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Autore: xthestorygoeson    14/08/2018    1 recensioni
"Il secco rumore dei suoi stessi passi era l'unico suono udibile, quella mattina, lungo il familiare vicolo senza fine. L'aria fredda pungeva sulle spaccature delle sue esili mani e il cielo era coperto di nuvole bianche che filtravano un'intensa luce fredda. Quel giorno, tutto sembrava surreale."
Oppure: Soulmate AU in cui Mark e Taeyong sono destinati a rincontrarsi, immemori della loro vita passata.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Haechan, Mark, Taeyong
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Introduzione
 
La prima volta che Mark sentì parlare di anime gemelle fu all’età di sei anni.
Insieme a suo fratello maggiore era cresciuto ascoltando i racconti dei loro nonni, i quali avevano avuto la fortuna di incontrarsi durante la guerra. Era piuttosto raro trovare la propria anima gemella, i suoi nonni furono quindi per molti anni gli unici a poter rispondere alle sue domande.
Al contrario, alle scuole medie sembrava essere l’unico argomento di conversazione tra le ragazze, riunite ai tavoli della mensa a bisbigliare con i visi rossi.
Una sola volta Mark sentì che, forse, aveva trovato la sua. Lee Donghyuck.


 
stay in my life
F a t e
 
 
Il secco rumore dei suoi stessi passi era l'unico suono udibile, quella mattina, lungo il familiare vicolo senza fine. L'aria fredda pungeva sulle spaccature delle sue esili mani e il cielo era coperto di nuvole bianche che filtravano un'intensa luce fredda. Quel giorno, tutto sembrava surreale.
Mark non sapeva perché si stava dirigendo alla stazione. Tutto sommato, poteva restare a letto a godersi il riposo della domenica. Non lo entusiasmava l'idea di prendere il treno per rivedere Hyuck. Lee Donghyuck, pensò, non Hyuck. Ormai non aveva senso cercare di tenere in piedi il loro rapporto. Come sempre, sapeva che sarebbe tornato a casa dopo aver guardato il treno partire.
Tuttavia, per qualche ragione, sentiva di dover recarsi alla stazione.
Davanti alla linea gialla dei binari, Mark guardava i fiocchi di neve che ora scendevano adagio. Non sapeva da quanto stesse fissando il cielo, ma quando l'ennesimo fiocco si posò delicatamente sul suo viso, sciogliendosi lungo la guancia, si rese conto di avere il viso bagnato. A vederlo, qualcuno avrebbe pensato che avesse appena pianto a dirotto. Starnutì, rabbrividendo. Tirando su il cappuccio del cappotto, si ricordò della sciarpa lasciata sul divano all'entrata, maledicendosi. Forse sarebbe stato meglio tornare a casa, pensò, guardando la neve accumularsi sulle rotaie. Fece per voltarsi, i pensieri già altrove, quando notò la persona accanto a lui, che sembrava fissarlo in trance. Mark si irrigidì, stranito alla sensazione che lo pervase. In una situazione qualunque, se la sarebbe data a gambe imbarazzato. Quando il ragazzo sembrò tornare alla realtà, Mark fu sicuro di vedere del rossore sulle punte delle sue orecchie.
"O-oh, scusami," esordì, facendo un breve inchino "Sto distribuendo locandine per uno spettacolo teatrale che si terrà la settimana prossima, Out Of This World, al Teatro Nanta di Myeongdong."
Il ragazzo gli porse un volantino dalla pila che reggeva con il braccio sinistro. "Interpreto il protagonista, per cui spero che faccia una buona riuscita."
Sorrise e, ad un tratto, i suoi lineamenti si addolcirono. Il ragazzo era leggermente più alto di Mark e con tutte le probabilità più grande di qualche anno. Indossava un maglioncino bianco a collo alto, dei jeans e un lungo cappotto nero. Il colore rosa dei suoi capelli, che Mark supponeva fosse per lo spettacolo, contrastava perfettamente con il resto. Il suo viso aveva dei tratti molto forti ma allo stesso tempo delicati: la mascella ben pronunciata, le labbra delineate, il naso esile. Ma ciò che catturava davvero l'attenzione erano gli occhi, grandi, scuri, profondi. La sensazione di averli già visti percosse in un brivido la schiena di Mark.
"Certo, uhm-" Mark guardò la data sulla locandina tra le sue mani "Credo... di poter venire."
Il ragazzo dai capelli rosa sembrò sollevato e si chinò ringraziandolo. Sembrò sul punto di andarsene, ma esitò, portandosi una mano dietro il capo.
"Uhm, so che non mi riguarda, ma..." guardò Mark dritto negli occhi "...Va tutto bene?"
Lo sguardo di quel ragazzo era penetrante. Mark frenò il suo impulso di interrompere il contatto visivo mentre processava la domanda singolare che, a pensarci, gli era stata rivolta da una persona conosciuta qualche minuto prima.
"Sì- sì, certo. Sto benissimo." si portò goffamente una mano alla guancia, chiedendosi se avesse ancora il viso bagnato, ma il freddo lo aveva asciugato.
Quando poco dopo il ragazzo si allontanò, Mark si passò una mano tra i capelli, sospirando. Quanto tempo aveva passato a guardare la neve? Forse quasi mezz'ora. Finiva sempre così.
Il ragazzo si avviò all'uscita della stazione, sovrappensiero.
Ogni volta che arrivava la neve Mark, qualsiasi cosa stesse facendo, si fermava, rimanendo lì a fissare i fiocchi che lentamente formavano un telo bianco sul panorama generale. Una volta, quando aveva undici anni, si stava dirigendo verso casa di Jaemin, un compagno di scuola. Ma Mark non rivide Jaemin fino alla fine delle vacanze natalizie, perché si era beccato la febbre a quaranta dopo aver passato un'ora seduto su un marciapiede coperto di neve con lo sguardo rivolto verso il cielo, a metà strada tra casa sua e quella dell'amico.
Mark non biasimava neanche le persone che, quasi certamente, pensavano che si divertisse a rischiare di ammalarsi per tutto l'inverno. Neanche lui sapeva bene perché succedesse, fatto sta che uno strano tipo di malinconia lo pervadeva non appena vedeva i primi fiocchi di neve.
Crescendo, Mark si accorse che la situazione peggiorava quando a diciassette anni, in una giornata particolarmente fredda di gennaio, si ritrovò a singhiozzare guardando la neve dalla finestra della sua camera, seduto sul letto, con un vuoto al petto e un cuscino stretto tra le braccia.
Quindi, tutto sommato, Mark fu grato di non aver avuto strane crisi di fronte a quel ragazzo e tutta la stazione.
Sulla strada di casa, si rigirò di nuovo la locandina tra le mani, chiedendosi per quale motivo gli avesse detto così prontamente che sarebbe andato allo spettacolo. Proprio sotto il titolo, in primo piano, si leggeva: "Attore protagonista: Lee Taeyong."




Angolo Autrice
Vi ringrazio se siete arrivati fin qui! Probablimente sarete un po' confusi tra Donghyuck e Taeyong ma chiarirò questo punto nei prossimi capitoli. Questa è una sorta di introduzione ad una storia che ho in mente già da molto, quindi questo capitolo come anche gli altri subiranno sicuramente varie modifiche, dato che mi sono praticamente forzata a pubblicarlo. Lo avevo nelle bozze da troppo e per continuare la storia devo avere una motivazione. So che non è nulla di che ma non pubblico nulla di mio da sei anni pieni, quindi ci tenevo a farlo. Magari ditemi cosa ne pensate e se avete domande sono ovviamente ben accette, alla prossima!
Note: il titolo della storia è ispirato alla OST "Stay in my life" di Taeil, Taeyong e Doyoung.
- xthestorygoeson
  
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