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Autore: Alady    16/08/2018    0 recensioni
[...]
- Ok, dunque, cominciamo dal principio. Io sono una psicologa-psicoterapeuta… Studio il comportamento e il modo di pensare delle persone e cerco di aiutarle ad affrontare i loro problemi. Da oggi in poi ci vedremo ogni giorno a quest’ora per un paio d’ore. Il mio compito è quello di tenere continuamente aggiornato il colonnello Fury circa le sue condizioni psicologiche e cercare, allo stesso tempo, di aiutarla a collaborare con lo SHIELD per il progetto di recupero. -
L’uomo continuava a fissare la parete.
La dottoressa Marsi pensò che se non avesse saputo che si trattava proprio dello stesso alieno che qualche anno prima era finito in tutti i telegiornali per aver tentato di attaccare New York, non lo avrebbe mai riconosciuto.
Pallido, deperito e inerte, il temibile Loki di Asgard ora aveva solo l’aspetto di qualcuno che aveva segregato la coscienza in qualche meandro della propria mente, in attesa che la morte sopraggiungesse. [...]
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elisa

 

La dottoressa Marsi era completamente rapita dallo spettacolo che si stava svolgendo sotto i suoi occhi.

Da una specie di ampio balcone interno, osservava attentamente l’allenamento di Loki con il capitano Steve Rogers.

L’abbigliamento di Loki era diverso dal solito. Al posto della tuta da prigioniero bianca, larga e priva di forma, ora indossava una maglietta aderente a maniche corte, un paio di pantaloni attillati e degli anfibi. Tutto rigorosamente nero.

Rogers invece indossava una canotta bianca e dei pantaloni scuri.

Colpi, parate, prese e salti mortali si succedevano ad una velocità impressionante, tanto che era necessario un considerevole livello di concentrazione per riuscire a seguire tutti i movimenti dei due uomini, i quali sfoggiavano indubbiamente due stili di combattimento radicalmente diversi.

Rogers cercava sempre il contatto ravvicinato. Prediligeva le brevi distanze, puntava tutto sulla sua forza muscolare e su potenti e frequenti raffiche di colpi.

Loki, invece, usava la sua agilità e le sue illusioni per danzare attorno all’ avversario, oltrepassarne abilmente la guardia e colpirlo all’improvviso.

Era incredibile come riuscisse a creare delle perfette copie di se stesso e come fosse in grado di muoverle nello spazio in modo così articolato e complesso.

Era semplicemente eccezionale. Elisa proprio non riusciva a capacitarsi del fatto che qualcuno potesse riuscire a fare ciò che faceva lui.

E pensare che parlava con quell’uomo ogni giorno…

Per un attimo fu travolta da un fastidioso senso di inferiorità.

Temeva che non sarebbe riuscita a tenergli testa?

Forse. In effetti, era probabile che ciò che provava scaturisse dalla percezione della propria totale impotenza di fronte ai poteri di Loki. Se lui avesse deciso di farle del male, ogni suo tentativo di difesa sarebbe stato totalmente vano e Elisa sapeva bene quanto poco e male lei riuscisse a tollerare le situazioni in cui si sentiva impotente.

Ma, se si fosse trattato solo di questo, adesso, nel guardare Loki combattere, lei avrebbe dovuto provare una certa paura, invece non era affatto così.

Al contrario, più osservava quel suo singolare ed elegante stile di combattimento e più ne rimaneva ammirata. Un po’ come quando aveva avuto per la prima volta un assaggio delle sue straordinarie doti oratorie.

Qualcosa dentro di lei osò suggerire sommessamente che ciò che provava poteva essere una forma di soggezione.

Soggezione? Assolutamente no!

Lei era la psicologa e lui il paziente. Perché sarebbe dovuta essere in soggezione? In un corpo a corpo lei non avrebbe avuto alcuna speranza contro di lui, ma durante le loro sedute quel divario si annullava. Non avrebbe avuto motivo di provare soggezione nei suoi confronti.

Ma magari la soggezione era dovuta all’insicurezza. Il rispetto reciproco è essenziale per la costruzione di una buona alleanza terapeutica, ma come poteva uno come lui nutrire rispetto per una come lei? Lui era stato allevato come un principe ed era un maestro di arti magiche, mentre lei, ai suoi occhi, non doveva essere altro che una terrestre qualsiasi, una misera creatura insignificante e debole che non avrebbe mai potuto meritare la sua considerazione.

No!

Doveva darci un taglio con tutta quella negatività.

Erano i fantasmi del passato a parlare. Gli spettri della sua adolescenza. Era da lì che veniva il senso di inferiorità… così come tutte le insicurezze che ora stavano cercando di affossarla.

Ma Elisa non si sarebbe lasciata abbattere tanto facilmente.  Lei era una psicologa qualificata e competente, aveva tutte le carte in regola per occuparsi di quel caso e, come sempre, si stava impegnando molto nel proprio lavoro.

E per tale ragione meritava il rispetto di Loki. E se lui non fosse riuscito a comprendere questa cosa da solo, lei lo avrebbe aiutato a farlo.

<< Ecco il suo cappuccino, dottoressa! >> esclamò l’agente Romanoff porgendole un grande bicchiere di cartone coperto da un tappo di plastica.

<< Grazie, Nat! >>

<< Ti vedo pensierosa... che succede?>> chiese bevendo un sorso del suo caffè << Questi due sono diventati noiosi?>>

<< No, no! E’ uno spettacolo molto avvincente, però è da mezz’ora che aspetto di cominciare la seduta e loro mi sembrano entrambi esausti! Non capisco perché non ci diano un taglio! L’allenamento non sarebbe dovuto finire due ore fa? >>

<< Infatti… >> rispose Nat con tono seccato << Il punto è che Fury, pensando di fare una cosa buona, ha detto al pazzo: “Loki, visto che oggi è il tuo primo giorno di allenamento, ti concedo la possibilità di decidere quando fermarti. Quando sei troppo stanco, ti basterà dirlo. ”>>

<< E ovviamente nessuno dei due ammetterà mai di essere troppo stanco… >>

<< No, non c’è nessuna speranza che questo accada. >>

<< Quindi il piano quale sarebbe? >>

<< Aspettare che collassino. >>

<< Cosa? Nat, ma che dici? Davvero vuoi diventare complice di questo sciocco gioco machista? Cioè, mi stai dicendo che, perché l’allenamento abbia termine, questi due davvero devono arrivare al punto di collassare?>>

<< Ma mica tutti e due! Basta che ne collassi uno… >> disse l’agente Romanoff con naturalezza.

Elisa la fissò con sguardo incredulo per qualche secondo, poi scosse la testa con disapprovazione e sorseggiò il suo cappuccino.

<< Mmm… Porca miseria! Ci vuole coraggio a chiamare questa brodaglia cappuccino! >>  si lamentò disgustata.

<< Quante storie! Sei la solita snob!>>

<< Io sarei snob? Ma che dici? Io non sono affatto snob! >>

<< Stai sempre a lamentarti degli Americani!>>

<< Mi lamento solo del loro caffè! >>

<< E della loro pasta, del loro sugo, dei loro dolci, delle loro pizze, delle loro scuole, della loro ossessione per le bandiere, delle loro confraternite, della loro politica verso le armi… >>

<< Sì, sì, va bene, ho capito! Mi lamenterò di meno… >>

<< Piuttosto, parlando di cose serie, sono un po’ preoccupata della piega che sta prendendo questa faccenda di Loki… mi sembra che Fury stia accelerando un po’ troppo le cose e non vorrei che questo bruciare le tappe finisse col metterti in pericolo… >>

<< Tranquilla, Nat! E’ tutto sotto controllo per il momento. Loki si comporta abbastanza bene e, nel caso cominciasse a diventare eccessivamente aggressivo, te lo dirò… >>

<< Speriamo…  >>

<< A proposito, tu sei a conoscenza del motivo per cui Fury è così tanto ansioso di rendere Loki operativo?>>

<< Sono informazioni riservate, mia cara… >>

<< Ma dai! Tanto verrò a saperlo comunque da Loki dopo la missione! >>

<< E’ inutile! Conosco il tuo gioco! Su di me, le tue tecniche da strizzacervelli non funzioneranno! >>

<< Ma non ha senso! Stai solo cercando di vendicarti per la faccenda di Rogers! >>

<< Assolutamente no! >>

<< Sì, invece! Ma quella era una situazione del tutto diversa… Avevo dei motivi più che validi per non rivelarti quelle informazioni! Rogers è un mio paziente ed un tuo collega! Sarebbe stato eticamente inaccettabile violare il segreto professionale solo per soddisfare la curiosità di una mia amica! E poi, te l’ho già detto, Rogers non fa per te! >>

<< Ma non avevo mica intenzione di sposarmelo! Volevo solo divertirmi un po’ con lui… e con i suoi bei pettorali statuari! Guarda là che roba! >>

<< Esagerata! Tutto questo entusiasmo per un po’ di muscoli? >>

<< Marsi, tu non sei normale! Te lo devo proprio dire, tu devi avere qualche problema grave! Come è possibile che il nostro Capitan America non ti faccia nessun effetto e che invece quel tizio di Sherlock BBC con la faccia da cavallo ti attizzi tanto? >>

<< Non divaghiamo! Qui il vero problema è che tu sei innamorata di Barton! Però hai paura di impegnarti con lui e quindi cerchi facili e futili distrazioni altrove!>>

<< Ooooh sempre con questa storia! >>

<< E poi Benedict Cumberbatch è un figo! >>

<< Sì, certo… come no… >>

 

Loki

 

Rogers sferrò a Loki un potente montante destro puntando al suo mento, ma lui, con un rapido scatto, schivò il colpo e fece un giro completo attorno al soldato, lasciandosi dietro una scia di copie di sé stesso, che cominciarono a disperdersi velocemente in tutta la stanza, ridendo a crepapelle.

<< Insomma, vuoi deciderti una buona volta a combattere da uomo!>> urlò Rogers infastidito da tutta quella confusione << Falla finita con questi trucchetti da codardo! >>

<< Codardo, dici? >> chiese Loki parandoglisi davanti << E perché mai io combatterei da codardo?>>

<< Perchè la tua magia si basa sull’inganno e quindi ti rende un combattente vile! >> ribatté Rogers attaccandolo con un pugno.

Lui scomparve.

Si trattava solo di una copia.

<< Come la mettiamo col fatto che i tuoi bei muscoli e la tua super-forza sono il frutto di un esperimento?>> lo provocò un attimo dopo, alle sue spalle.

Rogers si voltò.

<< Non è la stessa cosa! >> esclamò tentando nuovamente di attaccarlo con un pugno.

La copia che Rogers aveva tentato di colpire svanì al primo contatto e il vero Loki, appostato proprio dietro quest’ultima, ne approfittò per afferrare il capitano dalla maglia e proiettarlo a terra.

<< No, hai ragione, non è affatto la stessa cosa!>> convenne Loki mentre il suo sarcasmo si caricava sempre più di rabbia << Le tue abilità, infatti, scaturiscono da un intervento, non hai fatto un bel niente per guadagnartele! Le mie, al contrario, sono il risultato di anni e anni di studio ed esercizio!>>

Quando Rogers si rialzò da terra, si ritrovò immerso in una fitta nebbia.

<< Rimane il fatto che il tuo modo di combattere è da codardo! >> ribadì per l’ennesima volta il capitano, che in quel momento non riusciva a vedere ad un palmo del suo naso.

Poi uno dei vari Loki gli andò incontro caricando un pugno, Rogers alzò la guardia per parare il colpo ma, contemporaneamente, il vero Loki, alle sue spalle, gli fece perdere l’equilibrio con un calcio raso terra.

Saltò addosso al soldato e cominciò a prenderlo a pugni…

Poi per una frazione di secondo Loki si fermò.

Qualcosa sul balcone interno aveva attratto la sua attenzione…

Che ci faceva la dottoressa Marsi insieme all’agente Romanoff? Da quanto tempo era lì? E soprattutto perché?

Rogers approfittò del breve momento di distrazione di Loki per ricambiargli il favore: lo atterrò con un gancio potentissimo in piena faccia, lo immobilizzò con il proprio peso e cominciò a tirargli un colpo dietro l’altro, con un ritmo così serrato da impedire a Loki qualsiasi tentativo di contrattaccare.

All’improvviso però Rogers vide le sue mani andare a fuoco e schizzò in piedi spaventato, cercando di estinguere disperatamente le fiamme.

Povero idiota! Pensò Loki vedendolo impanicarsi per un trucco tanto semplice.

Decise di sfruttare al meglio quell’occasione. Mentre era ancora a terra, afferrò le gambe del suo avversario e lo fece cadere.

Poi strisciò via, cercando di riprendere fiato…

Si alzò in piedi… Gli fischiavano le orecchie e perdeva sangue dal naso… improvvisamente gli si oscurò la vista e  cominciò a barcollare…

Proprio in quel momento intravide Rogers correre verso di lui, pronto a ricominciare…

<< Signori!>> la voce ammonitrice della dottoressa Marsi risuonò in tutta la sala.

<< Buonasera, capitano Rogers, mi perdoni per l’interruzione, ma non potevo fare altrimenti! Loki, mi scusi, ma la nostra seduta sarebbe dovuta cominciare mezz’ora fa e purtroppo non posso più attendere oltre… potreste, gentilmente, venirmi incontro e concludere qui l’allenamento per oggi? Sempre se non è un problema, ovviamente… >>

<< Ma certo, dottoressa!>> si affrettò a rispondere Rogers  con un tono fastidiosamente servile << Mi scusi, non sapevo stesse aspettando noi! Mi spiace! >>

<< Oh, ma che bel soldatino obbediente che abbiamo qui… >> lo schernì Loki, poi spostò lo sguardo sulla dottoressa << Perché non gli dai uno zuccherino? >>

Il capitano, indignato e furibondo, lo afferrò per la maglietta con la chiara intenzione di dargli una lezione…

<< Rogers!>> lo ammonì la donna << La prego, evitiamo di cadere in facili provocazioni! Cerchiamo di risolvere le criticità verbalmente!>>

Il capitano, visibilmente combattuto, alla fine lasciò andare Loki.

<< Loki… >> continuò la dottoressa << il capitano Rogers voleva solo essere gentile… secondo lei essere gentili ed essere servili sono la stessa cosa? >> 

Loki la guardò in silenzio e sorrise.

La donna aveva avuto l’impudenza di interrompere l’allenamento, ma lo aveva fatto con mille scuse e usando un tono così timido e timoroso che nessuno avrebbe avuto il coraggio di fargliene una colpa.

Poi si era permessa di rimproverarli entrambi, ma era riuscita a farlo in modo talmente indiretto e inoffensivo che i suoi rimproveri somigliavano più a dei gentili suggerimenti che a qualche forma di ammonimento vero e proprio.

E ovviamente, in tutto questo, aveva avuto l’accortezza di non prendere le parti di nessuno, pur dando l’impressione di agire per il bene di entrambi…

Quella donna si stava dimostrando sempre più scaltra e intraprendente…

Non andava sottovalutata e questo ormai Loki lo aveva capito, eppure non riusciva proprio a fare a meno di ammirare la finezza e la diplomazia con cui riusciva a manipolare chi le stava attorno; così come non poteva non rimanere intrigato da quel miscuglio inestricabile di fierezza e delicatezza che pervadeva ogni suo gesto…

E poi c’era quel suo sguardo…

A parte Frigga e Thor, tutti avevano sempre guardato Loki con un dose variabile di disprezzo e ovviamente col tempo la cosa non aveva fatto che peggiorare, ma con quella donna era diverso: non c’era nemmeno una punta di disprezzo nel modo in cui lei lo guardava, anzi i suoi occhi castani sembravano ogni volta sussurrargli “sei una persona migliore di quello che credi e io sto puntando tutto su di te”.

Ma perché lo faceva? Perché lo guardava in quel modo?

<< Donna, tu sei solita riempire i tuoi discorsi di parole gentili e sorrisi, ma infondo non fai che dare ordini a tutti! >> sbottò Loki come per liberarsi dall’influsso di quei pensieri pericolosi.

<< Smettila, sei solo un ingrato!>> lo attaccò Rogers << La dottoressa Marsi è una bravissima persona e, se non fosse per lei, tu ora saresti ancora in prigione, legato come un salame! >>

<< Oh, e così il soldatino si è preso una cotta per la dottoressa… >> insinuò Loki con un sorriso malizioso.

<< Sei fuori strada! La mia gentilezza nei confronti della dottoressa non ha alcun secondo fine! >>

<< Non pensi più alla tua amichetta attempata? Come si chiamava? Penny? No, no, aspetta era… era Peggy, vero? >>

Rogers, travolto dalla rabbia, si catapultò su Loki  e lo afferrò nuovamente per la maglietta con l’intenzione di prenderlo a pugni, ma ciò che vide davanti a sé smorzò di colpo l’impeto del suo attacco, paralizzandogli il braccio e facendogli sgranare gli occhi…

 

 

Elisa

Nonostante tutti i suoi sforzi, l’agente Romanoff alla fine non riuscì proprio a trattenere le risate.

Elisa invece era rimasta semplicemente sbigottita da quella strana visione: dall’altra parte della stanza, davanti a Rogers, c’era una copia esatta di se stessa.

Ebbene sì, Loki aveva preso le sue sembianze… e l’aveva fatto in modo davvero magistrale.

<< Capitano Rogers, sarebbe così gentile da lasciarmi andare? >> disse l’asgardiano imitando la sua voce alla perfezione.

Incredibile. 

<< Capitano Rogers, mi scusi, ma mi trovo proprio costretta a sottolineare che questo livello di prossimità proprio non si addice al nostro rapporto! >>

Rogers, gli occhi sbarrati e il pugno ancora a mezz’aria, balbettò qualcosa di incomprensibile.

<< Capitano, insisto! >>

Però, a ripensarci, forse con l’accento italiano Loki aveva un po’ esagerato. In fondo il suo non era così evidente…

<< Porca puttana, anche la voce e l’accento sono identici! >> esclamò proprio in quel momento Natasha.

Come non detto, pensò la dottoressa.

Subito dopo, le due donne scesero la scalinata che collegava il balcone alla palestra, in modo da assicurarsi che quella pagliacciata non degenerasse.

Improvvisamente la dottoressa si ritrovò ad assistere ad un fenomeno indubbiamente surreale: vide se stessa catapultare il mitico Capitan America dall’altra parte della stanza.

Elisa in quel momento non poté fare a meno di provare un’inconsueta sensazione di onnipotenza… doveva assolutamente procurarsi le registrazioni delle telecamere della palestra e inviare quel video ai suoi fratelli…

Poi si riscosse da quei pensieri folli e si precipitò verso Loki.

<< Loki! Potrebbe cortesemente... tornare se stesso? >>

Loki sbuffò e riprese le proprie sembianze.

<< Il modo in cui ha provocato il capitano Rogers è stato sgradevole e infantile! >> lo rimproverò la dottoressa con una certa irritazione.

Lui le si avvicinò ancora e la guardò dritto negli occhi.

<< Chiedo umilmente perdono, mia regina… >> le rispose con un sorriso beffardo e  galante allo stesso tempo.

<< Ok, ascolti, non è mia intenzione dare ordini a tutti, come lei crede! Mi spiace che abbia avuto questa impressione, cercherò di… >>

All’improvviso Natasha scoppiò nuovamente a ridere.

La dottoressa le lanciò uno sguardo interrogativo e lei, in tutta risposta, la invitò con un gesto della mano a guardarsi allo specchio.

Elisa lo fece e rimase letteralmente a bocca aperta.

Indossava un lungo abito rosso, finemente decorato con oro e pietre preziose, attillato in vita e moderatamente scollato. Le sue spalle erano coperte da un mantello dal lungo strascico, uguale al vestito per colore e per tessuto. Infine i suoi capelli ramati erano intrecciati e raccolti in un’acconciatura alta e articolata, dall’aspetto decisamente regale.

Sarebbe rimasta a contemplarsi per ore… le sembrava di vedere un’altra persona… era così stranamente… bella

Era una sensazione che quasi non le apparteneva. Non le era mai capitato di vedersi bella. Certo, riteneva di essere una donna dall’aspetto curato, le sue corse mattutine la tenevano in buona forma e spesso le persone le dicevano che il suo modo di fare e di parlare aveva qualcosa di affascinante, ma non era abituata a pensare a se stessa come ad una bella ragazza…

Improvvisamente si rese conto che stava per perdersi nei propri pensieri…

<< Ehm… Ok!>> disse voltandosi nuovamente verso Loki << Messaggio arrivato. Secondo lei, il mio modo di fare è un po’ troppo autoritario e la cosa la infastidisce. Vedrò di rimediare. Ora potrebbe gentilmente farmi tornare come prima, così ce ne andiamo? >>

Loki sorrise nuovamente, ma questa volta non si trattava di uno di quei sorrisi leggeri e strafottenti che solitamente sbatteva in faccia alle persone per irritarle...

No, quello era un sorriso più lieve, uno dei rari sorrisi sinceri che ogni tanto gli comparivano in volto per qualche secondo, per poi scomparire subito dopo, sotto il peso di qualche pensiero triste o frustrante.

<< E quando avrei detto che la cosa mi infastidisce? >> disse lui, aggiungendo un velo di malizia al suo sguardo.

Qualcosa nel modo in cui Loki la stava guardando la costrinse inspiegabilmente ad interrompere il contatto visivo. La dottoressa si schiarì la voce e si allontanò di qualche passo.

<< Potrebbe procedere, per favore? >> lo pregò con fredda cortesia.

<< Il vestito non è di vostro gradimento, mia regina? >>

<< Il vestito è davvero stupendo, grazie. Tuttavia, non mi pare il caso di andare in giro per gli edifici dello SHIELD conciata così! Temo che, se lo facessi, la mia credibilità ne uscirebbe duramente compromessa… Quindi le sarei davvero grata se lei… facesse ricomparire i miei vestiti… >>

Loki le si avvicinò nuovamente. Lei lo fissava con una certa diffidenza, cercando di comprendere le sue intenzioni.

Lui le prese delicatamente la mano destra, poi, con un lieve inchino, avvicinò il dorso della mano di Elisa alle proprie labbra e, proprio quando lei stava per aprire bocca per protestare contro l’inadeguatezza di quel gesto, lui la guardò dritto negli occhi e con voce morbida le sussurrò:

<< Ogni vostro desiderio è un ordine, mia signora… >>

Sentì le labbra di lui sfiorarle delicatamente la mano e un brivido le corse lungo la schiena.

Si ricompose, pensando che almeno si stava limitando ad un casto baciamano tradizionale, ma lui la sorprese ancora una volta: all’improvviso premette con decisione le proprie labbra semi aperte sulla pelle di Elisa e impresse sul dorso della sua mano un bacio lento e sensuale.

Lei rabbrividì di nuovo e, profondamente a disagio, ritrasse immediatamente la mano.

In quel momento si rese conto di essere tornata normale. Il meraviglioso abito da regina era scomparso e aveva ceduto il posto al suo triste camice bianco.

<< Ottimo! La ringrazio! >> disse nervosamente evitando il suo sguardo.

Poi improvvisamente si rese conto che Rogers e Nat avevano assistito a quell’imbarazzante teatrino senza dire una parola.

Si voltò verso di loro.

Rogers aveva un’espressione a metà tra l’allarmato e il confuso, mentre Nat le lanciò uno sguardo divertito che sembrava implicitamente dire: “ti prenderò in giro con questa cosa per il resto dei tuoi giorni!”

Elisa avrebbe voluto sotterrarsi.

Loki invece sembrava del tutto indifferente ai due spettatori, aveva addossato la schiena alla parete specchiata e si era messo in atteggiamento di attesa, con le braccia incrociate e un’espressione terribilmente seccata in volto.

<< Bene! Vogliamo andare? >> chiese a Loki cercando di nascondere il più possibile il proprio imbarazzo.

Lui, senza dire una parola, distaccò la schiena dallo specchio e si avviò verso la porta.

<< Bene, noi andiamo! >> annunciò Elisa con finta naturalezza << Capitano Rogers,  agente Romanoff, è stato un piacere rivedervi! Alla prossima! Buona serata! >>

E si incamminò frettolosamente verso l’uscita della palestra.

Quando finalmente tornarono nell’appartamento, Filkins li salutò con entusiasmo.

La dottoressa gli andò incontro e rispose educatamente al suo saluto, mentre Loki si diresse direttamente verso la cucina, superando il suo assistente come fosse un fantasma.

L’agente Randal, come da accordo, uscì dall’appartamento pregando la dottoressa di avvisarlo quando fosse terminata la seduta.

Intanto Filkins continuava a rincorrere Loki.

<< Ehi, amico, posso aiutarti in qualche modo? >> gli chiese con fare premuroso.

Loki lo ignorò nuovamente. Si guardava attorno, alla ricerca di qualcosa…

Elisa pensò che, dopo un simile allenamento, potesse avere sete, così prese una bottiglia d’acqua dal frigorifero, ne versò un bicchiere e lo porse a Loki.

Lui glielo strappò letteralmente dalle mani e ne ingurgitò il contenuto in una frazione di secondo.

La dottoressa sapeva che Filkins, prima dell’allenamento, aveva avuto pochissimo tempo per illustrare a Loki come utilizzare l’appartamento, ma come era possibile che non gli avesse spiegato nemmeno dove fosse l’acqua?

Dopo altri tre bicchieri, Loki, senza dire nulla, si allontanò dalla cucina.

<< Ehm… mi scusi! >> lo fermò la dottoressa << Dove sta andando? Si ricorda della nostra seduta? >>

<< Con il vostro permesso, mia regina, andrei a lavarmi di dosso questo spiacevole fetore di soldato sudato… >> spiegò lui con il solito sarcasmo nella voce e un accentuato disgusto in volto.

<< Ah… capisco… certo, certo vada pure!>> disse Elisa.

Lui entrò in bagno e si chiuse a chiave.

La dottoressa si chiese se Filkins gli avesse almeno spiegato come funzionava la doccia, dove trovare un accappatoio e tutto il resto… In effetti non era più molto sicura che lo avesse fatto…

<< Ha bisogno d’aiuto con qualcosa per caso? >> gli chiese per sicurezza dall’altro lato della porta.

Qualche secondo dopo si udì un veloce rumore di chiavi e Loki si affacciò dal bagno con uno dei suoi sorrisi beffardi...

<< Di norma riesco a lavarmi anche da solo… ma se vuoi farmi compagnia sei comunque la benvenuta, dottoressa… >> sussurrò squadrandola con sguardo famelico.

Elisa sgranò gli occhi imbarazzata.

Filkins scoppiò a ridere.

<< No, intendevo dire… volevo chiederle se le servissero indicazioni sul funzionamento della doccia… o su dove può trovare asciugamani e… vestiti puliti… E dacci un taglio, Filkins!  >>

Filkins si zittì all’istante, ma, appena la dottoressa si fu voltata, ricominciò a ridere sottovoce.

Elisa si massaggiò le tempie, esasperata.

Loki si godeva l’ennesima umiliazione della dottoressa con un sorriso strafottente in volto.

<< Vada pure a lavarsi!>> lo incoraggiò lei alla fine con un sorriso forzato << Io la aspetterò tranquillamente in soggiorno! >>

<< Sicura? Perché quell’abitacolo sembra sufficientemente grande ad ospitare entrambi! >> spiegò Loki indicando un’ampia cabina doccia << E ci lascerebbe per giunta anche un ampio spazio di manov… >>

Elisa, spazientita, lo spinse all’interno del bagno e chiuse la porta.

<< Se posso permettermi, siete una donna estremamente volubile, mia regina! >> si lamentò Loki dall’altro lato.

Elisa alzò gli occhi al cielo e sospirò, esausta.

<< Ma perché la chiama “mia regina”?>> le chiese Filkins divertito.

<< Perché, secondo qualcuno, io avrei la tendenza a dare ordini a tutti… >>

<< Spiccata tendenza, direi! >> aggiunse la voce di Loki in lontananza.

<< La prego! >> esclamò Elisa cercando invano di celare la sua crescente irritazione << Lei pensi a sbrigarsi! Siamo già parecchio in ritardo oggi! >>

<< Però bisogna ammettere che è un tipo divertente! >> osservò candidamente Filkins.

La dottoressa lo fulminò con lo sguardo e, senza aggiungere nient’altro, andò a sedersi sul divano del soggiorno.

Approfittò dell’attesa per controllare le sue email, mandare un po’ di messaggi e aggiornare l’agenda.

Era stata costretta a spostare al giorno successivo uno degli appuntamenti di quella sera… tutto per colpa dell’insensatezza dell’orgoglio maschile…

Come stabilito, Filkins, dopo aver assicurato alla dottoressa di aver spiegato a Loki come contattarlo, lasciò l’appartamento. Disse che non si sarebbe allontanato dal complesso SHIELD e che sarebbe stato reperibile in ogni momento.

Elisa si augurò che fosse vero…

Era sfinita. Poggiò la testa sullo schienale del divano, chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.

Improvvisamente sentì i capelli caderle sulle spalle…

Nell’appoggiarsi al cuscino, doveva essersi rovinata l’acconciatura…

Si tastò la testa con le mani, ma non riuscì a trovare il suo pettinino per capelli… doveva essere caduto dietro al divano…

Elisa si voltò e sobbalzò per lo spavento…

<< Loki! >> esclamò con un tono a metà tra il sollievo e il rimprovero.

Lui era dietro al divano, in piedi, vestito solo di un paio di pantaloni scuri e una vestaglia bordeaux semiaperta. I suoi lunghi capelli neri erano ancora bagnati e gocciolavano ovunque, anche addosso a lei.

 << Oggi ha proprio deciso di farmi ammattire!>> esclamò  la dottoressa mettendosi una mano sul petto.

Lui la ignorò, intento ad esaminare attentamente un piccolo oggetto che aveva in mano e che ad un certo punto Elisa riconobbe…

<< Mi scusi, le dispiacerebbe restituirmi il mio pettinino per capelli? >> chiese contrariata.

Lui abbassò lo sguardo verso di lei e la scrutò attentamente per diversi secondi, come a ponderare una decisione di vitale importanza.

<< Temo proprio di sì… >> rispose alla fine con aria grave.

<<  cosa?>> chiese lei confusa.

<< , mi dispiacerebbe… >> dichiarò con sfacciata naturalezza. Poi sorrise lievemente e si infilò il pettinino nella tasca della vestaglia, lanciandole uno sguardo di sfida.

Lei gli gettò addosso un’occhiata feroce, che non sortì altro effetto se non quello di allargare ulteriormente il suo sorriso impertinente.

Come se niente fosse, Loki fece il giro del divano e si sedette sulla poltrona di fronte a lei.

Non era il caso di affannarsi a recuperare il suo pettine, così facendo sarebbe solo stata al suo gioco, era ovvio che stava facendo di tutto per farle perdere la pazienza…

Meglio far finta di niente e magari affrontare nuovamente la questione al termine della seduta.

<< Allora… >> esordì la dottoressa con il tono più calmo ed amichevole di cui era capace in quel momento << Mi è parso che ci fosse parecchia tensione tra lei e Steve Rogers… >>

<< I nostri trascorsi non sono certo ottimi… >>

<< Secondo lei, se vi foste incontrati oggi per la prima volta, le vostre interazioni durante l’allenamento sarebbero state migliori? >>

<< Non credo proprio. >>

<< Perché? >>

<< Perché a me non piace lui e a lui non piaccio io. >>

<< Per quali motivi Rogers non le piace come persona? >>

<< Perché non me lo dici tu? Tanto sono sicuro che hai già qualche bella teoria in proposito… >>

<< Si sbaglia. Non ho nessuna teoria. >>

<< Bugiarda… >> la accusò con un sorriso malizioso.

<< Va bene, se non se la sente di dirmelo… allora possiamo parlare di altro… >> lo provocò la dottoressa.

In un primo momento Loki reagì con un’espressione profondamente indignata e risentita, ma, proprio quando stava per aprir bocca, di punto in bianco, scoppiò a ridere.

<< Stai cercando di fare leva sul mio orgoglio!>> esclamò lui << Mi credi davvero tanto stolto da cascare in simili tranelli? >>

<< No, in realtà ero abbastanza sicura che lei se ne sarebbe reso conto… >>

<< Allora perché hai deciso di offendermi usando trucchetti così scadenti? Pensavo che avessimo alzato il tiro ormai… >>

<< Ha ragione, si tratta di uno stratagemma molto elementare… eppure sulla persona giusta potrebbe rivelarsi utile… >>

<< In che modo? >>

<< Ad esempio un soggetto molto orgoglioso potrebbe, pur avendo scoperto il trucco, essere indotto a rispondere ugualmente alla mia domanda, perché una parte di lui potrebbe sentirsi comunque minacciata dalla mia insinuazione… >>

Dall’espressione di Loki traspariva una certa meraviglia, poi gradualmente le sue labbra si inarcarono in un sorriso appena accennato.

<< Ci sai fare, te lo concedo… >> disse distogliendo per un attimo lo sguardo << Ma sappi che risponderò alla domanda unicamente per premiare la tua arguzia!>>

<< La ringrazio. >>

<< Rogers è arrogante, superficiale e fastidiosamente rigido! Invece di ragionare si limita ad applicare pedissequamente il suo codice morale sempre e comunque, a prescindere dalle circostanze! Per lui tutto quello che non rientra nei suoi stupidi schemi è sbagliato!>> Loki si infervorò, poi la sua faccia si contrasse in una buffa smorfia di disgusto << Per non parlare del fatto che si ostina ad indossare quell’improponibile e attillatissimo costume con la bandiera! >>

<< Capisco…>> Elisa non poté non sorridere, anche lei aveva sempre trovato un po’ ridicolo quel costume << Però non mi risulta che voi abbiate mai fatto grandi discorsi… cosa l’ha indotta a capire che Rogers ragiona in questo modo? >>

<< Non mi occorre una lunga frequentazione per riconoscere questo particolare genere di idioti. >>

<< Quindi ne ha conosciuti altri? >>

<< Mi pare ovvio, chi non li ha conosciuti? >>

<< Può farmi qualche esempio? >>

Lui rise.

<< Adesso sì che ho capito dove vuoi arrivare…  >>

<< Dove voglio arrivare, secondo lei? >>

<< Tu credi che io… >> poi si bloccò e lanciò un’occhiata allarmata alle telecamere, come se si fosse ricordato solo allora che erano lì a spiarli << non importa… continua pure con il tuo interrogatorio… >>

La dottoressa invece si alzò dal divano, si avvicinò alla porta e, attraverso l’interfono, si mise in contatto con la sorveglianza, chiedendo loro di sospendere le registrazioni fino a nuovo ordine. Il tizio dall’altro lato della cornetta ovviamente protestò, ma Elisa, usando una serie di espedienti, alla fine la spuntò ancora una volta e le telecamere si spensero.

<< Sei davvero folle a fidarti così tanto di me… >> osservò Loki, mentre lei tornava a sedersi sul divano.

<< Lei non è il primo a farmelo notare. >> rispose la dottoressa con una certa indifferenza << Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, lei stava…>>

<< E tu invece cosa pensi di Rogers? >> la interruppe lui con occhi curiosi.

<< Non posso parlarle di lui. >> rispose lei categoricamente << E’ un mio paziente. >>

Lui sbuffò annoiato e fece sprofondare pigramente la schiena nella poltrona. Si sfilò il pettinino dalla vestaglia e ricominciò a giocarci.

Poi, dopo parecchi minuti di silenzio, di punto in bianco, arrivò una domanda del tutto inaspettata…

<< E’ innamorato di te? >> chiese con ostentata indifferenza, continuando a fissare il suo nuovo giocattolo.

<< Cosa?>> esclamò la dottoressa stranita. Un attimo dopo scoppiò a ridere. << Ma come le viene in mente una cosa simile? Comunque, no! Lo escludo nella maniera più assoluta! >>

<< E come fai ad esserne tanto sicura? >>

<< Ho le mie ragioni per esserlo.>>

<< Si tratta forse di una ragione bionda? >>

<< Come mai questa ipotesi?>>

<< Una biondina svampita è venuta a parlare con lui durante uno degli intervalli. E’ lei, vero? >>

<< Loki, la prego, non posso parlare dei miei pazienti con altri pazienti!>>

<< Quindi sostieni che la sudditanza di Rogers verso di te possa essere esclusivamente riconducibile all’influenza che il tuo ruolo ha su di lui? >>

<< Si tratta di rispetto, non di sudditanza. >>

<< Ah davvero? Stai dicendo che apprezzi il suo atteggiamento servile? >>

<< Sto dicendo solo che Rogers esprime il rispetto in quel modo e che io sono contenta del fatto che lui nutra rispetto nei miei confronti, perché questo mi induce a credere di essergli stata utile. E poi, a mio avviso, è un bene che non tutti i miei pazienti si dilettino a farmi i dispetti e ad umiliarmi in pubblico! >>

Non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che già se ne era pentita amaramente.

Loki si alzò in piedi di scatto, lanciandole un’occhiata carica di rabbia e risentimento. Le diede le spalle e camminò con fare irritato verso la porta-finestra, si fermò davanti al vetro, incrociò le braccia e si mise a fissare in silenzio il paesaggio, anche se Elisa era abbastanza convinta che in realtà fosse impegnato a rimuginare su ciò che lei gli aveva appena detto.

La dottoressa si alzò in piedi e lo raggiunse.

<< Non mi fraintenda, non sto affatto dicendo che Rogers è un paziente migliore di lei…. >> gli disse con dolcezza << Inoltre il fatto che io apprezzi la riconoscenza di Rogers non significa che approvi automaticamente tutto quello che fa o dice… >>

<< Non mi interessa. >> rispose lui con durezza.

<< Ad esempio non condivido affatto quello che ha detto circa il combattimento… >>

Loki le lanciò una fugace occhiata incuriosita e poi tornò subito a fissare il panorama.

<< Spiegati meglio… >> le ordinò senza guardarla.

<< Io non capisco niente di queste cose, tuttavia, secondo me le sue illusioni sono valide quanto i superpoteri di Rogers. Non ci trovo niente di vile nell’usarli. Anzi, in verità, penso che il suo modo di combattere sia decisamente elegante… >> confessò Elisa con un leggero disagio.

Lui la guardò di nuovo, ma questa volta con aria sorpresa e incredula. Poi distolse lo sguardo.

Sembrava quasi che fosse rimasto imbarazzato da quel complimento inaspettato.

<< Magari domani a Rogers dirai l’esatto contrario… >> sbottò lui mentre nella sua voce il cinismo si mischiava alla speranza di sbagliarsi.

<< Non lo farò. Anzi, si senta pure libero di riferirgli la mia posizione in merito a questa faccenda, se vuole… >>

Lo sguardo indagatore di Loki si posò nuovamente su di lei, scrutandola attentamente nel tentativo di capire quanto fosse sincera.

<< E, sentiamo…>> disse tornando a fissare il panorama << perché il mio stile di combattimento sarebbe… elegante? >>

<< Non saprei spiegarglielo con precisione… lei si muove sempre in modo così agile e aggraziato e le sue illusioni sono così spettacolari e perfette… >> disse Elisa ripensando all’allenamento e cercando le parole giuste per tradurre le sue sensazioni << il suo modo di combattere denota sicuramente una grande creatività e un notevole senso estetico! >>

Loki la fissava con gli occhi sgranati e un’espressione quasi spaventata in volto.

<< I miei complimenti la sorprendono così tanto? >> chiese la dottoressa << Il suo modo di combattere non veniva apprezzato ad Asgard?  >>

Loki distolse lo sguardo e ricominciò a camminare nervosamente per la stanza.

<< Le uniche qualità che gli Asgardiani sanno apprezzare in un guerriero sono la forza fisica e il valore in battaglia. La magia è vista con estremo sospetto ed è praticata pochissimo. >> raccontò mentre le dava le spalle.

<< Allora lei come ha fatto ad apprendere tutte queste tecniche? >>

<< Fu mia madre ad iniziarmi alle arti magiche quando ero bambino. >>

<< Quindi, nonostante ad Asgard la magia fosse vista con sospetto, la regina stessa la praticava?>>

<< La praticava? >> ripetè Loki divertito << Frigga era una delle maestre di arti magiche più esperte di tutti i nove regni… >>

<< E questo non era visto come un problema nel suo caso? >>

<< Non particolarmente. >>

<< Come mai? >>

<< Perché era una donna e la magia è considerata qualcosa che si addice più alle donne che agli uomini. >>

<< Quindi, per gli Asgardiani, una donna che pratica la magia è qualcosa di meno grave di un uomo che pratica la magia? >>

<< Soprattutto se la donna in questione è la regina di Asgard… >>

<< Ma allora perché, nonostante tutto questo, sua madre decise di iniziarla alle arti magiche?>> chiese la dottoressa incuriosita.

Loki passeggiò verso di lei.

<< A suo dire, lo fece perché le sembravo molto portato! >> disse con rabbioso sarcasmo.

<< E lei non ci crede? >>

Le labbra di Loki si inarcarono in un sorriso triste.

<< Io credo che lei lo abbia fatto solo per pietà… Non riuscivo a stare al passo con Thor, lui apprendeva gli insegnamenti di Odino con estrema facilità, mentre io, nonostante i miei sforzi, ottenevo solo risultati mediocri. Ero agile ma non ero abbastanza forte, il mio fisico non era adeguato agli standard dei guerrieri asgardiani, né al loro modo di combattere... Frigga deve aver pensato che, se mi fossi sottoposto ad un diverso tipo di addestramento, avrei sentito meno il peso dei miei insuccessi… >>

<< Non crede che possano essere vere entrambe le cose? Magari sua madre ha davvero riconosciuto in lei una certa predisposizione per le arti magiche e l’ha incoraggiata a svilupparle perché ha capito che l’addestramento di Odino non le permetteva di esprimere al meglio le sue vere potenzialità… Non crede che le cose possano stare così? >>

Lui, lo sguardo feroce e le labbra contratte dalla rabbia, si avvicinò ulteriormente e, quando fu a pochi centimetri da lei, continuò ancora ad avanzare, costringendo Elisa ad indietreggiare.

<< Io non credo più a niente… >> dichiarò con un sorriso rabbioso, guardandola dritto negli occhi.

Mise Elisa con le spalle al muro, annullò la distanza che c’era tra di loro e si appoggiò alla medesima parete con entrambe le mani, intrappolando la dottoressa con il proprio corpo.

Lei era turbata, ma si costrinse a reggere ancora il suo sguardo.

<< Ascoltami bene, tutta la mia vita si fonda su un cumulo di bugie e illusioni… >> le sussurrò con una ferocia terrificante << non ho bisogno che tu me ne costruisca altre! >>

<< Sta dicendo che anche l’amore e la stima di sua madre erano solo mere illusioni? >> osò provocarlo Elisa.

La rabbia trasfigurò ulteriormente i lineamenti di Loki, ma i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi.

Lui la guardò con l’intenzione di ribattere, ma le sue labbra rimasero serrate.

<< Io non ho mai conosciuto sua madre… >> ricominciò Elisa << ma suo fratello me ne ha parlato a lungo. Secondo lui, Frigga l’amava profondamente ed era terribilmente affranta al pensiero che lei avrebbe trascorso il resto della sua vita in prigione… Pare che, qualche giorno prima di essere uccisa, abbia confessato a Thor di nutrire ancora delle speranze nei suoi confronti… sembrava convinta che ci fosse ancora del buono in lei e che Odino dovesse concederle la possibilità di redimersi, come aveva fatto con Thor in precedenza … >>

Loki scoppiò a ridere, ma questa volta la sua risata aveva qualcosa di folle e triste insieme.

<< Credo che l’aver scoperto le sue vere origini l’abbia indotta a mettere in discussione anche sentimenti della cui autenticità in fondo è intimamente convinto… >> azzardò la dottoressa, sperando che le sue parole non suscitassero reazioni troppo violente << Guardi dentro se stesso! E’ proprio sicuro che sua madre non l’abbia mai amata? Possibile che la sua fosse solo pietà? >>

A quel punto la dottoressa vide apparire un lampo spaventoso nel suo sguardo.

Con un rapido scatto Loki avvicinò una mano al collo di Elisa, lei sussultò e chiuse gli occhi, col cuore che le batteva all’impazzata… ma poi non successe nulla…

Riaprì gli occhi: la mano di lui, era ferma a pochi centimetri dalla sua gola, come se una forza invisibile gli impedisse di avvicinarla oltre…

Dopo un paio di respiri profondi, Elisa lentamente ritrovò la calma. Poi si fece coraggio, sollevò una mano e la adagiò con delicatezza sulla spalla di Loki, in un morbido gesto di conforto.

Questa volta fu lui a trasalire.

Serrò in un pugno la mano che prima gli era stata disobbediente e, lanciando un gemito di rabbia e frustrazione, la scagliò violentemente contro il muro.

Poi, sfinito, poggiò la testa contro la parete, proprio accanto al viso di Elisa.

I suoi capelli umidi le rinfrescarono la guancia, facendola rabbrividire.

Qualcosa in quel brivido la mise in allarme.

Doveva allontanarsi… Doveva allontanarsi subito…

Provò con delicatezza a spostare il braccio sinistro di Loki, nel tentativo di liberarsi e sgusciare via, ma lui oppose resistenza, sbarrandole la strada. Poi sollevò la fronte dalla parete e la guardò dritto negli occhi…

Il suo cuore ricominciò a battere all’impazzata.

E’ normale, si giustificò con se stessa, sono agitata perché ha invaso il mio spazio personale… tutto qua…

Doveva assolutamente chiedergli di allontanarsi, una parte di lei però non aveva proprio il coraggio di respingerlo. Era in un momento di estrema fragilità e, a suo modo, le stava chiedendo un po’ di conforto… se lei avesse deciso di negarglielo, lui si sarebbe sentito rifiutato per l’ennesima volta… occorreva essere molto delicati…

<< Loki…  Perché non torniamo a sederci? >> suggerì lei gentilmente.

Lui avvicinò la mano destra al volto di Elisa, le scostò i capelli dal viso e le accarezzò delicatamente la guancia.

<< Perché? Qui sei scomoda per caso? >> sussurrò lui mentre faceva scendere lentamente le dita lungo il profilo del suo collo.

La dottoressa soffocò un gemito e lui sorrise.

<< Loki, la prego… >> disse lei con un accenno di rimprovero nella sua voce.

Lui la guardò, rise leggermente, poi si allontanò e tornò a sedersi sulla poltrona.

<< Se fossi stata un po’ più furba, poco fa avresti potuto approfittare della situazione per riprenderti quello che ti appartiene… >> osservò Loki.

 Si riferiva al pettine, evidentemente.

<< Non importa...>> rispose tranquillamente Elisa, riprendendo il suo posto sul divano << Sono sicura che me lo consegnerà spontaneamente lei stesso alla fine della seduta…>>

<< Te l’ho già detto, donna… >> la rimproverò lui << tu ti fidi troppo di me! >>

<< E tu… >>

Elisa si interruppe e sgranò gli occhi allarmata. Gli aveva appena dato del tu?

A giudicare dallo sguardo sorpreso di Loki, doveva proprio averlo fatto.

<< … E lei … lei si fida troppo poco di se stesso! >>

<< Puoi anche darmi del tu… >> disse lui distrattamente, mentre scartava il vassoio della cena.

<< Ehm… no, non credo che sia il caso… >>

<< D’accordo, se ritieni che la cosa possa metterti in crisi, allora continua pure a darmi del lei… >>

<< Sta usando la psicologia inversa con me, per caso? Non lo riteneva un trucco scadente? >>

<< E’ un trucco scadente infatti, ma una volta un’esperta manipolatrice mi ha detto che sui soggetti orgogliosi funziona comunque… >> disse lui guardandola con aria di sfida e con uno dei suoi ghigni strafottenti.

Elisa sorrise e si arrese.

<< Deve essere molto in gamba la persona che te l’ha detto… >> suggerì lei abbassando lo sguardo con un certo imbarazzo.

<< E’ in gamba, infatti… >> riconobbe lui<< ma temo abbia un debole per le cause perse…  >>

<< Questo è ancora tutto da vedere… >>

 

Loki

<< Questo è ancora tutto da vedere… >> disse la dottoressa ricambiando il suo sguardo di sfida.

Loki sorrise scuotendo la testa.

<< Di sicuro sei una che non si arrende molto facilmente, di questo devo dartene atto. >>

<< Devo intenderlo come un complimento? >>

<< Dipende. Ti piacerebbe che lo fosse? >>

La donna fu colta da un lieve imbarazzo e distolse lo sguardo.

In quell’istante la porta dell’appartamento si aprì e Fury irruppe nell’appartamento, con aria furibonda.

Appena lo vide, Elisa spalancò gli occhi e schizzò in piedi.

<< Colonnello… >> esclamò con il tono di qualcuno che vuole scusarsi di qualcosa, ma Fury la interruppe immediatamente.

<< Ma come le è saltato in testa di prendere una simile iniziativa? >> urlò avvicinandosi ad Elisa.

<< Ha ragione, mi scusi, ma io… >>

<< Scusarla? Ma lei ha idea della gravità di quello che ha fatto? Ma chi si crede di essere? >>

Elisa abbassò lo sguardo. In quel momento Loki scorse negli occhi di Elisa qualcosa di molto familiare, un misto di rabbia e di umiliazione che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza. In un attimo, un vortice di ricordi sconvolse la sua mente, tutte le volte che Odino lo aveva sgridato, tutte le volte che Thor gli aveva intimato di “starsene al suo posto”, tutte le volte che i suoi simpatici compagni avevano fatto battutine crudeli su di lui…

<< Se solo lei mi lasciasse parlare…>>

<< Non mi interessano le sue giustificazioni! >>

<< Non credo che questo sia un modo civile di discutere… >>

<< Dottoressa, me ne frego di quello che lei crede! Ho fatto riattivare le telecamere. Non si permetta mai più di fare una cosa simile o la sbatto fuori di qui in men che non si dica! >>

Elisa, per una volta, era rimasta stranamente senza parole. Forse non si aspettava un trattamento simile.

Loki si accorse che uno strano fenomeno si stava verificando dentro di sé. Quelle parole taglienti erano state rivolte alla dottoressa, ma per qualche ragione avevano ferito anche lui. Le provocazioni erano rivolte a lei, eppure sentiva una rabbia incontenibile ribollire nel proprio corpo. Come era possibile una cosa simile?

L’unica cosa che sapeva era che, in quel momento più che mai, avrebbe tanto desiderato alzarsi e spaccare la faccia a Fury.

<< E tu cosa credi di fare? >> gli chiese Fury.

Loki si ritrovò improvvisamente in piedi, di fronte a Fury, pronto a prenderlo a colpi.

I due si guardarono in cagnesco.

<< Esigo che durante i miei colloqui con la dottoressa, le telecamere vengano spente. >>

<< Tu non puoi esigere proprio un bel niente! >>

<< Allora farai meglio a rimettermi subito le manette e portarmi in prigione, perché non ho alcuna intenzione di parlare di questioni private davanti ad un branco di idioti che non conosco e che nemmeno posso vedere in faccia! >>

Fury guardò Loki, poi Elisa e poi di nuovo Loki.

<< Ti concedo un’ora al giorno, una soltanto. Il resto delle vostre interazioni saranno filmate. >>

Loki e Fury si scambiarono un’altra occhiata assassina.

<< Ce la faremo bastare. >> intervenne la dottoressa mettendo una mano sulla spalla di Loki, quasi volesse rabbonirlo << Ci organizzeremo in modo da concentrare la trattazione degli argomenti più sensibili in quello spazio di tempo. >>

<< Bene. Sarà meglio per entrambi. Dottoressa, la avviso, al prossimo passo falso lei è fuori! >>

<< Era già stato abbastanza chiaro su questo punto, ma grazie comunque per l’ulteriore chiarificazione. >> rispose lei in tono lievemente sarcastico.

Fury andò via sbattendo la porta.

Loki posò lo sguardo su Elisa. La donna sospirò, lisciandosi la faccia con aria stanca.

Era rimasta visibilmente provata dalla discussione e la cosa lo disturbava molto.

<> disse Loki << Visto? Ecco cosa ci si guadagna a preoccuparsi per le altre persone! Il sistema in cui vivi tu è ingiusto quanto quello in cui vivevo io. >>

<< E’ stata indubbiamente una conversazione spiacevole, ma ci ha permesso di fare un passo avanti. >>

<< Abbiamo fatto un passo avanti perché io ho ricattato Fury, non perché tu sei stata gentile con me! >>

<< Non mi riferivo al fatto che potremo fare i nostri colloqui a telecamere spente… quella è indubbiamente una cosa utile, ma il passo avanti di cui parlo rappresenta qualcosa di molto più importante. >>

<< A cosa ti riferisci? >>

<< Mi riferisco al fatto che tu stai provando empatia per me. >>

<< Non sto provando empatia per te. Ti sto solo facendo notare l’assurdità dei tuoi valori… >>

<< Invece hai provato empatia per me. Ti ho visto. Ti è dispiaciuto che io sia stata trattata male, questo vuol dire che sei riuscito a sintonizzarti con il mio stato d’animo e a metterti nei miei panni. E lo hai fatto spontaneamente senza l’intenzione di manipolarmi. Provare dolore per il dolore degli altri è un elemento fondamentale nelle interazioni sociali. >>

<< Ti sbagli. >>

<< Guarda che provare empatia non è un segno di debolezza… >>

<< Certo che lo è. E’ un grande svantaggio. Un ostacolo al raggiungimento dei tuoi obiettivi. E non porta mai a niente di buono. >>

<< Quindi per te sarebbe lo stesso se io non provassi empatia per te? Se non cercassi di capire come ti senti e quello che provi? Non cambierebbe niente per te se io ti trattassi come un mostro? >>

<< No, non cambierebbe assolutamente niente. >> quando sentì quelle parole uscire dalla propria bocca, avvertì come un pugno nello stomaco e la sua voce si incrinò.

Elisa sorrise e scosse la testa. Aveva ovviamente capito che lui stava mentendo.

Loki si insultò.

<< Bene, ti lascio finire la tua cena e vado a cenare anche io. Filkins ti spiegherà come usare il cellulare. Per qualsiasi cosa, chiamami. >>

<< Quindi posso chiamarti anche nel cuore della notte? >>chiese lui sarcastico.

<< Ti prenderesti davvero tutto questo disturbo solo per darmi fastidio? >>

<< Ne dubiti forse? >>

<< Pensa a dormire. Ci vediamo domani, dopo l’allenamento. >>

 

 

 

   
 
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