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Autore: Il corsaro nero    13/08/2018    1 recensioni
Da sempre, il settimo e sesto universo, sono simili ma allo stesso tempo diversi.
Condividono molte razze eppure le loro storie e le loro evoluzioni sono completamente diverse.
Uno dei più grandi misteri di questo universo riguarda i saiyan: perché non hanno la coda? Perché per loro è più facile trasformarsi in supersaiyan? Perché, a differenza delle loro controparti del settimo universo, combattono i criminali?
Questa storia ha inizio secoli prima del torneo tra sesto e settimo universo, quando un'astronave fa un atterraggio d'emergenza su un pianeta...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: LA PROPOSTA DI OVEN


Suika camminava nella foresta.

Era tutto così calmo e tranquillo.

Ehi, ciao.” esclamò una voce sopra di lei.

La tsufuru alzò gli occhi e vide, a testa in giù come un pipistrello, Kakaroth che le sorrideva.

Ciao.” lo salutò l'altra e il saiyan, con un balzo, atterrò davanti a lei.

La tsufuru osservò quello splendido saiyan vestito solo con abiti di pelle eppure così bello e attraente.

Cosa fai di bello in giro?” le domandò e Suika rispose: “Cerco del cibo.” “Se vuoi, ti aiuto io.” “Grazie.”

I due camminarono vicino.

Suika si sentiva così felice...

Ogni volta che stava vicino a Kakaroth si sentiva felice e serena... sentiva che non poteva capitarle niente...

Frui le diceva sempre di essere meno sognatrice perché quei saiyan erano dei veri e propri cavernicoli.

Ma lei sapeva benissimo che diceva così solo perché non poteva vedere Vegeta.

Kakaroth, invece, era molto più dolce e gentile...

Senti...” disse la ragazza e il saiyan fece: “Cosa?” “Voi saiyan indossate solo la pelle degli animali o indossate altri vestiti?” “Mah, noi troviamo gli abiti nella pelle delle bestie perché non sappiamo dove trovare altri materiali. Però i nostri antenati indossavano degli abiti strani...” “Davvero?” “Certo, se vuoi ti faccio vedere.” “Ok.”


Frui sedeva su un masso a prendersi il sole.

Era così bello...

Ad un tratto, qualcosa si frappose fra lei e il sole.

Aprì gli occhi e vide l'ultima persona nell'intero universo che voleva vedere.

Quello stramaledetto saiyan.

Vegeta.

Che vuoi?” domandò, scocciata la ragazza “Adesso sei tu che stai invadendo il mio spazio, saiyan.” “Che cavolo fai?” “Mi prendo il sole. A te che sembra?” “Boh, sembrava che volessi farti cuocere dal sole.” “Spiritoso. Comunque, adesso me ne vado.”

Si alzò in piedi e s'incamminò nella foresta.

Vegeta si arrampicò su un albero e, saltando da un albero a un altro, cominciò a seguirla.

Io non ti sopporto.” disse la tsufuru e il saiyan rispose: “Nemmeno io.” “E allora perché mi segui?” “Perché mi piaci darti fastidio.” “Ma vattene, cretino.” “Io non me ne vado.”

Dopo un po', i due uscirono dalla foresta e Vegeta scese dal ramo dove si trovava e cominciò a seguirla.

Ad un tratto, Vegeta si accorse che nel fodero della cintura che portava la ragazza c'era una pistola.

Per curiosità, la prese velocemente e la nascose.

Nel frattempo, Frui si sentiva strana.

Non sopportava minimamente la presenza di quel cafone eppure non riusciva a scacciarlo.

Si sentiva stranamente bene e felice con lui...

Ora è meglio che me ne vada. Quello laggiù è il vostro territorio.” disse ad un tratto Vegeta e Frui annuì: “Già.” “Ah, sai una cosa?” “Cosa?” “Quando sorridi sei molto più bella.”

Frui si girò a guardarlo, incredula.

Le aveva appena fatto un complimento?!

Lui?!

Quel cafone?!

Quando ti ho vista alla fonte, sorridevi. Sei molto più bella quando sorridi che quando sei arrabbiata o seria.” “Io... grazie...” balbettò Frui, imbarazzata, sorridendo.

Nessuno le aveva mai detto delle parole così belle... forse, dopotutto, quel saiyan aveva un lato dolce e sensibile...

E dimmi... c'è qualcos'altro di me che ti piace?” domandò, timidamente e tutta rossa, e l'altro rispose: “Altroché. L'altra cosa che mi piace di te sono i tuoi fianchi. Sono parecchio larghi e sono certo che, col tuo carattere, saranno duri e forti come quelli di un uomo. Con quei fianchi potrai avere un sacco di figli forti e robusti.”

SCHIAFF

Il rumore fu così forte che tutti gli uccelli volarono via spaventati.

Vegeta si massaggiò la guancia dolorante mentre Frui si dirigeva, furibonda, verso l'accampamento tsufuru.

Non c'era proprio niente da fare.

Con quella, in un modo o nell'altro si faceva sempre male!

Ma cosa aveva detto di male?!

Lui aveva semplicemente detto quello che gli piaceva di lei...

Era impossibile andare d'accordo con quella...


Questo posto ha un aspetto parecchio lugubre...” “Per questo nessuno ci viene mai troppo volentieri.”

Suika stava seguendo Kakaroth in una vecchia città in rovina nascosta in una foresta.

Quel posto era davvero spaventoso.

Ehi, ascolta...” domandò, preoccupata, la ragazza “Ci sono dei topi qui?” “Cosa?” “Ci sono dei topi? Degli enormi roditori con la lunga coda?” “Certo che ci sono. Se non troviamo niente da mangiare, andiamo qui e li cacciamo.”

Suika fece una faccia disgustata.

Se un saiyan l'avrebbe invitata a cena avrebbe sicuramente chiesto quale fosse il menù del giorno.

Non ci teneva proprio a lasciarci le penne!

Ecco, i vestiti si trovano là dentro.” annunciò Kakaroth, indicando la casa più malridotta di tutto il villaggio.

Suika entrò timidamente e si guardò intorno.

C'era polvere dappertutto e tutto era parecchio distrutto.

Raggiunse velocemente Kakaroth, il quale, nel frattempo, aveva aperto un vecchio baule e aveva tirato fuori dei vecchi vestiti distrutti.

Interessante...” commentò Suika, toccandoli “Sul serio una volta indossavate questi vestiti?” “Sì. Poi c'è stata una cruenta battaglia contro il saiyan leggendario...” “Il saiyan leggendario? E che cos'è?” “Un mostruoso demone saiyan apparso secoli fa. Aveva una forza distruttiva che niente e nessuno poteva fermare. Alla fine, si fece consumare così tanto dall'ira che si autodistrusse.” “Accidenti...” “Finita quella battaglia, che poco ci mancò che distrusse anche il nostro pianeta, i nostri vestiti erano così distrutti che dovettimo sostituirli con la pelle degli animali.”

Suika prese dal suo marsupio una macchina fotografica e si mise a fotografarli.

Per essere delle armature, erano davvero belle e ben fatte...

Oltre alle armi, usavate anche dei mezzi di trasporto?” domandò, incuriosita, la tsufuru e il saiyan rispose: “Per viaggiare abbiamo sempre camminato... però, quando è scoppiata la battaglia col saiyan leggendario, avevamo costruito un'astronave, in modo da scappare se la furia di quell'essere avesse distrutto il pianeta.” “Posso vederla?” “Certo, seguimi.”

Suika seguì Kakaroth fuori dal villaggio e giunsero vicino a un oggetto protetto da un enorme telone fatto con vecchie pelli.

Kakaroth prese il telone e con un gesto fulmineo, lo fece cadere.

La ragazza rimase stupita da quello che vide.

L'astronave creata dai saiyan era enorme, bianca e con una strana forma.

Incredibile...” commentò Suika, toccandola “Se non la vedessi con i miei occhi non ci crederei...” “Vuoi vedere l'interno?” “Altroché!”

Kakaroth premette un pulsante e lui e la ragazza entrarono al suo interno.

Era tutta sporca e polverosa, a causa del tempo, eppure Suika constatò che essa era parecchio grande, abbastanza per farci stare tutto il popolo saiyan.

Inoltre, notò che vi erano delle piccole navicelle.

A cosa servivano quelle capsule?” domandò, incuriosita, la ragazza e Kakaroth spiegò: “Erano le navicelle d'emergenza.”

Suika raggiunse il posto di comando e cominciò a toccare i pulsanti.

Mi sembra che tutto funzioni alla perfezione, nonostante siano passati tanti anni...” constatò la ragazza.

Ad un tratto, sgranò gli occhi ed esclamò, incredula: “Incredibile!” “Cosa?” domandò Kakaroth, avvicinandosi.

La tsufuru rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Se questa astronave avesse potuto decollare... avrebbe avuto energia sufficiente per raggiungere il pianeta Plant, il nostro vecchio pianeta.”


Frui se ne stava sdraiata sul letto, adirata.

Quel dannato cafone l'aveva proprio fatta infuriare!

Come cavolo si era permesso di dare che gli piacevano i suoi fianchi?!

Era proprio un deficiente senza pari!

Possibile che solo Suika avesse avuto la fortuna d'incontrare un cavaliere su quel pianeta di balordi?!

Si toccò le labbra.

Quel cafone le aveva detto che era molto più bella quando sorrideva...

Era vero o voleva soltanto prenderla in giro?

Sorellona...”

La voce di suo fratello minore la distrasse dai suoi pensieri.

Cosa c'è, Plant?” domandò e il bambino disse: “Un tizio è entrato nel nostro computer di bordo e vuole parlare con te.” “Chi è questo tizio?” “Non lo conosco ma ha detto di chiamarsi Lord Oven. Tu lo conosci, sorellona?”

La ragazza sgranò gli occhi.

Conosceva Oven di fama molto bene.

Era un uomo spietato e senza scrupoli, disposto a tutto pur di ottenere quel che voleva.

Era il peggior mascalzone dell'universo... purtroppo, nessuno riusciva a farlo fuori, in quanto tutti avevano la fifa blu di lui... la pattuglia galattica, un'ammucchiata d'idioti senza cervello, non riusciva mai a farlo sparire dalla circolazione.

Se un tizio del genere voleva vederla, significava solo una cosa.

Guai, e molto grossi.

Seguì il fratello minore fino al computer ed entrò in comunicazione.

Sono la principessa Frui. Cosa volete da noi, Lord Oven?” domandò la ragazza con un tono di sfida, e l'essere rispose: “Vorrei solo parlare d'affari con voi, principessa.” “Spiacente, ma io non tratto affari coi mascalzoni.” “Avete proprio una bella faccia tosta a parlarmi così, principessa. Comunque, ecco la mia proposta: voi date a me il progetto del vostro dispositivo che accumula energia dal metallo e vi prometto che nessuno si farà del male.” “La mia risposta è no.” “La vostra decisione potrebbe ritorcersi contro di voi e il vostro popolo.” “Come se non sapessi che voi promettete ai popoli l'immunità e poi, quando loro vi hanno aiutato abbastanza, li annientate tutti. Guardi che io non sono mica cretina! Stia alla larga da me e dalla mia gente o giuro che vi faccio conoscere personalmente le nostre armi!” disse la ragazza, chiudendo con violenza la conversazione.


Lord Oven era adirato.

Non solo quella principessa temeraria si era permessa di dire no ma gli aveva chiuso il computer in faccia.

Nessuno l'aveva mai umiliato in questa maniera... gliela avrebbe fatta pagare cara a quella ragazzina insolente...

Ad un tratto, si ricordò che la ragazza aveva un fratello minore...

Fece un sorriso sadico.

Avrebbe usato lui come esca.

Timer!” chiamò e un tizio si avvicinò a lui e domandò: “Sì, Lord Oven?” “Prendi un altro uomo con te e va su Sadal! Cerca il fratello minore della principessa Frui e portamelo qui! Mi raccomando, lo voglio vivo!”

   
 
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