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Autore: KuraCchan    13/08/2018    0 recensioni
Il soldato scelto Sebastian Moran aveva poco più di diciotto anni ed era l'unico, lì, con quei suoi occhiali di tartaruga dalle lenti violacee, che sapeva di essere stato mandato per morire. Come una pedina sacrificabile percorreva in cielo, seduto sullo scricchiolante sedile in pelle di quell'aereo, fingeva con i suoi commilitoni (tutti dei perfetti idioti e soprattutto dei perfetti palloni gonfiati) di vivere quella esperienza come la prima di una lunga serie.
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Sebastian Moran
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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KASHMIR (II)
2000
 
In quali abissi o in quali cieli / Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi? / E quale mano afferra il fuoco?
(William Blake)
 
Il viaggio da quell'aereoporto scognito fino alla base nella quale sarebbero dovuti sostare per attendere direttive durò un paio d'ore. Il più grande di loro, tale Leonard, aveva preso in mano le redini fermamente convinto d'esser il leader del gruppo. Moran, dall'alto della sua ignavia, l'aveva lasciato fare abbandonandosi all'osservazione attenta di quelle armi ben coperte da divise militari strappate e sporche, miste a coperte di quella lana grezza che puzza di cadavere e pizzica come se volesse trafiggerti anche lo spirito. Era come l'inizio del lento percorso di morte e sofferenza che li attendeva: erano dieci e nove di loro erano ancora con quell'espressione di pura spensieratezza e gioia di vivere che Sebastian non aveva mai avuto, nemmeno da bambino. Sospirò, accendendo l'ennesima sigaretta realizzata con filtri e tagliati di tabacco di scarso valore, con la schiena ben coperta dalla giacca in pelle logora osservava il cielo unirsi alla terra ferma. Non riusciva veramente a non meravigliarsi, però, della commistione di colori che lentamente andavano sfumandosi da un rosso carico, un arancio caldo ad un fresco e lucente verde prato.
Il paesaggio del Pakistan ed il paesaggio dell'India erano due paesaggi diametralmente opposti, come se il Kashmir fosse la linea di separazione fra quegli odori di spezie che bruciano le tonsille e quelle ghirlande di fiori profumati che decoravano quelle zone del Pakistan non deturpate dai carri e dai pneumatici delle Jeep. Osservava con gli occhi verdeazzurri ben puntati nel vuoto oltre la nube di polvere alzata dalle ruote come il mondo si allontanasse ad una velocità inaudita al suono di chiacchericcio indisponente alle proprie spalle. «Mi manca la mia donna, ma ho dovuto fin da subito mettere in chiaro con lei che la patria sarebbe stata prima di ogni cosa!» esclamava uno di loro alle sue spalle. Teneva fra le mani una foto spiegazzata e piegata di una donna dai dai corti capelli potenzialmente rossi ma che non si riuscivano a distinguere nella filigrana un po' seppiata della fotografia. «E poi, se trovo una di quelle belle indianine, quelle coi capelli neri che in Inghilterra non si trovano così facilmente, col cavolo che mi ricordo di esser sposato!»
E giù, tutti a ridere.
Tutti ridevano, tranne Sebastian che sembrava cercare in tutti i modi di estraniarsi da quella situazione, come se fosse quello addetto a tenere a mente l'obiettivo, quello che doveva rimanere completamente concentrato nel fatto che, da un momento all'altro, sarebbero potuti saltare su una mina antiuomo e sarebbe finito tutto. Solo un altro, fra i ragazzi non rideva all'unisono con tutti gli altri. Era un tipo smilzo, dagli occhi vuoti e privi di vita, infossati in delle profonde occhiaie che circondavano i suoi occhi in un alone marroncino, tumefatto, livido. Moran si limitò ad allungare una gamba nella sua direzione in uno scatto che tanto sembrava quello indiretto di chi tenta di risvegliare un muscolo intorpidito e con tutta risposta non poté fare altro che notare il sobbalzare del biondino che scosse la testa nella sua direzione in uno scatto quasi meccanico, come se fosse appena uscito da un incubo o risorto dal regno dei morti.
«Moran.» si limitò a dire il rosso, scuotendo la testa prima di porgere l'ultimo tiro di quel mozzicone di sigaretta al cianotico ragazzo «Sebastian»
In un sospiro, l'altro si limitò a guardarlo, accettare la sigaretta e sospirare: «Johnas Cassidy»
  
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