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Autore: dreamlikeview    15/08/2018    8 recensioni
Castiel vive nel suo mondo fatto di libri e romanzi, nel southside di Chicago, nella libreria di famiglia, insieme a suo fratello Gabriel, quando Dean Winchester, attore di fama internazionale entra per caso nella libreria e gli sconvolge la vita, tuttavia anche Dean ha i suoi piccoli problemi, e in qualche modo, l'incontro con Castiel, lo aiuterà a risolverli.
[Destiel, accenni Sabriel, AU, actor!Dean, bookseller!Cas, mini-long]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono (se mi appartenessero, Dean e Castiel sarebbero insieme già da anni luce) e non intendo offendere nessuno con questo scritto e da questo non guadagno assolutamente nulla! (ci perdo la faccia).

Avviso: Ho scritto una one shot! Che poi è diventata come al solito troppo lunga. Shame. Dean è un po' stronzo, ma solo all'inizio, in realtà è un bigné alla crema. Cas è un soffice muffin con cuore caldo al cioccolato. Enjoy!
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Dean era stressato, un livello di stress che Castiel non aveva mai visto su di lui, ed era colpa sua, della loro relazione, che il suo manager non voleva e lo costringeva a nascondersi dietro false relazioni, la copertura con una ragazza fissa era saltata perché tutte avevano iniziato a fare troppe domande sul perché le uscite con Dean si risolvessero in una cena e qualche foto con i paparazzi, e soprattutto dove scappasse ogni volta che poteva, adesso il suo agente premeva affinché Dean figurasse come un puttaniere etero, senza cuore, che portava una modella super sexy a casa ogni sera, piuttosto che un ragazzo gay innamorato con una relazione di quasi un anno. Castiel non capiva perché il suo ragazzo continuasse con quella farsa, quando ne era stanco, e non poteva fare a meno di chiedersi come mai si vergognasse tanto del suo orientamento sessuale, si era accorto che l’agente calcava molto la mano sulla paura che Dean aveva di se stesso, e lui non poteva fare nulla per aiutarlo, quando l’altro era così convinto, in maniera sbagliata, di essere un errore, o qualcosa del genere. Castiel nell’ultimo periodo vedeva che Dean era stanco di tutta quella commedia, era stanco di dover fingere di non essere una persona fedele, era stanco di dover fingere di non essere realmente innamorato, ma era anche stanco di stare in mezzo ad una relazione che metteva a rischio la sua carriera, lo sapeva perché Dean con lui non era più lo stesso di prima, era sempre scontroso, acido e annoiato; e Castiel era consapevole che, se avesse perso la carriera a causa sua, lo avrebbe odiato per tutta la vita. Non sapeva quanti dei loro impegni Dean aveva disdetto a causa della sua copertura, che ormai era diventata una sorta di doppio lavoro. Prima sul set, poi in strada. Non smetteva mai di recitare, non riusciva a scollarsi di dosso il personaggio che interpretava, non riusciva ad essere sereno nemmeno nei momenti che riuscivano a ritagliarsi per loro. Quella rara volta che riuscivano ad incontrarsi, Dean era freddo, distaccato, scostante e scontroso, nemmeno i baci riuscivano a rilassarlo, ma ogni volta che Castiel provava a chiedere cosa non andasse, l’attore si arrabbiava, urlava come un dannato e se ne andava sbattendo la porta, lasciandosi indietro un Castiel con il cuore spezzato e la convinzione che il problema di fondo fosse proprio lui. Non sapeva come avesse resistito quasi un anno, ma sapeva che l’attore fosse arrivato al punto di non ritorno, e lui doveva fare qualcosa per aiutarlo.
Castiel lo amava troppo per permettergli di distruggersi così, Dean doveva essere sereno, e forse privo di una relazione da nascondere, sarebbe riuscito ad essere più sereno, sarebbe riuscito a rilassarsi e a staccarsi un po’ da quel personaggio che entrambi tanto odiavano, perché Dean era lontano dall’essere il menefreghista spezza-cuori, lui era il ragazzo più dolce che potesse esistere, anche se nascondeva bene questo suo lato. Era una bellissima persona, che purtroppo aveva paura dei suoi sentimenti, e permetteva a qualcuno, in una posizione di potere rispetto a lui, di comandarlo a bacchetta. Non si era mai opposto al volere del suo agente, per il semplice motivo che lui aveva paura di perdere tutto, e Castiel non gli avrebbe mai permesso di perdere tutto. Una sola volta aveva provato a parlargli dell’eventualità di fare coming out, perché era un bravo attore, il suo orientamento sessuale non importava, ma Dean si era arrabbiato così tanto, e lo aveva trattato così male quella notte, che Castiel aveva smesso di mettere l’argomento in mezzo. Non voleva che Dean rinunciasse alla sua carriera, non per lui, lui non ne valeva la pena. Lo amava troppo per permettergli di distruggersi, lo amava troppo per essere causa della sua carriera distrutta. Non sopportava vedere la persona che amava distruggersi così per tenere un segreto, non sopportava vederlo recitare una parte che non gli piaceva, solo per proteggere quel segreto, che era solo un amore sbagliato. Perché sì, il loro amore era sbagliato se aveva tanti impedimenti. E Castiel non gli avrebbe permesso di perdere tutto per uno sbaglio. Sapeva di non poter chiedere a Dean di scegliere, e sapeva che se qualcuno dall’alto avesse chiesto a Dean una cosa del genere, lui avrebbe scelto di sicuro la carriera, perdere tutto per lui? Andiamo. Nemmeno un pazzo lo farebbe, non poteva continuare a vedere Dean distrutto dal pensiero che la loro relazione avrebbe potuto portargli via tutto ciò per cui aveva lavorato tutta la sua vita. Toccava a lui, allora, prendere la decisione drastica e necessaria, seppur dolorosa, per entrambi, anche se ciò gli avrebbe spezzato il cuore.
Doveva lasciare andare Dean, prima che fosse troppo tardi, prima che si spezzasse ancor di più, doveva lasciarlo andare, perché lo amava, e non poteva vincolarlo a sé, e a una vita infelice al suo fianco. Non doveva essere egoista, non doveva mettere la propria felicità sopra a tutto, bensì quella di Dean. E la felicità di Dean era la sua carriera, ciò per cui aveva lavorato e faticato tutta la vita. Non era giusto per lui, vivere in quel modo, nascondendosi dietro a false relazioni per coprirne una in cui non sarebbe mai stato felice e libero.
Per questo, aveva mandato un messaggio a Dean, chiedendogli di incontrarsi, anche se era consapevole che fosse per l’ultima volta, doveva farlo per proteggerlo da un futuro infelice. Tanto, prima o poi l’attore lo avrebbe dimenticato, la loro storia non era poi così importante, Dean avrebbe trovato presto qualcuno per cui valesse la pena fare coming out, e il solo pensiero di non essere quella persona, gli spezzava il cuore, lo calpestava, lo schiacciava come se fosse stato messo sotto il passaggio di una mandria di tori impazziti. Gli venivano le lacrime agli occhi al solo pensiero di lasciare Dean. Quello che aveva passato con lui, era stato l’anno migliore della sua vita. Per la prima volta, in tanti anni, si era scoperto capace di amare, capace di essere in sintonia perfetta con un’altra persona, pur essendo molto introverso; Dean aveva tirato fuori la parte migliore di lui, in qualche modo, lo era lui stesso. Ma tutte le cose belle avevano una fine, no?
«Ciao Cas» lo salutò Dean, aprendogli la porta del suo appartamento, non si era mosso da lì, perché era stanco, così aveva scritto nel messaggio di risposta, e Castiel aveva capito che quella fosse la scelta giusta, la più saggia.
«Ehi… Ehi Dean» lo salutò entrando, sentendo già la voce tremare per ciò che avrebbe dovuto dirgli. Non c’era un modo facile per farlo, non c’era un modo giusto. Doveva essere rapido e centrare i punti giusti. Doveva liberarlo da quel fardello, doveva liberarlo da una vita infelice al suo fianco. Doveva farlo, perché lo amava. Ma doveva farlo subito, perché se avesse passato prima la serata con lui, dopo non avrebbe avuto il coraggio di farlo.
«Di cosa volevi parlami?» domandò, l’ombra di un sorriso tirato sul volto.
«Non è facile» disse a capo chino, scuotendo la testa, poi la alzò. Guardandolo negli occhi, prese il suo volto tra le mani, e non scollò gli occhi da quelli dell’altro «Non può continuare così, non posso vederti in questo stato» disse piano, cercando di usare le parole giuste, non era facile per lui, con la voce che già tremava e le lacrime che già minacciavano di uscire «Ti amo così tanto, Dean, non posso… non posso vederti così» disse con tono tremante «Non capisco, non capisco cosa ci sia che non va nella nostra relazione, da essere tenuta così nascosta» ammise, vedendo l’altro già aggrottare le sopracciglia e prepararsi a rispondergli a tono «Ma va bene, l’ho capito. Credo di essere io il problema» disse finalmente, dando voce ai pensieri che lo avevano tormentato nell’ultimo periodo. Dean lo guardò senza capire, confuso e sconvolto da quelle parole.
«Cosa stai cercando di dire, Cas?» chiese «Io non… non posso scegliere tra la nostra relazione e la mia carriera…»
«Non ti sto chiedendo di farlo, non posso chiederti di scegliere tra ciò per cui hai lavorato tutta la tua vita, e…» si guardò, stringendosi nelle spalle «… e me» affermò «E io non ce la faccio più a vederti così distrutto. Non ne vale la pena, Dean, non per me» disse, accarezzandogli il volto «Per questo ho scelto io».
«Che cazzo stai dicendo?» domandò Dean, la voce tremante anche lui.
«Dean, t-ti prego, è già abbastanza difficile così, io…» deglutì forte, vedeva lo sguardo smarrito e triste di Dean, ma sapeva che quella fosse la scelta migliore «Mi dispiace, non posso permetterti di distruggerti».
«Mi vuoi lasciare, Cas?»
Il libraio non rispose alla domanda, avvicinò i loro volti e gli diede un delicato bacio a stampo, saggiando le sue labbra, come in un vero addio: «Ti libero dal fardello della mia presenza nella tua vita» disse appoggiando la fronte contro la sua «Vedrai che senza di me, senza dover coprire la nostra storia, avrai meno recite al giorno. Sarai libero e potrai essere felice» spiegò, le lacrime iniziarono ugualmente ad uscire dai suoi occhi senza che lui potesse controllarle «Ti amo, Dean, per questo devo lasciarti andare. Mi dispiace» sussurrò, dandogli un altro leggero bacio sulle labbra, la sua voce si spezzò in un singhiozzo e senza permettere all’altro di ribattere in alcun modo, scappò via, lasciandosi alle spalle un Dean perplesso e con il cuore in frantumi. Tornò a casa, sentendosi a pezzi, distrutto, e quando fu in camera sua, chiuso dentro e al sicuro dal mondo esterno, si lasciò andare in un pianto liberatorio.
Non era abbastanza per essere amato da Dean, non era abbastanza per lui e non sarebbe mai stato abbastanza per nessuno, adesso ne aveva la certezza, dopotutto, l’attore non aveva smentito le sue parole, non aveva provato a fermarlo. Era meglio per tutti e due, alla fine.
Quando Gabriel tornò a casa e trovò il fratello in quelle condizioni, ebbe l’impulso di andare da Dean e strangolarlo con le sue stesse mani, perché non poteva pensare di spezzare suo fratello in quel modo e farla franca, ma il minore lo tranquillizzò, era stato lui a lasciare Dean e non il contrario; ma ciò non placò la rabbia di Gabriel verso il cognato. Castiel passò la maggior parte della serata tra le braccia del fratello, a raccontargli come la storia tra lui e Dean fosse finita, e di come Dean non avesse mosso un passo per fermarlo. Gabriel lo consolò, promettendogli che tutto si sarebbe risolto per il meglio, ma Castiel ormai non gli credeva, non credeva più che le cose positive esistessero. Era solo spezzato e aveva solo voglia di piangere tutta la notte e magari dormire, senza svegliarsi per dodici ore consecutive.
 
Quando aveva ricevuto il messaggio di Castiel, era chiaro che qualcosa non andasse, Dean lo aveva capito bene, ma non si sarebbe mai aspettato una piega del genere. Era vero, era stanco, il suo agente lo stava pressando per la storia con Cas, nessuno doveva saperlo, nessuno doveva sospettare, altrimenti la sua immagine ne avrebbe risentito, altrimenti avrebbe perso i fans, altrimenti sarebbe tornato ad essere un nessuno del Kansas qualunque. Lui non voleva tornare alle origini, lui voleva continuare la sua vita, voleva vivere la vita per la quale aveva sudato, ma voleva anche Castiel al suo fianco. E aveva provato a far funzionare le cose, davvero ci aveva provato, ma poi qualcosa era andato storto, qualcosa si era rotto, perché Castiel era piombato a casa sua, aveva detto tante cose e poi lo aveva lasciato. Lo aveva lasciato. Dean era rimasto in piedi davanti alla porta che si chiudeva per lunghi minuti, il sapore di Cas ancora sulle labbra, il suo profumo ancora nell’aria e un magone assurdo dentro il suo cuore. Lo aveva lasciato. Devo lasciarti andare perché ti amo, che stronzata. Lo aveva lasciato da solo, con il cuore in frantumi e una miriade di domande nella mente. Non era giusto che Cas lo avesse lasciato, non era giusto che lo avesse trattato in quel modo. Non era giusto che lo avesse distrutto in quel modo. Era vero, nell’ultimo periodo le cose tra di loro erano state un po’ altalenanti, avevano discusso, lui si era arrabbiato – soprattutto quando Castiel aveva cercato di farlo ragionare su un possibile coming out, io sarò al tuo fianco, te lo prometto, aveva detto, ma lui si era arrabbiato, lo aveva trattato male, gli aveva urlato contro che no non farò mai coming out, non perderò tutto per questa cazzata, è chiaro? E Castiel aveva smesso di parlarne, aveva smesso di provare ad aiutarlo, perché aveva capito che ne dovesse uscire da solo. Dean restò ancora qualche istante a fissare la porta che si era appena chiusa, le mani tremavano e le lacrime premevano per uscire dai suoi occhi.
«Io ti amo, figlio di puttana, non lasciarmi» bisbigliò alla porta, sapendo che ormai Castiel non potesse sentirlo, adesso era tardi per dirglielo, perché Castiel era lontano, a casa sua, mentre lui era lì, da solo, senza di lui, distrutto e in preda al dolore. Voleva urlare, voleva distruggere tutto, voleva prendere a pugni Castiel, forse, e anche se stesso, ma non aveva la forza di fare nulla. Di lui non era rimasto nulla. Adesso era solo un’anima vuota, un uomo spezzato, senza la sua metà più importante. In quell’anno, Castiel lo aveva reso la persona più felice del pianeta, con quei suoi modi buffi, con quel suo caratteristico essere un po’ fuori dagli schemi, con quella sua innata ingenuità. Castiel lo faceva ridere quando era triste ed era in grado di illuminare la sua giornata più buia, e adesso di tutta quella bellezza, di tutto ciò che c’era stato tra di loro, non rimanevano che i ricordi e i rimpianti. Se avesse fatto coming out per lui, sarebbe rimasto? Se avesse lottato un po’ di più non lo avrebbe perso? E poi sopraggiunsero i dubbi, le domande, le accuse. E se stava con me solo per la fama? E se stava con me solo per vantarsi di aver scopato con un attore? E se mi avesse solo usato per poi distruggermi? E se il suo scopo fosse stato questo fin dall’inizio? – erano domande del tutto insensate, conoscendo Castiel, ma in quel momento erano le uniche che riusciva a porsi, erano le uniche a cui riusciva a dare risposta. Evidentemente si era divertito, e quando ne aveva avuto abbastanza lo aveva lasciato, come una scarpa usata, come un bicchiere monouso, un preservativo usato. Non era che questo per Castiel, cosa se ne faceva ora di tutto quello? Cosa ci aveva guadagnato?
Dean a questo non sapeva rispondersi, ma si lasciò cadere sul divano senza forza, fissandosi le mani. Perché Castiel lo aveva lasciato in quel modo? Perché non voleva più avere a che fare con lui? Cosa ho sbagliato con lui? E se fossi stato più coraggioso, lo avrei perso ugualmente? E se avessi fatto coming out sarebbe rimasto? Era qui solo per la fama o perché mi amava davvero? Non lo sapeva, non sapeva più niente. Si lasciò andare alle emozioni, lui che non l’aveva mai fatto, e si prese il volto tra le mani, sopprimendo contro di esse i singhiozzi, mentre le lacrime iniziavano ad uscire dai suoi occhi, inondando tutto il suo volto. Castiel lo aveva lasciato, e nient’altro per lui sarebbe stato più lo stesso. Non avrebbe più potuto prenderlo in giro per la sua ignoranza a livello cinematografico, non avrebbe potuto più punzecchiarsi con lui, com’erano soliti fare quando erano insieme, non avrebbe più potuto ridere delle sue battute stupide, non avrebbe più potuto sentirlo ridere in quel modo così adorabile, non avrebbe più potuto ascoltarlo citare romanzieri e poeti importanti con quella sua aria da sapientone. Non avrebbe più potuto specchiarsi in quelle gemme azzurre e annegare nel mare dei suoi occhi; non avrebbe più potuto stringerlo a sé. Non sarò mai più felice, concluse con tristezza, mentre altri singhiozzi venivano fuori dalla sua gola, sempre più forti. Voleva solo Cas, e adesso non lo aveva più, perché, sapeva, era anche tutta colpa sua e della sua stupida paura.
«Dean?» lo chiamò Sam entrando, notando il fratello in quello stato «Cosa è successo?»
«Cas…» mormorò «Mi ha lasciato. Sono patetico, non guardarmi così» disse piano «Non giudicarmi».
«Dean…» disse il minore dispiaciuto, avvicinandosi a lui e abbracciandolo «Io non ti giudico» disse guardandolo «Andrà tutto bene, parlerò con Gabe e  risolveremo questa cosa tra di voi».
«Non si risolverà niente tra di noi, Sammy» disse tristemente «Mi ha lasciato. Si è divertito con me, e poi…»
«Castiel non è il tipo e lo sai. Stai traendo conclusioni affrettate perché stai male. Che ha detto?»
«Che… per lui era troppo doloroso vedermi distrutto per coprire la nostra storia, e non mi chiedeva di scegliere, lo faceva lui, per entrambi» raccontò per sommi capi la conversazione, anzi il monologo che aveva fatto Castiel, quando lo aveva lasciato. Era assurdo, lo aveva lasciato perché lo amava troppo. Stronzate, non lo amava abbastanza da lottare per loro.
«E tu pensi che si sia solo divertito? Cazzo, Dean sei davvero un idiota» disse Sam, mentre Dean tornava ad infossare il viso tra le sue mani per non farsi vedere da lui in quello stato «Castiel ha sopportato che tu uscissi con centomila ragazze, che passassi più tempo fuori con loro che con lui, e tu pensi che si sia solo divertito con te?» domandò, Dean non rispose «Ma ti rendi conto di quanto sei stupido? Quel ragazzo è così innamorato di te che pur di non vederti soffrire preferisce rinunciare a te» disse il minore, era certo che il maggiore lo stesse ascoltando «Parlerò con Gabe, voi due dovete chiarire» disse sicuro «Non ti permetterò di buttare tutto nel cesso perché sei un idiota».
«No, ha deciso, lascialo perdere» disse piano senza guardare il fratello «Potrò rilassarmi un po’ senza dover coprire la nostra storia».
«Perché ti ostini ancora con questa copertura? Io sto con Gabe da più di un anno e non ho perso niente».
«Tu hai fatto coming out prima della fama, Sammy e poi tu non sei…come me».
«Sei gay, Dean, lo puoi dire, non è un reato. E io sono bisessuale, quindi? L’amore è amore, se non riesci ad accettarti per quello che sei, non incolpare Castiel per la vostra rottura» disse serio il minore «Ma ascoltami, Cas è stata la cosa più bella che ti sia capitata in questi anni. Vuoi davvero perderlo per la tua paura?» chiese «Dean, siamo grandi ormai, e papà ha accettato che noi siamo così. Sei tu che non riesci ad accettarti per quello che sei».
«Mi giudicheranno».
«Bu-hu, ti comporti come un ragazzino viziato. Lo fanno comunque, preferisci davvero essere considerato un puttaniere stronzo che si scopa una a sera, piuttosto che un ragazzo innamorato di un altro, che ha una relazione stabile? Davvero, Dean. Non sei patetico perché piangi per Cas, lo sei perché non ti accetti. Santo cielo, hai tanti difetti, ma di certo l’essere gay non fa parte di essi» disse ancora «Solo, non subito, ma pensaci okay? Vivere libero, essere chi sei davvero, come lo eri con Cas. Essere felice. Non è un buon compromesso per fare coming out?»
«Da quando sei così saggio?»
«Da quando sono stato tirato su dal migliore dei fratelli maggiori» disse dandogli una pacca sulla spalla e passandogli un fazzoletto «Andiamo, forza. Datti una sistemata e mangiamo un po’ di cibo spazzatura. Poi penserai a risolvere le cose con Cas».
«Non so se riuscirò a farlo, ma grazie Sammy, avevo bisogno di parlare con te».
«Sempre qui per te» sorrise, guardandolo «Pensaci davvero, okay?»
«Ci penserò».
Per tutta la serata, Dean non fece che pensare a ciò che era successo, e soprattutto alle parole di Sam, forse aveva ragione, forse doveva imparare ad accettare prima se stesso e poi avrebbe potuto essere degno di amare Castiel. Rimuginò su tutto, sulle parole che il libraio gli aveva detto, su quelle di suo fratello, e sui suoi sentimenti.
Valeva la pena? Non sapeva come rispondersi, ma quando guardò sul suo comodino, dove c’era il segnalibro che gli aveva regalato Cas, allora lì, in quel momento capì tutto. Cas ne valeva la pena.
«Con le ali dell’amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all’amore e ciò che amor vuole amore osa». Adesso sapeva cosa fare. Come Romeo, anche lui doveva superare delle mura che sembravano invalicabili, prima con se stesso e poi con il resto del mondo, doveva prima imparare ad accettarsi per ciò che era, per i suoi gusti; e piano piano con il tempo ci sarebbe riuscito, e sarebbe stato degno di amare Castiel. Sì, lo avrebbe fatto per lui, e anche un po’ per se stesso, per trovare la stabilità di cui aveva bisogno, per la quale, il suo amato Cas lo aveva lasciato.
 
*°*°*°
 
Castiel era un disastro. Era appena passato un mese da quando aveva lasciato Dean, ma il dolore non era diminuito, non si era mai sentito peggio, forse aveva fatto la scelta peggiore della sua vita, lasciando Dean, ma doveva convivere con questo, perché lo aveva fatto per lui, lo aveva fatto per vederlo felice e sereno. Forse senza di lui, senza il pensiero costante della loro relazione, sarebbe stato più libero dalle coperture e uscite forzate per farsi vedere in giro con delle donne. Sì, ma ciò non cambiava il fatto che Castiel avesse il cuore spezzato a metà, e sentisse una parte di sé mancare. Dean, sebbene solo per un anno, era stato importante. E Castiel lo amava con tutto il cuore. Non aveva chiesto a Gabe, che sicuramente aveva parlato con Sam, come stesse Dean, solo perché temeva di sapere che stesse bene senza di lui, e che ora fosse libero di amare chi voleva. Suo fratello gliel’aveva detto di continuo, di chiamarlo, parlargli e chiarire, ma lui non voleva saperne più, voleva solo che il dolore passasse in fretta, e tornare alla sua vita, forse, se pensava che Dean era felice e sereno, poteva riuscire ad esserlo anche lui. Ma come poteva? Aveva lasciato Dean. Probabilmente l’attore lo avrebbe considerato uno stronzo, o come piaceva dire a lui, un figlio di puttana. Castiel lo sapeva, e questo faceva male, perché essere ricordato in quel modo non era giusto, perché lui aveva tenuto davvero tanto a Dean e quello era stato il motivo per cui lo aveva lasciato. Non si riconosceva, non riusciva a sorridere a nessuno, non riusciva ad essere amichevole con nessuno, ed era davvero lontano dal suo comportamento standard. Charlie e Kevin gli avevano chiesto spesso cosa non andasse, ma lui non aveva voluto rispondere, non aveva voluto dire la verità, perché non poteva. Non poteva dire a nessuno di aver avuto una storia con Dean Winchester, perché lui non voleva che si sapesse, altrimenti avrebbe perso tutta la sua carriera. Gli unici a sapere ogni cosa erano Gabriel e Sam, che in qualche modo, ogni giorno, provavano a tirarlo fuori dal baratro in cui era precipitato. Non aveva mai dato peso alle relazioni perché non ne aveva mai avuta una vera, e quando aveva avuto l’occasione di essere felice, di essere felice davvero, la sua felicità era stata spazzata via, e l’unico colpevole era lui stesso, perché era stato lui a prendere quella decisione. Dean non aveva nessuna colpa, in quelle settimane appena trascorse, aveva realizzato che se fosse stato un po’ più forte, un po’ meno esigente, lui e Dean sarebbero stati ancora insieme, nascosti e Dean sull’orlo di un esaurimento nervoso, certo, ma insieme. E questa consapevolezza lo distruggeva, perché era ovvio che Dean lo odiasse per come erano andate le cose tra di loro, ma forse in quel tempo aveva trovato un altro, magari uno più paziente di lui, uno che riusciva ad accettare il compromesso – e che riusciva a vederlo distrutto ogni volta, stanco e arrabbiato per la vita che aveva scelto – o forse uno per cui valeva la pena fare coming out. Quel qualcuno non era lui, ed era una convinzione che aveva sempre avuto, fin da quando era iniziata la loro relazione. Forse con il tempo, anche lui avrebbe trovato qualcun altro. Sì, certo, dove avrebbe potuto trovare un ragazzo che accettasse tutti i suoi difetti, che ridesse insieme a lui a delle stupide battute e che riuscisse a farlo ridere anche quando desiderava solo piangere a singhiozzi chiuso nella sua stanza?
Mentre si poneva questi interrogativi, era nella sua libreria, la clientela era poca a quell’ora, normalmente avrebbe occupato quel tempo leggendo dei libri o mettendosi a riordinare, ma non ne aveva voglia, stava lì a fissare la porta, sperando che il fantomatico ragazzo perfetto per lui entrasse e lo tirasse fuori da quel limbo in cui era precipitato da quando la sua relazione con Dean era finita. Non era mai stato il tipo che si deprimeva per amore – beh, in realtà non ne aveva mai avuto il motivo, lui non aveva mai vissuto una relazione vera prima di Dean, era stato solo trattato male dai ragazzi per i quali si invaghiva – ma in quel momento avrebbe solo voluto chiudersi nel magazzino e piangere come un dodicenne alla sua prima delusione.
Abbassò lo sguardo sul pranzo che Gabe gli aveva portato e storse il naso, non aveva molta fame, scostò la ciotola di insalata e scosse la testa sbuffando, già si aspettava una ramanzina lunga quanto il Mississippi da suo fratello sul fatto che stesse mangiando poco, ma non voleva pensarci in quel momento.
Poi improvvisamente la campanella trillò, per fortuna un nuovo cliente era arrivato a strapparlo dallo stato pietoso in cui era, e magari si sarebbe distratto da tutto quello. Alzò lo sguardo per accoglierlo, ma con sua grande sorpresa, davanti a lui, lì sulla soglia della porta, c’era Dean. Il fiato gli mancò dai polmoni, era da un mese che non lo vedeva, ed era ancora più bello di quando lo aveva visto l’ultima volta. Cosa ci faceva lì? Era andato per gettargli addosso il suo odio? Perché era andato da lui? Titubante, l’attore mosse qualche passo verso il bancone, lo sguardo carico d’aspettativa e leggera insicurezza. Dean Winchester insicuro?
«Buongiorno» lo salutò, mordendosi le labbra «Sto cercando un libro» disse. Castiel si sentì strano, sembrava di rivivere il loro primo incontro, e… cosa stava succedendo?
Il libraio sorrise, senza che se ne rendesse conto, e in quel momento lente e calde lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi: «De-Devi essere più specifico» mormorò «Qui è pieno di libri». Dean sorrise, ricordando anche lui quel primo incontro che inevitabilmente aveva cambiato le vite di entrambi e lo guardò negli occhi, quando fu vicino al bancone.
«Un libro per chiedere scusa» disse, appoggiando istintivamente la sua mano su quella del moro «Ho ferito una persona a cui tenevo davvero tanto e sono stato un bastardo a non accorgermi prima di avergli fatto del male» disse intrecciando le loro dita, la sua mano libera raggiunse il volto di Castiel, e gli accarezzò la guancia, cercando di eliminare le lacrime che scendevano sul suo volto. Il moro appoggiò istintivamente la guancia contro il palmo dell’attore, alla ricerca di un contatto maggiore.
«Capisco…» sussurrò «Forse mi servirà lo stesso libro» disse guardandolo a sua volta negli occhi.
Dean sorrise ancora: «Mi dispiace, Cas, non avevo capito quanto la situazione facesse male anche a te, mi dispiace non aver capito quanto tu mi amassi, al punto da lasciarmi per farmi avere meno pressioni» disse, senza smettere di guardarlo negli occhi «Mi dispiace aver pensato che tu potessi aver voluto la nostra relazione solo per vantarti» disse, a quel punto Castiel strabuzzò gli occhi scioccato, allontanandosi istintivamente dalla mano di Dean «Non guardarmi così, ho capito che era una cazzata. Capiscimi, mi avevi appena lasciato ed ero addolorato, non ragionavo. Ho pensato un sacco di cazzate in quel momento e me ne pento» continuò «Mi dispiace anche non averti detto prima che ti amo».
«M-Mi ami…?»
L’attore annuì sorridendo: «Certo che ti amo. Ti amo perché sei l’unico che mi ha sempre contrastato, perché a te non importava se ero famoso, ma devi essere una persona educata, mi dicevi continuamente, ti amo perché tu mi fai ridere sempre, ti amo perché io e te ci punzecchiamo a vicenda ed è un po’ il nostro modo di amarci» continuò, Castiel scosse la testa cercando di sopprimere i singhiozzi contro il palmo della sua mano, ma Dean continuò «Ti amo perché hai quel modo buffo di arricciare il naso quando leggi un libro, e amo quella rughetta che si forma attorno ai tuoi occhi quando sorridi davvero; ti amo perché ti emozioni quando esce un nuovo libro del tuo scrittore preferito, e ignori totalmente le uscite dei film, ti amo perché sei sempre stato te stesso e non hai mai finto di essere un altro, ti amo perché anche se non ti piacciono i film, hai guardato tutti i miei film senza battere ciglio, ti amo perché non conosci mezzo film, ma riesci a citare nella stessa frase tre autori diversi, ti amo perché ti piace il rock, anche se preferisci il pop, ti amo perché litighiamo su quale genere musicale sia migliore e poi finiamo per ascoltare canzoni che piacciono ad entrambi» disse, Castiel restò senza fiato davanti alle sue parole «Ti amo, Cas, ti amo semplicemente perché sei tu, perché sei così e avrei dovuto dirtelo prima di perderti, prima di lasciarti andare via da me. Ti amo, e sono disposto a tutto per riaverti».
«Ti amo anch’io» sussurrò tra i singhiozzi l’altro «Non ho mai smesso» disse «Ma non voglio vederti distrutto, non voglio che tu debba essere stressato per nascondere la nostra storia, non riesco a vederti infelice, mi dispiace. Mi dispiace non avrei mai dovuto lasciarti» singhiozzò, Dean fece per avanzare verso di lui, ma Castiel scosse la testa e si tirò indietro «Mi dispiace così tanto, dovevo essere più forte, meno… meno pressante, ma… non riuscivo a vederti infelice, mi dispiace, Dean…» disse ancora tra i singhiozzi, senza riuscire ad alzare lo sguardo sul ragazzo di fronte a lui.
«Non devi scusarti di nulla, Cas, non è colpa tua» disse, cercando il suo sguardo con scarsi risultati «Ho fatto coming out, Cas» ammise dopo un po’ «L’ho fatto due settimane fa e devo dire che…non è stato drammatico come mi aspettavo; ho avuto molti consensi tra i miei fan, avevo così paura di perdere tutto, che ascoltavo il mio agente, lui diceva sempre che non avrebbe fatto bene alla mia immagine uscire allo scoperto, e avevo così paura di perdere tutto che alla fine ho perso te. Ho licenziato il mio agente, ne ho assunto un altro che ha apprezzato il mio gesto. L’ho fatto per te, Cas, perché quando ti ho perso, mi sono accorto che della fama, del successo, della carriera non me ne importava nulla se non avevo te al mio fianco con cui condividerla».
«Tu… cosa?» mormorò, alzando lo sguardo in quello verde e pieno di speranza dell’attore, e guardandolo negli occhi. Aveva sentito bene? Dean aveva fatto cosa…? Per lui? Ne valeva la pena, allora?
«Ho fatto coming out».
«Oh mio dio…perché?»
«Perché per te ne valeva la pena» disse, e Castiel se non avesse già pianto tutte le sue lacrime, sarebbe scoppiato a piangere, ma di gioia, davvero ne valeva la pena per lui? «Volevo essere degno del tuo amore. Non potevo tornare da te, se prima non lo affrontavo. Ho parlato con Sam, a lungo. Ho sempre vissuto male la mia sessualità, al liceo ero, sai, quello figo, con la macchina figa, e capitano della squadra di football e primo al mio corso di teatro» raccontò «Poi c’è stato il college, e anche lì, beh ero uno figo. Ho avuto molte relazioni con ragazzi ma uscivo pubblicamente con le ragazze, e non ho mai fatto coming out. La prima volta che ho ammesso di essere gay, è stata con mio padre. Non la prese bene all’inizio» raccontò «Non mi parlò per settimane, poi anche Sam fece coming out e… credo che ripensò a tutto e, mi disse che per lui non importava. Ero sempre suo figlio. Mio fratello l’ha sempre saputo invece, l’aveva capito ancor prima di me» disse trattenendo una risatina «Ma io non l’ho mai accettato davvero, e poi sono diventato famoso, e c’era il mio agente, che mi ripeteva che se volevo diventare qualcuno, dovevo essere quello bello e impossibile e anche un po’ stronzo e mi sono lasciato coinvolgere, perché non mi accettavo davvero» disse ancora «Cercavo di essere qualcun altro per piacere agli altri.  Poi sei arrivato tu e hai cambiato tutte le mie stupide convinzioni. Non mi vergogno di chi sono, né di come sono. Ma non l’avevo capito, ma adesso sono libero di amarti come meriti, Cas. Tu meriti di essere felice, e se vuoi…» il libraio registrò tutte le parole che il ragazzo di fronte a lui aveva appena detto, scioccato «Possiamo essere felici insieme». Dean non si era mai aperto tanto con lui e in quel momento l’unica cosa che venne in mente al libraio di fare, per fermare quel fiume di parole, fu sporgersi dal bancone, prenderlo per il colletto della camicia e baciarlo con amore. Non voleva nient’altro, solo baciarlo e assaporarlo di nuovo, i chiarimenti, le confessioni, potevano aspettare. Questo no, questo era importante; baciarsi e ritrovarsi e forse ritornare a respirare, l’uno sulle labbra dell’altro.
«Sì, voglio essere felice con te, Dean» sussurrò Castiel, quando si staccarono per un minuto, prima che l’attore, dopo avergli sorriso, si riappropriasse delle sue labbra, baciandolo ancora. Forse non era la posizione più comoda, ma per loro non c’era niente di più perfetto. Perché in quel momento, tutto il mondo di entrambi sembrò tornare al proprio posto. Si erano ritrovati, finalmente, e adesso non dovevano più nascondersi, adesso finalmente erano liberi di amarsi alla luce del sole.
 
Two weeks later.
Dean era agitato, quella era la prima uscita pubblica dopo il coming out, era il primo evento a cui partecipava dopo aver fatto quel passo enorme e ne era terrorizzato, non sapeva come avrebbero reagito le persone, non sapeva come sarebbe stato affrontare i suoi fan o i vari giornalisti, era spaventato a morte, ma non aveva il coraggio di dirlo a nessuno; quando aveva fatto coming out, prima di tornare da Castiel, era stato semplice, perché aveva organizzato ogni cosa, lo aveva fatto durante un’intervista radiofonica, aiutato da un suo caro amico, il conduttore radiofonico e dj, Benny Lafitte, che lo aveva supportato e lo aveva incoraggiato anche lui; ma adesso che si apprestava ad andare alla premiere del suo ultimo film, quello per il quale aveva lavorato un anno intero, era preoccupato.
«Dean» lo chiamò dolcemente Castiel, al suo fianco nell’auto che li stava portando all’evento «Qualcosa non va?»
Non capiva come fosse possibile, ma quel ragazzo riusciva sempre a capire quando qualcosa non andava, anche quando lui non parlava, quando non diceva nulla, Castiel riusciva a capire perfettamente il suo stato d’animo. E questo era uno dei tanti motivi che lo spingevano ad amarlo sempre di più.
«Sono solo un po’ nervoso, Cas» mormorò «Questa, è uhm, la prima volta che esco pubblicamente per un evento, dopo il coming out, e sono un po’ spaventato» disse, sapeva che in un modo o nell’altro Castiel avrebbe capito o gliel’avrebbe fatto dire, era inutile girarci intorno.
«Andrà bene» disse, intrecciando la sua mano con quella di Dean «E poi io sono con te, okay?»
L’attore sorrise, incapace di fare altro e si sporse verso di lui, dandogli un bacio a stampo «Sì, tu sei con me».
«Ragazzi, prendetevi una stanza!» scherzò Gabriel, stretto anche lui al fianco di Sam «Siete imbarazzanti».
«Sta zitto, Gabe» rispose Castiel, appoggiando la testa sulla spalla di Dean «Tu e Sam siete peggio».
«Mah… non so di cosa tu stia parlando» scherzò, voltandosi verso l’altro attore, con un sorriso idiota sul volto «Sammy, io e te siamo imbarazzanti o siamo adorabili?» domandò.
«Noi due siamo adorabili e loro due sono imbarazzanti» scherzò l’altro Winchester, stringendo un braccio attorno ai fianchi di Gabriel, stringendoselo addosso, poi si abbassò verso di lui e gli stampò un tenero bacio sulle labbra, erano davvero carini insieme, sebbene Gabriel fosse più grande di Sam di qualche anno, Sam lo superava in altezza di almeno ventuno centimetri ed era bello vedere come Gabe sparisse letteralmente tra le braccia del suo gigante come adorava chiamarlo lui; Sam si voltò verso Dean, sorridendo in un modo che avrebbe fatto girare la testa a chiunque «Dean, vedrai che andrà tutto bene, davvero, io e Gabe stiamo insieme da più di un anno e non è successo niente di irreparabile, sii sereno e te stesso»
«Poi siamo noi quelli imbarazzanti» borbottò Dean, scuotendo la testa «Okay, ora la smettete tutti con questi momenti da film per femmine?» grugnì, mettendo un braccio attorno alle spalle di Cas e stringendolo contro di sé. Gli altri scoppiarono a ridere, mentre Dean li ignorava e guardava solo il suo ragazzo, non sapeva come, ma Cas riusciva a farlo stare bene, anche quando era vittima di attacchi d’ansia improvvisi.
Arrivarono fuori al cinema in cui sarebbe stata proiettata la prima del nuovo film di Sam e Dean Winchester e, prima i due attori, seguiti dopo dai loro compagni, uscirono dall’auto e furono investiti dai vari flash dei fotografi, accorsi lì per immortalare ogni momento della serata. Il red-carpet su cui stavano per passare era circondato dai fan, che esultavano e li chiamavano, sperando di attirare la loro attenzione. Dopo aver risposto educatamente ad alcune domande, posato per alcune foto richieste dai fotografi, i quattro ragazzi iniziarono a percorrere il red-carpet, e Dean man mano che camminava, si rendeva conto di essere fiero di se stesso e della sua relazione, e si sorprese che nessuno li stesse insultando in modo terribile, come aveva sempre sostenuto il suo vecchio agente.
Sam e Dean, prima di entrare nel cinema, si fermarono a firmare alcuni autografi e a scattare alcune foto con la maggior parte dei fan che riuscivano ad accontentare. Poi l’attenzione di Dean fu attirata da un giovane ragazzo dai capelli biondi, che lo guardava con adorazione e ammirazione. L'attore immediatamente si chiese cosa avesse tanto da guardare quel ragazzo.
«Qualcosa non va?» chiese premurosamente, sperando che non si trattasse di qualcuno che voleva insultarlo.
«No, è che… ti ringrazio» disse piano, porgendogli un’agenda su cui farsi fare un autografo; Dean lo guardò interrogativo, di cosa esattamente lo ringraziava?
«Di cosa?» domandò, prendendo il pennarello e l’agenda che gli stava porgendo.
«Grazie a te, al tuo coming out, sono riuscito a farlo anche io con la mia famiglia e con i miei amici» disse, il suo viso si illuminò in un sorriso dolcissimo e gioioso «Avevo paura di essere giudicato strano o malato, ma poi ho sentito la tua intervista, e… mi sono detto che potevo farlo se ci eri riuscito anche tu» disse velocemente, guardando l’attore «Quando l’ho fatto, i miei mi hanno abbracciato e mi hanno detto che non importa se sono gay, etero o bisessuale, sono sempre loro figlio e mi vogliono bene lo stesso, e anche i miei amici» disse piano, sorridendo «Ho trovato il coraggio di farlo, grazie a te. Sei il mio eroe, Dean» disse con riconoscenza. Dean spalancò gli occhi incredulo, davvero? Era possibile aver aiutato un ragazzo con il suo coming out? Allora non era una cosa tanto negativa come il suo ex manager diceva. Aveva fatto bene a licenziarlo.
«Come ti chiami?» chiese, prima di firmargli l’autografo.
«Samandriel, ma tutti mi chiamano Sam» rispose sorridendo il ragazzo; Dean allora gli scrisse una dedica e gli firmò l’autografo, ringraziando il ragazzo per i complimenti che gli aveva fatto; non riusciva a crederci, un ragazzo aveva fatto coming out grazie a lui, e… wow, forse Samandriel non era l’unico ragazzo che avrebbe aiutato, forse poteva fare qualcosa per tutti quei ragazzi che non riuscivano a fare coming out, bloccati in un limbo dal quale non riuscivano ad uscire. Forse poteva fare qualcosa di buono per aiutare tutti quei ragazzi che avevano paura di affrontare loro stessi come lui aveva fatto per primo. Forse poteva riuscirci con l’aiuto di Sam e di Cas. Raggiunse Castiel immediatamente e gli stampò un bacio sulle labbra, lì davanti a tutti, davanti a tutti quei fotografi che scattavano foto a ripetizione. Perché, alla fine, non importava di che sesso fosse la persona della quale si era innamorati, l’importante era che con quella persona ci si sentisse a proprio agio e si potesse essere se stessi, senza doversi fingere un’altra persona.
Era felice ed era giusto che tutto il mondo sapesse chi era la persona che lo rendeva felice; forse avrebbero vissuto un po’ separati mentre lui sarebbe andato in giro per il mondo a promuovere il suo nuovo film, ma sapeva benissimo che al suo ritorno avrebbe trovato ad attenderlo un libraio dagli occhi incredibilmente blu, in quella libreria del south-side in cui aveva scoperto cosa fossero l’amore e la felicità. E sì, ne era convinto, avrebbe fondato un’associazione no-profit, con la quale avrebbe aiutato tutti i ragazzi che non riuscivano a fare coming out, e l’avrebbe chiamata Free yourself, con la quale chiunque avrebbe voluto, sarebbe stato aiutato ad uscire dal proprio inferno personale, non tutti avevano la fortuna di avere un angelo che li salvasse dall’inferno, come era successo a lui.
 
Qualche tempo dopo, nella Paradise Books, fu aperta un’area in cui si tenevano periodicamente incontri a cui partecipavano molti giovani ancora chiusi nell’armadio, c’era spesso Dean che parlava con questi ragazzi, e cercava di aiutarli raccontando la sua esperienza, sotto gli occhi fieri e allegri del suo compagno. L’associazione, voluta da Dean, fondata da lui e Sam con l’aiuto di Gabe e Cas dava a tutti la possibilità di raccontare la propria esperienza e le proprie paure; agli incontri partecipavano anche Charlie e la sua ragazza, entrambe non avevano avuto problemi a raccontare la loro esperienza per aiutare i ragazzi a vivere con serenità il loro orientamento sessuale e ogni storia d’amore. Forse, in quel modo, potevano fare la differenza in un mondo che era ancora pieno di timori e insicurezze, diffondendo un messaggio che dava speranza un po’ a tutti.

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Buona sera people! 
Buon Ferragosto ahah. Eccoci qui con l'ultimo capitolo di questa minilong che era in realtà una one-shot. LOL
Spero che vi sia piaciuto, e che il finale abbia soddisfatto le vostre aspettative. Sì, finalmente Dean ha capito che vuole solo Cas e non se ne importa più del giudizio degli altri, e inoltre ha deciso di fondare un'associazione per aiutare i ragazzi che hanno paura di fare coming out con Sam, Cas e Gabe. Eh, io ve l'avevo detto che era un pasticcino alla fine. 
Vi ringrazio con tutto il cuore per avermi seguito anche in quest'avventura, di aver recensito, di averla seguita/preferita/ricordata, vi ringrazio tutti con tutto il mio cuoricino. Sono contenta che le mie storie continuino a piacervi e decidiate sempre di seguire me come autrice. Sono veramente felice di vedere che aumentate, e spero che qualcun altro si faccia avanti per farmi sapere cosa ne pensa! Tornerò presto con una nuova storia, lo giuro, se mi vorrete ancora a rompervi le palle con le mie storie. Vi do un assaggio della long che sarà super angst. Qui la colonna sonora. Se qualcuno non lo sa, io sono ossessionata da The Greatest Showman, e ogni scusa è buona per usare una canzone. 
Bye people, alla prossima!
Un abbraccio affettuoso dalla vostra autrice che vi vuole bene virtualmente <3
   
 
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