostrare nei segni e nelle scheggiature tutto lo scorrere del tempo.

Max, il vecchio proprietario, diceva sempre che quel bancone era lì da prima ancora che costruissero il bar, ricavato da una vecchia pianta come il letto di Ulisse e Penelope, ma Alejandro diceva che il vecchio era pazzo e col fegato troppo spappolato dal rum per essere una fonte credibile.

Stava passando lo straccio, per l’ennesima volta, quando il primo dei soliti pescatori prese posto sullo sgabello davanti al bancone.

Era una prassi ormai consolidata da anni di serate, tutte uguali, tutte… fatte con lo stampino.

Alejandro poteva chiudere gli occhi e dire dopo quanti minuti sarebbe arrivato Evan, il secondo avventore, e quale sgabello avrebbe scelto. E dopo di lui, Louis l’orbo, e dopo ancora Kevin il muto, quello che ordinava una tequila col ghiaccio bussando sul legno per indicare il numero esatto dei cubetti. Che non erano mai più di tre, del resto.

- Fammi un whiskey, ragazzo! –

Alejandro prese il bicchiere e lo mise sul bancone, davanti a Sam. Lui prendeva sempre mezzo bicchiere di whiskey, non un goccio di più, non uno di meno.

Lo riempì, stando attento a versare la dose corretta. Sam afferrò il bicchiere prima ancora che Alejandro spostasse la bottiglia e scolò il contenuto in un unico sorso. Il bicchiere tornò di colpo sul legno, mentre Evan, puntuale come un orologio svizzero in quella pantomima infinita, si sedeva due sgabelli più in là.

Del resto whiskey e gin non si potevano mischiare. Giustamente.

Evan ordinò. Alejandro mise due cubetti nel bicchiere, lo riempì fino all’orlo di liquore trasparente.

Sam imprecò: - Che strazio! –

Louis arrivò e si sedette tra i due. Prima ancora che aprisse bocca si trovò di fronte il suo bourbon. Due dita nel bicchiere. Due dita delle sue, ovviamente, che aveva le mani ingrossate dal lavoro.

Sam borbottò: - Americani, nemmeno sanno cos’è il vero whiskey! –

Di lì a due minuti tre colpi sul legno annunciarono l’ordine di Louis.

- Tequila annacquata, che schifo! – fu l’ennesimo commento di Sam.

Alejandro chiuse gli occhi, sospirando. Poi si decise a rispondere, per la prima volta dopo anni.

- Sa una cosa? Ha proprio ragione Sam. Non c'è mai fine allo scempio –

Sam lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta.

- Scusa, ma tu come ti chiami, ragazzo? -

  
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